05 Dicembre 2022 – Redazione Co.Te.Li
Scontro all’interno della maggioranza sulle decisioni da adottare per fermare i contagi, poi la mediazione. Scuola, con tre contagi alle superiori i non vaccinati in Dad.
Obbligo di vaccino per chi ha più di 50 anni. Passa alla fine in consiglio dei ministri la proposta centrale di Mario Draghi, avanzata dal premier già nella cabina di regia del pomeriggio. L’idea nasce dalle classi di età più ricorrenti nelle ospedalizzazioni: non è un compromesso politico. La misura, oltre a riguardare gli over 50, estende l’obbligo di Super Green pass per alcune categorie di attività. Per «tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, l’obbligo vaccinale» anti Covid si applica a tutti i residenti in Italia, anche cittadini europei e stranieri, che «abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età», si legge nel testo del dl arrivato in Consiglio di ministri. L’obbligo vale «fino al 15 giugno», ma la data sarebbe in discussione. Sono esentati i casi di «accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore».
Sono esentati i casi di «accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore».
«Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite», ha detto il premier Mario Draghi aprendo il consiglio dei ministri che ha varato la nuova stretta.
Nel testo c’è anche che, a partire dal 15 febbraio, i lavoratori pubblici e privati, compresi i lavoratori in ambito giudiziario e i magistrati, che hanno compiuto 50 anni per andare al lavoro dovranno esibire il Super Green pass,che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo ha, è assente ingiustificato e perde tutta la retribuzione. Tutte le imprese potranno sostituire i lavoratori sospesi perché sprovvisti di certificazione verde Covid.Viene cioè estesa la misura inizialmente prevista per le Pmi fino a 15 dipendenti. La sostituzione rimane di «10 giorni rinnovabili fino al 31 marzo 2022, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso» (su questo, «formuleremo una proposta per consentire l’anticipo del Tfr a chi è rimasto senza stipendio perché sospeso dal lavoro per permettere il sostegno delle famiglie altrimenti prive di reddito», affermano i ministri Giorgetti, Garavaglia e Stefani).
Secondo quanto si apprende il Movimento 5 stelle ha ribadito la propria posizione contro l’ipotesi dell’obbligo vaccinale, ma alla fine ha dovuto piegarsi. E anche la Lega, che aveva fatto le barricate: «La Lega è contraria all’obbligo vaccinale indiscriminato». La Lega ha chiesto anche, e poi ottenuto nel dl finale, di consentire l’accesso ai servizi alla persona, «pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali», con il Green pass semplice, quindi anche con tampone. Il ministro Massimo Garavaglia l’ha chiesto ufficialmente in Consiglio dei ministri. In caso di conferma della bozza del decreto, che prevedeva l’obbligo di Super Green pass per queste attività – aveva detto il ministro, presente con Erika Stefani in Cdm – la Lega non avrebbe votato il testo. E così alla fine per banche, parrucchieri estetiste, basterà il Green Pass semplice.
In Forza Italia sono soddisfatti. «FI aveva chiesto al governo il Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori, ma la sintesi raggiunta dal premier Draghi di obbligo per gli over 50 può funzionare e trovare la soddisfazione nostra e di tutti. In fondo lo zoccolo duro dei non-vaccinati risiede proprio in quella fascia di età», affermano fonti del partito. «Ci auguriamo che questa decisione porti i risultati sperati, diversamente proseguiremo nel chiedere misure più restrittive per chi rifiuta il vaccino. FI si è spesa per l’obbligo vaccinale per gli ultrasessantenni, ma si è battuta e continuerà a farlo perché non sia prevista alcuna sanzione pecuniaria per i pensionati».
Sempre secondo il testo del dl anti-Covid, alle scuole elementari, con un solo contagio, la classe resta in presenza con testing di verifica, ma con due va tutta in Dad. Alle scuole superiori e alle medie la Dad scatterebbe solo al quarto caso in classe, mentre con tre casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e comunque monitorati (Dad per i non vaccinati). Anche alle superiori, con fino a due casi è prevista autosorveglianza per tutti e utilizzo Ffp2. E’ questa la proposta del governo sulle misure per le quarantene, in vista del ritorno in classe a gennaio.
Sulla proposta delle Regioni di evitare di eseguire i tamponi agli asintomatici, perché «sottraggono risorse umane per le vaccinazioni e l’attività ordinaria», il Governo ha manifestato la sua apertura e ha assicurato che chiederà – su questo aspetto – un parere al Cts.
Scontro sull’obbligo vaccinale
Nella cabina di regia nel pomeriggio, il pressing del Pd sulla proposta di obbligo vaccinale aveva diviso la maggioranza: la proposta era infatti condivisa da Italia viva e Forza Italia, ma fortemente osteggiata da Lega e, in larga parte, anche dal Movimento 5 stelle. E infatti, poco prima che i dem facessero trapelare l’intenzione di insistere sulla misura, con una nota, il capo delegazione leghista al governo, Giancarlo Giorgetti, aveva fatto sapere che non sarebbe stato presente né alla riunione operativa del primo pomeriggio, né al Consiglio dei ministri successivo. «Giorgetti ha personalmente informato il presidente del Consiglio che per ragioni familiari questa mattina è ripartito per Varese». L’idea di introdurre l’obbligo vaccinale non piaceva affatto neanche all’alleato del Pd, il M5s, che sollevava dubbi anche sulla tempistica e le modalità di attuazione. Di fronte a difficoltà logistiche nella somministrazione di terze dosi, spiegava ieri Giuseppe Conte ai parlamentari M5s, «appare paradossale ragionare di obbligo vaccinale. Anche coloro che volontariamente si rendono disponibili per la terza dose incontrano difficoltà a farlo in tempi brevi». Ma alla fine Draghi ha tirato dritto.
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]