E’ stata appena pubblicato in gazzetta ufficiale la legge di conversione n. 126 del DL 105, l’atto che ha esteso il greenpass a moltissime attività a partire dallo scorso 6 Agosto.Di seguito le modifiche più importanti e che riguardano tutti i cittadini:
– E‘ stato specificato in modo chiaro che nei servizi di ristorazione al chiuso (soggetti quindi a greenpass) NON sono inclusi i ristoranti per i clienti degli hotel o strutture ricettive in genere
– Per i centri termali è stato escluso l’obbligo di greenpass in caso di prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, attività riabilitative o terapeutiche
– E‘ stato esplicitato ciò che era già stato disposto dal garante per la privacy: “ogni diverso o nuovo utilizzo delle certificazioni verde covid19 è disposto esclusivamente con legge dello Stato”. Quindi nessun sindaco, governatore di regione o azienda privata può utilizzare il greenpass se non previsto dalla legge.
– Per le strutture sanitarie ci sono due importanti modifiche: la prima estende la necessità di greenpass per gli accompagnatori anche in centri di diagnostica e poliambulatori specialistici, la seconda, ancora più importante, è che per accedere al pronto soccorso SALVO I CASI DI OGGETTIVA IMPOSSIBILITA’ DOVUTA ALL’URGENZA sarà necessario sottoporsi a tampone rapido o molecolare. Questo significa che da oggi chiunque acceda al pronto soccorso, ANCHE SE VACCINATO, dovrà fare il tampone se non ci sono presupposti di urgenza valutati dal personale sanitario.
– Il greenpass per chi ha completato il ciclo vaccinale (attualmente 1 dose con JJ e 2 dosi per astrazeneca , pfizer o moderna) avrà durata 12 mesi e non più 9 (decisione presa per poter gestire i primi vaccinati di gennaio che altrimenti si sarebbero trovati senza greenpass fra poco)
– Vengono inseriti anche i tamponi salivari per rilascio greenpass “nel rispetto dei criteri stabiliti con circolare del ministero della salute”. Come anticipato quindi in questa prima fase io saranno validi solo i tamponi salivari molecolari (costosi). Verificheremo in futuro se anche i tamponi salivari economici e rapidi saranno inseriti per rilascio greenpass
Guardate il prezzo delle materie prime: gas, elettricità, alluminio, argento, grano, legna, terre rare… guardate il prezzo dei container che portano trasportano le merci da un continente all’altro. Guardate l’impennata del debito e della creazione di moneta negli ultimi anni.
Vi sembra sostenibile?
I casi sono due: o il sistema sta per collassare per incapacità dei leader politici mondiali o lo stanno facendo collassare per ordine del forum di Davos. O ci aspetta il caos e l’anarchia o stanno progettando un nuovo sistema digitale da lanciare sulle macerie del vecchio.In entrambi i casi qualcuno deve aver pensato che fossimo troppi da gestire sia in uno scenario di caos che in uno di avanzamento tecnologico che richieda molta meno manodopera rispetto al passato.
Per questo decidere di rischiare una patologia invalidante al cuore per il resto della vita (se c’è un resto della vita) per continuare a lavorare qualche mese in più, oltretutto dovendo fare non un siero ma ben 3 e chi lo sa se poi esce pure il quarto come in Israele, NON E’ UNA OPZIONE.
Lo so, molti pensano di non aver scelta ed io sono d’accordo: NON ABBIAMO SCELTA, DOBBIAMO RESISTERE.
Anche a costo di perdere lavoro e casa, perché cedere vuol dire perderli comunque, ma stavolta con una salute menomata. Sono il primo a mangiare pane ed angoscia per il futuro ogni giorno, sono il primo che non può permettersi la perdita dello stipendio. Ma ancor meno posso permettermi di perdere la vita, la salute e soprattutto la giustizia.
Perché la giustizia è dalla parte di chi resiste, lo sapete tutti.
Ed allora fate la cosa giusta, la Provvidenza ci aiuterà. E se non lo farà la Provvidenza, comunque arriva il crollo.
Non era mai accaduto dopo il 2007, quando esplose lo scandalo dei costi della politica con il celebre libro “La Casta” di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella: sta per scattare un maxi aumento di stipendio per tutti in un comparto dello Stato. I fortunati sono membri eletti e dipendenti dell’ufficio del Garante per la protezione dei dati personali, che custodisce e difende la privacy degli italiani.
Forse in questo caso avrebbe voluto serbare anche la privacy delle proprie azioni, ma nella bozza del prossimo decreto legge con primo firmatario Mario Draghi e ideatore soprattutto il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, è spuntata una manina misteriosa che con malizia ha fatto emergere la novità. All’articolo 10 del corposo decreto che serve anche a stabilire come dividere sul territorio i ricchi fondi del Pnrr spunta una spesuccia da 4,7 milioni di euro all’anno a partire da questo 2021 (e quindi pure retroattiva) che riguarda proprio il Garante per la privacy: un aumento di stipendio fresco fresco da 160 mila a 240 mila euro (+50%) per i tre membri eletti dal Parlamento che affiancano il presidente dell’autorità, Pasquale Stanzione.
Continuano ad aumentare i casi di positività tra i sanitari. «I dati del monitoraggio ‘Epicentro’ dell’Iss sono inequivocabili», scrive La Stampa. «Se dall’11 giugno alla stessa data di luglio si contavano appena 212 contagi, durante il mese di agosto sono balzati a 1.951. Un incremento del 600% che potrebbe essere anche sottostimato visto che la rilevazione è stata fatta durante il clou delle vacanze, quando molti camici bianchi erano in ferie e non del tutto solerti a farsi il tampone per un po’ di tosse o raffreddore».
A essere più colpito da questa recrudescenza dei contagi è stato soprattutto il personale infermieristico, scrive Affari Italiani, che secondo l’Inail rappresenta circa l’82% dei nuovi positivi al virus e che in questo momento conta una media di 50 positivi al giorno. La conseguenza è che si aprono nuovi dubbi sulla durata dell’immunizzazione garantita dal vaccino. «I professionisti sanitari sono stati infatti i primi ad essere immunizzati a gennaio e questa recrudescenza improvvisa dei casi fa sorgere più di un sospetto», rende noto La Stampa. «Compreso quello che la variante Delta possa in qualche modo rendere la vita più breve agli anticorpi messi in circolo dal vaccino».
Caro direttore, Ti chiedo di essere sollevata dall’incarico di conduttrice del tg 1 della notte. Ritengo non sia più possibile per me rappresentare un telegiornale che, secondo la mia opinione, ogni giorno rischia di violare i più elementari doveri dell’informazione pubblica: l’equilibrio, l’imparzialità, la correttezza, la completezza…”
Così il 19 aprile 2017 la giornalista del Tg 1 Elisa Anzaldo, aveva scritto al suo direttore Minzolini, manifestando un disagio professionale e civile profondo e doloroso per chi in quella testata ha speso tanta parte della vita. La lettera in un primo momento non ricevette risposta così, Elisa Anzaldo, prese carta e penna e riscrisse, a suo dire, fedele al suo ruolo di scrupolosa cronista, la denuncia con altri fatti spariti o resi incomprensibili.
Ma noi, oggi, pubblichiamo un video in cui l’Anzaldo spiega tutto quello che accade in una redazione Rai, e non solo quella, che personalmente sottoscrivo, avendo lavorato per oltre 20 anni in questa Realtà
Queste, alcune delle osservazioni della Anzaldo, alla fine delle quali, con grande fermezza, conferma da una parte le sue dimissioni dalla conduzione del tg 1 della notte, dall’altra la sua volontà di restare a lavorare in redazione, come caposervizio alla cronaca e di voler continuare a proporre anche quelle notizie che non vengono considerate tali dalla direzione”.
Senza strumentalizzare in modo alcuno questa testimonianza che, purtroppo, conferma quanto avevano denunciato Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario che insieme ai Piero da Mosso, ai Raffaele Genha, ai Paolo Di Giannantonio, ai Massimo de Strobell, sono già stati messi in condizione di andarsene, oppure stanno aspettando che sia il giudice a riconoscere le loro ragioni professionali.
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TUTTO QUESTO A CONFERMA CHE IL MAINSTREAM E’ PILOTATO DALLA POLITICA, NON RACCONTA LA VERITÀ O SI LIMITA ALLE MEZZE VERITÀ’.
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Questo iniziativa è appoggiata e condivisa dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale
Nessun segnale precedente di vasculite prima del vaccino. E’ quanto emerge sulla morte dell’infermiere Giacomo Venuto, deceduto il 5 agosto, venti giorni prima la morte di Antonio Mondo, l’infermiere il cui cuore ha smesso di battere domenica mattina, per il quale sono in corso accertamenti e non si esclude la segnalazione all’Aifa.
La morte dei due colleghi è stata messa in possibile relazione con la vaccinazione anticovid anche se il direttore sanitario dell’ospedale Papardo, Giuseppe Trimarchi, ha escluso la correlazione nel caso di Giacomo Venuto attribuendola invece ad una vasculite di cui ci sarebbero stati sintomi pregressi.u
Una circostanza esclusa categoricamente dal medico curante, Sebastiano Tamà, che di Venuto è anche cognato.
“Mio cognato – spiega il dottore Tamà – era nel mio elenco pazienti fin da quando esercito la professione di medico di famiglia a Messina. Ha sempre goduto di ottima salute, è stato anche un discreto sportivo che esercitava attività anfibica. Infermiere che ha lavorato al pronto soccorso del Piemonte e poi in rianimazione nonché al 118, non ha mai preso un giorno di malattia, anche quando aveva la canonica influenza se ne andava a lavorare perchè era un soggetto sano. Segnali di vasculite zero”.
Tamà ricostruisce anche le tappe della vaccinazione.
Giacomo Venuto, 55 anni, è stato fra i primissimi a ricevere la somministrazione della prima dose, quando il vaccino arrivò a Palermo già a fine dicembre, perchè faceva parte di quel team organizzato dall’Irccs Neurolesi che si è spostato nel capoluogo per le prime vaccinazioni. La seconda dose del Pfizer invece fu somministrata a gennaio, nell’hub del Piemonte.
I primi disurbi arrivano però a maggio inoltrato. Dolori alla spalla, al ginocchio, un po’ di faringite. Malesseri che si accentuarono via via con otite e altri disagi. Per questo fu sottoposto a vari consulti medici specialistici che però non hanno portato inizialmente a nessuna diagnosi precisa fino al ricovero in Neurologia del Piemonte dove è stato curato per una ipotetica condizione settica. “Nonostante tamponi e ulteriori accertamenti sierologici e clinici – continua Tamà – non correlavano lo stato settico ad infezione dimostrabile e accertata”.
Ma la situazione si aggravava di giorno in giorno, fino a quando non è stato necessario il trasferimento d’urgenza alla rianimazione all’azienda Papardo – con un transito dalla pneumologia – per l’ulteriore peggioramento della condizione respiratoria e renale.
Ed è in rianimazione che si incrocia anche con il ricovero del collega Antonio Mondo.
Venuto muore poco dopo le 11 del 5 agosto. “L’ipotesi vasculite – spiega Tamà – o meglio della sindrome di Wegener è stata avanzata solo in una fase medio terminale del paziente. Per avere una conferma certa occorreva almeno un esame istologico polmonare o renale che non è stato effettuato perchè a detta degli specialisti in quella fase non avrebbe aggiunto nulla di utile. Venuto è stato cremato ma esistono cartelle cliniche e medici che possono documentare quanto dichiarato”.
Anche Venuto, come Mondo, lascia moglie e due figli che nella prima fase di elaborazione del lutto non hanno chiesto ulteriori accertamenti, così come la direzione sanitaria dell’ospedale non ha ritenuto di effettuare alcuna segnalazione all’Aifa.
“C’è da dire – conclude Tamà – che dall’ospedale nessuno ha ritenuto opportuno rapportarsi né con la famiglia né con me che sono stato il medico curante, segnalato come l’interlocutore con l’area sanitaria che aveva in carico il paziente. Su questa vicenda andrò fino in fondo segnalando tutte le anomalie agli organi sanitari regionali”.
Il presidente del Consiglio Draghi prospetta di introdurre un obbligo vaccinale indiscriminato.
Questa volta, secondo l’avv. Mauro Sandri, per scongiurare il peggio, bisogna agire in via preventiva immediata, per far emergere la verità medico scientifica prima che la menzogna diventi legge.
E’ assolutamente indispensabile bloccare la possibilità di ritenere scientificamente fondata la premessa posta a base del paventato obbligo vaccinale indiscriminato.
Si tratta della menzogna che è posta a fondamento della vaccinazione di massa che, in corso lo smantellamento in sede europea, deve essere fatto dichiarare giudizialmente espressamente anche in sede interna.
Questa l’iniziativa legale proposta dall’avv. Mauro Sandri👇👇👇👇👇
Chiunque abbia già aderito alla causa sul green pass e vaccini italiano ed europeo (https://www.santalex.eu/causa-dl-green-pass) partecipa gratuitamente a questa iniziativa. Chi non ha aderito a tali inziative può partecipare secondo le seguenti modalità: i costi di adesione ammontano a 100,00 euro a persona. Gli importi indicati coprono i costi di causa fino al 1° grado ed includono una quota di accantonamento, destinata a coprire gli eventuali costi di causa, anche in caso di soccombenza. L’adesione per un eventuale futuro 2° grado di giudizio sarà su base volontaria.
COME ADERIRE:
Per aderire, è necessario inviare una e-mail cliccando qui (popolo.obbligo@gmail.com) in cui indicare:
– Nome
– Cognome
– Data e Luogo di nascita
– Residenza
– Codice Fiscale
– Numero di telefono
– E-mail
Alla stessa e-mail, bisogna allegare:
– Documento di identità (fronte e retro):
Carta identità, carta identità elettronica, patente di guida o passaporto
– Codice fiscale/ tessera sanitaria (fronte e retro)
Diversi video sono presenti anche su FB e Youtube.
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[Questo iniziativa è appoggiata e condivisa dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
Obbligo vaccinale non in linea con la Costituzione. Massimo Cacciari si esprime così dopo la conferenza nella quale il premier Mario Draghi ha fatto riferimento all’obbligo di vaccinazione, all’estensione del Green Pass in Italia e alla terza dose di vaccino. “Il mio discorso non è contro i vaccini”.
L’obbligo vaccinale è contro la Costituzione
I vaccini non possono essere obbligatori, e mi meraviglio che la Corte Costituzionale non sia intervenuta, perché, su questo argomento, l’interpretazione della Costituzione è inequivocabile“. “Credo che ci debba essere la scelta di ciascuno di noi – ha proseguito Cacciari – che valuta sulla base del rapporto costi/benefici, un principio che la Corte Costituzionale ha sempre adottato. L’obbligo può avvenire sempre laddove ci sia l’assoluta certezza che non ci sia nessun rischio. Non può essere da nessuna parte sottoscritto, si vedano le posizioni delle stesse industrie farmaceutiche”. E intervenendo al Festival di Filosofia di Modena sulla Libertà, Cacciari, torna a gridare che il re è nudo.
“Vorrei dai giuristi: è o non è in contraddizione col regolamento Ue 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui e’ diventato legge in Italia? – scrive Cacciari. E ai nostri illustri costituzionalisti vorrei chiedere: “non sembra loro che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno ‘rispetto della persona umana’? “Non pensano che conditio sine qua non, è che costui venga correttamente informato? Risulta loro di essere stati precisamente informati su andamentodell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze…? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini di Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto? E’ un peccato discuterne, è anti-scientifico! Democrazia è critica, informazione, domandare e ascoltare chiè competente. Domando e non ascolto: vero o falso che in Israele, dove il tasso di vaccinazione è stato tra i più alti, il 60% dei nuovi ospedalizzati (quasi il 90% ultrassessantenne) ha avuto il vaccino, e che dati analoghi o quasi sembrano emergere un po’ dappertutto? Perchè non si hanno dati altrettanto trasparenti da noi? Tuttavia alcuni ci sono, e altrettanto preoccupanti: nell’agosto di quest’anno, rispetto a quello 2020, sono aumentati contagi, ricoverati, terapie intensive e decessi, malgrado la campagna di vaccinazione abbia già superato il 60% (quorum ego, tra parentesi). Quanti di costoro sono stati vaccinati? Vi è differenza tra un vaccino e l’altro? Quale l’età? Quali patologie pregresse? Domande oziose? E il rispetto per la persona allora?’
FONTE: La Pekoranera e La Pressa (quotidiano di approfondimento politico e economico)
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Il dottor Giuseppe Marzulliè stato fino al 1° ottobre 2020 direttore medico dell’ospedale di Alzano Lombardo, il PesentiFenaroli. Il 23 febbraio 2020, a due giorni dal primo caso italiano dichiarato, quello di Codogno, vengono trovati i primi casi di positività al Coronavirus dell’ospedale di Alzano. Marzulli decide di chiudere il Pronto soccorso, prima di incontrare in una riunione i dirigenti della ASST di Bergamo Est: il Pronto soccorso, diversamente da quanto vuole Marzulli, deve riaprire e riapre dopo circa quattro ore e mezzo. Destino diverso da quello dell’ospedale di Codogno che invece viene subito chiuso al pubblico. La gestione della pandemia nella Val Seriana, dal caso dell’ospedale Fenaroli alla mancata zona rossa per Alzanoe Nembro, è finita al centro di un’indagine della Procura di Bergamo che da più di un anno cerca le cause che avrebbero portato la Val Seriana e la provincia di Bergamo ad essere una delle zona del mondo dove ilCoronavirus è stato più letale.
Nel caso si arrivasse a processo, Marzulli ha deciso di costituirsi parte civile, per amor di verità e per rispetto ai colleghi del suo ospedale che sono morti di Covid
IN QUESTO VIDEO IL SUO RACCONTO👇👇👇👇👇
È questione di tempo, di pazienza, di respiro profondo e costante. Non entrate per nessun motivo nel panico. Se i media vi hanno reso dipendenti dai titoli terroristici pensate a depurarvi, perché la verità la sapete. Rafforzate ciò che siete ed il motivo per cui siete qui.
Solo insieme siamo grandi.
Riprendetevi la vostra umanità e rafforzate i rapporti umani, il sostegno reciproco, la rete sul territorio. Il danno lo hanno fatto loro. Lo sanno! Dobbiamo solo attendere e resistere con mente lucida, inceppando il sistema da dentro, perché niente è perfetto, neanche un piano demoniaco.
Il danno lo hanno fatto loro.
Lo sanno. Rimanete nella ragione e accogliete chi capirà più avanti.
FONTE: C.Li.Va Toscana
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L’uomo postmoderno è governato in ogni istante della sua vita dai numeri. Aliquote, percentuali, spread erano gli spettri che si aggiravano in tutto lo Stivale prima dell’era Covid. Oggi sono passati in secondo piano perché sono altri i numeri che amministrano il modus vivendi di ognuno di noi. Questi dati sono erogati con modalità differenti, più devastanti e pervasive, poiché si tratta di numeri riguardanti la vita di nostri concittadini.
Ricordate i soloni delle 18:00 durante il primo confinamento tenuti da Angelo Borrelli, ovvero il capo della Protezione Civile? Numeri su numeri, picco ancora distante, un’emergenza perenne. Questo modo di rappresentare la realtà avrebbe dovuto far scattare un allarme in testa a qualcuno, ma soltanto i veri lettori di Orwell sono riusciti a recepire il messaggio.
Difatti sono i numeri, con parametri modificati ad hoc spesso senza un’apparente logicità, a definire come dovremo affrontare il domani. La zona gialla fino a qualche mese fa sarebbe scattata con una percentuale più alta di ricoveri, oggi basterebbe che le terapie intensive fossero occupate per il 10% della loro capienza. Dunque un numero irrisorio e assolutamente non critico. Però tanto basta per dividere le famiglie numerose in due tavoli differenti all’aperto e sarebbe meglio tralasciare altre grottesche misure.
Altresì i numeri non sono un’arma ad uso esclusivo del Governo. La matematica, scienza esatta, sta anche dalla parte di chi compie il suo lavoro lontano dalle terapie politiche ordite da Speranza e compagnia rossa cantante.
È il caso del protocollo M, frutto di una lunga esperienza nella cura delle malattie virali acute da parte del dott. Lorenzo Mondello. Infettivologo dal 1986, ha stilato questo protocollo per le cure precoci dei pazienti sintomatici in isolamento domiciliare.
Vi sono presenti numerosissimi articoli sul protocollo M e sulla sua efficacia e proprio i numeri ne testimoniano il suo successo: 1600 pazienti trattati direttamente oltre ad altre migliaia tramite passaparola sui social. Dei 1600 pazienti solo una trentina di ricoveri e nessun decesso per Covid. L’unico decesso è avvenuto per complicanze toraciche in un soggetto senza milza e che aveva effettuato sia radio che chemioterapia. Un soggetto, purtroppo, gravemente debilitato.
Insomma, proprio gli stramaledetti numeri danno ragione al protocollo M. Purtroppo in Italia, al pari della Cina tanto cara alla maggioranza, non vige alcuna pluralità nell’informazione. Viene concesso adeguato spazio a tutte le forze politiche, che tuttavia sono uniformate sostanzialmente su posizioni estremamente simili almeno sulla questione Covid.
Chi dovrebbe assicurare un’informazione sana e imparziale, scevra da conflitti di interessi, indipendente e neutrale; in realtà svolge diligentemente il compitoservile del cagnolino delle istituzioni.
Durante il governo Conte è stato istituito il “Fondo emergenze emittenti locali“, il quale constava di 50 milioni di euro da offrire a quelle emittenti tv e radio disposte a trasmettere determinati messaggi confezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Col governo Draghi il fondo è stato ampliato con l’innesto di altri 20 milioni. Mero complottismo? Assolutamente no, basta leggere quanto troviamo scritto sul decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel novembre 2020:
Alle emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionali relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi è riconosciuto, per l’anno 2020, un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da Covid-19”.
La durata complessiva minima della rotazione di messa in onda va da un minimo di 11 ad un massimo di 20 messaggi da parte del Ministero in un giorno. Per poter intascare i soldi le emittenti dovevano ogni giorno garantire un certo numero di messaggi trasmessi al proprio pubblico nelle varie fasce orarie, e naturalmente più alto è il numero di spot trasmessi, più ricchi sono i compensi per l’emittente.
Andiamo dunque al nucleo del discorso: sono stati elargiti oltre 2 milioni tra il Ministero e la regione Sicilia a SES (Società Editrice Siciliana)per neutralizzare il protocollo Mintervistando personaggi del mondo della sanità con giornalisti complici. Alla SES fanno parte la Gazzetta del Sud, RTP, Antenna dello Stretto, Giornale di Sicilia, TeleGDS e RadioTGS. Com’è noto, la SES ha in mano il pacchetto di maggioranza del Giornale di Sicilia. E, complessivamente, prende dalla Regione 1.781.208,27 €.
Antenna Sicilia è stata elargita con un fondo di 547.726,20 €.
il TGS con 326.439,54 €.
RTP con200.622,63 €.
Questi sono soltanto alcuni degli esempi più ricchi…
È possibile consultare l’elenco completo cliccando qui. Ancora una volta i numeri ci permettono di leggere una realtà ben delineata: Io ti pago, tu dai l’informazione che io ti impongo. Semplice.
A proposito di ciò…, rammentate questa intervista del 1 febbraio 2021 svoltasi proprio su RTP? Vi allego il link tra parentesi (Intervista contro il protocollo ) M 1/2/2021
L’intervistato è il dott. Versace del Policlinico di Messina, il quale si è lasciato andare a dichiarazioni fuorvianti visto il successo del protocollo M:
Terapie uguali per tutti non esistono. Vorrei rivolgermi ai miei colleghi, a quelli che pensano di curare con i protocolli tramite i social network: non si fa. Io censurerei chi fa terapie attraverso Facebook o attraverso altri social. Perché ogni paziente deve fare la terapia in base alle sue condizioni […] I medici a domicilio devono monitorare […] Fosse così facile curare a domicilio.”
La giornalista Marina Bottari è sembrata soddisfatta dalle risposte del medico, quasi come un’insegnante con l’alunno preparato, il quale ripete le stesse parole usate dalla professoressa durante la lezione.
Due più due fa quattro, ritornando al dogma matematico. Difatti questa intervista al dottor Versace, responsabile Covid del Policlinico, altro non è che un’offensiva nei confronti del dott. Mondello e del suo protocollo antigovernativo e a favore della scienza libera. Gli stessi social tanto vituperati da Versace hanno svolto un lavoro egregio grazie ai numerosissimi utenti che seguono Mondello sin dalla prima ora e ne condividono gli studi. Si tratta di fruitori che, senza il suddetto protocollo, probabilmente sarebbero morti o avrebbero riscontrato problemi a causa dell’informazione prezzolata dall’élite governativa.
Purtroppo dovremmo saperlo già dal principio, ma spesso ci dimentichiamo di rileggere i classici russi. Lo scrisse Dostoevskij nel suo capolavoro “L’idiota”:
“Il denaro è la cosa più volgare e odiosa che ci sia perché può tutto, perfino conferire il talento. E avrà questo potere fino alla fine del mondo.”
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