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‘LAVORO’ Category

08 Febbraio 2022 – Redazione

Nuova sentenza del Il Tar del Lazio. questa volta ha accolto il ricorso presentato da un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dallo stipendio per non essersi vaccinato. Il tribunale ha motivato così la sentenza: “La privazione della retribuzione provoca danni gravi e irreparabili”.

Il dipendente no vax sospeso dal lavoro e dalla retribuzione dovrà essere retribuito. Il ricorso che aveva presentato per chiedere l’annullamento del provvedimento notificato lo scorso 4 gennaio e che lo sospendeva dal servizio e dalla retribuzione fino a che non avesse completato il ciclo vaccinale è stato accolto dal tribunale amministrativo.

Tar: “Sospendere la retribuzione comporta un danno grave e irreparabile”

Nell’accogliere l’istanza cautelare il Tar ha motivato: “Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile“.

L’uomo aveva anche chiesto l’annullamento dell’obbligo di certificazione verde per una determinata categoria di lavoratori. In merito alle questioni di legittimità costituzionale sollevate, è stata fissata l’udienza per la trattazione collegiale il prossimo 25 febbraio.

06 febbraio 2022 – di Marcello Pamio (Disinformazione)

Non ci voleva un genio per capire che il Super Bonus era un gran bel pacco.

D’altronde quando mai un governo – tanto più italiano – ha regalato soldi? E poi denari per il benessere ambientale? Non fatemi ridere. E infatti è lo stesso Mario Draghi a dirci che il 110% ha creato delle distorsioni. Enormi distorsioni come l’aumento straordinario dei prezzi dei materiali che servono a fare le ristrutturazioni per il discorso energetico. Risultato oggi: una unità di efficientamento energetico costa molto di più di quanto non costasse prima del Super Bonus. E le emissioni non vanno giù così tanto da assorbire questo aumento di prezzo. Ma che strano 🤔

Lo scopo era proprio quello di far schizzare tutte le materie prime per mettere in ginocchio i settori industriali e stendere il tappeto al Grande Reset…

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COME VOLEVASI DIMOSTRARE LA FREGATURA E’ SERVITA, E QUEL CHE E’ PEGGIO, E’ CHE MILIONI DI ITALIANI HANNO CREDUTO AL PROGETTO SUPERBONUS PER RISTRUTTURARE PALAZZI, APPARTAMENTI E CASE SINGOLE! MA IO MI DOMANDO…..MA COME AVETE FATTO A DARE FIDUCIA AD UN SOLONE, SCAPPATO DI CASA COME CONTE CHE, DURANTE IL PRIMO LOCKDOWN DEL 2020, TIRO’ FUORI DAL CILINDRO, LA FAMOSA LEGGE SUL SUPERBONUS 110% e &. ANCORA CREDETE ALLE AGEVOLAZIONI STATALI?! OLTRE IL FATTO CHE SARA’ PRATICAMENTE IMPOSSIBILE ADEGUATE ALLE IDIOZIE SUL RISPARMIO ENERGETICO, PALAZZI E STRUTTURE D’EPOCA, VANTO DEL NOSTRO PAESE, PER FREGI, STUCCHI E ARCHITETTURE, CHE POCO SI SPOSANO CON LE INNOVAZIONI!

Marzia MC Chiocchi

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ECCO LA NOTIZIA: Fonte: MONEY.it ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

Superbonus e cessione del credito, è caos: le operazioni sono congelate, le imprese hanno crediti ma non hanno nessuno che li acquisisce. Anche i privati rischiano di aver sprecato i loro risparmi.

Il Superbonus rischia di far fallire centinaia di aziende edili.

Ci sono imprese, infatti, che pur avendo ottenuto il riconoscimento del credito nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate non riescono a cederlo agli istituti di credito, molti dei quali dopo le ultime novità introdotte dal Decreto sostegni ter hanno deciso di bloccare qualsiasi possibilità di acquisizione del credito.

E vale anche per quelle imprese che avevano già ottenuto una garanzia a riguardo e che dunque si erano mosse con la sicurezza che una volta completati i lavori e ottenuto il riconoscimento al Superbonus non avrebbero avuto problemi nel cedere tutto a una banca. Imprese che solitamente, per farsi carico dei costi necessari per portare a termine i lavori, hanno richiesto e ottenuto un prestito ponte da restituire una volta ceduto il credito.

Il problema è che ci sono istituti di credito che alla luce delle ultime novità introdotte dal Governo hanno deciso di bloccare le acquisizioni dei crediti maturati dalle imprese, le quali improvvisamente si sono trovate con un credito riconosciuto nel cassetto fiscale – che tuttavia non riescono a cedere a nessuno – e con un grosso debito nei confronti della banca da dover restituire.

Quella decisa dal Governo, quindi, non è solamente una stretta per i furbetti del Superbonus: il rischio, come spesso accade, è che a pagarne le conseguenze siano centinaia, o forse migliaia, di professionisti, i quali in questo momento stanno attraversando un momento di difficoltà che solamente un intervento della politica potrà risolvere.

Superbonus 110% e cessione del credito: cosa cambia con il Decreto Sostegni ter

Con il Decreto sostegni ter il Governo ha posto un limite molto importante per il Superbonus, stabilendo che il credito può essere ceduto una volta sola.

Una soluzione che – secondo quanto spiegato dai tecnici del servizio Bilancio – “potrebbe costituire una misura efficace per il contrasto alle frodi nel settore”. Allo stesso tempo, questi sono consapevoli che “la restrizione introdotta andrà a ridurre in maniera significativa le concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati, attraverso lo strumento delle cessioni del credito”.

Una vera e propria stretta per il Superbonus 110%, la quale segue alle perplessità già mostrate da Mario Draghi nel corso delle discussioni per un’eventuale proroga della misura in Legge di Bilancio 2022. Inizialmente, infatti, era stato deciso che la proroga a dopo giugno 2022 dovesse valere solo per le famiglie con ISEE sotto i 25.000,00€, e solo in seguito a una forte pressione del Movimento 5 Stelle è stato deciso di estendere a tutti l’accesso alla misura fino al 31 dicembre 2022 (a patto che il 30% dei lavori sia stato completato entro giugno 2022).

Se tutto sembrava essere tornato al proprio posto, con architetti, geometri e imprese edilizie che hanno ripreso nuovamente ad acquisire lavori sul fronte Superbonus, il Decreto sostegni ter ha rimesso tutto in discussione.

Impedendo una cessione del credito successiva alla prima, infatti, si circoscrive la platea dei concessionari, restringendola alle sole banche, molte delle quali però hanno raggiunto il loro “plafond”, non potendo dunque acquisire ulteriori crediti.

Di fatto, così si blocca tutto ed è quello che già sta succedendo. Ne abbiamo parlato con un architetto, il dottor Dario Marigliani, il quale dopo oltre un anno e mezzo di lavoro grazie a Superbonus e altri bonus casa, rischia di dover buttare tutto all’aria a causa delle nuove regole.

Ma se per lui i problemi sono limitati, per le imprese da lui seguite – come pure per molti clienti – ci sono situazioni che potrebbero costare centinaia di migliaia di euro.

Superbonus: così lo Stato farà fallire centinaia di imprese edili

Per il Superbonus è tutto fermo ormai dai circa sei mesi”; così l’architetto Dario Marigliani, il quale spiega che dopo lo stop dovuto all’incertezza delle regole che dovevano essere introdotte in Legge di Bilancio 2022 il mercato non si è mai ripreso.

E questa ultima novità del Decreto sostegni ter rischia di porre un ulteriore freno, con ripercussioni importanti sia per imprese che per privati. Partiamo dalle imprese:

“Ci sono aziende che rischiano il fallimento perché improvvisamente si sono viste voltare le spalle dalla banca che aveva dato garanzia di acquisizione del credito”.

Il dottor Marigliani ci ha raccontato d’imprese che si trovano con debiti di centinaia di migliaia di euro senza una prospettiva chiara su come rientrare nei costi sostenuti per tali lavori.

Pensiamo ad esempio a un’azienda che ha accettato un grosso lavoro da 300 mila euro per un condominio, confermando lo sconto in fattura dopo aver ottenuto garanzie da parte di una banca riguardo alla possibilità di cessione del credito una volta che questo sarebbe stato caricato sul cassetto fiscale.

Nel frattempo, per far fronte a tutte le spese, questa ha aperto un prestito presso la stessa banca, con la consapevolezza che una volta ceduto il credito avrebbe potuto estinguerlo senza problemi.

Improvvisamente alla banca viene detto che a sua volta non può più cedere il credito ad altri, e per questa quindi non è più conveniente acquisirlo. Ragion per cui la promessa fatta all’impresa non può essere mantenuta.

Improvvisamente, quindi, l’impresa si trova con un prestito di centinaia di migliaia di euro da dover restituire, e con un credito nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate – in quanto nel contempo sono stati completati i lavori – che tuttavia non riesce a cedere. L’unica possibilità sarà quella di trovare un’altra banca disposta ad acquisirlo, altrimenti lo spettro del fallimento potrebbe essere concreto. Ricerca che tuttavia potrebbe anche essere inconcludente visto che molti istituti di credito stanno facendo un passo indietro (la stessa Poste Italiane ha congelato tutte le operazioni riferite al Superbonus).

E attenzione: perché non si tratta di un esempio ma di una situazione concreta di cui però abbiamo preferito mantenere l’anonimato di tutti i protagonisti.

Situazione che riguarda moltissime aziende, tanto che in questi giorni è partita una ricerca spasmodica di banche – ma non solo, ci sono anche compagnie assicurative ad esempio – disposte ancora ad acquisire un credito.

Nel contempo, per lo stesso motivo, molte imprese non accettano più d’iniziare nuovi lavori, visto il timore di dover affrontare una spesa che poi non verrà restituita.

Una situazione che stanno pagando quei privati che nei mesi scorsi hanno investito i loro soldi acquistando una casa da ristrutturare consapevoli di poter abbattere il costo grazie alla possibilità dello sconto in fattura. Ma adesso che il mercato del Superbonus è bloccato, rischiano di dover rinunciare al sogno di una ristrutturazione gratis o quasi, con il pericolo di ritrovarsi con un immobile fatiscente ma senza la liquidità necessaria per sistemarlo a dovere.

07 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Si dice sempre che una delle più grandi risorse del nostro Paese sia il turismo. Peccato che per colpa di una gestione sempre più folle di questo governo, ormai nei giornali internazionali fra le mete consigliate per andare in vacanza l’Italia non appare più. Persino i tag usati dai siti Internet non comprendono mai l’Italia tra le mete da raggiungere. E anche questo, nell’epoca della rete, è un dettaglio assai significativo. Per renderci meglio conto della situazione, è interessante riprendere un articolo pubblicato dal prestigioso Guardian, che racconta questo: “I viaggiatori sono stati avvertiti di controllare i loro piani di vacanza a metà termine per assicurarsi che soddisfino le regole di vaccinazione Covid quando viaggiano verso le destinazioni dell’UE poiché un numero crescente di paesi impone nuove restrizioni”. L’Italia è tra questi, e viene sconsigliata proprio per la troppa burocrazia e le troppe regole. 

“Le persone che viaggiano in Italia potrebbero trovare più difficile recarsi in ristoranti, musei e altri luoghi al chiuso se non sono stati potenziati. I leader del turismo hanno esortato i ministri a negoziare con i paesi europei per prevenire scene caotiche negli aeroporti mentre l’industria dei viaggi inizia a riprendersi”. Chris Rowles, presidente di Aito, che rappresenta le compagnie di viaggio specializzate spiega al Guardian: “Ormai è troppo tardi perché i regolamenti cambino. I viaggiatori, in particolare con i minori di 18 anni, dovranno essere attenti e ben consapevoli delle normative dei singoli paesi per garantire che possano viaggiare senza problemi”.

Craig Burton, amministratore delegato di Ski Solutions, ha affermato: “Le regole all’interno dei paesi suonano spaventose, ma è gestibile. Sono stato in Italia la scorsa settimana. Hanno il Super Green pass verde. Scarichi il codice QR dalla tua app del SSN, lo salvi come screensaver, lo mostri agli impianti di risalita e poi vai”. Paul Charles, amministratore delegato della società di consulenza di viaggio PC Agency, ha dichiarato: “Nel complesso, è chiaro che siamo in una fase di terra di nessuno uscendo dalla pandemia. Sta causando molta confusione perché le persone devono fare calcoli su quando hanno avuto il vaccino e, se hanno figli, se hanno avuto abbastanza vaccini. 

“Stiamo vedendo emergere un puzzle di restrizioni e i clienti sceglieranno un posto più facile da raggiungere”, afferma Tom Jenkins, amministratore delegato di ETOA, l’associazione di categoria dei tour operator nelle destinazioni europee. “Questo è stato un fenomeno ai margini della consapevolezza della maggior parte dei viaggiatori. Ora si ritroveranno in mezzo a tutto questo. Siamo abituati a vedere viaggiatori extracomunitari in coda per entrare a Parigi o in Italia. Ora i cittadini britannici faranno parte di quella coda”.

Fonte: IlParagone

_________________________[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

06 Febbraio 2022 – Redazione

Torna in campo, come da mesi, la protesta contro l’obbligo, ora anche più stringente, di presentazione del Green pass. Imponente la folla, inizialmente stimata dalla Questura in un migliaio di persone ma andata aumentando con il passare dei minuti. Sul palco, senza peli sulla lingua, anche ROSY DELLA TORTERIA DI CHIVASSO, PALADINA DI UNA LOTTA CHE, A MAGGIO SCORSO, LA VIDE SOLA CONTRO TUTTI E CHE, ADESSO E FORTUNATAMENTE, SONO IN MOLTI AD AVER SEGUITO E IMITATO. SENTITE

A SEGUIRE IL VIDEO CHE L’HA VISTA PROTAGONISTA IERI A VERONA. CLICCATE SUL LINK ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://t.me/marinatoniniof/1304

IN QUESTO ALTRO VIDEO L’INTERVENTO DELL’AVVOCATO RENATE HOLSEIZEN ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.larena.it/media/video/protesta-in-piazza-bra-l-intervento-di-renate-holzeisen-video-marchiori-1.917117

06 Febbraio 2022 – Redazione

«Senza paura della dittatura»

Con questo slogan molti torinesi hanno raggiunto piazza Vittorio Veneto alla fine di un corteo partito ieri pomeriggio da piazza Castello.

Un migliaio di persone hanno attraversato corso San Maurizio e via Rossini, dove per alcuni minuti si sono fermati davanti alla sede Rai al grido «Giornalisti terroristi».

In piazza Vittorio invece la manifestazione è sfociata in un «aperitivo in mezzo alla strada», con bottiglie di alcolici e altre bevande.
«Così ci riprendiamo i nostri spazi come presto ci riprenderemo i nostri posti di lavoro» hanno detto nell’intervento che ha concluso il corteo.

Riprendersi la libertà

«Se due persone fumano sotto il cartello “vietato fumare” gli fanno la multa. Se venti persone fumano sotto il cartello “vietato fumare”, viene chiesto loro di spostarsi. Se duecento persone fumano sotto il cartello “vietato fumare”, viene tolto il cartello».

https://twitter.com/RadioGenova/status/1490231633370390529?s=20&t=sb7CEjO4CcZ6Kj0zNBTTCw

SEMPRE PIU CITTA’ STANNO PRENDENDO ESEMPIO DA TORINO. FORZA!!!!!!

Fonte: LaPekoranera

Anche a Livorno stessa cosa. In centinaia Si sono dati appuntamento alle 18 di venerdì 4 febbraio, in piazza del Luogo Pio per un aperitivo “fai da te” nel quale ognuno era stato invitato a portare qualcosa per sé e per gli altri. Per la maggior parte erano adulti e anche famiglie, che hanno risposto all’appello di “Libertà Livorno” e che si sono presentati in Venezia “armati” di bibite e snack, consumati poi lungo le spallette. Un ritrovo assolutamente pacifico, al termine del quale i partecipanti, prima di andare via, hanno ripulito l’area.

04 Febbraio 2022- Redazione Co.Te.Li

Dal primo ottobre, il prezzo della materia prima è schizzato alle stelle: da 0, 23 a 0, 90 centesimi, poi 1,20 al metro cubo. Addirittura a picchi di 2 euro, nel mese di dicembre. Percentuali di crescita non sopportabili, superiori al 500%. Otto milioni di metri cubi l’anno, questo il consumo di metano a Murano per la produzione artigianale. Tradotto in euro: dai due milioni all’anno a più di otto.

Una stangata le cui motivazioni sono da ricercare all’estero, alla crisi delle materie prime. I cui effetti però sono ricaduti in tutta Italia. Soprattutto sulle piccole aziende artigianali. Soprattutto su quelle cosiddette energivore: a Murano, infatti, le fornaci devono restare accese 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Non c’è scampo: troppo lunghe e troppo costose le procedure per spegnerle e riaccenderle. Eppure il tempo passa inesorabile, e ogni settimana il baratro si avvicina. Sempre più. Mano a mano, le fornaci dell’isola (circa 60 in tutto) stanno spegnendosi in attesa – e nella speranza – di tempi migliori.

E VOI POLITICI POLTRONARI, PARASSITI DELLA NOSTRA SOCIETA’, DOVRETE PAGARE NECESSARIAMENTE PER LE IMMENSE COLPE DI CUI VI SIETE MACCHIATI. IN QUESTI ULTIMI DUE ANNI, EVIDENZE A PARTE, AVETE CREATO PROBLEMI SU OGNI FRONTE, SENZA MAI TROVARE SOLUZIONI, MA PIUTTOSTO ACCENTUANDOLI O CREANDONE DI NUOVI. NON BASTANDO IL COVID, AVETE DATO MANFORTE AI MONDIALISTI CON UN’EMERGENZA AMBIENTALE ED ENERGETICA CHE VEDETE SOLO VOI! NON RIUSCENDO A MASSACRARE PIU’ PERSONE POSSIBILI CON LA PANDEMIA, DOVEVATE PUNTARE SUL PORTAFOGLI DEL MONDO OPERATIVO DI QUESTO NOSTRO MERAVIGLIOSO PAESE. MA, COME RECITA UN ANTICO PROVERBIO: DIO NON PAGA IL SABATO! NEL SENSO CHE DIO NON HA OBBLIGO DI RISPONDERE, SEDUTA STANTE, ALLE PROVOCAZIONI. LA GIUSTIZIA E LA PUNIZIONE DIVINE, INFATTI, PRIMA O POI ARRIVANO, A PRESCINDERE DAL MOMENTO!

Marzia MC Chiocchi

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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04 Febbraio 2022 – Redazione

Si moltiplicano in Toscana le iniziative spontanee di gruppi di cittadini contro la follia greenpass.

“Le attività che non vogliono i nostri soldi non li avranno: non affannatevi a mettere cartelli all’entrata o guardie a controllare i codici a barre, non entriamo dove si preferisce DISCRIMINARE”.
Questo il senso dei cartelli esposti in molte realta’ italiane, contro i commercianti che non hanno ancora capito il vero significato del green pass: portarli al fallImento!

“Cari proprietari e lavoratori delle attività commerciali: noi possiamo resistere senza prendere un aperitivo o comprare una borsa, voi quanto pensate di resistere da APERTI ma VUOTI?”

Vi hanno ingannato con “il greenpass è lo strumento per ripartire” ma non avete considerato che:

Chi si è vaccinato spontaneamente dopo 3 dosi gira con la ffp2 e ha paura a fare vita sociale perché terrorizzato dai media

Chi si è vaccinato con il RICATTO di stato NON utilizza il greenpass

Chi non si è vaccinato non può accedere per una vostra scelta di seguire una legge folle

Aperti ma vuoti, il futuro però è nelle nostre mani: Potete toglierci tutto ma mai LA LIBERTÀ!

FONTE: C.Li.Va Toscana

28 Gennaio 2022 – Redazione

La gelateria Baroncini in via Celso a Firenze si oppone al Green pass e diventa subito un caso. I soci titolari, Daniela Baroncini e Marco Ruocco, chiedono solo ai clienti il “rispetto delle norme vigenti per l’ingresso con la mascherina e il distanziamento e collaborazione”. Spiegano che la mancata richiesta di controllo del certificato verde è nel rispetto delle leggi sul rispetto della norma sulla privacy, e anche perché il locale non esercita attività di ristorazione. Marco Ruocco dice: “Noi non vogliamo discriminare nessuno. Sia chiaro, sono vaccinato con ciclo completo, ho scelto di farlo, qui lo siamo tutti. Non ho nulla contro i vaccini, non sono un No Vax e non voglio passare da tale. Ho sempre rispettato le normative. Ma siamo arrivati a un punto in cui le persone non sono libere di scegliere e sono discriminate”. 

La storica Gelateria Baroncini, nata nel 1946, ha conservato l’aspetto di una latteria d’altri tempi, con specchi, banchi e rifiniture in marmo verde chiaro. È un locale molto frequentato. Dentro c’è un’intera famiglia, mamma papà e quattro bambini, che è arrivata dall’Isolotto per supportare l’iniziativa della gelateria. Mentre il titolare parla con noi, la cliente gli fa i complimenti e aggiunge: ‘Sono un’insegnante di matematica e scienze. Dal 15 dicembre scorso, quando è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, ho rinunciato a insegnare – racconta la cliente, che aggiunge di aver fatto, fino ad allora, la maestra in un istituto comprensivo all’Isolotto-. Sono laureata in biologia, io e la mia famiglia abbiamo avuto di recente il Covid, ci siamo curati in casa. Anche la nonna, che era vaccinata, si è ammalata con noi, ora sta bene. Farò un altro lavoro, dopo 17 anni di insegnamento, non ci sto a queste regole’”. 

Dal 20 gennaio nella gelateria c’è un viavai di clienti, “vecchi e nuovi, che appoggiano la scelta di Marco Ruocco, che già è incappato nella prima sanzione per non aver controllato il Green Pass delle persone presenti nel locale. ‘Ieri mattina, due giorni dopo l’affissione del cartello, che sta facendo il giro dei social, sono entrati due agenti della polizia municipale in borghese e mi hanno fatto una multa da 400 euro. La contesterò. Continueremo ad andare avanti per la nostra strada. E anche se dovessero chiuderci, grazie ai nostri legali alla fine riapriremo. Resto convinto della scelta fatta – dice-. Sto ricevendo parecchi attestati di stima e ieri sono venuti a comprare il gelato qui per solidarietà’”.

26 Dicembre 2021 -Redazione Co.Te.Li

LA FINE? È QUELLO CHE I NOSTRI POLITICANTI VOGLIONO. È CIÒ PER CUI SONO STATI PREPARATI PER ANNI DAI CAPI DEL POTERE GLOBALISTA, AFFINCHÉ!, OGGI, FOSSERO FACILMENTE MANOVRABILI PER GESTIRE TUTTO LO SCHIFO CHE IL PAESE STA VIVENDO!
È ARRIVATO IL MOMENTO DELLE SCELTE!IL TEMPO È SCADUTO! DOBBIAMO AGIRE!

Fiepet-Confesercenti fa sapere che “Per il mancato Capodanno, contiamo perdite di circa 22 milioni di euro per Roma e Lazio, solo per il 31 dicembre“. Inoltre, da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, siamo stati sempre collaborativi e propositivi con i governi che si sono succeduti, così come con le istituzioni locali. Siamo però preoccupati dalle ultime disposizioni, in particolare sull’utilizzo del ‘super green pass’, che prevede la consumazione al bar – anche se per un caffè o un cornetto al banco – esclusivamente per coloro che sono in possesso del super certificato. Il divieto si aggiunge a quello di festeggiare la fine dell’anno nei locali”

A rilevarlo è Claudio Pica presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. Pica osserva che si tratta di “un combinato disposto che avrà effetti negativi su tutta la filiera. Per le 8mila caffetterie della Capitale si prevedono perdite per almeno 3,5 milioni di euro –

“Per il mancato Capodanno, sempre per Roma e Lazio, il mancato incasso ammonterà a circa 22 milioni di euro per Roma e Lazio. Per questo ho richiesto una giunta di presidenza nazionale della Fiepet per trovare proposte e soluzioni da portare al Governo al fine di evitare altri possibili nuovi lockdown che ad oggi rappresenterebbero una brusca frenata alla ripartenza del nostro settore della somministrazione”.

PICA E COMPANY CONTINUATE A CHIACCHIERARE E A VOLER PARLARE CON IL GOVERNO! MA SIETE COSÌ DURI DI TESTA PER NON CAPIRE ANCORA DOVE VOGLIONO ARRIVARE E COME DOVRESTE FARE?! POVERO CERVELLO RIDOTTO AD UN AMMASSO DI POLTIGLIA.

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19 dicembre 2921 – Comunicato Slang-USB del 18 dicembre

Riders JustEat costretti a scegliere tra sicurezza e retribuzione: la manutenzione dei mezzi non può essere a carico del lavoratore.

Freni rotti, motori elettrici rovinati: incidenti e guasti sono all’ordine del giorno per noi che facciamo consegne in bici o motorino. Chi tutela lavoratrici e lavoratori in questi casi?
Nessuno.
Questa è solo una delle conseguenze dell’accordo aziendale scellerato siglato da CGIL, CISL e UIL e l’azienda Takeaway.com, meglio conosciuta con il nome di JUST EAT.
L’accordo aziendale, snaturando completamente i contenuti del CCNL di riferimento della logistica, prevede che siano i lavoratori a fornire i mezzi per svolgere il servizio, che la manutenzione di questi sia a loro carico, a fronte di una misera retribuzione di 7,50 euro l’ora e un rimborso chilometrico minimo, e che nel caso il mezzo abbia un guasto, necessiti di manutenzione o comunque sia impossibilitato a circolare, non venga retribuita la giornata lavorativa.
Questo è quello che spinge molti rider a fare l’infame scelta: lavoro o sicurezza?
Hai un guasto ai freni, ma se segnali la cosa ti vengono tolte le ore e perdi il turno. Magari era un turno di quattro ore e quei soldi ti sarebbero serviti proprio per sistemare la bicicletta e continuare con le consegne. Probabilmente hai un contratto part time di 10 ore e se non fai quelle ore, perchè il mezzo resta fermo, il salario già basso si riduce fino ad arrivare a 200/300 euro al mese, che a malapena basteranno per la riparazione. Come se non dovessimo anche pagare l‘affitto e fare la spesa.
Molti riders quindi assumono il rischio di correre con una bicicletta che non garantisce la loro sicurezza pur di non perdere la paga, e questo ricatto porta come conseguenza l’infortunio per molte lavoratrici e lavoratori.

Noi di SLANG USB vogliamo che questo finisca, per noi è inconcepibile che quest’azienda, pur avendo sottoscritto un contratto, continui di fatto a negare diritti fondamentali.
Ci batteremo in tutte le sedi perché l’accordo aziendale venga superato e vengano introdotte le norme previste dal CCNL logistica DA SUBITO, e la battaglia riguarda tutti: l’applicazione del giusto contratto deve essere garantita per tutte le aziende e piattaforme che assumono riders.

📌Le nostre rivendicazioni:

La manutenzione dei mezzi deve essere a carico del datore di lavoro, che per legge è responsabile di garantire le condizioni di salute e sicurezza dei dipendenti.
• Deve essere prevista la possibilità di mezzi sostitutivi aziendali per guasti o incidenti, o un’indennità nel caso il rider sia impossibilitato a lavorare a causa delle condizioni del mezzo.
• In ultima analisi, dev’essere messo a disposizione dei riders un parco mezzi aziendale, perché sia possibile quantomeno scegliere se usare il proprio oppure no.
Nessun lavoratore deve subire più il ricatto tra sicurezza e salario, questa non è dignità.

🖍Slang-USB Riders

https://www.usb.it/

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