Archive for the
‘FEBBRAIO 2022’ Category

14 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

(di Giuseppe Leonelli – Fonte: LaPressa)

Anestetizzati da un San Valentino di plastica e spettatori passivi di tetri scenari di guerra in Ucraina, gli italiani si ritrovano da martedì prossimo con una nuova stretta sul fronte delle restrizioni imposte dalla follia del Green Pass. Dal 15 febbraio per gli over 50 sarà obbligatorio esibire il super certificato verde per poter lavorare. In pratica o si è vaccinati o non si lavora.

Una norma che valeva già per forze dell’ordine, insegnanti e medici ma che ora viene estesa su base anagrafica e non professionale. E la svolta arriva mentre a livello nazionale arrivano contrastanti segnali di segno opposto sul fronte sanitario. Mentre si gettano mascherine in alto in plastiche foto-ricordo, mentre si riducono le quarantene a poco più che week end lunghi e con afflati libertari si concedono balli sfrenati in discoteca a volto scoperto, il Governo vieta il lavoro a tutti coloro che hanno compiuto più di 50 anni e non hanno voluto aderire a una campagna vaccinale, per la quale – ricordiamo – bisogna comunque firmare il proprio consenso.

L’obbligo di inoculazione per quella fascia di età è vero è già scattato, ma il mancato adempimento è sanabile in modo relativamente facile, con una multa di 100 euro. L’obbligo di certificato verde rafforzato per lavorare che scatta ora, invece cambia completamente le cose.
L’Articolo 1 della Costituzione da martedì per un 50enne non vale più. Va detto chiaramente. Non vi sono compromessi, non bastano i tamponi ogni due giorni. No, per chi non si è vaccinato il lavoro è precluso e con esso la realizzazione personale, la dignità, parte dell’identità e la possibilità di mantenersi economicamente.

Per un 50enne non vaccinato l’Italia non è più ‘una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’. Il lavoro non rappresenta più le fondamenta del vivere civile, ma è stato sostituito da una malposta priorità sanitaria.
Malposta perchè – come si è detto fino allo sfinimento – il Green pass non crea luoghi di lavoro sicuri e il vaccino, pur riducendo i casi gravi di infezione, non incide in modo determinante sui contagi. Malposta soprattutto perchè tale norme draconiana viene introdotta proprio mentre la curva pandemica è in netto calo e l’emergenza, come spiegato dagli esperti, si sta affievolendo.

In un Paese che appena 80 anni fa è uscito dall’orrore dell’oppressione e che per riconquistare la libertà ha pagato un enorme sacrificio in termini di vite umane, accade questo. Accade mentre il sole risplende come sempre, le auto sfrecciano sulle strade e fuori dalle chiese ci si ritrova per gli scambi di auguri domenicali. Accade e tutti se ne fregano, come fosse normale.

Gli under 50 pensano che non è un problema loro, i vaccinati si sentono al sicuro e gli over 50 guariti pensano di averla scampata. E’ tutto normale, va tutto bene. Di principio, sì, non è giusto, questo è vero… ‘Ma, suvvia coi principi non si mangia… bisogna essere concreti’. Già, e sull’altare di questo pragmatismo si scava ancora un po’ più a fondo nella buca dove tutti ci siamo infilati.
(Giuseppe Leonelli)

_______________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

14 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Sono parecchi i quattrini spesi dagli italiani per tamponi, test sierologico, trattamenti sanitari invasivi, oppure per accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione anti Sars-Cov-2 obbligatoria o raccomandata.

Le prestazioni correlate con le vaccinazioni obbligatorie o consigliate sono esenti per tutti dalla compartecipazione alla spesa.

Il riferimento normativo utile per l’ottenimento del rimborso delle spese sostenute per gli accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione lo troviamo al D.Lgs del 29 aprile 1998, n. 124 (art 1 comma 4 lettera b): il quale stabilisce che “sono escluse dal sistema di partecipazione al costo e, quindi, erogate senza oneri a carico dell’assistito al momento della fruizione”, ovvero sono esenti dal ticket, le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica incluse in programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva” (D. Lgs. 124/99, art. 1, comma 4, punto a), “nonché quelle finalizzate alla tutela della salute collettiva obbligatorie per legge o disposte a livello locale in caso di situazioni epidemiche, nonché quelle finalizzate all’avviamento al lavoro derivanti da obblighi di legge” (punto b). Notoriamente, il dpcm del 12/01/2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18/03/2017, include nell’ambito della prevenzione collettiva e sanità pubblica la “sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali” (art. 2, comma 1, punto a).

In virtù degli accordi regionali (questo, ad esempio, quello tra la Regione Siciliana e Federfarma: https://crq.regione.sicilia.it/attachments/article/365/DA%200306%2015.04.2021%20accordo.pdf)che consentono l’esecuzione nelle farmacie o nei laboratori di analisi dei test per la rilevazione del virus SARS-Cov-2, è quindi evidente che la relativa spesa deve essere considerata a carico del Sistema Sanitario.

Ebbene, le esenzioni di pagamento sono rilasciate a dalla Azienda ASL di residenza. In ambito regionale, al fine di minimizzare i disagi per i cittadini occorre consentire il rilascio dell’attestato di esenzione anche da parte delle ASL.

Dal D.L. 44/2021 convertito in Legge 76/2021 fino al D.L. 1/2022 viene riportato quanto segue: “Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2, non sussiste l’obbligo di cui al comma 1 e la vaccinazione può essere omessa o differita“,

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/11/26/21G00211/sg

Pertanto tutti coloro che si sono recati dal proprio medico e quest’ultimo, tenuto ad osservare il principio di precauzione e in ottemperanza all’art. 45 Accordo Collettivo Nazionale (ACN) compiti del medico, “appropriatezza delle scelte assistenziali e terapeutiche”, ha prescritto una serie di accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione al fine di escludere un grave pericolo per la salute documentato o da documentare, con particolare riferimento alle controindicazioni al vaccino per condizioni pregresse, ovvero per escludere reazioni allergiche agli eccipienti del vaccino, hanno diritto ad un rimborso delle spese sostenute, indipendentemente dal fatto che a tale prescrizione sia corrisposto o meno un eventuale certificato di esonero o differimento della prestazione vaccinale.

D’altro canto, il medico di medicina generale (un tempo chiamato medico di base o di famiglia) esegue una prestazione che compete all’ASL garantire. Quindi la ASL risponde dell’errore, come stabilito, ad esempio, dalla Corte di Cassazione (Cass. Civ., sez. 3, sen. 6243 del 27.03.2015).

Si invita tutti a scaricare il modulo in allegato e richiedere il rimborso di quanto fino ad oggi pagato per le prestazioni sanitarie.

A questo punto è opportuno chiarire il concetto della appropriatezza prescrittiva:

In ambito farmacologico, l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci si verifica quando essi sono prescritti per patologie per le quali esiste l’indicazione terapeutica all’interno della scheda tecnica.

Le valutazioni di appropriatezza prescrittiva sono effettuate sul quesito diagnostico dichiarato sulla richiesta dal medico prescrittore; sul testo del referto dell’esame redatto dal medico specialista che ha erogato la prestazione, si analizza invece l’esito.

Ne discende che l’appropriatezza clinica identifica di fatto il livello di efficacia di una prestazione o procedura per un particolare paziente ed è determinata sulla base sia delle informazioni cliniche relative alle manifestazioni patologiche del paziente sia delle conclusioni diagnostiche che orientano verso quel preciso intervento. Le «condizioni di erogabilità» sono le circostanze necessarie alla prescrivibilità della prestazione a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

La Corte Cost. con Sentenza n. 169/17(1) ha stabilito in merito all’appropriatezza prescrittiva quanto segue: La previsione legislativa non può precludere al medico la possibilità di valutare, sulla base delle più aggiornate e accreditate conoscenze tecnico-scientifiche, il singolo caso sottoposto alle sue cure, individuando di volta in volta la terapia ritenuta più idonea ad assicurare la tutela della salute del paziente. Alla luce di tale indefettibile principio, l’“appropriatezza prescrittiva” prevista dall’art. 9-quater, comma 1, del D.L. n. 78 del 2015 ed i parametri contenuti nel decreto ministeriale devono essere dunque intesi come un invito al medico prescrittore di rendere trasparente, ragionevole ed informata la consentita facoltà di discostarsi dalle indicazioni del decreto ministeriale. In tale accezione ermeneutica devono essere intese anche le disposizioni in tema di controlli di conformità alle indicazioni del decreto ministeriale: esse non possono assolutamente conculcare il libero esercizio della professione medica, ma costituiscono un semplice invito a motivare scostamenti rilevanti dai protocolli. È costante orientamento di questa Corte che “scelte legislative dirette a limitare o vietare il ricorso a determinate terapie – la cui adozione ricade in linea di principio nell’ambito dell’autonomia e della responsabilità dei medici, tenuti ad operare col consenso informato del paziente e basandosi sullo stato delle conoscenze tecnico-scientifiche a disposizione – non sono ammissibili ove nascano da pure valutazioni di discrezionalità politica, e non prevedano “l’elaborazione di indirizzi fondati sulla verifica dello stato delle conoscenze scientifiche e delle evidenze sperimentali acquisite, tramite istituzioni e organismi – di norma nazionali o sovranazionali – a ciò deputati”, né costituiscano “il risultato di una siffatta verifica”.

https://portale.fnomceo.it/wp-content/uploads/import/201801/158030_cc-169.pdf

Scarica qui il modulo ⤵️

https://e1d4d540-2f7b-4e82-a757-e1780321f4c9.filesusr.com/ugd/b8020e_48bc1bd7187947929467e1e433257b1b.pdf

________________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

14 Febbraio 2022 – di Marzia MC Chiocchi

IO VOGLIO PROPRIO VEDERE QUALI PROVE OCCORRA ANCORA PRESENTARE AFFINCHE’ AVVOCATI, GIUDICI VERI, SENZA MACCHIA E SENZA PAURA ( PERCHE’ CE NE SONO), POSSANO FAR VALERE TUTTE LE DENUNCE PRESENTATE A CARICO DEL GOVERNO, ED IN PARTICOLARE DI QUEL VERME CHIAMATO ROBERTO SPERANZA. LO PSICOPATICO MINISTRO (RICORDATE SEMPRE CHE NEL LIBRO DA LUI SCRITTO E PRESTO RITIRATO DAL COMMERCIO, RACCONTAVA DI PORTARE LE RAGAZZE A VEDERE I CORVI! SE UNO COSI E’ NORMALE NON LO SO!), STAREBBE RIDICOLIZZANDO IL PROBLEMA PSICOLOGICO CHE AVREBBE COLPITO MIGLIAIA DI PERSONE, IN SEGUITO ALLE RESTRIZIONI E ALLE PAURE INDOTTE, IN QUESTI DUE ANNI DI EMERGENZA PANDELIRICA.

ECCO L’ABERRANTE NOTIZIA ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

“Bonus psicologico già nel milleproroghe? Ci stiamo lavorando e gia’ daremo un primo segnale che va in questa direzione. Il bonus probabilmente ci sarà per l’assistenza psicologica, ma attenzione a pensare che col bonus risolviamo i problemi della sanita’, perche’ c’e’ bisogno di piu’ risorse per l’assistenza territoriale e psicologica con una azione sistemica”. Certo “il bonus e’ un segnale”.

Ebbene, queste parole le ha pronunciate il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato nel corso della trasmissione di Regime “Mezz’ora in piu’”.

“Abbiamo riaperto tutte le attivita’, le discoteche erano le uniche rimaste chiuse. Ci sono norme rigorose sulle discoteche, per l’accesso chiediamo il supergreen pass e c’e’ ancora la capienza limitata al 50%. In questa fase dobbiamo avere il coraggio di mettere tutte le attivita’ economiche e culturali in grado di ripartire” ha concluso

E NOI, CONFERMIAMO CHE DOVREMMO METTERE PIU FORZE IN CAMPO PER FAR VALERE I NOSTRI DIRITTI. MI SAREI VOLENTIERI ESPRESSA IN MANIERA DIVERSA, MA MANTENGO L’EDUCAZIONE PER NON PRESTARE IL FIANCO!

13 Febbraio 2022 – Redazione

QUESTE SONO LE NOTIZIE CHE TI FANNO RICONCILIARE CON LA VITA E CHE TI FANNO CAPIRE CHE DIO C’E’. I MONDIALISTI, FIGLI DEI DEMONI, AVREBBERO VOLUTO CHIUDERE IL CERCHIO CON I BAMBINI, ANIME PURE, DA SACRIFICARE COME CONSUETUDINE NEI LORO RITI NEFASTI! MA E’ ANDATA MALE, COSI CHE QUEL CERCHIO NON SI CHIUDERA’ MAI, E I LORO PIANI FALLIRANNO! I CRIMINALI BASTARDI CI HAN PROVATO, MA LASSÙ QUALCUNO CI AMA PIU DI QUANTO POSSIAMO MERITARCI, E COSI, GRAZIE ALL’ALTA PROTEZIONE DELL’EMPIREO, LO SPORCO GIOCO, STA VOLGENDO AL CAPOLINEA. E ANCHE SE STANNO DICENDO CHE, OCCORRERÀ ATTENDERE L’ESTATE PER AVERE UN VACCINO PER I PIU’ PICCOLI, FATEVENE UNA RAGIONE……AVETE PERSO!

LA NOTIZIA ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

Non ci sarà un vaccino per i bambini al di sotto dei 5 anni d’età prima dell’estate. A darne notizia è stata l’immunologa Antonella Viola in un intervento al TG3 domenica 13 febbraio. La ricercatrice ha annunciato: «Sui bambini lo studio clinico del vaccino Pifzer, sottoposto a revisione dalla Fda americana, non ha dato i risultati sperati. Non per problemi di sicurezza, ma l’efficacia non è risultata sufficiente, la protezione non è abbastanza e per questo la Fda ha sospeso il giudizio in attesa di ulteriori dati che includano la terza dose».

E VOI VIROLOGI, QUELLA DOSE , SILURATEVELA LADDOVE NON BATTE IL SOLE, IN PROFONDITA’! NEL FRATTEMPO INVOCO IL METEORITE!

13 Febbraio 2022

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson ha bloccato la produzione del suo vaccino covid nell’unico stabilimento che produceva dosi utilizzabili alla fine dell’anno scorso, a Leiden, nei Paesi Bassi. 

Il blocco della produzione è segnalato in un un report di martedì 8 febbraio citato dal New York Times.

Lo stop alla produzione del vaccino sarebbe iniziata alla fine dello scorso anno e potrebbe ridurre la fornitura di Johnson & Johnson di alcune centinaia di milioni di dosi, ha detto una fonte al giornale.

Altri stabilimenti sono state incaricati di produrre il vaccino J&J, ma attendono ancora le autorizzazioni, ha riferito il Times.

Johnson & Johnson era già rimasta indietro nelle consegne del suo vaccino covid nei paesi più poveri. Lo stabilimento di produzione nella città olandese di Leiden ha, infatti, spostato i suoi sforzi per produrre un altro vaccino sperimentale.

Si tratta di un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) da utilizzare in una sperimentazione clinica su anziani nei paesi ricchi, ha detto al Times una fonte vicina all’azienda.

Il vaccino non dovrebbe essere disponibile per diversi anni. Johnson & Johnson è una delle numerose aziende che stanno cercando di sviluppare il primo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale.

Il vaccino covid di Johnson & Johnson è stato collegato ad episodi di grave coagulopatia e alcuni studi hanno segnalato un’efficacia inferiore alle attese.

Tuttavia, i paesi più poveri si affidano alla versione di Johnson & Johnson poiché non richiede una conservazione a temperature molto basse. Lo stabilimento di Leiden aveva la capacità di produrre più di 50 milioni di dosi al mese, secondo il Times.

Se la produzione ricomincerà dal mese prossimo, le dosi non verranno spedite fino a maggio o giugno, secondo il report.

Johnson & Johnson aveva affidato ad un’azienda appaltatrice la produzione del suo vaccino in uno stabilimento di Baltimora in grado di produrre un miliardo di dosi all’anno, ma le autorità regolatorie lo hanno chiuso lo scorso aprile.

Lo stabilimento ha ricominciato la produzione ad agosto ma la Food and Drug Administration non ha approvato nessun lotto e la spedizione è bloccata.

Secondo il report, sono in corso piani della J&J per avviare la produzione del suo vaccino in altre due strutture nella tarda primavera, una in India e un’altra nella Carolina del Nord.

Un portavoce di J&J ha detto al Times che la società stava “lavorando giorno e notte” per combattere la pandemia, con milioni di dosi accumulate negli stabilimenti.

La società ha affermato la scorsa estate di aver pianificato di fornire 1 miliardo di dosi nel 2021, ma non è stata in grado di raggiungere neanche l’obiettivo di 400 milioni di dosi, ha detto al Times una fonte vicina alla società.

13 Febbraio 2022 – Redazione

Di seguito riportiamo il testo della testimonianza di una giovane ragazza a cui è stata imposta la vaccinazione e che si è ritrovata abbandonata dalle istituzioni. Questa denuncia ci arriva dalla dottoressa Maria Grazia Spalluto, Presidente dall’associazione Danni Collaterali.

Mi presento,
Mi chiamo Elena Repetto, ho 24 anni,
Convivo con il mio ragazzo e lavoro come barista.
Due mesi fa mi sono trovata, come tutti, davanti alla fatidica ‘scelta’: tampone o vaccino??
Ho voluto mettere la parola “scelta” tra virgolette perché personalmente una scelta non mi si poneva…
Purtroppo il mio compagno ha perso il lavoro quest’estate e con un solo stipendio avendo affitto e bollette da pagare aggiungere anche la spesa dei tamponi per poter continuare a lavorare era fuori questione.

Ho pensato di fare la scelta più logica…quella più consigliata.
Quando il 23 settembre a lavoro mi é stato comunicato che era giunto il momento del famoso green pass non ci ho pensato due volte e sono corsa al centro vaccinale più vicino.
Oltre ai classici sintomi post vaccino sembrava andasse tutto bene, per cui ho continuato la mia vita regolarmente.
I primi problemi sono usciti fuori con la seconda dose il 21 ottobre.
Questa volta i normali sintomi li avevo davvero più forti…ho avuto febbre alta, dolori muscolari e tosse fino al vomito.
Dopo 3 giorni la febbre é passata allora ho pensato di tornare a lavorare anche se continuavo ad avere la tosse e sentirmi sempre debole e stanca.
Il 5 novembre mentre stavo seguendo un corso per il lavoro improvvisamente ho incominciato a tossire talmente tanto da non riuscire a respirare e sentivo un dolore e un peso al petto che non posso spiegare…mi hanno portata in ambulanza in pronto soccorso continuando a ripetermi che era solo un attacco di panico e che dovevo cercare di respirare…io cercavo di spiegare che non era così ma non riuscivo a respirare…

Arrivata in ospedale però quando ho detto di aver fatto la seconda dose di vaccino due settimane prima, la situazione é cambiata, nel giro di
un’ ora mi avevano già fatto un elettrocardiogramma e un ecografia al cuore…da li il referto pericardite.
Sono passate tre settimane da quel giorno, due settimane le ho passate a letto senza avere le forze di riuscire a muovermi…poi ho deciso di reagire e piano piano sono riuscita a muovermi dentro casa.

Ieri per la prima volta sono uscita di casa per poter fare un’ ecografia di controllo e per la prima volta dopo settimane ho potuto fare una passeggiata sul lungo mare ma quello che facevo prima con leggerezza, come una passeggiata, ora mi stanca e mi fa sentire questo peso al petto…spero solo di poter tornare al mio lavoro e alla mia quotidianità il prima possibile.
Mai avrei pensato di sentirmi così a 24 anni…
Elena Repetto”.

A prescindere da ogni considerazione sull’efficacia o meno dei vaccini, Elena ha fatto il vaccino che le era stato di fatto imposto attraverso una obbligatorietà subdola e surrettizia e secondo la narrativa ufficiale del potere aveva comunque contribuito alla battaglia contro il virus. Abbandonarla oggi in condizioni per cui non può lavorare, senza riconoscere alcun indennizzo, ribalta la versione ufficiale dei fanatici del vaccino. Se per lorsignori chi non si vaccina è un disertore, chi si vaccina e viene abbandonato dai chi le ha dato l’ordine di andare in guerra che cos’è se non un vigliacco traditore e un disertore al cubo?

13 Febbraio 2022 – di Avv. Andrea Perillo (Avvocati Ultima Linea)

Sembrano i giorni del risveglio…. Molti mi fanno domande… e io provo a spiegare che il Lasciapassare Verde è il fine…non il mezzo! 

Provo a far capire che quando si scansiona il codice QR il Governo sa esattamente chi sei e dove sei…sa quante persone sono entrate in un ristorante… può bloccare l’accesso a qualsiasi cosa, ad esempio un servizio pubblico, anche essenziale, … sa quanto e dove spendono i loro soldi i cittadini… poi può fare il salto…e decidere chi può accedere a determinate cose e chi no…Voi direte: ma se io rispetto le regole cosa devo temere? 

Giustissimo! 

Però abbiamo visto che e’ proprio lo Stato che non le rispetta.

Non bisogna solo vederla dal punto di vista della sanzione, tu sbagli io ti blocco, ma anche della scelta, tu non fai quello che ti dico io ti blocco.

Se al potere va qualcuno a cui fa comodo che i cittadini facciano certe cose e altre no…allora il gioco è fatto!

Ad esempio il Governo può decidere…per un mese il Lasciapassare Verde di chi non ha messo l’impianto fotovoltaico sul tetto di casa, oppure di chi non compra un veicolo elettrico…viene bloccato.

Quindi chi decide cosa è giusto o cosa e sbagliato?

Potremmo avere un gruppetto di criminali al governo che decidono tutto e noi non potremmo farci nulla.

Ecco perché non si possono legare i diritti fondamentali all’esibizione di un Lasciapassare di Stato.

Chi viola le leggi deve essere perseguito nei limiti di quanto previsto dalla Costituzione.

Chi oggi pensa che il GP sia una misura sanitaria sta vivendo un illusione, lo so che è difficile crederlo ma è così.

12 Febbraio 2022 – Redazione

La Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid da lei prodotto nonché le conseguenze sugli affari della fine della pandemia. È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.

Fin dalla prima pagina del documento sono presentati i dati attinenti ai ricavi dell’azienda rapportati a quelli conseguiti nel 2020: la Pfizer ha registrato un fatturato complessivo di 81,3 miliardi di dollari, con una crescita del 92% rispetto all’anno precedente e ciò, quasi esclusivamente, grazie alla vendita dei vaccini anti-Covid. Ad offuscare questo eccezionale scenario economico, vi sono appunto le preoccupazioni relative ai dati clinici e preclinici, all’efficacia e agli effetti avversi dei sieri anti-Covid19, analizzate meticolosamente nel report in questione. Questi rischi riguardano innanzitutto la diffusione di ulteriori dati clinici e preclinici, soprattutto dopo che un giudice federale del Texas ha imposto alla FDA di pubblicare 55000 pagine al mese della documentazione dei test clinici del vaccino Pfizer-BionTech. Si legge, dunque, che i problemi per l’attività della multinazionale potrebbero derivare, tra gli altri, dal “rischio associato ai dati preclinici e clinici (compresi i dati della fase 1/2/3 o della fase 4 per Comirnaty), inclusa la possibilità di ulteriori informazioni riguardanti la qualità dei dati preclinici, clinici e di sicurezza che possono emergere in seguito a audit e ispezioni”.

Nonostante questi timori riguardanti i dati della sperimentazione e l’evoluzione della situazione pandemica, il presidente e amministratore delegato, Albert Bourla, ha messo in luce gli enormi successi della compagnia conseguiti negli ultimi due anni i quali, a suo dire, «hanno fondamentalmente cambiato la Pfizer e la sua cultura per sempre». Lo stesso Bourla, guardando al futuro prossimo, ha dichiarato: «Ovunque nella compagnia vedo colleghi ispirati da ciò che abbiamo raggiunto e determinati a fare parte della prossima svolta che può cambiare il mondo per i pazienti in difficoltà. Siccome entriamo nel nuovo anno, non vedo l’ora di vedere tutto quello che realizzeremo insieme». Infine, Bourla ha recentemente asserito che non esclude la necessità di una quarta dose e l’ipotesi di richiami per diversi anni, in quanto «il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. […] Per questo si è fatta strada l’ipotesi di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale».

Le case produttrici di farmaci sono, prima di ogni altra cosa, aziende che in quanto tali puntano a generare profitto. Non deve quindi sorprendere né scandalizzare che il documento Pfizer parli della pandemia come di un affare, né che speri nella quarta dose o nei richiami annuali. Quello che però colpisce, è l’assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica (innanzitutto Ema e Oms) all’evidente timore rispetto a quanto si potrebbe scoprire nel prossimo futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse. Siamo di fronte a una azienda che, in buona sostanza, palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto, e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone, sia stato testato con procedure imperfette, sia meno efficacie di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso. Non a caso poche settimane fa il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha evidenziato in un editoriale dai toni molto duri la necessità che i ricercatori abbiano immediatamente l’accesso ai dati grezzi raccolti nelle sperimentazioni dei vaccini anti-Covid. Per ora nessuno li ha ascoltati.

Fonte: L’Indipendente-di Giorgia Audiello]

12 Febbraio 2023 – Redazione

Nell’ultimo rapporto “Covid-19: Sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale”, basato sui dati relativi alla pandemia in Italia nelle ultime due settimane vi è un dato che dovrebbe far discutere: le persone di età compresa tra 19 e 39 anni che si sono sottoposte alla terza dose hanno un tasso di ospedalizzazione pari a 28 su 100.000 abitanti, mentre per i coetanei vaccinati con due dosi effettuate da meno di 120 giorni il tasso è di 23 su 100.000 persone. Numeri in entrambi casi molto bassi e sostanzialmente trascurabili (si va dal 0,023 al 0,028%), ma che non sembrano provare l’efficacia della terza dose quantomeno in questa fascia di età.

Se da un lato i dati dell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità mostrerebbero una certa efficacia del vaccino nel ridurre la possibilità di contrarre il virus (1 su 7 per i non vaccinati, 1 su 16 per i vaccinati con almeno due dosi) e nell’evitare l’ospedalizzazione, dall’altro, mettono in luce un’incongruenza proprio su quest’ultimo aspetto. Le ospedalizzazioni nella popolazione che ha effettuato la dose booster fra i 12 e i 39 anni sono infatti maggiori rispetto alla stessa popolazione vaccinata con ciclo completo da meno di 120 giorni. Nel primo caso, il rapporto dell’ISS documenta 414 ricoveri su 1.463.143 vaccinati, quindi 28 ospedalizzazioni ogni 100.000 persone. Nel secondo, invece, si parla di 23 ospedalizzazioni ogni 100.000 abitanti, con 1.378 ricoveri su un totale di 5.996.404 vaccinati.

D’altro canto diversi studi ipotizzano che la stimolazione ripetuta del sistema immunitario possa portare a una sua compromissione. L’11 gennaio 2022 il capo della strategia vaccinale dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), Marco Cavaleri, ha rilasciato una conferenza stampa nella quale ha espresso seri dubbi sulla somministrazione ripetuta delle dosi di richiamo, che potrebbero «sovraccaricare il sistema immunitario».

di Salvatore Toscano – L’Indipendente

12 Febbraio 2022 – Redazione

da LaPressa – Buonasera, sono una mamma avvilita. Ho letto i vostri articoli di testimonianze di persone con reazioni avverse da vaccino Covid. Vi racconto la mia. Mio figlio ha 13 anni. Ha fatto la seconda dose Pfizer verso fine agosto, nelle 12 ore successive ha sviluppato linfonodi reattivi del collo, irrigiditi e gonfi, afte nel cavo orale e diarrea. A settembre ho contattato la pediatra che mi ha prescritto esami del sangue e delle feci: mio figlio perde improvvisamente 7 chili.Naturalmente la pediatra subito smentisce correlazione con la seconda dose

Ritiro gli esami dopo una settimana e riportano Sideremia molto bassa, a 16, Pcr alterato e sangue occulto nelle feci. Segue ricovero in ospedale, endoscopia e gastroscopia: a mio figlio viene diagnosticato il morbo di Crohn. Vengono prescritti due mesi di sola nutrizione biologica, senza l’aiuto iniziale della dispensa Asl. Ormai avviliti emotivamente ed economicamente, fortunatamente, riesce a rimettere peso, 900 grammi a settimana. Intanto arriviamo a gennaio: integriamo gli alimenti gradualmente, senza mai staccare l’apporto del biologico, mesalazina, punture di reumaflex, vitamine, probiotici, ma il Crohn si riacutizza. Eseguiamo un’eco addominale: le aftosi intestinali e le lesioni sono ancora lì. 

Ci viene chiesto di fare una risonanza che abbiamo prenotato ma purtroppo il ragazzo da lunedì ha il Covid.Conclusione il vaccino è servito a renderlo un invalido. Non abbiamo nessuna familiarità alla malattia: il vaccino lo ha ‘slatentizzato’, questo quello che qualche medico ha avuto il coraggio di dirmi, ma non di dichiararlo. Ho fatto segnalazione alla farmacovigilanza, ma per ora tutto tace. Potevamo tenere fuori da questa sperimentazione bambini e ragazzi? Ho tre dosi per poter lavorare, ma scusatemi ora non ci credo più. Ho paura per mio figlio, chissà se ritornerà mai a fare una vita normale.