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‘LAVORO’ Category

26 Febbraio 2022 – Redazione

Sono atterrati ieri pomeriggio i primi infermieri e le prime infermiere dall’estero per sopperire alla carenza di personale sanitario nelle strutture e nei servizi della provincia di Ravenna.

L’arrivo di questo primo gruppo, in tutto 6 professionisti provenienti dalla Tunisia, è il frutto della collaborazione tra Confcooperative Romagna e Consorzio Solco Ravenna, che hanno lavorato con le Prefetture e le Istituzioni locali e internazionali affinché questa operazione fosse possibile. Lo scrive Ravenna24ore.

«Rivolgersi all’estero per reperire personale sanitario è servita a dare continuità a servizi pubblici socio-sanitari che rispondono ad esigenze primarie delle persone non autosufficienti del nostro territorio e delle loro famiglie – commenta Antonio Buzzi, vicepresidente Confcooperative Romagna e presidente del Consorzio Solco -. Le ingenti assunzioni di infermieri che l’Ausl ha dovuto fare in questi ultimi due anni, hanno sottratto personale che stava lavorando nelle Case Residenza Anziani, nei Centri Residenziali per Disabili, ecc, e i nuovi diplomati in uscita dai percorsi universitari erano e sono ancora molto pochi. Il rischio era di non poter più garantire questi servizi. Se abbiamo retto fino ad ora lo dobbiamo all’impegno straordinario dei soci lavoratori che da due anni a questa parte hanno rinunciato alle ferie e si sono caricati di ore di straordinario. A loro va tutta la nostra riconoscenza».

Nelle prossime settimane è previsto l’arrivo di altri 30 infermieri da Tunisia, India e Albania per un totale di 36 professionisti.

L’operazione è stata possibile grazie a una procedura semplificata prevista dal Testo unico Immigrazione e a una deroga legislativa valida fino al 31 dicembre 2022, introdotte per fronteggiare la grave carenza di personale sanitario. Queste procedure consentono di accelerare le operazioni di ingresso di infermieri e professionisti sanitari stranieri nel nostro paese, per impiegarli in strutture anche private o accreditate, purché impegnate nell’emergenza covid.

Il gruppo arrivato ieri a Ravenna con regolare visto d’ingresso dovrà ora osservare il periodo di quarantena previsto per legge e attendere di ricevere il permesso di soggiorno.

Nel frattempo grazie al piano di accoglienza messo a punto da Confcooperative Romagna e Solco Ravenna con la cooperativa LibrAzione, i nuovi arrivati verranno accolti in appartamenti dislocati in tutta la provincia, vicino alle strutture e ai servizi in cui verranno inseriti, e riceveranno tutta l’assistenza necessaria per il disbrigo delle pratiche burocratiche.

In questo periodo, inoltre, frequenteranno un corso di italiano intensivo online, per essere pronti a integrarsi non appena sarà loro possibile.

MA I TUNISINI,ILSUPER GRENN PASS RICHIESTO AGLI OPERATORI SANITARI ITALIANI, LO HANNO PER POTER LAVORARE NELLE NOSTRE STRUTTURE SANITARIE? CARI INFERMIERI E MEDICI ITALIANI, VOI, SIETE SOLO E SOLTANTO DEI FANTOCCI PRIVI DI SPINA DORSALE E DIGNITÀ! ECCO DOVE VI HANNO PORTATO COLORO CHE, IN QUESTI DUE ANNI, VI HANNO INCULCATO DI METTERVI IN LOTTA SILENZIOSA A BRACCIA CONSERTE! MA FORSE NON LO CAPIRETE MAI!

24 Febbraio 2022 – Redazione – Fonte: ImolaOggi

«Dominati da una cupola finanziaria globale: in ballo la sopravvivenza della civiltà. Ecco come uscirne»
di Gloria Callarelli – Il Professor Carlo Vivaldi Forti, docente di sociologia e psicologia sociale presso l’Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm di Bellinzona, analizza nel suo ultimo libro “Sovranità al popolo – Per un federalismo partecipativo” la perdita della identità nazionale e la fine della democrazia e stila la sua personale ricetta per riprenderci quanto ci è stato tolto

Perdita dell’identità nazionale, fine della democrazia, potere politico in mano ad una cupola finanziaria mondiale. Sono queste, in sintesi, le conclusioni riportare nel suo ultimo lavoro “Sovranità al popolo – Per un federalismo partecipativo” del Professor Carlo Vivaldi Forti, docente di sociologia e psicologia sociale presso l’Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm di Bellinzona. Lavoro che analizza la situazione odierna in particolar modo italiana e la progressiva perdita di sovranità nazionale, peggiorata a seguito del ciclone Covid e delle dinamiche politiche che intrecciano Italia, Europa, multinazionali, banche e agenzie di rating.In ballo, a suon di restrizioni e di provvedimenti totalmente incostituzionali, “la sopravvivenza del genere umano o per lo meno della civiltà fin qui conosciuta”.

Perché, analizza lo scrittore, dal 1957, anno dei trattati di Roma, che in qualche modo avevano obiettivi condivisibili e certamente non prevedevano rinuncia alla propria sovranità, molte cose sono cambiate. Via via le premesse di quegli accordi sono state sempre più disattese e la “cupola finanziaria”, come la definisce coraggiosamente e candidamente l’autore, che ieri come oggi domina gli scenari mondiali, “si è impadronita sempre più dei principali organismi internazionali”, semplicemente, ci ricorda, “ricattando o corrompendo un limitato numero di politici e alti dirigenti”.

Cupola finanziaria, “mafia globale”

Fatto questo, piegare i governanti non è stato difficile: “Bastava legarli a qualche trattato capestro e il gioco era fatto. Oggi, – sottolinea Vivaldi Forti – con la pandemia, si è realizzata in tempi brevissimi la trasformazione giuridico istituzionale che normalmente avrebbe richiesto anni”.
La forza di quella che lui definisce una “mafia globale” dipende sostanzialmente dal suo potere di condizionamento e di ricatto, attraverso l’impadronirsi, ad esempio, dei maggiori network di informazione, unito alla “complicità, corruzione e spaventosa insignificanza delle attuali classi dirigenti”.

Così in particolare dal Trattato di Maastricht in poi la sovranità nazionale è stata svenduta totalmente alla Troika, composta da Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione europea, che con il patto di stabilità finale del 2012 ha diritto di rigetto delle leggi di bilancio dei vari Stati, mettendo praticamente mano sulla gestione dei soldi dei contribuenti. Inserendo, aggiungiamo noi, tutta una serie di ricatti su come spendere questi danari: dalla transizione ecologica attuale fino all’ideologia gender.

Purtroppo la situazione politica attuale pare non dare speranze al cittadino e del resto l’analisi in proposito del prof. Vivaldi Forti è impietosa: “La democrazia rappresentativa è superata, perché non rappresenta più le genuine scelte degli elettori, ma soltanto quelle delle Segreterie dei partiti, sottomesse ai ricatti e alle pressioni della cupola globale. La disastrosa disaffezione dell’elettorato alle urne ne costituisce palese conferma. Al suo posto – propone lo scrittore – deve nascere una democrazia partecipativa, che muovendo dal territorio arrivi a formare metà delle istituzioni pubbliche: a livello nazionale, un Parlamento espresso in due Camere, una partitica e l’altra organica, con parità di competenze, e così pure negli enti locali. Il mio giudizio sull’attuale classe politica è pessimo: essa è la peggiore di quante l’Italia ne abbia mai conosciute nella sua storia unitaria. Ci sono ovviamente lodevoli eccezioni, che però non incidono sulla situazione generale”.

Come uscirne, dunque, effettivamente non è facile ed è comunque un processo che richiede unità d’intenti e il tempo necessario, ma il Professore ce ne fornisce delle linee guida programmatiche:

Occorre una nuova forma di sovranità popolare che si organizzi dalla base al vertice dei singoli Stati. Ad esempio come hanno fatto in Polonia ai tempi di Walesa e di Giovanni Paolo II. Il sindacato Solidarnosc era emanazione diretta della volontà popolare, e non un apparato burocratico fiancheggiatore del potere come in linea di massima sono oggi i nostri sindacati. Il cambiamento – conclude – per essere reale, deve procedere dalla volontà della base, espressa attraverso opportuni organismi territoriali partecipativi.”.

20 Febbraio 2020 – Redazione

I rincari dei costi dell’energia sono un vero e proprio incubo per gli italiani. Molti cittadini sono costretti a risparmiare su luce e gas per via degli aumenti in bolletta, veri e propri salassi che possono sfiorare +131% per la luce e 94% per il gas. Ma quali sono le ricadute di questa crisi energetica sul tessuto imprenditoriale? La risposta arriva dal distretto emiliano.

“Costretti a investire fuori dall’Italia”Queste le parole di Giorgio Romani, presidente del Gruppo Romani, 420 dipendenti. <<Ormai la prima cosa che faccio in ufficio non è aprire il portafoglio ordini ma guardare come sta andando il gas>> chiosa l’imprenditore. La sua azienda è una delle circa cento produttrici di piastrelle nel distretto emiliano, uno tra i poli più attivi del Paese. Nell’area fra Reggio Emilia e Modena si possono toccare con mano tutte le falle del sistema industriale italiano, un accumulo gigantesco di errori politici e gestionali. “Sembrava un sogno, sta diventando un incubo”esclama Romani. Le aziende sono passate direttamente dall’aumento produttivo registrato in seguito ai bonus edilizi al lavorare in perdita a causa dell’aumento dei costi.

Quello della ceramica è uno dei settori in cui il consumo d’energia è alla base del processo produttivo e, di conseguenza, uno dei più colpiti insieme ad acciaierie, fabbriche di lavorazione del vetro. Queste aziende rischiano un vero e proprio “lockdown produttivo”, causando danni incalcolabili per l’economia locale e nazionale. Il settore della ceramica per piastrelle, per fare un esempio, ha sperimentato nel 2021 una bolletta del gas metano che era di circa 250 milioni, per quest’anno invece prevede un aumento del 500% della spesa e costi di oltre 1,2 miliardi, pari a un quinto del suo fatturato totale per la sola fornitura di base.

Il 59% delle risorse stanziate col famigerato PNRR sono dedicate alla transizione ecologica ma, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi come si possa anche solo immaginare una transizione energetica capace di creare sviluppo in un contesto emergenziale come quello attuale. Come si può parlare di sostenibilità e sviluppo, puntando sull’elettrico, se l’energia diventa un bene di lusso? Probabilmente c’è ancora molto da rivedere nei piani dell’Europa.

18 Febbraio 2022 – Redazione

OGGI GLI STUDENTI SI SONO FATTI SENTIRE PER DIFENDERE IL LORO DIRITTO ALLA SICUREZZA. IN QUESTO ULTIMO ANNO, INFATTI, NON LI AVEVAMO ANCORA VISTI IN PIAZZA, NONOSTANTE IL GOVERNO ABBIA TOLTO LORO DEI DIRITTI FONDAMENTALI, QUALI QUELLO AL DIRITTO ALLO STUDIO, ALLA LIBERTA’ E ALLA TUTELA DELLA PROPRIA SALUTE.

MA RIMANENDO SULL’ARGOMENTO PROTESTE, SONO STATE 40 LE CITTA’ COINVOLTE. A NAPOLI HANNO MANIFESTATO DAVANTI ALLA SEDE DEL PD AL GRIDO DI: ”LE VOSTRE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/cvpz3-WeS-4

A MILANO gli studenti hanno lanciato vernice contro gli uffici JP Morgan, Unicredit e Zara. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/ZIiA8jWlpfs

Non si puo’ morire di scuola” diceva uno degli striscioni posti in apertura del corteo, in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti durante l’alternanza scuola-lavoro. I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo “contro questo modello di scuola ” come si leggeva su un altro striscione.

Il corteo è passato per il centro di Milano per chiudersi in piazza Fontana. Prima di partire i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e spiegando che “l’alternanza e’ solo sfruttamento”.

A ROMA GLI STUDENTIhanno gridato slogan come “Pagherete tutto”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/7YG6v8U2d6k

A Bologna sono stati oltre 200 gli studenti che hanno partecipato alla manifestazione. Si sono riuniti, intorno alle 9 del mattino, in piazza Puntoni per poi proseguire in corteo verso il centro. Ci sono stati momenti di tensione, dovuti a qualche spintone tra agenti e manifestanti nei pressi dell’Ufficio Scolastico. La situazione è però subito rientrata e i partecipanti si sono diretti in piazza Verdi per concludere la manifestazione.

Tra i promotori della giornata di protesta, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, oltre a vari comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino e il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano. Oggi, nella Capitale sono partiti gli Stati generali della Scuola pubblica: una tre giorni organizzata dall’UdS “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni” mentre lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera.

15 Febbraio 2022 – Redazione

Dalle aule di tribunale arrivano altri colpi alle strategie discriminatorie adottate dal governo negli ultimi mesi per contrastare la pandemia, pensate per rendere di fatto la vita impossibile ai non vaccinati e privarli persino del diritto al lavoro. Il Tar della Lombardia ha infatti sollevato una questione di legittimità sul decreto con l’esecutivo Draghi ha vietato ai sanitari non vaccinati non solo di entrare a contatto con i pazienti, ma anche di seguirli a distanza, tramite telelavoro. Una decisione arrivata al termine del caso sollevato mesi fa da una psicoterapeuta definita No Vax.

La donna era stata sospesa dall’ordine degli psicologi e le era stato impedito di lavorare a contatto con i pazienti. Come spiegato dal quotidiani “La Verita’” Verità, l’ordine aveva deciso infatti di applicare il decreto 44 dell’aprile 2021: la norma sospende i sanitari non vaccinati dalle attività sanitarie che “implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio”. La dottoressa a quel punto aveva interrotto le sedute con i pazienti scegliendo di seguirli a distanza, con degli incontri telematici.

Il 22 dicembre, contro la dotteressa era arrivata un’altra sanzione: applicando il nuovo decreto legge 172 del 26 novembre 2021, l’ordine le aveva impedito anche il lavoro a distanza, visto che la norma prevede per i sanitari non vaccinati “l’immediata sospesione dall’esercizio della professione” senza distinzioni. Stremata, la donna aveva deciso di rivolgersi al Tar, che alla fine le ha dato pienamente ragione, permettendole così di tornare alle sedute telematiche con i suoi pazienti.

I giudici hanno anche sollevato una questione di legittimità costituzionale sul decreto 172. Una notizia che arriva a poche ore da un’altra, altrettanto importante: un altro Tar, quello del Lazio, ha disposto con due decreti monocratici il reintegro in servizio e il pagamento dello stipendio di alcuni agenti penitenziari e membri delle forze dell’ordine che continuano a rifiutare di sottoporsi alla vaccinazione.

15 Febbraio 2022 – Redazione

ALTRO GRANDE SUCCESSO PER Il TAR LAZIO CHE REINTEGRA BEN 26 LAVORATORI NON VACCINATI E RIPRISTINA LA RETRIBUZIONE!!!! IL DOTT. RICCARDO SAVOIA RIPORTA LA GIUSTIZIA IN ITALIA!!!!! SALVATE LE LIBERTA’ COSTITUZIONALI, MA CONTINUIAMO A VIGILARE!!!!! ADDESSO VIETATO MOLLARE E CEDERE!!!!!

A SEGUIRE IL VIDEO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

15 Febbraio 2022 – Redazione

Ministeri: le buste paga si gonfiano come le Indennità di amministrazione. Gli italiani devono fare i conti con il caro bollette e l’aumento dell’inflazione, ma per chi lavora nei ministeri sono in arrivo buone notizie sul fronte economico. Il governo ha infatti deciso di ridurre le distanze tra le indennità presenti nei vari dicasteri, stanziando 170 mln di euro.

Ministeri, incremento extra delle buste paga

Per i dipendenti dei ministeri non ci sarà solo l’aumento del rinnovo contrattuale. Arriva anche un incremento extra delle buste paga che, in alcuni casi, arriverà fino a 2.500 euro lordi l’anno, 208 euro (sempre lordi) mensili. Ben più dello stesso aumento contrattuale che, per le funzioni centrali, va da 63 a 117 euro lordi mensili. L’aumento extra per i ministeriali riguarda le cosiddette indennità di amministrazione, una voce presente nelle buste paga di chi lavora in un ministero e che, almeno fino ad oggi, potevano essere profondamente diverse da amministrazione ad amministrazione.

Gli aumenti entreranno in vigore insieme al nuovo contratto di lavoro già firmato dai sindacati e in attesa del via libera del Mef e della Corte dei Conti. “Raggiungiamo un importante obiettivo, fortemente voluto dalla Flp in questi anni”, ha commentato Marco Carlomagno, segretario generale del sindacato, “e su cui ci siamo battuti in tutte le sedi, fino al pressing degli ultimi mesi nei confronti dei ministeri dell’Economia e della Pubblica amministrazione per superare gli ingiustificati ritardi che si stavano manifestando, al fine di riconoscere pari dignità e il pieno riconoscimento delle professionalità del personale di quelle amministrazioni che in questi anni sono stati fortemente penalizzati”. 

Fonte: affaritaliani.it

SE VI CHIEDEVATE CHE FINE AVESSERO FATTO I SINDACATI, ECCO LA RISPOSTA: A SERVIRE LO STATO! IN TUTTO E PER TUTTO!

14 Febbraio 2022 – Redazionw

Il Tar del Lazio ha inflitto un altro duro colpo alle strategie di lotta alla pandemia del governo e, in particolare, a quel Green pass che i rappresentanti dell’esecutivo Draghi continuano a difendere a spada tratta, tra le proteste degli italiani che trovano ingiusto privare del diritto al lavoro chi non si vaccina. Un obbligo vero e proprio, appena appena mascherato, che ha portato in questi mesi alla sospensione di tanti cittadini che hanno scelto di non piegarsi, rifiutando la somministrazione. E che per questo sono stati puniti, in un Paese dove ormai la libertà di scelta viene calpestata quotidianamente. Ora, però, ecco l’ennesima sentenza che dà loro ragione.

La sezione Prima bis del Tar del Lazio ha infatti accolto le istanze dei militari iscritti al sindacato Itamil e difesi dall’avvocato Giulia Liliana Monte che chiedevano l’annullamento dei proveddimenti di sospesione dall’attività lavorativa emanati dai rispettivi comandanti di corpo o datori di lavoro. Sanzioni che erano scattate in virtù della circolare dello Stato Maggiore Difesa che disciplinava quanto deciso dal governo con il Decreto Legge n. 172, successivamente convertito in legge.

Sul tema della sospensione dal servizio dei militari non vaccinati, Itamil aveva inviato nei giorni scorsi ai gruppi parlamentari della Camera una scheda tecnico normativa per richiedere una revisione della norma, considerata troppo penalizzante nei confronti del personale. Una richiesta rimasta inascoltata, ma che ha costituito la base di partenza per il ricorso presentato dallo studio legale Monte al Tar del Lazio, che è stato accolto.

Come si legge nella sentenza, il Tar ha infatti “accoglie e per l’effetto sospeso medio tempore l’efficacia dei provvedimenti sospensivi impugnati” , dando così il via libera al rientro in servizio dei militari che erano stati sospesi, in varie Regioni d’Italia, per non essersi sottoposti alla vaccinazione anti-Covid. Il Tribunale amministrativo regionale ha anche fissato per il 16 marzo 2022 la trattazione del tema in sede collegiale. Nel frattempo, il sindacato Itamil ha già annunciato la notifica del decreto del Tar al ministero della Difesa per darne tempestiva esecuzione.

14 febbraio 2022 – Redazione Co.Te.L.I.

(di Giuseppe Leonelli – Fonte: LaPressa)

Anestetizzati da un San Valentino di plastica e spettatori passivi di tetri scenari di guerra in Ucraina, gli italiani si ritrovano da martedì prossimo con una nuova stretta sul fronte delle restrizioni imposte dalla follia del Green Pass. Dal 15 febbraio per gli over 50 sarà obbligatorio esibire il super certificato verde per poter lavorare. In pratica o si è vaccinati o non si lavora.

Una norma che valeva già per forze dell’ordine, insegnanti e medici ma che ora viene estesa su base anagrafica e non professionale. E la svolta arriva mentre a livello nazionale arrivano contrastanti segnali di segno opposto sul fronte sanitario. Mentre si gettano mascherine in alto in plastiche foto-ricordo, mentre si riducono le quarantene a poco più che week end lunghi e con afflati libertari si concedono balli sfrenati in discoteca a volto scoperto, il Governo vieta il lavoro a tutti coloro che hanno compiuto più di 50 anni e non hanno voluto aderire a una campagna vaccinale, per la quale – ricordiamo – bisogna comunque firmare il proprio consenso.

L’obbligo di inoculazione per quella fascia di età è vero è già scattato, ma il mancato adempimento è sanabile in modo relativamente facile, con una multa di 100 euro. L’obbligo di certificato verde rafforzato per lavorare che scatta ora, invece cambia completamente le cose.
L’Articolo 1 della Costituzione da martedì per un 50enne non vale più. Va detto chiaramente. Non vi sono compromessi, non bastano i tamponi ogni due giorni. No, per chi non si è vaccinato il lavoro è precluso e con esso la realizzazione personale, la dignità, parte dell’identità e la possibilità di mantenersi economicamente.

Per un 50enne non vaccinato l’Italia non è più ‘una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’. Il lavoro non rappresenta più le fondamenta del vivere civile, ma è stato sostituito da una malposta priorità sanitaria.
Malposta perchè – come si è detto fino allo sfinimento – il Green pass non crea luoghi di lavoro sicuri e il vaccino, pur riducendo i casi gravi di infezione, non incide in modo determinante sui contagi. Malposta soprattutto perchè tale norme draconiana viene introdotta proprio mentre la curva pandemica è in netto calo e l’emergenza, come spiegato dagli esperti, si sta affievolendo.

In un Paese che appena 80 anni fa è uscito dall’orrore dell’oppressione e che per riconquistare la libertà ha pagato un enorme sacrificio in termini di vite umane, accade questo. Accade mentre il sole risplende come sempre, le auto sfrecciano sulle strade e fuori dalle chiese ci si ritrova per gli scambi di auguri domenicali. Accade e tutti se ne fregano, come fosse normale.

Gli under 50 pensano che non è un problema loro, i vaccinati si sentono al sicuro e gli over 50 guariti pensano di averla scampata. E’ tutto normale, va tutto bene. Di principio, sì, non è giusto, questo è vero… ‘Ma, suvvia coi principi non si mangia… bisogna essere concreti’. Già, e sull’altare di questo pragmatismo si scava ancora un po’ più a fondo nella buca dove tutti ci siamo infilati.
(Giuseppe Leonelli)

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

09 Febbraio 2022 – Redazione

KLAUS SCHWAB E’ IL FONDATORE E PRESIDENTE ESECUTIVO DEL WORLD ECONOMIC FORUM, ORGANIZZAZIONE CON SEDE A GINEVRA, PROTAGONISTA E FAUTORE ABERRANTE DEL PIU’ GRANDE PROGETTO DI OPPRESSIONE POLITICA E FINANZIARIA, A SCAPITO DEI POPOLI ED IN PARTICOLARE DELLE CLASSI MEDIE. SCHWAB E’ L’UOMO PIU’ RIPROREVOLE E SCHIFOSO A CUI LA STORIA ABBIA DATO I NATALI, DOPO I RESPONSABILI DEGLI ECCIDI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, E I IL SUO SCOPO, E’ SEMPRE STATO QUELLO DI DOMINARE IL MONDO, ANCHE SE, NONOSTANTE L’ANIMA VENDUTA A CHI FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI, NON CI STIA RIUSCENDO. E’ UN ESSERE VOMITEVOLE PER CORRUZIONE E PERVERSIONE.

VI PREGO DI VEDERE LA SUA FACCIA SUINA MENTRE, QUALCHE TEMPO, FA SI VANTAVA DI AVERE SOTTO SCACCO E BEN ASSOLDATI ECONOMISTI, MEDICI E GIORNALISTI! BABBEO DI UN PERVERTITO! ADESSO AVRAI A CHE FARE COL PADRETERNO, LA STORIA E IL TUO KARMA, EVIDENZE BEN PEGGIORI DEI TUOI AMICI MASSONI! E NON SO SE LO SAI…..MA DIO NON PAGA IL SABATO!

FAREVI AIUTARE NELLA TRADUZIONE DALL’INGLESE! NE VALE LA PENA!

Marzia MC Chiocchi