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15 Aprile 2022 – Redazione – Fonte Libero Quotidiano

Anche in lui c’è qualcosa che non va dopo la somministrazione del vaccino contro il Covid. Per questo Greg van Avermaet, oro olimpico nella prova in linea su strada a Rio 2016, in una intervista al quotidiano Gazet van Antwerpen ripresa da La Repubblica, ha detto che rinuncerà al mondiale di ciclismo: «I miei valori dimostrano che c’è qualcosa che non va nel mio sistema immunitario. Il mio corpo sta combattendo contro un nemico sconosciuto e potrebbe essere il vaccino».

Van Avermaet da due anni non riesce più a vincere e ha deciso di sottoporsi a degli esami, spingendosi addirittura a mettere in dubbio la validità del vaccino Pfizer che ha fatto in doppia dose, per capire che cosa ha. «Sì, potrebbe essere il vaccino. I risultati degli esami del sangue non sono proprio buoni.I valori del sangue sono quelli di sempre e questo conferma la mia forma, ma altri valori mostrano che c’è qualcosa che non va con il sistema immunitario«. Insomma, «c’è un problema. Dormo bene, mi alleno bene e mi sento bene, però mi manca quel 3% per essere al meglio. Normalmente, in una crono come quella del Benelux Tour arriverei nei primi venti». (l’altro ieri invece si è classificato al 104/o posto, ndr)

Ora però, è la sua consolazione «è che so cosa non va». Certo, continua van Avermaet, «non è stata fatta molta ricerca riguardo gli effetti del vaccino sul corpo degli sportivi. Nei prossimi giorni andrò a vedere qualche medico per chiedere consigli. Se ciò vuol dire che mi devo fermare, lo farò. In questo momento non ha senso pensare ai Mondiali. Ci sono molti belgi che vanno più forte di me».

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14 Aprile 2022 – Redazione

L’ULTIMA TROVATA DI GOOGLE  CONTRO LA NOSTRA INFORMAZIONE LONTANA DAL MAINSTREAM, VE LA PORGIAMO SUL PIATTO D’ARGENTO SENZA I COMMENTI, CHE LASCIAMO A VOI. E CIO CHE DOVETE SAPERE, È CHE NON SI TRATTA DI LAUTI GUADAGNI, MA DI CIFRE SIMBOLICHE DI MERO RICONOSCIMENTO! LE VIOLAZIONI RIGUARDANO ARTICOLI GIORNALISTICI NON ALLINEATI ALLA NARRAZIONE UNICA VOLUTA DALL’ATTUALE DITTATURA IMPOSTA DAL “PENSIERO UNICO”.

MARZIA MC CHIOCCHI

LEGGETE ⤵️

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13 Aprile 2022 – Redazione

La Germania ha detto no. Il parlamento tedesconon solo ha bocciato l’obbligo vaccinale per gli over 60, ma la magistratura teutonica si è mobilitata per tale esito e per denunciare gli effetti avversi del vaccino. Molti media mainstream e Tv statali hanno inoltre sollevato ilvelo sulle possibili conseguenze dannose dei vaccini. Nonostante la Spd e i Verdi, forze politiche al governo in coalizione, spingessero per l’imposizione vaccinale, gruppi di magistrati si sono riuniti in un’associazione spinti dai forti timori per le violazioni dello Stato di diritto.

Come spiega l’avv. Holzeisen, l’associazione dei giudici ha inviato una lettera aperta a tutti i membri del Parlamento tedesco avvertendo i parlamentari che se avessero votato per questo obbligo sarebbe potuto essere delineato il reato di tentato omicidio doloso. Tale – durissima – presa di posizione è stata decisa prendendo atto degli effetti avversi individuati dagli stessi magistrati dopo la somministrazione vaccinale. La dura presa di posizione della magistratura tedesca rappresenta un precedente significativo, soprattutto alla luce delle diverse voci che davano per fatto l’obbligo “all’italiana” anche in altri paesi quali l’Austria (non pervenuto) e proprio la Germania.

GUARDATE E ASCOLTATE L’INTERVISTA FATTA ALL’AVVOCATO RENATE HOLSEIZEN

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https://youtu.be/nVnhLDiwi_w

“Questo gruppo di magistrati, giudici e membri delle procure germaniche si sono riuniti in un’associazione più di un anno fa dopo che, con assoluta incomprensione e grande timore, hanno visto quello che stava succedendo allo Stato di diritto.
Tramite questo fondamentale voto hanno inviato una lettera aperta a tutti i membri del parlamento germanico avvertendo i parlamentari: nel caso in cui avessero votato per quest’obbligo vaccinale over 60, dichiarano i giudici mettendolo in grassetto, si sarebbe profilato il reato di tentato omicidio doloso, perché queste sostanze sperimentali di cui non è confermata né l’efficacia né la sicurezza stanno provocando tantissimi morti, tantissimi eventi irreversibili. Dunque sapendo questi dati inconfutabili, un parlamento che avesse deliberato l’obbligo con queste sostanze pone le basi per un plurimo reato di tentato omicidio, una presa di posizione molto forte.
Questi giudici si sono associati con uno statuto e hanno anche un sito sotto l’acronimo “KRiStA” che aggiornano con opinioni quando vedono che i diritti umani dei cittadini tedeschi vengono calpestati”.

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13 Aprile 2022- Redazione

Il Fatto Quotidiano di oggi mercoledì 13 aprile segnala una grave indagine a carico del Direttore della comunicazione e dei rapporti internazionali del Ministero della Salute nonché ex membro del Comitato Tecnico Scientifico.

Nell’indagine della Procura di Roma si segnala un business di 200 milioni di euro e soldi nei paradisi fiscali.

Accusato di falso ideologico il Direttore del Ministero Sergio Iavicoli, che la scorsa estate affermava che il green pass rende liberi. “Il Green pass è un passaporto per recuperare libertà e lavoro”, disse in un’intervista all’HuffingtonPost.

L’affare delle mascherine comprate dal Governo italiano a marzo 2020, infatti, avrebbe dovuto fruttare ai mediatori commissioni per 203,8 milioni di euro pagate dai fornitori cinesi, una somma di oltre 130 milioni superiore ai circa 70 milioni transitati sui conti italiani e di cui si sapeva finora. È quanto emerge da un’informativa del 20 novembre 2021 del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza depositata agli atti dell’inchiesta della Procura di Roma che ha indagato l’ex commissario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, per abuso d’ufficio e altre 8 persone tra cui l’ex giornalista Rai, Mario Benotti, l’imprenditore Andrea Tommasi e il banchiere sammarinese Daniele Guidi indagati per traffico d’influenze illecite. Al centro dell’indagine c’è la fornitura di 801 milioni di mascherine costate 1,2 miliardi e acquistate nella fase più critica della pandemia. Affare fruttato a chi di quelle commissioni era intermediario.

Il banchiere Daniele Guidi si è visto accreditare 12,2 milioni di euro su un conto corrente alla Hang Seng Bank di Hong Kong. Per i finanzieri, il suo gruppo di lavoro avrebbe dovuto ricevere in totale 44,6 milioni di euro dalla società Sunsky di Andrea Tommasi. Con Sunsky ha lavorato anche la Logica Associates Sas, società francese di cui Guidi risulta consulente e che, riporta la Guardia di Finanza, avrebbe poi speso 33.535 euro per la locazione semestrale di un appartamento da 800 metri quadri a Parigi, con vista Tour Eiffel, “a uso esclusivo di Daniele Guidi”.
Una buona parte dei 12,2 milioni incassati, secondo le indagini, potrebbe essere finita in paradisi fiscali. Le provvigioni sarebbero state “verosimilmente percepite – si legge nell’informativa – mediante l’intermediazione della Bgp&Partners Ltd di Hong Kong (…)”. La Bgp&Partners Ltd alla Gdf risulta “interamente controllata” dalla società “Bliss Fortune Enterprises Ltd (…) avente sede nelle Isole Vergini Britanniche (…) notoriamente riconosciuto come Paese offshore”.

Inoltre, la Bgp&Partners Ltd sarebbe riconducibile, oltre a Guidi, anche ai manager Stefano Beghi e Ivano Ferruccio Poma (di qui, ipotizza la Gdf, l’acronimo Bgp). Beghi è il Managing Partner dell’ufficio di Hong Kong dello studio legale internazionale Gianni&Origoni. Anche Beghi e Poma erano indagati per traffico d’influenze illecite, ma il 17 marzo 2022 la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per entrambi evidentemente per mancanza di prove a supporto delle iscrizioni. Prima di arrivare a questa conclusione però gli investigatori hanno svolto accertamenti, anche sui contatti tra la struttura commissariale e le utenze dello studio Gianni&Origoni: in un’informativa della Finanza del 25 giugno 2021 sono state documentate 69.291 interazioni telefoniche. Giampietro Castano, ex funzionario del Ministero per lo Sviluppo Economico e poi consulente di Gianni&Origoni, estraneo alle indagini, sentito a sommarie informazioni il 4 novembre 2021, ha poi raccontato in Procura che Beghi a marzo 2021 si era mosso per proporre ad Arcuri mascherine e ventilatori.

I magistrati ne hanno chiesto conto anche all’ex commissario Domenico Arcuri, quando è stato sentito il 16 ottobre 2021: “Conosco Stefano Beghi in quanto partner della Deloitte, di cui ero Ad fino al 2007 – ha detto – (…) Ha proposto una fornitura di ventilatori. So che era partner dello studio Gianni-Origoni. Non mi risulta abbia proposto un acquisto di mascherine. Se l’affare dei ventilatori fosse andato in porto avrei stipulato come sempre il contratto con il fornitore”. Arcuri ha poi detto: “Non conosco Daniele Guidi, né so di rapporti tra Beghi e Guidi”. Per Arcuri, il 17 marzo i pm hanno chiesto l’archiviazione dall’accusa di peculato, confermando quella per abuso d’ufficio perché, per i pm, avrebbe “omesso intenzionalmente di formalizzare e palesare il rapporto di mediazione (…) garantendogli (…) l’assenza di controllo pubblico sull’importo delle provvigioni”.
Altro aspetto dell’indagine (che non riguarda Arcuri) è quello sulla presunta frode in pubbliche forniture. Per questo reato sono indagati l’allora vice di Arcuri, Antonio Fabbrocini, oltre a Tommasi e Guidi.

Secondo l’inchiesta della Procura di Gorizia, poi confluita a Roma, circa 700 milioni di mascherine sono risultate “non conformi” e in alcuni casi “pericolose”.

In un’informativa del 17 dicembre 2021, la Guardia di Finanza rileva “discordanza di pareri nei processi di validazione dei Dpi” da parte dell’Inail di Monte Porzio Catone (Roma) e dell’Inail Direzione Centrale Ricerca, con il primo che “ha emesso un esito di valutazione positivo”e il secondo “esito di valutazione negativo”, sulle stesse mascherine.

Il 17 marzo, la Procura di Roma ha disposto una proroga indagini per Sergio Iavicoli, oggi al Ministero della Salute e all’epoca dei fatti direttore del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’Inail, con sede proprio a Monte Porzio Catone.

Il 21 giugno 2021 Iavicoli era stato iscritto per il reato di falso ideologico in atto pubblico mediante induzione in errore del pubblico ufficiale.

Contattato via Email da Il Fatto Quotidiano, Iavicoli non ha risposto.

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13 Aprile 2022 – Redazione

Dpcm del premier e controfirmato dal ministro Guerini per ridurre il Parco di San Rossore di 730mila metri quadrati e costruire poligoni, caserme, magazzini, palestre, piscine e piste di atterraggio per 440 metri quadri. E dopo le proteste dei dem locali arriva anche il messaggio del Nazareno. Il capogruppo in Regione Toscana: “Finiti i tempi in cui decideva tutto Roma”.

Una base militare nel Parco naturale di San Rossore, con una parte dei soldi e con la corsia preferenziale del Recovery Plan. Per il governo Draghi la costruzione del nuovo presidio dei carabinieri – che dovrebbe ospitare Gis, paracadutisti del Tuscania e centro cinofili – dovrebbe avvenire a Coltano, in un segmento di una riserva naturale che si estende sulla fascia costiera delle province di Pisa e Lucca. Si tratterebbe di 440 metri cubi di nuovi edifici, in un’area recintata di 730mila metri quadrati di area protetta. Cemento tra campagna e pinete, a 13 chilometri dalla Torre di Pisa. Le strutture militari – secondo il Dpcm di Draghi – verranno edificate sopra e intorno al Radar, come lo chiamano i circa 400 abitanti della zona: è un ex edificio militare in disuso con il quale fino al 2006 gli statunitensi controllavano i cieli italiani dalla vicina Camp Darby, una delle basi americane più importanti d’Europa. Il progetto prevede una pista di atterraggio per elicotteri, due poligoni di tiro, caserme, centri di addestramento, laboratori, magazzini, palestre, uffici, piscine, officine, infermeria, mensa, 18 villette a schiera e un autolavaggio. Tutto andrebbe al condizionale in realtà perché nonostante il decreto abbia la firma – oltre che del premier – anche del ministro della Difesa Lorenzo Guerini a protestare c’è anche il Pd nazionale, che come noto è guidato da un segretario pisano, Enrico Letta. “Il Pd, nei suoi organismi del territorio, in verità si è già pronunciato pubblicamente e si espresso contro, definendola una scelta sbagliata” ha fatto sapere il Nazareno.

Il decreto di Draghi e Guerini, due mesi dopo la firma, è arrivato finalmente anche sulla scrivania di Lorenzo Bani, il presidente del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (questo il nome integrale). “Una decisione non concordata, ed essendo il decreto già stato firmato, non c’è più margine di discussione” dice Bani, ex assessore all’Ambiente a Pisa che dice di essersi trovato davanti al fatto compiuto. L’iter che ha portato all’approvazione della nuova base militare a Coltano infatti è stato quello di una “procedura semplificata” in quanto “opera destinata alla difesa nazionale”. Questo significa che può essere costruita in una zona sottoposta a vincoli ambientali senza che sia necessaria l’autorizzazione paesaggistica, per la quale sarebbe stato fondamentale l’assenso del parco. Bani ha capito che c’è poco da fare e ora chiede al governo di finanziare almeno delle “opere compensative“: realizzazione di un parco verde in una vecchia caserma non utilizzata e la restaurazione e realizzazione, in un vecchio edificio limitrofo all’area interessata, di un polo dedicato all’agricoltura biologica e al cibo di qualità.

Ma dentro il governo e in particolare dentro al Pd che ne è uno dei principali sostenitori e per giunta esprime proprio il ministro della Difesa i toni sono quelli di una decisione tutt’altro che definitiva. A parlare per primo era stato il capogruppo del Pd in consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli che aveva parlato di un progetto “non sostenibile per il territorio”. “Con tutto il rispetto per la sicurezza nazionale – aggiunge – sono finiti i tempi nei quali si poteva pensare da Roma di realizzare un intervento di queste dimensioni, in un’area di elevato pregio ambientale, derogando a tutte le leggi di tutela dell’ambiente e del territorio in nome della difesa nazionale, scavalcando completamente le istituzioni del territorio e ignorando le criticità evidenziate da tutti gli enti competenti, a cominciare dall’ente Parco”. Il Pd porterà la questione all’attenzione del consiglio con un atto ad hoc per chiedere al presidente Eugenio Giani di “attivare ogni strumento” per un confronto con ministero e vertici militari. Obiettivo: “Scongiurare un intervento così impattante in un luogo protetto”.

E Giani si è fatto sentire oggi, spiegando di aver richiesto tutti i progetti “di cui io allo stato attuale non sono a conoscenza, ma che dovranno essere approfonditi perché gli interventi in questo Paese, soprattutto nella delicatezza di quello di cui si parla, di un’area protetta, devono essere ben considerati“. “Voglio affrontare le cose con grande rispetto verso l’Arma dei carabinieri, perché quello che l’Arma dei carabinieri fa lo fa al servizio del Paese – ha aggiunto – quindi sono convinto che l’approfondimento, e anche l’eventuale rimessa in discussione, dei progetti che sono stati formulati, avverrà in modo concordato, con un approfondimento che troverà sicuramente le autorità dell’Arma a disposizione delle popolazioni attraverso le loro istanze territoriali”.

Il parco di San Rossore, oltre 23mila ettari di verde, è l’area protetta più militarizzata d’Italia. Comprende due poligoni di tiro, la sede del Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari (il Cisam), il centro di addestramento degli incursori Col Moschin e l’insediamento del Comando delle forze speciali dell’esercito (Comfose) che, inaugurato due anni fa, è costato alle casse dello Stato 42 milioni di euro. Inoltre è presente dal 1951 la base militare americana Camp Darby che occupa circa 2mila ettari. Detiene nei suoi 120 bunker il più grande arsenale militare Usa all’estero. Per questo ormai si parla di “Cittadella militare”: eguaglia quasi per metà la grandezza del centro storico di Pisa.

Da parte sua il comando provinciale dei carabinieri di Pisa assicura che la nuova base “avrà un basso impatto ambientale”: “L’area avrà un’estensione complessiva di 72,9 ettari, ma 28 saranno mantenuti a superficie verde e le edificazioni ne copriranno solo 5 (lo 0,02% del parco)”. L’Arma precisa tra l’altro che nell’area che sarà tolta al Parco ma non sarà interessata da nuove costruzioni sarà “valorizzata con un’estesa piantumazione di vegetazione autoctona per incrementare l’assorbimento di anidride carbonica e ben 40 ettari saranno adibiti a viabilità e servizi, con idonee opere di regimazione e di vegetazione: i criteri di progettazione perseguono un bassissimo impatto ambientale e paesaggistico, tutti gli edifici avranno un’altezza massima di tre piani e garantiranno emissioni pressoché nulle grazie al ricorso a sistemi di riscaldamento e condizionamentocon impianti fotovoltaici e solaretermico“. Il sedime interessato “è in parte già costruito e per il resto è classificato zona agricola di recupero ambientale”. Per valorizzare il territorio sotto il profilo della sicurezza ambientale e della salvaguardia della biodiversità, nella nuova base ci sarà anche “un distaccamento carabinieri per la biodiversità e sarà trasferita la stazione dei carabinieri forestali di Pisa, dotata di unità a cavallo per la vigilanza sul parco”. Infine, nella base “lavoreranno quotidianamente diverse centinaia di carabinieri, dei quali molti vi risiederanno con le loro famiglie e che presso quella base, saranno ospitati corsi e delegazioni, producendo un flusso costante di visitatori presso le strutture ricettive locali, con i conseguenti benefici sull’indotto economico della periferia pisana”. Asilo nido e impianti sportivi della base saranno messi “a disposizione anche della collettività”.

“Si tratta di un intervento all’interno dell’area naturale protetta che, di fatto, annullerebbe anni di lavoro per la conservazione della natura” sottolinea il presidente di Federparchi GiampieroSammuri. “I parchi in Italia coprono il 12% del territorio svolgendo una preziosa funzione di tutela della biodiversità – aggiunge – Qui la discussione non riguarda il merito della base, le cui decisioni spettano ad altri, ma il dove; c’è un 88% di territorio fuori dai parchi dove poter scegliere”. Per Sammuri, “non mancano certo alternative e la decisione di intervenire in una zona dedicata alla conservazione della natura è abbastanza incomprensibile, considerando anche la volontà espressa più volte dal governo di dare rilevanza ai temi della sostenibilità ambientale alla luce anche delle politiche europee”. Stupefatto Alessandro Giannì, direttore campagne di GreenPeace Italia che a ilfattoquotidiano.it it dice: “Trovo bizzarro che il ministero delle Transizione Ecologica abbia avviato nel 2021 il processo di definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2030, che delinea una visione di futuro e di sviluppo incentrata sulla necessità di invertire a livello globale l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al collasso degli ecosistemi, e che ad oggi vengano approvati e spesi soldi così“. Legambiente Pisa sottolinea che nello statuto dell’ente parco “si dichiara che sua finalità la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale. Sono questo obiettivi di pace con la natura in un contesto di pace tra le persone e i popoli”. “La ‘ripresa e la resilienza’ – aggiungono gli ambientalisti – dovrebbero essere perseguite con un cambiamento di rotta capace di superare la presente crisi economica, ambientale e sociale. Il sacrificio di un prezioso bene ambientale si muove in direzione opposta”. Increduli anche i pacifisti-ecologisti di Un Ponte per che in un comunicato si domandano: “Com’è possibile che il governo Draghi – mentre aumenta la spesa militare al 2% del Pil – decida senza opposizione di deviare risorse del Pnrr dalla ripresa economica italiana (e dalla transizione ecologica) verso le infrastrutture militari, a scapito dell’ecosistema di un parco che dovrebbe generare turismo sostenibile?”.

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13 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Sole24Ore

Sotto i mari italiani le riserve di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo. L’estrazione a 5 centesimi al metro cubo, importazione al costo di 50-70 centesimi. Ma il governo criminale preferisce importare a costi più alti!

Nel sottosuolo sotto i piedi degli italiani riposano indisturbati almeno 90 miliardi di metri cubi dell’odiosamato metano, il meno inquinante tra i combustibili fossili, il più formidabile nemico del carbone. Ma quando non viene bruciato e trafila incombusto da guarnizioni e valvole di metanodotti srotolati per migliaia di chilometri, il metano è uno dei più feroci gas cambiaclima. È decine di volte più riscaldante rispetto alla CO2 che mettiamo sotto tiro alla Cop26 di Glasgow.

Quello italiano è metano il cui costo di estrazione si aggira sui 5 centesimi al metro cubo. È una stima indicativa, una media avicola trilussiana, citata da Marco Falcinelli segretario della Filctem Cgil e dall’economista Davide Tabarelli di Nomisma Energia. Ecco invece il prezzo di mercato del gas che l’Italia importa da Paesi remotissimi: fra i 50 e i 70 centesimi al metro cubo, più di 10 volte tanto.

Le stime del Pitesai

Nel sottosuolo a chilometri zero dell’Italia c’è molto più gas rispetto ai 92 miliardi di metri cubi censiti dal ministero della Transizione ecologica nel documento Pitesai.

Pitesai è la sigla di «Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee», il piano introdotto nel 2018 dal Governo Conte 1 ufficialmente come piano regolatore delle trivelle ma diventato nella realtà uno strumento per impedire in modo discreto lo sfruttamento dei giacimenti nazionali.

Investimenti a quota zero

Le stime delle riserve italiane di gas pubblicate dal Pitesai conteggiano i giacimenti accertati e non possono immaginare quelli ancora da cercare. Ma nuovi giacimenti non si cercano: gli investimenti delle compagnie sono fermi. Zero spaccato.

Finché non sarà emanato il Pitesai, ora all’esame della Conferenza unificata, nessuno si azzarda a scommettere un euro sui giacimenti attuali e su quelli possibili del futuro, nell’incertezza che quell’euro vada sprecato.

A tutto import

L’Italia brucia circa 70-75 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Da gennaio a settembre abbiamo usato 53,2 miliardi di metri cubi (+6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2020), di cui 2,48 (-20,2%) estratti dai giacimenti in pianura padana e dai grandi giacimenti dell’Adriatico, in Basilicata e, in misura contenuta, in Sicilia. Le importazioni vengono soprattutto da Russia, Algeria, via nave al rigassificatore di Rovigo e dal nuovo metanodotto Tap.

 

Lo studio di Assorisorse

Secondo uno studio presentato al dibattito sul Pitesai dall’Assorisorse, che riunisce l’industria mineraria, sui soli giacimenti di gas dell’Emilia e della Romagna sia in terraferma e sia in Adriatico bisognerebbe investire 322 milioni per raddoppiare da 800 milioni a 1,6 miliardi di metri cubi l’anno l’ormai stanca produzione.

Per estrapolazione, in Italia servirebbe un paio di miliardi per estrarre circa 10 miliardi di metri cubi l’anno per dieci anni. Risultati lontani dai 17 miliardi del 2000, ma darebbero un contributo alla manodopera nazionale, alle imprese, alle casse dello Stato e alla lotta contro emissioni che scaldano il clima, invece di prendere la rotta estera per pagare importazioni lungo migliaia di chilometri di tubature ad alto impatto climatico.

Giacimenti congelati

Non si tratta di perforare nuove riserve ma solamente di aggiornare gli impianti dei giacimenti ancora attivi e di riattivare le riserve ferme da anni. Alcune riserve sono ormai secche, ma diversi giacimenti sono ancora pieni di gas ma sono bloccati da anni per norme, ricorsi, divieti e moratorie.

Parte solamente Argo-Cassiopea, nel Canale di Sicilia dove l’Eni avuto il via libera avvia lavori per 700 milioni, che per un decennio darà un miliardo di metri cubi di gas in più l’anno. Ma sono ancora fermi, sepolti, intoccabili, i 30 miliardi di metri cubi di metano sotto al fondale dell’alto Adriatico. Vietato pensarvi: la paura che paralizza alcuni è che, chissà, se si estraesse quel metano potrebbero fare sprofondare perfino Venezia, da riservare al solo turistificio compulsivo.

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13 Aprile 2022 – Redazione – di Pietro De Leo – Il Tempo

C’è stato un momento in cui si è spenta la luce, ed è stato nel passaggio parlamentare della manovra, prima di Natale. Qui, dicono, per una certa tendenza di Palazzo Chigi a passare sopra le istanze dei gruppi parlamentari, la dialettica governo-forze politiche ha imboccato un sentiero irto di spine. Rese ancora più acuminate da quella maldestra, per quanto sussurrata, autocandidatura di Mario Draghi al Quirinale, espressa durante la conferenza stampa del 20 dicembre, che in maggioranza scontentò un po’ tutti, specialmente quel Silvio Berlusconi che fortissimamente lo volle al governo e parimenti fortissimamente voleva diventar lui presidente della Repubblica.

Si sa com’è andata: Mattarella bis ed una grande delusione per l’ex numero uno di Bce, mortificato sulla via di un traguardo che, appena chiamato a guidare l’Esecutivo, pareva quasi uno sbocco automatico. Da lì, quelle che prima erano frizioni sono diventati contrasti, in un filo del dialogo sempre più difficili. Tra i parlamentari c’è chi nota come l’aplomb di Draghi, mai confidenziale ma tutto sommato cordiale mostrato quando entra in Aula ora si sia trasformato in vera e propria freddezza.

Al di là delle note del racconto umano della politica che lasciano sempre un po’ il tempo che trovano, di oggettivo c’è che si accumulano, giorno dopo giorno, i fattori di rischio. C’è l’ansia da calendario elettorale che si avvicina, l’emergenza Covid ormai oggettivamente superata e la politica che riprende il suo spazio fisiologico, con le proposte, le campagne, i punti caldi. Su cui si può sempre meno transigere. E allora ecco la muscolarità del braccio di ferro con Giuseppe Conte, che ha trovato nel dossier spese militari una doppia opportunità. Da un lato, trovare un punto qualificante per una leadership fragile e in cerca di un’anima.

Dall’altro, contenere il contraltare interno di Luigi Di Maio, in quanto ministro degli Esteri pienamente allineato su Draghi e l’accordo Nato. La soluzione trovata sposta molto in là il rispetto dell’impegno assunto nel 2014 in sede di Alleanza Altantica, ma in ogni caso ha dato il la ad una serie di rivendicazioni che ora pesano come macigni sul cammino del governo, mettendone in discussione il prosieguo. C’è il tema catasto, su cui oggi si attendono novità per l’incontro che Lega e Forza Italia avranno a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio. Il tema è molto semplice: nel decreto fiscale c’è l’articolo 6 che contiene due commi.

Il primo contiene una mappatura degli immobili, e consentirebbe di far emergere il sommerso. Il secondo, invece, allinea il valore catastale a quello di mercato degli edifici. Questo secondo punto, anche sulla base di elaborazioni stilate da Confedilizia, avrebbe una serie di conseguenze importanti (negativamente) sulle tasche degli italiani. Più tasse, la modifica degli indicatori Isee, l’applicazione dell’Imu anche su prime case oggi esenti, perché non considerate di pregio ma che potrebbero diventarlo. Va bene che tutto questo sarebbe a far data dal 2026, ma in ogni caso contraddirebbe il racconto politico di 28 anni di berlusconismo, che ha fatto della difesa del mattone un punto identitario. Divenuto qualificante pure per la Lega, attenta nell’era salviniana alle sensibilità del ceto medio. Al momento siamo al muro contro muro, con un centrodestra che si è mostrato compatto, sia nella quota governativa (con i centristi di Noi con l’Italia i quali, al contrario di un primo momento, si sono messi sulla stessa posizione degli alleati), sia in quella all’opposizione di Fratelli d’Italia.

Altro punto dolente, la riforma della giustizia. L’accordo trovato su elezione Csm, porte girevoli, separazione delle funzioni e valutazione dei magistrati non soddisfa Italia Viva. Così è stato lo stesso Matteo Renzi a mettere nero su bianco le criticità sulla sua E-news. “Il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve. Le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel Csm.

Risultato? “Siamo gli unici che non voteranno a favore”. I punti critici, peraltro non finiscono qui. Conte, in una recente intervista a Repubblica, ha rimesso sul tavolo la questione del salario minimo, e i pentastellati stanno sottolineando la necessità di modificare la normativa del bonus 110%, per via delle difficoltà che stanno riscontrando le imprese a mandare avanti i cantieri a causa dell’aumento delle materie prime. Sempre sul piano dei rapporti con le imprese, peraltro, è sempre pendente il dossier balneari, dove Lega e Forza Italia fanno asse a difesa delle imprese storiche che rischiano di vedere messe in discussione le loro concessioni dopo decenni di lavoro e investimenti.

Inoltre c’è tutto il tema sicurezza che costituisce un altro fattore di criticità.  Il partito di Matteo Salvini non ha mai avuto idillio con la scelta di continuità adottata nel passaggio dal Conte2 di mantenere Luciana Lamorgese al ministero dell’Interno. Così, oggi a fronte della doverosa partecipazione all’accoglienza degli ucraini riconosciut anche da via Bellerio (su cui si stanno dando da fare anche presidente di regioni e sindaci del partito), viene imputata al governo un’attenzione minore del necessario per la rotta mediterranea, che ha ripreso ad animarsi con l’avvio della bella stagione. E che rischia di esserlo sempre di più nelle settimane e nei mesi che verranno.

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13  Aprile 2022 – Redazione

Uno degli effetti collaterali più sorprendenti della pandemia è stato il boom delle adozioni di animali domestici registrato durante i primi mesi del lockdown. Cani e gatti hanno aiutato i loro proprietari a tollerare gli stati di ansia e isolamento legati al diffondersi del virus COVID-19. Diversi studi hanno confermato che la compagnia animale è stata un “cruciale supporto” .Con la loro presenza, cani e gatti hanno aiutato i loro proprietari a combatterei  lo stress.

E questo ci permette di affrontare un aspetto importante per la nostra vita, ovvero la connessione tra noi e i nostri animali domestici, che può essere molto potente e intensa. Anche se non possiamo comunicare con loro attraverso la parola, la nostra connessione con loro potrà essere perfino migliore che con certe persone che vivono con noi.

Ma qual’è’ lo scopo spirituale degli Animali?

I cani sono qui per aiutarci e difenderci dalle energie pesanti che arrivano addosso, assorbendole. gatti, invece, hanno il ruolo di ripulire l’ambiente in cui viviamo: percepiscono le energie cattive e pesanti e le ripuliscono. Tuttavia, se le energie sono troppo pesanti per loro, scapperanno spaventati.

I gatti sono maestri guaritori Reiki 

Si dice anche che i gatti siano specialisti e terapisti Reiki, tecnica di guarigione spirituale che utilizza le energie del cuore attraverso le nostre mani. I gatti sono in grado di allineare i nostri chakra squilibrati, usando i loro corpi e le loro zampe. Per questo ci sono casi in cui gli animali sviluppano la malattia del loro padrone. Ecco perché dobbiamo sapere che tipo di energie sono presenti nella nostra casa. Ogni animale è sensibile a determinate energie e  rileva con facilità i cambiamenti del modello vibratorio del nostro corpo. Poiché il nostro animale domestico ci ama, assorbirà le nostre energie, anche quelle non proprio buone. Per questo, se non portiamo il nostro animale domestico a camminare, a contatto con persone o natura, sarà sovraccarico di energie dannose e schiaccianti. Gli animali domestici, infatti, non sono in grado di sopportare molte emanazioni negative, sia nel loro corpo che nell’ambiente in cui vivono. 

Se vogliamo proteggere i nostri animali domestici dall’ammalarsi, dobbiamo perciò prenderci più cura del nostro mondo interiore, fatto di emozioni, sentimenti, pensieri e atteggiamenti. Dovremmo anche proteggere i nostri corpi da alcuni attacchi energetici provenienti dal mondo esterno; dovremmo rilassarci e connetterci con fonti migliori. Il nostro corpo, l’animale domestico e la casa, insieme alla nostra famiglia, ci ringrazieranno profondamente.

AL TERMINE DI QUESTO ARTICOLO INVITO I LETTORI A LASCIARE COMMENTI NEL FORM DEDICATO DEL NOSTRO GIORNALE, RACCONTANDO LE VOSTRE ESPERIENZE CON GLI AMICI PELOSI, PER POTERLE, POI, PUBBLICARE

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E ADESSO, SPAZIO ALLA TESTIMONIANZA DI CHI L’AMORE PER GLI ANIMALI LO VIVE DA SEMPRE

di Marilena Messina

Amo tutti gli animali in genere, amo stare con loro, in loro compagnia mi sento serena, appagata e grata. Per lo stile di vita frenetico e professione ho sempre avuto gatti, perché  più gestibili ed indipendenti. Mi hanno insegnato molto. Mi hanno insegnato a moderare il tono di voce, il rispetto verso chi non è come me, mi hanno insegnato l’amore incondizionato, la comunicazione degli sguardi, il linguaggio del corpo, la capacità  di guarire lo spirito e la mente. Chi ha un animale può comprendere. Anche la persona più pragmatica, sente che il proprio animale ha un ascendente vibrazionale positivo su di sé.

Ho due gatti maschi, due fratelli. Io e mio marito volevamo adottare una coppia perché si facessero sempre compagnia. Non sono di razza, mi sono sempre rifiutata di comprare cuccioli Troppi gli animali abbandonati e bisognosi. Quando siamo andati a prenderli abbiamo creduto  di averli scelti già dalle foto. In realtà, ci siamo subito accorti che loro avevano scelto noi.

Il tigrato aveva scelto me, il bianco toppato mio marito. Entrambi ci sono affezionati, ma, ciascuno di loro si rapporta con noi in maniera diversa. Sentono che abbiamo bisogno di attenzioni diverse  e comunicano diversamente .  Il bianco  toppato( Ciccio), bellissimo morbidoso si lascia accarezzare solo da lui e cerca mio marito in ogni modo. Si lascia prendere solo da lui e mangia dalle sue mani. È  un gatto solitamente schivo, ma docilissimo  e decide subito chi gli piace e chi no. Insomma  è  l’anima felina di mio marito, perché anche lui è  così.

Il tigrato ( Schizzo), è la mia ombra, dorme spesso attaccato a me, mi segue ovunque ed è  sempre in movimento, va d’accordo con tutti ma ci mette un attimo ad andarsene se non gli vai a genio.

È  la mia anima felina.

Credo che loro ci abbiano scelti perché simili a noi, ma hanno il compito di migliorarci e colmare le nostre lacune. Probabilmente molti di voi penseranno che sto attribuendo ai miei a -mici proprietà  assurde.

No! Ho avuto spesso delle prove.

Parlo del mio perché  quello con cui ho un rapporto più intenso. Lui mi guarda spesso negli occhi, senza distogliere lo sguardo…ho notato che guarda appena sopra la mia testa, come se vedesse qualcosa…( la mia aura?) Guarda lì e poi mi guarda negli occhi. Lo chiamo e lui viene vicino a me e si sdraia a pancia in aria. Lui mi ha riconosciuta fin da subito proprio dall’aura…Credo che sia così.

Quando siamo andati a prenderli, la prima volta, si è subito arrampicato sul mio petto e mi ha leccato il dito della mano sinistra. Ciccio ha fatto più o meno lo stesso con Paolo, mio marito.

Non è  stato un caso, non sono mai coincidenze.

È  capitato che i miei gatti si siano addormentati accanto a me quando avevo  delle emicranee e  mi sia svegliata completamente guarita. Schizzo  accanto al petto , vicino al cuore e alla pancia, Ciccio ai miei piedi ( Ciccio non dorme mai con me se non in questi frangenti e solo sul divano ).

Quando in casa c’è un pò di nervosismo e alziamo la voce, loro scappano perché odiano le urla e questo è  normale…forse è  un po’ meno normale che solo più tardi ti guardino, insieme,  dritto negli occhi, impalati, come a volerti rimproverare, lasciandosi avvicinare solo quando l’atmosfera è tornata tranquilla. Tutto questo, facendo le fusa, quasi a a volerti premiare per la pace ritrovata.

Ogni tanto ho problemi di insonnia.

Schizzo si sdraia al mio fianco, sotto il mio braccio sinistro, e mi addormento con le sue fusa…mi rilassa e mi fá la ninna.

IL mattino mi sveglio…lui lo sente e ovunque si trovi, corre e salta sul letto fra le mie gambe per darmi il buongiorno . Comincio sempre la mia giornata con le sue  fusa…e so’ che sarà sicuramente migliore .

Ciccio, invece, predilige Paolo e tende a sdraiarsi ai suoi piedi a pancia in aria. Lo fa solo con lui e solo da lui si fa prendere in collo. È  un amore esclusivo, e concede le sue attenzioni solo ad un animo introverso e taciturno, ma generoso e bellissimo, proprio come lui.

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13 Aprile 2022 – Redazione – di Saverio Mauro Tassi

QUELLO CHE PUBBLICHIAMO A SEGUIRE È CIÒ CHE TUTTI NOI  AVREMMO DOVUTO SOTTOSCRIVERE SIN DALL’INIZIO DI QUESTO DELIRIO ETICO E BUROCRATICO. MA COME SI DICE IN QUESTI CASI……MEGLIO TARDI CHE MAI!

Noi sottoscritti, docenti vaccinati provvisti di green pass rafforzato, esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi che hanno fatto, in scienza e coscienza, la scelta di non vaccinarsi e che, dopo essere stati sospesi tre mesi senza stipendio, e senza neanche l’assegno di sopravvivenza, sono stati riammessi a scuola con corresponsione dello stipendio, ma senza poter insegnare, e relegati in spazi isolati a svolgere attività non previste dal nostro contratto di lavoro.

Noi crediamo che il DL 24 che ha imposto questo trattamento punisca e umili ingiustificatamente i nostri colleghi non vaccinati, per i seguenti motivi:

1) essi sono riammessi a scuola solo se si sottopongono a un tampone ogni 48 ore, e pertanto, in base alle più recenti acquisizioni mediche, hanno meno probabilità di essere causa di contagio di noi colleghi vaccinati che non facciamo i tamponi.

2) Essi, a meno che non siano ultracinquantenni, non hanno trasgredito alcuna legge, in quanto non sussisteva un obbligo legale per i docenti di vaccinarsi: la norma prevedeva solo che, nel caso non si fossero vaccinati, temporaneamente sarebbero stati sospesi dall’insegnamento e dallo stipendio, ovvero offriva la possibilità di una duplice scelta, limitandosi a penalizzarne fortemente una al fine di incentivare la scelta dell’altra. Dal momento che, in uno Stato di diritto ovvero costituzionale, nessun comportamento che non violi una legge può essere considerato negativo, i docenti che non si sono vaccinati non possono aver dato alcun cattivo esempio né possono aver violato alcun patto sociale e civile o assunto comportamenti diseducativi e pertanto in nessun modo si giustificano provvedimenti punitivi, quali il demansionamento e il confinamento.

3) Vale appena la pena notare che, per incentivare la scelta a favore della vaccinazione, i colleghi che hanno fatto una scelta diversa sono stati trattati peggio di quelli che sono sospesi dall’insegnamento per grave violazione disciplinare, oppure perché sottoposti a procedimento giudiziario, i quali non ricevono lo stipendio, ma almeno un assegno di mantenimento.

4) Solo i docenti ultracinquantenni hanno violato un obbligo di vaccinazione, ma anche tale violazione è punita a termini di legge con un’ammenda pecuniaria il cui versamento cancella la violazione, così come il pagamento di una multa per un’infrazione del codice della strada. Nemmeno i docenti ultracinquantenni, dunque, possono essere giudicati negativamente e sottoposti per questo a provvedimenti punitivi, se non da un punto di vista esclusivamente morale, che come tale è opinabile e in alcun modo può essere fondamento di una norma di legge, altrimenti non saremmo in uno Stato di diritto, ma in uno Stato etico.

Pertanto, non sussistono né motivazioni sanitarie né motivazioni civili ed educative che possano legittimare il demansionamento e il confinamento dei docenti non vaccinati.

Per quanto sopra riteniamo che il trattamento riservato ai docenti non vaccinati riammessi a scuola si configuri come una discriminazione, lesiva del diritto costituzionale all’uguaglianza, e al contempo come un’infrazione del contratto nazionale degli insegnanti, nonché come una umiliazione della dignità professionale e della stessa persona umana dei nostri colleghi. 

Crediamo che tutto questo sia incompatibile con la nostra Costituzione e pertanto chiediamo al governo di ritirare tali provvedimenti.

Invitiamo, infine, tutti i docenti, di ogni ordine e grado, a sottoscrivere questa lettera di solidarietà con i nostri colleghi sospesi e ora riammessi, ricordando che, se si accettano oggi per altri dei provvedimenti ingiustificati, umilianti e lesivi della dignità professionale e personale, corriamo l’enorme rischio che altri provvedimenti di questo genere possano essere presi in futuro per altri motivi e colpire anche noi stessi.

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12 Aprile 2022 – Redazione – di Susanna Bellino

Vorrei con questo scritto risvegliare la consapevolezza dei genitori e degli operatori del mondo della scuola, insegnanti, e dirigenti. Comincio con la citazione di alcune norme del nuovo decreto del 24 marzo, che nonostante la cessazione il 31 marzo dello stato di emergenza, già prorogato oltre i limiti consentiti dalla costituzione, continua a imporre restrizioni.
In particolare i nostri figli continuano a subire la tortura della mascherina a scuola, anche al banco, nonostante i banchi siano distanziati e le finestre sempre aperte.
CI STIAMO PURTROPPO ABITUANDO AD ACCETTARE CHE QUESTA SIA LA NORMALITÀ, SENZA PENSARE AL DANNO PER LA SALUTE FISICA E MENTALE DEI NOSTRI BAMBINI E RAGAZZI, OBBLIGATI DA DUE ANNI PER MOLTE ORE AL GIORNO A QUESTO SUPPLIZIO.
Noi adulti quante volte ci abbassiamo la mascherina? Quante volte la togliamo per avere un po’ di sollievo?
Il ministro dell’ istruzione il 18 marzo in un’intervista a radio 1 – ha affermato che da maggio si potrà tornare a scuola senza mascherina, mentre pochi giorni dopo, il 24 marzo, l’articolo 9 dell’ennesimo decreto dice espressamente che la mascherina sarà obbligatoria fino alla fine dell’anno scolastico
POSSIAMO ACCETTARE SENZA BATTERE CIGLIO CHE I NOSTRI FIGLI SIANO OBBLIGATI A
COME
RESPIRARE CON AFFANNO PER TANTE ORE AL GIORNO? SIAMO DAVVERO CONSAPEVOLI DEGLI
EFFETTI NEGATIVI CHE LA MASCHERINA PROVOCA ALLA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI O – COME
STRUZZI – NON VOGLIAMO PRENDERNE COSCIENZA, PERCHÉ COSÌ È PIÙ FACILE PER NOI,
“IGNARI”, MANDARLI A SCUOLA IN QUESTE CONDIZIONI?
Fino alla conclusione dell’anno scolastico 2021-2022, nelle
istituzioni e nelle scuole di cui al presente articolo nonche’ negli
istituti tecnici superiori continuano ad applicarsi le seguenti
misure di sicurezza:
a) e’ fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione
delle vie respiratorie di tipo chirurgico, o di maggiore efficacia
protettiva, fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di eta’,
per i soggetti con patologie o disabilita’ incompatibili con l’uso
dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attivita’
sportive;
Al contrario l’articolo 5 stabilisce l’obbligo di utilizzare la mascherina in tutti i luoghi al chiuso solo fino al 30 aprile:
fino al 30 aprile 2022 e’ fatto
obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie
respiratorie di tipo FFP2 nei seguenti casi:
a) per l’accesso ai seguenti mezzi di traporto e per il loro
utilizzo:
1) aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di
persone;
2) navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto
interregionale;
3) treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario

passeggeri di tipo interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta
Velocita’;
4) autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad
offerta indifferenziata, effettuati su strada in modo continuativo o
periodico su un percorso che collega piu’ di due regioni ed aventi
itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti;
5) autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente;
6) mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o
regionale;
7) mezzi di trasporto scolastico dedicato agli studenti di
scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado;
b) per l’accesso a funivie, cabinovie e seggiovie, qualora
utilizzate con la chiusura delle cupole paravento, con finalita’
turistico-commerciale e anche ove ubicate in comprensori sciistici;
c) per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al
chiuso o all’aperto in sale teatrali, sale da concerto, sale
cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in
altri locali assimilati, nonche’ per gli eventi e le competizioni
sportivi.
2. Fino al 30 aprile 2022 in tutti i luoghi al chiuso diversi da
quelli di cui al comma 1 e con esclusione delle abitazioni private,
e’ fatto obbligo, sull’intero territorio nazionale, di indossare
dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
3. Fino al 30 aprile 2022, in sale da ballo, discoteche e locali
assimilati, al chiuso, e’ fatto obbligo di indossare i dispositivi di
protezione delle vie respiratorie, ad eccezione del momento del
ballo.

Noi accettiamo quindi che si possa già ora ballare senza mascherina (giustamente), ma non muoviamo un dito perché i nostri figli a scuola ne vengano liberati?
Nell’intervista sopra citata, Bianchi afferma che la sua priorità fin dall’inizio è stata favorire la scuola in presenza, e che ha messo in atto tutte le risorse a quel fine. Ma NOI GENITORI NON DOBBIAMO DIMENTICARE che appena il governo si è insediato, Bianchi ha chiuso senza preavviso tutte le scuole di ogni ordine e grado per più di un mese, e NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI di fronte al fatto che non è stata attuata nessuna di quelle misure davvero necessarie per rendere la scuola un luogo sicuro: nessun impianto di aereazione, nessun aumento del numero delle classi per evitare le famigerate classi pollaio, nessun incremento dei trasporti pubblici. Invece da due anni i nostri ragazzi sono obbligati a salire su mezzi di trasporto sovraffollati e a stare in classe con le finestre aperte e con la mascherina, magari però su un bel banco a rotelle…
Ormai il virus – che nel 2020 ci ha terrorizzati – si è indebolito, e le nuove varianti causano anche per gli adulti sintomi lievi, assimilabili a quelli influenzali, tant’è vero che in diversi stati europei è ormai stato classificato come influenza. Esistono le cure. Eppure ciò nonostante e di fronte alla fine ufficiale dello stato di emergenza, la scuola resta un luogo letteralmente “SOFFOCANTE”. Noi genitori dovremmo essere i primi a chiedere, anzi a PRETENDERE che i nostri ragazzi, da

sempre appena sfiorati dalle complicanze della malattia ma i primi a farne le spese, possano tornare liberi di respirare.

Ci sono numerosi studi che sottolineano quanto la mascherina possa nuocere al nostro organismo, ne cito uno su tutti, che risale a un anno fa e che secondo me ben riassume tutti i problemi che possono derivare da un uso prolungato della stessa:
https://www.mdpi.com/1660-4601/18/8/4344
✔️aumento volume dello spazio morto respiratorio (lo spazio morto fisiologico, cioè il volume di aria che non prende parte allo scambio ossigeno/anidride carbonica perchè resta nelle vie respiratorie, aumenta dell’80%)
✔️aumento della resistenza respiratoria ( Lo sforzo dell’apparato respiratorio aumenta del 128%!) ✔️aumento dell’anidride carbonica nel sangue
“Questo virus non uccide più come prima e certe misure che sono state imposte per la salute pubblica
non ci devono più essere
. La mascherina va declinata alle esigenze del singolo e non imposta con
l’obbligo
, l’anziano o la persone fragile la usano? Benissimo ma non deve essere obbligata. Siamo il
paese più conservatore sull’uso delle mascherine. E poi da medico sono stufo,
queste sono misure che noi
non abbiamo preso ma sono state pensate e decise da burocrati
Come si può rimanere indifferenti di fronte agli effetti che i nostri figli subiscono
giorno dopo giorno, indossando le mascherine?

✔️diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue ✔️aumento della frequenza cardiaca
✔️aumento della pressione sanguigna
✔️diminuzione della capacità cardiopolmonare ✔️aumento della frequenza respiratoria
✔️mancanza di respiro e difficoltà respiratorie ✔️cefalea
✔️vertigini […]
✔️ridotta concentrazione
✔️ridotta capacità di pensare ✔️acne, lesioni e irritazioni cutanee”
Oppure provate a leggere ciò che scrivono i dentisti a proposito delle complicanze che insorgono già a livello della bocca.

MASCHERINE A SCUOLA. ANCORA?
È uscito un nuovo enorme studio: 599,314 bambini tra i 3 e gli 11 anni, che studia in particolare l’uso della mascherina a scuola e ha un disegno sperimentale innovativo.
Non è uno studio randomizzato ma hanno utilizzato un disegno quasi sperimentale confrontando i risultati tra bambini con obbligo di mascherine e bambini senza tenendo conto dell’età.
Conferma quindi lo studio randomizzato danese.
Le differenze in termini di incidenza e trasmissione tra i bambini dell’ultimo anno di scuola materna e i bambini del 1° anno di istruzione primaria non sono stati trovati statisticamente significativi. (…)
Ma detto tutto ciò, potrete ancora mandare a scuola i vostri figli con la coscienza a posto perché
siete convinti che la mascherina sia un “sacrificio necessario” per proteggere la salute della
vostra famiglia e della comunità. E invece molti studi hanno dimostrato che l’uso della
mascherina a scuola non ha portato a nessun beneficio da questo punto di vista.
L’obbligo dell’uso della mascherina a scuola non è stato associato a una minore incidenza di
SARS-CoV-2 o di trasmissione del contagio.

Le evidenze a favore dell’uso delle mascherine nelle scuole per ridurre la diffusione del Covid non sono “conclusive”. Un importante studio inglese non ha fornito evidenze chiare di un impatto statisticamente significativo. Lo studio includeva i risultati di 123 scuole in Inghilterra che hanno usato mascherine e confrontati con altri che non l’hanno fatto durante l’onda Delta di Covid. (…)
.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34419199/ https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4046809 https://twitter.com/VPrasadMDMPH/status/1502456414299570179?t=Qlcgpxwu5iQFEba5AxyhOg&s=19 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)00462-7/
Allego anche estratti da un interessante articolo apparso sul fatto quotidiano, scritto da un pediatra e da una epidemiologa
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/17/uso-nelle-mascherine-nelle-scuole-alcuni-studi-ne-hanno- messo-in-dubbio-lefficacia/6454616/
Soprattutto ora che viene confermato che omicron comporta un rischio significativamente
ridotto di malattia grave e siamo tra i paesi con più elevata vaccinazione, dovremmo pensare
alla difficoltà di tenere bambini e ragazzi tante ore fermi al banco con la mascherina. A due
anni dall’inizio della pandemia
Uso nelle mascherine nelle scuole, alcuni studi ne hanno messo in
dubbio l’efficacia
Maurizio Matteoli, pediatra clinico, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica
Ci sono sempre state perplessità sulla necessità dell’uso delle mascherine
se non in contesti specifici, perplessità che, all’inizio della pandemia,
erano condivise da una parte della comunità scientifica.
Ricordiamo che sono stati pubblicati due studi clinici randomizzati sulle
Risultato: nessuna differenza statisticamente significativa
Perplessità ancora maggiori ci sono sull’obbligo
imposto ai bambini durante l’attività scolastica
mascherine. Danmask (pubblicato su archives internal medicine, rivista molto prestigiosa) era stato disegnato per scoprire se c’era una riduzione 50% della positività tra portatori mascherina e non portatori in Danimarca.
. (…)
I forti dubbi riguardano la loro efficacia soprattutto per l’utilizzo
all’aperto, ma non solo.
età compresa tra i 6 e i 10 anni (…)
, specialmente a quelli di
Recentemente il governo inglese ha ammesso che le evidenze a favore dell’uso
delle mascherine nelle scuole per ridurre la diffusione del Covid non
sono “conclusive”
. Uno studio del governo in autunno non ha fornito evidenze
di un impatto statisticamente significativo e altri studi hanno
fornito risultati inconsistenti
(vedi
risultati di 123 scuole in Inghilterra che hanno usato mascherine e
qui, qui
). Lo studio includeva i
confrontati con altri che non l’hanno fatto durante l’onda Delta di Covid.
Le scuole in cui le maschere sono state utilizzate nell’ottobre 2021 hanno
visto una riduzione due o tre settimane dopo delle assenze per Covid
dal

5,3% al 3% – un calo di 2,3 punti percentuali. Nelle scuole che non hanno
usato coperture per il viso le assenze sono scese dal 5,3% al 3,6%
– un calo
di 1,7 punti percentuali. La differenza non era statisticamente
significativa. La pubblicazione riconosce anche che l’uso di mascherine
potrebbe danneggiare l’apprendimento. Anche il 94% dei dirigenti scolastici
e degli insegnanti abbia detto che ha reso più difficile la comunicazione
tra insegnanti e studenti.
(…)
Come indica l’Istituto Superiore di Sanità nella guida che ha pubblicato, le precauzioni da prendere nell’uso delle mascherine sono molte e tra esse: indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna; posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento; se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci; se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani; dopo avere maneggiato una mascherina usata, effettuare il lavaggio o l’igiene delle mani ecc.
In secondo luogo, per adempiere al loro compito, le mascherine devono essere
utilizzate correttamente.
Studi anche recentissimi
(come questo del governo inglese) non
Siamo sicuri che la decisione di “sterilizzare” la loro vita, perché le mascherine fungono da barriera (se utili in tal senso) non solo il coronavirus, ma anche tutti gli altri virus, batteri e miceti con i quali noi tutti veniamo quotidianamente a contatto,
mostrano risultati favorevoli riguardo la riduzione del contagio
con l’uso delle mascherine nelle scuole
evitassero realmente il contatto con il virus, sorge un’altra
perplessità: il sistema immunitario dei bambini di questa età è
in formazione e ha bisogno di essere “allenato”
diventare adulti più sani e meno suscettibili alle infezioni.
sia una buona idea?
, ma qualora le mascherine
Non è che così facendo si corre il
per poterli fare
rischio di rendere più “debole” il loro sistema immunitario che
avrebbe bisogno di essere tenuto in costante esercizio
Ecco quest’ultimo paragrafo mi ha colpita particolarmente. Vorrei che tutti riflettessimo su
queste considerazioni e che facessimo il possibile per risparmiare ai nostri figli questo supplizio
così come
teniamo in esercizio il loro fisico facendo praticare loro uno
sport?
Come potete agire?
Firmare ed inoltrare a amici: iniziativa Liberi Di Respirare, Liberi Di Sorridere: Basta Mascherine A Scuola:

https://www.openpetition.eu/it/petition/online/liberi-di-respirare-liberi-di-sorridere-basta-mascherine-a-scuola

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