EMERGENZA CLIMATICA E MANIPOLAZIONE DEL CLIMA, FORSE E’ IL CASO DI SAPERNE DI PIÙ
Siamo arrivati anche ai blocchi di partenza della nuova querelle sul clima. Gia’ incamminatosi sulla via del tramonto il mantra dei vaccini ecco che, il Nuovo Ordine Mondiale, ci presenta la sceneggiatura di una nuova commedia dell’assurdo dal titolo “ EMERGENZA CLIMATICA”. Ma la Storia, gli studi e gli ultimi eventi, ci insegnano che i fenomeni meteorologici si possono manipolare. Per questo, invito tutti voi cari lettori, a leggere questo interessante articolo della collega Monica Tomasello, (con cui abbiamo costituito il Co.Te.Li -Comitato Tecnico Libera informazione) che riporta con accuratezza e preparazione, tutto ciò che c’è da sapere, per un buon approccio alla materia. All’interno dell’articolo stralci di documenti con relativi link, con cui poter approfondire l’argomento. Un plauso a Monica per il lavoro svolto e l’impegno di ricerca. Vogliamo cogliere l’occasione anche per ripubblicare, in apertura, un articolo a mia firma di un mese fa circa, sulle scie chimiche e la manipolazione meteo che sta avvenendo sopra le nostre teste. Buone letture
Marzia MC Chiocchi
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27 ottobre 2021 (di Monica Tomasello)
Non per fare la “complottista”…, ma alla luce degli ultimi eventi accaduti ieri (vedi:
e previsti anche per domani 👇
in Sicilia ed in particolare a Catania, era inevitabile che una come me, che da sempre ama analizzare ogni evento, sia esso di natura politica e/o sociale, fisica e/o psichica, naturale e/o spirituale, sotto ogni sua “angolatura”, facesse un minimo di ricerca su un argomento così “affascinante” come la geo-ingegneria e le sue possibili applicazioni nel controllo del clima. Il mio qui vuole dunque soltanto essere uno spunto su cui riflettere…
La storia insegna
Fermo restando che nel corso della storia la Terra ha conosciuto numerosissimi eventi climatici naturali più o meno catastrofici, basti pensare ad esempio all’era glaciale che causò la scomparsa dei dinosauri, è pur vero anche che sin dall’antichità gli uomini hanno cercato (e stanno continuando a cercare) di manipolare la forza degli elementi naturali anche per usi bellici.
A tal proposito ho trovato un articolo davvero interessante, che non viene dal sito “www.complottistiallariscossa.com”, e nemmeno da “bufalari.doc”, bensì dal decisamente più autorevole www.carabinieri.it e che vi invito a leggere cliccando sul link seguente: https://www.carabinieri.it/editoria/natura/la-rivista/home/tematiche/ambiente/armi-climatiche e dove troverete tante belle informazioni… tipo questa 👉Il cloud seeding è un processo che comporta l’inserimento di particelle di ioduro di argento nelle nubi per aumentare le precipitazioni. E’ una procedura utilizzata fin dagli anni cinquanta negli USA e successivamente in Russia, Cina e Indonesia”
Un altro interessante articolo lo potete trovare sul sito della rivista internazionale OrientalReview.org; questo il link:
Per chi non fosse molto avvezzo con l’inglese, ho deciso di tradurlo e condividerne qui i contenuti 👇
Do Climate Weapons Exist? – ESISTONO DAVVERO LE ARMI CLIMATICHE? – Written by Leonid SAVIN on 04/08/2021 – Scritto da Leonid Savin il 4 agosto 2021
Le fortissime piogge che hanno colpito i Paesi dell’Europa e dell’Asia, gli incendi che hanno devastato il mondo, hanno rilanciato un vecchio argomento: può l’uomo controllare i fenomeni naturali?
Se una tale tecnologia esistesse davvero, sorgerebbe forte una domanda: può essere usata per scopi distruttivi? In altre parole, esistono armi climatiche(geomagnetiche, stratosferiche, etc.)?
Non ci addentreremo nel merito di teorie normalmente considerate cospirazioniste/complottista. Ci limiteremo a considerare l’argomento in modo razionale.
Non c’è dubbio che le tecnologie per modificare il clima esistano. Basti pensare a come vengono disperse le nuvole in occasione di eventi importanti all’aperto, in modo che la pioggia non possa rovinarli. Tuttavia, in un contesto più ampio, queste tecnologie sono direttamente collegate all’ideologia politica.
Il controllo degli elementi fu discusso seriamente in America nella prima metà del XIX secolo, quando si stava sviluppando la dottrina del “destino fatale” — ovvero della “funzione divina” dell’America … il diritto a dominare il mondo.
Questa tecnologia fu usata per la prima volta nel 1916 in Texas (con successo), quando Charles Hatfield usò una sua invenzione per generare fortissime piogge. È difficile, tuttavia, definirlo un successo nel senso lato del termine, perché causarono distruzione e perdita di vite umane. E poi, il ruolo svolto da Hatfield restò sempre in discussione, considerando che i precedenti tentativi non avevano avuto successo.
Fin dagli anni ’90 si è parlato, in Occidente, della necessità di tali tecnologie come parte integrante dell’agenda ambientale.
Dagli anni 2000 è stato introdotto il termine “geoingegneria”, considerata da alcuni Governi come una strategia inestricabilmente legata alla politica estera.
Nel 2011, ad esempio, il quotidiano britannico The Guardian scrisse che: “Gli schemi di geoingegneria sono stati progettati per affrontare direttamente gli effetti del cambiamento climatico, rimuovendo dall’aria la CO2 o limitando la quantità di luce solare che raggiunge la superficie del pianeta. Nonostante la geoingegneria su larga scala sia ancora allo stadio concettuale, i suoi sostenitori affermano che potrebbe diventare essenziale per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico. I critici, al contrario, sostengono che la geoingegneria non sia realistica e che si tratti solo di una distrazione dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica”.
Al contrario, esiste una gran varietà di possibili tecnologie, come l’uso di polimeri plastici, l’aggiunta di calce nell’acqua, il pompaggio della CO2 nelle vecchie miniere di carbone, il pascolo più razionale del bestiame, il lancio di solfati nella stratosfera per riflettere la luce del sole, lo spruzzare acqua di mare nell’aria per aumentare la copertura nuvolosa, il dipingere i tetti di bianco per aumentare la riflettività e persino il posizionare piccoli specchi nello spazio tra la Terra e il Sole.
Si è persino pensato che: “… se i solfati stratosferici rilasciati in una grande eruzione nell’emisfero settentrionale fossero prontamente contrastati da un deliberato rilascio di solfati in quello meridionale, entrambi gli emisferi si raffredderebbero.
La ITCZ [Intertropical Convergence Zone] resterebbe immutata e così si potrebbero evitare fenomeni di siccità. Sarebbe una fantastica vittoria”.
Ma, visto che non si possono effettuare adeguati esperimenti, tali ipotesi restano al livello di speculazione teorica.
The Guardian riconosce, inoltre, che la gestione di qualsiasi schema di geoingegneria sollevi ovvie questioni di geopolitica e di governance globale … e questo è già un chiaro conflitto d’interessi fra i diversi Stati.
Il Council on Foreign Relations, nel suo blog, si riferisce direttamente all’uso come armi di queste tecnologie:
“La geoingegneria si riferisce a quelle tecnologie di manipolazione del clima che vengono impiegate nei beni comuni globali (CBG).
Possono agire nella stratosfera o in alto mare e comprendono l’iniezione di aerosol stratosferico, la fertilizzazione degli oceani con il ferro e la creazione delle nuvole in mare.
Il CBG non è ancora governato in modo completo dal Diritto Internazionale. Le leggi ambientali e quelle di guerra si applicano solo indirettamente o in condizioni specifiche. Tuttavia, il quadro della sicurezza nazionale è inseparabile dalle questioni scientifiche, legali ed etiche che circondano il CBG, proprio come lo fu per lo sviluppo della bomba atomica.
Se una grande potenza come gli Stati Uniti decidesse di utilizzare il CBG, questo potrebbe essere visto come un tacito permesso alle altre grandi potenze, come la Cina, o medie potenze con buone capacità scientifiche, come il Regno Unito, di fare la stessa cosa, specialmente se considerassero questa tecnologia come un vantaggio strategico o tattico.
Tutto questo potrebbe poi sfociare in una sorta di ‘corsa agli armamenti climatici’, in cui ogni Stato potrebbe manipolare il clima a proprio vantaggio”.
Si tratta di un palese riconoscimento all’esistenza delle armi climatiche.
La rivista “Foreign Affairs” del “Council on Foreign Relations” ha spinto il tema della geoingegneria per molti anni. Le sue preoccupazioni riguardo una corsa agli armamenti climatici non dovrebbero essere fraintese. Gli Stati Uniti, in effetti, possiedono un certo numero di brevetti in questo settore. La legalizzazione di tali tecnologie e il loro uso a livello internazionale porterebbero non solo enormi profitti alle aziende americane, ma darebbe loro una sorta di diritto morale ad essere in cima alla piramide nella gestione di questi processi.
Uno dei primi brevetti in questo settore è lo US3613992. Nome: Metodo di modifica del clima. L’inventore è Robert Knollenberg e il brevetto è stato depositato nel marzo 1966. Da allora, il Governo degli Stati Uniti ha sperimentato tutti i tipi di innovazione per cercare di modificare il clima.
Un brevetto simile è lo US3564253: “Sistema e metodo per l’irradiazione delle superfici dei pianeti”. L’inventore è Arthur Buckingham della Westinghouse Electric Corporation, mentre il brevetto è stato registrato il 16 febbraio 1971. Con questo metodo non si tratta più di “inseminare”le nuvole (cosa che si può fare semplicemente usando gli aerei), ma di un’applicazione più mirata che assomiglia alla meccanica di un’arma.
Fra i brevetti più recenti è interessante lo US5762298: “Uso di satelliti artificiali in orbite terrestri per modificare l’effetto della radiazione solare sul clima terrestre”. L’inventore è Franklin Chen e il brevetto è stato concesso nel giugno 1998.
Inoltre, c’è un certo numero di “brevetti chiusi” — in altre parole, i dettagli sono secretati per ragioni militari o d’Intelligence degli Stati Uniti.
Ci sono già diverse aziende — esistenti o in fase di sviluppo — che producono sistemi e dispositivi basati su queste tecnologie. Ma ci sono anche alcune organizzazioniche ne monitorano l’emersione e che descrivono in dettaglio il loro impatto. Quindi, non è un segreto per nessuno che ci siano di per sé delle armi climatiche.
Ciò che è più difficile da determinare è l’interdipendenza tra fenomeni meteorologici gravi e il possibile uso di tecnologie di geoingegneria.
Per ora, i globalisti occidentali danno tutta la colpa al riscaldamento globale e propongono di combatterlo con i metodi che, seppur in parte, abbiamo visto sopra.
Haarp: le foto satellitari Nasa che dimostrano la manipolazione climatica
Le immagini satellitari della NASA hanno rivelato ciò che viene definita “la prova scioccante della geoingegneria climatica”.
Come potete osservare:
L’immagine sopra, insieme a quelle mostrate di seguito, mostrano quelle che sono definite come “varianti degli impatti delle radiofrequenze”:
Secondo Dane Wigington, giornalista per Wakeup-World, le regioni costiere africane sono un focolaio per gli esperimenti di geoingegneria, nonostante questi eventi siano citati dai media mainstream come il risultato di “polvere” nell’aria…
In quest’ultima foto possiamo osservare modelli di nuvole dall’ aspetto unico che si sono formati vicino ad una stazione HAARP
Un’altra interessante lettura la potete trovare cliccando sul seguente link👇
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
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