C’era una volta…il Bel Paese!
di Luca Scavone
Passeggiare per Roma il 16 agosto, sotto il sole cocente, potrebbe far prendere qualche abbaglio. Purtroppo non è il caso del totale svuotamento della Galleria Alberto Sordi, già Colonna. Non era un abbaglio vedere ancora in attività solo 2 negozi su circa 20. Una sorta di deserto.
Eccetto Feltrinelli e il negozio di valigeria e pelletteria Piquadro, nulla più: gli altri esercizi commerciali chiusi definitivamente. A detta di alcuni lavoratori presso lo storico centro commerciale a due passi da Palazzo Chigi, tutto è dovuto alla poca affluenza turistica, causa Covid, e agli affitti troppo alti.
So solo che nella mattina di ieri si respirava il nulla, il vuoto, il deserto. Quasi un nichilismo ovviamente vuoto di prospettiva.
E pensare che l’inizio della progettazione della galleria si data proprio 100 anni fa! Appena a termine della epidemia di Spagnola e appena prima del ventennio.
La galleria Colonna, oggi Alberto Sordi (a seguito di ristrutturazione nel 2003), venne terminata nel 1940: di certo non ebbe nascita e completamento in periodi rosei!
Eppure il Covid, al momento, sembra averle dato il colpo di grazia.
Una situazione che fa riflettere, a detrimento di posti di lavoro, decoro urbano, fervore capitolino a pochi passi dal centro democratico d’Italia.
Ogni luogo è in cerca di locazione, con tanto di vetrofania a tutta larghezza e altezza. Non so cosa faccia più tristezza, se il vuoto o la ricerca di riempirlo forse vanamente al momento…
Ecco qui, un piccolo resoconto d’agosto, per guardare da altre angolazioni; per scuoterci nell’avere a cuore la bellezza e soprattutto il bene di tutti e del futuro.
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Agli italiani che credono ancora che “Tutto andrà bene”, che con il siero sperimentale ritroveremo la normalità e che i politici e gli scienziati collusi ci amino tanto, da voler obbligare l’inoculazione, dedico questa poesia del grande poeta Trilussa, tanto bella quanto attuale, musicata e cantata nel 1974, tra gli altri, da Claudio Baglioni.
Marzia MC Chiocchi
“La ninna nanna della guerra “(1914)
Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna: dormi, dormi, cocco bello, sennò chiamo Farfarello Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone, Gujermone e Ceccopeppe che se regge co le zeppe, co le zeppe d'un impero mezzo giallo e mezzo nero. Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucili de li popoli civili Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro. Chè quer covo d'assassini che c'insanguina la terra sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le Borse. Fa la ninna, cocco bello, finchè dura sto macello: fa la ninna, chè domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali li rapporti personali. E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone!
Inoltre, per chi non la ricordasse, inserisco il link video e audio⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]