“Puzziamo di più e Putin perderà”, l’efficacissima mossa dell’Unione Europea per fermare la guerra in Ucraina
25 Aprile 2022 – Redazione – di Giovanni Sallusti (Rassegna Italia)
C’è da aggiornare la famosa tripartizione di Henry Kissinger a proposito dell’Europa «gigante economico, nano politico e verme militare». La guerra in Ucraina sta infatti facendo emergere una quarta attitudine del Vecchio Continente, che potremmo definire maestro di cabaret. Non vorremmo contaminare la tragedia con la farsa, ma il blasfemo miscuglio è di lorsignori eurocrati, a noi tocca la cronaca, seppur sbigottita.
Udite udite, al secondo mese di conflitto le teste d’uovo della Commissione Europea e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia si sono riunite, e hanno addirittura partorito un vademecum. Il titolo, più che altro, è un “vaste programme” che avrebbe suscitato il sorriso realista del generale De Gaulle: «Fare la mia parte: come risparmiare denaro, ridurre la dipendenza dall’energia russa, sostenere l’Ucraina e aiutare il pianeta».
Insomma ci troviamo contemporaneamente di fronte a un manuale contro la crisi energetica, una strategia bellica e un eco-gretinismo fuori tempo massimo (visioni in flagrante contraddizione tra loro, visto che ad esempio uno dei modi più immediati di erodere il potere di ricatto putiniano sarebbe riattivare integralmente il fronte del carbone e dei combustibili fossili).
PRONTUARIO
Sia come sia, sotto col prontuario. Anzitutto, il bravo cittadino europeo è invitato ad abbassare il calorifero d’inverno e a usare meno aria condizionata d’estate. Ad esempio, dettaglia la Commissione, la temperatura media di riscaldamento all’interno delle case dell’Ue è superiore a 22°C, ma potrebbe essere fissata a 19° o 20°C, e già immaginiamo un brivido correre lungo la schiena di Ramzan Kadyrov, il capo dei tagliagole ceceni che di fronte a una tale offensiva europea potrebbero vacillare.
Ma la vera genialata per cambiare il paradigma energetico sta nella ripresa della saggezza di ogni madre apprensiva: guidare piano. Pare che infatti riducendo di 10 Km/h la velocità di crociera media in autostrada, sia possibile ridurre la spesa per il carburante di circa 60 euro l’anno. Immaginiamo il giubilo degli autotrasportatori (fino a ieri) in crisi, a cui da oggi un paio di serate in più in pizzeria non le toglie nessuno.
Ma le indicazioni sull’utilizzo dell’automobile (da sempre feticcio privilegiato del dirigismo compulsivo europeo) si moltiplicano. Il guidatore illuminato deve infatti farla finita con l’onanismo automobilistico e «condividere i viaggi con vi- cini, amici o colleghi per risparmiare carburante e denaro».
È il comunitarismo viabilistico ed ecologicamente corretto, pare faccia più male a Putin dei missili americani Stinger. Si invita poi a privilegiare la bicicletta o al massimo il trasporto pubblico rispetto alla propria vettura, a cui bisognerebbe rinunciare in toto soprattutto la domenica nelle grandi città (ci sono emissioni meno emissioni delle altre, ad esempio il sabato nei piccoli comuni).
Non può mancare infine il dogma all’origine della saldatura tra talebanesimo lockdownista e talebanesimo gretino: lo smart working. Barricati in casa, e la stagflazione economica non ti stanerà: pare che lavorare dal domicilio tre giorni a settimana potrebbe contenere la spesa per la benzina di circa 35 euro al mese, e qui siamo alla pizza e mezzo, una rivoluzione che cambia la prospettiva a milioni di professionisti europei.
POLITBURO
Questo surrealismo prescrittivo del Politburo continentale, in ogni caso, non è un’uscita estemporanea, all’opposto è il tratto dominante con cui sta affrontando la guerra economica ed energetica: l’idea grossomodo è di prendere a pernacchie la serietà della realtà.
Già a inizio marzo i papaveri di Bruxelles annunciavano infatti un fantasmagorico piano per “disintossicare” la Ue dalla dipendenza del gas russo, il cui piatto forte immediato consisteva nell’invito ad «abbassare di un grado il termostato per il riscaldamento degli edifici». Incredibilmente, Mosca non fermò l’invasione.
Ma la vetta insuperata l’ha raggiunta poche settimane fa la vicepresidente della Commissione Margarethe Vestager, predicando la parsimonia igienica come antidoto alla stretta dell’Orso russo: «Controllate le vostre docce e quelle dei vostri figli adolescenti. E quando chiudete il rubinetto dite: Prenditi questa Putin!».
Lavarsi di meno, guidare a passo d’uomo e chiudersi in casa. È la ricetta dell’Unione Europea per ottenere il triplice obiettivo di contrastare la penuria energetica, indebolire economicamente la Russia e aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. E s’ indispettiscono pure, se fai notare loro che quest’Unione non è una cosa seria.
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