Archive for Aprile, 2022

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04 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Grandeinganno

Riolo Terme è in lutto per la morte del dottor Giovanni Coan, scomparso nei giorni scorsi a soli 59 anni a causa di alcune complicanze legate al Covid. Il dottore, già affetto da una patologia, prestava attività come medico di base alla Casa della Salute di Riolo Terme e a Castel Bolognese. Lascia la moglie Stefania e il fratello Paolo. Il funerale si svolgerà lunedì 4 aprile alle 15.30 partendo dall’obitorio di Castel Bolognese per la chiesa arcipretale di San Petronio. Dopo le esequie la salma sarà accompagnata all’area crematoria di Faenza.

03 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Tutta Italia delusa dal vaccino. Nessuno ci crede più, neanche i cosiddetti “immunocompromessi” che stanno rifiutando in massa la quarta dose. Come riporta oggi domenica 3 aprile Il Fatto Quotidiano, su una platea di 791.376 persone, attualmente si sono presentate per la quarta somministrazione poco più di 62 mila persone, meno dell’8 per cento. Il picco, per il momento, è stato toccato il 7 marzo (3.066 somministrazione), dopodiché il calo giornaliero è stato costante. Si tratta di una percentuale bassissima in oltre un mese dall’inizio delle somministrazioni partite in tutte le Regioni il primo marzo.

Intanto i Paesi vanno in ordine sparso sulla quarta dose: immunocompromessi in Italia, over 70 in Francia, over 75 in Gran Bretagna, over 80 in Germania, mentre negli USA che hanno autorizzato la quarta dose per tutta la popolazione over 50.

In Israele la quarta dose è indicata per tutti gli over 18, ma Cyrille Cohen, consigliere del governo israeliano per i vaccini, e direttore di Immunologia alla Bar Ilan University, ammette che i dubbi sono ancora tanti e l’adesione è molto bassa, poco più del 7% della popolazione israeliana.

Dice Cyrille Cohen : “la quarta dose non ha mostrato differenze sostanziali nei livelli di anticorpi neutralizzanti specifici per Omicron, rispetto alla terza dose. In questo momento, nell’era Omicron e della variante BA.2, si vedono meno casi gravi (quasi nessuno tra i giovani). La quarta dose è indicata per le persone a rischio e gli anziani”. “Difficile fare stime sulla protezione della quarta dose”, continua Cohen, “Dobbiamo essere umili”.

A riguardo di eventuali quinta e sesta dose, Cohen aggiunge: “Non prevedo nulla. Dipenderà dai nuovi vaccini, dalle nuove varianti. Forse finiremo in una situazione come l’influenza, con un vaccino per i vulnerabili ogni anno, ma è troppo presto per dirlo”.

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03 Aprile 2022 – Redazione

Il sistema immunitario può subire conseguenze dalla vaccinazione ravvicinata? Il dubbio su possibili legami tra vaccino e danni immunitari è stato inizialmente tacciato come propaganda No-Vax fino ad affermarsi con sempre maggiore forza anche nel mondo scientifico. Sotto accusa la somministrazione eccessivamente ravvicinata delle dosi vaccinali. L’utilizzo in un range temporale eccessivamente breve potrebbe infatti compromettere la capacità delle difese immunitarie con possibili gravi complicazioni.

Ora a certificare tale processo potenzialmente lesivo del sistema immunitario è anche la nota rivista Nature. Secondo quanto riportato dal prof. Giovanni Frajese il famoso magazine scientifico inglese ha riportato nero su bianco il legame tra vaccinazioneed indebolimento nella produzione delle immunoglobuline. Queste rappresentano un tassello fondamentale per le nostre difese immunitarie in quanto molecole glicoproteiche prodotte dai linfociti B. Come dunque sembra confermare Nature il legame tra vaccinazione e sistema immunitario è ben lungi dall’essere un’arma del complottismo ma una reale conseguenza scientifica.

GUARDATE E ASCOLTATE LE PAROLE DEL PROF. GIOVANNI FRAJESE CLICCANDO SUL LINK ⤵️

https://youtu.be/Udk3KCGJcFw

“Qui non bisogna essere medici o scienziati, ma bisogna utilizzare la logica che ci siamo persi per casa. una persona che di fatto è sana per quale ragione dovrebbe essere demansionata o non entrare in contatto come se fosse sempre una persona in grado di infettare gli altri. Abbiamo trasformato i non vaccinati in malati permanenti. A livello scientifico le pubblicazioni continuano ad uscire. Su Nature è uscito, settimana fa, un articolo completo sui cambiamenti fisiopatologici e tira fuori che ci sono alterazioni immunologiche dopo la vaccinazione per il Covid-19, questo dovrebbe essere un semaforo giallo se non addirittura rosso su tutta la questione. Una cosa è dire parliamo di protezione e basta, un’altra cosa è, come pubblica una delle riviste scientifiche più importanti, che esiste un’alterazione della produzione nelle immunoglobuline, sostanze che rappresentano il sistema immunitario in quanto tale. Cose che sapevamo ma che adesso sono certificate e più complesse di quello che ci aspettavamo. Di fronte a tutto questo chiedere ancora alle persone di vaccinarsi per un virus che c’era due anni e mezzo fa, magari uno che si è preso Omicron sei mesi, per quale ragione? La logica non esiste. Sembra sia solo una questione punitiva. Tu non hai voluto fare ciò che ti avevo paternamente consigliato e allora ti deve punire. Lo stato è diventato padre-padrone che giudica e fa giudicare”.

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03 Aprile 2022 – Redazione – Fonte e Foto: Database

Pietro Bracco, autore dell’articolo, è Ingegnere dei sistemi si occupa di business-intelligence e data-analytics per un’azienda internazionale.

Nelle scorse due puntate abbiamo visto come ISS adotta 3 tecniche per alterare i dati.

  1. Usa i dati dei tamponi positivi come rappresentativi della realtà quando non lo sono visto che i tamponi vengono effettuali quasi esclusivamente sui non-trattati. Questo provoca una fortissima distorsione nell’attribuzione di contagi.
  2. Per analizzare ricoveri e decessi in relazione ai trattamenti utilizza un’immagine della popolazione troppo recente rispetto alla data degli eventi analizzati.
  3. Sempre per analizzare ricoveri e decessi in relazione ai trattamenti utilizza il trucco dei 14 giorni ossia attribuisce gli eventi ad una classe di trattamento precedente a quella effettiva per chi ha subito il trattamento da meno di 14 giorni.

Malgrado questi tre espedienti vengono tutt’ora adottati i dati dell’ISS non riescono più a mascherare un dato ormai evidente. I trattamenti genici, impropriamente definiti “vaccini”, sono dannosi nel prevenire l’infezione da SARS-COV2 e la loro efficacia nel mitigare la malattia, il Covid, è bassa e si riduce rapidamente a brevissima distanza dalle somministrazioni.

In merito all’infezione basta dare un’occhiata alla tabella 5 che rappresenta il rischio.

Come abbiamo detto questi dati sono sostanzialmente falsi nei loro valori assoluti, in ragione dell’espediente 1) descritto sopra. La conferma si può avere, come abbiamo già visto confrontandoli con i dati UK.

Tuttavia pur nella sostanziale falsità dei valori assoluti, raccontano una serie di fatti inquietanti che dovrebbero far sobbalzare sulla sedia stuoli di giornalisti e di medici, oltre che di avvocati e giudici.

Vediamoli in ordine.

  1. I valori nell’ultima colonna, che esprimono il “vantaggio di vaccinarsi” con 3 dosi, oltre ad essere mediamente bassissimi, sono spesso inferiori a quelli della colonna “vaccinati da >120 giorni”, terzultima colonna. Questo significa che farsi il booster è dannoso perché favorisce il contagio.
  2. Confrontando la terzultima colonna con la penultima si rileva un altro fatto inquietante e cioè che le due dosi fatte di recente sono una situazione peggiore delle due dosi fatte da molto tempo. Questo vale per tutte le classi di età.

Quello che la tabella racconta è che la politica perseguita dal governo italiano, cioè le tre dosi, è una politica dannosa perché aumenta i contagi e lo fa proprio per le persone che si sono già sottoposte ai trattamenti. In altri termini la cosa migliore per chi si è fatto 2 dosi è non andare oltre.

Fin qui i contagi.

Passiamo a ricoveri e decessi.

Anche in questo caso si possono fare alcune considerazioni interessanti esaminando la Tabella 5.

 

  • Venendo a mancare l’effetto degli espedienti 2) e 3) questi dati si stanno avvicinando progressivamente ai valori calcolati dal governo inglese. Dai valori funambolici strombazzati dalla stampa per mesi, frutto di artifizi, poiché gli artifizi non funzionano più a campagna ferma, si arriva a valori molto più modesti.
  • Per la classe di età fino a 39 anni si può osservare che il booster non conferisce alcun vantaggio né per la terapia intensiva né per il rischio di morte. Dunque è inutile, ma sarebbe più corretto dire che è dannoso visto che aumenta il rischio di infezione (e comporta rischi che esulano questa valutazione). In particolare per quanto riguarda il rischio di morte il “vantaggio” per tutti i casi di trattamento (2 o 3 dosi) assume un modestissimo valore 2, lontanissimo dai valori ripresi acriticamente dai media nei mesi scorsi (ricordate il vantaggio di 30 volte?).
  • Per diverse classi di età si osserva poi un fenomeno apparentemente inspiegabile. Le 2 dosi fatte di recente sono una condizione peggiore delle 2 dosi fatte da oltre 120 giorni. La cosa si potrebbe spiegare solo assumendo che il farmaco eserciti un effetto negativo, che si esaurisce quindi con il tempo.
  • Un terzo aspetto sorprendente è l’effetto quasi miracoloso che la 3° dose sembra avere da i 60 anni in su soprattutto per quanto concerne TI e decessi. Per i decessi si passa da valori modestissimi 1.9 e 4.4 a valori funambolici di “vantaggio” pari a 12.3 e addirittura 14.3 per gli over-80. Ma la spiegazione è in realtà dietro l’angolo. Quei dati sono calcolati in relazione ad una immagine della popolazione presa il 19/2 cioè quando il ritmo di somministrazione della 3a dose era ancora abbastanza alto. Per questo entravano ancora in gioco i 2 espedienti citati all’inizio e in particolare il trucco dei 14 giorni. Questo ha fatto si che molti decessi e ricoveri in TI, di persone con 3° dose sono stati attribuiti alla classe “vaccinati da >120 giorni”. E il tutto si tiene.
  • C’è tuttavia un ultimo aspetto che non emerge facilmente e che contribuisce a spiegare alcune stranezze. La tabella a fianco riporta il rapporto fra decessi e ricoveri in TI per ciascuna classe di età. A partire dai 40 anni si può notare che il valore è maggiore di 1, e, per i più anziani arriva a valori altissimi. Questo significa che la gran parte degli anziani che muoiono (col Covid) non passano per la TI. Ma si può notare che, mentre per chi ha 3 dosi o 2 dosi recenti ne viene ricoverato 1 su 10, per chi non è vaccinato ne passa 1 su 16 e per chi ha 2 dosi da oltre 120 giorni solo 1 su 32. Questo non può essere casuale, visti anche i numeri coinvolti e rappresenta una precisa scelta “terapeutica”: i medici riservano le cure intensive di preferenza a chi ha 3 dosi. Questo ha l’effetto evidente di migliorare gli indici di sopravvivenza per questa classe, e contribuisce ai valori miracolosi dei parametri osservati sopra.

I dati inglesi, ossia la realtà vera.

Per avere un’idea realistica delle cose non resta che affidarsi, come al solito, ai molto meno artefatti dati inglesi. Cominciamo coi contagi.

Nella colonna a fianco calcoliamo lo stesso indice di rischi relativo calcolato dall’ISS, ossia il “vantaggio vaccinale” (il valore 1 rappresenta la neutralità).

Come si può vedere i valori sono un ottavo di quelli calcolati da ISS e dicono che i non-trattati hanno mediamente un quarto delle probabilità di infettarsi di coloro che si sono sottoposti al tanto raccomandato trattamento.

La situazione si modifica ultiriormene, a favore dei non-trattati, di settimana in settimana, dicendo chiaramente che sono proprio i “vaccinati” a sostenere il contagio, che infatti continua a registrare valori molto elevati propri nei paesi dove il trattamento è stato più massiccio, Italia in testa.

Per completare il quadro diamo uno sguardo ai dati sui decessi, calcolando, anche in questo caso il rischio relativo. Anche in questo caso il discorso si ripete.

valori del “vantaggio” calcolati dall’istituto britannico sono molto modesti e ben lontani da quelli dell’ISS.

Anche in questo caso il “vantaggio”, già modestissimo, si riduce di settimana in settimana in settimana e si può osservare come tra i 40 2 i 59 anni sia sostanzialmente inesistente.

Conclusione

Dopo una disamina approfondita, e ripetuta su diverse edizioni del report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, abbiamo visto come tale istituto fornisca costantemente dati che distorcono profondamente la realtà dei fatti nel tentativo di accreditare la tesi di un effetto benefico della massiccia campagna di trattamento di massa, condotta in Italia e in molti altri paesi.

Malgrado le distorsioni introdotte sta emergendo però una realtà totalmente opposta. Sono proprio i trattamenti a favorire l’epidemia, che infatti perdura. Anche gli effetti di mitigazione della malattia sono ormai trascurabili e in via di continua riduzione.

Perfino a prescindere dai rischi evidentissimi che una campagna di trattamento di massa con farmaci sperimentali ha comportato, questi soli dati mostrano l’assoluta infondatezza della campagna cosiddetta vaccinale e ci auguriamo siano utili a tutti, politici e magistrati in primis, per decretare lo stop di una politica totalmente dannosa e insensata.

03 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Byoblu

Nella Capitale è iniziata la sperimentazione del progetto che incentiva i comportamenti sostenibili dei cosiddetti city user.

Si chiama Citizen Wallet, tradotto il “portafoglio del cittadino” ed è una piattaforma di premialità che incentiva i comportamenti virtuosi messi in atto dagli abitanti di Roma. Comportamenti volti a migliorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della Città, in linea con gli obiettivi dell’Agenda europea 2030.

Il sistema consente al cittadino virtuoso di ottenere punti che saranno in seguito convertiti in premi offerti da Roma Capitale e dai suoi partner, Società Partecipate e privati con cui sono stati sottoscritti degli accordi.

Al momento, nella piattaforma di tipo sperimentale, vengono richieste due tipologie di comportamenti virtuosi che consentono ai cittadini di guadagnare punti. E sono: la compilazione del questionario sui servizi online di Roma Capitale e l’utilizzo del servizio tap&go di ATAC, ovvero l’acquisto dei biglietti per la mobilità esclusivamente online.

Nella pagina principale del servizio, ciascun cittadino potrà visualizzare il saldo punti, il dettaglio delle transazioni, il riscatto dei premi. Insomma l’iniziativa viene infiocchettata e presentata all’utente come il miglior modo di vivere la città, in maniera virtuosa ed ecosostenibile. “Smart” come piace dire oggi.

Ma da questo come da altri simili progetti emerge la necessità sempre più palese da parte delle istituzioni di controllare i comportamenti dei cittadini.

Incentivando sempre più l’utilizzo dei servizi online, oltre alla necessaria adesione al progetto “Citizen Wallet” da Casa Digitale del Cittadino – MyRhome, il city user deve necessariamente iscriversi e fornire il consenso all’utilizzo del servizio tap&go anche sul sito di ATAC.

Si tratta di un primo passo verso un esperimento che può ben presto espandersi e diventare la normalità. E così banalmente acquistare un biglietti cartaceo non sarà più possibile e non darà diritto a nessun punto o premio in palio. Aggiungerà, per caso, l’utente che oserà farlo in una lista nera?

Nel comune di Fidenza esiste la patente a punti per chi vive nelle case popolari. Se si posiziona sul pianerottolo, o lungo le scale, vasi per fiori e piante che potrebbero essere d’intralcio al passaggio o costituire un disagio a causa dell’innaffiamento o la caduta del terriccio, all’inquilino verrano tolti 20 punti25 punti in meno e 50 euro di multa se invece si dà alloggio a persone estranee al nucleo familiare senza preavvisare il Comune. 10 punti in meno se si decide di utilizzare una griglia nel proprio balcone. E cosa succede una volta che il nucleo familiare esaurisce i punti? Decade il suo diritto all’alloggio.

È lecito allora porsi qualche domanda e capire verso quale mondo ci stiamo dirigendo. In Cina dove vige il cosiddetto credito sociale, ai cittadini disobbedienti è stato impedito l’acquisto di voli aerei.

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03 Aprile 2022 – Redazione – Di  Thomas Oysmüller (Eventi Avversi)

Una nuova serie di documenti Pfizer citati in giudizio sul vaccino mRNA “Comirnaty” è stato rilasciato il 1 ° aprile.

L’FDA inizialmente aveva chiesto di rilasciarli nel 2076.

Successivamente e grazie alle azioni legali intraprese contro l’agenzia, un giudice federale ha respinto sonoramente l’assurda richiesta e ha ordinato alla FDA di produrre tutti i dati in lotti di 55.000 pagine al mese.

Il primo lotto di documenti prodotti nel novembre 2021, che ammontava a sole 500 pagine, ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino nei primi 90 giorni successivi al rilascio del vaccino COVID Pfizer-BioNTech.

Il 1° marzo l’FDA ha rilasciato la prima tranche di  10.000 pagine di documentazione Pfizer.

La successiva tranche di quei documenti Pfizer è stata rilasciata il 1 ° aprile. Ci sono altre 11.043pagine che erano state citate in giudizio dalla FDA degli Stati Uniti. Il nuovo lotto di documenti include anche una versione non redatta di un rapporto post-commercializzazione.

Pfizer aveva bisogno di più personale

Come per la prima, ancora più ampia pila di documenti, le valutazioni dei nuovi documenti costeranno molto tempo e fatica. Ma ci sono già i primi approfondimenti.

Ad esempio, l’azienda ha dovuto assumere personale aggiuntivo perché apparentemente non era preparata per il gran numero di eventi spontanei e avversi segnalati.

Questo può essere trovato nel rapporto non redatto dopo il lancio sul mercato. Il documento ha 38 pagine, è sicuramente altamente esplosivo e mostra inoltre quante lacune avesse la terapia con mRNA dopo che la campagna di vaccinazione era già iniziata. C’è una mancanza di informazioni non solo nel caso di “efficacia della vaccinazione“, ma anche in “uso in gravidanza e allattamento“. L’anafilassi, una reazione allergica, è almeno già identificata come un “rischio importante“.

QUESTO IL RAPPORTO DI 38 PAGINE ⤵️

https://phmpt.org/wp-content/uploads/2022/04/reissue_5.3.6-postmarketing-experience.pdf

Sono state quindi sollevate preoccupazioni per la sicurezza per “malattie potenziate associate al vaccino, comprese le malattie respiratorie associate al vaccino“. Ciò potrebbe indicare una maggiore suscettibilità ad altri agenti patogeni. Un indebolimento del sistema immunitario a causa della vaccinazione, cosa di cui stiamo discutendo moltissimo. Il danno a lungo termine nel sistema immunitario delle persone vaccinate infatti sta diventando sempre più evidente. Parti importanti dei meccanismi di difesa falliscono, la protezione contro le nuove infezioni e il cancro cala considerevolmente. Tassi più elevati di malattie infettive e cancro tra le persone vaccinate indicano già i problemi che dovremo affrontare in futuro.

Rispetto ai non vaccinati, c’è una maggiore probabilità di infezione nei vaccinati con 1, 2 o 3 dosi, con 2 dosi una maggiore probabilità di finire in ospedale e morire. Il sistema immunitario innato del doppiamente vaccinato ad esempio, è stato ridotto nella sua efficacia alla metà. Un risultato devastante. Un effetto da cui i veri scienziati hanno messo in guardia da molto tempo.

I vaccini geneticamente modificati perdono il loro effetto molto rapidamente e una volta che l’efficacia cala, vediamo che anche il sistema immunitario innato è danneggiato. Protegge meno i vaccinati dall’infezione, dal ricovero in ospedale e dalla morte rispetto ai non vaccinati.

Si tratta di V-AIDS, una sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino.

Seguiranno aggiornamenti.

I DOCUMENTI PUBBLICATI SONO QUI ⤵️
https://phmpt.org/pfizers-documents/


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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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03 Aprile 2022 – Redazione – FONTE: L’ Adige.it

Defibrillatore cardiaco e carriera finita. Sonny Colbrelli torna a casa dopo essere stato dimesso dall’ambulatorio cardiologico dell’Università di Padova, dov’era ricoverato da sabato scorso. Il corridore è stato sottoposto a valutazione clinica cardiovascolare coordinata dal prof. Domenico Corrado, direttore dell’Unità di Cardiomiopatia genetica e Cardiologia dello sport dell’Azienda ospedaliera-Università di Padova, centro italiano d’eccellenza per la diagnosi e il trattamento delle cardiopatie aritmogene. Lo comunica la Bahrain-Victorium, il team al quale Colbrelli appartiene.

Il vincitore della Parigi-Roubaix dell’anno scorso, al termine della prima tappa del Giro di Catalogna, un paio di settimane fa, aveva subito un collasso subito dopo il traguardo. Sulla base dei risultati della valutazione clinica, d’accordo con lo staff medico del team, Colbrelli, giovedì scorso, ha subito un intervento di successo per l’impianto di defibrillatore sottocutaneo (ICD).

Il prof. Corrado ha dichiarato che “a Padova, l’atleta è stato sottoposto a una valutazione clinica, genetica e di imaging completa per identificare la causa dell’aritmia che ha portato all’arresto cardiaco e la terapia più appropriata. La decisione di impiantare un dispositivo salvavita è stata condivisa da Colbrelli che ha ricevuto un ICD sottocutaneo. Il dispositivo funziona per correggere il ritmo del cuore se è necessario in casi estremi”.

Sonny Colbrelli era «cosciente e parlava» mentre veniva trasportato all’ospedale di Girona. Il campione europeo era crollato immediatamente dopo la volata (in leggera salita) della prima tappa della Volta a Catalunya, a Saint Feliu de Guíxols.Volata che Colbrelli aveva lanciato molto lunga cedendo poi al ritorno di Michael Matthews.

Secondo quanto riportato dall’emittente spagnola Teledeporte, Colbrelli avrebbe avuto un arresto cardiaco crollando poco dopo il traguardo.

Impressionanti le immagini dei soccorsi. E’ scattato subito l’allarme, è stato allertato un elicottero per portarlo a Girona.

Sonny, peraltro, rientrava alle gare dopo un periodo di stop: aveva dovuto lasciare la Parigi-Nizza a causa di febbre e bronchite, aveva fatto un ciclo di antibiotici ed era stato una settimana senza toccare la bici: per questo aveva dovuto rinunciare alla Milano-Sanremo. Ma aveva voluto essere al via in Spagna, anche per non compromettere le classiche del nord.

Sono tanti gli atleti che hanno accusato seri problemi respiratori dopo essersi sottoposti al vaccino. A denunciarlo è stato, per esempio, l’attaccante tedesco Muller con tanto di video. Mentre Aguero ha lanciato qualche sospetto.

Certo, un problema cardiaco per un atleta può emergere anche nel tempo, in tarda età. Come accadde anni fa per esempio a Lilian Thuram, difensore francese della nazionale e che in Italia ha militato nelle file di Parma e Juventus. Il quale dovette operarsi al cuore a 36 anni,ormai a fine carriera, preoccupato dal fatto che il fratello morì proprio per la stessaipertrofia cardiaca.

Tuttavia, quando questi problemi arrivano dopo la vaccinazione, qualche sospetto di correlazione sopraggiunge. Il sospetto ricade su due campioni di due sport diversi: Rafael Nadal e Sonny Colbrelli.

Come riporta Live tennis, Taylor Fritz ha superato Rafael Nadal nella finale di Indian Wells, vincendo il primo Master 1000 in carriera. Una vittoria che riporta in auge gli States nel tennis dopo anni di stenti.

Nel dopo partita, Rafa Nadal ha reso merito al suo giovane rivale, ma ha anche ammesso di aver risentito di seri problemi respiratori durante l’incontro:

Oggi avevo difficoltà a respirare. Sento dolore, è molto brutta come sensazione. Quando mi muovo è come sentire un ago tutto il tempo qui dentro. Mi vertigini a momenti dal dolore. È un tipo di dolore che mi ha limitato molto. Non si tratta solo di dolore, mi sento poco molto bene perché influisce sulla respirazione

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02 Aprile 2022 – Redazione

Il Dr. Danny Altmann, professore di immunologia all’Imperial College di Londra, ha ammesso che l’emergere della variante altamente immune-evasiva SARS-CoV-2 Omicron è stata una sorpresa per la maggior parte degli esperti del settore. Scrive sul Guardian:

L’assalto di varianti altamente immuno-evasive è stato, per la maggior parte di noi esperti in immunologia e virologia, imprevisto. Saremmo arrivati a pensare che la famiglia dei coronavirus sia un po’ più stabile – meno soggetta a errori in termini di mutazioni – rispetto a molti virus… Omicron e la sottovariante BA.2 sono riusciti a mutare quasi tutti i residui di amminoacidi bersaglio di anticorpi protettivi, sfuggendo alla protezione.

Non menziona la possibilità, ma questa natura inaspettata di Omicron è chiaramente compatibile con l’ipotesi che la variante non sia di origine naturale. All’inizio dell’anno, Noah Carl ha mostrato le prove che la variante potrebbe essere trapelata da un laboratorio. Recentemente mi sono imbattuto nel sito web del biochimico Dr. Valentin Bruttel, che espone le prove di questa origine di laboratorio in dettaglio (è stato tradotto dal tedesco, quindi mi scuso se il testo dovesse contenere alcuni errori linguistici).

La prima prova è la storia evolutiva di Omicron: il suo antenato comune più recente era un ceppo estinto in natura e visto l’ultima volta intorno ad aprile 2020.

Le normali varianti di SARS2 emergono quando alcune mutazioni (da due a sei di quelle nella proteina spike) si accumulano nel virus attualmente circolante. Omicron (linea rossa sotto) è emerso da un virus dell’antenato comune più recente (MRCA) che è stato visto l’ultima volta intorno ad aprile 2020 e ha accumulato più di 25 nuove mutazioni spike in completo isolamento. Ciò significa che Omicron si stava evolvendo a una velocità mai vista prima (3,3 volte più veloce) e senza infettare gli altri.

La seconda prova è l’elevatissimo numero di mutazioni sequenziali non sinonimi (mutazioni che alterano la sequenza aminoacidica) che Omicron ha accumulato.

Molte mutazioni non sinonimi di Omicron riducono la forma virale. E nella proteina spike Omicron pre-epidemia, ci sono 26 mutazioni non sinonimi di fila, senza una singola mutazione sinonimo in mezzo. Questo tipo di mutazioni non si erano mai viste prima nei coronavirus naturali simili alla SARS, ma alcune volte solo in quelli sintetici.

La terza prova è che quasi tutte le mutazioni non sinonimi di Omicron sono apparse in pubblicazioni scientifiche prima di apparire in Omicron, un evento che è stato calcolato per essere statisticamente impossibile.

Le varianti di SARS2 di solito ereditano alcune mutazioni dal ceppo parentale e poi ne evolvono alcune nuove … Invece di ereditare solo mutazioni parentali, Omicron ha “copiato” quasi tutte le sue mutazioni spike da altre varianti (molte delle quali apparse dopo il suo antenato comune più recente) o da pubblicazioni scientifiche. È un po’ come ereditare direttamente i geni non solo da tuo padre, ma anche da sei cugini più giovani e cinque compagni di classe che hai incontrato per la prima volta quando avevi sette anni. Quasi tutte le mutazioni non sinonimi di Omicron erano già note circa sei mesi prima che Omicron emergesse. Quelle non provenienti da varianti erano per lo più note per conferire resistenza ai vaccini o da pubblicazioni associate al vaccino.

La quarta prova è che sappiamo che le varianti simili a omicron sono state create dagli scienziati – e in effetti il più recente virus antenato comune di Omicron, sebbene estinto in natura per oltre un anno, era stato immagazzinato e coltivato a Durban, in Sud Africa, non lontano da dove Omicron è stato avvistato per la prima volta.

Sappiamo che le perdite di laboratorio note pubblicamente si verificano circa due volte l’anno. Sappiamo anche che gli scienziati hanno prodotto selettivamente virus SARS2 resistenti ai vaccini in laboratorio coltivandoli con sieri diluiti da donatori vaccinati. Altri hanno prodotto “greatest hits” proteine spike sintetiche polimutanti SARS2 che contengono 20 mutazioni non sinonimi note per consentire la fuga del vaccino o da altre varianti. Quest’ultimo esperimento è stato fatto in un laboratorio con uno pseudovirus, ma questi possono anche sfuggire e la loro proteina spike può quindi essere copiata in SARS2 da un processo chiamato template switching. Sappiamo anche che il laboratorio partner di questo laboratorio a Durban ha raccolto, congelato e successivamente coltivato esattamente la variante SARS2 che non circola più e da cui Omicron si è evoluta. E ha fatto esperimenti di coltivazione del virus da plasma convalescente. Una tale perdita di laboratorio spiegherebbe il virus estinto più recente degli antenati comuni, l’”evoluzione” isolata e l’inclusione precisa di sole mutazioni spike non sinonimi pubblicate.

La quinta prova è che le aziende farmaceutiche stavano cercando di creare un vaccino pan-coronavirus basato su una proteina spike come quella di Omicron che incorporava molte mutazioni chiave da varianti circolanti. Uno di questi vaccini è stato testato in pazienti affetti da HIV in Africa meridionale, dove Omicron è stato individuato per la prima volta.

A mio parere le prove sono convincenti, anche se ammetto di non aver visto le controargomentazioni esposte. Rafforza il fatto che questo tipo di ricerca sia pericoloso ed è probabile che crei più danni che benefici. Alcuni potrebbero dire che Omicron ha portato benefici nell’essere una variante più mite che ha dato la possibilità a molti paesi di riaprire, ma il fatto è che non sappiamo cosa sarebbe successo se non fosse apparsa. L’ondata di Delta in un certo numero di paesi sembrava essere in declino prima che Omicron si presentasse (vedi sotto), nonostante fosse dicembre quando i virus respiratori normalmente decollano – anche se è giusto dire che non sappiamo quale altra variante sarebbe potuta apparire in assenza di Omicron.

 

02 Aprile 2022 – Redazione

Pubblicato sul sito della Corte Costituzionale il Ruolo delle Cause in Camera di Consiglio che verranno trattate la prossima settimana. Mercoledì 6 aprile la Corte esaminerà ben 5 ordinanze in due distinti procedimenti (numeri di ruolo 3 e 4) che evidenziano gravi profili di incostituzionalità dei decreti in materia di“emergenza sanitaria” a causa del covid-19.

La prima ordinanza è la numero 57 del Giudice di Pace di Macerata che, tra l’altro, segnala il carattere autoritario e illegittimo dei decreti: “Appare  opportuno  evidenziare  che,  sin  dagli   albori   della cosiddetta «pandemia» Autorevoli Personalità del  diritto  quali  il Chiar.mo prof. Antonio Baldassarre – Presidente Emerito  della  Corte costituzionale – che il Chiar.mo prof. Sabino Cassese hanno  espresso le loro perplessità in ordine alla  validità  degli  atti  e  delle normazioni pullulanti in  maniera  caotica  ed  irrazionale,  tuttora operanti ed in fieri nella diffusività di produzione di atti e norme di variegata valenza in relazione al principio della gerarchia  delle fonti.  I decreti del Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  appaiono essere strumenti incostituzionali, posto che detti provvedimenti  non hanno la potestas di limitare la libertà dei singoli  cittadini  ne’ imporre prescrizioni se non in via adesiva da parte dei  destinatari. Se poi si considera che il decreto Covid del 26 aprile  si  esprimeva riguardo ai parenti arrivando poi a considerare anche  i  «fidanzati» in via consolidata, aspetti che presentano discriminazioni per legami e rapporti affettivi distinti dalla famiglia ontologicamente  intesa, lascia emergere  come  si  sia  attuata  una  deriva  tendenzialmente autoritaria (e non autorevole sic!), fino  a  registrare  espressioni preoccupanti come «noi consentiamo», «noi permettiamo» in spregio  al rispetto dei dettami costituzionali. Ancora, le  contraddizioni  sono tali da consentire a pluralità di persone a recarsi nei supermercati sia pure con il distanziamento sociale ma non si è compreso  perchè ciò sia stato limitato (per un tempo) per  l’accesso  nelle  Chiese, dimenticando che la  persona  ha  sia  necessità fisiche  ma  anche spirituali. A ciò si  aggiunga  l’esigenza  anche  di  garanzia  del dovere di solidarietà ed i decreti appaiono avere approfittato della congiuntura – grave – con disposizioni costituzionalmente  di  dubbia legittimità. Si tenga poi, conto  del  contagio  e  trasmissibilità connesso all’uso della moneta  che  non  vede  alcuna  disciplina  al riguardo”. 

Inoltre, nella stessa ordinanza il Giudice si sofferma sul pressing mediatico e sulla mancata corretta informazione: “Il pressing mediatico  e  la  mancata  corretta  informazione  hanno certamente contribuito alla  dipendenza  mentale  ed  al  diritto  di libera valutazione e cognizione. I principi di proporzionalità ed adeguatezza.  Principio  fondamentale  dell’attività amministrativa  è  il principio di adeguatezza. Adeguatezza significa capacità di  un  determinato  livello  di governo di occuparsi dei problemi di  volta  in  volta  sottesi  alle competenze di cui trattasi.  Altro principio fondamentale è, poi, quello di proporzionalità, oggi affermato nell’art. 5 del Trattato UE, unitamente  al  principio di sussidiarietà. Tale principio vale  tanto  per  il  legislatore  quanto  per  la pubblica amministrazione, laddove essa  debba  esercitare  un  potere discrezionale bilanciando interessi.  In applicazione del principio in esame, dunque,  dovrebbe  essere impedito che siano adottate misure  di  protezione  eccessivamente  e ingiustificatamente invasive e restrittive delle libertà dei singoli e, nelle  ipotesi  di  compressione  di  libertà  economiche,  anche discriminatorie e distorsive della concorrenza. A tale proposito  non si può sottacere il danno subito dall’Italia com’è evidente  e  nei fatti,  di  rilevante  disagio  delle  persone  e   delle   famiglie. Particolarmente in ragione delle stringenti possibilità  di  accesso al credito, a chi si trova in condizione di  bisogno,  determinandosi la fattività di aiuti finanziari a chi ha già rispetto a chi invece non ha e si trova  pressocchè  nell’indigenza.  Ciò in  violazione all’art. 3, comma 2 della Costituzione. Va  poi  soggiunto  che  un’applicazione  o,  se  si  vuole,   un corollario importante del principio di proporzionalità si rintraccia nel principio di gradualità.  Le  due  dinamiche,  quella   della   sussidiarietà   e   quella dell’adeguatezza, sono destinate a funzionare in sinergia. Infine, il principio  di  sussidiarietà riguarda  le  relazioni organizzative tra amministrazioni al fine di assicurare una  corretta attribuzione di funzioni. Bilanciamento tra il principio di precauzione e il  principio  di proporzionalità. Posto che le misure precauzionali non  sono  basate  su  certezze assolute ma comportano un sacrificio spesso molto  elevato  di  altri valori, occorre che esse siano adottate attraverso  il  bilanciamento del principio di precauzione con il principio della proporzionalità. In questo modo le misure non risultano eccessivamente  onerose  e vi è una proporzione tra il grado di probabilità dei  rischi  e  di gravità dei danni temuti e il grado di  incisività delle  medesime misure sulle libertà antagoniste.  Bisogna, insomma, evitare che  l’applicazione  del  principio  di precauzione possa risolversi nell’adozione di blocchi generalizzati – come avvenuto – di attività di ogni tipo, non  fondati  su  adeguati riscontri scientifici, poiché tale situazione sarebbe, invero, posta in violazione del medesimo principio”.

Anche le ordinanze numero 156, numero 157 e numero 158 del Giudice di Pace di Fano evidenziano gravi illegittimità costituzionali dei decreti covid a partire dal delibera del Consiglio dei Ministri sullo “stato di emergenza” del 31 gennaio 2020.

Si legge, infatti, nelle ordinanze: “Osserva questo Giudice che le eccezioni svolte  dalla  ricorrente nell’ambito dell’opposizione all’ordinanza di che  trattasi  meritino il vaglio della Corte costituzionale poichè tali eccezioni attengono a questioni relative al  dubbio  di  legittimità  costituzionale  di posizioni normative.    

  – 1. La prima inerisce alla delibera dello stato di  emergenza  del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020  in  quanto  alcuna  norma primaria  o  avente  efficacia  di  legge  ordinaria  attribuisce  al Consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di  emergenza per rischio sanitario.  L’art. 7, comma 1, lettera c), decreto legislativo n.  1/2018  è compreso nel codice della protezione civile e riguarda i casi in  cui la protezione civile è titolata ad intervenire in casi di  calamità od urgenza e non è quindi comparabile  con  la  dichiarazione  dello stato di emergenza previsto dalla Carta costituzionale.  La Costituzione  italiana  non  prevede  disposizioni  in  merito all’emergenza sanitaria: pertanto lo stato di emergenza sanitaria  è stato deliberato in forza della legge n.  225/1992  sulla  Protezione civile dal solo Presidente  del  Consiglio  dei  ministri,  senza  il coinvolgimento nella decisione del Parlamento nonostante siano  state derogate libertà fondamentali, coperte da riserva di legge. L’art. 78 della Costituzione prevede lo stato di guerra: sancisce che il Parlamento decide lo stato di guerra conferendo al  Governo  i poteri  necessari  cioè  strettamente  proporzionati  all’evento  da fronteggiare. Si sarebbe potuto utilizzare questo modello uniformando lo  stato di guerra a quello di emergenza sanitaria: di tal  guisa  il  Governo non sarebbe stato libero di  emanare  atti  di  fonte  secondaria,  i decreti del Presidente del Consiglio  dei  ministri,  legittimati  da fonti primarie, i decreti-legge ex art. 77 della  Costituzione,  sono stati conferiti in tal modo poteri di amplissima discrezionalità al solo Presidente del Consiglio.      Per quanto riguarda le limitazioni ai  diritti  fondamentali,  si osserva come solo la legge può derogare a diritti costituzionalmente garantiti, affinchè la  decisione  restrittiva   sia   presa   dai rappresentanti dei cittadini.  Nel caso quindi di illegittimità della dichiarazione dello stato di  emergenza  per  motivi  di  ordine  sanitario  debbono  ritenersi illegittimi tutti i provvedimenti successivi adottati dal Governo che debbono essere dichiarati privi di efficacia ex tunc.

 

2. Eccepisce poi l’illegittimità del cosiddetto lockdown e cioè della  imposizione  di  un  obbligo  di  permanenza  domiciliare  che costituisce a  tutti  gli  effetti  una  restrizione  della  libertà personale vietata dalla Costituzione; si assume violato quindi l’art. 13 della Carta costituzione che  prevede  infatti  come  la  libertà personale  sia  inviolabile  e  quindi  non  può  ammettersi  alcuna restrizione  personale  se  non  per  atto  motivato   dell’autorità giudiziaria.

 

Sala della Corte Costituzionale – 3. Eccepisce inoltre  il  mancato  rispetto  dell’art.  16  della Costituzione in quanto le  limitazioni  previste  dallo  stesso,  pur riguardando motivi di sanità o di sicurezza, non possono  consentire il divieto di libera circolazione e soggiorno in tutto il  territorio nazionale, ma solamente in luoghi particolari in cui  vi  è  rischio per la sanità pubblica.  

– 4.  Deve  inoltre  ravvisarsi  nella  fattispecie  in  esame   la violazione dell’art. 2 della Costituzione essendo violato il  diritto alla libertà dell’uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità.       

– 5. Deve ravvisarsi la violazione dell’art. 4  della  Costituzione in quanto le norme adottate violano il diritto al lavoro impedendo di fatto al  soggetto  di  espletare  la  propria  attività  lavorativa costringendolo nelle proprie abitazioni. 

 Tutte queste questioni appaiono rilevanti ai fini della decisione del presente Giudizio o non manifestamente infondate;  appare  quindi che per le disposizioni normative sopra indicate  vi  sia  dubbio  di legittimità costituzionale in quanto violate le  disposizioni  della Costituzione sopra indicate; articoli 2, 4, 13, 16, 77 e 78″.   

Infine l’ordinanza numero 141 del Tribunale di Reggio Calabria sottolinea l’illegittimità costituzionale della misura della quarantena.

In particolare, la sezione penale, solleva, in riferimento all’articolo 13 della Costituzione,  questione di legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 6, e 2, comma 3, del decreto-legge 16  maggio 2020, n. 33 (Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID 19), convertito, con modificazioni, nella legge 14 luglio 2020, n. 74. L’art. 1, comma 6, stabilisce che è fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura della  quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus COVID-19,  fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo  destinata; il censurato art. 2, comma 3, prevede che la violazione della misura di cui all’art. 1, comma  6, è punita ai sensi dell’art. 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, salvo che il fatto costituisca  violazione dell’art. 452 cod. pen. o comunque più grave reato.
Il giudice rimettente denuncia la lesione  della riserva di giurisdizione in materia di libertà personale prevista dall’art. 13 della Costituzione, ritenendo che la quarantena obbligatoria in questione attenga alla libertà personale e non alla libertà di  circolazione, tutelata dall’articolo 16 della Costituzione. Al riguardo, osserva il Giudice, l’articolo 1,  comma 6, del decreto-legge n. 33 del 2020, infatti, non imporrebbe un divieto di recarsi in  determinati luoghi ma un divieto di muoversi a determinati soggetti.
Ad avviso del Tribunale di Reggio  Calabria il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora in questione avrebbe un contenuto  assolutamente identico a quello della misura cautelare degli arresti domiciliari, imposta ai sensi  dell’articolo 284 del codice di procedura penale, e della detenzione domiciliare di cui all’art. 47-ter della legge 26 luglio  1975, n. 354, anzi, il regime denunciato sarebbe anche più restrittivo, non  essendo nemmeno prevista un’autorizzazione ad allontanarsi provvisoriamente per provvedere alle  indispensabili esigenze di vita. Tuttavia, evidenzia ancora il Tribunale, le due misure poste a confronto  vengono stabilite dal Giudice mentre la misura denunciata è stabilita dall’autorità sanitaria, nonostante  comporti, al pari delle altre due misure, la privazione o quantomeno la limitazione della libertà  personale del soggetto che vi è sottoposto.
L’articolo 13 della Costituzione che tutela la libertà personale  imporrebbe, conclude l’ordinanza, che anche il provvedimento di adozione del divieto in questione,  comportando una restrizione della libertà personale, debba essere adottato o soggetto a convalida da  parte dell’autorità giudiziaria.

02 Aprile 2022 – Redazione – FONTE: EventiAvversi

Secondo i dati UK, il numero di segnalazioni registrate alle agenzie di regolazione – da donne con effetti collaterali – è salito a quasi 40.000 in meno di un anno.

Ma, nonostante questo, il regolatore del Regno Unito afferma che non è stato stabilito alcun legame tra i problemi mestruali e i vaccini.

La Medicines & Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA) è responsabile del monitoraggio della sicurezza di tutti i farmaci e vaccini una volta approvati per l’uso.

Raccolgono i rapporti attraverso lo schema Yellow Card online.

Mestruazioni dopo la vaccinazione Covid

Abbiamo segnalato per la prima volta l’interruzione dei cicli mestruali successivi al vaccino Covid lo scorso giugno.

Le donne di Tayside e Fife avevano parlato dei problemi che avevano riscontrato.

E fino a quel punto, circa 4000 segnalazioni erano state ricevute nello schema Yellow Card .

“Il mio ciclo è stato più lungo”

Katie Niven di Dundee ci ha detto che dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca lo scorso marzo, ha notato dei cambiamenti.

Ha detto: “Ho ricevuto il vaccino il terzo giorno del ciclo e poi il ciclo successivo è durato più a lungo – è durato 16 giorni.

“L’ho trovato molto sospetto. È stato assurdo scoprire, dopo aver effettuato una ricerca su Google, che altre donne stavano vivendo lo stesso mio problema ed è lì che ho fatto la correlazione. “

Cosa dicono ora le cifre?

Le cifre sono aumentate man mano che il programma di vaccinazione è proseguito. Fino al 16 marzo di quest’anno, le cifre rivelano:

  • Sono stati registrati 39.494 singoli rapporti su Yellow Card
  • Sono stati segnalati 50.673 problemi (i report possono segnalare più di un problema segnalato per volta)

Quali cambiamenti sono stati segnalati?

Un certo numero di diverse irregolarità sono state segnalate dopo tutti e tre i diversi tipi di vaccino, tra cui:

  • cilcli più intensi del solito
  • cicli ritardati
  • sanguinamento vaginale inaspettato.

L’MHRA continua a rivedere le segnalazioni di sospetti problemi mestruali.

C’è una correlazione?

Le relazioni sono inoltre in fase di revisione da parte di esperti indipendenti.

Ma l’MHRA afferma: “La rigorosa valutazione completata fino ad oggi non supporta un legame tra le modifiche ai cicli mestruali e ai sintomi correlati e i vaccini Covid“.

Le autorità sanitarie sostengono che il numero di segnalazioni sia basso in relazione al numero di persone che hanno ricevuto il vaccino e che i problemi mestruali siano disturbi molto comuni e frequenti in generale.

Aggiungono che i cambiamenti segnalati siano “per lo più di natura transitoria“. E che non ci sono prove che suggeriscano che i vaccini Covid influenzino la fertilità o la capacità di avere figli.

Per quanto tempo ancora dovrà andare avanti tutto questo nonostante l’evidenza?