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‘CRONACA’ Category

02 Maggio 2022 – Redazione – di Andrea Barsanti ( RomaToday)

Altri due episodi venerdì pomeriggio e nella notte tra sabato e domenica, gli interventi sono ormai su base quotidiana.

Continuano le incursioni dei turisti nelle fontane romane, patrimonio storico e culturale della città. L’ultimo episodio sanzionato è avvenuto venerdì pomeriggio, quando un turista straniero si è gettato nella fontana di piazza Navona.

Il tuffo è stato interrotto dagli agenti della polizia locale del gruppo Trevi, che sono immediatamente intervenuti e lo hanno fatto uscire dalla fontana, staccando una multa e – come previsto dalla legge – il daspo urbano.

Il regolamento di polizia urbana prevede infatti per chi si bagna nelle fontane storiche una multa dai 160 ai 450 euro (se pagata subito) a seconda della gravità della violazione. Il daspo urbano, entrato in vigore dal febbraio del 2017, consente invece ai sindaci, in collaborazione con il prefetto, di vietare alla persona sanzionata l’accesso per 48 ore in determinate aree della città.

Sempre in piazza Navona è stato immortalato un altro “tuffatore” che nella notte tra sabato e domenica è rimasto in mutande e, ripreso dagli amici, ha sguazzato nella fontana del Nettuno: in questo caso la bravata non ha prodotto conseguenze, ma il video, finito anche sulla pagina Instagram Welcome to Favelas, ha scatenato una pioggia di commenti.

Fontane storiche come vasche da bagno: i precedenti

Nel I Municipio è una misura che viene adottata praticamente su base quotidiana, soprattutto nelle ultime settimane: complice l’aumento delle temperature e il ritorno dei turisti, molte fontane sono state trasformate in “vasche” in cui immergere i piedi o calarsi interamente.

Qualche esempio: lo scorso 24 aprile un uomo di è liberato della maglietta e a torso nudo si è immerso nella fontana del Tritone del Bernini, in piazza Barberini; il giorno prima un senzatetto aveva immerso invece i piedi nella fontana di piazza Navona. Il giorno prima ancora è stato il turno di due turisti olandesi che sono entrati nella Fontana di Trevi cercando di confodersi con la calca di turisti del pomeriggio.

Ancora, il 16 aprile una giovane turista è stata immortalata mentre, completamente nuda, dopo avere sfilato in piazza Testaccio si è diretta verso la fontana delle Anfore e si è immersa.

Andando ancora indietro nel tempo gli episodi abbondano: lo scorso 16 di ottobre un uomo si era gettato nella Fontana di Trevi – una delle preferite per i”tuffi proibiti” – due giorni dopo due gruppi di giovani turisti si erano immersi nella Fontana dei Quattro Fiumi, sempre a piazza Navona, per bagnarsi i piedi e per scattarsi selfie.
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39 Aprile 2022 -Redazione

Multa annullata per un ristoratore di Lavagna, sanzionato dopo esser stato trovato a servire i clienti dopo le 18 durante il lockdown del 2021. Dopo quella fascia oraria avrebbe infatti dovuto chiudere: per questo era stato multato di 400 euro. Ma il giudice di pace di Chiavari che ha preso in mano la pratica ha deciso di annullare la sanzione.

In quel periodo  anche in zona gialla era vietato a bar e ristoranti fare servizio dopo le 18, orario a partire dal quale era vietato anche l’asporto. I militari avevano invece accertato che l’attività di del ristorante di Lavagna non era sospesa, con clienti intenti a consumare la cena poco prima delle 20.

“La previsione di fasce orarie nelle quali lo svolgimento dell’attività non era consentita – scrive il giudice Cristina Grassone del Secolo XIX -, avrebbe dovuto essere supportata dalla specifica indicazione delle ragioni tecniche che facevano ritenere un incremento del rischio di diffusione del contagio nell’esercizio delle attività nelle fasce orarie in cui operava il divieto”.

Il titolare, difeso dall’avvocato Marco Mori, aveva ricevuto una multa da 400 euro: la sanzione era stata impugnata e nei giorni scorsi è arrivata la sentenza. Le ragioni tecniche non sono contenute né “nel Dcpm del 14 gennaio 2021 – scrive ancora il giudice – né nel verbale del Comitato Tecnico Scientifico della seduta del 12 gennaio”. La sentenza del giudice di pace chiavarese, la prima nel territorio del Tigullio, potrebbe incoraggiare adesso i ricorsi dei ristoratori che sono stati sanzionati nei mesi difficili delle restrizioni e delle chiusure. I fatti risalgono al gennaio 2021. Il ristoratore tiene aperto il locale anche oltre l’orario previsto dal decreto del Governo. Per questo riceverà più multe, così come verrà multato per la questione del Green pass.

La sentenza depositata nei giorni scorsi, si riferisce ad uno dei verbali presi dal ristoratore. Il giudice Cristina Grassone scrive ancora nella sentenza: “nel caso che ci occupa, la limitazione dell’orario di svolgimento dell’attività di ristorazione determinava la compressione di un diritto costituzionalmente garantito, quale quello del libero esercizio dell’attività economica”. In conclusione, il giudice di pace, ha sottolineato “l’illegittimità del Dcpm del 14 gennaio 2021 nella parte in cui individua la misura violata senza esplicitare i presupposti di fatto, nonché le ragioni tecnico scientifiche, poste a fondamento della misura restrittiva”.

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27 Aprile 2022 – Redazione

Nuova bufera sul colosso Amazon e sul trattamento che riserva ai suoi dipendenti. Stavolta a far discutere è quanto accaduto a una lavoratrice che è stata in bagno per più di venti minuti e per questo Amazon l’ha multata: sospensione per un giorno dal lavoro. Come racconta Repubblica, “l’ispettorato del lavoro dà torto alla multinazionale fondata da Jeff Bezos, reputa la decisione della società spropositata e l’annulla”. La Filt Cgil, che ha seguito l’addetta nel ricorso contro l’azienda, denuncia: “I lavoratori Amazon sono cronometrati per andare in bagno e vengono puniti con sanzioni disciplinari se i tempi non sono conformi all’algoritmo”, spiega Luca Iacomino della Filt Cgil.

Ma il gruppo dell’e-commerce a sua volta replica: “Non monitoriamo le pause e non cronometriamo. È una questione di sicurezza”. La lavoratrice è un’addetta alla spedizione dei pacchi nel sito di Torrazza Piemonte, nell’hinterland di Torino. I fatti risalgono a gennaio. L’azienda contesta l’allontanamento dalla postazione all’1,15 di notte senza avvisare i responsabili. In più la donna si sarebbe fermata a parlare con una collega uscendo dalla toilette. L’ispettorato ha dato ragione alla lavoratrice, anche perché durante il procedimento di conciliazione, quello che le è stato contestato è stato anche ridimensionato dagli stessi rappresentanti di Amazon.

Non si sarebbe fermata per 20 minuti, ma secondo la stessa valutazione dei responsabili Amazon la pausa non sarebbe durata per più di 15 minuti. E alla fine la stessa addetta avrebbe spiegato che “tra andare, restare e tornare dal bagno non sarebbero passati più di 10 minuti”. La società, spiega ancora Repubblica, durante la conciliazione, ha sottolineato che non sono previsti tempi massimi per andare in bagno, ma che la dipendente non aveva avvisato che aveva lasciato la postazione di lavoro. Sarebbe stata questa una delle colpe, ma l’addetta ha una mansione per cui non sarebbe necessario avvisare i responsabili.

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26 Aprile 2022 – Redazione

Era nata a Catanzaro nel 1921. Il senatore Fi Maurizio Gasparri: “Ha segnato un’epoca della vita italiana”. Mollicone (Fdi): “E’ stata la memoria storica della destra italiana”.

È morta Assunta Almirante, moglie di Giorgio Almirante, fondatore e leader storico del Movimento Sociale Italiano. Donna Assunta aveva 100 anni, compiuti lo scorso 14 luglio. Nata a Catanzaro nel 1921, aveva conosciuto il marito nel 1952 quando entrambi erano sposati e il divorzio non era ancora possibile: si sposarono poi nel 1969, dopo la morte del suo primo marito, il marchese Federico de’ Medici. “Un esempio di coerenza e di attaccamento agli ideali e al suo uomo, questo l’esempio più grande che ci ha lasciato”, ha dichiarato la figlia Giuliana de Medici all’agenzia Adnkronos. “Sto ricevendo tantissime dimostrazioni di affetto”.

Sempre presente nel dibattito politico, anche dopo la morte del marito nel 1988, Assunta Almirante ha preso posizioni spesso nette in tutte le vicende politiche della destra, dalla svolta di Fiuggi alla nascita di Alleanza nazionale, fino alle vicende dell’intero centrodestra. Con la figlia Giuliana ha dato vita e animato fino all’ultimo la fondazione Giorgio Almirante.

“Ha segnato un’epoca della vita italiana”, ha commentato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Generosa, prodiga di consigli, sincera, infaticabile custode della memoria di Almirante, ha rappresentato nel tempo un punto di riferimento per tanti. Il suo affetto è stato un privilegio per molti di noi. La ricordo con affetto e con commozione”. Gianfranco Rotondi, su Twitter, ha rilanciato una foto di Assunta Almirante e Silvio Berlusconi: “Una delle donne più affascinanti e influenti di Roma”, ha scritto. “Voglio ricordarla con questa istantanea, accanto a Silvio Berlusconi, nel giorno del mio cinquantesimo compleanno”. Per il deputato Fdi Federico Mollicone, “è stata la memoria storica della destra italiana, rispettata e ammirata anche dagli avversari politici. Fu donna libera e sempre vicina al proprio marito Giorgio Almirante”. Subito dopo è arrivato anche il ricordo di Matteo Salvini: “Buon viaggio e una preghiera per donna Assunta Almirante, cent’anni vissuti intensamente”, ha scritto su Twitter. Per Giorgia Meloni, leader Fdi, se ne va “una donna straordinaria, schietta, intelligente”. “A nome mio e di Fratelli d’Italia esprimo il più profondo cordoglio per questa scomparsa, insieme al rispetto e alla gratitudine per ciò che Donna Assunta ha rappresentato per tutti noi. Addio, Donna Assunta”.

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26 Aprile 2022 – Redazione Fonte: Calabria 7

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia, su “La Verità”, quella che definisce “la strage di Pasqua, altre 40 morti improvvise in soli cinque giorni, nel periodo pasquale, dal 16 al 20 aprile (e tanti altri che si vengono a sapere sono avvenuti anche nelle ultime quarantotto ore)”. “Negli ultimi sessanta giorni sono più di 200 le vittime. Tutte persone, per lo più giovani, sane vaccinate e negative al Covid. Tanti altri sono stati, miracolosamente, salvati grazie all’uso dei defibrillatori. Chiediamo per questo che ci siano defibrillatori ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto. A Napoli da poco, questi strumenti salva vita, i defibrillatori, sono a bordo anche dei primi taxi, pronti, in caso di necessità, per clienti e anche passanti” afferma Corbelli che continua la sua battaglia, denunciando questa tragedia, chiedendo “la immediata sospensione della vaccinazione e ribadendo sempre che “non è contro i vaccini, ma per la libertà di scelta e per la valutazione personale del possibile rischio”.

Decessi fulminei

“Mentre l’Iss annuncia, come ha fatto nell’ultimo report, che le reazioni avverse al vaccino sono meno di una su mille, continua l’impressionante strage delle morti impreviste di giovani e persone anche adulte, tutti sani, vaccinati e negativi al Covid. I numeri sono sempre più allarmanti: nel periodo pasquale, in soli cinque giorni, dal 16 al 20, si sono verificati altri 40 decessi fulminei. Le cifre iniziano a spaventare. Al di là delle migliaia di gravi reazioni avverse (di persone che dopo essere state costrette a vaccinarsi, si vedono adesso abbandonate dallo Stato, costrette a cercare di curarsi in qualche modo e anche a loro spese), sono oramai centinaia le vittime, uomini e donne, tanti i ragazzi/e, moltissimi i giovani, numerosi i trentenni, quarantenni, cinquantenni – ricorda Corbelli – tutti sani e vaccinati, che continuano a morire di colpo. Basta il dato complessivo degli ultimi sessanta giorni (oltre 200 morti, da fine febbraio al 20 aprile) per dare un’idea di questa tragedia che oggi rappresenta la vera emergenza nazionale di cui tranne La Verità e pochissimi giornali on line, nessun grande media, scritto e radiotelevisivo, ne parla. Chiedo: come si può continuare ad ignorare e cercare di nascondere questo dramma, che sta provocando centinaia di morti e dolore devastante e irrimediabile in tantissime famiglie?”

Collassi improvvisi

“Tutte queste vittime, le cui storie si leggono su qualche giornale locale, on line, e sui social, hanno un nome e un volto, a differenza dei morti per Covid di cui conosciamo solo il numero quotidiano, ma non l’età, lo stato di salute pregresso. Perché il Governo Draghi-Speranza e l’Iss non dicono se dei (mediamente) 150 morti al giorno per Covid anche uno solo, sottolineo uno, è un giovane o si tratta solo di persone anziane, vaccinate e magari con diverse patologie. Perché – chiede Corbelli – non chiarisce questo aspetto che aiuterebbe a capire tante cose? Ancora una volta non faccio alcuna ipotesi né correlazione ma dico con forza che non si può e non si deve morire così, collassando all’improvviso nonostante la giovane età. E’ qualcosa di agghiacciante. Bisogna fare di tutto per cercare di fermare questa strage. La gente muore per strada, mentre è al lavoro, mentre fa sport, mentre entra in un negozio, durante il sonno, mentre guida, causando anche gravi incidenti”.

Cosa sta succedendo?

“Nei giorni scorsi un genitore che era in macchina insieme al figlioletto, accortosi del malore, per salvare il suo bambino, ha fatto in tempo, prima di morire, a fermare il veicolo sull’autostrada, dove è stato poi ritrovato dai soccorritori privo di vita. Altri, colpiti da malori, sbandano all’improvviso finendo contro un palo, un muro o fuori strada e perdendo la vita. Come è possibile? Che sta succedendo? Perché non si danno risposte esaustive e convincenti a questi dubbi legittimi e angoscianti, anziché continuare a parlare irresponsabilmente addirittura di quarta dose o di vaccinazione dei bambini! Perché non si fa qualcosa e non si dice agli italiani ciò che sta succedendo? Tanti, come riportano le cronache locali, possono essere salvati se immediatamente soccorsi con l’utilizzo di un defibrillatore. Sembra questo al momento l’intervento più immediato, la soluzione più efficace, per tentare di scongiurare altre morti inaspettate, per infarto. Per questo oggi chiediamo una larga diffusione dei defibrillatori, in tutti i luoghi dove è possibile averli sempre a disposizione, con naturalmente qualcuno, preparato, pronto a utilizzarli in caso di emergenza. Come hanno iniziato a fare i tassisti a Napoli”.

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24 Aprile 2022 – Redazione

Il direttore generale della Asl di Lecce Rodolfo Rollo è stato salvato in extremis da un arresto cardiaco. Ad agire, il personale del 118. Rollo ha avuto un infarto proprio davanti al pronto soccorso, che aveva raggiunto con la sua auto in seguito a un malore.

Non ha fatto in tempo neanche a entrare in ospedale: è caduto per terra. Hanno assistito alla scena i sanitari del 118 che erano lì nei pressi dell’ingresso, accanto a un’ambulanza. Sono intervenuti immediatamente, con massaggio cardiaco e defibrillatore, salvandogli la vita.

Le condizioni di Rollo sarebbero stabili. E’ricoverato e sotto osservazione.

Il dott. Rollo era stato tra i primi ad essere vaccinati all’arrivo del siero nel Salento, il 27 dicembre del 2020, come si legge dalla prima pagina di un giornale locale ⤵️

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24 Aprile 2022 – Redazione

Lutto all’Università degli Studi di Napoli Federico II: è venuto a mancare il professore Carlo Capuano, 48 anni, docente di Economia applicata. La notizia è riportata da Veromagazine.it

Ne ha dato l’annuncio l’ateneo stesso con un post dedicato al professore definito come 1un punto di riferimento per molti studenti della Federico II quale docente di Microeconomia ed Economia Industriale, coordinatore dei programmi Erasmus del Dipartimento e componente della Commissione Erasmus di Ateneo».

Capuano viene ricordato, specialmente sui social, per avere inveito in più occasioni contro coloro che non si erano sottoposti al vaccino contro il Covid. In alcuni suoi post, pubblicati su Facebook, scriveva che non avrebbe mai accettato che dalla sua porta entrasse un ‘no-vax‘.

Non solo: usava anche il filo dell’ironia. «Lo sapete che da quando ho fatto il booster non solo il mio cellulare prende ovunque, ma ho la sensazione che anche il wifi di casa sia più potente. L’unico fastidio è che mi scottano solamente le orecchie».

Noto il suo odio per chi ha deciso legittimamente di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid con gli attuali vaccini a mRNA. Segue video riassuntivo:

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24 Aprile 2022 – Redazione

Il calvario di Silvia Selis, 48 anni: aperta un’inchiesta dopo la denuncia del compagno. L’ipotesi è che nel corso della prima operazione, per la rimozione di una tumore benigno, alcuni punti siano stati messi male.

Muore, dopo 69 giorni di agonia, per un’infezione dovuta a una ferita rimasta aperta per dei punti malmessi dopo l’operazione di rimozione di un tumore benigno al retto. Questa l’ipotesi per cui la procura ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo in ambito sanitario. A perdere la vita è stata Silvia Selis, 48 anni, una figlia da poco maggiorenne, impiegata in uno studio notarile. Il dramma, avvenuto all’ospedale Sant’Andrea il 16 febbraio scorso, è stato denunciato dal compagno della donna, assistito dall’avvocato Carlo Carrese. Silvia Selis si ricovera presso la struttura il 12 dicembre del 2021 per sottoporsi a un intervento programmato da settimane. La donna ha tumore benigno e l’operazione per la rimozione le viene presentata come la procedura più sicura per curare la neoplasia senza incorrere in ricadute. Il 13 dicembre la paziente entra in sala operatoria. L’intervento sembra riuscito in modo perfetto. Ma passano poche ore dal risveglio dopo l’anestesia e la donna avverte delle fitte lancinanti all’addome.

L’équipe sanitaria interviene subito. Viene svolto un controllo medico, ed emerge che la ferita è aperta perché i punti sarebbero saltati. La conseguenza è una peritonite. Silvia Selis è sottoposta immediatamente a un nuovo intervento chirurgico perché il timore è che ci sia una perforazione dell’intestino. Quando riprende conoscenza, le condizioni di salute, secondo il ricordo dei familiari, appaiono ancora precarie, tanto che la donna viene trasferita in terapia intensiva. Giorno dopo giorno, il quadro clinico peggiora. La paziente viene intubata per le difficoltà a respirare. Dopo un lieve miglioramento, la situazione precipita alla vigilia delle vacanze natalizie. Il 23 dicembre Silvia finisce in sala operatoria per una terza volta, con la diagnosi di una peritonite acuta diffusa.

Dopo l’intervento però le sue condizioni si stabilizzano, addirittura sembra che il peggio sia ormai alle spalle. Il compagno e la figlia le sono accanto, senza mai lasciarla sola. Purtroppo però il 10 gennaio scorso, di nuovo, Silvia Selis si sente male. I medici dispongono una Tac, che evidenzia una lesione interna vicino allo stomaco, per cui si rende indispensabile l’ennesima operazione. La paziente entra per la quarta volta in sala operatoria per l’inserimento di 2 stent. Ai dolori si sommano le complicazioni dovute alle difficoltà respiratorie, tanto da dover tornare in terapia intensiva perché affetta da una polmonite, non Covid. Ma la condizioni di salute della donna sono ormai compromesse. Il 30 gennaio entra in coma: non si riprenderà più fino al 16 febbraio, quando morirà.

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19 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Eventi Avversi

Treviso, sbanda per un malore e provoca un frontale: un morto e due feriti
La vittima è Cristina Faraon, originaria di Tarzo e residente a Colle Umberto: la donna ha perso il controllo della Fiat Panda a cui era alla guida.

L’auto ha iniziato a sbandare prima a destra e poi a sinistra e all’improvviso ha invaso la corsia opposta. È stato violento l’impatto tra una Fiat Panda guidata da Cristina Faraon, classe 1953, originaria di Tarzo ma da anni residente a Colle Umberto, che andava verso Oderzo, e una Peugeot 2008 che andava verso Conegliano.

Le due auto si sono scontrate frontalmente: Faraon è morta sul colpo mentre gli occupanti dell’altro mezzo sono rimasti gravemente feriti ma non sono in pericolo di vita. I due sono stati trasportati in elicottero agli ospedali di Conegliano e Treviso dove si trovano tuttora ricoverati. L’incidente, avvenuto alle 19.30 circa lungo la Cadore Mare, è stato molto probabilmente causato da un malore, come riferito da alcuni testimoni che hanno visto l’auto sbandare all’improvviso fino a scontrarsi con il mezzo che proveniva dalla direzione opposta.

La donna infatti era già morta per arresto cardiaco all’arrivo dei soccorsi del Suem 118. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Codognè con l’ausilio del nucleo radiomobile di Conegliano per regolare il traffico.

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Trani, malore in strada: 52enne muore nell’ex Pronto soccorso

Un 52enne di Trani è morto per arresto cardiaconella tarda mattinata di ieri, presso la Postazione fissa medicalizzata 118 dell’ex ospedale di Trani, oggi Presidio territoriale di assistenza. Poco dopo mezzogiorno ha avvertito un dolore toracico mentre era per strada con amici ed uno di loro lo ha condotto nell’ex Pronto soccorso, dove gli sono stati somministrati massaggi cardiaci di tutti i tipi, compreso quello attraverso l’utilizzo del macchinario denominato Lucas. Dopo un’ora di trattamento, però, il suo cuore ha cessato di battere.

All’esterno, nel frattempo, si era radunata una folla di parenti, amici e conoscenti del paziente in un clima di crescente dolore.

La salma è stata trasferita successivamente all’obitorio del civico cimitero, non essendo il Pta più dotato della camera mortuaria.

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Malore alla guida: accosta e salva il figlioletto. L’ultimo saluto a Fausto Lachi

Una tragedia immensa che ha suscitato grande commozione in tutta la comunità e non solo.

La comunità intera di Monte San Savino si è stretta attorno al dolore della famiglia Lachi nell’ultimo saluto a Fausto,48enne morto in seguito ad un improvviso malore che lo ha stroncato lo scorso venerdì pomeriggio.

Un episodio drammatico che non ha tardato a sconvolgere profondamente la cittadina savinese dove Fausto viveva da sempre. Secondo quanto appreso, al momento dell’accaduto si trovava al volante della propria auto, tra Castiglion Fiorentino e il Monte, insieme al figlioletto di 5 anni. Poco prima di perde i sensi il 48enne savinese è riuscito a fermare il veicolo mettendo in sicurezza il bambino e chiamare un amico il quale, a sua volta, ha immediatamente allertato i soccorsi. Inutile la disperata corsa dei sanitari che una volta giunti sul posto non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita.

Una tragedia immensa che ha suscitato grande commozione in tutta la comunità e non solo. Apprezzato imprenditore edile, Fausto Lachi era particolarmente conosciuto e benvoluto a Monte San Savino dove viveva insieme ai genitori e ai suoi figli di 5 e 10 anni. Nella chiesa di Sant’Agostino sono stati officiati i funerali. Tanti i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia arrivati in queste ultime ore da parte degli innumerevoli amici del 48enne.

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Gita tragica: 48enne fulminato da un malore sull’autostrada A14, illeso il cavallo che aveva nel rimorchio

Voleva raggiungere Pesaro per una gita a cavallo a Pasquetta, ma è morto fulminato da un malore sull’autostrada A14.

Si tratta di un 48enne di Santarcangelo di Romagna, che stava raggiungengo Pesaro  con il proprio mezzo ed un rimorchio con un cavallo. Intorno alle 9,30 si è sentito male, ha provato ad accostare ed ha chiamato i soccorsi. L’auto ha finito la sua corsa contro il muretto (nessuna conceguenza per il cavallo) ed i primi soccorsi sono stati portati da un amico che faceva la stessa strada ed ha riconosciuto il mezzo. Purtroppo, però, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. La careggiata è stata ridotta, si sono verificati code e rallentamenti sull’autostrada A14.

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Cadavere donna danese trovato a Siracusa, forse malore

I carabinieri hanno trovato in un appartamento nel centro storico di Ortigia il cadavere di una 56enne, originaria della Danimarca, domiciliata a Siracusa.
Secondo una prima ricostruzione dei militari la donna potrebbe avere avuto un malore e sarebbe caduta a terra sbattendo la testa. La donna, residente a Londra, doveva recarsi da alcuni parenti in Toscana. Sarebbero stati proprio questi ultimi non avendo notizie ad avvisare le forze dell’ordine.
Gli investigatori hanno effettuato alcuni rilievi nell’appartamento della donna ma sarà il medico legale, incaricato dalla Procura di Siracusa che ha aperto un’inchiesta sul decesso, a chiarire le cause della morte.

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Stroncato da un malore. Tragedia nella mattina di Pasqua

Commozione in città per la scomparsa di Pier Francesco Mercati. Soccorsi inutili

Profonda commozione a Sansepolcro ha suscitato l’improvvisa quanto prematura scomparsa di Pier Francesco Mercati, persona molto conosciuta in città, che avrebbe compiuto 52 anni il prossimo luglio. Dalla festa alla tragedia nel giro praticamente di pochi minuti: era infatti la mattinata del giorno di Pasqua quando Pier Francesco, rientrato nel frattempo in città a casa della madre, è stato colto da un malore: immediati i soccorsi e il trasferimento al San Donato di Arezzo, dove i sanitari hanno tentato il tutto per tutto al fine di salvarlo, senza però riuscirvi. Si può allora benissimo immaginare quale piega abbia preso la domenica.

Mercati aveva lavorato per oltre una ventina di anni a Casa Buitoni, che – come noto – ha chiuso definitivamente la propria attività nel marzo del 2018; al momento, viveva nel Forlivese, dove era dipendente di un’azienda del posto e ogni fine settimana non perdeva l’occasione per tornare a far visita alla mamma Verdiana, ma anche per rivedere i tanti amici del Borgo, che lo ricordano come persona brava e squisita, di quelle che per carattere e modo di fare erano da tutti benvolute.

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18 Aprile 2022 – Redazione

Cinquanta medici del Comitato per le terapie domiciliari precoci, guidato da Erich Grimaldi, hanno querelato l’infettivologo genovese Matteo Bassetti «per averli diffamati nel corso della trasmissione “Zona Bianca” andata in onda su Rete4 il 19 gennaio 2022». Secondo il Comitato, «il professor Bassetti definiva i predetti medici quattro santoni millantatori, fattucchieri e maghi, che hanno curato la gente con la liquirizia e gli infusi sulle cosce d’acqua fredda». Bassetti, sempre secondo il Comitato, «incautamente affermava, nel corso della trasmissione, che “anzi non l’hanno curata in quanto è morta un sacco di gente”, e sosteneva che dietro alle terapie domiciliari ci fosse solo un grande business senza alcuna volontà di curare i pazienti, con terapie addirittura paragonate a quelle di stregoni e millantatori».

La denuncia è stata presenta alla Procura della Repubblica di Napoli e riguarda anche il deputato Andrea Romano. «Il professor Bassetti e il ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbero solo far tesoro delle esperienze dei medici volontari (medici di medicina generale, specialisti, ospedalieri ed ex docenti) che andrebbero ringraziati, senza indugio, atteso che, in questi 2 anni, senza alcun profitto, hanno sottratto migliaia di pazienti Covid ad un’ospedalizzazione certa», precisa Grimaldi.

«Esigo rispetto per chi è stato accanto ai cittadini colmando un vuoto della sanità territoriale, motivo per cui ci costituiremo parte civile al fine di ottenere il risarcimento di tutti i danni conseguenza delle condotte illecite poste in essere da Bassetti, che dimentica di essere stato, con Agenas, tra gli autori delle prime linee guida di cura domiciliare che prevedevano la vigile attesa con il paracetamolo nei primi giorni dai sintomi, indicazione terapeutica confermata da una sentenza solo politica del Consiglio di Stato», conclude Grimaldi, garantendo che «eventuali somme liquidate a titolo risarcitorio verranno devolute in beneficenza». Lo ha riportato il Messaggero.

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