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23 Febbraio 2022 – Redazione

Il nuovo vaccino Novavax sta per approdare in Italia ma non tutti gli esperti sono convinti che possa rappresentare la soluzione definitiva per gli antivaccinisti. Le dosi di Nuvaxovid, questo il nome ufficiale, potranno essere prenotate da oggi 23 febbraio in Piemonte, e da giovedì nel Lazio. Entro il prossimo fine settimana giungerà in Italia una prima fornitura da un milione di dosi, le quali saranno subito distribuite in tutte le regioni e province autonome, come annunciato dal Commissario Francesco Figliuolo. 

Generale Figliuolo

Ma in che cosa differisce il Novavax rispetto agli altri, più conosciuti, Pfizer e Moderna? Basato sulla tecnica più tradizionale delle proteine ricombinanti, l’obiettivo dichiarato è quello di convincere gli italiani più refrattari a vaccinarsi, tanto che è stato ribattezzato “il vaccino dei no-vax”. Ma, come spesso accade, non tutti gli esperti concordano e nasce subito la discussione tra le virostar.

Opinioni discordanti tra gli esperti

Secondo Matteo Bassetti, infatti, il nuovo vaccino Novavax sarà un flop: «Non si vaccinerà nessuno o in pochissimi anche se non è un vaccino mRna, ma proteico. Qui il problema è di chiusura mentale nei confronti dei vaccini in generale», afferma l’infettivologo e primario dell’ospedale San Martino di Genova, aggiungendo che «è un’evoluzione positiva la tecnologia mRna, e meno male che c’è stata. Chi attacca Big Pharma come se fosse la ‘Spectre’ ricordi che è grazie a queste realtà se adesso si vive fino a 85 anni. Meno male che ci sono le industrie farmaceutiche che se dovessimo aspettare l’Italia con i soldi che stanzia per la ricerca, sapete dove saremmo?». Insomma lui è dalla parte di Pfizer e Moderna. Comprensibile! E’ uno dei suoi sponsor!

Matteo Bassetti

Per Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), l’implementazione del vaccino Novavax «è certamente una ulteriore opportunità soprattutto per chi ha nutrito dubbi sul vaccino a mRna e potrebbe preferire questo vaccino tradizionale proteico. Ma temo che ormai la situazione sul fronte dei no-vax si sia molto incancrenita e non sarà semplicissimo per tutti i contestatori delle immunizzazioni anti-Covid convincersi a farsi una dose di Novavax».

Massimo Andreoni

Anche Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed epidemiologia al Campus Bio-Medico di Roma dice la sua: «Speriamo che le persone più titubanti, che non hanno voluto fare il vaccino a mRna, possano decidere, con un vaccino tradizionale com’è il Novavax, di vaccinarsi. Novavax è un vaccino a vecchia concezione, un vaccino proteico come quelli dell’epatite B, dell’Hpv, dell’herpes zoster e quindi, non tanto i no-vax che hanno una preclusione ideologica verso i vaccini, ma i più timorosi potrebbero superare la diffidenza grazie a questo farmaco.»

Massimo Ciccozzi

Esprime invece seri dubbi l’immunologo Mario Clerici, docente di immunologia dell’università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi: «Quello che le persone forse non sanno è che il vaccino di Novavax, proprio perché è un vaccino tradizionale, contiene adiuvanti” che servono a stimolare l’immunità e “che invece nell’mRna non ci sono. Qualche tempo fa tra i no-vax c’era chi diceva no” all’iniezione scudo proprio per questi ‘ingredienti’. Era un’argomentazione diffusa. Quindi io temo, visto che di contrari al vaccino ne conosco diversi, che non saranno convinti neanche da questo vaccino. Anche se è la speranza è che io mi sbagli e che si riesca a farli cedere a questa importante forma di protezione da Covid».

Mario Clerici

Insomma nulla di nuovo. Registriamo le classiche opinioni discordanti e abbastanza eterogenee dei vari esperti chiamati in causa. Quando l’ennesimo vaccino anti-covid diventerà una realtà in Italia allora, probabilmente, potremo avere il polso della situazione, esattamente come successo in passato per gli altri vaccini sperimentali.

22 Febbraio 2022 – Redazione

“Serve un aeroporto, come esiste nelle più importanti località sciistiche estere dell’arco alpino.La strada per arrivare a Cortina è ancora un calvario”.

A dirlo è stata la senatrice di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè, ospite dell’appuntamento di inizio anno svoltosi presso l’Hotel Cristallo, organizzato da Pomellato. Tra gli altri ospiti personalità del mondo dello spettacolo, mentre tra gli esponenti politici anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi. A riportare la notizia è stato il Messaggero.

Daniela Santanchè davanti ai cronisti ha parlato dell’importanza del territorio dell’annoso problema dello spopolamento della montagna. “Per un politico tanto più se ambisce a ruoli di premier è fondamentale conoscere il territorio e ogni mezzo va bene e potrei farlo in futuro”, ha detto.

“Il punto cruciale per Cortina” ha sottolineato Daniela Santanchè, e’ però un altro: qui ci sono le montagne più belle alle quali sono molto legata,e dove mi sento a casa. Auspico che, i lavori di sistemazione della statale che porta a Cortina, possano subire un’accelerazione e che non si perda l’occasione delle Olimpiadi invernali 2026, per completarli. non manca poi cosi tanto!

UNA VERA PRIORITA’ DICIAMO NOI, CON TUTTE LE PROBLEMATICHE, LE INGIUSTIZIE, LE COSTRIZIONI E LE CRITICITA’ SOCIALI CHE STIAMO VIVENDO!

22 Febbraio 2022 – Redazione

Il ritorno di Donald Trump è sempre più vicino. Gli Usa da quando sono in mano a Biden hanno ripreso a fare guerre in giro per il mondo, l’economia è al collasso e la gestione del Covid è stata quasi peggiore di quella italiana (primato insuperabile il nostro). In attesa di rimettere piede alla Casa Bianca, Trump ha però lanciato la sua app con la “T” maiuscola. Si tratta di “Truth”, ossia verità, con un chiaro richiamo anche all’iniziale di Trump. Bannato da più di un anno da tutte le piattaforme, alla fine ha deciso di crearne una tutta sua. Con un incredibile successo. Da alcune ore è possibile infatti scaricarla dall’Apple Store, anche se il sistema è già in tilt per le tante richieste.

Come spiega Il Tempo, “già in mattinata Truth Social ha registrato più download di tutti, più addirittura del gioco del momento, Wordle!, TikTok, Hbo Max e YouTube, finendo al primo posto nella lista stilata da Apple. La app si presenta come il «grande spazio d’America» dove confrontarsi liberamente, «senza discriminazioni ideologiche». Il sistema è ancora imperfetto: dopo aver scaricato la app, viene chiesto di creare un account, fornendo data di nascita – essendo la app vietata ai minori di diciotto anni – e indirizzo email, ma poi il link per accedere non arriva in automatico a tutti”.

Chi ha la possibilità di accesso si ritrova il messaggio di benvenuto, in cui si invita a postare una «Verità», a rilanciarla, accompagnarla da storie, foto. E con un avvertimento: “Non restare sconvolto se la tua ’Truth’ diventa virale”. Cioè proprio quello che molti sognano, su tutte le piattaforme, per uscire dall’anonimato. Lo staff tecnico spiega che ci vorranno ancora alcune settimane per lavorare a pieno ritmo. “Entro fine marzo – conferma l’ex rappresentante repubblicano del Congresso Devin Nunes, Ceo di Trump Media & Technology Group – saremo completamente operativi, almeno dentro gli Stati Uniti”.

Trump ha descritto Truth Social come l’alternativa a Facebook, Twitter e YouTube, da cui è stato buttato fuori con l’accusa di aver innescato, con la sua retorica incandescente, l’assalto al Congresso, il 6 gennaio 2021. Il tycoon aveva annunciato a ottobre il lancio del network, dicendo “viviamo in un mondo dove i talebani hanno una presenza enorme su Twitter e il vostro amato presidente è stato silenziato. Vogliamo dare voce a coloro che sono stati silenziati. La verità sta arrivando”.

22 Febbraio 2022 -Redazione

Nel 2021 la Gran Bretagna ha registrato una crescita economica superiore a quella di tutti gli altri Paesi del G7. Il prodotto interno lordo (PIL) britannico registra una crescita record, pari al 6,5% nel 2021, a fronte dell’iniziale stima del 4,0%. Ma da cosa è dipeso questo boom?

Il boom britannico

Non solo sviluppo economico, l’isola britannica, infatti, può sorridere anche guardando ai dati sulla disoccupazione: la cancelleria dello Scacchiere presenta una riduzione secca delle previsioni sulla disoccupazione, che scende al 4,1% contro il 12% temuto durante la fase dei lockdown; scendono i disoccupati richiedenti un sussidio (claimant count), che a gennaio sono risultati in diminuzione di 31.900 unità, dopo aver riportato un calo di 51.600 unità a dicembre. Il dato è pubblicato dall’Office for National Statistics.

Addirittura si impenna anche il tasso di crescita dei salari medi.

Effetto Brexit

Un simile sviluppo non si vedeva dal dopoguerra. Già nel maggio scorso infatti, come ci racconta la BBC, le previsioni della Banca d’Inghilterra definivano un quadro ben preciso: l’economia del Regno Unito godrà della sua crescita più rapida in oltre 70 anni nel 2021 con l’abolizione delle restrizioni Covid-19. I dati odierni consolidano quello che può essere definito un vero e proprio successo da parte della politica d’oltremanica, figlio delle strategie di riapertura precoce durante la gestione pandemica, dell’assenza di misure altamente dannose come il Green Pass e, soprattutto, della dissociazione dalla gabbia europea sancita tramite la Brexit.

Alla luce di questi dati appare solare come una ragionata gestione politica di un Paese faccia tutta la differenza di questo mondo sulla salute del Paese stesso. In Gran Bretagna, infatti, spesso è stata seguita la “linea morbida” sulle restrizioni, limitando il meno possibile i diritti fondamentali dei cittadini, non creando mai discriminazioni di alcun genere tra vaccinati e non vaccinati e, soprattutto, non introducendo mai misure limitative sulla possibilità di esercitare il proprio mestiere. Tutto questo, unitamente al non essere sottoposti ai dettami di una Unione Europea che fino a oggi si è dimostrata tutt’altro che trasparente sulle scelte sanitarie ed economiche, ha fatto sì che il popolo britannico tornasse alla tanto agognata normalità ben prima degli omologhi europei, provocando quell’effetto elastico sull’economia che oggi siamo qui ad esporvi.

Fonte: IlParagone

21 Febbraio 2022 – Redazione

Come sul Dl MIlleproroghe la maggioranza si spacca nuovamente in Parlamento, questa volta sul DL Green Pass.

In Commissione affari sociali alla Camera, dove è in corso l’esame del DL 1/2022 contenente misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore (in sintesi, il decreto che ha introdotto l’obbligo di green pass rafforzato per gli over 50) la Lega tenta il blitz e la maggioranza si spacca. Lo rende noto Affari Italiani.

In particolare, i deputati del Carroccio hanno votato un emendamento relativo alla quarantena per i bambini assieme ad Alternativa e Fratelli d’Italia, sul quale il governo aveva espresso parere contrario: l’emendamento è stato respinto in commissione.

Non solo: la Lega ha anche chiesto di mettere in votazione un proprio emendamento (anche questo con parere contrario dell’esecutivo) che prevede di eliminare il green pass dopo il 31 marzo, data prevista per la fine dello stato di emergenza. Uno stato di vero caos, che ha costretto la maggioranza a chiedere una sospensione della seduta della commissione, i cui lavori sono ripresi ne tardo pomeriggio.

Intanto, su Facebook, il presidente della Camera Roberto Fico scrive, in merito proprio al decreto che riguarda le misure per fronteggiare l’emergenza Covid, all’esame dell’aula di Montecitorio subito dopo il Milleproroghe: «Credo che un progressivo superamento delle restrizioni sia di buon senso e in questo solco si stanno già muovendo governo e Parlamento», sottolinea Affari Italiani.

Brutto episodio nelle scorse ore ai danni dell’infettivologo Matteo Bassetti nel pieno centro di Genova. Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova è stato aggredito verbalmente da alcuni ragazzi mentre si trovava in un locale del capoluogo ligure con la moglie. L’episodio si è consumato nel corso del fine settimana, mentre Bassetti prendeva un aperitivo con la consorte, seduto ad un tavolino di un locale in via XX Settembre, la principale via di Genova. Un gruppo di persone, pare per lo più giovani, lo avrebbe riconosciuto e avvicinato iniziando a inveire contro di lui al grido di “Bassetti vattene da Genova” e insistendo per diversi minuti, a cui ha fatto seguito l’ intervento della polizia.

In tutto 15 o 20 persone, che lo hanno insultato con cori da stadio. poi lo sfogo di Bassetti sui social “Nemmeno un aperitivo in santa pace! Ho subito l’ennesima violenta aggressione verbale da parte di un manipolo di no vax, no green pass, o quello che erano, mentre ero seduto ad un tavolino per un aperitivo con mia moglie. Un attacco vile, gratuito, in un contesto della mia vita privata in cui, l’unica mia colpa, era quella di godermi il venerdì sera nel centro cittadino” ha aggiunto il medico.

Il fatto a una settimana di distanza da un’altra intimidazione, quando decine di telefonate anonime e altrettanti messaggi. Bassetti dal suo canto ha ribadito però di non sentirsi affatto intimidito.

Bassetti però, non ha risparmiato una frecciatina alla politica locale, colpevole a suo dire di non averlo difeso. “Ciò che mi rammarica di più è che, nel corso di questi due anni in cui vengo spesso brutalmente attaccato con ogni tipo di insulto, una parte anche della politica cittadina genovese non abbia mai speso una parola di solidarietà. Meditiamo” ha dichiarato. Parole probabilmente non rivolte al governatore della Liguria Giovanni Toti, che invece, ha subito espresso la sua solidarietà, condannando quanto accaduto: “Solidarietà al professor Matteo Bassetti insultato mentre era in centro città in un momento privato con la sua famiglia. Intimidazioni inaccettabili sempre e ancora di più se rivolte a chi da due anni lavora in prima linea per far vincere la scienza contro il virus”.

20 Febbraio 2020 – Redazione

I rincari dei costi dell’energia sono un vero e proprio incubo per gli italiani. Molti cittadini sono costretti a risparmiare su luce e gas per via degli aumenti in bolletta, veri e propri salassi che possono sfiorare +131% per la luce e 94% per il gas. Ma quali sono le ricadute di questa crisi energetica sul tessuto imprenditoriale? La risposta arriva dal distretto emiliano.

“Costretti a investire fuori dall’Italia”Queste le parole di Giorgio Romani, presidente del Gruppo Romani, 420 dipendenti. <<Ormai la prima cosa che faccio in ufficio non è aprire il portafoglio ordini ma guardare come sta andando il gas>> chiosa l’imprenditore. La sua azienda è una delle circa cento produttrici di piastrelle nel distretto emiliano, uno tra i poli più attivi del Paese. Nell’area fra Reggio Emilia e Modena si possono toccare con mano tutte le falle del sistema industriale italiano, un accumulo gigantesco di errori politici e gestionali. “Sembrava un sogno, sta diventando un incubo”esclama Romani. Le aziende sono passate direttamente dall’aumento produttivo registrato in seguito ai bonus edilizi al lavorare in perdita a causa dell’aumento dei costi.

Quello della ceramica è uno dei settori in cui il consumo d’energia è alla base del processo produttivo e, di conseguenza, uno dei più colpiti insieme ad acciaierie, fabbriche di lavorazione del vetro. Queste aziende rischiano un vero e proprio “lockdown produttivo”, causando danni incalcolabili per l’economia locale e nazionale. Il settore della ceramica per piastrelle, per fare un esempio, ha sperimentato nel 2021 una bolletta del gas metano che era di circa 250 milioni, per quest’anno invece prevede un aumento del 500% della spesa e costi di oltre 1,2 miliardi, pari a un quinto del suo fatturato totale per la sola fornitura di base.

Il 59% delle risorse stanziate col famigerato PNRR sono dedicate alla transizione ecologica ma, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi come si possa anche solo immaginare una transizione energetica capace di creare sviluppo in un contesto emergenziale come quello attuale. Come si può parlare di sostenibilità e sviluppo, puntando sull’elettrico, se l’energia diventa un bene di lusso? Probabilmente c’è ancora molto da rivedere nei piani dell’Europa.

19 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li- Fonte: CORCOM

Fra i firmatari nomi noti nel settore della data protection e grandi studi legali. “Saltate tutte le regole, collasso strutturale: intollerabile che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto”

Il Green Pass viola il Gdpr e scardina qualsiasi regola a livello nazionale e internazionale configurando una situazione al limite del collasso strutturale: questa, in sintesi, la posizione messa nero su bianco da un pool di 25 avvocati in un esposto presentato al Garante Privacy inviato il 14 febbraio.

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https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2022/02/18121156/ESPOSTO.pdf

firmare la segnalazione anche giuristi noti nel campo della data protection, operativi in grand studi legali, nonché docenti ed esperti della materia. Ed è già partita una sorta di “call-to-action” sui social in cui si invitano altri colleghi ad aderire all’iniziativa. “Non crediamo possa essere tollerato oltre dal sistema giuridico – senza cioè un collasso strutturale – che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto di violazione normativa e di lucido perseguimento di obiettivi di castigo, oppressione economica e mentale, umiliazione”,scrive in un post su Linkedin l’avvocato Enrico Pelino, fra i firmatari dell’esposto.

E sempre su Linkedin l’avvocato Andrea Lisi, altro firmatario dell’esposto, evidenzia che “il Green Pass dovrebbe essere uno strumento (europeo) utilizzabile per favorire la libera circolazione negli e tra gli Stati membri, ma viene imposto nel nostro Paese come una presunta misura di garanzia che si baserebbe nei suoi presupposti sulla difesa della salute pubblica, ma così come è strutturato finisce per violare palesemente l’art. 32 della Costituzione (oltre che i principi basilari del Gdpr), operando peraltro goffamente un bilanciamento tra diritti fondamentali previsti dalla Costituzione (e la limitazione di un diritto fondamentale quale il diritto al lavoro è incredibile per uno Stato come il nostro fondato su di esso)”.

Durissima la posizione espressa nel documento: “Abbiamo cioè la percezione che si stia agendo in completa illegalità”, si legge. Ed è lunga la lista delle contestazioni: “L’art. 35 del Gdpr impone che la Dpia sia effettuata “prima di procedere al trattamento”, che abbia requisiti netti, pesati fino alla frazione di grammo, che approdi, com’è ovvio nella situazione attuale, alla consultazione preventiva (art. 36 Gdpr), che sia ripetuta o aggiornata a ogni cambiamento, specie se più afflittivo. Siamo in attesa di esaminare la Dpia che avrebbe dovuto essere alla base, per esempio, del DL 172/2021 o del DL 229/2021 o del DL 1/2022 o del DL 5/2022. La verità è che sono saltate tutte le regole. Quelle degli artt. 5, 6, 9, 25, 35, 36 GDPR, degli artt. 8 e 52 Cdfue, del divieto di discriminazione contenuto al cons. 36 Reg. (Ue) 2021/953 e ribadito più volte nel parere congiunto Edps-Gepd n. 4/2021. Basterebbe la contrarietà con una sola di queste norme a dichiarare immediatamente illecito il trattamento”.

I 25 giuristi si appellano al Garante Privacyaffinché “ripristini lo stato di legalità conformemente al proprio mandato istituzionale, dichiarando illecito, nella sua declinazione italiana, il trattamento di dati personali “certificazione verde” introdotto con DL 52/2021 e successivi atti normativi, e per l’effetto ne disponga la limitazione definitiva e il divieto in applicazione dell’art. 58, par. 2, lett. f) Gdpr, ponendo in tal modo fine al più vessatorio, distopico e distorsivo esperimento sui dati personali finora attuato dall’istituzione della Repubblica”.

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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (redefefefefer ed€5 tt t t art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/green-pass-esposto-di-25-giuristi-al-garante-privacy-siamo-agli-antipodi-del-gdpr/

19 Febbraio 2022 – Redazione

L’esenzione per la vaccinazione COVID 19, per chi l’ha ottenuta, è costata fatica. Una delle fatiche di Ercole.  C’è chi per ottenerla si è presentato all’hub davanti ai medici vaccinatori che però, non conoscendo l’anamnesi completa del paziente, hanno opposto per lo meno iniziale resistenza.  Quelli che hanno preferito non esporsi in sede vaccinale,  hanno infatti rimandato al mittente le richieste, interpellando direttamente i medici di base. Questi, invece,  hanno dichiaratamente preferito non esporsi nemmeno in studio per star lontani da grane e “scomode inquisizioni” previste dal ministero.

Esistono pochi “fortunati” che sono riusciti nell’impresa, ma anche per loro tra poco potrebbe esserci un amaro risveglio. Le esenzioni, che dovrebbero in teoria essere permanenti, visto che attestano condizioni di salute che per lo più rimangono immutate nel tempo, per il nostro Ministero della Salute invece arrivano sempre a scadenza. E rinnovarle con queste premesse sembra più difficile.

Con uno snervante continuo tira e molla che aveva segnato, inizialmente il 30 settembre 2021, come data di scadenza, per poi arrivare ad una proroga su base mensile. Ora il governo ha stabilito in via ufficiale che il 28 febbraio sarà la data in cui  l’attestazione di esenzione non sarà più valida e dovrà essere necessariamente rinnovata.

E come? Altra complicazione e non di poco conto.

Per alcuni, si dovranno andare a ripescare i medici vaccinatori che hanno concesso il pezzo di carta all’hub, per altri ci si dovrà recare dal medico di famiglia. Mentre per la prima categoria ci potrebbe essere una effettiva difficoltà logistica, nella seconda sono gli stessi medici ad opporre perplessità e anzi, si dichiarano persino infastiditi dalle richieste. Indipendentemente da ogni possibile polemica, è innegabile che non c’e’alcuno meglio di loro, che conosca la storia personale del paziente e comprenda se e quanto sia rischiosa la somministrazione di un farmaco in una specifica anamnesi clinica. Eppure, c’è chi dubita che il rinnovo sia una passeggiata, e che sia stato reso tale proprio per disincentivare le domande e scoraggiarne definitivamente la richiesta.

Quindi, se già prima, rilascio dell’esenzione era un’impresa titanica, adesso, siamo sicuri che esista ancora qualcuno che vorrà opporsi al sistema e agire in scienza e coscienza, rinnovando i documenti scaduti?

Il 1 Marzo lo sapremo

18 Febbraio 2022 – Redazione

OGGI GLI STUDENTI SI SONO FATTI SENTIRE PER DIFENDERE IL LORO DIRITTO ALLA SICUREZZA. IN QUESTO ULTIMO ANNO, INFATTI, NON LI AVEVAMO ANCORA VISTI IN PIAZZA, NONOSTANTE IL GOVERNO ABBIA TOLTO LORO DEI DIRITTI FONDAMENTALI, QUALI QUELLO AL DIRITTO ALLO STUDIO, ALLA LIBERTA’ E ALLA TUTELA DELLA PROPRIA SALUTE.

MA RIMANENDO SULL’ARGOMENTO PROTESTE, SONO STATE 40 LE CITTA’ COINVOLTE. A NAPOLI HANNO MANIFESTATO DAVANTI ALLA SEDE DEL PD AL GRIDO DI: ”LE VOSTRE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/cvpz3-WeS-4

A MILANO gli studenti hanno lanciato vernice contro gli uffici JP Morgan, Unicredit e Zara. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/ZIiA8jWlpfs

Non si puo’ morire di scuola” diceva uno degli striscioni posti in apertura del corteo, in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti durante l’alternanza scuola-lavoro. I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo “contro questo modello di scuola ” come si leggeva su un altro striscione.

Il corteo è passato per il centro di Milano per chiudersi in piazza Fontana. Prima di partire i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e spiegando che “l’alternanza e’ solo sfruttamento”.

A ROMA GLI STUDENTIhanno gridato slogan come “Pagherete tutto”. IL VIDEO ⤵️

https://youtu.be/7YG6v8U2d6k

A Bologna sono stati oltre 200 gli studenti che hanno partecipato alla manifestazione. Si sono riuniti, intorno alle 9 del mattino, in piazza Puntoni per poi proseguire in corteo verso il centro. Ci sono stati momenti di tensione, dovuti a qualche spintone tra agenti e manifestanti nei pressi dell’Ufficio Scolastico. La situazione è però subito rientrata e i partecipanti si sono diretti in piazza Verdi per concludere la manifestazione.

Tra i promotori della giornata di protesta, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, oltre a vari comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino e il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano. Oggi, nella Capitale sono partiti gli Stati generali della Scuola pubblica: una tre giorni organizzata dall’UdS “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni” mentre lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera.