c’era una volta Giorgio Gaber e c’è ancora. Eccolo anni fa a parlare dell’America
05 Maggio 2022 – Redazione
UN GIORGIO GABER TARGATO ANNI ‘70 CHE AVEVA GIÀ CAPITO TUTTO NELLA SUA STREPITOSA LUNGIMIRANZA. IN QUESTO SKETCH TELEVISIVO UN’ ANALISI PUNGENTE DEL PIANETA AMERICA E DELLE SUE CONTRADDIZIONI ⤵️
A noi ci hanno insegnato tutti gli americani
Se non c’erano gli americani, a quest’ora noi eravamo europei
Vecchi, pesanti, sempre pensierosi
Con gli abiti grigi e i taxi ancora neri
Non c’è popolo che sia pieno di spunti nuovi come gli americani, e generosi
Gli americani non prendono mai, dànno, dànno
Non c’è popolo più buono degli americani
I tedeschi sono cattivi
È per questo che le guerre gli vengono male
Ma non stanno mai fermi, ci riprovano
Ci hanno il diavolo che li spinge: dai, dai
Intanto dio fa il tifo per gli americani
E secondo me ci influisce
Non è mica uno scalmanato qualsiasi, dio, ci influisce
E il diavolo si incazza. Stupido, prende sempre i cavalli cattivi
Già, ma non può tenere per gli americani
Per loro le guerre sono una missione
Non le hanno mai fatte per prendere, per dare
C’è sempre un premio per chi perde la guerra
Quasi, quasi conviene:
“Congratulazioni, lei ha perso ancora!…” E giù camion di caffè
A loro gli basta regalare
Una volta gli invasori si prendevano tutto del popolo vinto
Donne, religione, scienza, cultura
Loro, no
Non sono capaci
Uno vince la guerra, conquista l’Europa e trova lì una lampada Liberty
Che fa? Il saccheggio è ammesso, la fa sua, no
Civilizzano loro, è una passione
E te ne mettono lì una al quarzo: tutto bianco
E l’Europa, con le sue lucine colorate
I suoi fiumi, le sue tradizioni, i violini, i valzer
E poi luce, e neon, e colori, e vita
E poi ponti, autostrade, grattacieli, aerei, chewin gum
Non c’è popolo più stupido degli americani
Strangers in the night
Exchanging glances, wond’ring in the night
What were the chances, we’d be-
La cultura non li ha mai intaccati
Volutamente. Sì
Perché hanno ragione di diffidare della nostra cultura
Vecchia, elaborata, contorta
Certo, più semplicità, più immediatezza
Loro creano così. Come cagare
A whop bopa-a-lu a whomp bam boo
Tutti-frutti, oh Rudy
Tutti-frutti, oh Rudy
Non c’è popolo più creativo degli americani
Ogni anno ti buttano lì un film, bello, bellissimo
Ma guai se manca un po’ di superficialità necessaria
Sotto sotto c’è sempre un po’ il western
Anche nei manicomi riescono a metterci gli Indiani
È questa è coerenza
Gli americani hanno le idee chiare sui buoni e sui cattivi
Chiarissime, non per teoria, per esperienza
I buoni sono loro
E ti regalano une scatole di sigari, cassette di whisky
Navi, sapone, libertà, computer, abiti usati squali
A me l’America non mi fa niente bene
Troppa libertà, bisogna che glielo dica al dottore
A me l’America mi fa venir voglia di un dittatore
Sì, di un dittatore. Almeno si vede, si riconosce
Non ho mai visto qualcosa che sgretola l’individuo come quella libertà lì
Nemmeno una malattia ti mangia così bene dal di dentro
Come sono geniali gli americani
Te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra
Ognuno suona come vuole e tutti suonano come vuole la libertà
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