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‘DICEMBRE’ Category

10 dicembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

[Fonte: HuffPost- Articolo di Pietro Salvatori, giornalista politico]

La presenza di Carlo Lottieri alla Commissione Dubbio e Precauzione, il gruppo di controinformazione sul covid voluto da Giorgio Agamben, Massimo Cacciari e Ugo Mattei, ci ha molto incuriosito. Lottieri, professore di Filosofia del diritto a Verona, è infatti uno dei più stimati pensatori liberali italiani, fra i fondatori dell’Istituto Bruno Leoni e considerato l’erede di Sergio Ricossa. Volevamo capire che cosa avesse spinto uno del calibro di Lottieri ad associarsi a un Commissione rapidamente scivolata nel negazionismo e nel complottismo. Il risultato è in questa intervista. Ognuno se ne farà il giudizio che crede.

Professore, dunque cosa ci faceva ieri a Torino insieme a Cacciari, Mattei e Agamben?
Da qualche tempo penso che stiamo assistendo a un cambiamento istituzionale, sociale e politico che sta restringendo le libertà individuali in nome di un appello all’emergenza, e ritengo questo che esiga una reazione. Siamo persone che hanno trascorsi diversi e idee anche contrastanti, ma che si trovano d’accordo di fronte all’esigenza di tutelare l’inviolabilità del corpo umano, opponendosi all’isteria alimentata dal potere attuale. Di fronte al Leviatano sanitario serve una coalizione che difenda la libertà di pensiero. Mi piace il fatto che si parli di noi come di “renitenti”, come di coloro che nella Prima guerra mondiale si rifiutavano di uccidere e di morire.

Ma la vostra libertà mette in pericolo la libertà altrui. Rifiutate di uccidere o morire ma aumentate il rischio per chi vi sta attorno. C’è una dimensione collettiva della libertà, non può non tenerne conto.
Non è così. O i diritti fondamentali esistono e sono inviolabili, oppure non esistono per nulla e sono mere concessioni del potere. Né penso difendibile la tesi secondo la quale la scelta di non vaccinarsi comporterebbe un danno per gli altri. Il grande equivoco è che o sosteniamo che vaccini sostanzialmente funzionano, o riteniamo che non funzionano. Se ti vaccini e hai una copertura dal virus, cosa temi dagli altri? Una persona protetta dal vaccino – che ha meno probabilità d’infettarsi e se questo avviene molto spesso non deve affrontare gravi conseguenze – ha davvero poco da temere da un non vaccinato. C’è un brocardo che recita: “De minimis non curat praetor”. Il comportamento di chi non si vaccina non può essere considerato lesivo dei diritti altrui, e infatti in vari Paesi non lo è.

Ma i vaccini sono un argine alle ospedalizzazioni, agli ingressi in terapia intensiva, agli stessi decessi.
Questo non lo discuto. Non siamo contro i vaccini. Chi vuole può tutelarsi con questo strumento e dovrebbe anche avere il diritto di poter scegliere quale tra i molti vaccini disponibili, senza per forza farsi iniettare un farmaco scelto da altri. Mia madre è vaccinata e mia figlia lo è, e mi fa piacere che lo siano.

Lei no?
Io no.

Ma se non è contro i vaccini!
Ho scelto di non vaccinarmi per una questione di principio: etico-giuridica, non sanitaria. Tutti gli anni tengo un corso sull’obbligo politico (cercando di mostrare come sia illegittimo che alcuni uomini dispongano di altri uomini), e sarei stato incoerente se avessi subito chinato la testa: accettando senza la minima reazione la condizione di suddito.

Ma perché suddito, scusi?
Perché quando qualcuno impone qualcosa a qualcun altro, il secondo non è più un uomo libero. E perché c’è stata una scelta politica precisa: quella di puntare solo su una delle varie risposte possibili. Ma la medicina deve essere tarata su persone tra loro molto diverse. In ragione di un ben preciso calcolo politico, ci considerano tutti identici, e in tal modo si sta scivolando verso logiche totalitarie giustificate da quella che viene chiamata “la scienza”. La ricerca scientifica autentica, invece, vive di dibattiti e cresce attraverso autentiche rivoluzioni, come furono quelle di Galileo oppure Einstein, che dissero cose del tutto eretiche rispetto alle opinioni degli altri studiosi in quel momento.

Ma ci sono già almeno 10 vaccini obbligatori per i bambini nel nostro paese, e nessuno ha mai posto di questi problemi.
Non è vero: c’è chi giustamente ha protestato e ha alzato le barricate! È vero che l’Italia ha una storia profondamente illiberale da questo punto di vista. Fra un po’ imporremo pure le trasfusioni ai testimoni di Geova…

Non mi dica che è d’accordo con Agamben quando introduce analogie tra Draghi e il nazismo.
Abbiamo alle spalle cinque secoli di storia dello stato moderno: un’istituzione che non riconosce nulla sopra di sé. Queste cose le dicevano Bodin, Hobbes e Rousseau, non io. Come europei, dobbiamo sapere che abbiamo costantemente nella nostra storia il rischio totalitario: non è un qualcosa venuto dal nulla e che si è esaurito nella Germania degli anni ’30 e ’40.

Dunque mi faccia capire: pensa che oggi ci siano elementi per poter fare dei paralleli con le leggi razziali, o con l’eliminazione dei disabili portata avanti da Hitler…
Penso che siamo in presenza di forme sottilmente totalitarie. Hannah Arendt sostiene che nei regimi totalitari il potere non si limita a comandare, ma punta a conquistare il cuore e la mente dei suoi cittadini. Il vero trionfo del potere non è la passiva obbedienza, ma l’attiva partecipazione. In questo senso il green pass è cruciale, perché chiede un’adesione attiva. D’altra parte, quella libertà di pensiero che storicamente era associata alla tolleranza – qualcosa che sembrava ormai acquisito – è oggi sempre più limitata. Si pensi alla difficoltà di ragionare seriamente sugli eventi avversi. Siamo di fronte a una prospettiva dogmatica e bigotta, che condanna sul piano morale ogni dissenziente.

Non sarà anche lei sostenitore del Great Reset o di questo tipo di tesi complottiste?
Quello che penso è che vi una generale convergenza sul piano ideologico e degli interessi: burocrati, politici, organismi internazionali, imprese, sindacati, chiese e via dicendo convergono in maniera naturale a protezione del nuovo potere. Non c’è quasi più spazio per un’economia libera, così come si restringe la possibilità di un pensiero indipendente e scettico. Non c’è allora bisogno di un disegno, perché ci sono tanti interessi sintonizzati tra loro e c’è una comune visione ideologica nelle élites. Ed è già pronto quel che verrà dopo.

E cosa verrà dopo?
La crisi climatica sarà la nuova emergenza, utile a distruggere ancor più il diritto e le libertà individuali.

Aspetti un attimo, cosa c’entra?
La dissoluzione del diritto troverà una straordinaria opportunità su quel versante, e può già contare su un consenso costruito nel corso di decenni. Perché vede prima che vi fosse un’offerta di pandemia c’era una domanda di pandemia.

Ma che significa una “domanda di pandemia”?
Per i governi e le élite a loro connesse la pandemia è stata una straordinaria opportunità: tanto più che abbiamo visto una società che ha chiesto solo di essere guidata, timorosa di morire di Covid e dominata da un’isteria irrazionale. Dal coprifuoco dopo le 10 di sera alle mascherine all’aperto, abbiamo aderito a misure senza senso.

Mi perdoni: quindi secondo lei da Biden a Putin, da Draghi a Merkel, da Aifa a Ema, sono tutti d’accordo in un grande piano interconnesso per controllarci?
I governi esistono e contano molto, le lobby egualmente, e le élite pure. Poi per fortuna c’è qualche defezione: dalla Svezia alla Florida. Ma noi italiani purtroppo abbiamo fornito lo standard, essendo stati il primo paese occidentale a essere stato colpito. E non è un caso che abbiamo prima dato il fascismo all’Europa e poi per decenni abbiamo avuto il partito comunista più grande dell’intero Occidente.

Volete fare un partito anche voi?
Personalmente penso che sarebbe disastroso. Abbiamo idee molto diverse, anche se siamo uniti in difesa dei diritti fondamentali, della libertà di cura e della difesa del pluralismo. Credo che servirebbe una serie di realtà politiche molto diverse, ma in grado di allearsi. Un comitato chiamato a restaurare il diritto e la libertà di espressione.

Ma libertà d’espressione è garantita. Le vostre tesi sono sui giornali, io la sto intervistando, andate in tv.
In genere sono trappole. Basti dire che siamo definiti “negazionisti”, un termine che nacque per chi negava la Shoah, e che poi usato per il clima. Qualunque cosa pubblichiamo su Fb ci becchiamo una sospensione. C’è un’evidente alleanza tra politica, scienza, finanza, media.

Ma nel regime autoritario che denuncia lei è libero di sostenere queste posizioni!
Quanti come me esprimono queste tesi possono farlo, ma sanno che pagheranno un prezzo. Un mio collega, a Verona, a stato allontanato dopo due minuti in televisione. Molti altri quindi tacciono per evitare conseguenze. A me questo non sembra normale.

Fonti:⤵️

https://m.huffingtonpost.it/author/pietro-salvatori

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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https://cataniacreattiva.it/intervista-a-carlo-lottieri-huffpost-non-mi-vaccino-non-accetto-la-condizione-di-suddito/

11 dicembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

Si moltiplicano i casi di reazioni avverse ai vaccini dopo il via libera ai bambini. Dagli Stati Uniti si registrano sempre più casi di arresto cardiaco e mal di testa che risultano mortali. Problema simile si registra in Europa dove aumenta enormemente rispetto agli anni precedenti la mortalità nella fascia 15-44 anni. In particolare il dato più rilevante si ha confrontando le morti di giugno dell’anno corrente a quelle dell’ultima settimana a cavallo fra novembre e dicembre. Si è infatti passati da 2127 a 5303 morti: un percentuale di aumento estremamente più alta rispetto a quella dei primi mesi dell’anno.

I casi di avversione al vaccino nei giovani statunitensi

I casi sono stati registrati dalla Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS). Un programma per la sicurezza dei vaccini, co-gestito dai centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA). In totale i report di reazioni avverse ai vaccini anti Covid sono state oltre mezzo milione (567.697). Che generalmente colpiscono più le donne rispetto agli uomini e riguardano in una proporzione 60/40 i sieri Moderna rispetto a Pfizer. Sono in totale circa 12 mila le morti aventi come causa riconducibile la somministrazione del vaccino in quasi 9 mesi di 2021 negli Stati Uniti. Si parla dunque di circa 3 morti ogni 100.000 dosi inoculate.

Nel sito è possibile leggere anche i report redatti dai dottori che hanno assistito i suddetti pazienti. Di un paziente quindicenne è possibile leggere: “Aveva un buon stato di salute. 5 giorni dopo aver ricevuto il vaccino ha lamentato un fugace dolore unilaterale alla spalla (non chiaro alla famiglia a quale spalla), che la famiglia ha attribuito a una causa di disturbo muscolo-scheletrico. Niente dolori al petto, problemi respiratori o palpitazioni. Stava giocando con due amici in un laghetto vicino casa, oscillando da una corda, facendo capriole in aria e infine tuffandosi in acqua entrando prima con i piedi. Riemergendo ha riso e detto ai suoi amici: ‘Wow, mi sono fatto male!’. In seguito ha nuotato verso riva, come al solito sott’acqua. Gli amici si sono preoccupati quando non è più riemerso. Il suo corpo è stato recuperato dalle forze dell’ordine più di un’ora dopo.”

Ma anche di neonati, come nel caso di una donna di cui si legge: “La paziente ha ricevuto la sua seconda dose di vaccino Pfizer il 17 maroz 2021 mentre era al lavoro. Il 18 marzo 2021 suo figlio di 5 mesi che stava allattando ha sviluppato un rash cutaneo e entro le 24 ore era diventato inconsolabile, si rifiutava di mangiare e ha contratto una febbre. La paziente ha portato il neonato a un pronto soccorso locale dove sono stati condotti dei controlli, le analisi del sangue hanno rilevato elevati livelli di enzimi epatici. Il neonato è stato ospedalizzato ma la sua salute ha continuato a declinare ed è venuto a mancare.”

La crescente mortalità della fascia 15-44 in Europa

È tramite il Sistema di sorveglianza mortalità giornaliera Euromomo che è possibile notare come a partire dalla metà di quest’anno in corso qualcosa sia cambiato. Un costante crescendo di morti settimanali, triplicate addirittura rispetto all’inizio del terzo trimestre 2021. Stesso dicasi per la fascia ancora più sensibile 0-14. In questo caso si è arrivati a oltre 200 casi attuali da inizio anno con un incidenza settimanale andata crescendo di settimana in settimana.

Fonti:⤵️

http://www.euromomo.eu/

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11 dicembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

Montagnier, che goduria! Annunciata dal suo avvocato una querela sacrosanta contro Matteo Bassetti.

Ricordate quando a fine estate il tronista genovese a libro paga di Pfizer definì il premio Nobel Luc Montagnier “vecchio rincoglionito” per contestare il suo intervento a favore delle cure domiciliari? Ebbene, l’avvocato Tiziana Vigni con questo video informa di aver ricevuto il mandato da Luc Montagnier per redigere una querela nei confronti di Matteo Bassetti. Ora il figlio di papà, corteggiato dalle reti televisive di regime, dovrà rispondere per diffamazione aggravata ai danni di un vero uomo di scienza.

(Fonte: StopCensuraOnLine)

https://youtu.be/OiHfdiyQUrg

Clicca sul seguente link per vedere il VIDEO dell’avv. Tiziana Vigni: ⤵️⤵️⤵️

https://m.youtube.com/watch?v=2Y-PGeDUXxc

A voler far lo “splendido” si finisce per doverne rispondere poi…

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11 Dicembre 2021- Redazione Co.Te.Li

I Media di “Regime” lo hanno attaccato senza esclusione di colpi, e Lui non ci sta! Parliamo di Massimo Cacciari, ricoperto di critiche e calunnie all’indomani del convegno di Torino dell’8 dicembre. Incontro in cui alcuni studiosi ed intellettuali, tra i quali anche Giorgio Agamben, hanno ufficialmente dato il via alla “Commissione dubbio e precauzione”. Immediata la reazione dello stesso Cacciari, il quale ha attaccato duramente il “Corriere della Sera” uscito con questo titolo: –Il convegno dei no vax di Torino, fra sospetti e deliri”- “Hanno tirato fuori cose, estrapolandole, affermando che io sono un no vax. Non rispondo a queste provocazioni, e se continueranno a calunniare in questo modo, risponderò solo per vie legali. Non mi cimento nemmeno con questi personaggi, sono di un altro livello”.

Giorgio Agamben / Massimo Cacciari

Gli attacchi della stampa a Cacciari

Agguerritissimo il quotidiano di Torino la “La Stampa” diretta da Massimo Giannini, che ha contrapposto ai due principali protagonisti dell’iniziativa, un’altra filosofa perfettamente allineata al dogma sanitario, Donatella Di Cesare, con un commento in stile bulgaro: “Cacciari e Agamben la china rovinosa: voci che fanno da megafono dei negazionisti più beceri. Perciò guardo con disapprovazione all’iniziativa presa da Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, Mattei e Freccero”.

Chi non si omologa è fuori

E così, dall’attacco della stampa allineata, seminatrice di terrore, si rileva una situazione sociale e democratica che nessuno si sarebbe aspettato di vivere: la bugia di una calamità mondiale senza precedenti, la conseguente necessità delle misure restrittive che ci sono state imposte – che per la De Cesari avrebbero dovuto essere ancor più dure.

La democrazia è messa a dura prova

Alla domanda se la democrazia sia in pericolo, Cacciari ha risposto “Quella che abbiamo conosciuto finora sicuramente sì, anche se non ci sono nazismo, fascismo o comunismo alle porte, Per carità, stiano tutti più tranquilli”. Per la stragrande maggioranza delle persone, dei media e degli opinion leader questo è il migliore dei mondi possibili, certamente per i gruppi economici e per gli interessi del potere industriale e finanziario. Come è sempre successo, il problema è quando la maggioranza demonizza la minoranza, è questo il tema chiave e non certo il destino individuale di qualcuno”.

D’altro canto, mi permetto di aggiungere, quando da anni su molti aspetti sociali e culturali si nota una allarmante tendenza al pensiero unico, forse non è poi così strano che su una vicenda sanitaria così controversa si sia creata una convergenza di obiettivi e di interessi che sta imponendo da tempo un’ unica e dogmatica ricetta per contrastarne gli effetti patologici. In tal senso gli effetti collaterali sulla libertà dei cittadini, per ora in gran parte ignari, potrebbero risultare devastanti

Cacciari ha fatto sapere che, al prossimo delirio della stampa nei suoi confronti, partiranno le querele!!!

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certo il destino individuale di qualcuno”.

11 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Dopo l’assalto al made in Italy, l’Ue tenta un altro colpo basso nei confronti dell’Italia: L’ATTACCO AL NOSTRO VINO Come? Imponendo più tasse, etichette choc come per le sigarette e limitazioni alla sponsorizzazione degli alcolici durante gli eventi sportivi. Il blitz dei Socialisti, Democratici e Verdi è avvenuto inserendo nel report del comitato speciale Beca per la lotta al cancro, una serie di misure che, se venissero attuate in futuro, rischiano di penalizzare i produttori italiani di vino. Un vero e proprio assalto mirato e guidato da logiche facilmente comprensibili.

Come riporta Il Giornale, “giovedì il testo del dossier di oltre cento pagine, che traccia le linee guida sulla lotta ai tumori, è stato approvato dalla commissione parlamentare europea per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (Envi) con 29 voti a favore, uno contrario e quattro astenuti. Il report passerà poi al vaglio della sessione plenaria del Parlamento europeo, a febbraio del 2022, e sarà proprio su questa relazione che la Commissione Ue si baserà per emanare le prossime direttive in materia”.

Gli emendamenti voluti dalla sinistra Ue preoccupano gli operatori del settore vinicolo. L’impostazione del documento, che chiede tolleranza zero sugli alcolici, compresi vino e birra, con tasse più alte, “health warning” sulle etichette e divieto di sponsorizzazione nelle manifestazioni sportive, impensierisce i produttori. “La relazione – scrive la Coldiretti in una nota – non si limita a proporre aumenti delle tasse ma spinge ad introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche come per i pacchetti di sigarette”.

È del tutto improprio – attacca il presidente Ettore Prandini – assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino”. La relazione del Parlamento Ue, è convinto, “colpisce ingiustamente il vino Made in Italy che ha conquistato la leadership in Europa per produzione ed esportazioni con un fatturato record di 12 miliardi nel 2021”.

Infine parliamo di un nuovo pericoloso scenario!!! La Coldiretti ha sottolineato come in un documento circolato al Consiglio dei ministri agricoli Ue è emersa la possibilità non solo di produrre vino dealcolato (ovvero con un minore contenuto di alcol) ma soprattutto si è affacciata anche l’ipotesi di aggiungere acqua al vino al fine di abbassarne la gradazione alcolica.

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11 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: Today.it

All’ombra delle Alpi Svizzere si alleveranno coccodrilli del Nilo. Non per farne borsette o beauty case ma per venderne spiedini e hamburger agli altri paesi dell’Unione. ITALIA COMPRESA. Perchè il Ministro della Salute Speranza ha recepito una norma che in Europa già consentiva di commercializzare carne di rettile e – con una solerte circolare del 4 novembre – l’ha applicata anche in terra di carbonara e bagna cauda. Sempre secondo la circolare, potrebbero entrare nell’iter autorizzativo dei nuovi alimenti per il consumo umano anche altre tre specie di coccodrillo, la lucertola ocellata europea, il pitone reticolato e la tartaruga guscio molle cinese.

Per il momento però, nel piatto abbiamo solo l’alligatore delle sponde del Nilo. Dolce come un merluzzo al guazzetto, anche se la consistenza si avvicina più a quella del pollo alla cacciatora. Ma soprattutto, la sua carne vale più di quanto pesa: da quando in Zimbabwe sono arrivate le multinazionali del food a gestire allevamenti e commercializzazioni, i prezzi hanno superato i 150 euro al chilo. Ed è proprio da questo paese africano che sarà consentito importare la materia prima destinata alle osterie italiane, insieme a Botswana, Vietnam, Sudafrica.

Lucertola Ocellata

E alla Svizzera, unico Paese europeo autorizzato, già candidato a diventare il cuore pulsante e il centro di smistamento della carne di rettile sul suolo del Vecchio Continente. Sicurezza della filiera, analisi chimiche per escludere Salmonella e Trichinella, certificato di provenienza.

A garanzia del consumatore è previsto tutto. Tutto, tranne il fatto che industrializzare l’allevamento di una specie selvatica per immetterla nel circuito di distribuzione della ristorazione globale, infrange una decina di punti della transizione agro-ecologica europea. Della quale il Ministro Speranza si è sempre detto gran sostenitore.

Pitone Reticolato

A partire dal nome: “From farm to fork”, ovvero dal campo alla tavola. Un esercizio di stile, per i meticolosi che avrebbero voglia di fare il conto di quante parti per milione (le famose “ppm”) di anidride carbonica verrebbero emesse per trasportare un carico di coccodrillo dal Vietnam a Genova o dal Botswana a Taranto. E che invece già si trovano negli strettissimi obiettivi di riduzione delle emissioni di tutti gli Stati membri. Pena i già poco velati “blackout energetici” che ci lascerebbero al buio. Non parliamo poi del fatto che quando si tratta di difendere salami e prosciutti del made in Italy (provenienti da specie domestiche e non selvatiche), gli allevatori nostrani siano costretti a difendersi dall’accusa di essere i più feroci inquinatori del suolo patrio.

Non si capisce dunque, se è vero che i gusti sono gusti, in che modo una coda fritta di coccodrillo contribuisca a centrare l’obiettivo della Farm to Fork, secondo la quale “i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta”. A quali limiti ecologici ci si riferisca quando in una circolare ministeriale si legge che vengono considerati rettili ad uso potenzialmente alimentare anche specie vulnerabili di estinzione come la tartaruga guscio molle, non è dato sapere. Però a occhio, sembrerebbe che la globalizzazione possa infrangere anche i confini gastronomici, sacrificati sull’altare della transizione ecologica. 

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10 dicembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

Il 10 dicembre 1948 fu il giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR). È per questo che il 10 dicembre di ogni anno si celebra la giornata mondiale dei diritti umani.

La nascita della Dichiarazione Universale dei Diritti umani si colloca in un periodo storico, quello dell’immediato Dopoguerra, che vedeva i territori europei e asiatici devastati dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale e l’intero mondo sgomento di fronte alla scoperta del sistema di campi di concentramento ideato dal regime nazista.

58 paesi allora membri dell’ONU, in cerca di riscatto dopo gli orrori del conflitto, facevano confluire nella Carta un’elaborazione secolare di principi umanitari e civili, condensata in un elenco di 30 articoli, che prendevano a spunto i grandi documenti costitutivi della storia dell’umanità, come ad esempio la Dichiarazione d’Indipendenza Americana del 1776 o la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino nata dalla Rivoluzione Francese. L’obiettivo dichiarato era quello di diffondere in tutto il mondo i valori di democrazia, diversità e tolleranza.

Gli articoli più “significativi” della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fratellanza.”

Articolo 2: 

“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita o altra condizione. Inoltre, nessuna distinzione sarà fatta sulla base dello status politico, giurisdizionale o internazionale del paese o territorio a cui una persona appartiene, sia esso indipendente, fiduciario, non autogovernato o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.” 

Articolo 3: 

“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”. 

Articolo 7: 

“Tutti sono uguali davanti alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale protezione da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un’eguale protezione contro ogni discriminazione in violazione della presente Dichiarazione e contro ogni incitamento a tale discriminazione”. 

Articolo 12

“Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio e nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni persona ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o attacchi.” 

Articolo 19: 

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. 

Articolo 28

Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale ed internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione possano essere pienamente realizzati. 

Articolo 30 

Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato come implicante per qualsiasi Stato, gruppo o persona il diritto di intraprendere qualsiasi attività o di compiere qualsiasi atto volto alla distruzione di uno qualsiasi dei diritti e delle libertà qui enunciati. 

Il messaggio di oggi del Segretario Generale delle Nazioni Unite ⤵️⤵️⤵️

https://youtu.be/zeXOLE-lfk8

Belle parole… alle quali si spera possano seguire presto azioni concrete.

Purtroppo infatti, da due anni a questa parte, con un’escalation che sembra inarrestabile, le persone sono state discriminate, ghettizzate, insultate, obbligate ad assumere un siero dalle conseguenze non ben definite, private dei propri diritti fondamentali, il tutto in totale dispregio di questa Dichiarazione.

Noi siamo esseri umani, e nessuno può arrogarsi il “diritto” di privarci dei nostri diritti inalienabili.

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10 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

E’ stata pubblicata dal MIUR una circolare operativa per l’applicazione dal 15 Dicembre dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico.

CAMPO DI APPLICAZIONE

L’obbligo a partire dal 15 Dicembre 2021 si applica al : “personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale e dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore”

Viene indicato che chi lavora a scuola ma non fa parte “del personale scolastico” (operatori a supporto dell’inclusione scolastica, addetti alle mense, pulizie, eccetera) NON ricadono nell’obbligo del DL 172. Ovviamente per queste categorie di lavoratori ad oggi permane l’obbligo di greenpass base per effetto del DL 127 convertito in legge 165/2021.

NUMERO DI DOSI

In accordo con i termini previsti dal Ministero della Salute l’obbligo comprende sia il ciclo primario (due dosi per tutti i prodotti disponibili ad eccezione del Johnson and Johnson il cui ciclo primario consisteva in una sola dose) che la terza dose “booster” a distanza di 150 giorni dalla seconda dose. Viene però specificato che di fatto i termini della terza dose sono quelli previsti per il “greenpass rafforzato”, ovvero 9 mesi (“pertanto “la somministrazione della dose di richiamo potrà essere effettuata non prima di cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario e non oltre il termine di validità della certificazione verde COVID-19, ora pari a nove mesi”).

ESENZIONE DALL’OBBLIGO

“La vaccinazione può essere omessa o differita in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate attestate dal medico di medicina generale nel rispetto delle circolari del ministero della salute”.

Al momento secondo la circolare 53922 del 25 Novembre questi certificati hanno scadenza al 31 Dicembre 2021 e il dirigente scolastico può cambiare mansione per “evitare rischio di diffusione del contagio ma senza decurtazione della retribuzione”.

Ricordiamo che chi possiede questa esenzione NON deve neanche fare i tamponi in quanto l’obbligo di possesso della certificazione verde (“greenpass base”) non si applica ai soggetti esentati dalla campagna di vaccinazione.

PROCEDURA DI CONTROLLO

Il rispetto dell’obbligo vaccinale è assicurati dai dirigenti scolastici o dai responsabili delle strutture dove vige l’obbligo. Le informazioni possono essere acquisite mediante le consuete modalità previste dal DPCM e “saranno fornite, da parte del competente Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali, indicazioni operative concernenti le procedure da adottarsi”. E’ lecito pertanto attendersi procedure che saranno diversificate a seconda delle regioni: dal controllo automatico con la piattaforma attualmente usata per il greenpass fino alle singole richieste per la verifica dell’adempimento verso il docente o il personale ATA.

La non regolarità consiste nel non aver effettuato la vaccinazione o non aver “presentato la richiesta di vaccinazione”. Pertanto da una lettura della nota operativa dovrebbero risultare “in regola” anche tutti coloro che avranno presentato richiesta di vaccinazione e questa risulti nel sistema dove viene effettuata la verifica automatizzata.

Per chi non è in regola il dirigente / responsabile invierà un invito scritto (non viene specificata la forma per cui non si possono escludere comunicazioni a mano, via mail, pec, raccomandata, ecc.) a produrre entro 5 giorni una delle documentazioni necessarie a non essere sospesi:

a) documentazione comprovante la vaccinazione (nei casi in cui questa non sia registrata nella piattaforma di controllo)

b) omissione / differimento (come specificato in precedenza)

c) richiesta di vaccinazione da eseguirsi entro 20 giorni dalla ricezione dell’invito

d) insussistenza dei presupposti dell’obbligo vaccinale (in questa casistica potrebbero ricadere anche i “guariti” qualora la piattaforma di controllo non abbia registrato correttamente il dato)

IMPORTANTE: “Al riguardo si ritiene che nel suddetto lasso temporale di cinque, in via transitoria, detto personale continui a svolgere la propria attività lavorativa alle attuali condizioni, ossia assolvendo all’obbligo di possesso e al dovere di esibizione della certificazione verde base (ottenuta anche mediante tampone)”

Come avevamo già anticipato dalla lettura del testo durante questi 5 giorni si PUO’ CONTINUARE A LAVORARE mediante “greenpass base”.

Analogamente anche per chi presenta la richiesta di vaccinazione / appuntamento (da eseguirsi massimo entro 20 giorni) si potrà continuare a lavorare regolarmente (“nell’intervallo intercorrente sino alla somministrazione del vaccino e, dunque, in via transitoria, detto personale continui a svolgere la propria attività lavorativa alle attuali condizioni, ossia assolvendo all’obbligo di possesso e al dovere di esibizione della certificazione verde base (ottenuta anche mediante tampone)”)

SOSPENSIONE DA LAVORO

La sospensione avviene a seguito della “mancata presentazione della documentazione” descritta precedentemente. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti retribuzione né altro compenso o emolumento comunque denominati ma è garantita la conservazione del rapporto di lavoro.

La sospensione è valida fino “alla comunicazione da parte dell’interessato, al datore di lavoro, dell’avvio o del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo, e comunque non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021.”

Pertanto per chi deciderà di vaccinarsi, una volta sospesi, si riacquisisce il diritto allo svolgimento dell’attività lavorativa appena somministrata la prima dose.

Il personale sospeso può essere sostituto con contratti a tempo determinato che si risolvono nel momento in cui cessa la sospensione.

CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO

Per quanto riguarda i nuovi contratti a tempo determinato il MIUR precisa che l’assolvimento dell’obbligo vaccinale sia requisito per la costituzione di un nuovo rapporto di lavoro (“si ritiene che i destinatari della proposta di un nuovo contratto di lavoro a tempo determinato a scuola debbano aver previamente adempiuto all’obbligo di che trattasi. In assenza di tale adempimento non pare pertanto possibile costituire il rapporto di lavoro” )

SANZIONI AMMINISTRATIVE

Nella circolare il MIUR ricorda che “l’inadempimento dell’obbligo vaccinale determina l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria già prevista per l’inosservanza dell’obbligo del possesso e del dovere di esibizione della certificazione verde COVID-19”

Pertanto pare che oltre alla sospensione da lavoro si incorra anche in una sanzione che va da 600€ a 1500€ .

Per chi ha l’obbligo di controllo ma non lo effettua invece la sanzione va da 400€ a 1000€

Su questa parte sanzionatoria faremo un approfondimento perché nel caso del greenpass a lavoro si incorre nella sanzione solo se si accede a luogo di lavoro senza certificazione mentre chi dichiara di non averlo non ha retribuzione ma non è prevista la sanzione. Rimane poi da approfondire chi è il soggetto titolato ad emettere una sanzione amministrativa per questa violazione.

Fonti: ⤵️⤵️⤵️

https://telegra.ph/CIRCOLARE-MIUR-OBBLIGO-VACCINALE-12-11

http://www.clivatoscana.com/2021/12/11/circolare-miur-obbligo-vaccinale/

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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10 dicembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

La giovane campionessa russa Arina Biktimirova, 19 anni, è morta improvvisamente la notte di lunedì 29 novembre.

Domenica 28 Arina aveva trascorso l’intera giornata a casa. Non aveva allenamenti o altre attività fuori casa. La sera, come al solito, è andata a letto e alle quattro del mattino ha perso conoscenza e rantolava. I genitori l’hanno sentita, si sono svegliati e hanno chiamato un’ambulanza. I medici sono arrivati ​​immediatamente, ma non sono riusciti a salvare la ragazza. E’ stata avviata un’indagine per stabilire l’esatta causa del decesso.

Il suo allenatore Daniil Gorbunov dice “Questa è una perdita enorme! Ora stiamo ricevendo chiamate da tutta la Russia che esprimono dolore e condoglianze. Arina ha iniziato a praticare il taekwondo all’età di sei anni e già a 11 anni era nella squadra nazionale russa. Era una vera ragazza-star, inoltre, non solo nello sport, ma anche nella musica e nello studio, frequentava il secondo anno della Perm State National Research University”.

Nello sport, Arina Biktimirova era un’atleta di talento e aveva un grande futuro davanti a sé. Se partecipava ad una competizione, otteneva sempre una medaglia.

All’inizio di novembre, Arina Biktimirova ha partecipato agli Europei di Taekwondo a Creta e, come nelle altre competizioni di carattere internazionale, l’organizzazione ha imposto il vaccino covid agli atleti.

Il 12 novembre, L’Università di Perm, con un post su Facebook, ha festeggiato la medaglia d’oro ottenuta a Creta da Arina Biktimirova.

Dopo poco più di due settimane è morta improvvisamente.

Arina era figlia unica, i genitori sono disperati”, dice l’allenatore. “Inoltre, non riusciamo a capire cosa possa essere successo alla sua salute. Arina non aveva malattie croniche. Prima di ogni competizione, gli atleti non vengono solo controllati, ma fanno esami e analisi approfonditi e Arina, quando è stata controllata prima di andare al campionato europeo, era completamente sana. E quello che è successo è anche uno shock per noi”.

“Arina era un’atleta molto brillante e onesta. E’ stata una terribile perdita. Era la nostra migliore ragazza, una campione di talento e un esempio per tutti gli altri”

Fonte: .👇👇👇

https://www.perm.kp.ru/daily/28363/4511434/?utm_source=yxsport&utm_medium=desktop – eventiavversinews.it

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9 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Le sanzioni inflitte fino a questo momento non ci stanno aiutando. Così non si va avanti”

«Siamo in guerra contro il Covid ed abbiamo bisogno di ’soldati’. Negli ospedali eravamo già sotto organico prima del Covid, e l’epidemia ha acuito questa mancanza di personale. Quindi, va rivista la norma che allontana il personale sanitario non vaccinato».

E poi, continua il primario dell’Ospedale di Padova: «È di oggi la notizia che un’infermiera sospesa perché non vaccinata ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la sospensione, la Corte dovrà pronunciarsi sull’obbligo vaccinale, dopo che il giudice del lavoro ha accolto il suo ricorso», conclude.

Non ha dubbi il dottore Giampiero Avruscio, presidente della sezione padovana dell’Anpo, il sindacato che rappresenta i primari ospedalieri, che spiega: «Va fatta una riflessione su questa misura ’punitiva’, perché sono stati allontanati centinaia di medici e infermieri di grande esperienza, di elevata professionalità che non sono facilmente sostituibili: uno specializzando non ha la stessa esperienza di un medico con anni di professione alle spalle, soprattutto nelle aree critiche».

Avruscio ha detto che «da due anni stiamo lottando contro il Covid e siamo allo stremo delle forze: chi è al lavoro ha anche il sovraccarico di chi è assente perché allontanato dall’azienda, nel solo ospedale di Padova si tratta di 200 professionisti e di oltre 500 nell’Ulss 6 padovana. Ormai abbiamo dimenticato le ferie da tempo, ma soprattutto così aumenta decisamente il rischio clinico». Il primario padovano spiega: «l’anno scorso, prima dell’arrivo del vaccino, venivamo ’tamponati’ con molta frequenza e questa misura aveva permesso di ridurre al minimo i contagi intraospedalieri. E allora, la soluzione potrebbe essere quella di far rientrare i colleghi non vaccinati, e di far loro i tamponi salivari ogni 24-48 ore, perché possano lavorare: tra l’altro, con i tamponi salivari non viene rilasciato il green pass e il tampone servirebbe così soltanto per poter lavorare. Anche a noi vaccinati vengono fatti i tamponi salivari e soltanto se trovati positivi finiamo in quarantena. E lo stesso dovrebbe essere per i colleghi non vaccinati».   

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