12 Gennaio 2022 – Antonio Di Siena (L’Antidiplomatico)
SASSARI, una donna incinta si presenta al pronto soccorso ginecologico con perdite e forte mal di pancia. È vaccinata con doppia dose e in attesa della terza, ma senza tampone. Non la fanno entrare. Devono farle un molecolare ma non subito, prima del giorno successivo non si può. E così la rimandano a casa, praticamente in vigile attesa. Nemmeno il tempo di arrivare al parcheggio e la perdita diventa copiosa: aborto spontaneo. Magari sarebbe successo lo stesso, ma dov’è il servizio sanitario? Dove stracazzo è il diritto a essere prontamente assistiti e curati?
OLBIA una donna con un grave tumore deve imbarcarsi per “il continente” direzione ospedale Gemelli di Roma, dove dev’essere sottoposta a un urgente intervento chirurgico. È vaccinata con una dose quindi senza super greenpass. Non la fanno partire. Resta al porto. I sardi quindi – esattamente come i siciliani e tutti gli altri isolani – sono stati condannati al sequestro permanente. A un confino che gli altri italiani, grazie al cielo, riescono ancora a eludere e mitigare per ragioni meramente geografiche. Vi sembra normale tutto questo? Vi sembra moralmente ed eticamente accettabile?
Si fosse trattato di qualche migrante sulle coste del maghreb si sarebbe mobilitato un intero esercito di Mimmi Lucani, per chiedere aqualche ong di disobbedire a una legge ingiusta in nome dei tanto sbandierati “diritti umani”. Ma in questo caso no. In tempo di pandemia le capitane coraggiose con le treccine si sono date alla macchia, tornando nelle loro borghesi e lussuose dimore. E diventa possibile tollerare che anche i più elementari e inalienabili diritti vengano impunemente conculcati, sentendosi, per giunta, dalla parte dei buoni. Ma potete raccontarlo a voi stessi e ai vostri amici da che parte credete di essere voi che appoggiate questo psicotico regime di brutale segregazione legalizzata.
È notizia dell’ultima ora la morte di Domenico Biscardi, dottore e ricercatore campano, da 2 anni impegnato a smontare la narrazione pandemica ufficiale.
Tante le incognite che ancora non sono state chiarite. Da quello che sappiamo al momento, la morte sarebbe avvenuta stamattina a causa di un infarto. Nei giorni precedenti il dott. Biscardi avrebbe ricevuto dei controlli da parte dei NAS per alcune ricerche molto importanti che stava conducendo – come da lui stesso annunciato in alcuni audio che circolano sulle chat, e che anche noi abbiamo ascoltato – sul contenuto dei vaccini.
Per quanto non possa essere accertata in questo momento la causa della morte, se da un ipotetica autopsia l’infarto dovesse essere confermato, è plausibile pensare che sia stato lo stress delle ricerche che stava portando avanti e dei controlli che aveva subito ad averglielo procurato. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, tutto resta da confermare. Al vaglio anche l’ipotesi di un attentato alla sua persona per le verità che stava per scoprire e divulgare.
Le prime voci lo ricordano come un eroe civile, una persona che aveva messo le proprie conoscenze al servizio della lotta contro la follia autoritaria che stiamo subendo, e che per questo era stato attenzionato.
la notizia è in aggiornamento
____________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
LA MORTE DI DAVID SASSOLI È AVVOLTA NEL MISTERO, SOPRATUTTO PER L’OSPEDALE IN CUI ERA STATO RICOVERATO: IL CENTRO DI RIFERIMENTO ONCOLOGICO DI AVIANO, ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO. PERCHÈ LO HANNO RICOVERATO AD AVIANO E NON A ROMA?
A SEGUIRE IL LINK PER SCOPRIRE DI COSA SI OCCUPA IL CENTRO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
All’estero non vedono l’ora di togliersi il Covid dai piedi, in Italia si fa di tutto per tenersi stretta la pandemia. E già questo la dice lunga su quanto la questione sia sempre più politica e meno sanitaria. All’estero parlano di uscita, da noi si aumentano le restrizioni. All’estero parlano di “endemia”, da noi continua la folle caccia ai no vax. Mentre è sotto gli occhi di tutti che la pandemia ormai sta cambiando, e i dati del Regno Unito lo dimostrano ogni giorno, l’Italia fa una conferenza stampa per spiegare le nuove restrizioni senza fare un minimo accenno alla fine di questa storia. Da altre parti invece stanno agendo concretamente per passare alla fase di convivenza con il virus e trattarlo come una normale influenza. È questa l’idea che circola in Spagna per voce del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, che ha affermato come sia arrivato il momento di monitorare la pandemia in maniera diversa.
La Spagna mette a punto un sistema per monitorare il Covid come influenza comune”, titola il quotidiano El Pais. “Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora”, ha affermato Sanchez in un’intervista alla radio Cadena Ser. I protocolli stanno dunque diventando più permissivi e anche le restrizioni, perché la maggior parte di persone ormai hanno avuto contatti con il virus e si registrano sempre meno le forme gravi della malattia.
Da una parte l’Italia con obblighi, divieti e soprusi. Dall’altra i Paesi esteri che vogliono passare dall’emergenza all’ordinaria amministrazione. Maestri della coabitazione con il virus, sono stati per primi gli inglesi, quelli brutti e cattivi della Brexit, che hanno gestito meglio di ogni altro Stato la pandemia. Boris Johnson ha annunciato un ulteriore taglio al periodo di quarantena: l’obiettivo è arrivare a cinque giorni entro marzo e diventare il primo Paese e passare da pandemia a endemia. Il professor Graham Medley, consulente di Downing Street, ha spiegato che “l’emergenza non può durare per sempre”, mentre Clive Dix, ex direttore della task force per i vaccini, ha invocato una “nuova normalità, nella quale il Covid sia trattato alla stregua dell’influenza”. Con una svolta anche nella campagna di vaccinazione: basta somministrazioni di massa, via a un approccio focalizzato sui vulnerabili. Altro che iniezioni forzate e multe.
Da noi, però, si tiene ancora la linea dell’allarme perpetuo e della caccia alle streghe. Intanto in Spagna – come piega Il Giornale – il prossimo passo sarà quello di iniziare a curare le varianti del Covid in un modo più simile a quello che si fa con l’influenza: si smette di contare i casi e testare ogni minimo sintomo. L’obiettivo è osservare Sars-Cov-2 come una qualsiasi altra malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione per mettere a punto un piano per abbandonare gradualmente la sorveglianza universale del covid e passare a quella chiamata “sentinella”, quello utilizzato per anni contro l’influenza. “Invece di denunciare ogni caso di Covid che viene rilevato nel Paese, cosa insostenibile nel lungo periodo, verrà scelto in modo strategico un gruppo di medici delle scuole primarie o dei centri sanitari, unito agli ospedali, per fare da testimoni”. L’Italia e gli italiani si sveglino dal torpore della ragione…
UN GIORNO, SU TUTTA QUESTA STORIA, SCRIVEREMO UNA COMMEDIA DAL SAPOR TRAGICOMICO. MI RIVOLGO AGLI ITALIANI BABBEI, CRETINI E RINCOGLIONITI, CHE NON HANNO ANCORA CAPITO CHE UN VIRUS INFLUENZALE NON POTRÀ MAI ESSERE DEBELLATO, PERCHÉ MUTANTE! E CHE QUESTA È UNA SPERIMENTAZIONE GENICA, CHE NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON L’EMERGENZA SANITARIA! DEFICIENTI! NON VI ENTRA, IN QUELLA ZUCCA VUOTA, IL CONCETTO CHE LE RESTRIZIONI SERVONO A FAR FALLIRE IL PAESE?! QUANDO CAPIRETE, RISPARMIATECI LE LAMENTELE! OMINI E FEMMINUCCE DA 4 SOLDI, CHE IN TESTA AVETE SOSTITUITO IL CERVELLO CON LO STERCO DELLE STALLE!MA QUANDO MAI UN VERO VACCINO, (NO QUESTO SIERO SCHIFOSO) È STATO SOMMINISTRATO IN TANTE DOSI E SOPRATTUTTO COSI RAVVICINATE?!VOI NON CREDETE ALLA SCIENZA, MA ALLA DEFICIENZA, ATTORI DI UN TEATRINO DI BURATTINI LEGATI A FILO AL MANGIAFUOCO DI TURNO!!!!!
Marzia MC Chiocchi
LA NOTIZIA
Servirà o no una quarta dose di vaccino? Questa la domanda che molti italiani si stanno facendo in questi giorni, costretti dai ricatti del governo a mettersi in coda virtualmente per la terza somministrazione, così da rinnovare il Super Green pass e avere accesso a una vita normale, senza ingiuste discriminazioni. Un quesito al quale molti esperti hanno risposto predicando calma, in attesa di dati che confermino l’effettiva necessità di una nuova inoculazione. Con le case farmaceutiche che, di contro, si sono già scatenate, fiutando il rischio di veder sfumare l’ennesima occasione per un business miliardario.
Ecco, allora, che l’ad di Pfizer Albert Bourla si è affrettato a ribadire come l’ultima variante del Covid, la cosiddetta Omicron, sembra rendere necessaria una quarta dose. Durante una conference call tenuta con l’analista della divisione Ricerca di Goldman Sachs, il manager ha ammesso come l0azienda farmaceutica sia rimasta spiazzata dall’avvento di Omicron e dal vertiginoso aumento dei casi: “Ciò che complica la situazione oggi è Omicron, che ci fa chiedere se abbiamo bisogno di una quarta dose rapida prima di procedere con il piano di vaccinazioni annuali”.
“Già oggi Omicron ha spinto a dare la terza dose non a sei mesi come era inizialmente previsto, ma a tre – ha aggiunto poi Bourla – E questo cambierà drasticamente il panorama. Sicuramente avremo un vaccino efficace contro Omicron. La domanda è se lo useremo o no. Ci stiamo muovendo a tutta velocità e anche se non ho visto in questo momento i dati da laboratorio, sulla base di quello che abbiamo già fatto in passato posso affermare che avremo un vaccino efficace su Omicron entro la scadenza che avevamo ipotizzato: fine marzo. Non so rispondere però alla domanda se ne avremo davvero bisogno a partire dal mese di aprile”.
Siamo sicuramente fiduciosi che ci sarà e sarà molto efficace e che saremo nell’anno in grado di produrlo in miliardi e non milioni di dosi – ha concluso Bourla – Però non so se ci sarà quella necessità o altre, perché sto già vedendo emergere dopo Omicron numerose altre varianti…”. Il messaggio, tra le righe, è chiaro: i colossi di Big Pharma hanno già iniziato a seminare il terreno per spingere i governi ad assecondarle nella corsa alla quarta dose. Pronte a contare, ancora una volta, miliardi di euro in entrata.
Il presidente del Parlamento europeo ha cancellato tutti gli impegni ufficiali David Sassoli è ricoverato dal 26 dicembre in una struttura ospedaliera italiana. Lo riferisce il portavoce, spiegando che il ricovero si è reso necessario “per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario”. A settembre Sassoli era stato ricoverato per una polmonite.
IL PRECEDENTE RICOVERO
Il 15 settembre scorso, Sassoli era stato portato all’Hôpital Civil di Strasburgo e, dopo le necessarie visite mediche, gli era stata diagnosticata una polmonite. Una settimana dopo era stato lo stesso Sassoli ad annunciare il rientro in Italia: «
In mattinata Sassoli aveva twittato il proprio cordoglio per la morte della giornalista Silvia Tortora. “Una vita spesa per il garantismo, per la memoria del padre Enzo, vittima di malagiustizia, per un Paese più maturo e più civile” ha scritto in un tweet. ALTRI AGGIORNAMENTI, SE CE NE SARANNO, NELLE PROSSIME ORE ________________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
A Cipro sono stati identificati i primi 25 casi del mix tra variante Delta e Omicron: si tratta di Deltacron, più presente nei malati ospedalieri rispetto a chi non ha gravi sintomi.
Nasce “Deltacron”
Dell’incrocio tra le due varianti, ribattezzato Deltacron, ne ha parlato il quotidiano Bloomberg riprendendo le parole di Leondios Kostrikis, professore di Scienze biologiche all’Università di Cipro e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare. Sembra il nome di un nuovo farmaco al cortisone 🤦♀️!”Attualmente ci sono co-infezioni Omicron e Delta e abbiamo scoperto che questo ceppo è una combinazione di queste due varianti”, ha affermato Kostrikis in un’intervista a Sigma TV Friday. Il nome Deltacron deriva dall’identificazione “di firme genetiche simili a Omicron e Delta all’interno dei genomi”, ha sottolineato.
I primi 25 casi al mondo
Il lavoro dei ricercatori ha portato a identificare 25 casi sull’isola di Cipro: l’analisi ha mostrato che la frequenza relativa all’infezione combinata è maggiore tra i pazienti ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti non ospedalizzati. Le sequenze dei 25 casi di Deltacron sono state inviate il 7 gennaio a Gisaid, il database internazionale che traccia i cambiamenti del virus. “Vedremo in futuro se questo ceppo è più patologico o più contagioso o se prevarrà” su Delta e Omicron, ha affermato il ricercatore sottolineando però che questo ceppo potrebbe essere sostituito dalla stessa variante Omicron, la più contagiosa in assoluto tra tutte le mutazioni del Sars-Cov-2 fino ad oggi.
La nuova “sorella” di Omicron
Una notizia arrivata da poche ore è il sequenziamento di BA.1, “sorella” della variante Omicron sequenziata in Danimarca che potrebbe essere già diventata dominante rispetto BA.1 (l’Omicron originale). Come riporta il Corriere, la nazione nord-europea è una delle migliori al mondo sui sequenziamenti. Negli ultimi giorni, però, numerosi casi simil danesi sono stati riscontrati sui genomi rilevati in Sudafrica, Australia e Canada. Cosa cambia? Poca o nulla perché conserva tutto ciò che ha Omicron e qualcosa anche di Delta: è presto per dire se diventerà prevalente e quale sia la sua reale pericolosità.
Ihu, la variante francese
SIAMO AL RIDICOLO! in Francia è stata sequenziata la variante Ihu, depositata sulla piattaforma Gisaid con il nome B.1.640.2. Presente già dal 9 dicembre, gli esperti dell’Ihu Méditerranée Infection di Marsiglia l’hanno trovata su 12 pazienti di Forcalquier, nel Sud della Francia. Il paziente 0 su cui era stata rilevata la prima volta era appena rientrato da un viaggio in Camerun.
Tutte le varianti fin qui sequenziate
Su The Bmj, rivista medica settimanale sottoposta a revisione paritaria pubblicata dal sindacato British Medical Association, sono pubblicate tutte le varianti principali del Covid-19 con le loro caratteristiche. Quelle dominanti, chiamate anche “varianti di preoccupazione”, sono state la variante Alfa, identificata per la prima volta in Regno Unito nel settembre 2020. Pochi mesi prima, nel maggio 2020, in Sudafrica era stata sequenziata Beta, anch’essa considerata “di preoccupazione” dall’Oms. Nel novembre 2020 è stato il turno della variante Gamma, identificata per la prima volta a Manaus, in Brasile, tutt’ora la dominante in Sud America. Poi è stato il turno di Delta, identificata a fine 2020 in India e gran parte dell’Asia e poi diffusasi in Europa e Italia nei primi mesi del 2021.
Le varianti Eta, Iota, Kappa e Lambda non hanno mai raggiunto lo status di varianti di preoccupazione ma soltanto “di interesse”, più che altro perché considerate sottovarianti dei ceppi originari e dominanti in quel momento. Infine è arrivata Omicron, la più contagiosa di tutte che sta tenendo sotto scacco Stati Uniti, Europa e Italia. È ancora presto per dire se Ihu e Deltacron diventeranno dominanti o rimarranno semplici varianti di Omicron senza mai destare maggiori preoccupazioni.
Per concludere, una rinfrescata alla memoria (che non fa mai male…)
Ve lo ricordate cosa diceva Bassetti a maggio 2021?
_________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
Un fantasma si aggira per i corridoi del ministero degli Esteri e ha la faccia del labirinto delle regole sulla quarantena che il governo ha imposto con rigore a tutti gli italiani. Eh sì, perché proprio questo conteggio solleva degli interrogativi sui calcoli relativi alle date della positività da covid e dell’ultima missione del ministro Di Maio. Ma andiamo per ordine. In un’agenzia Ansa del giorno 8 gennaio si comunicava che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva avuto il Covid ma era già guarito: “Dopo aver contratto il virus nel periodo natalizio il titolare della Farnesina nelle ultime 24 ore ha effettuato il test anti covid che ha dato esito negativo.” Ma in un precedente lancio dell’Ansa si apprende una notizia molto interessante.
Il 28 dicembre il ministro degli Esteri si era recato in Tunisia – come attesta lo stesso sito della Farnesina – per un incontro con il presidente della Repubblica tunisina al fine di “consolidare un dialogo mai interrotto con un Paese che per l’Italia è strategico, oltre che tradizionalmente amico” E qui inizia il vero e proprio giallo.
Le domande sorgono spontanee e, lungi dall’essere pretestuose, richiederebbero una risposta ben precisa con tanto di esibizione del tampone che ha attestato la positività di Di Maio: “Quando si è ammalato il ministro degli Esteri? Quanti giorni è rimasto in quarantena?”. A voler dar retta ad alcune testate giornalistiche la malattia risalirebbe al periodo natalizio con l’indicazioni di date che potrebbero turbare i sonni già agitati del ministro e del suo governo. Ma ora vediamo cosa dicono le regole, certo contorte ma da loro volute, relative alla quarantena e che sono cambiate proprio dopo l’ultimo decreto legge promulgato dal Governo Draghi, il 30 dicembre 2021 ed entrato in vigore il giorno successivo.
La circolare del Ministero della Salute sulle nuove misure anti-Covidcosì così recita: “Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.” I rischi che comporta la violazione di tali disposizioni non sono da poco come si legge su il Sole 24 ore “Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro, come previsto dall’articolo 7 del decreto legge 19/2020. La violazione dell’isolamento fiduciario, in caso di attesa del tampone o di contatto ritenuto a rischio rientrerebbe invece nelle sanzioni amministrative e non penali.”
Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino appena pubblicato, la percentuale degli italiani contagiati pur essendo vaccinati è sostanzialmente la stessa del totale della popolazione italiana vaccinata. In sostanza il vaccino non ha alcuna incidenza sulla diffusione delle attuali varianti del Covid-19 e non ne limita in alcun modo né la diffusione né la carica virale.
Ciò significa che il fondamento sostanziale delle limitazioni alle libertà individuali introdotte con il Green pass (super o semplice) e ora con l’obbligo vaccinale (un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio) viene meno. Questi provvedimenti diventano illegittimi e incostituzionali anche volendo accettare che in situazioni di emergenza l’esecutivo possa restringere con le modalità attuali le libertà dei cittadini. E infatti tali provvedimenti, alla luce della nuova variante Omicron, non sortiscono alcun effetto ai fini della limitazione della diffusione della pandemia.
I dati che andiamo ad esporvi, ovviamente, non li troverete su giornali e Tv ma sono assolutamente ufficiali e ormai ben noti al Cts, al ministero della Salute e al presidente Draghi che dovranno presto o tardi rispondere dell’illegalità delle iniziative prese in questi mesi.
Prima di procedere con il report dell’ISS vogliamo ancora una volta citare le parole del Prof. Ainis, uno dei più illustri costituzionalisti italiani: “Ove risultasse che i contagiati sono in larga parte vaccinati, già questo indebolirebbe dal punto di vista di legittimità costituzionale la decisione di un lockdown mirato”. Ma veniamo ai numeri. Negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 1.108.367 nuovi contagi di cui 251.412 non vaccinati (il 22,7%) e 856.955 vaccinati (il 77,3%) e questo trend è destinato ad accentuarsi ulteriormente come dimostrano i dati provenienti da Germania e Gran Bretagna. Per il resto, rimangono pressoché invariate le tendenze delle scorse settimane che vedono una prevalenza di vaccinati fra gli ospedalizzati dove su 16.751 pazienti totali 8.473 (il 50,6%) sono vaccinati e 8.278 (il 49,4%) sono non vaccinati. Stessa storia, ma più accentuata, per i decessi dove su 2.748 esiti fatali, 1.578 (pari al 57,3%) sono vaccinati e 1.170 (pari al 42,7%) non sono vaccinati.
A giustificare l’obbligo vaccinale e il super Green pass non sono sufficienti nemmeno i dati (anomali dal momento che solo in Italia si rileva una così alta incidenza fra i non vaccinati) che comunque confermano l’efficacia del vaccino nel prevenire le terapie intensive: su 1847 pazienti, 645 (il 34,5%) è vaccinato mentre 1.202 (il 65,5,8%). Infatti come indicato sul portale COVID DELL’AGENZIA NAZIONALE PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
le terapie intensive (guarda immagine di corredo ⬆️⬆️⬆️⬆️⬆️) sono tutt’altro che in affanno e sono perfettamente in grado di offrire un posto letto a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno senza pregiudizio per la salute di nessuno. In questo quadro l’obbligo vaccinale e la sua variante vigliacca, il super green pass, finiscono per configurarsi come un trattamento sanitario obbligatorio collettivo non coperto dall’articolo 32 della Costituzione. Ci sentiamo di concludere con le parole del prof. Crisanti che ricorda come con l’obbligo vaccinale ci sia un problema di carattere giuridico dal momento che questo non mira a limitare la trasmissione. Quindi siamo dinanzi ad “un obbligo terapeutico, che è una novità assoluta nella sanità pubblica.”
Iniziano le prime crepe, mentre la scienza prende finalmente qualche distanza dalla politica. Perché quello che sta facendo il governo non ha nulla a che fare con l’emergenza sanitaria, e i dati scientifici paralo d’altro. Tanto che ora alcuni componenti del Cts hanno manifestato dei dubbi sulla scelta del Governo di imporre l’obbligo vaccinale per gli over 50. A quanto apprende l’AGI, sarebbe in discussione l’”utilità” della misura dal punto di vista della comunità scientifica che sulla questione appare divisa. A non convincere alcuni esponenti del Cts è l’utilizzo dello strumento dell’obbligatorietà con riferimento, in particolare, alla variante Omicron che presenta caratteristiche peculiari, tra cui l’elevata contagiosità, rispetto alle altre finora dominanti.
Non è un caso che il Cts non sia stato consultato in relazione al provvedimento sull’obbligo vaccinale proprio perché sarebbe stato chiaro che alcuni membri del Comitato tecnico scientifico non sarebbero stati favorevoli rispetto a un obbligo non giustificato”. Lo afferma all’AGI l’avvocato Consuelo Locati, che guida il pool di legali impegnati nella causa civile avviata da 500 familiari delle vittime del Covid davanti al Tribunale Civile di Roma. Locati aggiunge che “a quanto sembra le Regioni avevano chiesto che venisse consultato il Cts ma questa richiesta sarebbe stata ignorata dal governo”.
Va considerato anche – ragiona Locati – che quest’obbligo avrà delle conseguenze non adesso, andando a decongestionare la rete ospedaliera, ma almeno tra sei mesi quando in estate si sarà molto attenuata la circolazione del virus. Questa è l’ennesima prova che le istituzioni non vogliono assumersi le responsabilità delle proprie scelte e usano altri argomenti per celare le loro responsabilità nella gestione della pandemia”.
Secondo il legale che ha presentato centinaia di esposti per conto dei familiari anche nell’inchiesta della Procura di Bergamo, “dopo due anni di restrizioni la pandemia viene ancora gestita dalle istituzioni in maniera improvvisa, caotica e creativa. Dopo le prime ondate, sono stati creati pochissimi nuovi posti letto in terapia intensiva come dimostrano gli accessi agli atti che abbiamo effettuato in queste settimane chiedendo i dati a varie Regioni”.