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di Giuseppe Manuel Cipollone

Ieri l’Azienda Sanitaria valdostana ha annunciato l’inizio della campagna vaccinale per la terza dose rivolta ai soggetti ritenuti fragili, come gli immunocompromessi, ed oggi sul profilo Facebook di Stefano Ferrero – ex Consigliere regionale, noto anche per aver avuto problemi di salute – è comparso un post che suona un po’ come un ‘j’accuse’.  

Nel messaggio, infatti, Ferrero sostiene di aver avuto importanti conseguenze sulla propria salute dopo la regolare somministrazione delle prime due dosi di vaccino. “E’ tutta colpa dei pipistrelli! Così era iniziata la valanga di ca**ate che ci hanno spacciato come informazione dall’inizio del COVID 19. Tra mezze verità, imprecisioni, supposizioni: si, no, forse…ci siamo sbagliati…“, scrive l’ex Consigliere. E continua: “Ora siamo al Green Pass obbligatorio, tradotto vaccinazione obbligatoria, e alla terza dose alla categoria dei cosiddetti ‘fragili’. Io appartengo alla categoria dei fragili in quanto paziente oncologico e immunodespresso con farmaci“.

Stefano Ferrero dice di essersi sottoposto alle prime due dosi di vaccino, pur fra qualche reticenza, dopo essersi consultato con i propri medici, ma che d’ora in avanti si opporrà alla somministrazione della terza dose. “Non voglio firmare di nuovo quel foglio che dice che se avrò problemi saranno tutti cavoli miei. Si perchè la vaccinazione mi ha creato un grandissimo problema come lo ha creato ad altre migliaia di persone nelle mie condizioni“, ha sostenuto.

A riprova l’ex Consigliere ha portato la sua esperienza personale, scrivendo: “Il mio sistema immunitario ha avuto una reazione sproporzionata facendomi tornare alla situazione critica di quattro anni fa con problemi e necessità di aumentare i farmaci di mantenimento. Perchè nessuno ne parla di questi effetti? Perchè i “fragili” in prima linea a fare nuovamente da cavie con il rischio di avere effetti collaterali molto gravi?“.

Parole molto dure, che riflettono anche il disappunto nei confronti di un governo italiano “sempre più simile all’Armata Brancaleone” che – a sua detta – sta percorrendo una via liberticida molto rischiosa. Ferrero, ad onor del vero, puntualizza anche di non essere contro i vaccini in assoluto, ma di chiedere garanzie per non essere considerati solo “dei numeri“. 

Se avessi saputo che il prezzo da pagare dopo la vaccinazione era quello di tornare alla situazione di qualità di vita schifosa post trapianto dopo anni di lotta e di sacrifici io avrei voluto avere il mio sacrosanto diritto democratico di rischiare e non avrei fatto il vaccino (con le necessarie cautele di prevenzione nei confronti degli altri e alcune rinunce da parte mia ben inteso). Uno dei “fragili” che si è rotto le palle!“, ha concluso con una punta di sconforto umano. 

Giuseppe Manuel Cipollone

L’Italia è stata scelta come pioniera del Nuovo Ordine Mondiale. Perché? Per tutta una serie di motivi: fattori energetici, esoterici, storici innanzitutto.

Ma grande importanza hanno anche la presenza di potentissime Massonerie che hanno sede proprio nel nostro paese. Inoltre, ultimo ma non ultimo, la presenza della Chiesa.

LA PARTITA E’ QUINDI INIZIATA

L’élite sa che se perdono qui, a catena, come un domino, perderanno ovunque. Viceversa, se vincono, proveranno ad estendere anche agli altri paesi il NWO. La Responsabilità che abbiamo sulle nostre spalle è Enorme:

E’ UNA SFIDA EPOCALE. IL MONDO CI GUARDA E TIFA PER NOI.

Media, Politica, Multinazionali, Magistratura, Chiesa, Sindacati, Enti Sovranazionali, tutti sono infiltrati e gestiti dall’élite tramite il potere dei soldi, dei ricatti e delle minacce. D’altronde, sono tutte strutture a gerarchia piramidale, se si controlla la punta della piramide, si controlla, a cascata, tutto il resto.

IL POPOLO, IN QUESTO MODO, E’ STATO LASCIATO SENZA RAPPRESENTANTI, SENZA REFERENTI, NE’ RIFERIMENTI: E’ SOLO.

Il Bene contro il Male.

La Libertà contro la Schiavitù.

I Tanti contro i Pochi.

Non ci sarà alcuna rivincita, la partita è una sola.

Noi Italiani possiamo scrivere quindi la Storia, far prendere una direzione che volge verso la Libertà. Chi china la testa oggi, pensando ai piccoli vantaggi quotidiani, in Realtà, è complice e collaborazionista dei Carnefici. Chi cede ora, rende l’Umanità, schiava per Sempre.

— Che lo smart working nella Pubblica amministrazione continui anche dopo la fine della pandemia è ormai fuori dubbio.

Il punto è come regolare il lavoro da remoto per 3,2 milioni di dipendenti pubblici facendo sì che il servizio sia improntato a quei criteri di «regolarità, continuità ed efficienza» evocati dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta lo scorso aprile quando fu cancellato l’obbligo del 50% di lavoro in smart working per i dipendenti pubblici previsto durante l’emergenza dalla precedente titolare di Palazzo Vidoni, Fabiana Dadone, lasciando invece libertà alle singole amministrazioni di decidere come organizzare il lavoro in base alle proprie esigenze.

Ma la fine dello stato di emergenza si avvicina e dopo il 31 dicembre 2021 ogni ufficio dovrà dotarsi di un piano organizzativo anche per il lavoro agile (il cosiddetto Pola) che prevede un massimo del 15% di attività svolgibili da remoto. Oggi le percentuali restano ancora molto alte, tra agenzie e enti locali, i dipendenti pubblici in smart working, anche se solo parziale, toccano il 50%. Il tempo stringe dunque.

Sabato 18 settembre il ministro Brunetta ha annunciato che «tra un mese per la prima volta ci sarà un vero contratto per il lavoro agile: ci vorrà un pacchetto organizzativo parallelo al lavoro in presenza sul lavoro da remoto». Lo scorso 15 settembre l’Aran ha presentato ai sindacati la prima bozza di contratto per il lavoro agile nelle Funzioni centrali (cioè ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) che sarà la base per lo smart working in tutta la Pa. Ma il lavoro agile, si legge nella bozza, dovrà essere solo «per processi e attività di lavoro previamente individuati dalle amministrazioni, per i quali sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità».

L’obiettivo è quello di «conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo l’equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa».

L’accordo sarà individuale e andranno concordati la durata, le giornate di lavoro in smart working, il luogo dove lavorare, che non potrà essere al di fuori dei confini nazionali.

Il tempo di lavoro sarà diviso in tre fasce: operatività, contattabilità e inoperabilità, durante quest’ultima il lavoratore avrà diritto alla disconnessione completa.

L’accesso allo smart working sarà facilitato per chi si trova in determinate condizioni, come i genitori con figli minori di 3 anni o disabili, o lavoratori con disabilità. Saranno esclusi invece i lavori in turno e quelli che richiedono l’utilizzo di strumentazioni non remotizzabili.

Nell’accordo verranno indicate anche le modalità di controllo e potere direttivo del datore di lavoro. Mercoledì e giovedì prossimi ci saranno i nuovi incontri Aran-sindacati che, oltre al trattamento economico dei dipendenti delle Funzioni centrali e il giorno dopo, il 23, torneranno a parlare di lavoro agile.

I nodi da sciogliere restano molti, a partire da quell’accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore che preoccupa i sindacati. E poi c’è il green pass. «Il contratto sarà individuale tra l’amministrazione e il lavoratore, ma – puntualizza Brunetta – ci deve essere la soddisfazione dei cittadini: a queste condizioni le amministrazioni possono fare tutto lo smart working che vogliono».

di Andrea Canbianco

Guardate il prezzo delle materie prime: gas, elettricità, alluminio, argento, grano, legna, terre rare… guardate il prezzo dei container che portano trasportano le merci da un continente all’altro. Guardate l’impennata del debito e della creazione di moneta negli ultimi anni.

Vi sembra sostenibile?

I casi sono due: o il sistema sta per collassare per incapacità dei leader politici mondiali o lo stanno facendo collassare per ordine del forum di Davos. O ci aspetta il caos e l’anarchia o stanno progettando un nuovo sistema digitale da lanciare sulle macerie del vecchio.In entrambi i casi qualcuno deve aver pensato che fossimo troppi da gestire sia in uno scenario di caos che in uno di avanzamento tecnologico che richieda molta meno manodopera rispetto al passato.

Per questo decidere di rischiare una patologia invalidante al cuore per il resto della vita (se c’è un resto della vita) per continuare a lavorare qualche mese in più, oltretutto dovendo fare non un siero ma ben 3 e chi lo sa se poi esce pure il quarto come in Israele, NON E’ UNA OPZIONE.

Lo so, molti pensano di non aver scelta ed io sono d’accordo: NON ABBIAMO SCELTA, DOBBIAMO RESISTERE.

Anche a costo di perdere lavoro e casa, perché cedere vuol dire perderli comunque, ma stavolta con una salute menomata. Sono il primo a mangiare pane ed angoscia per il futuro ogni giorno, sono il primo che non può permettersi la perdita dello stipendio. Ma ancor meno posso permettermi di perdere la vita, la salute e soprattutto la giustizia.

Perché la giustizia è dalla parte di chi resiste, lo sapete tutti.

Ed allora fate la cosa giusta, la Provvidenza ci aiuterà. E se non lo farà la Provvidenza, comunque arriva il crollo.

PRENDETE TEMPO, PREPARATEVI, RESISTETE

FONTE: IL TEMPO

Non era mai accaduto dopo il 2007, quando esplose lo scandalo dei costi della politica con il celebre libro “La Casta” di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella: sta per scattare un maxi aumento di stipendio per tutti in un comparto dello Stato. I fortunati sono membri eletti e dipendenti dell’ufficio del Garante per la protezione dei dati personali, che custodisce e difende la privacy degli italiani.

Forse in questo caso avrebbe voluto serbare anche la privacy delle proprie azioni, ma nella bozza del prossimo decreto legge con primo firmatario Mario Draghi e ideatore soprattutto il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, è spuntata una manina misteriosa che con malizia ha fatto emergere la novità. All’articolo 10 del corposo decreto che serve anche a stabilire come dividere sul territorio i ricchi fondi del Pnrr spunta una spesuccia da 4,7 milioni di euro all’anno a partire da questo 2021 (e quindi pure retroattiva) che riguarda proprio il Garante per la privacy: un aumento di stipendio fresco fresco da 160 mila a 240 mila euro (+50%) per i tre membri eletti dal Parlamento che affiancano il presidente dell’autorità, Pasquale Stanzione.

Fonte: Marco Spada – il conservatore. It

L’uomo postmoderno è governato in ogni istante della sua vita dai numeri. Aliquote, percentuali, spread erano gli spettri che si aggiravano in tutto lo Stivale prima dell’era Covid. Oggi sono passati in secondo piano perché sono altri i numeri che amministrano il modus vivendi di ognuno di noi. Questi dati sono erogati con modalità differenti, più devastanti e pervasive, poiché si tratta di numeri riguardanti la vita di nostri concittadini.

Ricordate i soloni delle 18:00 durante il primo confinamento tenuti da Angelo Borrelli, ovvero il capo della Protezione Civile? Numeri su numeri, picco ancora distante, un’emergenza perenne. Questo modo di rappresentare la realtà avrebbe dovuto far scattare un allarme in testa a qualcuno, ma soltanto i veri lettori di Orwell sono riusciti a recepire il messaggio.

Difatti sono i numeri, con parametri modificati ad hoc spesso senza un’apparente logicità, a definire come dovremo affrontare il domani. La zona gialla fino a qualche mese fa sarebbe scattata con una percentuale più alta di ricoveri, oggi basterebbe che le terapie intensive fossero occupate per il 10% della loro capienza. Dunque un numero irrisorio e assolutamente non critico. Però tanto basta per dividere le famiglie numerose in due tavoli differenti all’aperto e sarebbe meglio tralasciare altre grottesche misure.

Altresì i numeri non sono un’arma ad uso esclusivo del Governo. La matematica, scienza esatta, sta anche dalla parte di chi compie il suo lavoro lontano dalle terapie politiche ordite da Speranza e compagnia rossa cantante.

È il caso del protocollo M, frutto di una lunga esperienza nella cura delle malattie virali acute da parte del dott. Lorenzo Mondello. Infettivologo dal 1986, ha stilato questo protocollo per le cure precoci dei pazienti sintomatici in isolamento domiciliare.

Vi sono presenti numerosissimi articoli sul protocollo M e sulla sua efficacia e proprio i numeri ne testimoniano il suo successo: 1600 pazienti trattati direttamente oltre ad altre migliaia tramite passaparola sui social. Dei 1600 pazienti solo una trentina di ricoveri e nessun decesso per Covid. L’unico decesso è avvenuto per complicanze toraciche in un soggetto senza milza e che aveva effettuato sia radio che chemioterapia. Un soggetto, purtroppo, gravemente debilitato.

Insomma, proprio gli stramaledetti numeri danno ragione al protocollo M. Purtroppo in Italia, al pari della Cina tanto cara alla maggioranza, non vige alcuna pluralità nell’informazione. Viene concesso adeguato spazio a tutte le forze politiche, che tuttavia sono uniformate sostanzialmente su posizioni estremamente simili almeno sulla questione Covid.

Chi dovrebbe assicurare un’informazione sana e imparziale, scevra da conflitti di interessi, indipendente e neutrale; in realtà svolge diligentemente il compito servile del cagnolino delle istituzioni.

Durante il governo Conte è stato istituito il “Fondo emergenze emittenti locali“, il quale constava di 50 milioni di euro da offrire a quelle emittenti tv e radio disposte a trasmettere determinati messaggi confezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Col governo Draghi il fondo è stato ampliato con l’innesto di altri 20 milioni. Mero complottismo? Assolutamente no, basta leggere quanto troviamo scritto sul decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel novembre 2020:

Alle emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionali relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi è riconosciuto, per l’anno 2020, un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da Covid-19”.

La durata complessiva minima della rotazione di messa in onda va da un minimo di 11 ad un massimo di 20 messaggi da parte del Ministero in un giorno. Per poter intascare i soldi le emittenti dovevano ogni giorno garantire un certo numero di messaggi trasmessi al proprio pubblico nelle varie fasce orarie, e naturalmente più alto è il numero di spot trasmessi, più ricchi sono i compensi per l’emittente.

Andiamo dunque al nucleo del discorso: sono stati elargiti oltre 2 milioni tra il Ministero e la regione Sicilia a SES (Società Editrice Siciliana) per neutralizzare il protocollo Mintervistando personaggi del mondo della sanità con giornalisti complici. Alla SES fanno parte la Gazzetta del SudRTPAntenna dello StrettoGiornale di SiciliaTeleGDS e RadioTGS. Com’è noto, la SES ha in mano il pacchetto di maggioranza del Giornale di Sicilia. E, complessivamente, prende dalla Regione 1.781.208,27 €.

Antenna Sicilia è stata elargita con un fondo di 547.726,20 €.

il TGS con 326.439,54 €.

RTP con200.622,63 €.

Questi sono soltanto alcuni degli esempi più ricchi…

È possibile consultare l’elenco completo cliccando qui. Ancora una volta i numeri ci permettono di leggere una realtà ben delineata: Io ti pago, tu dai l’informazione che io ti impongo. Semplice.

A proposito di ciò…, rammentate questa intervista del 1 febbraio 2021 svoltasi proprio su RTP? Vi allego il link tra parentesi (Intervista contro il protocollo ) M 1/2/2021

L’intervistato è il dott. Versace del Policlinico di Messina, il quale si è lasciato andare a dichiarazioni fuorvianti visto il successo del protocollo M:

Terapie uguali per tutti non esistono. Vorrei rivolgermi ai miei colleghi, a quelli che pensano di curare con i protocolli tramite i social network: non si fa. Io censurerei chi fa terapie attraverso Facebook o attraverso altri social. Perché ogni paziente deve fare la terapia in base alle sue condizioni […] I medici a domicilio devono monitorare […] Fosse così facile curare a domicilio.” 

La giornalista Marina Bottari è sembrata soddisfatta dalle risposte del medico, quasi come un’insegnante con l’alunno preparato, il quale ripete le stesse parole usate dalla professoressa durante la lezione.

Due più due fa quattro, ritornando al dogma matematico. Difatti questa intervista al dottor Versace, responsabile Covid del Policlinico, altro non è che un’offensiva nei confronti del dott. Mondello e del suo protocollo antigovernativo e a favore della scienza libera. Gli stessi social tanto vituperati da Versace hanno svolto un lavoro egregio grazie ai numerosissimi utenti che seguono Mondello sin dalla prima ora e ne condividono gli studi. Si tratta di fruitori che, senza il suddetto protocollo, probabilmente sarebbero morti o avrebbero riscontrato problemi a causa dell’informazione prezzolata dall’élite governativa.

Purtroppo dovremmo saperlo già dal principio, ma spesso ci dimentichiamo di rileggere i classici russi. Lo scrisse Dostoevskij nel suo capolavoro “L’idiota”:

Il denaro è la cosa più volgare e odiosa che ci sia perché può tutto, perfino conferire il talento. E avrà questo potere fino alla fine del mondo.”

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

ISTANZA DI PRONTO INTERVENTO A TUTELA DEI MINORI IN MATERIA DI VACCINAZIONE NEI PRESIDI SCOLASTICI

Compilando il modulo contenuto nel link sottostante accetti di apporre il tuo nome e cognome alla lettera che invieremo al garante della privacy. La lettera verrà inviata più volte, con gli aggiornamenti delle sottoscrizioni.

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Vedi anche👇

https://cataniacreattiva.it/istanza-di-pronto-intervento-a-tutela-dei-minori-in-materia-di-vaccinazione-nei-presidi-scolastici/

03/09/2021 – Il titolo shock di Libero “Criminali no vax – Superato il limite” è la summa che arriva dopo mesi di boicottaggi e censure.

Il clima di violenza non è tanto nelle piazze quanto nel terrorismo mediatico che sta portando avanti l’informazione nel tentativo di criminalizzare il dissenso.

L’obiettivo del sistema è creare uno scontro sociale orizzontale dando spazio a personaggi che delirano ed evocano governi militari paragonando i fantomatici novax a terroristi o personaggi meritevoli di TSO.

dott.ssa Enrica Perucchietti

https://youtu.be/wKBbJLIr8rE

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https://cataniacreattiva.it/dott-ssa-enrica-perucchietti-non-e-piu-informazione-ma-terrorismo-mediatico/

Condividiamo un documento del dott Massimo Coppolino sull’inapplicabilità del Green Pass per la sospensione dal lavoro.

N.b.: il funzionario che firmerebbe il provvedimento di sospensione può essere querelato per danni morali…

Chiarimenti circa la Direttiva Ministeriale sulla Sospensione dal lavoro per i “Non Vaccinati” Voi non lo sapete, ma oltre che biologo, sono anche RSU ed un “vecchio sindacalista”; inoltre ho superato, senza prendere posto, due concorsi a dirigente ministeriale e sono un ex funzionario ministeriale. Per questo qui dico, sottoscrivo e confermo, assumendomi tutte le responsabilità di quanto scrivo: nessun lavoratore può essere sospeso, o spostato di ruolo, o può avere ridotto o tolto lo stipendio, se non per cause previste nel CCNl.

L’unica possibilità per il SOLO CAMBIO DI MANSIONE, è il riconoscimento, da parte di una apposita commissione, dopo una opportuna istruttoria (e non da parte del “medico competente”, figura che NON ESISTE NEL NOSTRO ORDINAMENTO), della “non idoneità al lavoro”. Nessun altro, neanche il Giudice del Lavoro, può intervenire in tal senso, figuriamoci il datore di lavoro o il Dirigente Scolastico!

La vaccinazione non rientra tra gli obblighi contrattuali, né può essere assimilata alla voce “responsabilità e sicurezza sul luogo di lavoro” prevista nella L.81/08, poichè questa fa riferimento a dispositivi, messa in sicurezza dell’edificio, controlli sui macchinari, etc., ma MAI SULLA SALUTE PERSONALE DEI DIPENDENTI!

Nessuno, ad esclusione di un magistrato nel pieno svolgimento delle sue funzioni giuridiche, può chiedervi di esporre un “green pass” o qualsiasi documento che attesti che siete vaccinati, poichè NESSUNO è autorizzato a chiedervi se siete vaccinati!

Il green pass è illegale come atto di verifica della idoneità all’impiego ed è paragonabile al “libretto di vaccinazione” che da sempre usiamo. Si è mai visto che uno venga licenziato perché non ha fatto uno dei vaccini obbligatori? E, allora, come può esserlo per non aver fatto un vaccino non  obbligatorio?

Ogni minaccia in tal senso da parte del datore di lavoro, del direttore, del dirigente scolastico, rientra nel reato previsto dall’art.692 del c.p., ovvero “estorsione”, reato punibile con la reclusione da 5 a 15 anni, perché solo la modifica del contratto di lavoro, dopo consultazione con tutti i sindacati di
base, potrebbe avere valore se la vaccinazione fosse inserita come “conditio sine qua non” per lavorare, ed, in ogni caso, questa non potrebbe 

avere valore retroattivo, poiché il vostro contratto di lavoro è stato stipulato quando valevano le condizioni previste dall’allora vigente CCNl, e nessun requisito può essere modificato con effetto retroattivo.

Se, quindi, vi minacciano in tal senso, voi fatevelo mettere per iscritto, andate ad una caserma dei CC o in Procura e DENUNCIATELI!

NESSUNO PUÒ OPPORSI E NON PRENDERE LA VOSTRA DENUNCIA! NEANCHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA! COSI’ COME, NESSUN MAGISTRATO PUO’ OPPORSI DI PROCEDERE CONTRO UN DATORE DI LAVORO CHE HA, PALESEMENTE, COMMESSO UN REATO DEL GENERE!

Il vostro datore di lavoro finirà diritto in galera, voi riotterrete il posto di lavoro e, inoltre, il datore di lavoro vi dovrà dare un congruo risarcimento danni. Voi, a tale proposito, aggiungete il “carico”: chiedete i danni morali e psicologici derivanti dal sopruso che vi è stato perpetrato, così caricherete anche di pesantezza la pena inflitta.

Dott. Massimo Coppolino

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Avv. Paolo Sceusa

(di Monica Tomasello)

02/09/2021 – Si è costituito un gruppo di giuristi ed avvocati di livello, fra cui l’avvocato prof. Paolo Sceusa, il quale ha deciso di lanciare una estesa campagna frontale giudiziaria per il ripristino e per il risarcimento dei danni subiti da tutti quelli che hanno patito una censura alla loro libertà di espressione da parte delle varie piattaforme social e web (rimozione di post, account, ecc.). A tale fine lancia un appello a tutti coloro i quali, giuristi, avvocati o giornalisti, operano a vario titolo all’interno di qualsiasi contenitore del libero pensiero giuridico, e, contestualmente, a tutti quei “silenziati” legittimati ad agire, ad unirsi in questa “lotta” contro i “Moloch” dello strapotere censorio.

Il riferimento, per chi si sente legittimato, perché colpito dal silenziamento, o per chi voglia spendere la sua collaborazione giuridica, è questo indirizzo: tutela.anticensura@libero.it

“HANNO PERSO ALTRE VOLTE,

PERDERANNO ANCORA!”

(Paolo Sceusa)

Nel seguente VIDEO – (portato all’attenzione della nostra redazione dagli avvocati Serafina Lentini e Michele Pappalardo) – il prof. Sceusa spiega i termini e le modalità per aderire

https://www.facebook.com/100011594263825/videos/354905553004413/

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