Gli effetti collaterali della guerra in Ucraina si fanno sentire nella dorata Costa Smeralda. Dopo l’embargo Ue agli oligarchi russi che rientrano nella sfera d’influenze di Putin, i miliardari che hanno visto congelati i loro affari oltre cortina, iniziano a licenziare i lavoratori delle proprietà di lusso nel paradiso vip della Sardegna.
«Stamattina ho ricevuto decine di segnalazioni da lavoratori ai quali è stato comunicato che da lunedì non dovranno più recarsi al lavoro» racconta Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl Gallura. A ricevere il benservito dai finanzieri e industriali che sono proprietari di decine di ville e immobili della Costa Smeralda e di questo angolo di Sardegna, sono manutentori, giardinieri, addetti alla sicurezza, amministratori. E con i loro licenziamenti stanno arrivando anche disdette su disdette a numerose imprese edili locali impegnati in lavori di riqualificazione e manutenzione delle splendenti proprietà immobiliari dei magnati russi.
Un disastro per il turismo sardo
«La nostra è una realtà nella quale vi è una ingente presenza di capitali ed investimenti, sotto forma di sontuose ville e mega yacht che fanno capo a tante società riconducibili ad oligarchi, finanzieri e milionari russi», continua Idili. In Gallura, secondo l’Osservatorio Sardegna turismo, trascorrono le vacanze oltre 40 mila russi, per un totale di 220 mila presenze.
E IL CRETINO DEL MINISTRO DI MAIO CHE TRA L’ALTRO, E’ FIDANZATO CON UNA RAGAZZA SARDA, IERI E’ STATO CAPACE DI DIRE ⤵️
A NOI SEMBRA CHE STIA ANDANDO SEMPRE PIU’ NEL BARATRO QUELLA ITALIANA
“PER QUANTO NON SI POSSA DIRE PUBBLICAMENTE IL FATTO E’ CHE L’EUROPA, PER NASCERE, HA BISOGNO DI UNA FORTE TENSIONE RUSSO/AMERICANA E NON DELLA DISTENSIONE. COSI COME PER CONSOLIDARSI, ESSA, AVRÀ BISOGNO DI UNA GUERRA CONTRO L’UNIONE SOVIETICA, DA SAPER FARE AL MOMENTO BUONO.
TRATTO DA: (DIARIO EUROPEO 1948-1969. DI ALTIERO SPINELLI )PAG. 175 ED. IL MULINO
QUESTA LA DICHIARAZIONE DI UNO DEI PADRI FONDATORI DELL’EUROPA CHE, DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, VENNE FATTO PRIGIONIERO NELL’ISOLA DI VENTOTENE. L’UOMO, PARTENDO DA UN SOGNO PACIFISTA CHE RESE NOTO AL MONDO SCRIVENDO IL FAMOSO “MANIFESTO” DURANTE LA RECLUSIONE, PASSO’ AL DISINCANTO, PREVEDENDO GIA’ DURANTE GLI ANNI DELLA GUERRA FREDDA (1947-1953), QUELLO CHE SAREBBE ACCADUTO TRA EST E OVEST NEI DECENNI A VENIRE E FINO AI NOSTRI GIORNI.( OGGI SCRIVIAMO USA-RUSSIA, MA AI TEMPI DI SPINELLI ERA USA E URSS).
NON AGGIUNGIAMO ULTERIORI E INUTILI SCONTATI COMMENTI, SU UNA GUERRA ECONOMICA E MONDIALISTA, GIÀ PROGETTATA E PROGRAMMATA DA TEMPO, E PORTATA A COMPIMENTO CON L’ELEZIONE DEL GUERRAFONDAIO DEMOCRATICO BIDEN, E DEL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY (FIGURA ALQUANTO DISCUTIBILE PER ORIGINE E TRASCORSI.
MA PER I POTENTI DELLA TERRA IL DADO E’ TRATTO. IL TEMPO NON PROTEGGERA’ E PERDONERA’ I LORO ATTI.È QUESTIONE DI POCO
Ovunque in rete si moltiplicano fake news sulla guerra in Ucraina, spesso accreditate da “autorevoli” quotidiani e telegiornali italiani. Ecco un riassunto di tutte le bufale di questi giorni
Con l’esplosione della guerra fra Russia e Ucraina esplodono anche le fake news sui giornali, quotidiani e internet. Sono tanti i contenuti, siano essi foto, video o semplici informazioni, erroneamente riportati. Alcuni sono veri e propri fake, altri maliziosamente male interpretati, mentre altri infine denotano una certa pigrizia da parte dei giornalisti. Tutte queste bufale, come al solito, vanno a sfavore della Russia e cercavo di dipingere il conflitto come un mero atto di pazzia da parte del dittatore folle Vladimir Putin. Che in queste ore viene raffigurato sempre più come un Hitler del ventunesimo secolo. Andiamo più nel dettaglio e cerchiamo di catalogare tutte le fake raccontate in queste ore.
La copertina del Time al Tg1
Una delle fake più dibattute in rete riguarda la copertina del Time di prossima uscita nel mese di marzo. Nel corso di un approfondimento durante il Tg1 diretto da Monica Maggioni è stata mostrata in anteprima. Invece, però, di quella originale raffigurante un carro armato russo il notiziario di Rai 1 ne ha mostrata una finta nella quale si vede una foto di Putin sovrapposta a un’altra di Hitler. La Maggioni si è in seguito scusata per l’incidente.
Il carro armato ucraino
In uno dei primi giorni del conflitto sono circolate in rete le immagini di un carro armato che, forse intenzionalmente, sbandando investiva il conducente di un’auto che gli stava passando accanto in senso opposto. In molti si sono affrettati a catalogare il fatto come un gesto gratuito, derivante dalla mera crudeltà dei soldati russi. In realtà il carro armato era parte delle forze ucraine e l’incidente è stato a tutti gli effetti un incidente. L’autista dell’auto ne è poi uscito illeso.
Il Tg2 manda in onda un videogioco
Una delle fake maggiormente degne di nota riguarda ancora una volta un telegiornale Rai. Stavolta è il Tg2 a cascarci. Durante le prime ore del conflitto ha mandato in onda le immagini di un videogioco – War Thunder – spacciandole come la prova di un bombardamento avvenuto a Kiev. Un servizio ripreso poi dalle edizioni serali dei principali notiziari Rai. Talmente grossolano come errore da avere provocato dei malumori anche in Commissione Vigilanza Rai.
Il missile contro l’edificio
È stato diffuso dall’emittente Nexta il video di un missile lanciato a Kiev terminato contro un palazzo abitato da civili. Le immagini, indubbiamente forti, hanno catturato anche l’attenzione delministro degli esteri Luigi Di Maio: “Stanno bombardando anche gli edifici residenziali – scrive su Facebook il 26 febbraio – Tra le vittime di questi terribili bombardamenti, sempre di più negli ultimi giorni, ci sono centinaia di civili, e tra questi anche diversi bambini”. Sono diversi gli organi di stampa che hanno riportato la notizia come un attacco russo. Peccato che il gesto sia stato smentito direttamente dal Cremlino e probabilmente sarebbe da imputare a un errore ucraino, come riporta Francesco Santoianni su L’Antidiplomatico: “Il Corriere della Sera riferendosi allo stesso video diffuso da di Maio aveva specificato che ‘Potrebbe essersi trattato di un missile antiaereo ucraino che ha avuto un malfunzionamento’”. Intanto il post di Di Maio rimane ancora visibile sui social.
Gli aerei da caccia nei cieli ucraini
Uno dei primi video circolati con lo scoppio del conflitto in Ucraina è stato quello di una lunga serie di caccia che sorvolavano i cieli ucraini. In un’atmosfera lugubre, i suoni stridenti e cupi dei velivoli incutevano timore e davano sensazioni quasi apocalittiche. Ancora una volta però si tratta di un filmato vecchio. Gli aerei stavano facendo solamente un’esercitazione, non a febbraio 2022 ma a maggio del 2020.
Rudik, donna eletta al parlamento ucraino dice a Fox News: “Non solo combattiamo per l’Ucraina, combattiamo per il nuovo ordine mondiale”.
membro del parlamento ucraino Kira Rudik ha detto ad alta voce, tutta bella e tranquilla a Fox News, quale sia la posta in gioco nella guerra in Ucraina.
Durante l’intervista, Rudik ha dettagliato gli sforzi che gli ucraini stanno facendo per difendersi dall’azione militare di Putin, sottolineando come innumerevoli civili abbiano “preso le armi” e siano pronti, compresa lei stessa.
Le persone sono “pronte a combattere” per il loro paese, ha detto.
Tuttavia, c’è qualcos’altro per cui stanno combattendo e non c’entra nulla il Donbass o Kiev. Secondo Rudik, il popolo ucraino sta mettendo la propria vita in pericolo per la democrazia nei termini del “Nuovo Ordine Mondiale”.
Rudik ha spiegato:
“Non sono sorpresa nel vedere la determinazione ucraina a combattere. Abbiamo combattuto Putin negli ultimi 8 anni e abbiamo avuto altre tre rivoluzioni nel nostro paese quando non eravamo d’accordo con quello che stava accadendo.
“Ma in questo momento è un momento critico perché sappiamo che non solo combattiamo per l’Ucraina, ma combattiamo per il Nuovo Ordine Mondiale e per i paesi ‘democratici’. Sappiamo che siamo lo scudo per l’Euro. Sappiamo che stiamo proteggendo non solo l’Ucraina, ma stiamo proteggendo tutti gli altri paesi che sarebbero i prossimi ad essere aggrediti se fallissimo. Ecco perché non possiamo fallire”.
Sia chiaro, la guerra mi fa orrore e mi ritengo un non violento.
Non credo nemmeno che al giorno d’oggi ci siano leader particolarmente illuminati o meno stronzi. Oggi sono tuttavia parecchio preoccupato perché questa crisi potrebbe diventare presto molto seria e inglobarci senza nemmeno il tempo di dire “ma”.
Fatta questa doverosa premessa, qualcuno se la ricorda la strage di Odessa, cioè il massacro avvenuto il 2 maggio 2014 presso la Casa dei Sindacati in piazza Euromaidan? In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone
Sapete che nel Donbass, ad oggi, sono state ammazzate circa 15.000 persone, tra cui donne e bambini? Perché questa guerra è nata proprio nel 2014, quando in Ucraina fu compiuto un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti (Biden vicepresidente e Hillary Clinton segretario di Stato) che esautorarono il Presidente ucraino filo-russo Janukovyč (rifugiato a Mosca), presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo-americano.
Dopo il colpo di stato, il nuovo governo emanò delle leggi anti russe. Sappiamo che l’Ucraina è un paese notoriamente diviso in due, a ovest ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad est e in Crimea la popolazione è russa.
Fu così che la Russia con un colpo di mano si riprese la Crimea senza sparare un colpo (perché in quella penisola il 90% della popolazione è russa e fu inoltre condotto un referendum sull’autodeterminazione).
Mentre nelle altre province nazionaliste furono compiute persecuzioni (multe a chi parlava in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano di 15.000 morti fra civili e militari nel Donbass in 7 anni.
Nel 2014 ci fu la strage di Odessa, ma le TV ne parlarono poco, perché forse in quegli anni c’erano altre priorità culturali, tipo il Grande Fratello o Uomini e Donne.
Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile. Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbass, ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
La strage fu principalmente condotta per opera del battaglione “Azov”, cioè un reparto militare ucraino neonazista con compiti militari e di polizia, inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass.
Il reparto è divenuto famoso a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura. Nel 2017 fu eletto Trump e l’Ucraina rimase da sola, a lui non interessava. Ci fu un “cessate il fuoco” e furono intrapresi gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale.
Arriviamo così all’elezione di Biden nel 2021, il quale appena eletto affermò subito che Putin era un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare.
Interessante notare che il figlio di Biden, Hunter, possiede diversi gasdotti in Ucraina per un giro di affari milionari. Biden ha chiesto subito l’ingresso nella Nato dell’Ucraina: inaccettabile per la Russia.
Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca, oltre che su Pechino (infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi).
Da dicembre è così iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra. L’attuale presidente Zelensky è stato incoraggiato a bombardare di nuovo il Donbass per riprenderselo con la promessa americana di un aiuto militare.
LUI CI E’ CASCATO!!!!!
Così la Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribadivano che l’Ucraina avesse il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e renderla uno stato cuscinetto, un po’ come la Svizzera, per il transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Il gigante farmaceutico Pfizer Inc. sta sponsorizzando programmi di formazione giornalistica utilizzati da Facebook per formare i suoi partner di “fact-checking” e censurare storie e post critici sui vaccini COVID-19.
L’International Center For Journalists (ICFJ) – a sua volta finanziato tra gli altri dalla Open Society Foundations – è partner di Meta, la società madre di Facebook, sulla sua iniziativa “Journalism Project”. A sua volta, Facebook si affida ai giornalisti finanziati e formati dall’ICFJ per “combattere la disinformazione” sulla sua piattaforma attraverso la sua controversa operazione di fact-checking.
Insieme, Facebook e l’ICFJ hanno finanziato agenzie di stampa con sede in Africa, America Latina e Medio Oriente con particolare attenzione alla segnalazione di COVID-19.
Il partner di controllo dei fatti di Facebook ICFJ, tuttavia, riceve anche il sostegno finanziario di Pfizer, con la sua Arthur F. Burns Fellowship 2022 recentemente annunciata – dal nome di un ex presidente della Federal Reserve – elenca il gigante farmaceutico come uno degli sponsor del programma.
“Il programma più longevo dell’ICFJ, l’Arthur F. Burns Fellowship, offre ai giovani giornalisti statunitensi, tedeschi e canadesi di talento l’opportunità di vivere e lavorare nel paese dell’altro”, spiega un riassunto del programma. Il programma ha prodotto dozzine di studenti che “ora lavorano come corrispondenti stranieri in 20 paesi per noti organi di informazione, come The Washington Post, Reuters, CNN, ARD, Deutsche Welle e Süddeutsche Zeitung”, secondo l’ICFJ.
Il rapporto finanziario con Pfizer risale almeno al 2008, quando il centro ha collaborato con l’azienda farmaceutica in un “seminario di formazione sulla copertura giornalistica dei problemi di salute” in tutta l’America Latina.
“L’obiettivo del workshop è generare una maggiore consapevolezza sull’importanza della copertura dei problemi di salute nella regione e ricordare come i media possano diventare attori principali quando si tratta di informare ed educare il pubblico sui problemi di salute che influenzano direttamente la tua salute e la qualità della vita”, spiega un riassunto.
L’unico sponsor del workshop, che ha anche affrontato la segnalazione di “malattie cardiovascolari“, è stato Pfizer.
I legami finanziari dissotterrati tra Pfizer e l’operazione di fact-checking di Facebook seguono il gigante farmaceutico che ha ulteriori conflitti di interesse con le agenzie di stampa tra cui Reuters.
_______________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
Il Consiglio dei ministri “ha deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022,con possibilità di revoca in caso di necessità, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.
Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, al termine del vertice cha ha approvato il nuovo decreto con ‘ulteriori misure urgenti contro la crisi in Ucraina’.
In particolare, è arrivato il via libera agli aiuti, anche militari, per Kiev. Inoltre, “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”.
Il “decreto Ucraina” prevede:
l’invio di soldati e mezzi militari sul fronte orientale della Nato;
stanzia fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina;
rafforza, nel periodo del conflitto, l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela degli italiani all’estero e la Protezione civile, che potrà intervenire anche in Ucraina in caso di emergenze umanitarie.
Nel dettaglio, il decreto prende in considerazione l’eventualità per cui del flusso di profughi provenienti dall’Ucraina ce ne siano circa 250.000in arrivo in Italia.
Novità e decisioni che non si fermano al lato del supporto umanitario, ma anche in campo militare. Sul fronte militare infatti il decreto Ucraina prevede, sempre in territorio Nato, l’invio di mezzi e militari italiani. Nel dettaglio:
invio di 250 soldati in Lettonia;
invio di 130 soldati e 14 aerei per il pattugliamento in Romania;
invio di 2 navi, un aereo e 235 marinai per il pattugliamento del Mar Nero.
Inoltre sono state attivate le “forze ad alta prontezza”, cioè un gruppo di 1.350 soldati, 77 mezzi terresti, 2 navali e 5 aerei pronti ad agire in caso di emergenza. Con questi l’Italia ha preparato, in difesa delle zone di confine con l’Ucraina della Nato, un totale di 1.970 soldati.
Infine, per completezza, il decreto Ucraina prevede l’invio di materiale militare non letale gratuitamente, come protezione per i soldati e per lo sminamento.
Stato di emergenza per la fornitura di gas
Vi è poi una parte dedicata al rischio imprevisto per “il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale”. A tal proposito, viene autorizzato in anticipo l’utilizzo di misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gaspreviste in casi di emergenza.
Tale norma permette di ridurre – qualora necessario – la riduzione del consumo di gas nelle centrali elettriche oggi attive, “attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale”.
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Lo ribadisce il presidente dell’ex Paese sovietico, Volodymyr Zelensky, nei minuti in cui si concludono i negoziati tra le due delegazioni a Gomel, al confine con la Bielorussia per porre fine all’attacco contro Kiev.
Il presidente dell’Ucraina Zelenskycontinua a essere in continuo contatto con l’Occidente per chiedere l’ammissione in tempi brevi dell’Ucraina all’Unione europea. Il Capo dello Stato avrebbe infatti firmato la richiesta di adesione all’UE.
Dall’altro lato, Putin continua a ribadire che il “cessate il fuoco” potrà avvenire soltanto nell’eventualità in cui verrà ufficialmente riconosciuta la sovranità della Russia sulla Crimea, insieme alla smilitarizzazione e “denazificazione”del nuovo Stato neutrale ucraino.
Video di Notizie.it ⤵️
Gli ultimi aggiornamenti :
17.58 Mosca-Kiev: «Nuovi colloqui al confine tra Polonia e Bielorussia» Il prossimo round di colloqui tra Russia e Ucraina si terrà al confine tra la Polonia e la Bielorussia. Lo ha reso noto il capo della delegazione di Mosca ai negoziati con Kiev, Vladimir Medinsky.
17.42 Missili su Kiev Tre potenti esplosioni a Kiev, un attacco missilistico non preavvisato dalle sirene, che hanno iniziato a suonare soltanto dopo l’attacco. I missili hanno colpito il quartiere popolare di Darnitsa, a circa 4 km dal centro, dove non si trovano strutture militari, causando certamente ingenti danni e prossibili vittime. La potenza delle esplosioni è stata avvertita fino nella centralissima Maidan, facendo tremare i vetri delle abitazioni.
17.34 Colloqui Mosca-Kiev, negoziatore russo: «Possibili basi per trattative» «Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune». Lo ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei colloqui di oggi con Kiev al confine bielorusso, citato da Interfax
17.12 Conclusi i negoziati Kiev-Mosca I negoziati tra Ucraina e Russia al confine bielorusso si sono conclusi. Lo riporta la Tass, citando fonti dei colloqui. Le due delegazioni tornano in patria per le consultazioni con i rispettivi vertici politici.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato una richiesta ufficiale di adesione accelerata all’Unione europea. Sui social è stato diffuso il documento e una foto del momento della firma, che ritrae Zelensky in abbigliamento militare.
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Bye bye vaccino. A nulla stanno servendo le incivili e antidemocratiche ulteriori restrizioni del governo. Gli over 50, anche quelli non propriamente No vax, stanno disertando gli hub vaccinali. Il motore della campagna vaccinale si è inceppato nonostante l’obbligo introdotto dal governo Draghi. Come spiega Il Sole 24 Ore, “il mese di febbraio si chiude con un volume di immunizzazioni inferiore di un terzo (929mila). La discesa si riflette sulla categoria osservata speciale, quella degli over 50: tra il 28 gennaio e il 4 febbraio le persone in questa fascia d’età che si erano convinte alla vaccinazione erano state 167mila, ridotte ad appena 48.293 nell’ultimo report del governo (19-25 febbraio)”.
In percentuale si tratta di un crollo del 70%. “Se si prende in considerazione tutta la platea vaccinabile, le persone al di sopra dei 5 anni ancora senza alcuna dose di vaccino anti-Covid sono 4.847.910 (-191mila in una settimana). La fascia di età dove sono più numerosi i non vaccinati resta quella pediatrica: 1.615.397, pari al 44% del totale dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Fino al 15 giugno (quindi ben oltre la fine dello stato d’emergenza del 31 marzo), gli over 50 possono accedere ai luoghi di lavoro solo se in possesso del green pass rafforzato (la certificazione verde che si ottiene solo per vaccinazione o guarigione e non non include l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare)”.
Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per chi ha compiuto 50 anni (scattato il 1° febbraio) erano 1,684 milioni le persone che non avevano iniziato il percorso del vaccino anti-Covid. Un percorso lungo e tortuoso partito con due richiami, poi sono diventati tre e ora si parla già di un quarto in autunno. Una cosa mai vista prima. L’adesione dei “renitenti” ha rallentato: da 167.802 prime dosi settimanali, si è passati in sequenza a 111.836, poi a 73.951 e, infine, a 48.293 degli ultimi sette giorni.
Onde evitare una scissione della popolazione stile NoVax in versione bellica, tracciamo dei punti fermi.
Siete tutti con il popolo ucraino?
Sì.
Siete tutti contrari alla guerra?
Sì.
Volete l’immediato cessate il fuoco?
Sì.
La reazione di Putin è stata spropositata?
Sì.
Ora però passiamo al punto di vista geopolitico.
Pensate che Putin potesse tollerare l’espansione della NATO (organizzazione nata in funzione antirussa) ai suoi confini più prossimi?
NO.
Pensate che gli USA e la NATO non sapessero che piazzare missili nelle basi Nato dei paesi della ex Unione Sovietica avrebbe costretto Putin a reagire per una questione di sicurezza nazionale?
Certo che lo sapevano.
Pensate che la UE, i cui paesi fondatori sono tra i principali membri della NATO, non potessero fare nulla per evitarlo?
Certo che avrebbero potuto evitarlo.
Pensate che sia giusto che nel 2014 gli USA finanziarono la rivolta popolare in Ucraina definita Euromaidan per destituire un presidente democraticamente eletto solo perché stava stringendo accordi con la Russia e non con la Unione Europea?
Non mi sembra giusto. Mi sembra una inaccettabile ingerenza nelle questioni di un altro stato.
Vi sembra normale che in Donbass i cittadini filo russi vivano da 8 anni in uno stato di guerra, spesso vittime di organizzazioni neonaziste tollerate dal governo ucraino?
Non mi sembra giusto. La guerra va condannata sempre.
Tiriamo le somme: prendendo sempre le distanze da chi opta follemente per i conflitti armati. Cosa avrebbe dovuto fare Putin?
Trovarsi i nemici storici dentro casa? i missili in cortile? I russi del Donbass trucidati? L’Ucraina nella Nato? Gli americani che gli rovesciavano i governi ai propri confini?
Fatemi capire. La guerra mi fa schifo. Vorrei poter stringere a me ogni singolo cittadino ucraino innocente e vittima. Ma basta con la retorica. Hanno provocato uno statista proveniente dai servizi segreti non un boyscout. E se ad uno del genere gli rendi la guerra inevitabile stai pur certo che quella guerra non la evita.
È fondamentale che la condanna sia unanime da ambo le parti. Soprattutto contro chi la guerra l’ha resa una delle poche opzioni possibili. Altrimenti non siete pacifisti siete ipocriti.
_______________________ Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]