M5S fuori dal Governo interventista. Penso che per il M5S sia arrivato il momento di ritirare ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Questo governo ha deciso di inviare armi all’Ucraina in guerra, rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante”. A dirlo è il presidente M5S della commissione Esteri, Vito Petrocelli, detto “Petrov” tra gli intimi del Movimento per la sua passione per la Russia e l’inclinazione a sostenere le politiche di Putin. Lo ha scritto l’agenzia AGI.
Già noto per la scelta di disertare oggi la seduta della commissione sull’invio degli aiuti militari a Kiev, oggi Petrocelli nel giorno in cui il comico ucraino ha parlato alla Camera, ha deciso di tornare all’attacco: “Confermo la mia contrarietà alla fornitura di armi prevista dal decreto Ucraina, che ci catapulta nel conflitto in corso, complicando enormemente le possibilità di giungere ad un accordo di pace”, ha sostenuto il grillino.
Non c’era il forzista Matteo Dall’Osso. «Trovo imbarazzante che il Parlamento dia tutto questo spazio a questo presidente, a un ex comico che, con le sue parole, spinge verso la terza guerra mondiale. Io non vado in aula perché non voglio essere complice di questa situazione. Io ragiono con la mia testa». Analoghe le motivazioni addotte dai parlamentari della neonata componente di ManifestA, di cui è leader l’ex-sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
«Zelensky non è un leader pacifico, usa metodi che non condividiamo, sia interni che esterni al suo Paese, invoca da settimane una no fly zone, asserendo che la terza guerra mondiale presto travolgerà tutti. Dichiarazioni pericolose». Di «spettacolo teatrale», parla invece l’ex grillino Pino Cabras, ora in Alternativa. «Noi siamo solidali con il popolo ucraino. Ma i Parlamenti sono luoghi in cui si deve discutere e fare domande. Non staremo lì a fare arredo di uno spettacolo teatrale a farci dettare l’agenda da Zelensky».