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‘GENNAIO 2022’ Category

10 Gennaio 2022 – Fonte: IlGiornale.it

A Cipro sono stati identificati i primi 25 casi del mix tra variante Delta e Omicron: si tratta di Deltacron, più presente nei malati ospedalieri rispetto a chi non ha gravi sintomi.

Nasce “Deltacron”

Dell’incrocio tra le due varianti, ribattezzato Deltacron, ne ha parlato il quotidiano Bloomberg riprendendo le parole di Leondios Kostrikis, professore di Scienze biologiche all’Università di Cipro e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare. Sembra il nome di un nuovo farmaco al cortisone 🤦‍♀️!”Attualmente ci sono co-infezioni Omicron e Delta e abbiamo scoperto che questo ceppo è una combinazione di queste due varianti”, ha affermato Kostrikis in un’intervista a Sigma TV Friday. Il nome Deltacron deriva dall’identificazione “di firme genetiche simili a Omicron e Delta all’interno dei genomi”, ha sottolineato.

I primi 25 casi al mondo

Il lavoro dei ricercatori ha portato a identificare 25 casi sull’isola di Cipro: l’analisi ha mostrato che la frequenza relativa all’infezione combinata è maggiore tra i pazienti ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti non ospedalizzati. Le sequenze dei 25 casi di Deltacron sono state inviate il 7 gennaio a Gisaid, il database internazionale che traccia i cambiamenti del virus. “Vedremo in futuro se questo ceppo è più patologico o più contagioso o se prevarrà” su Delta e Omicron, ha affermato il ricercatore sottolineando però che questo ceppo potrebbe essere sostituito dalla stessa variante Omicron, la più contagiosa in assoluto tra tutte le mutazioni del Sars-Cov-2 fino ad oggi.

La nuova “sorella” di Omicron

Una notizia arrivata da poche ore è il sequenziamento di BA.1, “sorella” della variante Omicron sequenziata in Danimarca che potrebbe essere già diventata dominante rispetto BA.1 (l’Omicron originale). Come riporta il Corriere, la nazione nord-europea è una delle migliori al mondo sui sequenziamenti. Negli ultimi giorni, però, numerosi casi simil danesi sono stati riscontrati sui genomi rilevati in Sudafrica, Australia e Canada. Cosa cambia? Poca o nulla perché conserva tutto ciò che ha Omicron e qualcosa anche di Delta: è presto per dire se diventerà prevalente e quale sia la sua reale pericolosità.

Ihu, la variante francese

SIAMO AL RIDICOLO! in Francia è stata sequenziata la variante Ihu, depositata sulla piattaforma Gisaid con il nome B.1.640.2. Presente già dal 9 dicembre, gli esperti dell’Ihu Méditerranée Infection di Marsiglia l’hanno trovata su 12 pazienti di Forcalquier, nel Sud della Francia. Il paziente 0 su cui era stata rilevata la prima volta era appena rientrato da un viaggio in Camerun.

Tutte le varianti fin qui sequenziate

Su The Bmj, rivista medica settimanale sottoposta a revisione paritaria pubblicata dal sindacato British Medical Association, sono pubblicate tutte le varianti principali del Covid-19 con le loro caratteristiche. Quelle dominanti, chiamate anche “varianti di preoccupazione”, sono state la variante Alfa, identificata per la prima volta in Regno Unito nel settembre 2020. Pochi mesi prima, nel maggio 2020, in Sudafrica era stata sequenziata Beta, anch’essa considerata “di preoccupazione” dall’Oms. Nel novembre 2020 è stato il turno della variante Gamma, identificata per la prima volta a Manaus, in Brasile, tutt’ora la dominante in Sud America. Poi è stato il turno di Delta, identificata a fine 2020 in India e gran parte dell’Asia e poi diffusasi in Europa e Italia nei primi mesi del 2021.

Le varianti Eta, Iota, Kappa e Lambda non hanno mai raggiunto lo status di varianti di preoccupazione ma soltanto “di interesse”, più che altro perché considerate sottovarianti dei ceppi originari e dominanti in quel momento. Infine è arrivata Omicron, la più contagiosa di tutte che sta tenendo sotto scacco Stati Uniti, Europa e Italia. È ancora presto per dire se Ihu e Deltacron diventeranno dominanti o rimarranno semplici varianti di Omicron senza mai destare maggiori preoccupazioni.

https://youtu.be/FAMw1jinna4

Per concludere, una rinfrescata alla memoria (che non fa mai male…)

Ve lo ricordate cosa diceva Bassetti a maggio 2021?

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale] 

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10 gennaio 2022 – di Redazione Co.Te.L.I.

La Corte Federale dell’Australia ha annullato la decisione del Commonwealth di cancellare il visto di Novak Djokovic. “Una decisione irragionevole“, Djokovic “deve essere rilasciato entro 30 minuti”, ha ordinato il giudice Kelly.

Il Governo è stato anche condannato a pagare le spese legali. Al tennista serbo è stato restituito il passaporto e potrà partecipare agli Australian Open, al via lunedì 17.

Il numero 1 al mondo, dunque, per il momento ha vinto la sua battaglia e potrà lasciare il terribile Park Hotel, dove era “detenuto” e iniziare a Melbourne la preparazione per gli Australian Open che tenterà di vincere per la decima volta nella sua carriera.

In realtà questa storia potrebbe, comunque, non finire qui… perché il governo centrale australiano potrebbe ribaltare la decisione del giudice togliendo nuovamente il passaporto al campione serbo. “Non vi è alcun suggerimento che il ricorrente – (Djokovic, ndr) – abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo“. È’ quanto si legge nella memoria scritta presentata dal ministro dell’interno Karen Andrews che ha sottolineato come, qualora il giudice si pronunciasse a favore di Djokovic, i funzionari potrebbero annullare il suo visto una seconda volta.

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09 Gennaio 2022

Un fantasma si aggira per i corridoi del ministero degli Esteri e ha la faccia del labirinto delle regole sulla quarantena che il governo ha imposto con rigore a tutti gli italiani. Eh sì, perché proprio questo conteggio solleva degli interrogativi sui calcoli relativi alle date della positività da covid e dell’ultima missione del ministro Di Maio. Ma andiamo per ordine. In un’agenzia Ansa del giorno 8 gennaio si comunicava che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva avuto il Covid ma era già guarito: “Dopo aver contratto il virus nel periodo natalizio il titolare della Farnesina nelle ultime 24 ore ha effettuato il test anti covid che ha dato esito negativo.” Ma in un precedente lancio dell’Ansa si apprende una notizia molto interessante.

Il 28 dicembre il ministro degli Esteri si era recato in Tunisia – come attesta lo stesso sito della Farnesina – per un incontro con il presidente della Repubblica tunisina al fine di “consolidare un dialogo mai interrotto con un Paese che per l’Italia è strategico, oltre che tradizionalmente amico” E qui inizia il vero e proprio giallo.

Le domande sorgono spontanee e, lungi dall’essere pretestuose, richiederebbero una risposta ben precisa con tanto di esibizione del tampone che ha attestato la positività di Di Maio: “Quando si è ammalato il ministro degli Esteri? Quanti giorni è rimasto in quarantena?”. A voler dar retta ad alcune testate giornalistiche la malattia risalirebbe al periodo natalizio con l’indicazioni di date che potrebbero turbare i sonni già agitati del ministro e del suo governo. Ma ora vediamo cosa dicono le regole, certo contorte ma da loro volute, relative alla quarantena e che sono cambiate proprio dopo l’ultimo decreto legge promulgato dal Governo Draghi, il 30 dicembre 2021 ed entrato in vigore il giorno successivo.

La circolare del Ministero della Salute sulle nuove misure anti-Covidcosì così recita: “Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.” I rischi che comporta la violazione di tali disposizioni non sono da poco come si legge su il Sole 24 ore “Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro, come previsto dall’articolo 7 del decreto legge 19/2020. La violazione dell’isolamento fiduciario, in caso di attesa del tampone o di contatto ritenuto a rischio rientrerebbe invece nelle sanzioni amministrative e non penali.”

Fonte: Il Paragone.it

09 Gennaio 2022 – Fonte: IlParagone.it

E COSÌ CON L’ULTIMO BOLLETTINO DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ IL QUADRO È CHIARO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_5-gennaio-2022.pdf

Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino appena pubblicato, la percentuale degli italiani contagiati pur essendo vaccinati è sostanzialmente la stessa del totale della popolazione italiana vaccinata. In sostanza il vaccino non ha alcuna incidenza sulla diffusione delle attuali varianti del Covid-19 e non ne limita in alcun modo né la diffusione né la carica virale.

 
Ciò significa che il fondamento sostanziale delle limitazioni alle libertà individuali introdotte con il Green pass (super o semplice) e ora con l’obbligo vaccinale (un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio) viene meno. Questi provvedimenti diventano illegittimi e incostituzionali anche volendo accettare che in situazioni di emergenza l’esecutivo possa restringere con le modalità attuali le libertà dei cittadini. E infatti tali provvedimenti, alla luce della nuova variante Omicron, non sortiscono alcun effetto ai fini della limitazione della diffusione della pandemia.

I dati che andiamo ad esporvi, ovviamente, non li troverete su giornali e Tv ma sono assolutamente ufficiali e ormai ben noti al Cts, al ministero della Salute e al presidente Draghi che dovranno presto o tardi rispondere dell’illegalità delle iniziative prese in questi mesi. 

Prima di procedere con il report dell’ISS vogliamo ancora una volta citare le parole del Prof. Ainis, uno dei più illustri costituzionalisti italiani: Ove risultasse che i contagiati sono in larga parte vaccinati, già questo indebolirebbe dal punto di vista di legittimità costituzionale la decisione di un lockdown mirato”. Ma veniamo ai numeri. Negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 1.108.367 nuovi contagi di cui 
251.412 non vaccinati (il 22,7%) e 856.955 vaccinati (il 77,3%
) e questo trend è destinato ad accentuarsi ulteriormente come dimostrano i dati provenienti da Germania e Gran Bretagna. Per il resto, rimangono pressoché invariate le tendenze delle scorse settimane che vedono una prevalenza di vaccinati fra gli ospedalizzati dove su 16.751 pazienti totali 8.473 (il 50,6%) sono vaccinati e 8.278 (il 49,4%) sono non vaccinati. Stessa storia, ma più accentuata, per i decessi dove su 2.748 esiti fatali, 1.578 (pari al 57,3%) sono vaccinati e 1.170 (pari al 42,7%) non sono vaccinati. 

A giustificare l’obbligo vaccinale e il super Green pass non sono sufficienti nemmeno i dati (anomali dal momento che solo in Italia si rileva una così alta incidenza fra i non vaccinati) che comunque confermano l’efficacia del vaccino nel prevenire le terapie intensive: su 1847 pazienti, 645 (il 34,5%) è vaccinato mentre 1.202 (il 65,5,8%). Infatti come indicato sul portale COVID DELL’AGENZIA NAZIONALE PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.agenas.gov.it/covid19/web/index.php

le terapie intensive (guarda immagine di corredo ⬆️⬆️⬆️⬆️⬆️) sono tutt’altro che in affanno e sono perfettamente in grado di offrire un posto letto a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno senza pregiudizio per la salute di nessuno. In questo quadro l’obbligo vaccinale e la sua variante vigliacca, il super green pass, finiscono per configurarsi come un trattamento sanitario obbligatorio collettivo non coperto dall’articolo 32 della Costituzione. Ci sentiamo di concludere con le parole del prof. Crisanti che ricorda come con l’obbligo vaccinale ci sia un problema di carattere giuridico dal momento che questo non mira a limitare la trasmissione. Quindi siamo dinanzi ad “un obbligo terapeutico, che è una novità assoluta nella sanità pubblica.”

07 Gennaio 2022 – Calcio mercato.com

Il Covid ha rigettato il calcio italiano e la Serie A nel caos. Dopo gli interventi delle Asl che hanno portato alla mancata disputa di quattro incontri sui dieci in programma all’Epifania per la 20a giornata di campionato, la Lega di A si è riunita ieri pomeriggio in Assemblea per affrontare il tema del protocollo e delle richieste a governo e regioni, in vista del tavolo di confronto del 12 gennaio, ed è stata costretta a integrare l’ordine del giorno con le nuove ipotesi delle ultime ore: fermare il campionato per due settimane e ragionare sull’ipotesi di una riduzione della capienza.

CONTATTO GRAVINA-DRAGHI – Il presidente federale Gabriele Gravina ha ricevuto una telefonata da Mario Draghi, nella quale il premier si è informato sullo stato dell’arte si è detto ‘preoccupato‘ per alcune situazioni che riguardano il campionato italiano. Tra queste, in particolari, non convince il fatto che, in questo momento storico e nelle condizioni in cui versa il Paese, negli stadi ci siano tanti tifosi che non indossano correttamente o non indossano proprio le mascherine FFP2 prevista dalle nuove norme. E che club e istituzioni calcistiche chiudano un occhio su questo aspetto. Nessuna minaccia diretta, ma anche un segnale: così non si può andare avanti.

LA NOTA DELLA SERIE A – Intanto, al termine dell’Assemblea, la Lega Serie A ha diramato una nota ufficiale: “​La Lega Serie A, al termine dell’Assemblea, ribadisce con fermezza la fiducia di poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni (Serie A TIM, Coppa Italia Frecciarossa, Supercoppa Frecciarossa) come da programma, grazie all’applicazione del regolamento organizzativo approvato ieri dal Consiglio di Lega. Come da nota diffusa ieri, la Lega Serie A auspica inoltre che nella riunione governativa di mercoledì prossimo si possano individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle ASL territoriali per assicurare una gestione uniforme delle situazioni da covid-19 nelle squadre.
Le Società si ritroveranno settimana prossima per approfondire la situazione dei diritti audiovisivi nell’area Medio Oriente e Nord Africa, punto previsto dall’ordine del giorno della riunione”. 

8 Gennaio 2022 – Fonte: Il Paragone.it

Iniziano le prime crepe, mentre la scienza prende finalmente qualche distanza dalla politica. Perché quello che sta facendo il governo non ha nulla a che fare con l’emergenza sanitaria, e i dati scientifici paralo d’altro. Tanto che ora alcuni componenti del Cts hanno manifestato dei dubbi sulla scelta del Governo di imporre l’obbligo vaccinale per gli over 50. A quanto apprende l’AGI, sarebbe in discussione l’”utilità” della misura dal punto di vista della comunità scientifica che sulla questione appare divisa. A non convincere alcuni esponenti del Cts è l’utilizzo dello strumento dell’obbligatorietà con riferimento, in particolare, alla variante Omicron che presenta caratteristiche peculiari, tra cui l’elevata contagiosità, rispetto alle altre finora dominanti. 

Non è un caso che il Cts non sia stato consultato in relazione al provvedimento sull’obbligo vaccinale proprio perché sarebbe stato chiaro che alcuni membri del Comitato tecnico scientifico non sarebbero stati favorevoli rispetto a un obbligo non giustificato”. Lo afferma all’AGI l’avvocato Consuelo Locati, che guida il pool di legali impegnati nella causa civile avviata da 500 familiari delle vittime del Covid davanti al Tribunale Civile di Roma. Locati aggiunge che “a quanto sembra le Regioni avevano chiesto che venisse consultato il Cts ma questa richiesta sarebbe stata ignorata dal governo”.

Va considerato anche – ragiona Locati – che quest’obbligo avrà delle conseguenze non adesso, andando a decongestionare la rete ospedaliera, ma almeno tra sei mesi quando in estate si sarà molto attenuata la circolazione del virus. Questa è l’ennesima prova che le istituzioni non vogliono assumersi le responsabilità delle proprie scelte e usano altri argomenti per celare le loro responsabilità nella gestione della pandemia”. 

Secondo il legale che ha presentato centinaia di esposti per conto dei familiari anche nell’inchiesta della Procura di Bergamo, “dopo due anni di restrizioni la pandemia viene ancora gestita dalle istituzioni in maniera improvvisa, caotica e creativa. Dopo le prime ondate, sono stati creati pochissimi nuovi posti letto in terapia intensiva come dimostrano gli accessi agli atti che abbiamo effettuato in queste settimane chiedendo i dati a varie Regioni”.

7 Gennaio 2022 – Fonte: StopCensura.it

Oggi il Partito Libertario ha depositato l’atto di citazione con ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma contro il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri e il Ministro della Salute per far dichiarare l’illiceità costituzionale e sotto il profilo del diritto europeo della dichiarazione dello stato di emergenzadel green pass rafforzato e dell’obbligo vaccinale. Hanno proposto l’azione numerosi cittadini, tra i quali tutti i dirigenti del Partito Libertario, nonché l’Associazione di tutela dei diritti del cittadino “Diritto e Mercato”, presieduta dall’Avv. Fabio Massimo Nicosia, presidente altresì del Partito Libertario. L’atto è stato predisposto dall’Avv. Nicosiainsieme ai difensori Avv.ti Francesco Giunta e Salvatore Ceraulo, a loro volta dirigenti del Partito Libertario.

Con questo atto, si praticano le strade giuridiche più aggiornate e innovative in materia di illiceità costituzionale, secondo un orientamento giurisprudenziale recentissimamente ribadito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, orientamento che consente, insieme all’invocazione della violazione del diritto eurounitario, di evitare la strettoia dell’elevazione della questione di costituzionalità, al fine di far dichiarare immediatamente l’illegalità degli atti impugnati.

Si è denunciata in particolare la persecuzione del gruppo sociale “non vaccinati”, in atto da mesi da parte dei vertici istituzionali e dei mass-media filo-governativi, ai sensi dell’art. 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, il quale include tali persecuzioni tra i “crimini contro l’umanità”. Si è sottolineata l’illegalità dell’attuale dichiarazione di stato di emergenza per scadenza dei termini ultimi, stante anche la dichiarata rivendicazione del governo del potere, del tutto abusivo, di proclamarestati di emergenza a piacere, al di fuori di alcuna previsione costituzionale o normativa.

Tribunale di Roma contro il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri e il Ministro della Salute per far dichiarare l’illiceità costituzionale e sotto il profilo del diritto europeo della dichiarazione dello stato di emergenza, del green pass rafforzato e dell’obbligo vaccinale. Hanno proposto l’azione numerosi cittadini, tra i quali tutti i dirigenti del Partito Libertario, nonché l’Associazione di tutela dei diritti del cittadino “Diritto e Mercato”, presieduta dall’Avv. Fabio Massimo Nicosia, presidente altresì del Partito Libertario. L’atto è stato predisposto dall’Avv. Nicosiainsieme ai difensori Avv.ti Francesco Giunta e Salvatore Ceraulo, a loro volta dirigenti del Partito Libertario.

Con questo atto, si praticano le strade giuridiche più aggiornate e innovative in materia di illiceità costituzionale, secondo un orientamento giurisprudenziale recentissimamente ribadito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, orientamento che consente, insieme all’invocazione della violazione del diritto eurounitario, di evitare la strettoia dell’elevazione della questione di costituzionalità, al fine di far dichiarare immediatamente l’illegalità degli atti impugnati.

Si è denunciata in particolare la persecuzione del gruppo sociale “non vaccinati”, in atto da mesi da parte dei vertici istituzionali e dei mass-media filo-governativi, ai sensi dell’art. 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, il quale include tali persecuzioni tra i “crimini contro l’umanità”. Si è sottolineata l’illegalità dell’attuale dichiarazione di stato di emergenza per scadenza dei termini ultimi, stante anche la dichiarata rivendicazione del governo del potere, del tutto abusivo, di proclamarestati di emergenza a piacere, al di fuori di alcuna previsione costituzionale o normativa.

07 Gennaio 2022 – Fonte Il Paragone.it

Questi due anni di emergenza sono stati costellati da mancanza di trasparenza, da dati addomesticati e informazioni manipolate. Fra queste informazioni proprio quelle sugli effetti collaterali dei vaccini sono divenute ormai introvabili. E infatti il 26 settembre 2021 all’interno dell’ultimo report dell’Aifa faceva capolino un paragrafo in cui l’Agenzia del farmaco italiana annunciava che il Rapporto di sorveglianza non sarebbe più stato pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale. Da quella data non abbiamo più saputo nulla sulle segnalazioni che centinaia di migliaia di cittadini avevano fatto all’autorità di vigilanza sul farmaco.

All’interno di questa quotidiana lotta per la trasparenza in data 2/12/2021 il Sen. Paragone ha presentato all’Aifa un’istanza di accesso, ai sensi degli artt. 22 e ss. della L. n. 241/90, nonché ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. n. 33/2013 per acquisire i documenti relativi agli studi medici preventivamente effettuati dalla stessa Aifa per autorizzare le vaccinazioni sui bambini dai 5 agli 11 anni. Ciò al fine di verificare, visto che con i decreti d’urgenza si scavalca la discussione parlamentare, gli effetti nocivi e collaterali sui bambini di così piccola età, il cui apparato immunitario non si è ancora integralmente formato. 

In particolare, è stato chiesto ad Aifa di rilasciare i seguenti documenti: 1. “studio registrativo” che ha rappresentato la base dell’autorizzazione rilasciata da EMA, come indicato nel parere del Cts del 1/12/2021, relativo all’autorizzazione alla vaccinazione per i bimbi della fascia 5-11 anni; 2. dati di farmacovigilanza raccolti negli USA a seguito della somministrazione di Comirnaty in bambini di 5-11 anni esaminati dal Cts nella seduta del 1/12/2021; 3. dati relativi all’andamento di contagi ed ospedalizzazioni nella fascia di età 5-11 anni; 4. studio epidemiologico effettuato da Aifa con riferimento alla somministrazione del Cominarty alla fascia di età 5-11;5. provvedimento di approvazione alla vaccinazione per i bimbi della fascia 5-11 anni. 

Essendo trascorsi 30 gg. dalla presentazione dell’istanza e non avendo l’Aifa risposto alle richieste del senatore di Italexit si è formato il silenzio rigetto sull’istanza che sarà impugnato dinanzi al Tar nei prossimi giorni. Per tale motivo Paragone e Italexit hanno conferito l’incarico all’Avv. Gianluca Piccinni di Roma di presentare un ricorso al Tar al fine di impugnare il silenzio rifiuto ed ottenere una pronuncia che costringa Aifa a rilasciare tali documenti essenziali al fine verificare il corretto modus operandi di quest’ultima.

07 Gennaio 2022 – Fonte: StopCensura

Non possiamo permetterci di continuare a vaccinare la popolazione mondiale ogni sei mesi. A dirlo è uno degli esperti che ha lavorato alla realizzazione di uno dei farmaci anti-Covid lanciati in questi mesi sul mercato, il professor Andrew Pollard che dirige l’Oxford Vaccine Group ed è a capo del Committee on Vaccination and Immunization del Regno Unito. Intervistato dal Daily Telegraph, l’esperto non ha esitato a esprimere forti dubbi sulle scelte dei governi, a partire dalla scelta di vaccinare tutta la popolazione invece che concentrarsi solo su alcune fasce.

Pollard è parte del team che ha contribuito alla creazione del vaccino AstraZeneca. Ma ha sottolineato come sarebbe stato più opportuno “concentrare le attenzioni e gli sforzi sulle categorie a rischio” invece che allargare la somministrazione anche ai più giovani e addirittura in alcuni Paesi (come l’Italia) ai bambini. Il ritmo attuale delle inoculazioni, secondo il professore, non sarà sostenibile a lungo termine.

“Non possiamo pensare di continuare a somministrare nuove dosi a ogni persona del pianeta con una cadenza di una ogni 6 mesi” ha spiegato Pollard. Sottolineando poi come fortunatamente “il peggio è alle spalle, l’Europa deve solo pensare a uscire dall’inverno nelle migliori condizioni possibili, senza eccedere nell’allarmismo”. Anche perché di certezze sulla durata della protezione non ce ne sono ancora, e l’ultima, sfrenata corsa a una nuova vaccinazione si sarebbe potuta gestire diversamente.

7 Gennaio 2022 – Fonte: Il Patagone.It

Il governo, in barba ai dati e alla scienza, ha deciso di procedere con ulteriori restrizioni e con l’introduzione dell’obbligo vaccinale. Per ora a partire dai 50 anni, ma con il Green pass necessario praticamente per tutto, di fatto l’obbligo vaccinale c’è da un bel pezzo e continuerà a essere tale. “Frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite”, ha detto Draghi. Peccato, però, che il nuovo decreto, come al solito, ha molti buchi. E la teoria su cui si regge è totalmente falsa, dato che i contagi raddoppiano di giorno in giorno malgrado il 90% della popolazione sia già vaccinata. Ergo, non è di certo il vaccino a frenare i contagi. Dunque perché continuare a imporlo e a obbligarlo nonostante la realtà e la scienza dicano altro? È sempre più evidente che la questione resti politica e non sanitaria.

Probabilmente aumenteranno le vaccinazioni, ma gli effetti dell’obbligo per gli over 50 (2,2 milioni non vaccinati ma non si sa quanti esentati) si vedranno da qui a quattro mesi“. La bozza del decreto entrata mercoledì in Consiglio dei ministri è stata notevolmente modificata. Spiega Alessandro Matovani: “La novità maggiore è l’obbligo vaccinale per gli over 50. Una mediazione tra Draghi e Speranza che volevano il super pass per tutti i lavoratori e la Lega contraria. La bozza conteneva solo norme sui controlli al lavoro: dal 15 febbraio chi ha più di 50 anni accede ai luoghi di lavoro solo con il pass rafforzato, che si ottiene per sei mesi dopo vaccino o guarigione. Questo, secondo la bozza, fino al 15 giugno, due mesi e mezzo dopo l’attuale scadenza dello stato d’emergenza”. 

Chi va a lavorare senza super pass rischia sanzioni da 600 a 1.500 euro. “E soprattutto viene sospeso senza stipendio, ma senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto: sono le regole già vigenti per gli operatori sanitari, scolastici, militari e di polizia e delle Rsa, ai quali il decreto aggiunge il personale universitario. In Consiglio dei ministri è stata votata una norma sui controlli fuori dai luoghi di lavoro: dal l° febbraio ci sarà una multa di 100 euro una tantum per gli over 50 non vaccinati. Il testo non c’è ancora, Palazzo Chigi ha fatto sapere che il se ne occuperà l’Agenzia delle entrate, che incrocerà i dati della popolazione residente con quelli dell’anagrafe vaccinale e recapiterà la sanzione a casa. Una sorta di tassa sui non vaccinati. Non si potrà essere multati più volte.

Altro intervento deciso mercoledì è l’introduzione del green pass base, per il quale basta il tampone, per andare da barbieri, parrucchieri, estetiste, negli uffici pubblici, alle poste, in banca e in una serie di negozi ritenuti non essenziali che saranno definiti con successivo decreto del presidente del Consiglio. “Multe da 400 a 1.000 euro per chi entra senza pass. La bozza prevedeva il certificato rafforzato, la Lega l’ha fatta modificare. Sul sito del governo c’è l’infinito elenco di cosa si può fare con i vari pass. Alcune regole decise a fine dicembre entrano in vi-gore il 10 gennaio”.