Archive for the
‘ESTERI’ Category

29 Marzo 2022 – Redazione

Il 6 marzo è uscito un saggio magistrale (di 41 pagine) di monsignor Viganò sulla guerra che Putin ha dovuto muovere a Zelenskyj. Mi permetto di riassumere le pagine di monsignor Viganò invitando il lettore a studiare con attenzione quanto scritto dall’Arcivescovo, poiché egli, meglio di ogni altro, ha dimostrato (con ordine, sintesi, concisione, prove e citazioni) come questa guerra sia difensiva e non offensiva (e dunque ingiusta); anzi, addirittura, come essa fosse stata provocata dal Mondialismo per far in modo che Putin dovesse entrare in Ucraina, affinché l’esercito NATO occupante l’Ucraina non entrasse in Russia.

L’espansione della NATO
Dopo la caduta del Muro di Berlino gli Stati Uniti hanno esteso la propria sfera d’influenza politica e militare a quasi tutti gli Stati satelliti dell’ex-Unione Sovietica, anche recentemente, annettendo nella NATO Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria (1999), Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania (2004), Albania e Croazia (2009), Montenegro (2017) e Macedonia del Nord (2020).

L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord si appresta ad allargarsi a Ucraina, Georgia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia. In pratica, la Federazione Russa si trova sotto la minaccia militare – armi e basi missilistiche – a pochi chilometri dal proprio confine, mentre non dispone di alcuna base militare altrettanto vicina agli Stati Uniti.

Inoltre la NATO s’era impegnata con il Cremlino, nel 1991, a non espandersi ulteriormente. Non solo: alla fine del 2021, Der Spiegel ha pubblicato le bozze di un trattato con gli Stati Uniti e un accordo con la NATO sulle garanzie di sicurezza; Mosca chiedeva ai suoi partner occidentali garanzie legali che scongiurassero un’ulteriore espansione verso est della NATO, unendo al blocco l’Ucraina e stabilendo basi militari nei Paesi post-sovietici. Le proposte contenevano anche una clausola sul non dispiegamento di armi d’attacco della NATO vicino ai confini della Russia e sul ritiro delle forze dell’alleanza nell’Europa orientale alle posizioni del 1997.

Putin ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria ma di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero e gli avrebbe portato in casa le armi della NATO, ha dovuto reagire. Si tratta, perciò di legittima difesa o di “guerra difensiva” e “non offensiva” e, dunque, di “guerra giusta”.

La rivoluzione colorata in Ucraina e l’indipendenza di Crimea, Donetsk e Lugansk
Nel 2014 la Crimea, il Donetsk e il Lugansk dichiararono la propria indipendenza dall’Ucraina – in nome dell’autodeterminazione dei popoli riconosciuta dalla comunità internazionale – e si dichiararono annessi alla Federazione Russa.

Il governo ucraino si rifiuta tuttora di riconoscere l’indipendenza di queste regioni, sancita con referendum popolare, e lascia libere le milizie neonaziste e le stesse forze militari regolari d’infierire sulla popolazione, dal momento che considera queste entità come organizzazioni terroristiche.

Ci si può chiedere per quale motivo, in una situazione di palese violazione dei diritti umani da parte di forze militari e apparati paramilitari neonazisti nei confronti della popolazione di lingua russa di repubbliche indipendenti, la comunità internazionale debba considerare condannabile l’intervento della Federazione russa, e anzi far ricadere su Putin la colpa delle violenze?

Inoltre per quale motivo ci si scandalizza oggi di un intervento russo in Ucraina; quando la NATO ne ha condotti in Jugoslavia (1991), in Kosovo (1999), in Afghanistan (2001), in Iraq (2003), in Libia e in Siria (2011), senza che nessuno abbia sollevato alcuna obiezione? Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni Israele ha più volte colpito obiettivi militari in Siria, Iran e Libano per scongiurare la creazione di un fronte armato ostile sul suo confine settentrionale (la cosiddetta “rappresaglia preventiva”) e nessuna Nazione ha proposto di comminare sanzioni a Tel Aviv.

Suscita sgomento vedere con quale ipocrisia l’Unione Europea e gli Stati Uniti – Bruxelles e Washington – diano il proprio incondizionato appoggio al presidente Zelenskyj, il cui governo da ormai otto anni continua impunemente a perseguitare gli Ucraini di lingua russa, per i quali è addirittura vietato parlare nel loro idioma in una nazione che conta numerose etnie, di cui quella russa rappresenta il 17,2%.

Il presidente Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj
Le performance di Zelenskyj sono perfettamente coerenti con l’ideologia LGBTQ che viene considerata dai suoi sponsor europei come indispensabile requisito dell’agenda di “riforme” che ogni Paese deve far proprio, assieme alla parità di genere, all’aborto e alla green economy.

Dunque la guerra attuale non è solo “giusta” o “difensiva”, ma “metafisica” e “spirituale”. Sant’Agostino parlerebbe della lotta tra la “Città di Dio contro quella di Satana”.

Non stupisce che Zelenskyj, membro del WEF, abbia potuto beneficiare dell’appoggio di Klaus Schwab e dei suoi alleati per arrivare al potere e realizzare il Great Reset anche in Ucraina.

È evidente che il popolo ucraino è vittima dello stesso colpo di stato globale a opera di poteri sovranazionali che hanno a cuore non la pace tra le Nazioni, ma l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale.

Le violazioni dei diritti umani in Ucraina e i crimini delle milizie neonaziste più volte denunciati da Putin non hanno potuto trovare una soluzione politica perché sono stati pianificati e fomentati dall’élite globalista, con la collaborazione dell’Unione Europea, della NATO e del deep state americano, in chiave anti-russa e per rendere inevitabile una guerra dalla quale ottenere, principalmente in Europa, l’adozione forzata di razionamenti energetici, limitazioni agli spostamenti, sostituzione della cartamoneta con moneta elettronica e adozione dell’ID digitale: non stiamo parlando di progetti teorici, ma di decisioni che stanno per essere prese concretamente a livello europeo e nei singoli Stati.

L’Ucraina è ultima vittima di consumati carnefici
Gli Ucraini, a qualsiasi etnia essi appartengano, sono gli ultimi, inconsapevoli ostaggi dello stesso regime totalitario sovranazionale che ha messo in ginocchio l’economia delle Nazioni con l’impostura della Covid, dopo aver teorizzato pubblicamente la necessità di decimare la popolazione mondiale e di trasformare i superstiti in malati cronici compromettendo irreparabilmente il loro sistema immunitario.

Se vi è un aspetto positivo che ciascuno di noi può riconoscere in questa crisi, è l’aver mostrato l’orrore della tirannide globalista, il suo cinismo spietato, la sua capacità di distruggere e annientare tutto ciò che tocca. Non sono gli Ucraini che dovrebbero entrare nell’Unione Europea o nella NATO, ma gli altri Stati che dovrebbero finalmente avere un sussulto di orgoglio e di coraggio e uscirne, scrollando da sé questo giogo detestabile e ritrovando la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria identità, la propria fede. La propria anima.

PUOI TROVARE MERCURIUS 5 ANCHE SU TELEGRAM ⤵️

https://t.me/+KYzYz6554sQ4YWNk

27 Marzo 2022 – Redazione

“Per l’amor del cielo, Putin non può rimanere al potere”. Le parole del presidente Usa Joe Biden a Varsavia innescano un caso sull’asse Washington-Mosca, mentre gli Stati Uniti ribadiscono l’intenzione di sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia e di difendere gli alleati Nato in caso di necessità. Le parole di Biden su Putin provocano l’immediata replica del Cremlino, che fa muro davanti a quella che interpreta come un’ingerenza: il presidente della Russia non può “essere deciso dal signor Biden”, dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “E’ solo una scelta del popolo della Federazione Russia”, aggiunge Peskov.

NEL VIDEO A SEGUIRE, ESTRAPOLATO DA TWITTER, ASCOLTATE BENE LE PAROLE PRONUNCIATE DA BIDEN, IL VERO REALE E SCHIFOSO GUERRAFONDAIO! ⤵️
“Sono stato io a suggerire di bombardare Belgrado. Sono stato io a suggerire di mandare dei piloti americani e far saltare tutti i ponti sul Danubio”.
Joe Biden, 1999

SE NON CONOSCETE L’INGLESE FATEVI AIUTARE NELLA TRADUZIONE ⤵️

https://twitter.com/doluccia16/status/1507433123184787456?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1507433123184787456%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fstopcensura.online%2Frussia-contro-biden-putin-macellaio-pensa-a-quello-che-hai-combinato-tu-in-jugoslavia%2F

Prima del discorso pronunciato a Varsavia, da Biden altre gaffe su Putin, definito in giornata “un macellaio”, “a butcher”.Anche in questo caso, replica immediata del Cremlino: Gli “insulti” del presidente degli Stati Uniti “restringono le possibilità” di un miglioramento dei rapporti tra Washington e Mosca, secondo quanto ha dichiarato alla Tass da Peskov. “È strano sentire le accuse contro Putin da parte di Biden, che chiese di bombardare la Jugoslavia e di uccidere le persone”.

23 Marzo 2022 – Redazione

Il presidente della Commissione Esteri del Senato: “Invito tutti i colleghi 5 stelle ad una riflessione su questa proposta”.

“Penso che per il M5S sia arrivato il momento di ritirare ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Questo governo ha deciso di inviare armi all’Ucraina in guerra, rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante”. Lo dice all’AGI Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri del Senato.

“Che senso ha confermare la fiducia ad un governo interventista? La maggioranza degli italiani non vuole alcun coinvolgimento del nostro paese in una guerra dagli esiti imprevedibili. Invito tutti i colleghi 5 stelle ad una riflessione su questa proposta” aggiunge Petrocelli.
“Intanto io confermo la mia contrarietà alla fornitura di armi prevista dal Decreto Ucraina, che ci catapulta nel conflitto in corso, complicando enormemente le possibilità di giungere ad un accordo di pace” continua.

Petrocelli spiega: “Condanno fortemente l’invasione russa come gravissima violazione della Carta delle Nazioni Unite, e mi preoccupa che da giorni l’operazione militare, da limitata e in difesa delle popolazioni russofone del Donbass – vittime di anni di gravi crimini da parte delle milizie in particolare quelle dichiaratamente neonaziste – possa assomigliare sempre più alle tristi campagne e sanguinose occupazioni della Nato e degli Usa in Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia. L’obiettivo di tutti è impedirlo. Arrivare ad un accordo che garantisca la sovranità territoriale dell’Ucraina e le istanze di sicurezza della Russia in un quadro più generale di nuova pacificazione dell’Europa. In questo scenario, con l’invio di armi l’Italia ha deciso di ridurre al minimo la possibilità di un suo ruolo di mediazione, oltre che derogare per l’ennesima volta all’articolo 11 della Costituzione”.

Petrocelli conclude: “Il mio messaggio al Movimento 5 Stelle è chiaro. Ci sono diversi motivi per staccare la spina a questo governo; partecipare in qualche modo a questa terribile guerra è solo l’ultimo e il più grave. Da questo momento io non gli darò più la fiducia”.

 

M5S fuori dal Governo interventista. Penso che per il M5S sia arrivato il momento di ritirare ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Questo governo ha deciso di inviare armi all’Ucraina in guerra, rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante”. A dirlo è il presidente M5S della commissione Esteri, Vito Petrocelli, detto “Petrov” tra gli intimi del Movimento per la sua passione per la Russia e l’inclinazione a sostenere le politiche di PutinLo ha scritto l’agenzia AGI.

Già noto per la scelta di disertare oggi la seduta della commissione sull’invio degli aiuti militari a Kiev, oggi Petrocelli nel giorno in cui il comico ucraino ha parlato alla Camera, ha deciso di tornare all’attacco: Confermo la mia contrarietà alla fornitura di armi prevista dal decreto Ucraina, che ci catapulta nel conflitto in corso, complicando enormemente le possibilità di giungere ad un accordo di pace”, ha sostenuto il grillino.

Non c’era il forzista Matteo Dall’Osso. «Trovo imbarazzante che il Parlamento dia tutto questo spazio a questo presidente, a un ex comico che, con le sue parole, spinge verso la terza guerra mondiale. Io non vado in aula perché non voglio essere complice di questa situazione. Io ragiono con la mia testa». Analoghe le motivazioni addotte dai parlamentari della neonata componente di ManifestA, di cui è leader l’ex-sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

«Zelensky non è un leader pacifico, usa metodi che non condividiamo, sia interni che esterni al suo Paese, invoca da settimane una no fly zone, asserendo che la terza guerra mondiale presto travolgerà tutti. Dichiarazioni pericolose». Di «spettacolo teatrale», parla invece l’ex grillino Pino Cabras, ora in Alternativa. «Noi siamo solidali con il popolo ucraino. Ma i Parlamenti sono luoghi in cui si deve discutere e fare domande. Non staremo lì a fare arredo di uno spettacolo teatrale a farci dettare l’agenda da Zelensky».

22 Marzo 2022 – Redazione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Quando parla un vero Ufficiale (non quelli da scrivania) bisognerebbe ascoltarlo….

Gen. C.A. Marco Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione paracadutisti italiani, spiega su la Verità e il Messaggero come stanno davvero le cose riguardo al conflitto tra Russia e Ucraina.

1) Le armi all’Ucraina sono un atto di ostilitŕìà, mai visto prima, che rischia di coinvolgerci nella guerra: bastavano le sanzioni, anche inasprite.

2) Putin non è per niente  un pazzo né, tantomeno, il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato” per non perdere “l’agibilità nel Mar Nero”.

3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell’ “animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.

4) Guai a seguire Zelenskyy sulla no fly zone, “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente sarebbe inevitabile”.

5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontŕ delle due parti”.

6) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s’è già presa l’Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall’alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento Nato”.

7) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.

8) Putin non vuole conquistare l’Europa né rifare l’Urss né “governare l’intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa. “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.

Un successo ucraino è fuori discussione.

I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.

Questa è la verità e non quella paventata dai vari pseudo giornalai che vogliono far passare, ad ogni costo, il presidente Ucraino come il nuovo Che Guevara europeo, sacrificando anche la popolazione benché inerme e incolpevole.

Chi è il Gen. Marco Bertolini ⤵️
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Marco_Bertolini