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‘CRONACA’ Category

14 Febbraio 2022 – Redazione

“Fermiamo questa follia”

Sono molto arrabbiata, stanca e sconcertata.

Sentimenti, questi, che quotidianamente ormai viviamo da un paio di anni e che sembrano essere condivisi da quasi tutti.

Voglio raccontare due delle tante situazioni che viviamo nel quotidiano e con una strana rassegnazione ne stiamo accettando il “modus operandi”.

Nel primo caso mi è capitato di prenotare una visita specialistica privata presso un centro medico.

Due giorni prima dell’appuntamento fissato, mi viene comunicato che l’appuntamento deve necessariamente essere rinviato, a causa di un focolaio covid venutosi a creare presso la loro struttura.

La domanda è: se presso queste strutture si entra con green pass per i tri-vaccinati e con tampone negativo per i non vaccinati, come è possibile una simile situazione?

Nel secondo caso mi trovo di fronte ad una situazione particolarmente difficile da comprendere.

Nelle nostre scuole (medie e superiori), nel caso di due o più positivi presenti contemporaneamente nella stessa classe, i ragazzi vaccinati possono continuare a frequentare le lezioni in presenza in auto-sorveglianza indossando obbligatoriamente la mascherina ffp2, mentre i ragazzi non vaccinati o che non hanno completato il ciclo devono seguire le lezioni in DAD per cinque giorni. Niente da eccepire se non fosse per il fatto che il rientro dei ragazzi in DAD è vincolato all’esito negativo di un tampone.

La domanda è: se ormai è risaputo che i vaccinati possono contagiarsi e contagiare tanto quanto i non vaccinati perché permettere una simile discriminazione nelle scuole che potrebbe vedere ragazzi sani contagiati da chi, solo perché possiede il green pass, non ne verifica lo stato di negatività?  

Sulla base di quali dati scientifici si può concepire una simile distinzione tra chi può e chi non può.

Sulla base di quali verità provate ci stanno togliendo la libertà di vivere, la dignità, la serenità. 

Sulla base di quale “scienza” qualcuno ha deciso che il green pass ci può dare la libertà, quando questa libertà tanto paventata è sempre stata nostra e nessuno avrebbe mai dovuto togliercela?

Tiziana Molinaro ( una mamma)

14 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

(di Giuseppe Leonelli – Fonte: LaPressa)

Anestetizzati da un San Valentino di plastica e spettatori passivi di tetri scenari di guerra in Ucraina, gli italiani si ritrovano da martedì prossimo con una nuova stretta sul fronte delle restrizioni imposte dalla follia del Green Pass. Dal 15 febbraio per gli over 50 sarà obbligatorio esibire il super certificato verde per poter lavorare. In pratica o si è vaccinati o non si lavora.

Una norma che valeva già per forze dell’ordine, insegnanti e medici ma che ora viene estesa su base anagrafica e non professionale. E la svolta arriva mentre a livello nazionale arrivano contrastanti segnali di segno opposto sul fronte sanitario. Mentre si gettano mascherine in alto in plastiche foto-ricordo, mentre si riducono le quarantene a poco più che week end lunghi e con afflati libertari si concedono balli sfrenati in discoteca a volto scoperto, il Governo vieta il lavoro a tutti coloro che hanno compiuto più di 50 anni e non hanno voluto aderire a una campagna vaccinale, per la quale – ricordiamo – bisogna comunque firmare il proprio consenso.

L’obbligo di inoculazione per quella fascia di età è vero è già scattato, ma il mancato adempimento è sanabile in modo relativamente facile, con una multa di 100 euro. L’obbligo di certificato verde rafforzato per lavorare che scatta ora, invece cambia completamente le cose.
L’Articolo 1 della Costituzione da martedì per un 50enne non vale più. Va detto chiaramente. Non vi sono compromessi, non bastano i tamponi ogni due giorni. No, per chi non si è vaccinato il lavoro è precluso e con esso la realizzazione personale, la dignità, parte dell’identità e la possibilità di mantenersi economicamente.

Per un 50enne non vaccinato l’Italia non è più ‘una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’. Il lavoro non rappresenta più le fondamenta del vivere civile, ma è stato sostituito da una malposta priorità sanitaria.
Malposta perchè – come si è detto fino allo sfinimento – il Green pass non crea luoghi di lavoro sicuri e il vaccino, pur riducendo i casi gravi di infezione, non incide in modo determinante sui contagi. Malposta soprattutto perchè tale norme draconiana viene introdotta proprio mentre la curva pandemica è in netto calo e l’emergenza, come spiegato dagli esperti, si sta affievolendo.

In un Paese che appena 80 anni fa è uscito dall’orrore dell’oppressione e che per riconquistare la libertà ha pagato un enorme sacrificio in termini di vite umane, accade questo. Accade mentre il sole risplende come sempre, le auto sfrecciano sulle strade e fuori dalle chiese ci si ritrova per gli scambi di auguri domenicali. Accade e tutti se ne fregano, come fosse normale.

Gli under 50 pensano che non è un problema loro, i vaccinati si sentono al sicuro e gli over 50 guariti pensano di averla scampata. E’ tutto normale, va tutto bene. Di principio, sì, non è giusto, questo è vero… ‘Ma, suvvia coi principi non si mangia… bisogna essere concreti’. Già, e sull’altare di questo pragmatismo si scava ancora un po’ più a fondo nella buca dove tutti ci siamo infilati.
(Giuseppe Leonelli)

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

13 Febbraio 2022 – Redazione

Di seguito riportiamo il testo della testimonianza di una giovane ragazza a cui è stata imposta la vaccinazione e che si è ritrovata abbandonata dalle istituzioni. Questa denuncia ci arriva dalla dottoressa Maria Grazia Spalluto, Presidente dall’associazione Danni Collaterali.

Mi presento,
Mi chiamo Elena Repetto, ho 24 anni,
Convivo con il mio ragazzo e lavoro come barista.
Due mesi fa mi sono trovata, come tutti, davanti alla fatidica ‘scelta’: tampone o vaccino??
Ho voluto mettere la parola “scelta” tra virgolette perché personalmente una scelta non mi si poneva…
Purtroppo il mio compagno ha perso il lavoro quest’estate e con un solo stipendio avendo affitto e bollette da pagare aggiungere anche la spesa dei tamponi per poter continuare a lavorare era fuori questione.

Ho pensato di fare la scelta più logica…quella più consigliata.
Quando il 23 settembre a lavoro mi é stato comunicato che era giunto il momento del famoso green pass non ci ho pensato due volte e sono corsa al centro vaccinale più vicino.
Oltre ai classici sintomi post vaccino sembrava andasse tutto bene, per cui ho continuato la mia vita regolarmente.
I primi problemi sono usciti fuori con la seconda dose il 21 ottobre.
Questa volta i normali sintomi li avevo davvero più forti…ho avuto febbre alta, dolori muscolari e tosse fino al vomito.
Dopo 3 giorni la febbre é passata allora ho pensato di tornare a lavorare anche se continuavo ad avere la tosse e sentirmi sempre debole e stanca.
Il 5 novembre mentre stavo seguendo un corso per il lavoro improvvisamente ho incominciato a tossire talmente tanto da non riuscire a respirare e sentivo un dolore e un peso al petto che non posso spiegare…mi hanno portata in ambulanza in pronto soccorso continuando a ripetermi che era solo un attacco di panico e che dovevo cercare di respirare…io cercavo di spiegare che non era così ma non riuscivo a respirare…

Arrivata in ospedale però quando ho detto di aver fatto la seconda dose di vaccino due settimane prima, la situazione é cambiata, nel giro di
un’ ora mi avevano già fatto un elettrocardiogramma e un ecografia al cuore…da li il referto pericardite.
Sono passate tre settimane da quel giorno, due settimane le ho passate a letto senza avere le forze di riuscire a muovermi…poi ho deciso di reagire e piano piano sono riuscita a muovermi dentro casa.

Ieri per la prima volta sono uscita di casa per poter fare un’ ecografia di controllo e per la prima volta dopo settimane ho potuto fare una passeggiata sul lungo mare ma quello che facevo prima con leggerezza, come una passeggiata, ora mi stanca e mi fa sentire questo peso al petto…spero solo di poter tornare al mio lavoro e alla mia quotidianità il prima possibile.
Mai avrei pensato di sentirmi così a 24 anni…
Elena Repetto”.

A prescindere da ogni considerazione sull’efficacia o meno dei vaccini, Elena ha fatto il vaccino che le era stato di fatto imposto attraverso una obbligatorietà subdola e surrettizia e secondo la narrativa ufficiale del potere aveva comunque contribuito alla battaglia contro il virus. Abbandonarla oggi in condizioni per cui non può lavorare, senza riconoscere alcun indennizzo, ribalta la versione ufficiale dei fanatici del vaccino. Se per lorsignori chi non si vaccina è un disertore, chi si vaccina e viene abbandonato dai chi le ha dato l’ordine di andare in guerra che cos’è se non un vigliacco traditore e un disertore al cubo?

12 Febbraio 2022 – Redazione

Nell’Italia di Mario Draghi e della dittatura sanitaria si respira, da tempo, un’aria preoccupante. I casi di discriminazione verso chi non si vaccina sono ormai all’ordine del giorno, con gli stessi politici che non perdono occasione per rimarcare come siano loro, i terribili “no vax”, i veri responsabili della pandemia, in barba a qualsiasi evidenza scientifica. E gli episodi di intolleranza, in un questo clima fomentato ad arte dall’alto, si moltiplicano. Al punto che è stato sufficiente un banalissimo cartello per creare guai ai gestori di un bar.

Come raccontato da Letizia Cantaloni sulle pagine di Byoblu, l’episodio è andato in scena a Urbino, nelle Marche, dove i proprietari del bar Caffè del Sole aveva affisso un cartello fuori dal locale con scritto: “Raccomandiamo alla gentile clientela di non smettere di vivere per paura di morire “. Un invito a reagire in un’epoca difficile, segnata da una pandemia che ha cambiato il nostro modo relazionarsi con gli altri. Per qualcuno, però, un messaggio pericoloso da rimuovere in tutta fretta.

“Quello che abbiamo vissuto noi ieri è stato vissuto da altre persone prima di noi e se non facciamo qualcosa, se non ci opponiamo anche solo raccontandolo, non terminerà mai e saremo sempre vittime di qualcosa che non vogliamo ammettere essere sbagliato, nulla è più violento della censura” ha concluso il proprietario del bar. Una storia assurda che ha fatto subito il giro dei social, con tantissimi utenti che hanno manifestato solidarietà al Caffè del Sole mostrando allo stesso tempo forte preoccupazione per il clima di intolleranza in cui è piombato il nostro Paese, con la libertà di espressione ormai a forte rischio.

Fonte: IlParagone

11 Febbraio 2022 – di Marzia MC Chiocchi – Fonte: Aleteia

Il vescovo di BERGAMO ha intrapreso tre azioni nei confronti di don Emanuele Personeni, per “scoraggiarlo” dall’idea di fare questo “pellegrinaggio” contro obbligo vaccinale e Green Pass in tutta Italia 

Linea dura del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, che e ntervuto sulla vicenda del prete definiti no vax don Emanuele Personeni, vicario parrocchiale di Mapello. Venerdì 11 febbraio, don Emanuele intraprenderà un cammino per diffondere e sostenere la propria posizione contro obbligo vaccinale e Green Pass. L’annuncio di questo “pellegrinaggio” tra le parrocchie d’Italia aveva sollevato diverse posizioni contrarie.

Il Vescovo di Bergamo ha intrapreso così tre azioni, scrive Bergamo News (10 febbraio): non condivide l’iniziativa e il cammino di don Personeni, nessuna parrocchia è autorizzata a concedergli spazi pastorali e lo solleva dall’incarico di vicario parrocchiale di Mapello. Il vescovo non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni.

COSI, INVECE DI OCCUPARSI DELLE ANIME, E DEI PROBLEMI SOCIALI CHE STANNO PESANTEMENTE COLPENDO TANTE PERSONE (O FRATELLI COME AMANO PONTIFICARE I SACERDOTI NELLE LORO OMELIE), BUONA PARTE DEL CLERO, PORTA AVANTI UNA GUERRA DI RELIGIONE VACCINALE, RIPORTANDOCI AL PERIODO STORICO DELLE CROCIATE DI MEDIEVALE MEMORIA, CHE PENSAVAMO ORMAI RELEGATE ALL’INTERNO DEI TANTI LIBRI DI TESTO SCOLASTICI, E CHE INVECE STA DIVENTANDO UN RICORSO TUTTO ITALIANO. PURTROPPO MOLTO DEL FANATISMO RELIGIOSO CATTOLICO E’ SOPRATUTTO DI NOSTRA ECCELLENTE ED ESCLUSIVA PRODUZIONE, CONVIVENDO TERRITORIALMENTE, DA SECOLI, CON UNO STATO TANTO PICCOLO QUANTO POTENTE: LA CITTA’ DEL VATICANO! PER QUESTO, IN ITALIA, LA CHIESA DOMINA, IMPONE, SI IMPICCIA ANCHE DI POLITICA. E CREDO CHE QUELLO CHE STO DICENDO SIA AMPIAMENTE DIMOSTRATO DALLA STORIA IN GENERALE E DA QUESTO PANDELIRIO IN PARTICOLARE! GIA’ IL SOMMO POETA DANTE ALIGHIERI SCRISSE FIUMI DI PAROLE SUL TEMA SACROSANTO DELLA NON INGERENZA TRA POTERE TEMPORALE E POTERE RELIGIOSO, MA CERTE ORECCHIE NON SEMBRANO AVER MAI VOLUTO SENTIRE.

La lettera di don Matteo

Un confratello della diocesi di Bergamo, don Matteo Cella, parroco di uno dei comuni “epicentro” della prima gravissima ondata di covid, Nembro, aveva invitato don Emanuele Personeni a non presentarsi in “pellegrinaggio” nella Val Seriana, dove la sua «crociata» sarebbe inaccettabile. Don Matteo lo aveva scritto pubblicamente in un post sul suo profilo Facebook

NOI LO RIPROPONIAMO A SEGUIRE PER EVIDENZIARE QUANTA ACREDINE CI SIA STATA NELLE PAROLE DI QUESTO “PRETE”⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

Don Emanuele Personeni, insieme a don Alessandro Nava e don Andrea Testa, sacerdoti di Ambivere, Mapello e Valtrighe, sono i tre sacerdoti definiti no vax della diocesi di Bergamo, finiti già da alcuni mesi nell’occhio del ciclone per aver propagandato le loro idee anti vaccino e anti green pass nelle rispettive comunità parrocchiali. E’ stato chiamato in causa anche il vescovo, che finora non si è ufficialmente pronunciato. Ed è stata sottoscritta, da alcuni cittadini, una petizione per il loro allontanamento (Prima Bergamo, 4 febbraio).

COMPLIMENTI AI PARROCCHIANI! MA VERAMENTE IL PADRETERNO HA BISOGNO CHE LE CHIESE SIANO FREQUENTATE DA FEDELI DI QUESTO TIPO?

Monsignor Giacomo Cirulli, 69 anni, pugliese di Cerignola, è vescovo delle diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, nell’alto Casertano, che comprende un territorio di circa 140 mila abitanti per un totale di 116 parrocchie. L’8 gennaio scorso ha emanato un decreto con il quale, davanti alla recrudescenza della pandemia, ha proibito la distribuzione dell’Eucaristia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati e ha sospeso, per il momento, tutte le attività pastorali in presenza. 

CARI SACERDOTI, VOI SIETE INDEMONIATI! E VORRESTE PREDICARE LA CARITA’ CRISTIANA! VI DOVETE VERGOGNARE! IL PROBLEMA E’ CHE L’ALTISSIMO E’ VERAMENTE MISERICORDIOSO, E VUOL BENE ANCHE A DEGLI IGNOBILI ESSERI COME VOI, CHE DI UMANO NON HANNO PIU NIENTE! QUANDO TUTTI QUESTO SARA’ FINITO, COME AVETE INTENZIONE VI RICICLARVI?

09 Febbraio 2022 – Redazione

Scatola nera obbligatoria sulle auto. In nome della sicurezza, teoricamente. Ma anche tra le proteste degli utenti preoccupati dall’ennesima violazione della privacy in arrivo, promossa ancora una volta dall’Unione Europea e già pronta per essere accolta dall’Italia. Come anticipato dal Sole 24 Ore, infatti, dalla prossima estate scatterà una vera e propria rivoluzione nel mondo delle quattro ruote, con l’entrata in vigore dal 6 luglio del regolamento europeo che introdurrà nuovi requisiti di omologazione. Ecco, nel concreto, cosa cambierà.

Tra le novità, innanzitutto ci sarà l’obbligo di montare degli Adas, ovvero dispositivi di assistenza avanzata alla guida, dei quali già oggi esistono diversi tipi. Non è detto, però, che quelli già acquistati siano sufficienti: servirà infatti un dispositivo in grado di attivare la frenata automatica in caso di rilevamento di un ostacolo e correggere la traiettoria all’occorrenza. Poi sarà anche necessario avere a bordo una scatola nera. Di cosa si tratta?

La scatola nera è un dispositivo elettronico dotato di un localizzatore Gps che, una volta installato a bordo, permette di monitorare il percorso del veicolo. Attraverso alcuni elementi, è in grado di fornire informazioni anche, per esempio, sul modo di guidare del concudente, così da favorire la ricostruzione della dinamica di eventuali incidenti. Come fatto notare da tanti utenti sui social, però, di fatto chi si trova al volante sarà monitorato per tutto il viaggio, ogni giorno, come in un Grande Fratello.

Nonostante manchino ancora diversi mesi, gli umori degli automobilisti italiani sono già nerissimi. Altro problema, non secondario: chi possiede già una scatola nera, quella promossa dalle assicurazioni, dovrà comunque acquistarne un’altra, quella appunto imposta dall’Ue. I due dispositivi, infatti, non coincideranno, salvo interventi normativi successivi, visto che hanno caratteristiche diverse. Con il rischio, tra l’altro, che in caso di incidente forniscano versioni diverse dell’accaduto.

ITALIANI…..USCIAMO DALL’EUROPA!

08 Fenbraio 2022 – Redazione

«Non vaccino mia figlia, perché il vaccino non è una religione, ma una medicina», così ha dichiarato Giorgia Meloni in un’intervista rilasciata a Massimo Giannini per La Stampa. Dichiarazioni che non sorprendono quelle della leader di Fratelli d’Italia, già nota per il suo scetticismo sulla campagna vaccinale del governo Draghi. Secondo Meloni infatti: «Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine», aggiungendo inoltre che questo «è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023», scrive Il Giornale d’Italia.

LA VIDEO INTERVISTA A GIORGIA MELONI A “NON E’ l’ARENA”.CLICCA QUI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.la7.it/nonelarena/video/giorgia-meloni-non-vaccinero-mia-figlia-mi-preoccupa-come-viene-trattato-il-tema-e-chi-ha-dubbi-e-06-02-2022-421839

Valuto “il rapporto rischi-beneficio”

«Non vaccinerò mia figlia Ginevra, lo rivendico. Spaventa molto come affrontiamo questo dibattito sui vaccini in Italia. […] Mi preoccupa che chiunque abbia dei dubbi venga trattato come se fosse un criminale o un terrorista», aveva in precedenza affermato la politica intervenendo a Non è l’arena. Sulla vaccinazione, specie quella dei minori, Meloni afferma di valutare “il rapporto rischi-beneficio” piuttosto che affidarsi ciecamente alle dichiarazioni dell’esecutivo, il quale secondo l’ex ministra non starebbe ottenendo “dei grandissimi risultati” con la sua azione di contrasto alla pandemia.

«Tutto il mondo – afferma Meloni – sta uscendo dalla pandemia. L’Italia ò il Paese con i provvedimenti più aggressivi e, al contempo, è tra le nazioni con il più alto tasso di contagio e con la maggiore letalità».

In risposta alle dichiarazioni di Meloni sui vaccini non ci ha messo molto ad arrivare la replica di Pierpaolo Sileri, da sempre favorevole alla vaccinazione in età infantile. Ospite della trasmissione L’Aria che tira, il sottosegretario ha così commentato le parole della politica: «Non c’è l’obbligo vaccinale per quella fascia d’età quindi c’è libertà di scelta, però l’evidenza scientifica è tanta. Vi è una bontà innegabile nei vaccini in età pediatrica» scrive Il Giornale d’Italia.

08 Febbraio 2022 – Redazione

Nuova sentenza del Il Tar del Lazio. questa volta ha accolto il ricorso presentato da un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dallo stipendio per non essersi vaccinato. Il tribunale ha motivato così la sentenza: “La privazione della retribuzione provoca danni gravi e irreparabili”.

Il dipendente no vax sospeso dal lavoro e dalla retribuzione dovrà essere retribuito. Il ricorso che aveva presentato per chiedere l’annullamento del provvedimento notificato lo scorso 4 gennaio e che lo sospendeva dal servizio e dalla retribuzione fino a che non avesse completato il ciclo vaccinale è stato accolto dal tribunale amministrativo.

Tar: “Sospendere la retribuzione comporta un danno grave e irreparabile”

Nell’accogliere l’istanza cautelare il Tar ha motivato: “Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile“.

L’uomo aveva anche chiesto l’annullamento dell’obbligo di certificazione verde per una determinata categoria di lavoratori. In merito alle questioni di legittimità costituzionale sollevate, è stata fissata l’udienza per la trattazione collegiale il prossimo 25 febbraio.

06 febbraio 2022 – di Marcello Pamio (Disinformazione)

Non ci voleva un genio per capire che il Super Bonus era un gran bel pacco.

D’altronde quando mai un governo – tanto più italiano – ha regalato soldi? E poi denari per il benessere ambientale? Non fatemi ridere. E infatti è lo stesso Mario Draghi a dirci che il 110% ha creato delle distorsioni. Enormi distorsioni come l’aumento straordinario dei prezzi dei materiali che servono a fare le ristrutturazioni per il discorso energetico. Risultato oggi: una unità di efficientamento energetico costa molto di più di quanto non costasse prima del Super Bonus. E le emissioni non vanno giù così tanto da assorbire questo aumento di prezzo. Ma che strano 🤔

Lo scopo era proprio quello di far schizzare tutte le materie prime per mettere in ginocchio i settori industriali e stendere il tappeto al Grande Reset…

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COME VOLEVASI DIMOSTRARE LA FREGATURA E’ SERVITA, E QUEL CHE E’ PEGGIO, E’ CHE MILIONI DI ITALIANI HANNO CREDUTO AL PROGETTO SUPERBONUS PER RISTRUTTURARE PALAZZI, APPARTAMENTI E CASE SINGOLE! MA IO MI DOMANDO…..MA COME AVETE FATTO A DARE FIDUCIA AD UN SOLONE, SCAPPATO DI CASA COME CONTE CHE, DURANTE IL PRIMO LOCKDOWN DEL 2020, TIRO’ FUORI DAL CILINDRO, LA FAMOSA LEGGE SUL SUPERBONUS 110% e &. ANCORA CREDETE ALLE AGEVOLAZIONI STATALI?! OLTRE IL FATTO CHE SARA’ PRATICAMENTE IMPOSSIBILE ADEGUATE ALLE IDIOZIE SUL RISPARMIO ENERGETICO, PALAZZI E STRUTTURE D’EPOCA, VANTO DEL NOSTRO PAESE, PER FREGI, STUCCHI E ARCHITETTURE, CHE POCO SI SPOSANO CON LE INNOVAZIONI!

Marzia MC Chiocchi

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ECCO LA NOTIZIA: Fonte: MONEY.it ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

Superbonus e cessione del credito, è caos: le operazioni sono congelate, le imprese hanno crediti ma non hanno nessuno che li acquisisce. Anche i privati rischiano di aver sprecato i loro risparmi.

Il Superbonus rischia di far fallire centinaia di aziende edili.

Ci sono imprese, infatti, che pur avendo ottenuto il riconoscimento del credito nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate non riescono a cederlo agli istituti di credito, molti dei quali dopo le ultime novità introdotte dal Decreto sostegni ter hanno deciso di bloccare qualsiasi possibilità di acquisizione del credito.

E vale anche per quelle imprese che avevano già ottenuto una garanzia a riguardo e che dunque si erano mosse con la sicurezza che una volta completati i lavori e ottenuto il riconoscimento al Superbonus non avrebbero avuto problemi nel cedere tutto a una banca. Imprese che solitamente, per farsi carico dei costi necessari per portare a termine i lavori, hanno richiesto e ottenuto un prestito ponte da restituire una volta ceduto il credito.

Il problema è che ci sono istituti di credito che alla luce delle ultime novità introdotte dal Governo hanno deciso di bloccare le acquisizioni dei crediti maturati dalle imprese, le quali improvvisamente si sono trovate con un credito riconosciuto nel cassetto fiscale – che tuttavia non riescono a cedere a nessuno – e con un grosso debito nei confronti della banca da dover restituire.

Quella decisa dal Governo, quindi, non è solamente una stretta per i furbetti del Superbonus: il rischio, come spesso accade, è che a pagarne le conseguenze siano centinaia, o forse migliaia, di professionisti, i quali in questo momento stanno attraversando un momento di difficoltà che solamente un intervento della politica potrà risolvere.

Superbonus 110% e cessione del credito: cosa cambia con il Decreto Sostegni ter

Con il Decreto sostegni ter il Governo ha posto un limite molto importante per il Superbonus, stabilendo che il credito può essere ceduto una volta sola.

Una soluzione che – secondo quanto spiegato dai tecnici del servizio Bilancio – “potrebbe costituire una misura efficace per il contrasto alle frodi nel settore”. Allo stesso tempo, questi sono consapevoli che “la restrizione introdotta andrà a ridurre in maniera significativa le concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati, attraverso lo strumento delle cessioni del credito”.

Una vera e propria stretta per il Superbonus 110%, la quale segue alle perplessità già mostrate da Mario Draghi nel corso delle discussioni per un’eventuale proroga della misura in Legge di Bilancio 2022. Inizialmente, infatti, era stato deciso che la proroga a dopo giugno 2022 dovesse valere solo per le famiglie con ISEE sotto i 25.000,00€, e solo in seguito a una forte pressione del Movimento 5 Stelle è stato deciso di estendere a tutti l’accesso alla misura fino al 31 dicembre 2022 (a patto che il 30% dei lavori sia stato completato entro giugno 2022).

Se tutto sembrava essere tornato al proprio posto, con architetti, geometri e imprese edilizie che hanno ripreso nuovamente ad acquisire lavori sul fronte Superbonus, il Decreto sostegni ter ha rimesso tutto in discussione.

Impedendo una cessione del credito successiva alla prima, infatti, si circoscrive la platea dei concessionari, restringendola alle sole banche, molte delle quali però hanno raggiunto il loro “plafond”, non potendo dunque acquisire ulteriori crediti.

Di fatto, così si blocca tutto ed è quello che già sta succedendo. Ne abbiamo parlato con un architetto, il dottor Dario Marigliani, il quale dopo oltre un anno e mezzo di lavoro grazie a Superbonus e altri bonus casa, rischia di dover buttare tutto all’aria a causa delle nuove regole.

Ma se per lui i problemi sono limitati, per le imprese da lui seguite – come pure per molti clienti – ci sono situazioni che potrebbero costare centinaia di migliaia di euro.

Superbonus: così lo Stato farà fallire centinaia di imprese edili

Per il Superbonus è tutto fermo ormai dai circa sei mesi”; così l’architetto Dario Marigliani, il quale spiega che dopo lo stop dovuto all’incertezza delle regole che dovevano essere introdotte in Legge di Bilancio 2022 il mercato non si è mai ripreso.

E questa ultima novità del Decreto sostegni ter rischia di porre un ulteriore freno, con ripercussioni importanti sia per imprese che per privati. Partiamo dalle imprese:

“Ci sono aziende che rischiano il fallimento perché improvvisamente si sono viste voltare le spalle dalla banca che aveva dato garanzia di acquisizione del credito”.

Il dottor Marigliani ci ha raccontato d’imprese che si trovano con debiti di centinaia di migliaia di euro senza una prospettiva chiara su come rientrare nei costi sostenuti per tali lavori.

Pensiamo ad esempio a un’azienda che ha accettato un grosso lavoro da 300 mila euro per un condominio, confermando lo sconto in fattura dopo aver ottenuto garanzie da parte di una banca riguardo alla possibilità di cessione del credito una volta che questo sarebbe stato caricato sul cassetto fiscale.

Nel frattempo, per far fronte a tutte le spese, questa ha aperto un prestito presso la stessa banca, con la consapevolezza che una volta ceduto il credito avrebbe potuto estinguerlo senza problemi.

Improvvisamente alla banca viene detto che a sua volta non può più cedere il credito ad altri, e per questa quindi non è più conveniente acquisirlo. Ragion per cui la promessa fatta all’impresa non può essere mantenuta.

Improvvisamente, quindi, l’impresa si trova con un prestito di centinaia di migliaia di euro da dover restituire, e con un credito nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate – in quanto nel contempo sono stati completati i lavori – che tuttavia non riesce a cedere. L’unica possibilità sarà quella di trovare un’altra banca disposta ad acquisirlo, altrimenti lo spettro del fallimento potrebbe essere concreto. Ricerca che tuttavia potrebbe anche essere inconcludente visto che molti istituti di credito stanno facendo un passo indietro (la stessa Poste Italiane ha congelato tutte le operazioni riferite al Superbonus).

E attenzione: perché non si tratta di un esempio ma di una situazione concreta di cui però abbiamo preferito mantenere l’anonimato di tutti i protagonisti.

Situazione che riguarda moltissime aziende, tanto che in questi giorni è partita una ricerca spasmodica di banche – ma non solo, ci sono anche compagnie assicurative ad esempio – disposte ancora ad acquisire un credito.

Nel contempo, per lo stesso motivo, molte imprese non accettano più d’iniziare nuovi lavori, visto il timore di dover affrontare una spesa che poi non verrà restituita.

Una situazione che stanno pagando quei privati che nei mesi scorsi hanno investito i loro soldi acquistando una casa da ristrutturare consapevoli di poter abbattere il costo grazie alla possibilità dello sconto in fattura. Ma adesso che il mercato del Superbonus è bloccato, rischiano di dover rinunciare al sogno di una ristrutturazione gratis o quasi, con il pericolo di ritrovarsi con un immobile fatiscente ma senza la liquidità necessaria per sistemarlo a dovere.

07 Febbraio 2022 – di Irene Giurovich – Il Giornale di Udine

Sta male dopo la terza dose. Nessuno però la degna di una visita. Telefonate e telefonate alla guardia medica di Udine, senza risposta. Dal Pronto soccorso dell’ospedale di Udine la rimandano alla guardia medica perché  – stando alla testimonianza della trentenne udinese – il pronto soccorso non tratta queste situazioni.

Protagonista della disavventura è una dipendente statale che, come categoria obbligata al siero (è collaboratrice scolastica), ha dovuto presentarsi la mattina del 4 febbraio, alle 10, al centro vaccinale a Martignacco. Nel pomeriggio compaiono alcuni fastidi. Il peggio arriva la mattina seguente: stordimentivertiginidisequilibrioforte malesserefebbre. Sabato 5 febbraio è un giorno lavorativo per S. (tuteliamo la privacy come ci è stato chiesto dalla interessata, ndr), quindi iniziano i numerosi tentativi per contattare la Guardia medica dopo che il suo medico di base le aveva consigliato di farsi visitare, poiché si trattava di effetti collaterali del siero. «Non potevo di certo predisporre un certificato di malattia: avrei commesso un falso in atto pubblico, dal momento che la mia assistita non ha una malattia, bensì presenta gli effetti avversi causati dal booster. In questi casi è fondamentale che ci sia una certificazione precisa e collegata ai sintomi post-vaccinali».

Nessuno si fa carico del suo malessere

La giovane decide allora di chiamare l’ospedale di Udine: l’operatore del centralino le dice che non vengono trattati questi casi; poi, dopo essersi messa in contatto con il Pronto soccorso del nosocomio cittadino, si sente rispondere che non si occupano di questi casi e che ci si deve rivolgere alla guardia medica. «Sono stata inutilmente rimbalzata da una parte all’altra: certo è che se dici di star male perché il giorno prima hai fatto il vaccino, tutti mettono le mani avanti come per paura, alla fine ti senti da solo e abbandonato. Nessuno si fa carico di questi problemi».

Decide allora di andare di persona dalla guardia medica: suona più volte, nessuna risposta. Nel corridoio, che si vede dall’esterno, non ci sono pazienti. Finalmente risponde un medico al citofono. «Gli spiego che sto male – il giorno precedente mi ero dovuta sottoporre al terzo richiamo – e non sono in grado di recarmi al lavoro». Sperava in una visita, almeno. Invece «mi viene dato un certificato su cui è barrata la casella di ‘visita’, sebbene io non sia stato affatto visitata dal medico!         Inoltre, la diagnosi riportata è influenza, quando in realtà io non ho l’influenza!».

Le autorità latitano

A questo punto le autorità,  tutte dedite a controllare i lasciapassare e i farmacisti impegnati nel servizio tamponi, dovrebbero piuttosto indagare su altri fronti: persone che stanno male dopo i sieri e non sono ritenute degne di una visita; pronto soccorso che non le riceve, guardia medica che non le visita e rilascia certificati di una visita non effettuata e con una diagnosi falsata.

Il medico di base della malcapitata chiede che si faccia chiarezza anche perché i responsabili potrebbero rischiare la formulazione dell’ipotesi di reato di falso in atto pubblico e omissione di soccorso. In cauda venenum: si censurano i medici che curano i propri pazienti affetti da covid con terapie efficaci, certamente non Tachipirina e vigile attesa, mentre chi si macchia di questi comportamenti viene lasciato agire impunemente!