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In Australia è dittatura piena. Un declino impressionante e spaventoso della democrazia e dei diritti umani.

Qui in Italia, debunker e fact checker, per lo più ragazzini che ancora puzzano di latte (in polvere), stanno devastando i social media con le loro scemenze a raffica. Ignoranti funzionali, privi di senso storico, completamente lobotomizzati dal dogma della scienza (e dunque mai così lontani dai valori etici della medicina e dalle leggi dell’umanità), distraggono l’opinione pubblica, inducendo tensioni, odio sociale, ma anche un forte inebetimento con incapacità cronica di dedurre o di osservare.

Aiutati dalla stampa di regime, hanno innescato un processo molto potente di riprova sociale della stupidità, dove non conta più se ciò che dici ha senso oppure no, conta solo l’allineamento al gruppo.

Osservo quello che succede in Australia, poi guardo qui da noi, un popolo di adolescenti quarantenni con problemi di emulazione e bullismo sanitario e istituzionale, e non so come andrà a finire.

Si muovono all’unisono. Sembrano guidati da una regia. Magari, è solo un fenomeno spontaneo. O forse no. Non so dirlo. Ma il loro comportamento distruttivo e anti-umano è organizzato e corale. Formano un blocco unico, un muro compatto di nefandezze e angherie. Odiano come se non ci fosse un domani. Disprezzano per antonomasia. Scherniscono per metodo.

Nel frattempo, nessuno si prende un momento per capire come sia stato possibile in pochi mesi trasformare le democrazie del mondo in una distopia [*1] allucinata senza fine.

La distanza che oramai separa la nostra già labile condizione dalla deriva nazista più atroce e impietosa è davvero molto esigua. Un soffio di vento, una scheggia impazzita, un decreto improvviso, e non ci sarà fine ai pianti, allo strazio e al dolore degli italiani.

Proteste e manifestazioni di piazza lasciano il tempo che trovano. Perché quando la linea distruttiva da seguire è stata tracciata dai potenti del mondo, nessuna volontà popolare, sebbene democraticamente manifestata, può interferire con i processi avviati.

Se tutto quello che stiamo vedendo nel mondo in questi ultimi mesi non ci basta a comprendere l’inefficacia profonda delle fiaccolate, temo che non ci sia più speranza.

Avvocati per la Costituzione, medici di telegram, associazioni ed enti di ogni sorta non hanno prodotto un solo grammo, che sia uno, di miglioramento della condizione democratica. E mentre tutti si continua a professare l’opportunità di manifestare in piazza, il regime avanza inesorabilmente e senza ostacoli.

Non si può vincere il confronto civile, quando non c’è confronto civile. Non puoi vincere nulla, se nel campo della sfida non ci sono i tuoi avversari, visto che costoro governano e legiferano con accordi di palazzo. Sostenuti, incredibilmente, dalla più copiosa e aberrante mandria di finti giornalisti e debunker ragazzini.

Credo sia tempo di strategie diverse, di autodifesa, di sopravvivenza. È la necessità cogente di ogni essere umano di tornare a vivere come esseri umani. Se non lo facciamo, siamo finiti.

D’ora in avanti, ogni minuto lasciato impunito nelle mani di queste folli creature, sarà un passo verso il crollo definitivo e disastroso della nostra democrazia.

[*1] Distopia: è l’esatto opposto di utopia: è una realtà inesistente ma plausibile, un’immaginaria società altamente indesiderabile e spaventosa. Solitamente ambientata nel futuro, la distopia è la rappresentazione di una società fittiziadove alcune caratteristiche del presente sono estremizzate in forma negativa. In uno stato totalitario, fortemente gerarchizzato, l’autorità pretende il controllo assoluto sulla vita del cittadino; non tollerando nessun tipo di dissidenza né pensiero indipendente, l’autorità si afferma tramite un costante e progressivo plagio mentale. La società distopica può prendere vita da un golpepolitico/religioso oppure da una catastrofe naturale, per lo più causata dall’uomo, dalla quale l’uomo pensa di risollevarsi annullando completamente la società civile e instaurando un regime dittatoriale.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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https://cataniacreattiva.it/carlo-dangio-ad-un-passo-dal-crollo/

Stefano Leoni, docente del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con una lunga lettera ha dato le dimissioni dal suo incarico di vicedirettore dell’ente. Non si è però dimesso dal suo ruolo di musicologo: continuerà a insegnare ai suoi studenti del Conservatorio estetica musicale ma online, almeno fino a dicembre.

Il green pass è un abominio

l motivo delle dimissioni? È contrario all’utilizzo del Green Pass, come dimostra anche la firma al recente appello sottoscritto tra gli altri da Alessandro Barbero, si legge su La Stampa. Leoni ritiene il certificato verde eticamente disdicevole, e un «abominio dal punto di vista legalecostituzionalenormativocarente e confusionario sotto il profilo giuridico». 

Il vaccino è un farmaco genico sperimentale e il tampone un ricatto

Il professore fa notare che è «coercizione e adesione forzata alla «campagna vaccinale», e crea una pressione indebita su lavoratori (docenti, personale Ata) e studenti, «inducendoli a sottoporsi all’inoculazione di un siero genico sperimentale dall’efficacia non ancora esattamente definita nella limitazione dei contagi e delle ospedalizzazioni, e dagli effetti collaterali ignoti o colpevolmente ignorati». Non essendo Stefano Leoni, 63 anni, allineato al pensiero del Conservatorio, ha così preferito lasciare il ruolo di vicedirettore, che verrà assunto da Andrea Campora, docente di teoria, ritmica e percezione musicale. «Io rispetto le opinioni di tutti sul Green Pass – aggiunge Leoni – ma non vorrei venissero demonizzate le mie». Il tampone ogni 48 ore? «Mi sembra un ricatto».

Una rinuncia importante quella del Prof. Stefano Leoni, di cui vi pubblichiamo il curriculum che potrete leggere cliccando sul link👇
http://www.stefanoleoni.altervista.org/

Lettera aperta di Maurizio Bolognetti,Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Partito Radicale, al Presidente Mattarella

Presidente Mattarella, non arrivo ad affermare che lei abbia volontariamente mentito al Paese intero, ma affermo, senza esitare, che lei ha diffuso una pericolosa non verità, una bugia. Affermo che lei si è fatto alfiere di tesi che non hanno fondamento scientifico, di una deriva da Stato etico, di inaccettabili ricatti di Stato. Nel contempo, non una parola è giunta dal “Colle” per chiedere che venga ridata dignità a un Servizio Sanitario Nazionale asfaltato da provvedimenti scellerati.

Lei non dice la verità quando elegge ad untori coloro che legittimamente rifiutano di farsi inoculare con questi sieri.

Tocca rappresentarle, signor Presidente, quel che il 27 luglio affermava il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, dr. Antonio Magiil vaccino non protegge dal poter essere un “contagiante”. Sia il vaccinato che il non vaccinato lo sono. Qual è il problema? Trovandosi alcuni soggetti a rischio, il vaccinato che non è protetto – perché non sa se in quel momento è portatore – può essere parte infettante. Essendo vaccinato posso essere positivo. Far passare il messaggio che il non vaccinato è un pericolo pubblico per gli altri NO!”

Gioverà segnalarle le parole del prof. Peter Doshi, che, in un articolo pubblicato il 23 agosto dal British Medical Journal, riferendosi all’incauta approvazione concessa dalla Fda al vaccino della Pfizer tra l’altro scriveva: “Prima della prestampa, la mia opinione, insieme a un gruppo di circa 30 medici, scienziati e sostenitori dei pazienti, era che c’erano semplicemente troppe domande aperte su tutti i vaccini covid-19 per supportare l’approvazione di uno di questi. Il preprint, purtroppo, ha affrontato pochissime di queste domande aperte e ne ha sollevate di nuove”. Insomma, dubbi che si aggiungono a dubbi.

Tocca rappresentarle, signor Presidente, che poche ore fa il virologo Geert Vanden Bossche ha scritto: “I richiami e/o l’estensione delle campagne di vaccinazione di massa ai gruppi di età più giovani accelereranno solo l’insorgenza della resistenza virale ai vaccini e causeranno danni sostanziali sia ai non vaccinati che ai vaccinati”.

Inutile dire che le parole – gli interessanti interventi – del dr. Vanden Bossche sono state rese clandestine, così come sono state rese clandestine le parole del dr. Garavelli e, se consente, le ragioni che mi hanno indotto a condurre azioni nonviolente (scioperi della fame e disobbedienze civili).

Il dr. Garavelli, nel febbraio 2021, dalle pagine di “Alessandria Oggi” affermava: “Per favore, non chiamateli vaccini: sono terapie geniche sperimentali, e non è detto che bastino a neutralizzare un virus Rna, difficilissimo da “inseguire” proprio perché mutante. Ma soprattutto: perché dannarsi tanto per questi controversi non-vaccini, quando ormai è assodato che per ridurre la minaccia Covid sono più che sufficienti le cure precoci da somministrare ai primi sintomi, lasciando i pazienti a casa ed evitando quindi la corsa agli ospedali?”

L’ottimo infettivologo piemontese, da lei nominato Cavaliere della Repubblica, ha subito in questi mesi un autentico linciaggio e ha deciso, purtroppo, di autocensurarsi.
Forse non se n’è accorto Presidente ma in questo paese c’è un preoccupante clima maccartista, che lei stesso ha finito per avallare. Lei, che dovrebbe essere il custode e il garante del dettato costituzionale.

Signor Presidente, servirebbe a qualcosa ricordarle che il Consiglio d’Europa, in una risoluzione approvata a gennaio, affermava che nessuno avrebbe dovuto subire discriminazioni se avesse deciso di non farsi inoculare questi sieri anti-Covid, questi non-vaccini?
Altro che non discriminare! Con un crescendo rossiniano, accompagnato da una violenta campagna di puro odio e terrorismo, stiamo assistendo all’approvazione di provvedimenti che posso solo definire degli indecenti ricatti di Stato. Provvedimenti discriminatori. Siamo di fronte a una pericolosa svolta autoritaria in materia di politiche sanitarie e non solo. Ci siamo 

incamminati su una china assai scivolosa, che non ha nessuna giustificazione sul piano della scienza.

Signor Presidente, il dr. Guido Rasi pochi mesi fa, il 10 maggio, riferendosi ai decessi provocati dal Sarscov2 ha affermato: “Qualcosa non deve aver funzionato in termini di standardizzazione delle cure perché non è possibile che si muoia così tanto. Probabilmente l’approccio tachipirina e vigile attesa è un po’ troppo minimalista”?
Sbagliato! Non “minimalista”, la parola giusta è criminale.

Ne abbiamo parlato, abbiamo parlato delle dichiarazioni di Rasi? Ovviamente no! Anzi, sono state immediatamente inghiottite dal silenzio, come tutto ciò che potrebbe rompere l’armonia di una narrazione che fa acqua da tutte le parti.

Sono altrettanto certo, signor Presidente, che nessuno ricordi e in pochi sappiano che la Commissaria Onu ai diritti umani, nell’aprile 2020, esprimeva il timore che l’emergenza sanitaria potesse tradursi in una catastrofe per i diritti umani. Le parole della Bachelet le ricordo a Lei e a me stesso: “L’emergenza sanitaria può diventare una catastrofe per i diritti umani, i cui effetti dannosi supereranno a lungo la pandemia stessa. I governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l’opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere“.

A febbraio 2020, da cittadino che ha speso buona parte della sua vita a difendere democrazia e diritti umani, avevo espresso il timore che questa emergenza sanitaria potesse aggravare la pregressa emergenza democratica.
Non pretendo che lei condivida la mia analisi sullo stato e la qualità della democrazia nel nostro Paese e nel mondo. Non lo pretendo, ma le dico che il nostro era ed è uno Stato criminale sul piano tecnico-giuridico e che, di tutta evidenza, c’era e c’è una emergenza democratica.

Signor Presidente, lei dovrebbe temere come la peste una scienza che si fa religione e che vive di dogmi; una scienza che si fa scienza di regime.
Da 19 mesi, ininterrottamente, si sta consumando un attentato contro i diritti politici del cittadino. Da 19 mesi assistiamo alla patente violazione dell’art. 294 del codice penale.

Dalle ore 23.59 di giovedì 23 settembre e, per ora, fino alla mezzanotte di sabato 11 ottobre riprenderò lo sciopero della fame di dialogo che avevo sospeso il 14 luglio. Riprendo per aiutarla a riflettere su questa mia e per chiederle se vuole continuare ad essere il Presidente di un Paese in cui le più alte cariche dello Stato stanno alimentando un clima d’odio accompagnato da uno squadrismo di regime.

Nel 1937 Gaetano Salvemini, uno degli animatori del “Non mollare”, scriveva:

Un uomo vale tanto quanto sa. Se gli si proibisce di apprendere nuovi fatti e nuove idee gli si mutila l’anima e la gravità della mutilazione è proporzionata alla durata della sua ignoranza. Senza libertà di stampa, un popolo diventa cieco, sordo e muto. L’individuo si trova isolato al centro dell’esistenza. Si torna inconsciamente al sistema medievale dei clan. Vi regna una notte perpetua in cui vagano spiriti smarriti e vuoti di idee”.

Signor Presidente, io invoco la verità. Io invoco lo Stato di diritto democratico. Io invoco la Costituzione. Io invoco, egregio Presidente, tutto ciò che state cestinando oggi più di ieri.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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https://cataniacreattiva.it/lettera-aperta-del-giornalista-bolognetti-al-presidente-mattarella/

di Mariano Amici

Nella Storia della Repubblica Italiana, finali dei Mondiali ed Europei di calcio a parte, non abbiamo mai avuto una data precisa, un singolo giorno esatto in cui siamo stati veramente uniti come Popolo, come Nazione, come gruppo di esseri umani che si riconosce in un’unica lingua e bandiera, il Tricolore. 

ADESSO CE L’ABBIAMO. È IL 15 OTTOBRE 2021. 

Non dobbiamo fare nulla. Anzi, dobbiamo fare esattamente quello in cui siamo più bravi quando si tratta di far valere i nostri diritti, e cioè Niente!

Dobbiamo semplicemente fare spontaneamente quello che ci è stato imposto per quasi 3 mesi da Marzo a Maggio 2020 e, per più lunghi periodi, per molte attività, tra il 2020 ed il 2021: 

DOBBIAMO NON ANDARE A LAVORARE, L’ITALIA SI DEVE PARALIZZARE TUTTA, DA NORD A SUD. 

Dal panettiere all’idraulico, dal supermercato all’industria di automobili, dal Centro Commerciale alla catena di Fast food, dal ferroviere al poliziotto, dall’insegnante all’impiegato comunale.

Non si va da nessuna parte, non si esce a fare nulla, non si compra nulla, non si fa benzina, non si acquistano tabacchi e alcolici (monopoli di Stato), ce ne stiamo a casa (quella casa che vogliono tassare ulteriormente con la riforma del catasto e con l’introduzione dell’Imu, sì anche sulla prima casa!) a goderci un giorno in famiglia, è un venerdì, si fa un bel fine settimana lungo. 

A Lavorare devono andare solo coloro ai quali il Green Pass non viene chiesto, mi pare siano esclusivamente i parlamentari, che votano leggi (giuste o sbagliate che siano) per gli altri, ma non per se stessi. 

Per rispetto del popolo, e per non colpirlo ulteriormente più di quanto non lo sia stato già, solo i servizi sanitari indifferibili devono  essere garantiti, pronto soccorso, interventi urgenti salvavita e quant’altro riterrete opportuno. 

Si chiama resistenza non violenta, è una pratica per raggiungere degli obiettivi per mezzo di proteste simboliche, disobbedienza civile, non-cooperazione economica o politica, e altri metodi, senza l’uso della violenza. 

L’articolo 1 della nostra Costituzione recita

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” 

Non c’è scritto

l’Italia è una Repubblica fondata sulla dimostrazione di aver fatto un tampone o una terapia farmacologica per poter lavorare”. 

Capisco che, quasi certamente, questa iniziativa può non interessare a tutti, ci sono molti che sono convinti della bontà di questo, come di tanti altri provvedimenti presi da questo Governo, nel quale chiunque di noi, non affetto dalla sindrome del pesce rosso, farebbe fatica a riconoscersi, andando a guardare l’esito delle urne del 2018, non trent’anni fa, appena 3 anni fa! 

Andare in piazza a manifestare è bello, fantastico, meraviglioso, ma non serve a nulla, ci fanno il trafiletto di giornale, il servizio con le inquadrature strette al Tg, intervistano lo smidollato di turno e tutto finisce lì.

Men che meno serve andare a scontrarsi con la polizia ed i carabinieri, padri di famiglia che fanno il proprio lavoro per un pezzo di pane, mettendosi di traverso tra il Popolo e gli Aguzzini. Quindi non resta altro che lo Sciopero Bianco. 

Ovviamente lo sciopero bianco continua, come a braccio di ferro, fino a che il Governo non si piega, altrimenti non abbiamo fatto nulla. 

IL 15 OTTOBRE INTANTO SI INIZIA.

di Marilena Messina

Non lo avrebbero sponsorizzato e non avrebbero creato ricatti e coercizioni  per spingere il gregge.

MA QUALCUNO  DIRÀ:- Ma se lo son fatto anche personaggi e politici importanti e stanno tutti bene…🤣🤣🤣🤣

Beh insomma…Bisogna vedere quanto importante sei per le alte sfere…

Ad esempio, Sassoli , che è il presidente del  parlamento europeo …è negativo al covid( dicono)…ma ha una grave polmonite…e lui probabilmente ha ricevuto il siero vero …quindi…in terapia intensiva ci vai per altro…c’è  solo l’imbarazzo della scelta delle patologie. Certi canali ne sono invasi… ci sono foto, commenti e descrizioni di tutte le reazioni dei malcapitati cavie pro-vax.

Poi arriva Meluzzi  e svela ciò che i complottisti sanno da tempo…”NELLE ALTE SFERE INOCULANO FINTI VACCINI…LO SO PERCHÉ  LO HANNO OFFERTO ANCHE A ME MA, L’HO RIFIUTATO PER NON INFANGARE IL MIO  KARMA, FACENDO LA FIGURA DEL PAZZO

Poi ci sono i vari virostars come Bassetti o VIPS in attesa di qualche ospitata in TV o concerto con green pass… che si fanno i selfie mentre si inoculano 4/ 5 volte, in momenti diversi, un po’  col tappo , un po’ con l’ago nascosto, prima per sponsorizzare PFIZER, poi ASTRAZENECA  poi MODERNA, poi JOHNSON& JOHNSON…Insomma, se li son già fatti tutti…sono arrivati già alla 4°, 5° dose 🤣🤣altro che in  Israele.

Poi ci sono quelli che come Porro hanno avuto il c0vid, e che col siero avrebbero rischiato l’ADE, come accaduto a molti che ci han lasciato le penne! Lui, però, si è fatto pure 2 dosi ,🤔 non una sola come consigliato… e stranamente stá da Dio, mentre alla gente normale sta capitando di tutto… 🤨compresa l’ eterna “immunizzazione definitiva”.

Stiamo vivendo l’estate  più drammatica per malori improvvisi da NESSUN NESSO … 😖

Gente che affoga in un mare tranquillo, che cade dalle scale dopo un malore, che muore al volante e crea incidenti, che casca in palestra o mentre si allena, persone che si accasciano a pranzo coi parenti, insegnanti che muoiono in cattedra…adolescenti con miocardite o che muoiono improvvisamente per strani mali…

Loro già parlano di terza dose per gli immunodepressi e fragili, e prima dose a novembre per i bimbi dai 6 anni in su…Intanto ci sono già lattanti m0rti per problemi creati da madri vaccinate, ma i pediatri continuano a consigliare “la fava ai 2 pecoroni …pardon , piccioni”. E pensare che anni fa a gestanti o madri in allattamento vietavano l’aspirina, la tinta per capelli, gli affettati  e le insalate…lo spritz, la pizz…ma il “pic” oggi lo devi fare.

Che gran passi  da gigante che ha fatto questa  scienzahhhhhhhhhh…che onesti virologi e medici che abbiamo oggi e che fantastici giornalisti preparati !

Che gran passi  da gigante che ha fatto questa  scienzahhhhhhhhhh…che onesti virologi e medici che abbiamo oggi e che fantastici giornalisti preparati !

I non sierati sono tutti pericolosi, terroristi e complottisti!!! Peggiori dell’Isis! Una setta tirauova. Colpiscono a suon di albumi marci e gusci secchi e si permettono di offendere ed insultare  brave persone come BURIONI  o BASSETTI, che invece vogliono renderci liberi con l’obbligo del green pass…e del vaccino. “Questi non sierati testoni e cocciuti si meritano i campi di concen….  ops di contenimento !!! Sono degli irresponsabili, perché da SANI possono infettare i vaccinati🤔🤣…che si definiscono immunizzati, ma che immuni non sono.

Aspettiamo una nuova Norimberga!!!

È accaduto nel viterbese. Protagonista una maestra non vaccinata, che effettua 2 tamponi a settimana per l’ingresso a scuola

Il tampone scade durante la lezione, la maestra viene allontanata davanti agli alunni. La vicenda, consumatasi in una scuola primaria del viterbese, viene raccontata dal Messaggero. Il quotidiano riporta le parole dell’insegnante che, non vaccinata, per l’accesso a scuola aveva effettuato un tampone alle ore 8.40 del lunedì, con validità di 48 ore. 

La maestra prosegue il suo racconto dicendo di essere stata immediatamente allontanata dalla classe. Per lei soltanto il tempo di rientrare in classe per riprendere la borsa davanti agli alunni, che non riuscivano a comprendere cosa stesse accadendo. L’insegnante si sfoga:

FONTE: La PekoraNera

Sempre più persone stanno prendendo coscienza del regime dispotico instaurato nel nostro Paese che sta letteralmente soffocando le libertà basilari previste dalla Costituzione. La gente si sta svegliando dal torpore mediatico e si sta rendendo conto che Il mainstream, da più di un anno, è soltanto la cassa di risonanza dei diktat governativi. Pertanto corresponsabile dell’attuale situazione che non prevede dibattiti con opinioni contrastanti. Anzi, vengono confezionate ad arte alcune notizie per “informare” in un’unica direzione, celando perfino dati sfavorevoli al regime instaurato: come avviene nelle “migliori” dittature.

Ormai minacce, insulti ed il disprezzo nei confronti di chi non intende sottoporsi alla sperimentazione del farmaco genico è sempre più crescente, oltre che all’ordine del giorno. La caccia alle “Streghe” ed il fango gettato sui “no vax” sta superando i limiti di sopportazione. 

Mentre chi è favorevole alla sperimentazione – puri collaborazionisti, sempre utili alle dittature – può permettersi qualsiasi offesa, fino ad auspicare il piombo. Una violenza verbale, e nei fatti, che nessuna democrazia dovrebbe accettare, dato che l’unica colpa dei cosiddetti “no vax” è quella d’essere persone sane che chiedono cure – esistenti – per il Covid invece della vigile attesa con Tachipirina, che nella maggior parte dei casi porta alla terapia intensiva anziché alla guarigione. Altra grave colpa dei “terribili noi vax” è essere consapevoli che i protocolli imposti dal ministero della Salute sono misure utili soltanto ad imporre la sperimentazione di massa voluta da Big Pharma. 

Oggi è chiaro a tutti che anche coloro che si sono sottoposti al sacro vaccino possono contagiarsi ed essere a loro volta contagiosi. Ma le colpe per eventuali contagi devono forzatamente ricadere su chi è sano e non intende correre i rischi di una sperimentazione. 

È stato perfino stato adottato uno strumento discriminatorio – il fatidico green pass – che nulla ha che vedere con la prevenzione in ambito sanitario. E tutto ciò con il beneplacito dei media foraggiati dal regime: una situazione che si poteva registrare solo durante il nazismo o nell’Unione Sovietica comunista: che tristezza!

Care ragazze e cari ragazzi. Quest’anno non mi vedrete, come ogni anno, nel cortile antistante la nostra Scuola per accogliere, assieme ai peer leader, gli studenti delle classi prime. No, quest’anno sono fuori dalla scuola, sulla strada, a volantinare il mio messaggio, nella speranza che qualche giovane coscienza si svegli e cominci ad interrogarsi su quanto sta succedendo al nostro povero Paese, alla Scuola, all’Università, alla cultura in genere. Oggi non posso entrare in quell’Istituto, che ormai da tempo sento come mia seconda casa, perché non possiedo la cosiddetta “certificazione verde”. Oggi una app ha il compito e il potere di dividere le persone in “sane” e “contagiose”, è sufficiente una spunta verde o un pallino rosso. A chiunque non possiede il Green Pass può essere addossata la “presunzione di malattia”, per lui c’è uno: STOP, tu non entri.

Ebbene, io a questo sistema che mette gli uni contro gli altri, creando divisioni sociali e fomentando odio, che rompe legami familiari, frantumando solide amicizie, che soffoca ogni dibattito e confronto serenoche spaccia per sicurezza quella che in fondo è solo una forma di controllo, dico un fermo NO. Ci sono momenti della vita in cui siamo chiamati a fare delle scelte e io ho fatto la mia. Non posso cedere a questo ricatto, ad un obbligo surrettizio che ti impone di assumere, a tuo rischio e pericolo, un farmaco ancora sperimentale (gratuito) o in alternativa di sottoporti alla tortura di 3 o 4 tamponi naso-faringei a settimana a proprie spese (neanche dalla fervida fantasia del marchese De Sade sarebbe scaturita l’idea di una tortura a pagamento!). Finché non sarò presa per “fame” (ho anche due figli da mantenere!) porterò avanti la mia azione di resistenza. D’altra parte, mi chiedo: come potrei entrare in classe, guardarvi negli occhi e parlarvi di libertà di coscienza, di senso critico, ma anche di solidarietà, di lotta ad ogni forma di discriminazione e di pregiudizio, come potrei educarvi all’empatia e all’inclusione in un contesto in cui ogni forma di dissenso e di autodeterminazione (perfino quella sul proprio corpo!) vengono soffocate?

Scusate, ma non c’è pandemia che tenga! Sono stata a scuola tutti i giorni, in zona rossa, nel pieno dell’esplosione del contagio, per incontrare volti che come fantasmi si aggiravano all’interno di un edificio semideserto. Bastava lo scambio di un sorriso (anche se celato dalla mascherina) per restituirci alla vita. Non mi sono sentita un “eroe” allora, ma non accetto di essere considerata un “elemento di pericolo” adesso!

Vi esorto ragazzi: non cedete al ricatto della paura, non barattate il vostro diritto all’autodeterminazione con nulla. Non scambiate per libertà il poter sedersi al tavolo del ristorante o del bar senza troppi fastidi. Informatevi, leggete, confrontatevi serenamente e non mettetevi mai gli uni contro gli altri. Organizzate dibattiti durante le assemblee, insomma: parlatene! Conservate lo spirito critico e la fiducia in un futuro che, se volete, è ancora in mano vostra!

Ieri, mentre con le lacrime agli occhi svuotavo il mio armadietto ho trovato alcuni vostri lavori, che negli anni conservo gelosamente. Rovistando a caso mi sono ritrovata tra le mani la riflessione di Giulia sul tema della libertà: “Libertà è anche sapere quando bisogna dire di NO!”. Allora un sorriso mi ha scaldato il cuore. Ho pensato: c’è ancora speranza. Ma ricordatevi che la libertà non si salva se non si combatte per essa tutti i giorni!

Questo virus maledetto ci tiene in scacco e fa paura, ma temo di più il virus dell’indifferenza, dell’apatia, dell’adeguamento acritico, dell’arrendevolezza e della passività. Anche questo già ha fatto moltissime vittime.

Penso sia venuto il momento di dire con don Lorenzo Milani: “L’obbedienza non è più una virtù!”.

Vi abbraccio tutti.

La vostra insegnante di Religione”

(Fonte: LaScuolacheAccoglie.org)

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Nella lettera inviata ai 1700 dipendenti del gruppo, l’azienda di prodotti bio con 300 punti vendita ha annunciato che pagherà i tamponi fino alla fine dello stato di emergenza, il prossimo 31 dicembre, e invita tutti al rispetto delle idee di tutti.

 – In un clima sempre più di “tutti contro tutti”, in cui sono sempre più evidenti gli scontri, anche politici, tra chi ha scelto di vaccinarsi e chi no, tra chi si è vaccinato e inneggia al Green Pass come soluzione per uscire dalla pandemia e chi invece lo vede come un attentato alla democrazia, tra chi pensa che i non vaccinati siano pericolosi untori e chi pensa che i vaccinati con Green Pass se ne vadano in giro a infettare inconsapevolmente, chi demonizza i tamponi gratis e chi gli invoca, a dare una grande lezione di vita e di rispetto per tutte le idee ci ha pensato NaturaSì, l’azienda fondata a Verona nel 1992, che oggi vanta in Italia 300 punti vendita di prodotti bio, sia in franchising che a gestione diretta.

Il direttore, Fabio Brescacin, in una lettera inviata ai 1700 dipendenti, ha annunciato che pagherà i tamponi a chi ha fatto la libera scelta di non fare il vaccino anti Covid, fino alla fine dello stato di emergenza, cioè il 31 dicembre 2021, “a meno che lo Stato non provveda alla spesa, come fa per i vaccini”. Questo per “evitare di entrare in un meccanismo di giudizio e discriminazione.

Pubblichiamo, di seguito, la lettera

Carissimi collaboratori, stiamo tutti vivendo una situazione difficile, per molti versi paradossale, innescatasi con la comparsa del virus. Non vogliamo come azienda prendere posizione in questa Babilonia di voci assordanti e contraddittorie, ora è molto difficile distinguere la verità dalla menzogna, la realtà dalla semplice opinione. Di una cosa siamo certi: la libertà individuale. Cerchiamo di difenderla con tutte le nostre forze per non entrare nel meccanismo di lotta e di divisione tra le persone che questa situazione sta innescando

Siamo in un’epoca in cui ogni persona ha la possibilità e il dovere di decidere della propria vita e della propria responsabilità nei confronti di se stesso, della natura e della comunità umana. Oggi più che mai c’è la possibilità di conoscere e conseguentemente di fare scelte coerenti e consapevoli.

Come azienda quindi abbiamo deciso, nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, di permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda. Per chi quindi ha deciso, con coscienza e responsabilità, di non vaccinarsi provvederemo a contribuire al costo dei tamponi richiesti dalla legge (fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31/12) per esercitare il proprio compito lavorativo, a meno che lo Stato non provveda alla spesa come fa per i vaccini.

Chiediamo in azienda discrezione e rispetto per qualsiasi scelta di ogni persona in libertà si senta di fare e vorremmo fosse impegno di ognuno evitare di entrare in un meccanismo di giudizio, discriminazione, tanto più che lotta che è uno dei problemi maggiori che sta innescando questo virus nei rapporti tra le persone, oltre che occupare le nostre coscienze che dovrebbero essere impegnate su compiti e pensieri ben più fecondi per l’umanità che non essere prese da sentimenti di paura e di conflitto tra persone”