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31 Marzo 2022 – Redazione

Il plasma iperimmune dimezzerebbe il rischio di ricovero se somministrato entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi di Covid-19. È l’esito di un nuovo studio coordinato dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora e pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha valutato l’efficacia del plasma dei convalescenti in pazienti nelle prime fasi della malattia e senza particolari fattori che possano aumentare il rischio di un decorso grave del Covid.

Plasma iperimmune, efficacia e sicurezza

Finora, la maggior parte delle ricerche sull’utilizzo terapeutico del plasma dei pazienti guariti ha riguardato soggetti positivi al Sars-CoV-2 già ricoverati in ospedale e quindi con forme di malattia avanzata. Gli studi condotti in questo contesto hanno rilevato pochi vantaggi nell’utilizzo del plasma.
Nel corso della nuova ricerca, invece, i ricercatori hanno valutato l’efficacia e la sicurezza del plasma iperimmune in 592 soggetti di età superiore ai 18 anni trattati entro il nono giorno dalla comparsa dei sintomi del Covid, per poi confrontare l’evoluzione della patologia con un gruppo di controllo composto da 589.

Dall’analisi è emerso che tra i pazienti trattati con il plasma iperimmune non si è verificato nessun decesso e solo 17 (il 2,9%) hanno avuto bisogno del ricovero. Percentuale che sale a 6,3% nel gruppo di controllo, dove i decessi sono stati 3.
Il trattamento con il plasma ha dunque ridotto il rischio di ricovero del 54% e sembra essere stato determinante anche nello sviluppo della malattia dopo il ricovero. I risultati suggeriscono, infine, che la somministrazione del plasma dei pazienti guariti nei primi giorni dalla comparsa dei sintomi riduca il rischio di ricovero in terapia intensiva, ventilazione meccanica o supporto di ossigeno. Lo studio ha dunque evidenziato come sia decisivo il tempismo nella somministrazione del trattamento: il plasma si è rivelato efficace se somministrato nei primi 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, mentre i vantaggi erano praticamente nulli oltre questa soglia.

FONTE: ⤵️

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2022/03/31/covid-plasma-iperimmune


30 Marzo 2022 – Redazione 

Andate via, siete russi, non venite più nel mio studio“. Si sarebbe rivolta così a una ragazza di origini russe, invalida al cento per cento, il medico di base che l’ha in cura da anni. A raccontarlo è la stessa giovane, Lidia Malica Davidenco, 19 anni, residente a Casalecchio di Reno e studentessa dell’Alma Mater, che ha deciso di denunciare la professionista per diffamazione aggravata e di presentare un esposto all’ordine dei medici.

È il 21 marzo quando la studentessa, affetta da sordità al 99%, si reca nello studio della sua dottoressa, sempre a Casalecchio, per chiederle di compilare un modulo che attesti la sua disabilità. Le serve per acquistare un computer da usare all’Università a Iva scontata come prevede la legge per chi ha la sua patologia. “Sono nata in Italia e sono cittadina italiana“, spiega Lidia. “Sono paziente della dottoressa da anni e, fino allo scoppio della guerra in Ucraina era sempre stata disponibile, corretta e professionale. Tra l’altro, sono dovuta tornare nel suo studio il giorno dopo perché il modulo non era stato compilato in modo esaustivo. Non riesco a capire cosa le sia successo: che colpa abbiamo, io e i miei familiari, per quello che sta succedendo?“. Così il Resto del Carlino.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta esaminando rare segnalazioni di perdita dell’udito e altri problemi uditivi in seguito al „vaccino“ COVID-19.

Le segnalazioni di acufene o tinnito riguardano 27 paesi, tra cui Italia, Regno Unito e Stati Uniti. La fascia di età delle persone che hanno accusato l’acufene va dai 19 ai 91 anni , di cui circa tre quarti sono donne.

Secondo l’OMS e le case farmaceutiche, le cause dell’acufene sono ancora sconosciute e non ci sarebbero prove che i vaccini possano causare problemi di udito.

Oltre un terzo delle segnalazioni provengono da personale del settore sanitario. Il caso più famoso è quello del vaccinologo Dr. Gregory Poland. Dopo aver sviluppato un acufene in seguito alla seconda dose, il medico specialista ha sollevato una serie di preoccupazioni circa gli eventi avversi con il suggerimento di condurre ulteriori accertamenti.

Nel suo bollettino, l’OMS precisa che l’80% dei casi di acufene segnalati si sono verificati dopo la somministrazione di Pfizer. Un portavoce ha dichiarato a NBC News che l’azienda farmaceutica non ha trovato “alcun nesso causale” tra il suo „vaccino“ e le segnalazioni di acufeni.

QUESTO IL DOCUMENTO DELL’AVV.RENATE  HOLZEISEN ⤵️

https://www.renate-holzeisen.eu/it/vaccino-pfizer-non-e-sicuro-ne-efficace/

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Mentre le nuove varianti di SARS-Cov-2 continuano ad apparire sempre più velocemente, dobbiamo chiederci cosa rende la SARS-Cov-2 capace di mutare così velocemente, molto più velocemente della SARS originale del 2003, generando infinite nuove varianti.

Si scopre che la scienza potrebbe avere la risposta! Un noto scienziato, il geniale Ralph Baric ha pubblicato un interessante ricerca nel 2010:

Perché questo articolo di 12 anni fa è così interessante? Perché mostra come il principale ricercatore di Gain-of-Function Ralph Baric, stesse giocando con il virus della SARS (la SARS originale del 2003) per farlo mutare più velocemente ed essere in grado di generare nuove varianti a un ritmo maggiore.

Probabilmente, Ralph Baric era scontento che il virus sars originale, sebbene altamente patogeno, non stesse mutando abbastanza velocemente. Così lui e i suoi coautori hanno deciso di apportare modifiche al virus della SARS per farlo mutare più velocemente!

Essendo brillanti ricercatori, hanno trovato un modo per farlo:

Riportiamo qui l’ingegnerizzazione e il recupero di virus mutanti nsp14-ExoN di sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV) che presentano difetti di crescita stabili e dimostrano un aumento di 21 volte della frequenza delle mutazioni durante la replicazione in coltura.

Utilizzando nuovi strumenti bioinformatici e il sequenziamento profondo attraverso il genoma a lunghezza intera dopo 10 passaggi di popolazione in vitro, dimostriamo la ritenzione delle mutazioni ExoN e il continuo aumento della diversità e del carico mutazionale rispetto al SARS-CoV wild-type. I risultati definiscono un nuovo modello genetico e bioinformatico per l’introduzione e l’identificazione di mutazioni multi-alleliche in virus competenti per la replicazione che saranno potenti strumenti per testare gli effetti della diminuzione della fedeltà e dell’aumentata diversità delle quasispecie sulla replicazione virale, la patogenesi e l’evoluzione.

Finanziamento: Questo lavoro è stato supportato dai premi del Servizio Sanitario Pubblico dell’Istituto Nazionale di Allergia e Malattie Infettive

Per ribadire ciò che hanno fatto in un linguaggio semplice: hanno usato strumenti bioinformatici informatici per trovare i cambiamenti genetici necessari per far mutare il virus più velocemente al momento della replicazione, permettendogli così di generare più varianti più velocemente, pur rimanendo robusto e competente per la replicazione.

Hanno scoperto che le cosiddette mutazioni “ExoN” come nsp14-ExoN. L’hanno anche superato 10 volte in vitro come prova di concetto, assicurandosi che questa variante mutante della Sars muti davvero 21 volte più velocemente per generare ancora più varianti.

Intendiamoci, nsp14 è una “proteina non strutturale” che deve essere mutata per disabilitare la correzione degli errori e consentire la comparsa di più mutazioni durante la replicazione virale.

E allora, direte? Perché dovremmo preoccuparci di questa proteina oscura?

SARS-Cov-2 muta più velocemente a causa di NSP14

Si scopre che SARS-Cov-2 è noto per mutare più velocemente a causa delle mutazioni nsp14 …

Per ribadire ciò che hanno fatto in un linguaggio semplice: hanno usato strumenti bioinformatici informatici per trovare i cambiamenti genetici necessari per far mutare il virus più velocemente al momento della replicazione, permettendogli così di generare più varianti più velocemente, pur rimanendo robusto e competente per la replicazione.

Hanno scoperto che le cosiddette mutazioni “ExoN” come nsp14-ExoN, fanno mutare il virus 21 volte più velocemente, pur mantenendo la sua replicazione competente (in modo che sia ancora in grado di replicarsi). L’hanno anche superato 10 volte in vitro come prova di concetto, assicurandosi che questa variante mutante della Sars muti davvero 21 volte più velocemente per generare ancora più varianti.

Intendiamoci, nsp14 è una “proteina non strutturale” che deve essere mutata per disabilitare la correzione degli errori e consentire la comparsa di più mutazioni durante la replicazione virale.

E allora, direte? Perché dovremmo preoccuparci di questa proteina oscura?

SARS-Cov-2 muta più velocemente a causa di NSP14

Si scopre che SARS-Cov-2 è noto per mutare più velocemente a causa delle mutazioni nsp14 …

Quindi, SARS-Cov-2 contiene un nsp14 mutato dalla SARS. Come funziona nella vita reale?

Esattamente così: Le mutazioni di nsp14 hanno aiutato al verificarsi di nuove varianti.

Niente di strano fin qui?

Questa potrebbe essere una pura coincidenza: alcuni pipistrelli, seduti nelle grotte a 1.000 km da Wuhan, per puro caso hanno deciso di seguire il suggerimento dell’articolo del 2010 e hanno modificato i geni nsp14 ExoN per far mutare il loro virus più velocemente – solo per divertimento.

Conosciamo il resto della storia: quei pipistrelli hanno anche preso in prestito parti del genoma dell’HIV e parti del codice genetico per produrre il peptide NGVEGF dall’influenza suina del 2008. Inoltre, questi pipistrelli hanno violato illegalmente il brevetto di Moderna e hanno inserito una sequenza brevettata da Moderna nel punto chiave del virus SARS-Cov-2, ovviamente senza il permesso di Moderna.

D’altro canto, perché Moderna avrebbe dovuto dare ai pipistrelli il permesso di usare il suo codice brevettato in SARS-Cov-2? Non c’è alcun motivo! I miliardi che Moderna ha fatto con i vaccini Covid-19, sicuramente, non c’entrano.

Quando poi hanno finito con le modificazioni genetiche, quei pipistrelli hanno volato per 1.000 km dalle loro grotte a Wuhan, in Cina, e hanno dato il via a una pandemia globale proprio nel “mercato” a 2 km di distanza dall’Istituto di virologia di Wuhan.

27 Marzo 2022 – Redazione

27 marzo 2022 – Redazione – (a cura di Monica Tomasello)

Un recente studio sui sieri anti Covid-19, pubblicato anche su Nature.com il 26/10/21, ha evidenziato il verificarsi di consistenti alterazioni fisiopatologiche dopo la ‘vaccinazione’…

Testualmente: “Comprehensive investigations revealed consistent pathophysiological alterations after vaccination with COVID-19 vaccines”

I risultati sono il frutto di un’indagine completa sui cambiamenti fisiopatologici, comprese le alterazioni immunologiche, verificatisi nelle persone dopo la vaccinazione COVID-19.

Tali risultati hanno indicato che la vaccinazione ha sì stimolato la generazione di anticorpi neutralizzanti (vedi fig.1) ma ha anche influenzato vari indicatori di salute tra cui quelli relativi a diabete, disfunzione renale, metabolismo del colesterolo, problemi di coagulazione, squilibrio elettrolitico, come se i volontari avessero contratto un’infezione (vedi fig.2, fig.3)

Studio completo ➡️

Le conclusioni a cui si è addivenuti ha spinto gli scienziati a postulare come “sia un’imperativo considerare il potenziale impatto a lungo termine della vaccinazione su determinate condizioni mediche o sulla salute umana in generale.”

(Fonte: STUDI SCIENTIFICI)

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/studio-scientifico-pdf-scaricabile-su-potenziale-impatto-a-lungo-termine-della-vaccinazione-covid-19/

 

Ecco cosa cambia in merito all’utilizzo del Green Pass da venerdì 1 aprile 2022, le nuove regole per negozi, lavoro e trasporti. Il Governo  sembra aver capito che l’epidemia è ormai diventata endemica, quindi qualcosa con cui dovremmo convivere (senza continuare a esasperare i cittadini).

Dal 1 aprile, per prima cosa, decade l’obbligo del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Questo obbligo resta però in vigore per il personale sanitario. Medici e infermieri non vaccinati rischiano dunque ancora la sospensione senza stipendio. Capitolo scuola. Per docenti e insegnanti l’obbligo vaccinale resta però fino al 15 giugno. Però, dal primo aprile potranno, almeno recarsi al lavoro, anche se saranno destinati ad incarichi non a contatto con gli studenti.

Inoltre, con l’inizio del nuovo mese, per entrare nei ristoranti, anche al chiuso, servirà solo il green pass base. Questo, lo ricordiamo, è ottenibile anche tramite tampone (rapido o molecolare) negativo. In un primo momento, nella bozza del decreto, era stata prevista questa possibilità solo per i ristoranti all’aperto. Ma alla fine il Governo è tornato sui propri passi, cambiando idea. Il comma 2 dell’articolo 6 del Dl, prevede infatti che l’accesso con il green pass base sia concesso ai “servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso, da qualsiasi esercizio, ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati”.

Vediamo ora in dettaglio tutte le nuove regole in vigore da venerdì 1 aprile 2022, quando, finalmente (è il caso di dirlo) andranno al macero molte di quelle regole, alcune complicate, altre assurde, che ci hanno accompagnato in questi mesi.

Green pass 1 aprile: scuola
Iniziamo dal capitolo più importante, quello della Scuola. Sì, perché in questi mesi l’Istruzione non è mai stata un diritto, al contrario della Salute (che invece si è innalzato a Diritto Principe dopo anni di tagli). Con l’inizio del nuovo mese, restano le mascherine ma basta la chirurgica. Non si renderà più necessaria la quarantena per gli alunni asintomatici e tornano le gite. La dad rimarrà solo per gli studenti positivi. Nelle Università è necessario il green pass base almeno per tutto aprile.

Green pass 1 aprile: trasporti
Dal 1 aprile si potranno usare i trasporti pubblici (autobus, metropolitano, aerei e treni) con il Green pass base. Tuttavia rimane necessario ancora per tutto il mese indossare la mascherina Ffp2.

Green pass 1 aprile: negozi e centri estetici
Il Green pass non verrà più richiesto per accedere a negozi e servizi alla persone, come per esempio estetisti e parrucchieri. Anche qui però resterà l’obbligo di indossare una mascherina.

Quarantena dal primo aprile
Cambia anche la Quarantena, che ci saluta quasi del tutto. Chi ha avuto un contatto con un positivo, infatti, non sarà più costretto a restare chiuso in casa. Avrà solo l’indicazione di tenere una mascherina Ffp2 indossata per 10 giorni.

Il Giornale d’Italia