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Protesta dei camionisti contro il Green Pass? 

20/09/2021 – Da indiscrezioni di fonti affidabili e da vari video che stanno girando in rete, dal 27 SETTEMBRE potrebbe iniziare,  per una settimana, la PROTESTA DEI CAMIONISTI contro il GREEN PASS !

Segui il video👇👇👇👇👇

https://youtu.be/NUsAnAJ2Bco

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi guardare anche su👇

https://cataniacreattiva.it/no-green-pass-camionisti-in-protesta-dal-27-settembre-video/

FONTE: La PekoraNera

Dopo appena una settimana dall’inizio delle lezioni c’è già un problema contagi e quarantene. Oltre 200 classi – si legge sulla Stampa – in varie regioni italiane, più di 5 mila studenti, dalla scuola materna alle superiori sono già in Dad, scrive Affari Italiani. Senza contare due regioni, Puglia e Calabria, che aprono le scuole solo oggi. La prima settimana del nuovo anno scolastico ha già smentito il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che non più tardi di dieci giorni fa aveva assicurato: «La Dad è finita». E invece, pronti via, il numero delle classi finite in quarantena è lievitato.

Ma i banchi a rotelle, dell’ex ministro Azzolina, indispensabili per sconfiggere la pandemia che fine hanno fatto? Milioni di euro buttati, vero?

Banchi a rotelle

E poi, com’è noto, «positivo» non significa malato, esistono gli asintomatici. Ma la pantomima pandemica deve continuare. Fino a quando? Difficile da capire in questo momento. E poi Il coronavirus varia, ormai lo sappiamo da quasi due anni, altrimenti avremmo sconfitto il classico «raffreddore». 

Prof. Alberto Zangrillo

Il prof. Alberto Zangrillo fa sapere che sarebbe ora d’occuparsi di chi muore d’altro. Ma il Covid, come si dice oggi, è «cool» o meglio, una «presa per il cool»: Danimarca e Inghilterra, ad esempio, ce lo stanno suggerendo. E non si tratta d’essere negazionisti, il Sars-Cov-2 esiste, eccome. Si tratta d’essere intelligenti, ma soprattutto onesti.

Dove firmare e quando. Neanche annunciato preso d’assalto il sito del Referendum no Green Pass. 600 mila accessi, 9000 richieste di collaborazione.

A meno di 12 ore dall’annuncio il sito del referendum contro il Green Pass, www.referendumnogreenpass.it viene letteralmente preso d’assalto. Un boom di richieste senza precedenti. «Abbiamo avuto nello stesso momento tra i 500.000 e i 600.000 accessi al sito e per questo alcune parti si bloccano», spiega l’avvocato del comitato organizzativo Olga Milanese del foro di Salerno. 
Milanese: «Migliaia di persone stanno continuando ad accedere e stiamo creando i siti di supporto, quindi a breve abbiamo risolto il problema». Infatti mentre stiamo scrivendo le parti che consentono la firmadigitale tornano on line. 

Neanche gli organizzatori si aspettavano una reazione di queste proporzioni, a dimostrazione che la narrazione governativa a canali unificati, tra tv, giornali e siti non ha convinto ampie fasce di popolazione che vedono nel Green Pass più che un sistema di gestione della pandemia un meccanismo di scarico delle responsabilità sulla popolazione, costretta in modo subdolo alla vaccinazione. «E’ il potere che ricatta i suoi cittadini», ha commentato ieri il giurista e accademico Ugo Mattei del comitato Garanti del Referendum, “invece di prendersi le responsabilità delle proprie scelte: obbliga le persone a vaccinarsi con un consenso informato estorto con la minaccia di perdere il lavoro”. Il tutto tra miriadi di messaggi contraddittori e irragionevoli. Per la stragrande maggioranza della popolazione attiva la mancata iscrizione alla tesi del governo comporta l’impossibilità di accesso al lavoro.
Ma il processo di raccolta diventerà anche concreto con le sedi in cui si potrà firmare materialmente per il Referendum abrogativo del Green Pass.

«Questa opzione partirà, più o meno, da metà della settimana prossima», spiega l’avvocato Milanese, «perché noi abbiamo avuto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ieri e quindi, chiaramente, prima di ieri sera e stanotte non abbiamo avuto per legge la possibilità di mettere a disposizione i moduli, per cui adesso i nostri volontari, da lunedì, li riportano per la vidimazione presso gli enti preposti. La vidimazione prende un paio di giorni di tempo, poi si potrà iniziare a raccogliere le firme». 
Secondo lei ci sarà in tutti i Comuni un luogo dove firmare?
«Molti Comuni saranno coperti. Caricheremo sul sito del referendum, appena saremo pronti con i moduli, le liste di tutti i Comuni, i punti organizzati con i tavoli nelle varie città, gli studi legali dove si potrà firmare perché molti colleghi ci hanno scritto dando la loro disponibilità a ricevere i firmatari per la raccolta», spiega Milanese, «solo ieri abbiamo avuto più di 9000 mail di proposte di collaborazione, persone che vogliono dare una mano, quindi non è immediatamente facile, stiamo cercando di ‘smistare’ e gestire tutte queste disponibilità».
Tecnici informatici, legali, volontari di ogni tipo, dalla persona comune al professionista, si sono resi disponibili inviando una mail a info@referendumnogreenpass.it per attivare la raccolta delle firme nel proprio Comune, attivare un tavolo o un punto di raccolta, diventare autentificatore, richiedere la certificazione o semplicemente dare una mano.
«Intanto la procedura del sito è abbastanza semplice», spiega l’avvocato Milanese, «si scaricano i moduli in formato word, si compilano, si trasformano in pdf, si firmano e si mandano». 

“La malattia ha reso Bergoglio ancora più irascibile e scostante” – Aldo Maria Valli osserva con amarezza il decadimento della Chiesa di Bergoglio, oramai arroccata in difesa del culto idolatrico del vaccino. “Bergoglio non parla mai di salvezza delle anime ma solo di vaccini. Il problema potrebbe non risolversi con la fine di questo pontificato dal momento che Bergoglio ha blindato il conclave. Bisogna però continuare a resistere e combattere una buona battaglia per come insegnato da San Paolo”

https://www.youtube.com/watch?v=qwmLjxDnLSU&list=WL&index=124

FONTE: Il Tempo

Incontenibile Massimo Cacciari: “Basta non ce la faccio più”. Il filosofo, ospite nella puntata di mercoledì 15 settembre a “Otto e Mezzo”, il programma di LA7, ne ha avuto per tutti: dal green pass al disconoscimento del direttore del “Domani” Stefano Feltri fino a Lilli Gruber. Sull’obbligo vaccinale, Cacciari sottolinea che occorrerà una legge specifica perché la Costituzione è chiara: “Se si farà una legge verrà meno l’ipocrisia che il green pass è un atto volontario quando di fatto è obbligatorio. Secondo me rimangono serissimi dubbi costituzionali. Devono fare una legge e assumersi tutte le responsabilità delle conseguenze sull’assunzione di un farmaco”.

Le critiche di Feltri agli intellettuali che parlano troppo suscita la reazione piccata del pensatore veneto: “Non la conosco, non ci siamo mai incontrati. Basta che legga il sottopancia? Eh scusi, proprio non so chi sia” e il direttore replica: “Non è vero, l’ho perfino chiamata per scrivere sul mio giornale. Lei sa chi sono io e io so chi è lei”.

Cacciari, molto risentito per l’illazione sulla sua incompetenza, rivendica la carriera e la profonda conoscenza della filosofia del diritto. Poi si altera e puntualizza: “Dire che noi siamo perfettamente informati è risibile. Basta vedere come informano le big pharma che cambiano bugiardini ogni settimana! Manca una corretta informazione. Io mi sono informato sui rischi che correvo e mi sono liberamente vaccinato. Un governo autorevole poteva andare in questa direzione, il problema è che non è autorevole per niente perché se lo fosse farebbe il consenso informato. L’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco, nda) ha trasmesso ad agosto dati contraddittori a detta del suo Presidente! Non è corretto obbligare le persone a vaccinarsi in queste condizioni!”.

Una serata complicata per Lilli Gruber che dopo aver riportato la calma tra Cacciari e Feltri, è costretta a mettere fine anche al secondo round, quello tra Cacciari e il giornalista Luca Telese. Il pensatore sbotta con la conduttrice: “Non mi si vuol capire, basta! Passiamo oltre. Parlate di tanta informazione, ma quale? Basta vedere cosa hanno fatto su AstraZeneca. Quali sono i dati? Quanti vanno in rianimazione, quanti crepano? C’è un database che spiega cosa succede ai vaccinati? L’informazione riguarda solo che il vaccino è efficace”.

Dopo la pubblicazione nelle ultime ore della Circolare della Regione Puglia sulle terze dosi a partire dal 20 settembre, una valanga di commenti negativi sono stati scritti sulla pagina di FACEBOOK BARITODAY

Anche molti cosiddetti “fragili e “ultrafragili” hanno espresso parere negativo.

SOLO ALCUNI DEI COMNENTI:

“Dopo due dosi non ho prodotto anticorpi ma in compenso sono sempre stanco…la terza non la faccio”

Ma è possibile che un paziente oncologico, indebolito dalla chemio, oltre alla chemio deve fare la terza dose”

vaccino non ho sviluppato nessun anticorpo, perché mi devo sottoporre alla terza vaccinazione, premesso che prendiamo farmaci per tenere bassi gli anticorpi”

Anch’io trapiantata di rene da 5 anni. A malapena sono riuscita a fare la prima dose a luglio e da allora sto sempre ammalata”

Mia figlia solare e piena di vita dopo la prima dose una larva umana, ha formicolio per tutti gli arti e stanchezza”

Pfizer ha intenzione di chiedere l’approvazione per la somministrazione del vaccino ai bambini dai 6 mesi in su entro l’inverno: ecco il piano del gigante farmaceutico.

Entro l’inverno potrebbe arrivare il via libera alla somministrazione del vaccino di Pfizeranche per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni. Il colosso farmaceutico ha infatti intenzione di chiedere l’autorizzazione, al momento solo negli Stati Uniti, per immunizzare anche i più piccoli entro i prossimi due mesi.

Naturalmente le tempistiche dipenderanno dai risultati ottenuti in seguito agli studi interni volti a indagare la sicurezza e l’efficacia dei vaccini anche nei bambini. Il direttore finanziario di Pfizer, Frank D’Amelio, spera di riuscire di partire entro il mese di novembre. Vediamo dunque quali sono i piani e la timeline di Pfizer.

Vaccino Pfizer ai bambini da 6 mesi: il piano di Pfizer

Pfizer ha intenzione di chiedere alla Food and Drug Administration (FDA) l’autorizzazione per la somministrazione del vaccino anche ai bambini dai sei mesi in su. In un primo momento, probabilmente entro il mese di ottobre, si partirà con la fascia tra i 5 e gli 11 anni, ma stando alle ultime dichiarazione pare che il colosso farmaceutico abbia intenzione di spingersi oltre, chiedendo l’autorizzazione anche per i bambini più piccoli, se i dati saranno positivi.

Naturalmente la dose da somministrare ai bambini sarà inferiore rispetto a quanto viene somministrato agli adulti: tra i 6 e gli 11 anni saranno iniettati 10 microgrammi, mentre tra i 6 mesi e i 5 anni si parla di 3 microgrammi. Agli adulti al momento vengono somministrati 30 microgrammi.

Attualmente le prove preliminari del vaccino Pfizer nei bambini suggeriscono che il prodotto è sicuro, tuttavia permangono delle preoccupazioni etiche e dei timori per l’eventuale “rischio di effetti collaterali”, come riporta il Financial Times. Gli Stati Uniti hanno già dato il via alla vaccinazione degli adolescenti di età pari o superiore ai 12 anni, proprio come l’Italia, ma si prevede che in autunno anche gli alunni delle scuole elementari riceveranno il vaccino.

Approvazione entro la fine di ottobre

Stando alle ultime previsioni sembrerebbe che l’approvazione per il vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni potrebbe arrivare entro la fine del mese di ottobre, come suggerisce anche l’ex capo della FDA durante il governo Trump, Scott Gottlieb, che adesso siede nel consiglio di amministrazione di Pfizer:

Rimaniamo uniti, ce la faremo 

QUALSIVOGLIA partito politico o singolo parlamentare o carica dello Stato sia favorevole al lasciapassare che non è green ma equivale in pratica a un obbligo di inoculo di sostanze sperimentali in persone che non ne hanno bisogno e la cui gravissima pericolosità è evidente e dimostrata ma indecentemente sottaciuta dalle istituzioni per ingannare l’opinione pubblica (e le gerarchie ecclesiastiche) e supportare una dittatura sanitaria di portata storica, si macchia di un CRIMINE contro la persona umana, in spregio alla Costituzione.

GREENPASS LAVORO 

Come tutti saprete già il governo  emanerà un nuovo decreto legge per estendere l’obbligo di greenpass come condizione necessaria per poter svolgere l’attività lavorativa per tutti gli italiani: dipendenti privati, pubblici e autonomi.

Un decreto legge che non ha eguali in nessun paese del Mondo e che segna un punto di non ritorno nella lotta alle ingiustizie per tutti noi: cedere oggi significa segnare un pericoloso precedente per tutti in futuro, bambini compresi.

Vi chiediamo quindi solamente due cose:

1 – MANTENERE LA CALMA. Innanzitutto aspettiamo il testo ufficiale che commenteremo e integreremo nel nostro prontuario normativo a disposizione di tutti. Girano bozze e anticipazioni ma come nostra abitudine ci esprimeremo solo sul testo che andrà in gazzetta ufficiale e che è l’unico che avrà forza di legge per almeno i prossimi 60 giorni. È poi evidente che annunciare un decreto legge un mese prima della sua efficacia è strumentale a far invertire la tendenza di vaccinazione che è ai minimi storici. Mantenete la calma e non prendete decisioni avventate.

2 – AGIAMO IN SILENZIO.

Domani nei luoghi di lavoro inizieranno le domande del tipo “E ora come fai?”. Rispondete con un sorriso. Ricordate a tutti che I NOSTRI DIRITTI NON SONO IN VENDITA e che possono toglierci tutto ma non la DIGNITÀ. Nessuno scontro con colleghi e parenti, non disperdiamo energie mentali con chi non vuole comprendere.

Non giudicate e non fatevi “contagiare” da chi cercherà la vostra approvazione perché deciderà di vaccinarsi: libertà di scelta, sempre.

Vi preghiamo di non sommergerci di domande, abbiamo davanti a noi un mese di tempo prima dell’entrata in vigore del provvedimento per conoscerlo, studiarlo e fare le valutazioni. Non ci esprimeremo su iniziative, diffide, cause o azioni legali di questa o quell’associazione. Valutate tutto e decidete quale percorso seguire per il vostro bene.

È uno dei momenti più difficili e delicati di sempre, stiamo combattendo contro qualcosa molto più grande di noi: questo attacco frontale all’articolo 1 della Costituzione (“L’Italia è una Repubblica fondata sul LAVORO”) è solo l’ennesima conferma che la nostra R- ESISTENZA può davvero cambiare il futuro. Lo dobbiamo a noi e ai nostri figli.

C.Li.Va. Toscana

Richiesta a organi costituzionali, chiamati decidere entro 15/10

(ANSA) – ROMA, 16 SET – Si va verso l’estensione dell’obbligo del Green Pass anche per gli organi costituzionali, includendo dunque il Quirinale e la Corte Costituzionale. L’obbligo, quindi, riguarderà anche le cariche elettive di Camera e Senato.
E’ quanto sottolineano diverse fonti di governo al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi. L’obbligo, per il principio dell’autodichia, non può applicarsi automaticamente agli organi costituzionali che, secondo quanto prevedrebbe il decreto sul “super Green Pass”, saranno chiamati a pronunciarsi entro il 15 ottobre. (ANSA).
   

(RIPORTIAMO FEDELMENTE CIÒ CHE LA ADEPTA MASSONICA HA DETTO)

50 miliardi di euro entro il 2027 per assicurarsi che nessun virus trasformi mai più un’epidemia locale in una pandemia globale. Nel suo secondo Discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato oggi (15 settembre) di fronte all’Aula di Strasburgo, Ursula von der Leyen annuncia una nuova missione di preparazione sanitaria e resilienza per l’intera Unione europea, da sostenere finanziariamente attraverso Team Europe. Un modo per dire che la pandemia non solo non è alle spalle del Continente, ma che la Commissione deve imparare la lezione e prepararsi alle crisi sanitarie che verranno. Perché se ancora non si sa quando o come, è certo che ci saranno e l’UE deve ripensare la sua carenza di competenze in materia sanitaria.

Nelle prossime ore la Commissione presenterà la nuova HERA, l’autorità sanitaria paneuropea proposta dall’UE per rafforzare la risposta alle future crisi sanitarie. Già annunciata a febbraio, HERA è nei piani di Bruxelles un attore chiave nel rafforzamento della capacità dell’Europa di prevenire, rilevare e rispondere rapidamente alle emergenze sanitarie. E von der Leyen ne anticipa il disegno di fronte all’Aula di Strasburgo. “Sarà un enorme vantaggio per affrontare in anticipo e meglio le future minacce per la salute. Abbiamo l’innovazione e la capacità scientifica, la conoscenza del settore privato e ora dobbiamo riunire tutto questo, compresi ingenti finanziamenti”, ha spiegato la presidente. Per questo propone una nuova missione di preparazione sanitaria e resilienza per l’UE che sarà finanziata con 50 miliardi di euro nei prossimi sette anni.

Progressi sì, ma realismo quando ci si trova di fronte a tassi di vaccinazione molto diversi tra Stati membri che continuano a preoccupare. “Facciamo il possibile perché non si trasformi in una pandemia di non vaccinati”, sottolinea von der Leyen. Bruxelles ha a disposizione 1,8 miliardi di dosi aggiuntive assicurate per il 2022-2023 per eventuali richiami o terze dosi di vaccino. Senza grande sorpresa, però, von der Leyen non si è pronunciata sul richiamo del vaccino, in attesa di un via libera più autorevole da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA).

Uno sguardo al passato e uno al futuro. Se un anno fa la sfida era trovare un vaccino, oggi l’UE si carica il peso di far progredire nella vaccinazione globale. Un moto d’orgoglio muove la voce della presidente perché l’UE è l’unica regione al mondo ad aver dato un peso all’esportazione delle dosi anche nei Paesi fuori dai confini europei, consegnando circa la metà delle dosi prodotte in Europa al resto del mondo in più di 130 paesi. Non basta. Anche oggi – rimarca von der Leyen – la necessità più urgente è quella di accelerare la vaccinazione globale, dove solo meno dell’un per cento delle dosi globali è stata consegnata nei Paesi  a basso reddito. (Fonte: Eunews)

Tutto chiaro? Avete letto bene, soprattutto le parti in grassetto? Se la risposta è sì, allora capite anche perché hanno interesse a raggiungere in tutti i modi almeno l’80-90% della popolazione vaccinabile. Possiamo assicurarvi che dietro ci sono investimenti più grandi di diverse magnitudo rispetto a quelli annunciati ufficialmente dalla von der Leyen nel suo discorso. I vaccini a mRNA promettono molto di più che la semplice risposta al Covid-19. Saranno la nuova frontiera degli investitori, le prospettive di profitto per il prossimo decennio sono stellari. In un contesto del genere, capite bene che il dissenso non è più ammesso. Tutti devono salire a bordo, indistintamente, senza eccezioni, a cominciare dagli stati nazionali. I vari esecutori (premier, ministri, politici, tecnici) ricevono target e scadenze entro cui realizzare i progetti e devono portarli a termine a ogni costo. Vi passeranno sopra con il trattore, se necessario.