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‘SANITÀ’ Category

17 Maggio 2022 – Redazione – di Giacomo Amadori – La Verità 

Walter Ricciardi tende a nascondere i primi passi a Magistero e Lettere, dove vinse il concorso da ordinario davanti al suo mentore. Il comunicatore Sergio Iavicoli(indagato e imbarcato alla Salute) ha avuto una cattedra finanziata grazie al dipartimento Inail da lui diretto.

Il ministro della Salute Roberto Speranza lo ha nominato summo cum gaudio lo scorso agosto direttore generale per la comunicazione e i rapporti europei e internazionali con uno stipendio da oltre 200.000 euro. Stiamo parlando del professor Sergio Iavicoli, prelevato sino al 2024 dal suo posto di direttore del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail.

L’esperto chiamato a rappresentare davanti al mondo il nostro ministero è un personaggio molto interessante. Ad aprile abbiamo raccontato che è indagato dalla Procura di Roma per falso ideologico. Il motivo? Il team da lui creato presso l’Inail ha dato un supporto decisivo, con i suoi pareri trasmessi al Cts, alla validazione delle
mascherine acquistate dal Commissario straordinario Domenico Arcuri. Tra i dpi «promossi» anche i 700 milioni ritenuti non conformi dalle indagini di due Procure.

La notizia aveva oscurato un momento estremamente positivo della carriera del cinquantasettenne romano Iavicoli. Infatti lo scorso 11 febbraio il consiglio del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive dell’Università La Sapienza, in seduta ristrettissima, riservata solo ai docenti ordinari, aveva ufficializzato la sua chiamata a professore di ruolo di prima fascia.

necessario?

Peccato che, da allora, il docente, nonostante il bando per il posto vinto fosse stato dichiarato «necessario e urgente», non abbia ancora iniziato le lezioni. Il 27 febbraio scorso Iavicoli ha fatto istanza di «differimento della presa di servizio» prevista per l’1 marzo e la rettrice Antonella Polimeni ha risposto che «la richiesta può ritenersi accolta», «in considerazione dei motivi addotti».

Ma il modo in cui è diventato professore uno dei più stretti collaboratori di Speranza merita un approfondimento.

Il concorso da lui appena superato, già nel 2019 aveva attirato interrogazioni parlamentari, articoli di giornale e l’attenzione di Corte dei conti e dei carabinieri del Nas. Per capire il perché dobbiamo riavvolgere il nastro.

Il 14 giugno 2018 l’Inail propone alla Sapienza di stipulare una convenzione per finanziare una cattedra in medicina del lavoro nell’ateneo capitolino. In tutti i documenti relativi all’accordo il Dimeila di Iavicoli viene indicato come «lo specifico dipartimento» attraverso cui sarebbe stata effettuata la collaborazione. L’obiettivo ufficiale è «integrare le rispettive competenze didattiche, di ricerca e assistenziali nel campo della medicina del lavoro».

Principale risultato della convenzione è lo stanziamento da parte dell’Inail di circa 2 milioni di euro per finanziare una cattedra di professore di prima fascia di Medicina del lavoro, disciplina per cui Iavicoli ha l’abilitazione.

Ma la cosa che alcuni operatori del settore ritengono sorprendente è che alla gara possa partecipare il direttore del Dimeila, il dipartimento attraverso il quale è stata propiziata la nascita dell’insegnamento. Anche perché il dipartimento ha avuto un ruolo determinante nel finanziare (con fondi Inail, quindi pubblici) le ricerche di molti dei docenti candidati a far parte della commissione esaminatrice e anche dei responsabili dell’ateneo e della facoltà.

Addirittura una prima commissione è stata sciolta «per i rapporti di natura personale ed economica intrattenuti con l’Inail».

Il professore Serafino Ricci, al tempo direttore della Scuola di specializzazione in medicina del lavoro della Sapienza, è il primo a fare ricorso al Tar non appena scopre che nel bando si legge che il vincitore sarebbe stato chiamato a svolgere attività di ricerca «nell’ambito dell’epidemiologia delle malattie professionali, della valutazione del rischio dei lavoratori, con riferimento all’utilizzo dei biomarcatori e alla valutazione dello stress lavoro-correlato». Un ambito considerato da Ricci del tutto residuale rispetto a quel tipo di concorsi, ma quasi sovrapponibile al cv di Iavicoli. Insomma ci trovavamo di fronte, a detta del ricorrente, come ha sintetizzato Il Fatto quotidiano tre anni fa, a «un bando su misura coi fondi del candidato prof».

Inoltre il concorso prevedeva anche che «il vincitore della procedura» potesse «eventualmente svolgere l’attività assistenziale presso l’Inail», con cui era stata attivata la convenzione.

La collaborazione finalizzata all’inaugurazione della nuova cattedra inizialmente era stata attribuita a un’iniziativa fantasma del Consiglio della scuola di specializzazione di medicina del lavoro. Ma successivamente è passata sotto l’egida di un altro dipartimento, quello di Sanità pubblica e malattie infettive (Spmi) che sino a quel momento non si era mai occupato dei concorsi del settore della medicina del lavoro.

Questo dipartimento era diretto da Paolo Villari, allievo di Antonio Boccia, capostipite della scuola napoletana di igiene che ha prodotto una nidiata di professori che in Italia rappresentano un punto di riferimento in questa disciplina. Tra di loro figura anche un altro favorito di Speranza, cioè Gualtiero Walter Ricciardi, sessantatreenne napoletano, nominato nel 2020 consigliere del ministro per l’emergenza Covid-19. E anche la sua carriera universitaria merita un focus.

vita da gualtiero

Infatti se l’assegnazione della cattedra al «comunicatore» di Speranza è molto discussa, Ricciardi ha avuto un cursus honorum accademico che ricorda quello di Giuseppe Conte, promosso ordinario da una commissione presieduta dal suo mentore, il giurista Guido Alpa. Stiamo parlando dei tempi in cui mister Lockdown era combattuto tra la carriera universitaria e quella di attore.

La sua scalata alla cattedra non inizia in una facoltà di Medicina, ma a Magistero e non a Roma, ma nel piccolo Ateneo di Cassino. Un’informazione che non troviamo nel suo curriculum sul sito dell’Istituto superiore di sanità. Nel 1990, vince il concorso per un posto di ricercatore di Igiene. Nel 1992 diventa professore associato, sempre a Magistero, che nel tre anni dopo si trasforma nella Facoltà di lettere e filosofia.

La svolta arriva nel novembre del 1999 quando, quarantenne, vince il concorso per un posto di professore ordinario di Igiene, sempre a Lettere. Entra in ruolo a dicembre.

Un bel regalo di Natale per un medico che in pochi anni ha fatto una carriera folgorante tra professori e studenti di materie umanistiche.

Certo, secondo le nostre fonti, per un ricercatore e/o professore (medico) di Igiene insegnare in una Facoltà di Magistero e/o di Lettere e filosofia non era esattamente il massimo del prestigio accademico. Ma questo sarebbe il meno. Conviene concentrarsi su come sia stato gestito il concorso da professore ordinario.

Membro interno e presidente della commissione dell’Università di Cassino viene nominato uno dei maestri di Ricciardi, il già citato Boccia, all’epoca professore presso l’Università La Sapienza. Il luminare, pur avendo cofirmato diversi lavori scientifici con il candidato Ricciardi, peraltro presentati per la selezione, non ritenne di doversi astenere dalla valutazione. Nonostante, in parte, fosse un giudizio sulle sue stesse pubblicazioni. Ricciardi aveva presentato anche altri lavori firmati insieme con altri due membri della commissione: Umberto Del Prete e Francesco Saverio Schioppa.

Vinto il concorso, l’1 novembre 2002 viene chiamato (con il ruolo di ordinario conquistato a Cassino) dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dove diventa direttore dell’Istituto di igiene della facoltà di Medicina e chirurgia.

cambio di nome

I suoi biografi (non autorizzati) ritengono che sia da quel momento che il docente avrebbe iniziato a farsi chiamare esclusivamente Walter (come l’allora sindaco di Roma, Veltroni) e non più Gualtiero.
Qualcuno fa notare che nell’istituto guidato da Ricciardi ha vinto il concorso da ricercatore di Igiene Giuseppe La Torre con il quale Walter-Gualtiero aveva fatto e avrebbe continuato a effettuare lavori scientifici. La Torre, anche allievo di Villari, è stato recentemente promosso ordinario di medicina del lavoro al fianco di Iavicolinel dipartimento di Igiene della Sapienza.

Nel 2017 Ricciardi, ormai presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha fatto finanziare dalla multinazionale Merck Sharp & Dohme (un caso che ricorda un po’ quello dell’Inail) un posto di professore ordinario di Igiene nel suo Istituto, cattedra conquistata da Teresa Boccia, figlia di Antonio. Cioè il presidente della commissione che aveva promosso Walter-Gualtiero a Cassino.

Nessuna dubita dei titoli e dei meriti dei vincitori, ma questa storia insegna che gli allievi della scuola del professor Bocciamarciano come un sol uomo.

E che per molti di loro il ministero è un traguardo non troppo ambizioso.

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15 Maggio 2022 – Redazione

È morto ieri pomeriggio, subito dopo l’ora di pranzo, il presidente provinciale dell’Arci di Prato, Enrico Cavaciocchi. Grande appassionato di bicicletta, si trovava a Castiglioncello per un weekend al mare, dove aveva una seconda casa.

Stava viaggiando in bici sulla vecchia via Aurelia all’ingresso di Rosignano, quando è caduto sul ciglio della strada. A dare l’allarme è stato un automobilista di passaggio, un turista straniero che ha visto Cavaciocchi restare al suolo, e che essendo un medico, ha provato a prestare i primi soccorsi. Lo scrive il giornale locale TvPrato.it.

Sul posto è intervenuta la Pubblica Assistenza di Cecina che poi ha allertato l’elisoccorso, e la polizia municipale. Purtroppo l’intervento di Pegaso non si è reso necessario perché nel frattempo, nonostante i tentativi di rianimazione condotti sul posto, è stato constatato il decesso del presidente dell’Arci. La polizia municipale di Rosignano ha informato l’autorità giudiziaria, che ha lasciato libera la salma alla famiglia.

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14 Maggio 2022 – Redazione

Mi chiamo Giovanna e ho 34 anni. Sono sempre stata una persona sana, senza nessun particolare problema di salute. Mi sono sottoposta alla seconda dose di vaccino il 21/07/2021 e da lì è iniziato un calvario che dura ancora oggi dopo 10 mesi: gravi problemi intestinali, fortissima astenia che mi impediva anche solo di alzarmi dal letto, malessere generale, sensazione di svenimento, il mio corpo bruciava da dentro come se qualcuno mi avesse dato fuoco, dispnea e dolore toracico. Con il passare delle settimane si sono aggiunti tonfi e vibrazioni costanti al cuore, tachicardia, palpitazioni, sbalzi nei battiti da improvvisamente molto alti a molto bassi, forti sudorazioni notturne. Oltre a tutto ciò in questi lunghi 10 mesi ho dovuto provare anche forte sensazione di calore e bruciore alla testa, alle volte avevo l’impressione che mi appoggiassero qualcosa di bollente addosso anche nel resto del corpo. Così il Comitato Ascoltami.

Dopo mesi di esami e visite inconcludenti, pagate tutte privatamente, un medico molto attento e disponibile ha ipotizzato una reazione sistemica immunologica post vaccinale con interessamento neurologico periferico. Ad oggi la terapia provata non ha avuto molto effetto, presento ancora gli stessi sintomi che si alleviano e poi riacutizzano ancora più forti di prima. Tutto questo ha stravolto la mia vita, devo convivere con una nuova quotidianità fatta di tanto malessere e rinunce per cose che non riesco più a fare, con il costante dubbio che la situazione non possa mai più tornare come prima. Che pena dobbiamo scontare per avere come unica colpa l’essersi fidati di chi ci ha assicurato non sarebbe successo nulla? Perché non dobbiamo esistere e parlare di quello che ci sta accadendo? Perché dobbiamo essere messi all’angolo? Non siamo forse anche noi persone che come tutti meritano attenzioni e cure?

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14 Maggio 2022 – Redazione

Lo ha detto davvero, Raffaele Donini assessore alla sanità della regione Emilia Romagna ha affermato : “Insieme al Governo bisognerà studiare il modo di «piazzare» le scorte di vaccini anti-Covid non utilizzati «prima che scadano»”.

Raffaele Donini, assessore alla Sanità e coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, in Fiera a Bologna a margine dell’inaugurazione di Cosmofarma 2022 ha dichiarato: “Le scorte ci sono anche in ragione della somministrazione della quarta dose, che è in corso, peraltro l’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia come numero di vaccinazioni,anche se non si stanno vaccinando in tantissimi”. Ecco il problema. D’altro canto hanno già prorogato la scadenza dei vaccini proprio per aggirare l’ostacolo, Pfizer ha infatti già ottenuto dall’ente regolatorio la proroga della scadenza del proprio vaccino a 12 mesi.Se non avesse ottenuto questa proroga molte fiale (circa 400mila) sarebbero state da buttare via questa primavera.

I rapporti di Airfinity e dell’Associazione dei produttori farmaceutici parlano di 2,4 miliardi di dosi ferme nei frigoriferi. Le somministrazioni nel mondo intanto raggiungono il minimo. E nemmeno l’Africa riesce a utilizzare fiale che spesso arrivano a ridosso della scadenza e devono essere scartate.

Per non parlare del famoso Novavax ( era quello destinato i no vax -LOL-), da febbraio in Italia ne sono arrivati un milione di dosi: 36mila quelle somministrate, nove mesi la sua durata. Se a gennaio nel nostro paese sono state fatte 4,6 milioni di iniezioni, tra il 4 e il 10 aprile eravamo a 176mila.

Ma Donini ha la soluzione :”Queste scorte, in accordo col governo, dovranno essere collocate in qualche modo nella migliore condizione prima che scadano. O impegnate nelle regioni che hanno numeri inferiori o in Paesi, come è già stato fatto in passato, in cui la vaccinazione non è certo al livello dell’Italia”.

Per quanto riguarda invece il prossimo autunno, aggiunge l’assessore: “Attendiamo la fornitura, immagino da settembre-ottobre, dei nuovi vaccini che possono essere più attagliati anche alle nuove varianti. Poi saranno il governo, il Ministero, l’Istituto superiore di sanità e la comunità scientifica nel suo complesso a dirci se questa vaccinazione andrà estesa a tutti, come quella precedente, o se dovremo concentrarci sulle persone più vulnerabili o su quelle da una certa età in su”, conclude magistralmente Donini.

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13 Maggio 2022 – Redazione – di Alessandro Rico ( La Verità)

Confondono la media con la tendenza oppure mescolano le fasce d’età. Ma il caso dei 480 decessi in più di giovani (in maggioranza maschi) esiste. Effetto del vaccino? Non si può affermare. Ma neppure escludere.

Nel 2021 sono morti quasi 500 giovani in più del «normale». Come mai solo l’Oms se n’è resa conto? Sì, le notizie sui malori e sulle morti improvvise dei ragazzini, in Italia, si moltiplicavano. Ma magari è solo perché, per i siti Internet, erano «clic» facili. Magari, il fenomeno è sempre esistito e nessuno gli dava peso. Rilevare, a livello statistico, l’extra mortalità nella fascia d’età 0-39 anni, è un lavoro decisamente più complicato che scartabellare le cronache sui giornali. E osservando i dati si può essere tratti in inganno – o, viceversa, i dati possono essere presentati in modo da ingannare chi li guarda.

Prima ricapitoliamo i fatti. Tra maggio e novembre dello scorso anno, in Italia, sono morti 480 under 40 di troppo, rispetto a quelli che sarebbe stato ragionevole aspettarsi, in base alle tendenze dei dieci anni precedenti. Si tratta di un aumento di circa il 7%. Da dove lo si evince? Da una tabella dell’Oms, che registra la differenza tra le vittime attese nel periodo della pandemia e quelle che sono state effettivamente registrate. In totale, 894 ragazzi e ragazze, cui bisogna sottrarre quelli certamente morti per (o con) il Covid e quelli stroncati dall’incremento degli incidenti stradali, seguito al lockdown. Alla fine, viene fuori che, di 480 di loro, s’ignora il motivo del decesso. Sappiamo che ci sono più morti di quelli che avremmo dovuto contare, ma non sappiamo perché. Qui entriamo, pertanto, nel campo delle ipotesi.

Il deputato leghista, Claudio Borghi, sospetta che un ruolo l’abbia avuto la campagna vaccinale. L’anomalia, in effetti, inizia in concomitanza con l’allargamento alla platea dei più giovani delle iniezioni e riguarda segnatamente i maschi, più esposti agli effetti collaterali cardiaci dei farmaci a mRna. È il motivo per il quale parliamo di morti «dopo» il vaccino e non «a causa» del vaccino: la coincidenza cronologica è assodata; il rapporto di causalità va verificato. Tant’è che il professor Antonello Maruotti, ordinario di statistica all’Università Lumsa di Roma, rimane più prudente: «Non conosciamo la causa della morte di quelle persone: le rilevazioni Istat si fermano a giugno 2020. Tuttavia, essendosi invertita la tendenza alla diminuzione dei decessi in quella fascia d’età, che era rimasta costante dal 2011 in poi, è lecito interrogarsi, finché le cause non saranno rese note». E noi ci siamo interrogati. Anzi, abbiamo interrogato il professor Alessandro Capucci, cardiologo dell’Università Politecnica delle Marche. È possibile, abbiamo chiesto, che una miocardite da vaccino, asintomatica, uccida all’improvviso un paziente apparentemente sano? «È possibile. Alcune miocarditi provocano aritmie ventricolari, che possono sfociare in fibrillazioni e poi arresti cardiaci». E l’esito infausto si verifica per forza a ridosso dell’inoculazione? «No: nelle miocarditi, parte delle cellule muscolari viene sostituita da tessuto fibrotico. Questo processo può innescare aritmie mortali a distanza di mesi, financo di anni. Perciò, chi sostiene che le miocarditi da vaccino sono benigne, dice qualcosa che attualmente è inverificabile». Insomma, non abbiamo prove, ma qualche indizio sì: un cuore potrebbe collassare a distanza di settimane dalla puntura a mRna. E noi saremmo indotti a credere che tra i due accadimenti non ci sia «nessuna correlazione».

Veniamo quindi al primo, meno raffinato «trucco», con il quale i numeri sull’extra mortalità, altrimenti inquietanti, vengono mascherati. Per i confronti, ad esempio, si potrebbe utilizzare la media dei decessi negli anni precedenti. Ma a noi non interessa sapere quanti under 40 sono morti in media dal 2011 in poi. Il punto è che, fino al 2020 compreso, in quella classe d’età, i decessi erano in regolare calo. Nel 2021, al contrario, sono tornati ad aumentare. Perché? È questo il mistero sul quale va fatta luce.

Il secondo elemento di confusione è più raffinato. Se si osservano i dati aggregati, si scopre che, nel 2021, rispetto all’anno precedente, i morti in Italia sono diminuiti: da 664.623 a 638.513. Grazie ai vaccini, dedurrà qualcuno. Può darsi. I picchi pandemici continuavano a susseguirsi e il vaccino avrà protetto i soggetti più a rischio. Falso allarme, quindi? Neanche per sogno.

Di nuovo: non ci interessa sapere quanti italiani in totale abbiano perso la vita tra maggio e novembre 2021, bensì quanti siano i dipartiti under 40. Il dato complessivo nasconde l’eccesso di mortalità nei più giovani, forse anche per via del cosiddetto effetto harvesting(letteralmente, «mietitura») sugli anziani. Proviamo a semplificare. Mettiamo che, se la natura avesse fatto il suo corso, sarebbero morti 100 ultraottantenni nel biennio 2020-2021: 50 nel primo e 50 nel secondo anno. A marzo 2020, però, è arrivato il Covid e si è portato via subito tutti e 100 i nonnini. L’anno seguente, non registreremo più 50 deceduti tra gli over 80. Così, se anziché nessun quarantenne, ne morissero altrettanti, conteremmo lo stesso i 50 morti totali che ci aspettavamo. E l’eccesso di mortalità tra i più giovani verrebbe compensato dal calo di mortalità tra gli anziani.

Ribadiamo: non si sa se il vaccino c’entri qualcosa. Quei 480 under 40 saranno morti in fabbrica, o colpiti da fulmini, o annegati. Frattanto, non sarebbe male se chi di dovere indagasse. Borghi riferisce alla Verità di aver spedito delle Pec all’Iss come deputato della Repubblica e di aver tentato un accesso agli atti. Buchi nell’acqua. «L’unico modo per andare a prendersi i documenti con le cattive, sarebbe istituire una commissione parlamentare d’inchiesta. Ma la legislatura è in scadenza: per adesso è impensabile». E i magistrati? Sono troppo impegnati ad aprire fascicoli sui crimini di guerra dei russi in Ucraina?

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08 Maggio 2022 – Redazione

FRA I GIOVANI VACCINATI AUMENTO DEL 25% DI MORTI IMPROVVISE E MIOCARDITI, PUBBLICATO SU NATURE !

💥 LA PFIZER DICHIARA CHE NON RIUSCIRÀ AD OTTENERE L’APPROVAZIONE DEFINITIVA DEL VACCINO A CAUSA DELLE REAZIONI AVVERSE

🏴‍☠️ SI CONFERMA QUEL CHE LUC MONTAGNIER HA SEMPRE SOSTENUTO. NEL CORONAVIRUS È INSERITA UNA SEQUENZA GENICA DELL’HIV PER RENDERLO AGGRESSIVO.

CLICCATE SUI LINK PER VEDERE E ASCOLTARE LA RELAZIONE DEL PROF. BIZZARRI  ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

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E DEL PROF. BARBARO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.facebook.com/marialaura.gazzanimarinelli/videos/1597780673956220/

Prof. Barbaro, effetti a medio-lungo termine: malattie neurodegenerative, demielinizzanti, epatopatie, tumori (aumento casi e accelerazione crescita tumori preesistenti), ridotta risposta e maggiore vulnerabilità a infezioni virali, immunodeficienza indotta da vaccino (VAIDS).


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06 Maggio 2022 – Redazione

“Non sono no vax, mi sono vaccinato con convinzione: prima e seconda dose con Moderna, il 15 giugno e il 21 luglio 2021. Ma dopo quello che mi è successo, credo che ci sia la volontà di nascondere tutto ciò che riguarda le reazioni avverse e che la campagna vaccinale sia stata portata avanti in modo autoritario”. Così il Fatto Quotidiano.

Lo chiameremo Davide: ci prega di non fare il suo nome perché in 7 mesi di “sintomatologia gravemente invalidante e probabili episodi di trombosi” (come ha certificato il suo medico di famiglia, chirurgo cardiovascolare) è stato costretto anche a registrare il colloquio con un neurologo che gli ha prima accertato una trombosi del microcircolo del sistema nervoso, senza però dichiararlo nel referto, preferendo la diagnosi di “attivazione di processo infiammatorio cronico ancora presente a distanza di quattro mesi dalla somministrazione del vaccino”. Altrimentiqua vengono fuori dei casini”.

Davide è di Milano, ha 42 anni. Per cinque mesi ha avuto il braccio destro bloccato e insensibile. “Ma non era il solo problema – dice —. Facevo fatica a muovermi, a sollevare pesi anche leggerissimi. Non riuscivo nemmeno più a prendere il tram”. Tutto è iniziato con uno strano dolore alla mano destra dopo la prima dose, che aumenta dopo la seconda, gli paralizza il braccio e si propaga al resto del corpo. “I medici dell’hub a cui mi sono rivolto mi hanno detto di non saperne niente – ricorda —. Il mio medico mi prescrive una cura, inefficace, ed esami fissati solo a distanza di tre o quattro mesi. Intanto, ero diventato invalido”.

Il 15 marzo la commissione medica gli nega l’esenzione definitiva, ma solo oralmente, senza mettere nulla per iscritto. “Alla fine – conclude –, l’esenzione l’ho ottenuta dal mio medico di famiglia. Solo che tra le causali è sparito qualsiasi riferimento alle reazioni avverse. È rimasta solo quella relativa all’ipersensibilità al principio attivo, che è qualcosa di molto diverso”.

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06 Maggio 2022 – Redazione

COMUNICATO

LA NUOVA NORIMBERGA INIZIA ORA!
DEPOSITATA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE LA DENUNCIA ITALIANA
PER
CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ E VIOLAZIONE DEL CODICE DI NORIMBERGA.

Il 5 maggio 2022, l’associazione Umanità e Ragione ha depositato,
presso l’Ufficio del Procuratore della Corte Penale Internazionale,
l’esposto per crimini contro l’umanità e violazione del Codice di Norimberga redatto nell’interesse dei cittadini italiani.

108 pagine di ricostruzione storica degli abusi subiti dagli italiani dal 2020 ad oggi.
2mila adesioni di privati cittadini.
5 cartoni per 110 kg di documenti probatori.
5 mesi di studio, raccolta dati e redazione.
N-mila ore di lavoro donate alla causa.
Oltre 20 professionisti volontari.

Umanità e Ragione

 

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05 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: BresciaToday

Malori improvvisi stamattina, giovedì 5 maggio, all’istituto superiore “Tassara- Ghislandi” di via Folgore a Breno (Brescia). Per cause ancora da accertare, sette studenti e tre insegnanti si sono sentiti male, accusando mancanza di ossigeno, fatica a respirare e prurito.

L’allarme è scattato verso le 9.30, quando alcuni studenti – tutti di età compresa tra i 16 e i 17 anni – e tre docenti, che stavano partecipando ad un concorso pubblico, avrebbero lamentato una mancanza di ossigeno e dello strano e fastidioso prurito.

Come previsto dal protocollo della scuola, tutti gli alunni sono stati fatti uscire dalle rispettive aule e l’edificio è stato evacuato. Nel frattempo è scattata la chiamata al 112: sul posto, oltre a due squadre dei vigili del fuoco di Breno e Darfo Boario Terme, si sono precipitate due ambulanze, un’auto medica e i carabinieri.

I pompieri e i militari stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso per verificare cosa abbia dato origine ai malesseri. Pare fin da ora esclusa l’ipotesi della fuga di gas, dato che la sostanza che avrebbe causato i malori sarebbe inodore. Alcuni studenti sono stati trasportati, in codice verde, all’ospedale di Esine.

 

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05 Maggio 2022 – Redazione – Fonte: ticinolibero.ch

A distanza di qualche mese dalle vaccinazioni anti Covid di buona parte della popolazione, qualcuno si interroga ancora sugli effetti avversi. Chi era contrario al vaccino temeva controindicazioni quali problemi cardiaci: ora uno studio israeliano mostra dati allarmanti, anche in Ticino peraltro sono aumentate le chiamate per arresto cardiaco.

Gli arresti cardiaci aumentano in Israele, la curva segue quella dei vaccini

Nel periodo gennaio-maggio 2021, in Israele è stato rilevato un aumento di oltre il 25% delle chiamate per arresto cardiaco e per sindrome coronarica acuta nelle persone tra i 16 e i 39 anni. Gli stessi numeri sono rimasti pressochè stabili tra il 2019 e il 2020, per poi impennarsi proprio nel periodo in cui si è iniziato a vaccinare. La curva nei mesi successivi pare seguire quella del vaccinati: aumentano entrambe in modo simile. Lo stesso non vale con gli arresti cardiaci e le sindromi coronarie e i casi di Covid (era successo nella prima ondata ma non nelle successive).

Stando alle date, un primo aumento delle chiamate per problemi cardiaci è avvenuto all’inizio del 2021, in concomitanza con la somministrazione della seconda dose, per poi conoscere un nuovo picco a partire da metà aprile, quando i guariti dal Covid hanno ricevuto le dosi singole.

In Ticino arresti cardiaci più 5,6%

Per quanto riguarda il Ticino, dal comunicato di Polizia in merito al tradizionale incontro informativo tra gli enti di primo intervento non sanitari (EPINS) nel contesto della rianimazione cardiopolmonare svoltosi nei giorni scorsi a Noranco, si evince come nel 2021 ” si è visto un aumento degli interventi per allarmi AED per persone in arresto cardiaco (+5,6% rispetto al 2020)”.

Intanto continuano a essere presenti le miocarditi

Che la miocardite sia uno dei possibili effetti collaterali si sa da tempo, lo aveva specificato anche Swissmedic (leggi qui). Ora spunta uno studio di Jama Cardiology effettuato in Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia, i cui risultati affermano che i giovani vaccinati, tra i 12 e i 24 anni, hanno un rischio maggiore di avere questa problematica rispetto a chi non ha ricevuto le dosi del vaccino.

“Il rischio di miocardite accertato dovrebbe essere bilanciato con i benefici della protezione contro il Covid”, scrive la rivista. Parole pesanti, dopo aver preso in considerazione 23 milioni di giovanissimi.

A essere maggiormente in pericolo sono gli uomini tra i 16 e i 24 anni. I dati dicono che chi ha ricevuto Moderna è maggiormente esposto al rischio.

Peraltro, sempre sul tema, uno studio del Journal of Pediatrics, ripreso dal Wall Street Journal, ha riferito anomalie cardiache (riscontrate con risonanza magnetica 3-8 mesi dopo la vaccinazione) nel 69% dei bambini con miocardite post vaccino.

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