Archive for the
‘SANITÀ’ Category

26 Aprile 2022 – Redazione Gonte: Mag24news

“Un’epidemia galoppante”. La crescita di casi di epatite acuta registrati nei bambini desta ampia preoccupazione anche in Italia, dove il campanello d’allarme è stato suonato da Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria e professoressa ordinaria di Pediatria all’Università di Napoli Federico II: “Due settimane fa è stata data la notizia al Congresso della Società europea di Gastroenterologia pediatrica. Si è parlato di un cluster di epatite virale acuta in Inghilterra non classificabile da A ad E. Una settimana fa la notizia è diventata di dominio pubblico e altre società scientifiche hanno iniziato la sorveglianza necessaria a identificare nuovi casi in tutto il mondo. È ancora una fase iniziale e la rete pediatrica nazionale è ben strutturata, però sono allarmata perché i casi rischiano di aumentare. Purtroppo l’epidemia sembra galoppante. Il 5 aprile i casi in Inghilterra erano 10, di cui uno con necessità di trapianto di fegato, e una settimana dopo 74. Si tratta di bambini tra 2 e 5 anni”.

“Si è accertato – sottolinea Staiano in un’intervista a La Stampa – che la maggior parte dei bambini non sono né positivi né vaccinati. Si è notato invece che sono infetti da un adenovirus, simile a quello del raffreddore, ma che in alcuni casi di immunodepressione può portare all’epatite. Sembra proprio una nuova tipologia di epatite, anche se la caratterizzazione clinica del fenomeno è ancora in corso. La durata è di oltre due settimane”.

Attenzione ai sintomi che possono permettere di riconoscere tale malattia nei più piccoli: “Nelle forme più gravi c’è l’ittero, ovvero la colorazione gialla della pelle e del bianco degli occhi. Conta molto in fine l’esame delle transaminasi, gli enzimi prodotti dal fegato che segnalano un danno epatico, il bambino per essere un caso confermato di questa epatite deve avere i livelli oltre 500, mentre la media è 40. I genitori che dovessero notare il cambio di colorazione della pelle devono – il consiglio della Staiano – immediatamente contattare il medico del bambino”.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

26 Aprile 2022 – Redazione

La pillola per la pressione sarebbe cancerogena. Il problema riguarderebbe cinque lotti distribuiti tra Stati Uniti e Porto Rico. Pfizer, la nota azienda conosciuta in tutto il pianeta per aver prodotto il vaccino contro il Covid, ha ritirato il farmaco “Accupril” dal mercato. Come rivelato dalla stessa azienda, le compresse potrebbero contenere una sostanza che se assunta in maniera assidua potrebbe essere pericolosa per la salute dell’uomo o addirittura provocare il cancro.

Secondo una ricerca effettuata, all’interno del medicinale sarebbe stata trovata della nitrosamina. Tale composto in quantità elevate può essere nocivo. Come ribadito, però, dallo stesso produttore, se non preso in dosi massicce, non ha alcun effetto particolare. Non a caso, come viene specificato in una nota diffusa, è comune anche “nell’acqua e negli alimenti, compresi salumi, grigliate, latticini e verdure”.

Allo stesso modo, a scopo preventivo, il gigante dell’industria farmaceutica americano ha provveduto a tutelarsi, ritirando dal mercato i lotti oggetto di discussione. Si tratterebbe di una decisione volontaria e non di un’imposizione arrivata dalle autorità sanitarie competenti. Nonostante ciò, negli Stati Uniti e a Porto Rico, laddove sarebbero stati diffusi i campioni considerati pericolosi, è stata fatta circolare un’informativa in cui si avvertono i medici e i farmacisti che hanno gestito le spedizioni di Accupril a mettersi in contatto con Pfizer.

Al momento sembrerebbe non ci sia stato alcun incidente, né segnalazione. Nell’assunzione immediata della pillola non ci sarebbero rischi. Ecco perché l’obiettivo è di fare in modo che le persone non utilizzino quei prodotti ritenuti cancerogeni in modo prolungato. Per tale ragione, nel giro di pochissimo tempo, è partita da parte di Pfizer una vera e propria campagna di comunicazione. Il fine è spiegare che non c’è ragione di creare particolari allarmismi.

Allo stesso tempo, però, si intende esortare quelle persone che in America hanno problemi di ipertensione e che utilizzano le compresse ogni giorno a rivolgersi a chi di dovere per capire se la pillola possa rappresentare un beneficio o col tempo diventare un pericolo a causa della sostanza che potrebbe essere contenuta al suo interno. Un problema, comunque, che non riguarda Italia ed Europa, dove i comuni utilizzatori della compressa possono dormire sogni tranquilli.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

26 Aprile 2022 – Redazione Fonte: Calabria 7

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia, su “La Verità”, quella che definisce “la strage di Pasqua, altre 40 morti improvvise in soli cinque giorni, nel periodo pasquale, dal 16 al 20 aprile (e tanti altri che si vengono a sapere sono avvenuti anche nelle ultime quarantotto ore)”. “Negli ultimi sessanta giorni sono più di 200 le vittime. Tutte persone, per lo più giovani, sane vaccinate e negative al Covid. Tanti altri sono stati, miracolosamente, salvati grazie all’uso dei defibrillatori. Chiediamo per questo che ci siano defibrillatori ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto. A Napoli da poco, questi strumenti salva vita, i defibrillatori, sono a bordo anche dei primi taxi, pronti, in caso di necessità, per clienti e anche passanti” afferma Corbelli che continua la sua battaglia, denunciando questa tragedia, chiedendo “la immediata sospensione della vaccinazione e ribadendo sempre che “non è contro i vaccini, ma per la libertà di scelta e per la valutazione personale del possibile rischio”.

Decessi fulminei

“Mentre l’Iss annuncia, come ha fatto nell’ultimo report, che le reazioni avverse al vaccino sono meno di una su mille, continua l’impressionante strage delle morti impreviste di giovani e persone anche adulte, tutti sani, vaccinati e negativi al Covid. I numeri sono sempre più allarmanti: nel periodo pasquale, in soli cinque giorni, dal 16 al 20, si sono verificati altri 40 decessi fulminei. Le cifre iniziano a spaventare. Al di là delle migliaia di gravi reazioni avverse (di persone che dopo essere state costrette a vaccinarsi, si vedono adesso abbandonate dallo Stato, costrette a cercare di curarsi in qualche modo e anche a loro spese), sono oramai centinaia le vittime, uomini e donne, tanti i ragazzi/e, moltissimi i giovani, numerosi i trentenni, quarantenni, cinquantenni – ricorda Corbelli – tutti sani e vaccinati, che continuano a morire di colpo. Basta il dato complessivo degli ultimi sessanta giorni (oltre 200 morti, da fine febbraio al 20 aprile) per dare un’idea di questa tragedia che oggi rappresenta la vera emergenza nazionale di cui tranne La Verità e pochissimi giornali on line, nessun grande media, scritto e radiotelevisivo, ne parla. Chiedo: come si può continuare ad ignorare e cercare di nascondere questo dramma, che sta provocando centinaia di morti e dolore devastante e irrimediabile in tantissime famiglie?”

Collassi improvvisi

“Tutte queste vittime, le cui storie si leggono su qualche giornale locale, on line, e sui social, hanno un nome e un volto, a differenza dei morti per Covid di cui conosciamo solo il numero quotidiano, ma non l’età, lo stato di salute pregresso. Perché il Governo Draghi-Speranza e l’Iss non dicono se dei (mediamente) 150 morti al giorno per Covid anche uno solo, sottolineo uno, è un giovane o si tratta solo di persone anziane, vaccinate e magari con diverse patologie. Perché – chiede Corbelli – non chiarisce questo aspetto che aiuterebbe a capire tante cose? Ancora una volta non faccio alcuna ipotesi né correlazione ma dico con forza che non si può e non si deve morire così, collassando all’improvviso nonostante la giovane età. E’ qualcosa di agghiacciante. Bisogna fare di tutto per cercare di fermare questa strage. La gente muore per strada, mentre è al lavoro, mentre fa sport, mentre entra in un negozio, durante il sonno, mentre guida, causando anche gravi incidenti”.

Cosa sta succedendo?

“Nei giorni scorsi un genitore che era in macchina insieme al figlioletto, accortosi del malore, per salvare il suo bambino, ha fatto in tempo, prima di morire, a fermare il veicolo sull’autostrada, dove è stato poi ritrovato dai soccorritori privo di vita. Altri, colpiti da malori, sbandano all’improvviso finendo contro un palo, un muro o fuori strada e perdendo la vita. Come è possibile? Che sta succedendo? Perché non si danno risposte esaustive e convincenti a questi dubbi legittimi e angoscianti, anziché continuare a parlare irresponsabilmente addirittura di quarta dose o di vaccinazione dei bambini! Perché non si fa qualcosa e non si dice agli italiani ciò che sta succedendo? Tanti, come riportano le cronache locali, possono essere salvati se immediatamente soccorsi con l’utilizzo di un defibrillatore. Sembra questo al momento l’intervento più immediato, la soluzione più efficace, per tentare di scongiurare altre morti inaspettate, per infarto. Per questo oggi chiediamo una larga diffusione dei defibrillatori, in tutti i luoghi dove è possibile averli sempre a disposizione, con naturalmente qualcuno, preparato, pronto a utilizzarli in caso di emergenza. Come hanno iniziato a fare i tassisti a Napoli”.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

 

24 Aprile 2022 – Redazione

Il direttore generale della Asl di Lecce Rodolfo Rollo è stato salvato in extremis da un arresto cardiaco. Ad agire, il personale del 118. Rollo ha avuto un infarto proprio davanti al pronto soccorso, che aveva raggiunto con la sua auto in seguito a un malore.

Non ha fatto in tempo neanche a entrare in ospedale: è caduto per terra. Hanno assistito alla scena i sanitari del 118 che erano lì nei pressi dell’ingresso, accanto a un’ambulanza. Sono intervenuti immediatamente, con massaggio cardiaco e defibrillatore, salvandogli la vita.

Le condizioni di Rollo sarebbero stabili. E’ricoverato e sotto osservazione.

Il dott. Rollo era stato tra i primi ad essere vaccinati all’arrivo del siero nel Salento, il 27 dicembre del 2020, come si legge dalla prima pagina di un giornale locale ⤵️

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

24 Aprile 2022 – Redazione

Lutto all’Università degli Studi di Napoli Federico II: è venuto a mancare il professore Carlo Capuano, 48 anni, docente di Economia applicata. La notizia è riportata da Veromagazine.it

Ne ha dato l’annuncio l’ateneo stesso con un post dedicato al professore definito come 1un punto di riferimento per molti studenti della Federico II quale docente di Microeconomia ed Economia Industriale, coordinatore dei programmi Erasmus del Dipartimento e componente della Commissione Erasmus di Ateneo».

Capuano viene ricordato, specialmente sui social, per avere inveito in più occasioni contro coloro che non si erano sottoposti al vaccino contro il Covid. In alcuni suoi post, pubblicati su Facebook, scriveva che non avrebbe mai accettato che dalla sua porta entrasse un ‘no-vax‘.

Non solo: usava anche il filo dell’ironia. «Lo sapete che da quando ho fatto il booster non solo il mio cellulare prende ovunque, ma ho la sensazione che anche il wifi di casa sia più potente. L’unico fastidio è che mi scottano solamente le orecchie».

Noto il suo odio per chi ha deciso legittimamente di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid con gli attuali vaccini a mRNA. Segue video riassuntivo:

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

24 Aprile 2022 – Redazione – Fonte EventiAvversi

I medici di medicinale generale pugliesi hanno inviato un documento al governatore Michele Emiliano chiedendo un incontro urgente per evitare «che l’assessorato faccia scelte basate sull’improvvisazione che potrebbero mettere in grande difficoltà i medici di medicina generale anche sul piano medico-legale».

La lettera è firmata dalla Cgil medici, Smi, Snami, Simet e Ugs medici, alla Regione viene contestata la decisione di affidare ai medici di famiglia la somministrazione anche della quarta dose «senza averne prima discusso» le modalità.

“Il 31 marzo scorso  è stato revocato lo stato di emergenza decretato in ragione della pandemia da Sars-Covid2. Pensavamo che con la fine dello stato di emergenza si ritornasse alla  normalità e in particolare  alla norma per cui tutte le decisioni riguardanti la medicina territoriale tornassero  ad essere discusse nell’ambito dei Comitati Permanenti Regionali (CPR) ed Aziendali (CPA) come previsto  dagli Accordi Collettivi Nazionali”, si legge nella nota dell’Intersindacale medici della Puglia Ugs Medici – Cgil Fp Medici – Smi -SIMeT – Snami indirizzata al Presidente della Puglia Emiliano, all’assessore alla Salute Palese e a Montanaro, direttore  del dipartimento salute della Regione Puglia.

“Riceviamo, invece, note regionali riguardo la II dose booster (IV dose) in cui si indicano i medici di famiglia tra i vaccinatori senza averci convocato e coinvolto. Si fa riferimento a precedenti accordi ponendo la IV dose in continuità con le vaccinazioni precedenti. Si commette, ancora,  l’errore di considerare un atto medico un atto meccanico di una iniezione in un braccio. Se fosse un atto in continuità con le precedenti vaccinazioni non dovremmo chiedere ai vaccinandi la firma del consenso informato avendo già dato il consenso nelle vaccinazioni precedenti, ma non è così. C’è bisogno anche questa volta del consenso informato perché ogni atto medico ha valore in se ed ha risvolti di carattere medico-legale”.

“Ci chiediamo, inoltre, visto che la IV dose non deve farla chi si è ammalato di Sars-Covid 2 se le ASL siano in grado di darci gli elenchi delle persone fragili da vaccinare tenuto conto della fattispecie sopra riportata? Diversamente il medico potrebbe vaccinare cittadini che non vanno vaccinati, con risvolti di responsabilità di tipo medico-legale, essendo, tra l’altro, la vaccinazione solo consigliata”.

“Auspichiamo che si torni come di  norma  a discutere della II dose booster ( IV dose) nei CPR e nei CPA evitando che l’assessorato regionale faccia scelte basate sulla improvvisazione che potrebbero mettere in grande difficoltà i medici di medicina generale anche sul piano medico-legale.

Ricordiamo che oltre un mese fa richiedemmo un Comitato Permanente Regionale per affrontare i problemi della burocrazia divenuta esasperante che toglie ai medici tempo da dedicare ai propri pazienti con il risvolto, viste le liste d’attesa dai tempi biblici  che possono indurre a rivolgersi al privato, con un aggravio di spesa a carico dei cittadini,  in un momento già difficile sul piano economico.

Avevamo chiesto, inoltre, più chiarezza rispetto  l’appropriatezza prescrittiva che, alla luce della recente legge regionale sulla spesa farmaceutica, rischia di aprire contenziosi  viste le ataviche anomalie da noi sempre segnalate (prescrizioni indotte, mancata distribuzione dei farmaci all’atto delle dimissioni ospedaliere).

Segnaliamo, infine, il mancato coinvolgimento sulle indicazioni del PNRR che pure,   riguarda la medicina generale e la sanità. Il PNRR, se non correttamente impostato, può preludere a grosse difficoltà attuative con ripercussioni sulla funzionalità ed efficacia della sanità regionale circa  l’organizzazione dei servizi da offrire ai cittadini”.

E poi ancora, chi sono i soggetti effettivamente fragili da vaccinare? Se lo chiede Dino Delvecchio, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia Bat (Barletta-Andria-Trani), il quale riferisce che i cittadini con malattie particolari, in queste ore, si stanno recando dal proprio medico di famiglia chiedendo se rientrano o meno fra le categorie a rischio e quindi soggette alla quarta dose anticovid.

«C’è tanta confusione – ha spiegato Delvecchio – dalla Regione Puglia vorremmo maggior chiarezza per comprendere quali tipologie di fragilità devono essere raggiunte dalla dose booster. Ancora una volta – ha aggiunto – noi medici ci sentiamo abbandonati. Siamo contenti che i pazienti si rivolgano a noi per tutti i chiarimenti del caso, ma noi in primis abbiamo bisogno di comprendere tutti i passaggi per indirizzare i pazienti verso la strada giusta».

Nella Bat le vaccinazioni della quarta dose avverranno solo all’interno di hub, centri vaccinali e SISP, ma i medici di base in queste ore stanno ricevendo numerose chiamate dei pazienti, confusi e in cerca di chiarezza su come comportarsi.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

24 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: EventiAvversi

Tutti gli articoli relativi alle recenti epidemie di epatite “anomala” nei bambini stanno cercando di escludere a priori la correlazione con la vaccinazione Covid. Gli esperti tradizionali continuano tutti ad affermare che i vaccini COVID siano sicuri ed efficaci. Quindi non è un’opzione che potrebbe essere considerata, anzi va scongiurata quanto più possibile in modo che il sospetto non si diffonda tra la popolazione.

Ma cosa dicono i dati VAERS?

Dicono che il numero medio di segnalazioni per l’epatite in un anno è di circa 8 casi.

Ripetiamo:

Il numero medio di segnalazioni per l’epatite in un anno è di circa 8 casi.

Nel 2021, solo per il vaccino COVID, sono stati 304.

La domanda ovvia è quindi : “perché ci sono stati 8 casi un anno prima dei vaccini COVID (per tutti i 70 vaccini combinati) e adesso 304 casi nel 2021 associati al vaccino COVID?”

Noi sappiamo che:

La proteina spike si concentra in milza, fegato, ghiandole surrenali e ovaie in alte concentrazioni e tutto ciò è ormai supportato da numerosi studi e evidenze scientifiche.

Uno studio dell’Agenzia di regolamentazione giapponese chiamato “The Bio-Distribution Study” ha dimostrato che i vaccini a RNA messaggero COVID-19 (mRNA) viaggiano nel corpo dopo essere stati iniettati. Lo studio confuta assolutamente la premessa che il vaccino COVID-19 rimanga nel muscolo della spalla:

“La risposta breve non lo è assolutamente. È molto sconcertante. La proteina spike entra nel sangue, circola attraverso il sangue negli individui per diversi giorni dopo la vaccinazione. Una volta che entra nel sangue, si accumula in un certo numero di tessuti come la milza, il midollo osseo, il FEGATO, le ghiandole surrenali”, commentò il Dr. Byram Bridle, esperto canadese di vaccini.

LEGGI LO STUDIO:  ⤵️

672212000_30300AMX00231_I100_1.pdf (pmda.go.jp)

C’è uno studio del  Journal of Autoimmunity sull’insorgenza dell’epatite autoimmune dopo il vaccino mRNA COVID-19

 […]”Sebbene il nostro paziente abbia ricevuto il vaccino ad mRNA Moderna, ci sono già altre segnalazioni di epatite autoimmune indotta dai vaccini Pfizer-BioNTech e Oxford-AstraZeneca, a sostegno dell’idea che il vaccino COVID-19 scateni fenomeni autoimmuni indipendentemente dal suo meccanismo d’azione.”[…]

LEGGI LO STUDIO: Autoimmune hepatitis after COVID-19 vaccine – more than a coincidence – ScienceDirect

Qui uno studio di Nature che prende in considerazione la biodistribuzone della proteina Spike(tossica) negli organi : […]”Nei vaccini, come i vaccini a mRNA, l’SP tradotto viene rilasciato in liquido interstiziale / sangue, distribuito a molti organi e innesca una risposta immunitaria. Pertanto, abbiamo studiato la biodistribuzione dell’SP iniettato per via endovenosa e testato l’effetto degli anticorpi anti-ACE2 e anti-SP sulla biodistribuzione regionale SP e sull’assorbimento degli organi utilizzando un sistema di imaging dinamico in vivo esterno e un’analisi tissutale ex in vivoQui, mostriamo che SP ha avuto una biodistribuzione a livello corporeo, una lenta eliminazione regionale, ad eccezione del fegato, che ha mostrato un accumulo, e un assorbimento differenziale degli organi.“[…]

LEGGI LO STUDIO: Spike protein multiorgan tropism suppressed by antibodies targeting SARS-CoV-2 | Communications Biology (nature.com)


Ci sono stati inoltre casi documenntati di Riattivazione del virus dell’epatite, meningite da virus Herpes Zoster e Vasculite cutanea dopo la vaccinazione COVID-19.


Sappiamo anche che di recente uno studio ha dimostrato che [Pfizer-BioNTech] può essere trascritto inversamente nel DNA nella linea cellulare del fegato Huh7, e questo può dare adito alla preoccupazione se il DNA derivato da [Pfizer] possa essere integrato nel genoma dell’ospite e influenzare l’integrità del DNA genomico, ciò può potenzialmente mediare la genotossicità degli effetti collaterali.

LEGGI LO STUDIO: https://doi.org/10.3390/cimb44030073


Ma naturalmente gli “esperti” dicono che non c’è nessuna correlazione, motivo per cui sono ignorati i dati appena esposti.

Quindi forse possono spiegare perché l’aumento avviene SOLO con i vaccini COVID ma non con altri vaccini nel 2021?

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

24 Aprile 2022 – Redazione

Il calvario di Silvia Selis, 48 anni: aperta un’inchiesta dopo la denuncia del compagno. L’ipotesi è che nel corso della prima operazione, per la rimozione di una tumore benigno, alcuni punti siano stati messi male.

Muore, dopo 69 giorni di agonia, per un’infezione dovuta a una ferita rimasta aperta per dei punti malmessi dopo l’operazione di rimozione di un tumore benigno al retto. Questa l’ipotesi per cui la procura ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo in ambito sanitario. A perdere la vita è stata Silvia Selis, 48 anni, una figlia da poco maggiorenne, impiegata in uno studio notarile. Il dramma, avvenuto all’ospedale Sant’Andrea il 16 febbraio scorso, è stato denunciato dal compagno della donna, assistito dall’avvocato Carlo Carrese. Silvia Selis si ricovera presso la struttura il 12 dicembre del 2021 per sottoporsi a un intervento programmato da settimane. La donna ha tumore benigno e l’operazione per la rimozione le viene presentata come la procedura più sicura per curare la neoplasia senza incorrere in ricadute. Il 13 dicembre la paziente entra in sala operatoria. L’intervento sembra riuscito in modo perfetto. Ma passano poche ore dal risveglio dopo l’anestesia e la donna avverte delle fitte lancinanti all’addome.

L’équipe sanitaria interviene subito. Viene svolto un controllo medico, ed emerge che la ferita è aperta perché i punti sarebbero saltati. La conseguenza è una peritonite. Silvia Selis è sottoposta immediatamente a un nuovo intervento chirurgico perché il timore è che ci sia una perforazione dell’intestino. Quando riprende conoscenza, le condizioni di salute, secondo il ricordo dei familiari, appaiono ancora precarie, tanto che la donna viene trasferita in terapia intensiva. Giorno dopo giorno, il quadro clinico peggiora. La paziente viene intubata per le difficoltà a respirare. Dopo un lieve miglioramento, la situazione precipita alla vigilia delle vacanze natalizie. Il 23 dicembre Silvia finisce in sala operatoria per una terza volta, con la diagnosi di una peritonite acuta diffusa.

Dopo l’intervento però le sue condizioni si stabilizzano, addirittura sembra che il peggio sia ormai alle spalle. Il compagno e la figlia le sono accanto, senza mai lasciarla sola. Purtroppo però il 10 gennaio scorso, di nuovo, Silvia Selis si sente male. I medici dispongono una Tac, che evidenzia una lesione interna vicino allo stomaco, per cui si rende indispensabile l’ennesima operazione. La paziente entra per la quarta volta in sala operatoria per l’inserimento di 2 stent. Ai dolori si sommano le complicazioni dovute alle difficoltà respiratorie, tanto da dover tornare in terapia intensiva perché affetta da una polmonite, non Covid. Ma la condizioni di salute della donna sono ormai compromesse. Il 30 gennaio entra in coma: non si riprenderà più fino al 16 febbraio, quando morirà.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

 

22 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: today.it

Il Consiglio di Stato ha dichiarato legittima la decisione dell’Aifa di non pretendere la prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo anche per le minorenni. La contraccezione d’emergenza, infatti, “non va confusa con l’interruzione volontaria di gravidanza”. Questa la motivazione che sta alla base della sentenza, che rende libera la vendita del farmaco contraccettivo anche per le minorenni senza prescrizione medica, come tutti i farmaci da banco.

Sì alla pillola dei 5 giorni dopo, conosciuta con il nome di EllaOne, anche per le minorenni senza prescrizione medica

EllaOne “non è un farmaco abortivo” è un “farmaco da banco” che può essere assunto entro 5 giorni da un rapporto sessuale, funzionando così come un contraccettivo d’emergenza. Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione con cui il Tar Lazio a maggio dello scorso anno rigettava il ricorso presentato da alcune associazioni pro vita impegnate nella promozione e nella protezione della vita umana.

Alla base di questa sentenza la differenza sostanziale esistente a tra farmaco abortivo e farmaco contraccettivo. Il farmaco EllaOne, che contiene la sostanza ulipristal acetato, non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza, poiché è un antiovulatorio, ossia agisce prima dell’impianto dell’embrione. “Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile” perché “non viene in rilievo un atto medico somministrato ad un paziente” bensì la volontaria assunzione di un farmaco.

Pillola dei 5 giorni dopo, le Associazioni pro vita

Alcune associazioni pro vita – tra cui Medici Cattolici Italiani, Family Day, Associazione Pro Vita e Famiglia, Movimento per la Vita Italiano – avevano contestato la decisione dell’Aifa di eliminare la prescrizione medica anche per le minori di 18 anni per una molteplicità di motivazioni, compresa quella relativa ad una possibile violazione del diritto del minore ad una corretta informazione e del diritto di chi esercita la responsabilità genitoriale a sostituirsi al minore. Sostenevano “che col venir meno della prescrizione sarebbe venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina”.

Per il Consiglio di Stato, però, non essendo necessaria alcuna prescrizione per la pillola dei 5 giorni dopo, al pari degli altri farmaci da banco, è necessario solo decidere la volontaria assunzione, “diversamente opinando ogni farmaco da banco richiederebbe l’attivazione del meccanismo di tutela del minore con la contestuale prestazione di consenso da parte dei genitori o di chi ne fa le veci”. Secondo il Consiglio, il consenso dei genitori o chi per loro comprimerebbe e frusterebbe la libertà sessuale della minore.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

22 Aprile 2022 – Redazione – di Paolo Gulisano – Lanuovabq.it

Uno degli aspetti più drammatici della pandemia, fin dagli inizi, è stato il fenomeno – apparentemente incredibile – dei No Drugs. Ovvero i negazionisti dell’utilità dei farmaci. Il mantra ripetuto per due anni da medici ed esponenti politici governativi è stato quello del “non c’è cura”.

L’unica molecola autorizzata nelle cure domiciliari è stato il Paracetamolo, un sintomatico che diminuisce temporaneamente la febbre ma non impedisce minimamente al Covid di fare danni all’organismo attraverso i meccanismi infiammatori. Quindi, anche senza citare tutta una serie di farmaci che hanno comunque dimostrato la propria utilità, dall’eparina al cortisone ad alcuni immunomodulatori ad antibiotici, per fermare il Covid evidentemente ci vogliono antiinfiammatori.

La scoperta dell’acqua calda fatta da Pregliasco con i suoi consigli a Draghi di utilizzare appunto questo tipo di farmaci era già nota da due anni ai medici che hanno curato sul campo con le cure domiciliari. Ma i No Drugs si sono sempre opposti a questa evidenza, e migliaia di medici di base hanno seguito diligentemente i protocolli e hanno continuato a dare ai pazienti di Covid come unica scelta terapeutica la Tachipirina.

Ora questo colossale errore, che passerà tristemente alla storia della Medicina, ha cominciato ad essere messo in luce in modo scientificamente inconfutabile da diversi studi. Uno di questi è una ricerca fatta da studiosi indiani che hanno proprio messo a confronto le capacità del Paracetamolo con quelle di un farmaco antinfiammatorio, l’indometacina. Un vecchio farmaco che è usato nelle terapie ad esempio dell’artrosi, e che costa poco più di 2 (due!) euro la scatola. L’indometacina, tra l’altro, fa parte anche della multiterapia messa a punto dal prof. Serafino Fazio, dal professor Bellavite con la collaborazione di altri medici. I ricercatori indiani hanno confrontato il paracetamolo con l’indometacina (a parità di altre cure standard aggiunte) in uno studio controllato e randomizzato. Chi ha ricevuto l’indometacina è guarito in tempi più brevi e non ha sviluppato desaturazione, che era il principale parametro di riferimento della ricerca. Ovvero non ha avuto polmonite e gravi sintomatologie respiratorie, mentre quasi il 20% di chi ha ricevuto il paracetamolo si è aggravato. Lo studio è pubblicato su una importante rivista.

L’indometacina, come detto un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), si è rivelato anche come un agente antivirale ad ampio spettro. Questo studio clinico randomizzato in ambiente ospedaliero ha valutato l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco nei 210 pazienti inseriti nello studio, e confrontati con un campione analogo che riceveva paracetamolo. L’endpoint primario dello studio era verificare lo sviluppo di ipossia con desaturazione sotto il valore soglia di 93. Sono stati monitorati i profili dei pazienti insieme ai parametri clinici quotidiani. Inoltre è stata valutata la chimica del sangue al momento del ricovero e della dimissione.

Nel gruppo indometacina, nessuno dei pazienti ha sviluppato desaturazione. D’altra parte, nel braccio paracetamolo, circa il 20% dei malati hanno sviluppato desaturazione. I pazienti che hanno ricevuto indometacina hanno anche sperimentato un sollievo sintomatico più rapido rispetto a quelli nel braccio del paracetamolo, con la maggior parte dei sintomi che scomparivano nella metà del tempo. Inoltre, 56 su 107 nel braccio del paracetamolo avevano febbre al settimo giorno, mentre nessun paziente nel gruppo indometacina aveva la febbre. Il follow-up al quattordicesimo giorno ha rivelato che i pazienti del braccio del paracetamolo avevano affrontato diversi disagi; i pazienti del braccio di indometacina si lamentavano per lo più solo di stanchezza. Non sono stati registrati eventi avversi provocati dal farmaco.

L’indometacina dunque si è dimostrato un farmaco sicuro ed efficace per il trattamento di pazienti con Covid, e questo è un dato importantissimo, alla luce delle evidenze epidemiologiche della pandemia. Ormai infatti è chiaro che il vaccino, anche con tre dosi, non è in grado di interrompere la catena di trasmissione del virus. E’ chiaro che dovremo imparare a convivere con questo virus, in tutte le sue molteplici varianti, presenti e future, e che la soluzione al problema sta nelle cure.

No Drugs devono rassegnarsi: le cure ci sono già, da diverso tempo, e sono farmaci che hanno addirittura decenni di storia alle spalle, come appunto l’indometacina. Studi come questo lo dimostrano in modo chiaro e documentato. Il tempo della “Tachipirina e vigile attesa” è definitivamente terminato. Ora è tempo che si cambino finalmente le linnee guida, che potranno salvare la vita a tante persone.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale