Lo studio italiano: «Decessi in aumento ma non per Covid». Gli effetti della pandemia sulle cure interrotte per altre patologie.
Nei primi mesi del 2021, secondo una ricerca universitaria italiana, pubblicata su Public Health, ci sono stati 9mila decessi in più rispetto alla media degli anni precedenti, ma solo il 16 per cento è collegato al Covid. Sotto accusa ci sono le mancate cure per colpa della pandemia.
La ricerca mette a confronto i dati sui decessi del 2020 e del 2021, comparandoli con quelli che si sono verificati in media negli ultimi cinque anni. Nell’anno della pandemia, il 2020, ci sono stati 750 mila decessi, 108 mila in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Poco meno della metà di questo surplus di morti, il 43 per cento, è stata causata dal Covid. Si tratta, nello specifico, degli interventi chirurgici rimandati o degli screening saltati per colpa del sovraffollamento degli ospedali o dei lockdown che si sono susseguiti dalla primavera dello scorso anno.
A quantificare il fenomeno ci pensa un rapporto dell’associazione Salutequità, che si occupa di monitorare l’andamento e l’attuazione delle politiche sanitarie e sociali in Italia. Nello specifico, le operazioni cardiochirurgiche sono diminuite del 20 per cento, le operazioni di chirurgia oncologica del 13 per cento, la radioterapia del 15 per cento e la chemioterapia del 30 per cento. Sono stati il 30 per cento in meno i ricoveri per il tumore al seno e il 20 per cento in meno quelli per altre patologie oncologiche come il tumore ai polmoni, al pancreas o all’intestino. Anche per quanto riguarda la diagnostica le prestazioni sono calate, con 90 milioni in meno, ad esempio, di prenotazioni per le analisi di laboratorio. Un quadro che, secondo gli addetti ai lavori, avrebbe contribuito, assieme al Covid, a far aumentare il numero di decessi nel 2020 e nel 2021.