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05 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: Sole24ore

Ancora fibrillazioni nella maggioranza di governo: il premier da Strasburgo attacca il Superbonus, l’ex premier contesta l’invio di armi all’Ucraina

«Il nostro governo fa del clima e della transizione i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo». Così in sintesi Mario Draghi nel suo intervento di replica alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. L’affondo contro la misura simbolo del M5s e dell’ex premier Giuseppe Conte è durissimo: «Il costo degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni è più che triplicato, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo». Non è certo la prima volta che il premier esprime i suoi dubbi sulla «bandiera» del M5s, ma non era mai stato così tranchant.

La frattura con gli M5S

E per di più in un consesso alto come il Parlamento europeo. Ma non è un caso che le parole di Draghi arrivino dopo lo strappo di lunedì sera in Consiglio dei ministri con i Cinquestelle, che al momento del voto hanno abbandonato la riunione. La ragione è nota: l’inserimento della norma sugli inceneritori che dà di fatto il via libera alla realizzazione del termovalorizzatore a Roma, come deciso dal sindaco dem Roberto Gualtieri. Giuseppe Conte parla esplicitamente di «ricatto» e di «scorrettezza gravissima» mentre il Garante Beppe Grillo tuona contro «i competenti del nulla, i competenti degli inceneritori e della spazzatura».

La posizione di Conte sulle armi all’Ucraina

A peggiorare ulteriormente i rapporti è anche (se non soprattutto) la posizione di Conte sulla guerra in Ucraina e in particolare sulle armi, con quella insistente richiesta al premier di presentarsi in Aula a breve, prima del viaggio in Usa da Joe Biden fissato per il 10 maggio, e formalizzata dal capogruppo alla Camera Davide Crippa proprio mentre Draghi parlava a Strasburgo. Richiesta sulla quale si ricostruisce subito il vecchio asse gialloverde: Salvini coglie la palla al balzo per far sapere che anche lui vuole il premier in Parlamento per riferire su «quali armi stiamo inviando» e «a chi vanno». Il leader della Lega arriva a rimpiangere Donald Trump: «Con lui abbiamo vissuto anni di pace. Guarda caso, quando tornano al governo i democratici tornano i venti di guerra». Non proprio un viatico al vis a vische attende Draghi con il presidente Usa Biden. Da Palazzo Chigi silenzio totale. Nessuna risposta alla richiesta di Conte e Salvini, che viene letta probabilmente come pretestuosa. Quello che aveva da dire il premier, sia sulla linea da tenere a sostegno dell’Ucraina sia sul superbonus, lo ha esplicitato nell’intervento davanti al Parlamento Ue.

La partita del Dl Taglia-prezzi

Ritorsione o meno, le parole di Draghi contro il superbonus sono uno schiaffo in pieno viso per i 5 Stelle, che da settimane spingono per rafforzare lo strumento, per esempio estendendo la cedibilità dei crediti d’imposta per favorire gli investimenti verdi delle imprese. Anche tramite emendamenti al decreto Taglia-prezzi ora in discussione in Senato: uno di questi, ossia la proroga dal 30 giugno al 30 settembre del termine riservato alle case unifamiliari per raggiungere la soglia del 30% dei lavori, è stato accolto dal governo nel decreto Aiuti appena varato paradossalmente senza il voto del M5s. Dovrebbe essere in arrivo anche la modifica che consentirà la cessione dei crediti anticipata dalla banca al correntista, senza più attendere il quarto passaggio, e in caso contrario il M5s la riproporrà come emendamento al Dl Aiuti che inizierà il suo percorso alla Camera. Altro punto su cui il M5s insiste è poi la cessione frazionata del credito in modo da rendere possibile la partecipazione di più acquirenti. Da qui la dura nota con cui si giudica «irricevibile la perentorietà con cui il premier si è scagliato contro il superbonus al 110%» e si ricorda come la misura «ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier» e che «ha portato commissari europei come Timmermans e Simson ad evidenziarne la portata innovativa».

 

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05 Marzo 2022 – Redazione – Fonte: Il Tirreno

Pur col Green pass da guarigione era stata messa in biblioteca: il giudice del lavoro la rimette in classe.

GROSSETO. Dal Tribunale di Grosseto arriva un provvedimento apripista sul fronte dell’obbligo vaccinale contro il Covid-19 per gli insegnanti. In particolare per coloro che, non vaccinati ma comunque guariti dal Covid e dunque con Green pass rafforzato, si sono ritrovati in un limbo legislativo perché ritenuti inadempienti all’obbligo, e sono stati costretti a lasciare aule e alunni per altre mansioni.

Tutto è nato dal caso di un’insegnante di sostegno di una scuola elementare di Grosseto. A metà dicembre in Italia è stato introdotto l’obbligo per gli insegnanti di essere vaccinati. Di aver cioè completato il ciclo con il richiamo (decreto legge 44 del 2021). Proprio in quei giorni, però, l’insegnante si è ammalata di Covid e dunque non ha fatto in tempo a vaccinarsi. Una volta guarita, ha avuto il Green pass rafforzato, valido – perché derivato dalla guarigione – per sei mesi. E con quello avrebbe potuto continuare a lavorare fino a giugno 2022, quando sarebbero scaduti i sei mesi. A confortarla, a gennaio una Faq del ministero della Salute ribadiva che l’obbligo vaccinale scattava a sei mesi dalla guarigione.

Sennonché a marzo la scuola ha cominciato a chiederle i documenti di avvenuta vaccinazione. Documenti che lei non aveva necessità di avere, dato che l’immunizzazione derivata dalla guarigione le garantiva la copertura. La scuola però non ha sentito ragioni e l’11 aprile l’ha sospesa dall’attività di insegnamento e l’ha messa a lavorare in biblioteca e in amministrazione.

L’insegnante si è dunque rivolta all’avvocata Lavinia Mensi. «L’amministrazione scolastica – spiega Mensi – ha agito sulla base di una circolare del ministero dell’Istruzione che discrimina l’adempimento dell’obbligo vaccinale a prescindere dalla validità del Green pass, facendolo scattare a 90 giorni dalla guarigione oppure a 120 giorni dalla somministrazione del vaccino».

Come non di rado succede, insomma, un pasticcio di norme contraddittorie: se guarisci dal Covid, hai il Green pass rafforzato per 180 giorni; se però lavori nella scuola, guarisci e non hai il vaccino, lo devi fare entro 90 giorni dalla guarigione. E come l’insegnante grossetana non si contano i casi analoghi in tutto il Paese.

«Scaduti questi intervalli – prosegue Mensi – nonostante il possesso della certificazione verde, questi docenti, anche se non sospesi, sono stati distolti dall’insegnamento». Niente aula, insomma, ma biblioteca o ufficio. Con un effetto collaterale: nel caso della maestra l’orario è di 24 ore settimanali ma, svolgendo attività di natura burocratica e amministrativa, è salito a 36 ore.

Per non parlare dei risvolti umani. La maestra fa sostegno a un bambino. E, quando ne è stata allontanata, il piccolo ne ha risentito. «A causa dell’assenza della sua maestra di riferimento – spiega Mensi – ha subito un trauma e per questo la madre è intervenuta in giudizio per rafforzare le ragioni della docente e insistere per il suo immediato reintegro».

L’avvocata Mensi ha presentato martedì un ricorso urgente al giudice del lavoro di Grosseto, Giuseppe Grosso. Grosso ha accolto le motivazioni dell’insegnante e ha emesso un decreto – senza interpellare l’altra parte, in attesa dell’udienza che ci sarà a fine maggio – ordinando di reintegrare immediatamente la maestra.

Il giudice ha evidenziato l’illegittimità dell’orientamento della circolare ministeriale perché, dice, la norma a cui fare riferimento è solo il decreto legge 52 del 22 aprile 2021 che stabilisce che i guariti si devono vaccinare sei mesi dopo la guarigione. Decreto, poi convertito in legge, in vigore fino al 15 giugno. L’insegnante, insomma, sarebbe ancora in regola. «Questo provvedimento – dice Mensi – è un primo importantissimo precedente in tutto il territorio italiano per tutti i dipendenti della scuola che in questi giorni stanno ricevendo le comunicazioni dai dirigenti per essere adibiti ad altre mansioni». La stessa Mensi sta seguendo altri insegnanti nella stessa situazione. «A questo punto – conclude – si auspica che l’amministrazione scolastica riveda tutte le decisioni nei confronti dei docenti in possesso di certificazione verde rafforzata, anche considerato il profilo erariale, dal momento che questi docenti vengono sostituiti con supplenti, duplicando la retribuzione per un unico posto di lavoro».

 

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05 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: BresciaToday

Malori improvvisi stamattina, giovedì 5 maggio, all’istituto superiore “Tassara- Ghislandi” di via Folgore a Breno (Brescia). Per cause ancora da accertare, sette studenti e tre insegnanti si sono sentiti male, accusando mancanza di ossigeno, fatica a respirare e prurito.

L’allarme è scattato verso le 9.30, quando alcuni studenti – tutti di età compresa tra i 16 e i 17 anni – e tre docenti, che stavano partecipando ad un concorso pubblico, avrebbero lamentato una mancanza di ossigeno e dello strano e fastidioso prurito.

Come previsto dal protocollo della scuola, tutti gli alunni sono stati fatti uscire dalle rispettive aule e l’edificio è stato evacuato. Nel frattempo è scattata la chiamata al 112: sul posto, oltre a due squadre dei vigili del fuoco di Breno e Darfo Boario Terme, si sono precipitate due ambulanze, un’auto medica e i carabinieri.

I pompieri e i militari stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso per verificare cosa abbia dato origine ai malesseri. Pare fin da ora esclusa l’ipotesi della fuga di gas, dato che la sostanza che avrebbe causato i malori sarebbe inodore. Alcuni studenti sono stati trasportati, in codice verde, all’ospedale di Esine.

 

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5 Maggio 2022 – Redazione – La Verità

«Anche i giornaloni cominciano a interrogarsi sulle ragioni del piglio marziale adottato da Mario Draghi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Il Financial Times ha scritto che la svolta impressa dal presidente del Consiglio ha messo fine all’amicizia di lungo corso tra Mosca e Roma, segnando uno dei più grandi cambiamenti di politica estera in Europa degli ultimi anni». Così inizia l’editoriale di Maurizio Belpietro oggi su La Verità.

«La Stampa a ruota ha annotato che negli ambienti politici e ministeriali circola con sempre maggior frequenza l’ipotesi che il premier stia meditando di pilotare una crisi di governo prima della fine della legislatura, mandando il Paese alle elezioni nel prossimo autunno».

Draghi nuovo segretario della NATO?
«A dire il vero del nuovo approccio di Draghi siamo stati i primi a parlare – ricorda Belpietro – accennando al fatto che l’ex governatore della Banca centrale europea non vede l’ora di lasciare la poltrona di Palazzo Chigi per guadagnare quella di segretario generale della Nato. Per questo avrebbe alzato i toni e indossato la divisa, adottando un portamento militaresco. Il suo intervento dell’altro ieri a Strasburgo sembra confermarlo, dato che il premier ha parlato di esercito europeo e di come riorganizzare l’Alleanza atlantica, argomenti che fino a pochi mesi fa non erano certo nelle sue corde».

Lega e M5S fanno i “pacifisti”
Il direttore de La Verità sospetta «che il capo del governo voglia abbreviare la sua esperienza politica alla guida di una maggioranza multicolore concorrono anche altri fattori. Tra questi la voglia di rimettere mano al bonus del 110 per cento, fiore all’occhiello di quel fine economista che risponde al nome di Giuseppe Conte. Se Draghi vuole far cascare il castello delle agevolazioni sulle ristrutturazioni edili, rischiando di far cadere anche l’esecutivo, non è certo un caso. L’uomo sa benissimo che il governo è in equilibrio su una corda sottile che rischia di spezzarsi. I 5 stelle hanno sposato la linea pacifista di chi non intende inviare armi all’Ucraina e in Parlamento sono pronti a fare barricate. Aprire un altro fronte, sul bonus, dunque, può solo aggravare la precarietà della maggioranza, dato che anche la Lega su armi e agevolazioni edilizie condivide gran parte delle perplessità grilline».

Anticipato il Documento di economia e finanza
«Ma ad accentuare il sospetto che l’ex governatore prepari le condizioni per un addio c’è anche un altro elemento. – scrive Belpietro – Curiosamente il premier ha anticipato la preparazione del Documento di economia e finanza, ovvero del bilancio preventivo, un atto che di solito è predisposto da settembre in poi, per essere approvato in autunno. Quest’anno Draghivuole invece anticipare le scadenze, quasi avesse fretta di fare i compiti per poi avere le mani libere. Da sempre il principale scoglio di una campagna elettorale a ottobre è la manovra di fine anno: il Paese non può essere lasciato senza un aggiustamento di bilancio e privo di un documento di previsione economica. Ma se il tutto viene anticipato a prima delle vacanze estive il problema è risolto. Eliminato l’ostacolo, la crisi di governo non è più argomento tabù e nemmeno le elezioni».

Pronta la “Grossa Fregatura”
«Sarà un caso, ma all’improvviso Enrico Letta si è messo a parlare di legge elettorale, quasi che con la guerra alle porte e una recessione alle viste questo sia l’argomento più importante. A chi interessa il sistema con cui si nominano gli onorevoli? Ovvio, a chi si prepara a una campagna elettorale e pensa a quale sia il mezzo migliore per assicurarsi anche in futuro la guida del Paese». Detto ciò, – conclude il direttore della Verità – mentre Draghi non vede l’ora di voltare le spalle a Palazzo Chigi per occuparsi d’altro e soprattutto non avere a che fare con una maggioranza ballerina, nel Pd puntano a un meccanismo proporzionale con soglia di sbarramento alta. Obiettivo, falciare tutti i cespugli, per rendere determinante, con Camere che avranno 300 onorevoli in meno, l’accordo fra grandi partiti. Insomma, Enrico Lettastudia da premier ed è alla ricerca del modo per organizzare in Parlamento un’altra grande ammucchiata, ovvero un’alleanza fra Partito democratico, centristi, qualche pezzo leghista e forse anche qualche altro gruppo. In Germania la chiamano Grosse Koalition, da noi si traduce in grossa fregatura».

 

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05 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: ticinolibero.ch

A distanza di qualche mese dalle vaccinazioni anti Covid di buona parte della popolazione, qualcuno si interroga ancora sugli effetti avversi. Chi era contrario al vaccino temeva controindicazioni quali problemi cardiaci: ora uno studio israeliano mostra dati allarmanti, anche in Ticino peraltro sono aumentate le chiamate per arresto cardiaco.

Gli arresti cardiaci aumentano in Israele, la curva segue quella dei vaccini

Nel periodo gennaio-maggio 2021, in Israele è stato rilevato un aumento di oltre il 25% delle chiamate per arresto cardiaco e per sindrome coronarica acuta nelle persone tra i 16 e i 39 anni. Gli stessi numeri sono rimasti pressochè stabili tra il 2019 e il 2020, per poi impennarsi proprio nel periodo in cui si è iniziato a vaccinare. La curva nei mesi successivi pare seguire quella del vaccinati: aumentano entrambe in modo simile. Lo stesso non vale con gli arresti cardiaci e le sindromi coronarie e i casi di Covid (era successo nella prima ondata ma non nelle successive).

Stando alle date, un primo aumento delle chiamate per problemi cardiaci è avvenuto all’inizio del 2021, in concomitanza con la somministrazione della seconda dose, per poi conoscere un nuovo picco a partire da metà aprile, quando i guariti dal Covid hanno ricevuto le dosi singole.

In Ticino arresti cardiaci più 5,6%

Per quanto riguarda il Ticino, dal comunicato di Polizia in merito al tradizionale incontro informativo tra gli enti di primo intervento non sanitari (EPINS) nel contesto della rianimazione cardiopolmonare svoltosi nei giorni scorsi a Noranco, si evince come nel 2021 ” si è visto un aumento degli interventi per allarmi AED per persone in arresto cardiaco (+5,6% rispetto al 2020)”.

Intanto continuano a essere presenti le miocarditi

Che la miocardite sia uno dei possibili effetti collaterali si sa da tempo, lo aveva specificato anche Swissmedic (leggi qui). Ora spunta uno studio di Jama Cardiology effettuato in Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia, i cui risultati affermano che i giovani vaccinati, tra i 12 e i 24 anni, hanno un rischio maggiore di avere questa problematica rispetto a chi non ha ricevuto le dosi del vaccino.

“Il rischio di miocardite accertato dovrebbe essere bilanciato con i benefici della protezione contro il Covid”, scrive la rivista. Parole pesanti, dopo aver preso in considerazione 23 milioni di giovanissimi.

A essere maggiormente in pericolo sono gli uomini tra i 16 e i 24 anni. I dati dicono che chi ha ricevuto Moderna è maggiormente esposto al rischio.

Peraltro, sempre sul tema, uno studio del Journal of Pediatrics, ripreso dal Wall Street Journal, ha riferito anomalie cardiache (riscontrate con risonanza magnetica 3-8 mesi dopo la vaccinazione) nel 69% dei bambini con miocardite post vaccino.

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05 Maggio 2022 – Redazione – di Chiara Madaro- Fonte: European Consumers

Il 21 marzo 2022 a Berlino ha avuto luogo una audizione pubblica di esperti in tema di ‘vaccinazione obbligatoria’.

La notizia è stata divulgata in Italia dagli Avv. Mauro Sandri e Giulio Marini durante una diretta del 14 aprile 2022.

L’iniziativa è stata voluta da KRiStA, una rete di giudici e pubblici ministeri critici rispetto alla deriva antidemocratica cui assistiamo dall’avvento della malattia da Covid19[1].

I giuristi tedeschi rilevano in un documento una sostanziale incompatibilità tra la Legge, i fondamenti vincolanti del diritto internazionale e l’ipotesi di rendere obbligatoria la ‘vaccinazione’ contro il Covid19.

In particolare il documento focalizza fin dal principio un tema che per KRiStA non è stato sufficientemente approfondito ossia “(…)il fatto che lo Stato uccida deliberatamente le persone attraverso la vaccinazione obbligatoria – anche se in numero esiguo rispetto al totale delle persone vaccinate”. Un fatto incompatibile con la dignità umana e la Legge fondamentale.

Si ravvede in particolare la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

I giuristi entrano, quindi, nel merito delle violazioni, esaminano il tema della violazione del diritto alla vita e affermano: “La vaccinazione causa inevitabilmente anche la morte umana come effetto collaterale. I decessi ora sono stati registrati in gran numero. Il numero di ulteriori segnalazioni di sospette ricadute è allarmante. Nel suo rapporto del 27 febbraio 2022 (sicherheitsbericht-27-12-20-bis-31-12-21), dal 27.12.2020 al 31 dicembre 2021, il Paul-Ehrlich-Institut (PEI) ha registrato 2.255 casi sospetti di esito fatale della vaccinazione”.

Dunque i giuristi non usano mezzi termini e chiariscono: “Per dirla in poche parole da un punto di vista legale: ordinando la vaccinazione obbligatoria, lo Stato sta uccidendo intenzionalmente delle persone”.

Da un punto di vista giuridico per gli esperti tedeschi è irrilevante che al momento dell’ordinanza non sia ancora chiaro chi sarà interessato dagli eventi avversi: si tratta, comunque, di un tentativo di omicidio perché sussiste il ‘dolus eventuale’, il caso in cui chi agisce (il Governo o chi spinge all’obbligo) considera possibile – seppur remota e spiacevole – la morte di una persona ma accetta ugualmente l’eventualità per raggiungere un altro obiettivo. In questo caso, osservano i giuristi, le vittime non sono possibili ma certe.

Dunque queste considerazioni contrastano con l’escalation retorica nei confronti di chi non si è sottoposto al siero Covid  e con il tentativo di fare di queste persone un mero oggetto dell’azione statale reificandole e privandole dei loro diritti naturali, paragonandole ad un pericolo per altre persone, un pericolo da eliminare o ridurre, senza prendere in minima considerazione la quantità di persone che muoiono in conseguenza della vaccinazione. Nella loro logica stringente i giuristi affermano quindi che non è possibile sostenere “(..) che la vaccinazione serva anche a proteggere coloro che sono stati vaccinati. Inutile dire che la vaccinazione non serve ai titolari dei diritti fondamentali colpiti, perché le loro vite sono state tolte”.  D’altra parte – riconoscono – ad ognuno di noi è riconosciuto il diritto di mettere in pericolo la propria vita fino alla morte (ad esempio con la pratica di sport estremi o di stili di vita dannosi).

Le medesime considerazioni vanno applicate per le persone che hanno ‘solo’ subito danni alla salute o disabilità gravi permanenti (piuttosto che morte): anche a loro vengono inflitte gravi sofferenze in quanto oggetto dell’azione dello Stato.

Ulteriori diritti negati dall’obbligo vaccinale sono il diritto all’integrità fisica, alla libertà di credo e coscienza, all’educazione genitoriale dei figli, alla libertà di impiego, all’autodeterminazione informativa.

I giuristi tedeschi passano, quindi, ad esaminare la violazione di quanto stabilito dal Patto civile delle Nazioni Unite. In particolare l’obbligo vaccinale viola il divieto di forzare alla partecipazione ad esperimenti medici o scientifici, il diritto all’integrità fisica e mentale e il diritto alla vita.

L’art. 7 del Patto civile delle Nazioni Unite vieta la tortura o i trattamenti crudeli, disumani o degradanti e afferma: “ In particolare, nessuno può essere sottoposto a esperimenti medici o scientifici senza il suo consenso volontario”. La ratio del documento ONU è di tentare di evitare che si ripetano le atrocità commesse nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Questi diritti non possono essere limitati in alcun caso: nemmeno durante uno stato di emergenza dichiarato o una guerra gli Stati possono venir meno o annullare i propri obblighi.

I giuristi ricordano, quindi, come la questione del divieto alla partecipazione obbligatoria ad una sperimentazione medica o scientifica sia talmente importante da emergere in vari documenti internazionali vincolanti. Ad esempio dalla Convenzione di Oviedo o Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina elaborata dal Consiglio d’Europa del 1997 e dal Protocollo addizionale sulla ricerca del 2005 ma anche dalla Dichiarazione sulla Bioetica e i Diritti Umani del 2005 ma anche dal Codice di Norimberga del 1947, così spesso evocato in questi anni, riconosciuto come diritto internazionale consuetudinario e vincolante anche presso i tribunali statunitensi.

Si rammenta la fondamentale importanza delconsenso volontario e informato nel momento in cui si decide di sottoporsi ad una sperimentazione. Chi avvia una sperimentazione dovrebbe, quindi, rendere noto scopo e natura dell’esperimento e non dovrebbe mettere in atto alcuna forma di coercizione, inganno o pressione. Le persone sperimentate dovrebbero, inoltre, essere informate sulla evoluzione della sperimentazione e su nuovi rischi riscontrati, sulle possibili incertezze e quindi in ogni momento è possibile sottrarsi alla sperimentazione.

I vaccini in uso in Germania – gli stessi inoculati in Italia – devono, per i giuristi tedeschi, definirsi sperimentali come d’altra parte conferma la stessa EMA Agenzia Europea del Farmaco, che ha approvato in via condizionata questi sieri. I titolari di licenza condizionata dovranno, a fine sperimentazione, presentare dati positivi in merito al rapporto rischi/benefici. Gli studi clinici verranno terminati solo tra il 2023 e il 2024 e questo conferisce indubbiamente carattere sperimentale ai sieri.

Ad oggi sicurezza ed efficacia dei sieri Covid non è ancora messa in chiaro e d’altra parte è condivisa la riflessione nel mondo scientifico secondo cui le nuove tecnologie basate sui geni sono state sviluppate alla ‘velocità della luce’ invece dei 10-15 anni altrimenti necessari.

KRiStA spiega, quindi, come i ‘vaccini’ in sperimentazione non siano vaccini classici maimmunoterapia basata sui geni. Attraverso queste terapie tutte le cellule del corpo vengono geneticamente modificate in modo da produrre automaticamente le proteine spike caratteristiche dell’involucro del virus SARS-CoV-2 e contro cui l’organismo umano dovrebbe generare anticorpi. Dunque lo scopo di questi sieri non è l’immunizzazione ma la prevenzione.

La stessa OMS si riferisce a questi sieri come‘vaccini investigativi’. Dunque qualsiasi forma di coercizione riguardo la sottomissione alla sperimentazione in atto viola le norme precedentemente elencate. Tra le forme di coercizione vi sono anche le forzature indirette come pressioni e incentivi a partecipare a iniziative scientifiche o mediche ed esperimenti, la minaccia della perdita del lavoro, l’esclusione dalla vita sociale e culturale, dalle istituzioni educative ecc. ma anche la corretta informazione sui trattamenti medici alternativi.

Questo tipo di iniziative secondo i giuristi minaccia anche il diritto all’integrità fisica e mentale delle persone, diritti assicurati dalla CEDU e dal Patto Civile delle Nazioni Unite, come anche il diritto alla vita privata, il divieto di tortura o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, il diritto all’autodeterminazione. Eppure, notano i giuristi, i vaccini attualmente disponibili contro il COVID-19 non prevengono né l’infezione né il contagio, nel migliore dei casi proteggono contro un decorso grave per un certo periodo di tempo e non è chiaro come la vaccinazione obbligatoria contribuisca alla protezione della salute pubblica sia per il basso tasso di mortalità dovuto all’infezione da Covi19 che all’esistenza di trattamenti alternativi efficaci, sia perché i ‘vaccini’ in questione non possono essere definiti ‘sicuri’. Agli inizi di marzo 2022 – ricordano i giuristi – c’erano 25.158 decessi sospetti nel VAERS, il sistema di segnalazione di eventi avversi statunitense, e 23.078 in EudraVigilance, l’omologo europeo.

La vaccinazione viola, inoltre, il diritto alla vita sancito dalla CEDU e dal Patto civile delle Nazioni Unite che non ammettono ‘uccisioni di Stato’ se non nel corso di operazioni militari eccezionali.

Con questo documento vengono a cadere una volta per tutte le mendaci affermazioni che abbiamo visto ripetersi in Italia in questi mesi da funzionari governativi e sedicenti esperti: i sieri non sono sperimentali, non sono terapie geniche e non entrano nelle cellule. Affermazioni false e perseguibili penalmente in Germania come in ogni parte del mondo così come le abominevoli forme di coercizione dirette e indirette, le informazioni parziali e scorrette, la crudeltà inflitta da chi non poteva non sapere.

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4 Maggio 2022 – Redazione – di Marcello Pamio

Il patron di Tesla Motors, Elon Musk sta lavorando a uno smartphone futuristico. Ovviamente i piani di produzione e di sviluppo del prodotto sono top secret e non trapela nulla.

Molto probabilmente si chiamerà Model Pi e sarà lanciato alla fine del prossimo anno o all’inizio del 2024. Lo smartphone avrà una funzionalità integrata per ottenere l’accesso a Starlink (la serie di satelliti in orbita bassa lanciati di Musk) che consentirà agli utenti di navigare senza le reti di telecomunicazioni terrestri. Sarà anche integrato con le auto Tesla, ma la chicca finale è che supporterà sicuramente Neuralink (la società che lavora ai chip impiantabili nel cervello umano), la tecnologia che permetterà agli utenti di controllare i dispositivi con i propri pensieri. O viceversa! 

Quindi il cellulare di Mask, da usare con i satelliti di Musk, per le auto di Musk, e che interagirà con il cervello di Musk. Il miliardario transumanista così facendo gestirà tutte le informazioni e i dati che viaggiano nell’etere, ma anche i cervelli dei propri clienti…

 

Fonte: ⤵️

https://www.thenationalnews.com/business/technology/2022/03/17/what-we-know-so-far-about-teslas-rumoured-model-pi-smartphone/

 

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04 Maggio 2022 – Redazione

Per le sale non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”.

Singolare e provocatoria protesta di un gruppo di sale cinematografiche contro l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 al cinema: dal primo maggio in regalo un lecca-lecca a chi compra un biglietto.

“Dal momento che in molti luoghi più a rischio l’obbligo della Ffp2 è stato tolto – spiegano in un comunicato -, in alcuni casi già da tempo (e in alcuni casi non vi è più nemmeno obbligo, in nessun momento, di alcun dispositivo di protezione, come in ristoranti, bar e discoteche), molti esercenti hanno deciso di unirsi in un’azione di protesta pacifica, una dolce provocazione che di fatto, consentirà a chi vorrà di continuare a indossare la Ffp2 e a chi non vorrà di abbassarla, almeno per un po’, nel pieno rispetto della legalità. Già da qualche tempo è infatti consentito abbassare la mascherina in sala quando si consumano cibi o bevande”.

Non si tratta di un invito alla disobbedienza, ma di un modo per “smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma”. L’augurio è che “l’iniziativa possa allargarsi nei prossimi giorni a sempre più sale” spiegano in un comunicato i 19 cinema che hanno già aderito dal Cinema Italia di Belluno, al Beltrade e Wanted Cinema di Milano, dal cinema Nuovo di La Spezia al multisala Iris di Messina.

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04 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Una nuova serie di documenti Pfizer citati in giudizio sul vaccino mRNA “Comirnaty” è stato rilasciato.

L’FDA inizialmente aveva chiesto di rilasciarli nel 2076.

Successivamente e grazie alle azioni legali intraprese contro l’agenzia, un giudice federale ha respinto sonoramente l’assurda richiesta e ha ordinato alla FDA di produrre tutti i dati in lotti di 55.000 pagine al mese.

Il primo lotto di documenti prodotti nel novembre 2021, che ammontava a sole 500 pagine, ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino nei primi 90 giorni successivi al rilascio del vaccino COVID Pfizer-BioNTech.

Il 1° marzo l’FDA ha rilasciato la prima tranche di  10.000 pagine di documentazione Pfizer.

La successiva tranche di quei documenti Pfizer è stata rilasciata il 1 ° aprile. Ci sono altre 11.043 pagine che erano state citate in giudizio dalla FDA degli Stati Uniti. Il nuovo lotto di documenti include anche una versione non redatta di un rapporto post-commercializzazione.

Ora un altro lotto di documenti sui vaccini Pfizer della FDA è stato prodotto (90.702 pagine), disponibile presso Public Health and Medical Professionals for Transparency. La versione di questo mese include 80.000 pagine…

 

CLICCA SUL LINK PER CONSULTARE I NUOVI DOCUMENTI (pagine 7 e 8 ) SU:⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://phmpt.org/pfizers-documents/

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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04 Maggio 2022 – Redazione

Al teatro Ghione di Roma in «Pace proibita», Moni Ovadia, artista, scrittore e intellettuale ebreo, parla del Battaglione Azov, dei neonazisti in Ucraina e dell’indifferenza dell’occidente di fronte a questo pericolo internazionale.

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