Nell’Italia di Mario Draghi e della dittatura sanitaria si respira, da tempo, un’aria preoccupante. I casi di discriminazione verso chi non si vaccina sono ormai all’ordine del giorno, con gli stessi politici che non perdono occasione per rimarcare come siano loro, i terribili “no vax”, i veri responsabili della pandemia, in barba a qualsiasi evidenza scientifica. E gli episodi di intolleranza, in un questo clima fomentato ad arte dall’alto, si moltiplicano. Al punto che è stato sufficiente un banalissimo cartello per creare guai ai gestori di un bar.
Come raccontato da Letizia Cantaloni sulle pagine di Byoblu, l’episodio è andato in scena a Urbino, nelle Marche, dove i proprietari del bar Caffè del Sole aveva affisso un cartello fuori dal locale con scritto: “Raccomandiamo alla gentile clientela di non smettere di vivere per paura di morire “. Un invito a reagire in un’epoca difficile, segnata da una pandemia che ha cambiato il nostro modo relazionarsi con gli altri. Per qualcuno, però, un messaggio pericoloso da rimuovere in tutta fretta.
“Quello che abbiamo vissuto noi ieri è stato vissuto da altre persone prima di noi e se non facciamo qualcosa, se non ci opponiamo anche solo raccontandolo, non terminerà mai e saremo sempre vittime di qualcosa che non vogliamo ammettere essere sbagliato, nulla è più violento della censura” ha concluso il proprietario del bar. Una storia assurda che ha fatto subito il giro dei social, con tantissimi utenti che hanno manifestato solidarietà al Caffè del Sole mostrando allo stesso tempo forte preoccupazione per il clima di intolleranza in cui è piombato il nostro Paese, con la libertà di espressione ormai a forte rischio.
IN QUESTO ULTIMO ANNO, CON L’AVVENTO DEI ”VACCINI” O SIERI MAGICI COME PREFERISCO DEFINIRLI, ABBIAMO SPIEGATO, SENZA UN ATTIMO DI SOSTA, L’ INCERTEZZA SUI LORO BENEFICI, IN UNA FASE TUTTA SPERIMENTALE, AVVALORATA DAI NUMERI RACCAPRICCIANTI SUGLI EVENTI AVVERSI E SULLE MORTI POST INOCULAZIONE. SENZA ALTRI GIRI DI PAROLE, VI LASCIO ALLA VISIONE E ALL’ASCOLTO DI QUESTO VIDEO ESAUSTIVO, ATTRAVERSO IL QUALE, DARE CONFERMA A CIO’ CHE LA VERA SCIENZA HA SEMPRE SPIEGATO, IN TUTTO QUESTO TEMPO, E FAR CAPIRE, A CHI SI E’ SCOPERTO TRI DOSATO PENTITO, CHE OCCORRE DARE UNO STOP A QUESTA CARNEFICINA, OPPONENDOSI A POSSIBILI NUOVE PROPOSTE DI INOCULAZIONE! AVETE CAPITO DI ESSERE CAVIE?
Continuano ad emergere sempre piu verita’ sui vaccini e gli effetti collaterali.. Tra gli ospiti della puntata di “Dimartedi” il virologo Francesco Broccolo che, alla domanda del conduttore Floris ”sein alcuni casi chi ha tre dosi sembra essere meno protetto di chi ne ha due”, ha risposto “Mi fa piacere che abbiate notato questo dato che, ai piu’, è passato inosservato” e ha mostrato alcune slides
Negli ultimi tre report dell’Istituto Superiore di Sanità – ha continuato – emerge questo dato piuttosto bizzarro. Nella fascia 12 – 39 anni chi ha tre dosi, cioè chi è boosterizzato, ha un rischio maggiore di essere ospedalizzato rispetto a chi ne ha due da meno di 120 giorni”.
Broccolo ha provato a dare una spiegazione biologica: “Il cosiddetto fenomeno ADE. Quando il titolo anticorpale è molto alto e c’è una quota non neutralizzante – e questo potrebbe essere il caso, perché il vaccino fa degli anticorpi che non neutralizzano completamente il virus, perché Omicron è molto diverso dal virus nativo – si producono degli anticorpi non neutralizzanti che, anziché bloccare il virus, lo traghettano all’interno della cellula”.
L’Antibody-Dependent Enhancement (ADE) è il potenziamento dipendente dagli anticorpi e si ottiene quando il legame tra il virus e gli anticorpi non neutralizzanti migliora l’ingresso del patogeno nelle cellule ospiti e la sua replicazione.
Pasquale Stanzione, Garante della privacy, boccia la commistione tra Asl e Agenzia delle entrate nel controllo dei vaccinati. «Sarebbe più corretto che si limitasse a riscuotere le multe».
Consegnare al Fisco i dati sanitari dei singoli cittadini, nell’intento di far vaccinare tutti quanti contro il Covid, è un sistema che andrebbe evitato perché si presta a violazioni della privacy e abusi vari. È quanto ha ribadito ieri il presidente dell’Autorità garante della privacy, Pasquale Stanzione, in audizione presso la commissione Affari sociali della Camera dei deputati. In sostanza, l’Agenzia delle entrate e riscossione andrebbe coinvolta nel rapporto tra ministero della Salute e utente solo come ente chiamato a riscuotere le eventuali multe inflitte a chi viola l’obbligo vaccinale. E quindi senza poteri di accertamento e di accumulazione di dati sensibili, come le patologie che possono far venir meno l’obbligo di vaccinazione per chi ha più di cinquant’anni. In tutte le fasi diverse dalla riscossione, ha spiegato Stanzione, «l’intervento dell’Agenzia non appare legittimato».
Il Garante ha spiegato ai deputati i punti deboli delle ultime norme per fronteggiare l’emergenza della pandemia cinese, contenute nel decreto numero uno del 2022, con particolare attenzione al contestato green pass. La multa di 100 euro per chi ha più di 50 anni e non si vaccina, che diventa di 400 euro se si entra in un luogo dove è richiesto il certificato verde, al di là del merito pone evidenti problemi di protezione dei dati personali perché il governo di Mario Draghi ha affiancato alle Asl l’Agenzia delle Entrate, cui spetta di incrociare le tessere sanitarie con gli elenchi dei vaccinati. Un sistema che il «governo dei Migliori» ha copiato dalla Grecia (tendenza Sparta, più che Atene). Le sanzioni vengono irrogate dal ministero della Salute, guidato dall’inamovibile Roberto Speranza, ma la riscossione viene esercitata dall’Agenzia delle entrate, affidata a Ernesto Maria Ruffini.
In base al decreto legge in conversione, le Entrate sono quindi usate anche per l’accertamento delle esenzioni, con le Asl che mandano le prove ricevute dal cittadino all’Agenzia. E qui Stanzione, ex ordinario di diritto privato e membro dell’Unione giuristi cattolici, ha spiegato ai legislatori che «se il ruolo dell’Agenzia delle Entrate come agente della riscossione è comprensibile rispetto alla fase successiva all’avviso di addebito, che ha per espressa previsione valore di titolo esecutivo, meno giustificabile appare rispetto alla fase antecedente, della mera contestazione». Il Garante ha infatti osservato che nella fase della contestazione ci può essere un contraddittorio tra cittadino e Asl, «rispetto al quale l’Agenzia è estranea per funzione istituzionale e previsione normativa e, nonostante tale estraneità, quest’ente è comunque coinvolto in un trattamento di dati sensibili che rischia di risultare eccedente». In sostanza, il Fisco con le nuove «disposizioni urgenti» mette le mani su tutta una serie di dati relativi alla condizione vaccinale dei singoli, mentre sarebbe più corretto che si limitasse a riscuotere le multe.
Stanzione ha quindi suggerito ai deputati di cambiare le norme del decreto, quantomeno escludendo espressamente che nelle carte che l’Asl passa alla Riscossione compaiano «informazioni idonee a rivelare lo stato di salute dell’interessato e, in senso più ampio, dati ulteriori rispetto alla sola insussistenza dell’obbligo vaccinale o all’impossibilità di adempiervi».
Non solo, ma il Garante della privacy ha anche sottolineato che se l’Agenzia delle entrate deve proprio assumere questo ruolo un po’ invasivo sui vaccini, almeno dovrebbe essere indicata dalla legge come «responsabile del trattamento dei dati». In modo che, in caso di furti o sparizioni dei dati, il cittadino sappia almeno con chi prendersela. Anche se resta il fatto che, con la scusa del Covid, lo Stato ha creato l’ennesimo precedente pericoloso, ovvero la possibilità che il Fisco abbia accesso alle nostre cartelle cliniche.
11 Febbraio 2022 – di Marzia MC Chiocchi – Fonte: Aleteia
Il vescovo di BERGAMO ha intrapreso tre azioni nei confronti di don Emanuele Personeni, per “scoraggiarlo” dall’idea di fare questo “pellegrinaggio” contro obbligo vaccinale e Green Pass in tutta Italia
Linea dura del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, che e ntervuto sulla vicenda del prete definiti no vax don Emanuele Personeni, vicario parrocchiale di Mapello. Venerdì 11 febbraio, don Emanuele intraprenderà un cammino per diffondere e sostenere la propria posizione contro obbligo vaccinale e Green Pass. L’annuncio di questo “pellegrinaggio” tra le parrocchie d’Italia aveva sollevato diverse posizioni contrarie.
Il Vescovo di Bergamo ha intrapreso così tre azioni, scrive Bergamo News (10 febbraio): non condivide l’iniziativa e il cammino di don Personeni, nessuna parrocchia è autorizzata a concedergli spazi pastorali e lo solleva dall’incarico di vicario parrocchiale di Mapello. Il vescovo non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni.
COSI, INVECE DI OCCUPARSI DELLE ANIME, E DEI PROBLEMI SOCIALI CHE STANNO PESANTEMENTE COLPENDO TANTE PERSONE (O FRATELLI COME AMANO PONTIFICARE I SACERDOTI NELLE LORO OMELIE), BUONA PARTE DEL CLERO, PORTA AVANTI UNA GUERRA DI RELIGIONE VACCINALE, RIPORTANDOCI AL PERIODO STORICO DELLE CROCIATE DI MEDIEVALE MEMORIA, CHE PENSAVAMO ORMAI RELEGATE ALL’INTERNO DEI TANTI LIBRI DI TESTO SCOLASTICI, E CHE INVECE STA DIVENTANDO UN RICORSO TUTTO ITALIANO. PURTROPPO MOLTO DEL FANATISMO RELIGIOSO CATTOLICO E’ SOPRATUTTO DI NOSTRA ECCELLENTE ED ESCLUSIVA PRODUZIONE, CONVIVENDO TERRITORIALMENTE, DA SECOLI, CON UNO STATO TANTO PICCOLO QUANTO POTENTE: LA CITTA’ DEL VATICANO! PER QUESTO, IN ITALIA, LA CHIESA DOMINA, IMPONE, SI IMPICCIA ANCHE DI POLITICA. E CREDO CHE QUELLO CHE STO DICENDO SIA AMPIAMENTE DIMOSTRATO DALLA STORIA IN GENERALE E DA QUESTO PANDELIRIO IN PARTICOLARE! GIA’ IL SOMMO POETA DANTE ALIGHIERI SCRISSE FIUMI DI PAROLE SUL TEMA SACROSANTO DELLA NON INGERENZA TRA POTERE TEMPORALE E POTERE RELIGIOSO, MA CERTE ORECCHIE NON SEMBRANO AVER MAI VOLUTO SENTIRE.
La lettera di don Matteo
Un confratello della diocesi di Bergamo, don Matteo Cella, parroco di uno dei comuni “epicentro” della prima gravissima ondata di covid, Nembro, aveva invitato don Emanuele Personeni a non presentarsi in “pellegrinaggio” nella Val Seriana, dove la sua «crociata» sarebbe inaccettabile. Don Matteo lo aveva scritto pubblicamente in un post sul suo profilo Facebook.
NOI LO RIPROPONIAMO A SEGUIRE PER EVIDENZIARE QUANTA ACREDINE CI SIA STATA NELLE PAROLE DI QUESTO “PRETE”⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
Don Emanuele Personeni, insieme a don Alessandro Nava e don Andrea Testa, sacerdoti di Ambivere, Mapello e Valtrighe, sono i tre sacerdoti definiti no vax della diocesi di Bergamo, finiti già da alcuni mesi nell’occhio del ciclone per aver propagandato le loro idee anti vaccino e anti green pass nelle rispettive comunità parrocchiali. E’ stato chiamato in causa anche il vescovo, che finora non si è ufficialmente pronunciato. Ed è stata sottoscritta, da alcuni cittadini, una petizione per il loro allontanamento (Prima Bergamo, 4 febbraio).
COMPLIMENTI AI PARROCCHIANI! MA VERAMENTE IL PADRETERNO HA BISOGNO CHE LE CHIESE SIANO FREQUENTATE DA FEDELI DI QUESTO TIPO?
Monsignor Giacomo Cirulli, 69 anni, pugliese di Cerignola, è vescovo delle diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, nell’alto Casertano, che comprende un territorio di circa 140 mila abitanti per un totale di 116 parrocchie. L’8 gennaio scorso ha emanato un decreto con il quale, davanti alla recrudescenza della pandemia, ha proibito la distribuzione dell’Eucaristia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati e ha sospeso, per il momento, tutte le attività pastorali in presenza.
CARI SACERDOTI, VOI SIETE INDEMONIATI! E VORRESTE PREDICARE LA CARITA’ CRISTIANA! VI DOVETE VERGOGNARE! IL PROBLEMA E’ CHE L’ALTISSIMO E’ VERAMENTE MISERICORDIOSO, E VUOL BENE ANCHE A DEGLI IGNOBILI ESSERI COME VOI, CHE DI UMANO NON HANNO PIU NIENTE! QUANDO TUTTI QUESTO SARA’ FINITO, COME AVETE INTENZIONE VI RICICLARVI?
L’Europa si mette alle spalle l’emergenza Covid. Almeno nelle nazioni più a Nord, quelle che per prime sono state colpite dalla quarta ondata del virus. Solo una settimana fa erano state Norvegia e Danimarca ad abolire obbligo di mascherine e di distanziamento sociale sostenendo come il Covid non fosse più «una malattia da allarme sociale». E cioè che il sistema sanitario non fosse più a rischio. Ora a seguirne l’esempio sono anche Gran Bretagna e Svezia. Mentre la Francia si appresta a rinunciare al Green pass nelle prossime settimane. Il premier britannico, Boris Johnson, parlando al Parlamento, ha annunciato che le leggi che in Inghilterra richiedono alle persone con Covid-19 di auto-isolarsi verranno revocate nell’arco di alcune settimane, ponendo fine a tutte le restrizioni legate alla pandemia. Johnson ha detto che se gli attuali trend incoraggianti continueranno gli obblighi di isolamento previsti per i positivi al Covid-19 potranno terminare un intero mese prima del previsto. Le regolamentazioni attualmente in vigore dovrebbero scadere il 24 marzo; secondo il nuovo obiettivo di Johnson potrebbero decadere il 21 febbraio.
Proprio quel giorno il primo ministro britannico presenterà il suo piano per convivere con il virus. Il mese scorso il governo conservatore britannico ha revocato la maggior parte delle restrizioni ancora in vigore per il coronavirus. In Inghilterra le mascherine non sono più obbligatorie ovunque, tranne che sulla rete di trasporti pubblici. Inoltre è stata annullata la necessità dei Green pass per entrare nei locali e accedere a eventi di grandi dimensioni. Anche la Svezia di fatto dichiara finita la pandemia con la decisione di non sottoporre più a tampone anche per persone che dovessero avere sintomi assimilabili a quelli del Covid. L’obbligo di test resta solo in caso di pazienti fragili con elevato rischio di peggioramento. La mossa, al via ieri, pone il Paese scandinavo in disaccordo rispetto al resto d’Europa, ma alcuni esperti ritengono che potrebbe diventare la norma visto che i costi per effettuare i test non superano i benefici dal momento che la variante Omicron sembra provocare effetti meno gravi e i governi iniziano a valutare di considerare il coronavirus al pari di malattie endemiche. A partire da ieri, quindi, solo gli operatori sanitari, gli anziani e i più vulnerabili avranno diritto al test molecolare gratuito se sono sintomatici, mentre al resto della popolazione verrà semplicemente chiesto di rimanere a casa se mostrano sintomi che potrebbero essere causati dal Covid-19. I test rapidi antigenici sono già disponibili per l’acquisto nei supermercati e nelle farmacie, ma i loro risultati non vengono segnalati alle autorità sanitarie. «Abbiamo raggiunto un punto in cui il costo dei test non è più giustificabile», aveva dichiarato questa settimana la capa dell’Agenzia svedese per la sanità pubblica, Karin Tegmark Wisell, all’emittente nazionale SVT. Sempre ieri la Svezia ha abbandonato i limiti sul numero di persone che possono raccogliersi agli eventi o nei ristoranti, i certificati di vaccinazione non possono più essere richiesti e gli orari di apertura ridotti di bar e ristoranti sono stati cancellati.
Una strada che presto potrebbe seguire anche la Francia. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, infatti, potrebbe essere revocato il pass vaccinale. Lo ha sottolineato il portavoce del governo francese, Gabriel Attal. «C’è un inizio di miglioramento negli ospedali e ci sono proiezioni che possono farci sperare che entro la fine di marzo o l’inizio di aprile la situazione negli ospedali sarà sufficientemente tranquilla da permetterci di revocare il pass vaccinale», ha detto Attal, aggiungendo che «abbiamo sempre detto che queste misure saranno revocate non appena la situazione sanitaria lo consentirà».
Dopo la dose booster di vaccino anti Covid ci sarà una quarta dose? “Non sarà una quarta dose, ma un richiamo che auspichiamo annuale” e “dovremo forse fraternizzare anche con quello”. Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, ospite di ‘Elisir’ su Rai Tre, rispondendo a una domanda sulla durata dell’immunità dei vaccini, sulla quale “il dato è molto a favore, confortante”, ha aggiunto.
UN UOMO DALLA VERA FACCIA TOSTA, PRIVO DI SCRUPOLI E BUGIARDO, CONSIDERANDO I VERI DATI MAI UFFICIALMENTE DIVULGATI DA AIFA SULLE REAZIONI AVVERSE, SEMPRE PIU’ NUMEROSE. DATI CHE, PER FORTUNA, CI SONO PERVENUTI ATTRAVERSO ALTRI CANALI!
Magrini ha anche annunciato che il vaccino anti-Covid dell’americana Novavax “è in arrivo, dovrebbe arrivare il 24 di questo mese e cominciare ad essere disponibile. E’ un vaccino proteico, come quelli antinfluenzali. Sarà una piccola integrazione.
Stentiamo a darne notizia… ma ormai sembra proprio ufficiale… Luc Montagnier è morto. Nonostante in molti abbiano bollato da subito la notizia lanciata questa mattina da France Soir come una “fake news”, ora lo stesso portale ha pubblicato un articolo che non lascerebbe più spazio a dubbi. Il dottor Gerard Guillaume, uno dei più fedeli collaboratori dell’ex Premio Nobel, avrebbe infatti confermato il decesso, aggiungendo che Montagnier si sarebbe “spento in pace, circondato dai suoi figli” all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, a nord di Parigi.
Anche la redazione di Byoblu ne ha già dato conferma.
Da un lato l’Italia, un Paese dove governato da politici che continuano ad attribuirsi il soprannome “i migliori” e dove è proibito parlare degli effetti avversi dei vaccini, pena il vedersi appicicata l’etichetta di pericolosi “no vax”. Dall’altro l’Europa, formata da tanti Stati che invece certe domande se le fanno eccome, circa la sicurezza dei farmaci anti-Covid. Con dati che confluiscono in un particolare database, suddivisi per tipologia di vaccino e tipo di patologia provocata dopo l’inoculazione. A guardare bene i numeri forniti da EudraVigilance, qualche preoccupazione sorge spontanea.
Il database è operativo da dicembre 2001 e raccoglie segnalazioni di sospette reazioni indesiderate ai farmaci fornite direttamente dai singoli cittadini. Numeri che quindi vanno sì presi con le molle, ma contribuiscono a fornire un quadro non proprio rassicurante. All’interno del portale, le reazioni avverse vengono classificate come “gravi” se corrispondono “a un evento medico che provoca la morte, è pericoloso per la vita, richiede il ricovero ospedaliero, provoca un’altra condizione importante dal punto di vista medico o il prolungamento del ricovero esistente, provoca disabilità o incapacità persistenti o significative o è un’anomalia congenita / difetto alla nascita”.
Stando ai dati riepilogativi aggioranti al 29 gennaio 2022, EudraVigilance riporta 38.983 segnalazioni di decessi e 3.530.362 di effetti collaterali a seguito di somministrazioni dei quattro vaccini COVID-19 (Moderna, Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Janssen). La metà delle reazioni avverse segnalate ((1.672.872) sarebbe “grave”. Scorrendo i dati, spiccano per esempio 48.240 casi denunciati dai pazienti di disturbi del sangue e del sistema linfatico a seguito dell’inoculazione di Pfizer, farmaco indicato come probabile responsabile anche di 57.541 disturbi cardiaci e 133.365 problemi gastrointestinali.
Il vaccino Moderna è stato invece associato a 18.287 casi di disturbi cardiaci, 6.310 episodi di danni all’orecchio e al labirinto, 12.365 problemi del sangue e del sistema linfatico, 66.358 disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo. Segnalazioni che spaventano (le complicazioni cardiache associate dai pazienti ad AstraZeneca sono per esempio oltre 20 mila) e che contribuiscono ad accendere il dibattito sull’opportunitò della somministrazione dei farmaci anti-Covid soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Un dibattito che, in Italia, è stato invece stroncato sul nascere.
Alcune regole sono già state alleggerite, come quelle sulla quarantena nelle scuole. Altre restrizioni devono ancora entrare in vigore, come ad esempio le sanzioni per i lavoratori over 50 non vaccinati
La luce in fondo al tunnel. Due anni dopo il primo decreto che aveva dichiarato lo stato di emergenza per la pandemia da coronavirus, il governo ha fissato il calendario per allentare le norme anti contagio. Da venerdì 11 febbraio, infatti, via l’obbligo delle mascherine all’aperto. Data da segnare in rosso sul calendario è anche quella del 31 marzo. Sarà il giorno della scadenza dello stato d’emergenza.
Il passaggio è fondamentale. Dall’undici febbraio, come detto, oltre al decadimento dell’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, riapriranno le discoteche. Questo primo passo verso la normalità, è ormai certo. Insomma, fino al 31 marzo le misure via via saranno meno stringenti. Dal primo aprile, se lo stato di emergenza finirà, la libertà potrebbe essere totale.
Fino a oggi 10 febbraio, in sostanza, sarà obbligatorio indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. Domani 11 febbraio, invece, all’aperto la mascherina potrà essere tolta mentre bisognerà indossarla in tutti i luoghi chiusi. Nei bar e nei ristoranti soltanto quando ci si alza dal tavolo. Nei cinema e nei teatri sempre. Nelle palestre e nei centri sportivi va portata soltanto quando si sta nelle aree comuni. Su treni, aerei, navi, autobus, metropolitane e tram rimane obbligatorio indossare le ffp2.
Apertura delle discoteche dall’11 febbraio
Si torna a ballare dall’11 febbraio. Le discoteche potranno consentire l’accesso in pista per ballare. Potrà entrare soltanto chi ha il green pass rafforzato, quindi guariti o vaccinati. Se la discoteca è al chiuso sarà obbligatorio indossare la mascherina, tranne quando si sta in pista a ballare ma per accedere alla zona dello ‘struscio’ musicale, sì. Nelle discoteche all’aperto, che con il bel tempo prenderanno sempre più piede, si potrà stare invece senza mascherina. Il limite di capienza non può essere superiore al 75% all’aperto e 50% al chiuso rispetto a quella massima autorizzata.
Green pass
Il decreto del governo rende illimitato il green pass per chi ha tre dosi di vaccino oppure è guarito e ha almeno due dosi di vaccino. Per chi ha due dosi (o una più la guargione), il certificato vale 6 mesi. Per entrare nei negozi bisogna avere almeno il green pass base, che si ottiene con il tampone antigenico (valido per 48 ore) oppure quello molecolare (valido per 72 ore).
Da marzo la graduale riapertura degli stadi
Novità anche per gli stadi. Il provvedimento è in linea con le indicazioni del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, per il quale “in ambienti all’aperto in cui il distanziamento non è possibile, va considerato l’utilizzo di mascherine per il viso”. Per il primo marzo la capienza degli stadi sale al 75% per le strutture all’aperto e al 60% per quelle al chiuso, come annunciato dal ministro alla salute Roberto Speranza e dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. Se la situazione epidemiologica lo consentirà, potrà anche essere avviato un percorso per portare la capienza al 100%.
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