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‘LUGLIO 2021 TERZO NUMERO’ Category

Fonte: Huffpost

Introdotto il green pass parte la corsa a smontarlo. Una strana coalizione formata da sindacati, Lega e parte del Movimento 5 stelle annuncia battaglia. Il mirino è fissato su settembre, quando il decreto arriverà in Parlamento per essere convertito in legge, e le pressioni per modificarlo già si affastellano sulla scrivania di Palazzo Chigi. È partito Maurizio Landini: “Non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora”, tuona il segretario generale della Cgil, che oggi insieme alle altre parti sociali ha incontrato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’obiettivo immediato sono le sanzioni per chi accede alle mense aziendali – equiparate agli altri punti di somministrazione di cibo – senza il certificato verde, il pensiero sul medio periodo è al pacchetto lavoro che il governo vuole varare scavallato il Ferragosto. 

Parlamento italiano

Il lavoro dell’esecutivo ha subito un rallentamento, complici le ferie estive, ma si ragiona sull’opportunità di fissare dei paletti anche per le aziende, soprattutto quelle che impiegano centinaia o migliaia di lavoratori, e per chi è costretto a stare a stretto contatto con il pubblico. Il quadro non è ancora chiaro, e una fonte del governo spiega che “se la campagna vaccinale mantiene il suo ritmo di marcia e sarà ragionevole prevedere entro fine settembre l’80% della popolazione vaccinata potrebbero non essere necessari interventi”. La materia è delicata e complessa, ma Landini mette le mani avanti: “Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il green pass, ma se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo! Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora”.

Deputati in seduta parlamentare

Schermaglie di una battaglia che vede Confindustria schierarsi sul fronte opposto, favorevole a un’applicazione estensiva del lasciapassare. Orlando ha incontrato venerdì scorso il collega Roberto Speranza, con il quale hanno iniziato a fare il punto della situazione in vista di settembre. Da Palazzo Chigi si monitora con attenzione la situazione, e raccontano che Draghi si stia muovendo con i piedi di piombo: il premier non vuole procedere attraverso forzature, vuole far maturare un punto di caduta affinché la soluzione che si troverà non risulti un’imposizione.

Ma il capo del Governo deve guardarsi anche sul fronte scuola. Lega e Movimento 5 stelle annunciano un fuoco di sbarramento soprattutto sulle sanzioni al momento previste per docenti e personale che rifiuteranno l’utilizzo del green pass, fissate nel decreto in sospensione dallo stipendio dopo cinque giorni di assenza. 

A muoversi tra le fila dei vecchi alleati non carneadi, ma i sottosegretari mandati a marcare Patrizio Bianchi. Apre le danze Rossano Sasso, esponente del Carroccio: “Occorre una riflessione politica sul carattere impositivo della norma. Siamo sicuri che sospendere i docenti sprovvisti di green pass e lasciarli senza stipendio sia la mossa giusta? Siamo proprio certi che i dirigenti scolastici abbiano mezzi e uomini per trasformarsi anche in vigilanti, pena essere sanzionati anche loro?”. Il sottosegretario spiega che la Lega è “al lavoro per migliorare il testo”, un modo educato per dire che via Bellerio pretende di cambiarlo. E dopotutto dalle camicie verdi arrivano anche segnali di vicinanza alla battaglia di Landini sulle mense aziendali, segno che il percorso parlamentare del testo sarà tutt’altro che tranquillo.

Tanto più che a queste posizioni si saldano quelle di una robusta parte del Movimento 5 stelle: “Ritengo che le sanzioni pecuniarie contro i dirigenti scolastici e il personale scolastico siano un accanimento”, rilancia la sottosegretaria a viale Trastevere Barbara Floridia. Che aggiunge: “Sono favorevole al green pass e anche al fatto che si debbano prendere provvedimenti per omesso controllo o per assenza del green pass. Ma non con le sanzioni amministrative. Ci sono tanti metodi. È davvero troppo sospendere i docenti e il personale Ata e togliere lo stipendio a chi dopo cinque giorni”. Floridia propone un semplice cambio di mansione, che Sacco però non condivide. Entrambi tuttavia puntano a ridimensionare la portata del provvedimento varato appena la settimana scorsa. A settembre sarà battaglia.

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/depotenziare-il-green-pass-a-settembre-scontro-tra-le-forze-politiche/

“Decine di migliaia di ettari di boschi sono state interessate da incendi di grave portata, favoriti dall’incuria dei territori e dalle alte temperature dei cambiamenti climatici oltre i 40 gradi, che stanno caratterizzando questa estate 2021. Danni ingenti ancora da quantificare alle cose, alla flora ed alla fauna. L’esercizio delle attività venatorie a carico di molte specie animali possono rappresentare un ulteriore motivo di aggravamento delle condizioni demografiche delle popolazioni interessate, già a forte rischio di estinzione non solo nelle aree percorse dagli incendi, ma anche nei settori limitrofi e interclusi.

Noi ritieniamo opportuno che le Amministrazioni Regionali competenti dovrebbero attivare specifiche iniziative di monitoraggio soprattutto a carico delle popolazioni di fauna selvatica stanziale o nidificante, potenzialmente oggetto di prelievo venatorio, assumendo di conseguenza eventuali misure di limitazione del prelievo stesso. In particolare dovrebbero essere emanati adeguati provvedimenti affinché il divieto di caccia nelle aree forestali incendiate (come già previsto dalla Legge 353/2000, art. 10, comma 1 per le sole aree boscate) sia esteso almeno per parecchi anni a tutte le aree percorse dal fuoco (cespuglietti, praterie naturali e seminaturali, ecc.), nonché ad una fascia contigua alle aree medesime, le cui dimensioni debbono essere stabilite caso per caso in funzione delle superfici incendiate, della loro distribuzione e delle caratteristiche ambientali delle aree circostanti, come suggerito dall’ISPRASS in quanto strategie di conservazione e gestione del patrimonio faunistico nazionale e della mitigazione impatti ambientali eccezionali. Questo il nostro appello alla sensibilità dei Governatori di Sicilia e Sardegna, di sospendere la caccia per un lungo periodo da definire, nelle more di avere una precisa contezza dei danni provocati dagli incendi, sperando che comprendano cosa sta accadendo e che non si può aspettare” dichiara Alberto Crapanzano Responsabile Macroarea Isole Sicilia e Sardegna Più Eco Ecologisti Confederati.

COMUNICATO STAMPA Ass. Naz. Partite IVA

Forse al Ministero dell’interno c’è un poco di confusione, e tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Lo ritiene il Presidente Distefano, che ascolta perplesso le parole del Capo del dicastero degli interni che dice:

I titolari dei locali non possono chiedere documenti’ ‘Ma controlli spettano a loro, non possiamo distogliere polizia’.

Così aggiunge, Il ministro “controlli a campione nei locali insieme alla polizia amministrativa”. Ha però ribadito che saranno i titolari a dover provvedere, anche se “non potranno chiedere la carta  d’identità ai clienti”.

Frasi che potrebbero sembrare in contraddizione, e che evidenziano come da un lato c’è chi non ha poteri di pubblico ufficiale, e chiedere quindi il riconoscimento della persona, e dall’altro non vi è nessuna legge che lo autorizzi ad effettuare il controllo, ma solo il chiamare le Forze di Polizia.

Una diatriba che il provvedimento del passaporto vaccinale ha innescato ed evidenzia tutta la sua impraticabilità.

Al fine di rendersi conto della realtà dei fatti, il Presidente de Le Partite IVA, invita l’Illustre Ministro a fare l’esperienza a fianco di coloro i quali è rivolto il provvedimento, così da rendersi conto delle reali problematiche.

Anche per rendere agevole e concreto l’intervento, il Presidente lascia scegliere al ministro la categoria ed il luogo dove effettuare lo studio.

Forse così si potrà rendere conto della realtà.

L’Ufficio Stampa

Associazione LE PARTITE IVA

Sede: Corso del Popolo, 98 45100 Rovigo (RO) 

C.F.: 93042070297 

info@lepartiteiva.it www.lepartiteiva.it 

Gruppo FB: LE PARTITE IVA 

Presidente: Angelo Distefano 

Vice Presidente: Avv. Barbara Cannata     Dr. Angelo Petrelli

Anche Magistratura Democratica, una delle correnti più importanti della magistratura italiana, scende in campo contro il Green Pass istituito dal governo Draghi denunciandone la natura incostituzionale. Sulla sua rivista giuridica Questione Giustizia è stato pubblicato un documento intitolato: “Sul dovere costituzionale e comunitario di disapplicazione del cd. decreto green pass” che denuncia l’incostituzionalità del decreto governativo sia rispetto alla Carta italiana sia rispetto alla normativa europea.

I giuristi scrivono: “l’impressione è che con l’ultimo suddetto Decreto-legge, l’ordinamento giuridico italiano non recepirebbe le scelte del diritto europeo in materia di Green pass, ovvero la facilitazione della libertà di circolazione in sicurezza tesa a sopprimere la quarantena obbligatoria. Al contrario il d.l. n. 105/2021 sembrerebbe conferire al Green pass natura di norma cogente ad effetti plurimi di discriminazione e trattamento differenziato”.

Da ieri attraverso il decreto green pass si sono imposte limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini, a tal proposito i redattori del rapporto affermano: “saremo in presenza di trattamenti differenziati per andare al ristorante, al teatro, ai centri culturali, e già si parla di introdurli progressivamente anche per l’esercizio di diritti e doveri fondamentali, come andare a scuola o al lavoro”. Inoltre si fa presente quanto sia delicata la questione dei controlli da parte degli esercenti, altro nodo che riguarda anche la normativa sulla privacy: “appare di debole sostenibilità giuridica l’art. 3 comma 3 del decreto legge de quo che attribuisce ai titolari o gestori di servizi il potere di verificare l’accesso ai predetti servizi e attività e che ciò avvenga nel rispetto delle prescrizioni adottate”

La rivista di Magistratura Democratica quindi prospetta che si stia realizzando un potere di polizia diffuso esercitato da persone che non hanno i titoli per farlo ed “esercitabile su libertà fondamentali”. Vengono così messe a repentaglio le “libertà costituzionali fondamentali (libertà personale e libertà di circolazione prime fra tutte) e violati principi costituzionali fondamentali come il principio di eguaglianza, il principio di legalità ed il principio della certezza del diritto”.

Sempre secondo Questione Giustizia: “il tema di fondo è come tutelare la salute nel rispetto della Costituzione, riuscendo a distinguere provvedimenti costituzionalmente orientati da provvedimenti che si muovono al di fuori del perimetro costituzionale”. Oltre a violare il dettato costituzionale il green pass quindi non è conforme alle direttive europee in quanto tali norme prevedono che il Green Pass non possa essere fonte di discriminazione nei confronti dei cittadini non vaccinati.

https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-dovere-costituzionale-e-comunitario-di-disapplicazione-del-cd-decreto-green-pass

Vedi anche

https://www.lapressa.it/articoli/societa/tegola-sul-green-pass-i-magistrati-ne-demoliscono-le-basi

https://www.ilsussidiario.net/news/decreto-green-pass-e-incostituzionale-magistratura-democratica-contro-norme-ue/2205357/amp/

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/avanti-cosi-boicottiamo-il-greenpass/

FONTE: linkiesta/nuovavenezia/la nazione/raffaelepalermonews/corrieredelveneto/newsrimini/ilsecoloxix/

Continuano i crolli degli incassi per le attività soggette ad obbligo di greenpass. Mentre il governo sbandiera numeri entusiasmanti per il numero dei download dei qr code, continuano ad arrivare lamentele dei gestori a dimostrazione che abbiamo in mano la forza per rompere questo sistema! Molti settori che avevano già subito perdite economiche nell’anno appena trascorso, si sono ritrovati in un cul de sac con questa nuova e deleteria idea del green pass! Ad essere più colpiti i settori dell’agroalimentare, del turismo e della cultura, con un fatturato tutto in rosso, che ha messo a rischio circa 140 miliardi di euro. Senza contare che, all’appello, nel nostro Paese mancano 4 milioni di turisti stranieri, numero che potrebbe lievitare, dopo il 12 agosto, con l’entrata in vigore del green pass europeo. Ma analizziamo nel dettaglio…..

RINUNCIAMO A QUALCOSA OGGI PER FERMARE QUESTA DERIVA FOLLE!

AQUAFAN RICCIONE

ingresso Acquafan Riccione

Crollo nella vendita dei biglietti: il 60% in meno rispetto ai giorni precedenti. «Un dato eclatante nel periodo migliore, solo ad agosto facciamo la metà dei ricavi di tutto l’anno, ci saranno ripercussioni pesanti», annuncia a Linkiesta Patrizia Leardini, amministratore delegato di Aquafan 

LEOLANDIA 

ingresso di Leolandia

«È un danno enorme», spiega Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e patron di Leolandia. «il 60% di chi non si e’ vaccinato sono nostri potenziali clienti. Ci secca essere considerati un’attività a rischio, operiamo all’aria aperta e non c’è stato nessun contagio, nemmeno tra i dipendenti»

FORSE E’ MEGLIO CHIUDERE

Luciano Pareschi del  parco Caribe Bay di Jesolo parlando del Green pass non lascia spazio ad interpretazioni. “Tutti i parchi d’Italia lamentano un calo di entrate dal 40 al 60 per cento. A queste condizioni forse è meglio chiudere”

RISTORANTI VERSILIA

la sala di un ristorante

“Purtroppo c’è stata qualche cancellazione perché tanti sono vaccinati ma altri no, e quindi devono rinunciare. ma devo essere io il controllore? Che ci stanno a fare gli organi pubblici? Come facciamo a chiedere anche i documenti di identità dopo aver scansionato il Qr con l’App del cellulare?”

SPETTACOLI ANNULLATI

la platea di un teatro

“Alto il numero delle disdette alle prenotazioni già effettuate e il numero le rinunce. Purtroppo non ci permette di garantire un pubblico (già ridotto del 50 per cento della capienza a causa del distanziamento) adeguato a uno spettacolo di livello internazionale come quello della compagnia Balletto del Sud diretto da Fredy Franzutti – prosegue la direttrice artistica”

DISDETTE IN CINEMA E RISTORANTI

una sala cinematografica

Cominciano ad arrivare le disdette anche nei locali e nei cinema. Dalla scorsa settimana le prenotazioni si sono dimezzate.

Una partenza  in salita per le attività, come bar e ristoranti, chiamate a controllare il Green Pass ai clienti che vogliono sedersi all’interno dei locali. Prime disdette e clienti che si rifiutano di fornire i dati. Lo spiega ai microfoni di Icaro Gianni Indino, presidente di Confcommercio. “Se il buon giorno si vede dal mattino, dice, siamo messi molto“.

Nel frattempo sono arrivati anche messaggi whatsapp, a spiegare la situazione in alcune aree specifiche, da chi si trova in quei luoghi (in questo caso dalla Liguria) per trascorrere un periodo di vacanza. 👇👇👇👇👇

da whatsapp

da whatsapp

da whatsapp

Chiudiamo con un detto latino

SCIENTIA NON HABET INIMICUM NISI IGNORANTEM ( UNICO NEMICO DELLA SAPIENZA E’ L’IGNORANTE)

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Ci è giunta ieri in redazione una email di una nostra lettrice.

Tra le tante che riceviamo, questa è stata tra quelle che ci ha emozionati e “toccati” di più… E’ stata scritta da una donna, firmatasi con nome e cognome, ma le cui generalità, nonostante Lei ci abbia dato il suo consenso, ci sembra opportuno, in tale pubblico contesto, non rivelare; d’altronde, per i contenuti esposti, questa lettera potrebbe benissimo essere quella di tutti gli italiani dotati ancora di un pizzico di discernimento e di coscienza…

Inizia così:

Gentilissimi, – (omissis …) – Ho 65 anni e sono gravemente afflitta da danni del vaccino polio che ha generato altre patologie tra cui l’attivazione della mucopolisaccaridosi che altrimenti sarebbe rimasta passiva e dormiente fino a morte naturale.” Dopo di ciò ci comunica di aver preparato una lettera aperta da voler spedire al Primo Ministro Mario Draghi, dicendo “DEVO farlo perchè non accada –(rif.: ciò che è successo a me) – ai nostri giovani, con conseguenze – questa volta – irrimediabili per l’intera umanità. Aiutatemi, grazie. Con tutto il più alto rispetto.”

Avendo chiesto ed ottenuto il suo consenso, condividiamo con Voi questa sua lettera

CLICCA QUI per ascoltare l’audio👇
https://www.spreaker.com/episode/46023417

*Caro Mario Draghi,

Caro” perché ci stai costando tanto, troppo.
Madre di 5 figli e altrettanti nipoti, Ti chiamerei in causa ugualmente anche se non ne avessi neppure UNO di figli.
Ma, in realtà, Ti scrivo per ringraziarTi. Senza Te, cosa avremmo fatto? 

Dispersi tra mille pro e contro, separati tra noi seppur uniti da un identico dramma vitale di salute e di libertà minacciate e soppresse

Ma Tu ci hai uniti tutti, dal Nord al Sud, tra simpatizzanti di destra e di sinistra, tra medici robotizzati e medici che curano per guarire, tra vaccinati e non!
Ci hai fatto riscoprire la gioia di liberarci dal superfluo, spesso dannoso e che crea dipendenza nell’accattivante seduzione del possedere e dell’essere, producendo, come effetto collaterale, la sorprendente scoperta di essere migliori di quel che si voleva apparire.
Hai riportato la storica memoria sopita e non vissuta dai più, della meravigliosa gioia di urlare la felice condizione di libertà in quel del 25 Aprile 1945: “l’Italia è Libera!”

Caro Draghi, Ti devo ringraziare particolarmente perché ci hai stimolati ad usare le piccole cellule grigie che quella terapia genica e falsamente salvifica voleva spegnere del tutto.
Infine, ci hai fatto riflettere, e molto, sui vaccini in generale…

sul “quando” sono necessari: sull’ “ASSOLUTAMENTE INUTILI IN PIENA PANDEMIA perché totalmente e completamente inefficaci sulle varianti delle quali il vaccino stesso è genesi e proliferazione”; e sul “quanto” siano dannosi in presenza di anticorpi naturali da asintomatici sani e in ottima salute.

Ci hai chiarito e avvalorato soprattutto l’inutilità di sperperare denaro in famigerate cure farmaceutiche sperimentali nonostante la PRESENZA DI CURE CLASSICHE, SICURE E AMPIAMENTE SPERIMENTATE CON SUCCESSO ogni anno, ad ogni influenza, quando nel mondo morivano milioni anziani con patologie pregresse senza che si gridasse alla pandemia.

Ci hai fatto “pensare”, Draghi, grazie!

Ci hai richiamato all’ordine del rispetto della libertà che finisce SOLO dove comincia l’altrui libertà. Così che la libertà di tutti è ben fortificata e al sicuro dalle .

Ci hai letto e riletto i diritti fondamentali e inviolabili della Costituzione Italiana fondata sul lavoro (ora di quello che resterà e che resisterà alla conseguente depressione economica…), dicevo, Costituzione Italiana fondata sul lavoro e sul Diritto di Stato del Popolo Sovrano.

Ci hai fatto capire che Dissenso e Disobbedienza sono sacri e inviolabili quando si Viola e si Violenta la Vita! 

Perché la Vita, caro Draghi, questa Vita, è tutto ciò che abbiamo per preparare un mondo davvero migliore per le generazioni future ora pericolosamente minacciate. Ma, qui, ci hai fatto riscoprire l’inviolabile e insopprimibile privilegio della Patria Potestà che nessun DioVaccino vincolerà a un nessun “lasciapassare”, Italiano, europeo o dell’OMS che dir si voglia.

Tu, Mario Draghi ci hai risvegliati, sollecitando, esortando e spronando la nostra curiosità di saperne di più, e incoraggiandoci a scavare nel web, dove si poteva e anche dove non si poteva, fino a trovare nella rete ufficiale del Senato, a cura del Sindacato Ispettivo.

Atto legislatura 18 – Atto Sindacato Ispettivo n. 1-00388 del 16 giugno 2021 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/print/18/Sindisp/0/1299973/0per il quale avresti dovuto indire immediatamente una pubblica conferenza stampa di informazione sanitaria e nel contempo attivare ogni procedura di farmacovigilanza a tutt’oggi assente e l’immediata attivazione del Comitato Etico, a tutt’oggi inesistente!

L’elenco sarebbe ancora lungo, ma non desidero approfittare ancora del Tuo tempo come Tu hai approfittato del nostro.

Bramo, invece, consigliarTi di non vaccinarTi e di non far vaccinare i Tuoi figli. 

Scusa Presidente, per un attimo ho dimenticato che hai un consigliere ben più fidato di me, Tua figlia Federica, dirigente di una multinazionale delle Biotecnologie. Ma, scusami Presidente, non c’è pericolo per te di un conflitto di interessi? 

Vedi cosa hai fatto, caro Mario Draghi? Grazie a Te abbiamo abbandonato la calcolatrice sul cellulare per ricominciare a fare “2+2” con le dita della mano, naturale prolungamento neurologico delle piccole cellule grigie della mente che ragiona.

Grazie a Te, caro Mario Draghi, sono arrivata alla conclusione che se proprio devo morire, meglio che accada di morte naturale piuttosto che come un topo da cavia.

Mi firmerò, caro Mario, con nome e cognome, perché non ho paura!

E pubblicamente dichiaro che nessuna ritorsione e rivalsa giuridica o governativa mi convincerà a suicidarmi… 

Lo devo a tutti i minori non più tutelati, a tutti i giovani inconsapevoli e ingannati. 

Lo devo a tutta l’umanità che continua a morire per la libertà, a tutti i popoli che insorgono impotenti. 

Lo devo a mio padre, a mia madre e ai miei figli e discendenti. 

Lo devo a tutti i medici che dall’inizio della pandemia onorano la loro missione determinati a difendere “Prima la Vita” e non hanno mai tradito il Vangelo Sanitario di Ippocrate. 

Lo devo a tutti i medici e operatori sanitari radiati, sospesi e non pagati dall’inizio della pandemia.

Lo devo soprattutto agli italiani coraggiosi che scendono in piazze autorizzate e non, e agli italiani vaccinati, e Tu, caro Mario Draghi, sai bene ciò che intendo…

Lo devo anche alla libertà di pensiero, di espressione e di capacità di intendere e di volere. 

Lo devo alla Patria potestà del mio corpo e della mia mente. 

Lo devo alla dignità della persona e dell’Umanità tutta.

M.A.A.

Lettera firmata

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

a cura del dott. Marco Lehnus

La terapia con anticorpi provenienti da plasma di malati che hanno superato in precedenza la malattia, è pratica datata, le cui prime esperienze risalgono agli ultimi due decenni dell’800, allorquando Kitasato Shibasaburo e Emil Adolf Von Behring, scoprono che il siero di animali immunizzatisi dal tetano, contiene una sostanza (che oggi chiamiamo anticorpo) capace di inibire la tossina tetanica, impedendo così una nuova infezione. 

Nel 1891 Emil Adolf von Behring, fu in grado di somministrare ad un bambino malato di difterite (dal greco diphetera, membranae da qui il termine di malattia delle membrane), patologia causata dal Corynebacterium diphtheriae, il siero contenente anticorpianti-difterici, ottenendo la guarigione del bambino. Nel 1901, Behring fu insignito del Nobel per la medicina. Successivamente, anche la medicina parigina intraprese la cura della difterite con sieroterapia, ottenendo la riduzione dal 32% al  12% dei morti per difterite ove trattati con siero immune. Nella difterite laringea dei bambini, la sieroterapia  ridusse la letalità dall’ 86% al 49%.  A Torino, nel perHiv,saiodo 1888-1897 i risultati furono addirittura percentualmente migliori, riducendo i casi mortali dal 50% al 22%, grazie alla comprensione dell’importanza della precocità nel fare la diagnosi. Concetto mutuato dall’esperienza della scuola medica britannica.Nella prima guerra mondiale si sperimentò la sieroterapia contro il tetano, per i soldati al fronte, ma i risultati non furono particolarmente brillanti.  Si dovette aspettare il 1925, quando Léon Gaston Ramon, dell’Istituto Pasteur di Parigi, comprese l’importanza di privare del suo potere tossico la tossina tetanica, trasformandola in anatossina, attraverso la conversione con formolo al 4 x mille e come tale, inocularla senza arrecare danni alla salute dei soldati. Ma già nel 1918 la pandemia di spagnola, fu il momento per la grande verifica degli effetti della terapia con siero immune ed in tempi più vicini a noi, ricordiamo il suo impiego per curare gli immunodepressi da HIV negli anni ’90, come pure contro la Sars del 2002 e l’epidemia di ebola nel 2015, per la quale l’OMS, approvò l’utilizzo del plasma immune  per il controllo di questa drammatica patologia.

Plasma

Ed oggi?  Oggi, da cittadini e da medici, è sconcertante aver assistito alla negazione delle cure, al divieto di fare visita ai  malati  affetti da covid, suggerendo loro, al telefono, di assumere solo tachipirina (rivelatasi poi rimedio peggiore della malattia, oltre che potente tossico per il fegato, non più in grado di produrre il glutatione, importante anti-ossidante organico) restando in “vigile attesa”, spesso rivelatasi “tragica attesa” senza ritorno. Ma su questo, non mi dilungo per non riaprire una ferita tutt’altro che cicatrizzata. Perché è stato ostracizzato fin dall’inizio l’uso domiciliare della idrossiclorochina o della ivermectina? Non appena i medici si sono rifiutati di sottostare agli ordini criminali delle autorità sanitarie italiane, i pazienti iniziarono a guarire rapidamente e le morti a domicilio, come per incanto, non si verificarano più! Perché, dai referenti nazionali del ministero della salute, è stato impedito, di usare l’adenosina spray in un reparto di terapia intensiva di un importante ospedale del Suditalia, ove – fino a quel momento – tale farmaco, a detta degli operatori medici dei ranghi apicali, aveva fatto miracoli? La risposta ufficiale fu che “non vi era sufficiente sperimentazione per poter proseguire con il suo uso”! 

Plasma

E da ultimo, non certo per importanza, mi chiedo il perché per i malati gravi e gravissimi che giungevano all’osservazione del Prof. Giuseppe De Donno, dopo i suoi primi brillanti successi su 58 pazienti strappati a morte certa, non è stato più concesso di continuare con la sua geniale intuizione di utilizzare il plasma iperimmune di pazienti guariti da covid su pazienti in fase acuta dimalattia? Il Prof. De Donno è stato abbandonato dalla classe medica asservita al potere politico centrale. Il primo segnale del bieco boicottaggio giunse dall’ ISS (Istituto Superiore di Sanità) e dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), allorquando questi due enti, affidarono la sperimentazione scientifica della sua scoperta ai medici della scuola di Pisa e non al suo reparto, al suo ospedale o a quello di Pavia, con il quale collaborava costantemente durante l’epidemia. Si preferì trasferire tale compito in regione Toscana, dove la Kedrion Biopharma (attorno agli 810 milioni di euro il fatturato 2019), è il colosso dei plasma-derivati, il cui amministratore delegato, Paolo Marcucci, è fratello del senatore Andrea Marcucci, capogruppo al senato del PD, il quale partito, combinazione (!), ha il controllo della regione Toscana. Proprio qui, l’ ISS, ha autorizzato la sperimentazione al plasma del prof. De Donno, con il mero intento di banalizzarlo per affossarlo, giacchè mai, neppure per un minuto, in regione si era smesso di parlare di vaccini. 

Plasma

De Donno viene quindi abbandonato ed umiliato, ma in febbraio 2021, giunge, dalla prestigiosa rivista americana la “Mayo Clinic proceedings” (che fa capo alla Mayo Foundation), il giusto riconoscimento, attraverso la pubblicazione dei risultati positivi ottenuti nella “grande mela” con tale metodica.  Ma in Italia, questo riconoscimento rappresenta solo un’insidia per coloro che, a vario titolo e per ragioni “oscure” sono “costretti” a parlare solo di vaccini. Al Professore, oggi certamente nel Regno dei Cieli, ma non per suo così precoce desiderio, rimane la soddisfazione che moltissimi altri centri clinici nel mondo stanno adottando le sue cure dal costo irrisorio, inferiore ai 100 euro, mentre BigPharma si appresta a mettere sul mercato analoghe cure a base di “anticorpi monoclonali” al prezzo venti volte superiore per ogni singola dose.  

Da ultimo, al di là delle brevi argomentazioni fin qui esposte, rimane particolarmente aperta e fino ad ora non dibattuta, o quantomeno, non sufficientemente dibattuta, la problematica relativa all’impiego di sacche di siero e di sangue, provenienti dai donatori.  Da quando è stato introdotto il primo dispositivo genico (arbitrariamente chiamato “vaccino”, ma privo delle più elementari caratteristiche per essere considerato tale) ad oggi,circa 2/3 della popolazione italiana, stando alle notizie ufficiali, ma forse meno, si è sottoposta all’inoculo.

Ma anche per il futuro, saranno necessarie, a vario titolo, le trasfusioni di sangue, come pure di plasma.  Quest’ultimo, non solo per fornire tempestivamente una quantità anticorpale in caso di patologia da Sars-Cov-2 in fase acuta e complicata, ma anche per fornire albumina, in caso di una sua importante ed acutacarenza, come accade in seguito a shoch ipovolemico per importante perdita di liquidi – come ad esempio nei grandi ustionati –  e/o per fornire nell’immediato, la più importante proteina organica prodotta dal fegato ed il cui  effetto antinfiammatorio  impedisce la formazione della PCR (proteina C reattiva), ad effetto invece pro-infiammatorio, foriero di molti altri effetti negativi. Sorge ora il quesito seguente: chi ha scelto legittimamente e liberamente di non “vaccinarsi”, perchè non garantito dagli attuali“dipositivi” della BigPharma, ancora per molto tempo in fase disperimentazione sull’uomo, in caso di necessità acuta ad essere trattato con sangue o plasma di donatore, avrà il grosso problema di subire, seppure indirettamente, le conseguenze di una “vaccinazione”,  fino a quel momento evitata?

Rimanendo ai dati del ministero della salute, questi sembrerebbero indicare una popolazione di vaccinati attorno al 50 – 60% .  E poi?… Di certo, la scelta per il si o per il no al possibile trasferimento di proteina spike e di altri elementi disciolti nel materiale organico proveniente dai “vaccinati”, non potrà essere fatta dall’interessato (soprattutto se in coma) e perché non scritta preventivamente  su un cartellino sanitario! Di fatto potrà quindi porsi il dilemma se morire per danni biologici naturalmente indotti da eventi nefasti o la morte per complicanze vascolari (ictus, trombosi polmonari, renali, cerebrali etc. …) conseguenti allo pseudo “vaccino”. 

Da ultimo, su questo giornale online, di recente nascita ma che già molti lettori è riuscito a conquistare per la dovizia di argomenti attualissimi ed interessanti, scritti con grande impegno ed onestà professionale dal suo Direttore, dott. ssa Marzia Chiocchi e dai molti suoi collaboratori, desidero concludere con un ricordo del valoroso ed umile Prof. Giuseppe De Donno, Collega e Maestro di etica medica per tutti noi, che ha dimostrato di sfidare impavidamente illeciti e mostruosi interessi economici, fino alla perdita della sua stessa vita, pur di difendere, con le sue terapie, quella dei pazienti che il destino gli aveva affidato.

Che la sua fede al giuramento di Ippocrate, possa continuare ad essere, per la classe medica di oggi e del futuro, il grande esempio da mutuare, per non cadere in errori e tentazioni materiali, che nulla mai avranno di umano nei confronti della sofferenza di chi si affida alla scienza, quella vera, per trovare un po’ di ristoro alle proprie sofferenze.  Grazie caro e buon Professore…..

https://www.ordinemedici-go.it/medico/lehnus-marco/

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Potete leggere questo articolo anche su👇

https://cataniacreattiva.it/plasma-iperimmune-una-cura-secolare-che-la-scienza-rinnega/

di Monica Tomasello

E’ormai un dato di fatto che i social media siano il più importante mezzo di comunicazione di massa. Ogni notizia viene riportata, filtrata, diffusa e commentata su queste piattaforme. La indiscutibile necessità di moderare i toni ed eventualmente bloccare contenuti eccessivamente offensivi o violenti spesso si scontra con la libertà di espressione degli utenti che guardano il digital come luogo dove esprimere le proprie opinioni qualunque esse siano.

La CENSURA

La questione della censura su Facebooke Google è un argomento complesso. Essa è connaturata al sistema. Anche il paese più “libero” ha delle forme di censura contro comportamenti online che sono considerati pericolosi o criminali perché incitano all’odio. Ogni social network ha pertanto delle regole su quanto è lecito o meno pubblicare e queste politiche sui contenuti possono variare anche da paese a paese. Ma se questo da un lato “protegge”, dall’altro è però anche molto pericoloso poiché possono essere censurati contenuti la cui sola colpa è quella di essere in contrasto con il pensiero unico dominante. È il caso, ad esempio, della Cina o della Turchia (con la recente “legge anti-social media”), paesi che esercitano un controllo ferreo sui social, imponendo la censura e limitando di fatto la libertà d’espressione e la possibilità di accedere a informazioni neutrali e indipendenti dall’ideologia governativa.

Non so a voi… ma a me sembra che anche l’Italia (Dio solo sa quanto vorrei sbagliarmi!) si stia incamminando in questa direzione…È vero. Da un punto di vista legale non si può imporre di non censurare contenuti. Facebook e Twitter, infatti, in quanto imprese private, hanno diritti legali che possono esercitare. Ed essi li hanno messi in pratica… Eccome se li hanno messi in pratica! Lo hanno fatto perfino nei confronti di un Presidente degli Stati Uniti d’America (cosa mai avvenuta ma soprattutto impensabile sino a poco tempo fa)! Il riferimento è ovviamente al caso Trump, ex-presidente Americano bannato sia su Twitter che su Facebook, ed i cui contenuti sono stati segnalati per “esaltazione di violenza” e “incitazione all’odio”. Al di là di ogni giudizio in merito alla legittimità o meno, alla giustizia o meno del fatto in sè, e da come ognuno la possa pensare, una cosa è certa: questa non è più l’immagine dello stesso Internet che avevamo fino a qualche anno fa, ovvero di uno strumento atto alla libera circolazione delle informazioni, della conoscenza e delle idee, siano esse politiche, economiche o ideologiche.

Quello che un tempo era uno spazio aperto al dialogo, anche tra pensieri divergenti, adesso purtroppo sembra non esista più…

Il meccanismo degli algoritmi social non fa infatti che chiuderci sempre di più in una bolla. Invece di essere esposti a contenuti diversificati, neutrali e indipendenti, siamo sottoposti in continuazione a quello che “qualcun altro” ha deciso per noi…I social network e la loro censura privata rappresentano oggi una delle più potenti armi a supporto del discorso politicamente corretto e contro la diffusione di qualunque idea alternativa a quelle che quel discorso ammette.

Modalità di censura sui social

Ma quali sono esattamente le modalità di censura sui principali social network?

  • su Facebook: il protocollo anti fake-news di questo social è particolarmente stringente e severo. Da anni, infatti, il social di Zuckerberg lotta contro la diffusione di contenuti inappropriati e scorretti, ragion per cui le linee guida sulla censura vengono aggiornate e aumentate ogni anno. In accordo con la policy di Facebook, esistono 5 tipologie di contenuti censurabili: violenza, contenuti deplorevoli, sicurezza, integrità e autenticità, rispetto della proprietà intellettuale. Qualora un post rientri in una di queste categorie, scatta in automatico la censura e il post viene rimosso.

su Instagram: anche su questo social, esiste un set di regole chiare e definite che impongono dei rigidi paletti ai creator. I contenuti censurabili vengono classificati in vietati e censurabili: nel primo caso, si tratta di contenuti contrari al decoro che vengono automaticamente rimossi da Instagram. Nel secondo caso, si fa riferimento a tutti quei post border line che, seppur non vietati, sono “poco raccomandabili”. In quest’ultima ipotesi, il regolamento prevede che tali post non vengano mostrati facilmente nella pagina “Esplora”. Anzi, vengono declassati, ottenendo poca visibilità e comparendo in fondo al feed.

su Twitter: stando alle norme sui contenuti sensibili, è severamente vietato pubblicare contenuti che incitino all’odio e alla violenza, a sfondo sessuale o contro le regole di sicurezza e civiltà. In questi casi, Twitter contrassegna il tweet come “sensibile”, bloccando temporaneamente l’account del soggetto che ha pubblicato fino alla rimozione del tweet. In altri casi, Twitter interviene rimuovendo direttamente i contenuti scorretti e, nelle situazioni più estreme, sospendendo in modo permanente l’accesso al social. Libertà di espressione e d’informazione, diritto garantito.

“1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.

2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.

D’altronde anche la stessa Comunità Europea lo ribadisce.

L’articolo 21 della nostra Costituzione corrisponde infatti all’art. 10 della CEDU(Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea) che recita: ⤵️

`1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive. 

2. L’esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario.”

Va da sè che la libertà di espressione deve rimanere scevra da qualsiasi “indice di gradimento”; ovvero si deve essere liberi di dire anche ciò che ai più non piace… sennò che libertà è?

Ed è proprio in merito a quest’ultimo concetto che ritengo opportuno riportare anche quanto scritto da Mark Bosshard in un suo articolo apparso il 9 luglio 2020 su fondazionehume.it.

Dire in modo pacato cose anche molto sgradevoli per qualcuno” – scrive Bosshard – “o poco gradite ai poteri politici o economici è un diritto costituzionalmente garantito. E questo è bene ricordarlo in particolare a tutti i benpensanti che vorrebbero rendere migliore il mondo (ovviamente secondo il loro metro di “meglio”) zittendo chi la pensa diversamente da loro, solo perché è “brutto e cattivo”, anzi (siccome dire brutto e cattivo è poco politicamente corretto) perché le sue idee sono “impresentabili”

È bene ricordare alle “anime belle” che nessuna rivoluzione o progresso culturale (e in particolare proprio quelle che hanno creato la società che consente oggi ai benpensanti di benpensare) sarebbero mai stati possibili se qualcuno non avesse iniziato a diffondere idee eterodosse e che, al tempo, apparivano sgradevoli se non addirittura scandalose. Ferma dunque la continenza della forma e delle modalità espressive (e fermo il diritto di satira), occorre ribadire con forza che qualunque opinione, per quanto sgradevole o poco condivisibile sia il suo contenuto, deve poter trovare posto nel dibattito pubblico, a patto che sia esposta in maniera civile. 

Del resto, se si ritiene ammissibile che uno scienziato sostenga pubblicamente che dovrebbe essere reso lecito l’infanticidio nei primi momenti di vita (ribattezzato per l’occasione come “aborto post parto”) in quanto il bambino appena nato non ha ancora maturato una coscienza di sé, dunque non soffrirebbe per l’evento della sua morte; ebbene, se si ammette questo, credo si possa ammettere anche parecchio di quel che scatena i pruriti censori dei benpensanti.

I legittimi dubbi

Nascono, a questo punto, più  che spontanee, due domande: 

  1. fino a che punto è il caso di imporre la censura sui contenuti pubblicati sui social, senza sfociare in una violazione della libertà di espressione, e dunque in una forma molto pericolosa di dittatura?
  2. quanto può ritenersi fondato il principio social “se esageri ti cancello” o l’utente ha modo di tutelarsi? 

L’Europa sta provando a tracciare una via alternativa (con le proposte Dsa e Dma). Ma siamo solo agli inizi di un lungo dibattito…

Nel frattempo…

noi abbiamo il dovere di continuare a riflettere su quella che è tra le più importanti libertà dell’uomo, ovvero la possibilità (ovviamente sempre nei limiti del rispetto dell’altro) di esprimere il proprio pensiero.

Frasi celebri

https://www.frasicelebri.it/frase/benjamin-franklin-chiunque-voglia-togliere-la-libe/?utm_source=internal&utm_medium=link&utm_campaign=phrase_snippet_wholetext

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/censura-sui-social-e-liberta-di-espressione/

FONTE: Michela Nicolussi Moro • 4 agosto 2021

Padova, dopo la fine della seconda ondata stop alla raccolta delle sacche. De Silvestro: «Ma funziona, a breve il nostro studio su centinaia di pazienti»

Il suicidio del dottor Giuseppe De Donno, l’ex primario di Pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l’anno scorso aveva iniziato a curare i pazienti colpiti dal Covid-19 con le trasfusioni di plasma iperimmune, cioè ricco di anticorpi, donato dai malati guariti, ha portato alla ribalta una realtà sotto traccia. E cioè che la terapia da lui lanciata si è fermata in tutta Italia. Anche all’ospedale di Padova, che con il San Matteo di Pavia nell’aprile 2020, al culmine della prima ondata pandemica e in seguito al confronto con i medici di Wuhan arrivati in delegazione il 19 marzo, l’aveva adottata subito dopo De Donno. Ottenendo dalla Regione il via libera all’attivazione di una banca di raccolta del plasma iperimmune, che ha rifornito pure ospedali del resto d’Italia, e poi di una rete con gli altri sei hub del Veneto per la conservazione, a loro volta, di scorte sempre pronte all’uso.

La testimonianza

«Ormai i clinici non chiedono più questo trattamento — conferma la dottoressa Giustina De Silvestro, direttore del Centro immunotrasfusionale in Azienda ospedaliera a Padova — nell’ultimo periodo l’hanno ricevuto solo un paio di pazienti. La letteratura scientifica non l’ha molto sostenuto, preferendo gli anticorpi monoclonali per i soggetti non ospedalizzati e gli antivirali insieme ad altri farmaci per i degenti. Ma noi stiamo chiudendo in questi giorni uno studio sulle centinaia di casi trattati negli ospedali veneti, e in attesa di pubblicazione su una rivista scientifica, che dimostra come un impegno così importante non sia stato vano. È nata come terapia sperimentale in un momento in cui ci siamo tutti trovati a dover combattere una malattia sconosciuta a mani nude — aggiunge De Silvestro — non è una cura miracolosa, ma ha dato buoni risultati. Lo testimoniano per esperienza diretta gli stessi pazienti, molti dei quali medici guariti con il plasma iperimmune, che sostengono questo metodo, risultato salva-vita soprattutto per le persone fragili e anziane. Sconta però due limiti: non è facile capire a priori quali siano i soggetti ideali ai quali somministrarlo e non porta guadagno, ma solo tanto lavoro. La spesa non è confrontabile a quella dei farmaci».

Il profitto

Ecco, questo secondo punto è il più realistico, stando agli addetti ai lavori. Per le case farmaceutiche non c’è profitto, visto che il plasma viene raccolto direttamente dai Centri trasfusionali degli ospedali e poi conservato a 30 gradi sottozero fino al suo utilizzo. Ogni dose costa 200 euro al Sistema sanitario pubblico, un ciclo completo 600/650 euro, meno di una giornata di ricovero, meno dei duemila euro a somministrazione richiesti dai monoclonali e meno delle centinaia di migliaia di euro spesi per i farmaci specifici. «Abbiamo visto che, trasfuso precocemente, anche al primo giorno di ricovero, il plasma iperimmune funziona — assicura «la signora del sangue», come la chiamano affettuosamente in ospedale —. Benché dopo la fine della seconda ondata pandemica siano stati sospesi sia la raccolta, anche perché non ci sono più potenziali donatori che si propongano, sia il monitoraggio regionale dei dati, ne custodiamo una buona scorta. Solo a Padova basterebbe per un’ottantina di pazienti e gli altri hub dispongono di diverse unità. Tutte ad alto titolo anticorpale. Insomma, in caso di bisogno siamo pronti. È difficile capire perché in alcuni malati il plasma iperimmune abbia avuto il suo significato e in altri meno, ci sono ancora tanti punti interrogativi in sospeso — chiude De Silvestro —. Ma anche un dato di fatto: questa terapia anti-Covid non si è persa per strada, come è invece accaduto ad altre. La prima impressione, insomma, è che non abbiamo faticato tanto per niente. Certo, adesso per fortuna la vaccinazione ha cambiato l’evoluzione della malattia, evitandone le manifestazioni più gravi e abbattendo la mortalità, soprattutto tra gli anziani». Se sia il caso o meno di riprendere in mano la plasmaterapia potrebbe sancirlo l’esito dello studio che dovrebbe essere pubblicato a giorni.

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https://cataniacreattiva.it/sospesa-la-terapia-col-plasma-dei-guariti-non-e-piu-richiesta-e-non-porta-guadagni/

Siamo lieti di potervi segnalare questa bella iniziativa nata all’insegna della libertà di scelta e della difesa della dignità umana e del diritto al lavoro. 

Su Telegram sono milioni i Canali ed i Gruppi presenti per i più svariati motivi; su va dall’informazione, alle chat di incontri. In mezzo a questa vera e propria “giungla” digitale è possibile spesso anche trovare un aiuto… È questo il caso del Canale “LAVORO OFFERTE/RICHIESTE PER NON INOCULATI“.

Così si legge nella sua descrizione:

QUESTO CANALE NASCE DALL’ESIGENZA Di CHI NON RIESCE AD OFFRIRE ED A TROVARE UN LAVORO PERCHE’ NON INOCULATO. IL CANALE VERRÀ GESTITO DALL’AMMINISTRATORE AL QUALE POTRETE INVIARE LE VOSTRE OFFERTE DI LAVORO E RICHIESTE, IN TUTTA ITALIA.”

Il Canale conta al momento 8646 iscritti. Questo il link per unirsi al Canale

https://t.me/lavorosenzavax/

N.B. Mercurius 5 non si assume alcuna responsabilità in merito agli annunci del Canale di cui sopra, essendo questi sotto la diretta responsabilità di chi gestisce il Canale stesso.

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