Il 23% degli italiani voterebbe un partito No Green Pass guidato da Paragone. Il sondaggio che spaventa i partiti
26 Gennaio 2022 – Redazione
In queste settimane di proteste che hanno visto tante categorie (in ultimo i tabaccai, pronti allo sciopero) manifestare la propria insoddisfazione contro le nuove norme adottate dal governo Draghi, gli esponenti dell’esecutivo si sono nascosti con insistenza dietro una frase, ripetuta a pappagallo: “Gli italiani sono dalla nostra parte”. Sostenendo, insomma, che a fronte di qualche insoddisfatto, la maggior parte degli abitanti dello Stivale percepirebbe come giuste scelte quali l’introduzione del Super Green pass, ormai obbligatorio per avere accesso a una vita normale. Ma le cose stanno davvero così? A guardare i sondaggi, in realtà, la verità sembra un’altra.
Come rivelato da una ricerca fatta dall’Istituto Piepoli sui possibili scenari politici, infatti, la fetta di popolazione contraria alle scelte dell’esecutivo sembra infatti decisamente più consistente di quanto certa stampa vorrebbe far credere. L’ipotesi di un partito No Green pass, schierato dalla parte dei cittadini e contro le discriminazioni tra vaccinati e non attuate dal governo Draghi, sembra infatti piacere, e parecchio. Nello specifico, il 23% degli intervistati si è detto propenso a votare un’eventuale formazione nata con l’obiettivo di mandare in pensione il certificato virtuale, come d’altronde molti paesi d’Europa (in primis il Regno Unito di Boris Johnson) stanno già facendo.t, si mettesse alla guida di un partito No Green pass, sareste disposti a votarlo?”. I risultati sono stati decisamente sorprendenti.
L’ipotesi di un partito No Green pass, schierato dalla parte dei cittadini e contro le discriminazioni tra vaccinati e non attuate dal governo Draghi, sembra infatti piacere, e parecchio. Nello specifico, il 23% degli intervistati si è detto propenso a votare un’eventuale formazione nata con l’obiettivo di mandare in pensione il certificato virtuale, come d’altronde molti paesi d’Europa (in primis il Regno Unito di Boris Johnson) stanno già facendo.
Fonte: IlParagone