Mentre il governo tira dritto per la sua strada, convinto che vaccinare tutta la popolazione con gli attuali farmaci a disposizione sia l’unica possibile soluzione all’emergenza Covid, ecco arrivare l’ennesima testimonianza di chi, costretto alla somministrazione, si è poi trovato a fare i conti con effetti indesiderati gravi. A parlare, a scanso di equivoci sull’attendibilità della testimonianza, è stato un politico che gli italiani conoscono bene, l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, che ha raccontato la sua esperienza.
Ai microfoni del programma Tagadà, in onda su La7, Castelli ha risposto infatti così alle domande della conduttrice Tiziana Panella: “Come andiamo? Purtroppo ho avuto dei problemi di salute dopo aver fatto il vaccino contro il Covid. Sono una vittima del vaccino, anche se non lo posso provare. Mi sono vaccinato a fine luglio, ho passato agosto e settembre con la febbre. Ho degli esami che dicono che sono ad altissimo rischio trombosi. Incrocio le dita e spero di uscirne”
Castelli ha poi parlato, con un po’ di ironia utile a sdrammatizzare, di un “paradosso”: “Mia moglie non si è vaccinata, ha fatto il Covid e sta benissimo. Da questo punto di vista dovrei essere oscurato da Telegram”. Poi Castelli è però tornato serio e ha spiegato più nel dettaglio le sue condizioni di salute: “Non sono un no vax, tant’è vero che mi sono vaccinato ma adesso ci penserei due volte”
Stavo bene prima del vaccino. Non ho mai avuto nulla. Adesso incrocio le dita, questo valore è molto elevato – è stata la conclusioe di un Castelli visibilmente preoccupato – Sono un dead man walking, faccio le corna”.
ATTENZIONE A NON LASCIARE CANALI “APERTI” SU TELEGRAM! A QUESTO PUNTO MEGLIO CREARNE DI CHIUSI CON INGRESSO SU INVITO. QUESTA CENSURA E’ STATA RESA POSSIBILE A CAUSA DEI NUMEROSI FACT CHECKER ISCRITTISI NEI CANALI SENZA FILTRO!
I canali Basta dittaturae Basta dittatura chat sono stati chiusi da Telegram per «violazione dei termini di servizio». Utilizzati per propagandare posizioni no vax e no Green pass, da oggi non sono più visibili.
Sulle due pagine compare ora la scritta «questo canale non può essere visualizzato perché ha violato i termini di servizio di Telegram», rende noto l’Adnkronos.
Quindi nessun social è immune da censura. Dopo Facebook, Twitter, Linkedin, – si aggiunge anche Telegram: il social che non doveva riservare restrizioni.
La libertà d’opinione e di pensiero è ormai, purtroppo, soltanto della falsa retorica scritta nella nostra Costituzione.
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La Procura ha aperto un fascicolo dopo le confessioni del faccendiere Piero Amara: tra le ipotesi di reato il traffico illecito d’influenze. Nel mirino l’ex collega dello studio Alpa, Luca Di Donna, per i ricchi incarichi dalle aziende di Stato con l’ex premier a Palazzo Chigi», scrive La Verità.
«È un’indagine segretissima quella che i pm di Roma stanno conducendo su Giuseppe Conte e i suoi uomini d’oro e che svela Panorama in edicola domani».
«In particolare ci si concentra su Luca Di Donna, ex collega dello studio Alpa, rampante avvocato con ottime entrature in politica e nell’intelligence, considerato l’eminenza grigia dell’ex premier. – si legge sul quotidiano di Belpietro – I magistrati stanno verificando modalità e tempi del suo ricchissimo portafoglio clienti che, durante gli anni di Giuseppe Conte alla guida del governo, gli ha consentito di quintuplicare il fatturato. In particolare, gli inquirenti si stanno concentrando sui sostanziosi incarichi di consulenza con aziende dello Stato. Tra le ipotesi di reato sul tavolo c’è il traffico illecito di influenze».
Sono in corso gli accertamenti preliminari, o per lo meno questo è il poco che trapela dalla Procura. – si legge ancora – Dove ammettono che il fascicolo esiste, ma che il problema è capire il modello. Tradotto: è vero che le dichiarazioni di Amara su Conte hanno innescato un procedimento, ma non è detto che il nome dell’ex capo del governo sia già stato o sarà iscritto sul registro degli indagati».
«Di certo le investigazioni si stanno concentrando su alcuni personaggi che ruotano intorno all’ex premier e utilizzano il suo nome per fare affari. Questi personaggi millantano oppure Conte è a conoscenza delle loro iniziative? Le indagini, coordinate dal procuratore Michele Prestipino e dall’aggiunto Paolo Ielo, dovranno chiarirlo. Secondo alcune fonti l’ipotesi di reato più accreditata al momento è il traffico illecito di influenze, ma non sono escluse contestazioni più gravi» fa sapere La Verità
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SENZA IL CANONEPROSSIMO ANNO LA RAI CHIUDERÀE LICENZIERÀ I GIORNALISTI CRIMINALI
I contribuenti titolari di un’utenza di fornitura di energia elettrica per uso domestico residenziale che vogliono disdire l’abbonamento, in quanto non detengono più apparecchi televisivi in alcuna dimora (ad esempio perché li hanno ceduti), devono presentare la dichiarazione sostituiva di non detenzione compilando e inviando questo modello – pdf (Quadro A). La dichiarazione di non detenzione, per avere effetto per l’intero anno, deve essere presentata a partire dal 1° luglio dell’anno precedente ed entro il 31 gennaio
Inviare a: Ufficio Canone TV – c.p.22 Torino – per plico raccomandato senza busta unitamente a copia di un valido documento di riconoscimento.
QUESTA 👇👇👇LA PAGINA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE CHE SPIEGA COME DISDIRE L’ABBONAMENTO RAI.👇👇👇👇👇
Val la pena leggere l’analisi dei dati pubblicata da Il Tempo in merito al sorpasso che c’è stato in termini di contagi, ospedalizzazioni, terapie intensive – e purtroppo anche decessi – fra vaccinati con doppia dose e non vaccinati. “È accaduto per la fascia di età degli ultraottantenni per la prima volta con i dati mensili del bollettino di sorveglianza dell’Istituto superiore di Sanità pubblicato sabato 25 settembre. Sopra gli 80 anni i contagi fra ciclo completo sono il 72,8% del totale, quelli fra i non vaccinati il 25%. Le ospedalizzazioni sono state 1.207 (61,3%) nei vaccinati completi contro le 714 (36,2%) dei non. I ricoveri in terapia intensiva sono stati 57 (55,3%) di vaccinati completi e 44 (42,7%) di non”.
Scrive Il Tempo: “E per la prima volta la prevalenza si è censita anche nei decessi: 364 (50,6%) fra i doppia dose e 338 (47%) fra i non. Ora sta iniziando ad accadere la stessa cosa nella fascia di età 60-79 anni. Già qui i contagi sono in superiori fra i vaccinati (55,8%) che fra i non (39,6%). Sono dati che inevitabilmente fanno rumore nelle fila di chi non si fida del vaccino, ma sono semplicemente la conseguenza matematica (lo chiamano il “paradosso”) di alte percentuali di vaccinazioni. Sopra gli 80 anni si sono vaccinati 4.177.484 italiani (91,6% del totale), e senza vaccino sono restati in tutto in 283.500 italiani”.
Siccome le due dosi hanno una copertura contro la variante Delta di circa il 90% (meno per il semplice contagio), è chiaro che il 10% che risulta non coperto pur avendo avuto i vaccini è come se non avesse mai visto una siringa, quindi ha le stesse possibilità di contagio, ospedalizzazioni, terapia intensiva ed evento letale dei non vaccinati. “Il 10% degli ultraottantenni vaccinati è fatto quindi di 417.748 persone, il 50% di più del numero dei non”.
Quindi – conclude il quotidiano – è normale che più persone finiscano nei guai anche seri per il Covid in questo gruppo di vaccinati senza protezione che nel gruppo più esiguo di non. Ma è difficile da fare capire, anche perché finora la sola soluzione escogitata dal governo è stata negare questa possibilità,. che invece si è puntualmente verificata come avevamo previsto”.
RIPORTIAMO TESTUALMENTE LE DICHIARAZIONI DI GIORGETTI!!! A VOI I COMMENTI!!!
Non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente”. Di Lega “ne esiste una sola, fatevene una ragione”.
Quante Leghe? Ne esiste “una sola, fatevene una ragione”. Risponde così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti in un’intervista a La Stampa, per il quale non ci sono due linee, “al massimo sensibilità diverse”. “Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist”, sostiene il numero due della Lega.
Capitolo Draghi. Perché “la vera discriminante politica per i prossimi sette anni è che cosa fa Draghi. Va al Quirinale? Va avanti col Governo? E se va avanti con chi lo fa?”, si interroga il ministro, il quale se fosse per lui “vorrei che rimanesse lì per tutta la vita” ma “il punto è che non può” perché “appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente” anche perché “da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori”.
La conclusione, per Giorgetti, è che “l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”. Nello scenario B, Draghi resta al suo posto e Mattarella che fa? “Mattarella resta solo se tutti i partiti lo votano. E la Meloni ha già detto che non lo voterà”, ribatte Giorgetti. Ma Salvini lo voterebbe? “Penso di no”, per cui il bis si fa “complicato”.
Sorprendono le parole di Giorgetti sulle amministrative a Roma. L’esito “dipende da quanto Calenda riesce a intercettare il voto in uscita dalla destra. Nei quartieri del centro penso che sarà un flusso significativo. Ma non so come ragionino le periferie. Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma”. Ma se al ballottaggio ci vanno Gualtieri e Michetti, “vince Gualtieri”, risponde lapidario. Poca fiducia nel candidato di centrodestra, insomma, per la Capitale “il candidato giusto sarebbe stato Bertolaso”.
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Vladimir Bukovsky è uno scrittore, neurofisiatra e attivista dissidente russo che ha trascorso 12 anni nelle prigioni psichiatriche russe e nei campi di lavoro, per aver difeso i diritti umani durante gli anni ’60 e gli anni ’70. Il suo ultimo periodo di prigionia risale al 1971. Arrivò in occidente nel 1976 e oggi vive a Cambridge. Ha sperimentato sulla sua pelle un sistema che egli considera sinistramente simile a quello che oggi ci viene imposto con l’Unione Europea. Ecco il video, che ho tradotto e sottotitolato per voi, nel quale esprime pensieri pesanti come macigni, che dovrebbero scuotere anche le coscienze più sopite.
E’ veramente un enigma per me capire perché, dopo avere appenaseppellito un mostro, l’Unione Sovietica, ne stiamo costruendo un altro notevolmente simile: l’Unione Europea. Esattamente, cos’è l’Unione Europea? Forse, esaminando la sua versione sovietica, possiamo trovare la risposta. L’Unione Sovietica era governata da quindici persone non elette che si attribuivano incarichi l’un l’altro e che non erano tenuti a rispondere a nessuno. L’Unione Europea è governata da due dozzine di persone non elette, che si attribuiscono incarichi l’un l’altro, si incontrano in segreto, non devono rispondere a nessuno e che non possiamo rimuovere.
Uno potrebbe dire che l’Unione Europea ha un Parlamento eletto. Beh, anche l’Unione Sovietica aveva una specie di Parlamento, il Soviet Supremo, che si limitava a timbrare le decisioni del Politburo più o meno come fa oggi il Parlamento dell’Unione Europea, dove i tempi di parola nella plenaria sono limitati all’interno di ciascun gruppo e spesso ammontano a un solo minuto per oratore. Nell’Unione Europea ci sono centinaia di migliaia di euroburocrati con altissimi stipendi, con i loro staff, i loro servitori, i loro bonus, i loro privilegi, la loro immunità a vita dai procedimenti penali, che semplicemente ruotano da una posizione all’altra, non importa quali siano i loro risultati o i loro insuccessi. Non è esattamente come nel regime sovietico?
L’Unione Sovietica è stata creata attraverso una coercizione e in molti casi con l’occupazione militare. L’Unione Europea è stata creata, a dire il vero, senza l’uso della forza militare, ma grazie alla coercizione e alla prepotenza economica.
Per continuare ad esistere, l’Unione Sovietica si espanse sempre di più. Quando smise di espandersi, iniziò a collassare e io sospetto che lo stesso sia vero per l’Unione Europea.
A noi venne detto che l’obiettivo dell’Unione Sovietica era quello di creare una nuova entità storica, il popolo sovietico, e che dovevamo dimenticare le nostre nazionalità, le nostre tradizioni etniche e le nostre usanze. La stessa cosa sembra accadere con l’Unione Europea, dal momento che non vogliono che voi siate inglesi o francesi: vogliono che voi siate tutti appartenenti a una nuova fattispecie storica, gli europei, per sopprimere tutti i vostri sentimenti nazionali e vivere come una comunità multinazionale.
Dopo 73 anni, questo sistema nell’Unione Sovietica ha condotto a più conflitti etnici che in qualunque altra parte del mondo. Nell’Unione Sovietica uno dei grandi obiettivi era la distruzione dello stato nazione e questo è esattamente ciò che osservo in Europa oggi. Bruxelles vuole assorbire gli stati nazione in modo che cessino di esistere.
La corruzione, nell’Unione Sovietica, si propagava dall’alto verso il basso e così accade nell’Unione Europea. La stessa attività di corruzione endemica che noi abbiamo visto nella vecchia Unione Sovietica sta prosperando nell’Unione Europea. Coloro che si oppongono o che lo evidenziano vengono messi a tacere o allontanati. Non è cambiato niente.
Nell’Unione Sovietica avevamo i Gulag. Io penso che abbiamo un Gulag anche nell’Unione Europea: un Gulag intellettuale chiamato “politically correct“. Quando chiunque cerca di esprimersi su questioni relative alla razza o alla differenziazione di genere, o se le sue opinioni differiscono da quelle approvate, viene ostracizzato. Questo è l’inizio del Gulag, l’inizio della perdita della libertà.
Nell’Unione Sovietica ci hanno detto che avevamo bisogno di uno stato federale per evitare le guerre. Nell’Unione Europea vi stanno dicendoesattamente la stessa cosa. In breve, la stessa ideologia sorregge entrambi i sistemi.
L’Unione Europea non è nient’altro che il vecchio modello sovietico presentato in vesti occidentali. Ma ancora, come per l’Unione Sovietica, l’Unione Europea ha dentro di sé i germi della sua fine. Sfortunatamente, quando collasserà – e lo farà – lascerà dietro di sé una distruzione di massa e noi ci troveremo con enormi problemi economici ed etnici.
La vecchia Unione Sovietica era incapace di riformarsi. Così è per l’Unione Europea. Ma c’è un’alternativa all’essere governati da quelle due dozzine di auto-incaricati funzionari di Bruxelles: si chiama “indipendenza“. Non siete costretti ad accettare quello che hanno pianificato per voi. Dopo tutto, nessuno vi ha mai chiesto se volevate esserne parte.
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La donna è scossa per l’accaduto, ha pubblicato due foto che mostrano il figlio ricoverato in un letto d’ospedale: tanti i messaggi di solidarietà
Un giovane di Torino ha accusato una paralisi facciale e agli arti dopo il vaccino anti-Covid. E’ quanto si apprende da un post diventato virale (oltre 7mila condivisioni su Facebook) pubblicato dalla madre, Giuliana Cericola.
La donna è scossa per l’accaduto, ha pubblicato due foto che mostrano il figlio ricoverato in un letto d’ospedale. La vicenda ha colpito l’attenzione dell’opinione pubblica, in quanto gli studi della comunità scientifica si stanno concentrando sulla vaccinazione dei bambini. Toccherà ai medici stabilire se la reazione avversa sia stata provocata dalla somministrazione del siero, come si presume dal messaggio della giovane donna. Di seguito il suo post:
“Giusto ieri parlavo di senso civico e responsabilità nei confronti dei miei figli… Ho sempre messo la faccia e quando le cose non vanno come dovrebbero ancor di più.. Ho fatto questa scelta per lui essendo minorenne, a pieno carico di responsabilità.. Per tutelarlo.. ma forse ho sbagliato.. Nelle ore tra le più brutte passate nella mia vita oggi ho messo in discussione tutto quanto.. Vedere tuo figlio star male per una tua scelta sbagliata è terribile.. Parestesie facciali e arti superiori.. Stato confusionale.. Dismetria.. Valori della coagulazione impazziti… A oggi non so’, più cosa sia giusto o sbagliato… Dove sia il bene e dove il male.. Una cosa è certa.. Tornassi indietro a ieri quella firma non la metterei più”.
(Fonte: strettoweb.com)
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Le notizie di oggi, tanto per funestare pure la domenica, sono che il Prof. Giulio Tarro che è un virologo vero, ha dichiarato che il Prof. Giuseppe De Donno “dava fastidio perché la terapia del plasma è validissima” e che Giuseppe De Donno da marzo a maggio 2020 ha curato una infinità di ammalati portandoli a guarigione. Chi legge pone l’accento logico sul fatto che la terapia del plasma porta a guarigione. L’accento logico, viceversa, deve cadere sul “dava fastidio” e con questo porsi due domande: a chi dava fastidio? E se si è impedita una terapia conducente a guarigione per avere un maggior numero di Morti, perché questo è stato fatto?
La dichiarazione del Prof. Giulio Tarro consolida fortemente i dubbi sul “suicidio”prontamente certificato come verità unica e assoluta, da parte di chi era preposto a far luce sul tragico evento. La dichiarazione del Prof. Giulio Tarro sottintende una consapevole e preordinata intenzione pluriomicidiaria.
E quello che è sconcertante è che le Procure della Repubblica competenti si occupano di altro: Specificatamente, del Poliziotto che a Roma sparò all’africano per impedire che egli commettesse omicidi, come poi è avvenuto, e di quel somalo che ha accoltellato quattro donne e un bambino piccolo. Se in quella circostanza un Agente di PS o un Carabiniere gli avesse sparato, non per uccidere ma per fermarlo, sarebbe stato anch’esso indagato. Ed è ovvio, poiché il somalo aveva reagito ad un “evento imprevisto” cioè la richiesta del biglietto di viaggio da parte del controllore, e poi la sua reazione sarebbe stata un tantinello esagerata. Così funziona la giustizia.
La seconda notizia è che, come era scontato, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza necessariamente su richiesta della fortunosa Ministro dell’Interno Lamorgese Luciana, ha prontamente aperto un procedimento disciplinare nei confronti della Vice Questore Dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò che ha preso la parola in occasione della manifestazione di ieri a Roma a Piazza San Giovanni.
Il sistema ha paura
Il sistema evidentemente ha paura. E persegue chi denuncia ogni illegalità e prevaricazione commessa in danno di diritti e libertà costituzionali non negoziabili. Se qualcuno conosce la Dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò, le faccia sapere che sarebbe un privilegio per me e per i Colleghi del mio Studio difenderla gratuitamente.
Pagheranno tutto
Funzionari di tale integrità morale sono il futuro di questa disgraziata Nazione. Ho idea che il momento si avvicini e chi deve pagare pagherà amaramente.
AUGUSTO SINAGRA – Professore ordinario di diritto delle Comunità europee presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Avvocato patrocinante davanti alle Magistrature Superiori, in ITALIA ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a STRASBURGO
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«Non so nemmeno io come ho fatto a salire sul palco, ma penso che la gente abbia bisogno di parole vere: il green pass è illegittimo».
A parlare è un vicequestore della polizia di Stato, Nunzia Alessandra Schilirò, già capo della sezione violenze sessuali della Squadra mobile romana e adesso in forza alla Criminalpol. Ieri, fra lo stupore generale, ha preso la parola in piazza San Giovanni davanti a migliaia di manifestanti riuniti come ogni sabato per protestare contro il lasciapassare verde.
«Non ho fatto un discorso per il mio mestiere, è irrilevante, l’ho fatto per chiunque si sia sentito discriminato — aggiunge la funzionaria, parlando con il sito Byoblu —. Ero tutti e nessuno. Sono una persona che ama il proprio Paese e le bellezze del mondo, e lotterò sempre per esse».
“Il Green pass è illegittimo”? Scatta l’azione disciplinare
Fra i colleghi più di qualcuno non ha preso bene che un dirigente della Ps si sia esposto in questo modo. È infatti ieri sera è già stata avviata un’azione disciplinare da parte del Dipartimento di Ps per i fatti di San Giovanni.
«Per fortuna gli articoli 17 e 21 della Costituzione vengono in mio aiuto — replica Schilirò —: ho parlato da libera cittadina, i vertici non avranno gradito. Un’amica mi ha sconsigliato di prendere la parola. «Pensa alla carriera, tanto il male ha già vinto. Pensa a Falcone e Borsellino», mi ha detto. Ma io le ho risposto che alla fine nella storia il male ha sempre perso, altrimenti noi non saremmo qui».
“Ho esercitato i miei diritti e il mio mestiere è pubblico, nessuno mi può accusare di niente. Ho giurato sulla Costituzione e non ho paura di nulla — conclude —: ripeto, sul green pass niente compromessi. Per una sentenza della magistratura ci vorrà tempo, ma noi cittadini possiamo fare molto: siamo milioni senza lasciapassare, se restiamo a casa il Paese come va avanti?».
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