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‘NOVEMBRE2021’ Category

ABOLIRE LA IMPOSTA/CANONE RAI

Un Governo dei cittadini, alla richiesta dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes di estendere il cosiddetto canone anche a telefonini, tablet e pc, lo avrebbe mandato a casa per non saper bene amministrare i milioni di euro che gli arrivano sia della imposta/canone RAI sia dalla pubblicità.

Non solo, ma, a mio parere, è da mandare a casa, soprattutto, perché non si è accorto che la pubblicità televisiva della RAI coincide con quella della Mediaset, costringendo così noi cittadini a non poter scansare il tartassamento pubblicitario, particolarmente odioso quando si avvale di animali e bambini.

Ma cosa ci stanno a fare i parlamentari del Movimento 5 Stelle che abbiamo votato per cambiare il sistema?

Parlo dei parlamentari del Favvanc…. ma che non riescono a uscire da un Governo che ogni giorno lo mette nel c… agli italiani, rendendoli più poveri e trascinando la nazione nella disoccupazione visto che prosegue il far entrare le merci basate sul DUMPING (Esportazione di merci a prezzi molto più bassi di quelli praticati sul mercato interno o su un altro mercato, oppure addirittura sotto costo, da parte di trust già padroni del mercato interno, generalmente condotta con l’appoggio dello Stato, allo scopo d’impadronirsi dei mercati esteri. Un Dumping sociale che consente il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato.) che ha fatto chiudere i nostri artigiani, le piccole e grandi industrie che erano la vera forza economica di una nazione.   Non solo, ma con l’arrivo di dette merci arrivano i relativi imballaggi (enormi rispetto alla merce) e che dobbiamo smaltire noi, pagando milioni di euro e/o subendo i relativi inquinamenti perché dispersi nell’ambiente.

Con l’occasione vi invito a intervenire quando qualcuno parla di rispetto dei diritti umani, domandandogli perché non interviene pubblicamente e ripetutamente per sollecitare gli italiani ad acquistare merci prodotte in Italia, evitando  di acquistare le merci a prezzi da Dumping e che non sono prodotte con le sicurezze previste per le merci prodotte in Europa. Solo in questo modo si tutelano gli italiani, l’economia nazionale e si difende chi in dette nazioni viene utilizzato come schiavo e/o con paghe da fame.

Apri www.insiemeinazione.com per scoprire cosa fare per partecipare a migliorare la nostra qualità della vita. (Pier Luigi Ciolli)

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Questo il comunicato dell’ADUC(Associazione Diritti Utenti e Consumatori) del 31 ottobre 2021:

L’amministratore delegato della Rai ha bussato cassa e vorrebbe estendere il cosiddetto canone anche a telefonini, tablet e pc (1). In diversi gli hanno fatto notare che “non va bene”. Ma Carlo Fuortes insiste. Occasione perché l’unico partito non al governo, Fratelli d’Italia, si è erto a difensore dello status quo di contribuenti e utenti tlc (2).

Nulla di cui stupirsi.

Informazione e intrattenimento di Stato (governo e opposizione) funzionano così.

Sembra che l’imposta/canone sia tra le più odiate dai contribuenti, immaginiamo, trasversalmente rispetto ai partiti che poi vengono mandati in Parlamento… ma questo non intacca il compatto partito unico padrone della Rai. Siamo quindi in uno dei casi in cui chi rappresenta gli elettori nelle istituzioni fa cose diverse da ciò che pensano e desiderano i propri elettori.
Nulla di cui stupirsi.
Riforme all’orizzonte a parte le richieste di soldi di Fuortes e – sempre il nostro – che dice di amministrare la tv di Stato senza farsi condizionare dai partiti… lui che è dov’è per decisione dei partiti? (4) Nulla.

Dobbiamo rassegnarci e, come fanno tante associazioni e simili, dimenticarci del problema in cambio di qualche boccone della torta? Anche perché in passato, visto che il Parlamento era sempre insensibile in materia e i cittadini avevano tentato dei referendum, questi ultimi non hanno dato effetto? (5).

No, non ci rassegniamo e rilanciamo per tre motivi:

– i danni dell’informazione e intrattenimento di Stato sono sempre peggiori in una società dove la mediaticità è dominante per consapevolezza, consenso e salute mentale di ognuno;

– i danni del trust/monopolio inquinano mercato mediatico e pubblicitario (unica fonte di introiti per i concorrenti Rai);

il Parlamento continua ad essere insensibile (o lo è col metodo FdI…) alle istanze dei cittadini e quindi è tempo di aiutarlo ad essere più attento e disponibile. Così come in questi ultimi e prossimi mesi è e sarà aiutato coi referendum giustizia giusta, cannabis, eutanasia e caccia. Referendum che nel metodo – la rivoluzione della raccolta firme con lo spid – sono diventati più accessibili, funzionali e consoni per l’aiuto degli elettori al processo legislativo.

Occorre quindi mettersi a studiare come, facendo tesoro del passato (5), dare il nostro contributo ad una informazione e un fisco non da sudditi.

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NOTE

1 – oltre a stornare dai “fondi canone” quelli che oggi finiscono al “Fondo per il pluralismo” (soldi dati a pioggia ad alcuni media):

https://tlc.aduc.it/rai/comunicato/canone+imposta+rai+pentola+dell+oro+che+tutti_33324.php

https://tlc.aduc.it/notizia/imposta+canone+rai+aumento+proposto+presidente+rai_138321.php

3 – “Leggendarie” le campagne di:

* Lega di Bossi/Salvini e quelle di Antonio Di Pietro;

* Alcuni giornalisti Rai che, per i loro problemi occupazionali, invitavano a non pagare il canone…

Tutte campagne di invito a non pagare, abbandonando a se stessi quelli che vi aderivano e che hanno dovuto poi far fronte da soli ad un Fisco ben legittimato nelle proprie pretese (penali di ritardato pagamento incluse).

https://www.repubblica.it/politica/2021/10/28/news/rai_il_piano_di_fuortes_il_nuovo_modello_allontanera_i_partiti_dalla_tv_ma_gia_oggi_i_politici_non_chiamano_piu_-324141644/

5 – Un referendum (abolizione canone) non passò il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale perché fu tacciato di essere contrario alla legge (che non consente referendum in materia tributaria), un altro vide il consenso degli elettori ma era “solo” un consiglio per la privatizzazione della Rai.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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5 – Un referendum (abolizione canone) non passò il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale perché fu tacciato di essere contrario alla legge (che non consente referendum in materia tributaria), un altro vide il consenso degli elettori ma era “solo” un consiglio per la privatizzazione della Rai.

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Rinnovata la cassa integrazione Covid per terziario, artigianato, tessile, abbigliamento e pelletteria.

Blocco dei licenziamenti, la ‘protezione’ scade il 31 ottobre. Anzi no, resta fino al 31 dicembre. La questione riguarda i lavoratori di terziario, artigianato, piccole imprese e tre comparti industriali: tessile, abbigliamento e pelletteria. Per loro, infatti, il blocco dei licenziamenti sarebbe dovuto scadere il 31 ottobre, così come lo scorso 30 giugno era scaduto per i circa 4 miloni di lavoratori dipendenti dei comparti edilizia e industria.

Nel Decreto Fiscale dello scorso 21 ottobre, però, il Governo ha prorogato la cassa integrazione Covid e, di fatto, anche il blocco dei licenziamenti. Fino al 31 dicembre, infatti, i datori di lavoro potranno utilizzare ancora la cassa Covid (senza contributi addizionali): per un massimo di 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio e artigiani, per un massimo di 9 settimane nei comparti tessile-abbigliamento-pelletteria. Ovviamente, se utilizzeranno l’ammortizzatore sociale non potranno licenziare (a meno di accordi collettivi con i sindacati, o casi limite come cessazione dell’attività e fallimento).

La decisione del Governo va letta come una sorte di ‘moratoria’ per affrontare questo periodo ancora caratterizzato dall’onda lugna della crisi Covid, utilizzando lo schema e gli strumenti che dal febbraio 2020 ad oggi hanno tutto sommato permesso di reggerne l’impatto economico-sociale. Rimandando alla fine dell’anno, con la legge di Bilanco 2022 e la riforma complessiva degli amortizzatori sociali, l’uscita dalla fase emergenziale.

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TRIESTE – 1 Novembre 2021

Martino Zanetti, presidente del gruppo Hausbrandt, si «sente coinvolto come cittadino e uomo libero, nei recenti avvenimenti legati al Porto di Trieste» e dunque ha diffuso una nota nella quale afferma: «Appoggio e avvaloro il ripristino della legalità, dei principi costituzionali e della democrazia mancanti in Italia in questo momento. Siamo attualmente senza libertà e senza sicurezza al posto del buon senso imperano poca chiarezza e poca lungimiranza». Secondo l’industriale del caffè, «la libertà personale è stata messa in secondo piano nel nome di una falsa tutela collettiva con il risultato di non avere né l’una né l’altra. Si richiede un impegno corale, con l’attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, per affrontare la situazione critica e guidare il Paese verso una ripresa effettiva». 

UN GRANDE UOMO, PRIMA CHE IMPRENDITORE! CON LE SUE PAROLE, HA FATTO CAPIRE CHIARAMENTE CHE, LE PERDITE ECONOMICHE DERIVANTI DALLA PROTESTA DEI PORTUALI, IN QUESTO MOMENTO NON SONO LA PRIORITÀ! NONOSTANTE IL SUO GRUPPO STIA REGISTRANDO UNA MANCANZA DI INTROITI DI CIRCA 200 MILA EURO AL GIORNO, PER IL CAFFÈ CHE NON ARRIVA IN PORTO, ZANETTI SI SCHIERA, APERTAMENTE, DALLA PARTE DEI PORTUALI. IN GIOCO CI SONO VALORI COSTITUZIONALI DA DIFENDERE CON LE UNGHIE E CON I DENTI: LIBERTÀ’ e DEMOCRAZIA.

RICORDIAMO CHE A TRIESTE PASSA IL 30% DEL DI TUTTA ITALIA E UNA BUONA FETTA DEL CAFFÈ DI TUTTA EUROPA.

A SEGUIRE IL VIDEO SULL’INTERVENTO DI ZANETTI. 7 MINUTI CHE MERITANO DI ESSERE ASCOLTATI👇👇👇👇👇

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