Archive for the
‘Uncategorized’ Category

Marcello Pamio – 15 settembre 2021

La dittatura sanitaria non esiste solo per i cervelli con encefalite spongiforme bovina (detta BSE). Per tutti gli altri invece è trasparente che il regime serrando le fila è sempre più contro i diritti, contro le libertà e contro i cittadini!

L’ultima a finire sotto l’inquisizione moderna è la grande Silvana De Mari, medico e psicoterapeuta piemontese, che è stata sospesa dall’Ordine dei Medici di Torino perché non ha voluto vaccinarsi.

Vi ricordo che sarete giudicati dalla Storia!

TOTALE SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ A SILVANA DE MARI

INUTILE AGGIUNGERE ALTRE PAROLE! I FATTI PARLANO DA SOLI!

Bill Gates, uno degli uomini più potenti della cabala mondialista e vicino alla famiglia Rockefeller, torna a parlare in pubblico e parla dell’impreparazione s far fronte alla “prossima pandemia”. Il solo fatto che i piani alti delle élite parlino già di una prossima pandemia artificiale sta a significare che quella attuale ormai praticamente è giunta. L’operazione terroristica del coronavirus non ha raggiunto gli obiettivi che il mondialismo si era prefissato. Il Grande Reset avrebbe già dovuto manifestarsi nella prima metà del 2021. I passaporti vaccinali avrebbero dovuto essere adottati in ogni singolo Paese del pianeta. I dissidenti che avessero rifiutato di sottoporsi all’inoculazione sperimentale avrebbero dovuto essere deportati in centri di detenzione COVID. 

Una sostanza estranea di colore bianco è stata trovata in alcune dosi del vaccino anti-coronavirus Pfizer in tre centri di vaccinazione a Sagamihara, nella prefettura giapponese di Kanagawa, riporta il canale televisivo NHK.

Secondo quanto riferito da un canale TV giapponese, le sostanze estranee di colore bianco sono state identificate l’11, il 12 e il 14 settembre in 18 dosi di vaccino complessivamente. In precedenza, un caso analogo si è verificato nella città di Kamakura, appartenente alla stessa prefettura. La campagna di vaccinazione in Giappone è stata avviata lo scorso 17 febbraio. Le autorità hanno approvato tre vaccini contro il coronavirus: Pfizer, Moderna ed AstraZeneca.Ad agosto, è stato reso noto che nel vaccino Moderna erano state trovate impurità sotto forma di particelle di metallo. Il ministero della Salute del Paese ha sospeso l’applicazione di tre lotti di vaccino, per un totale di 1,63 milioni di dosi. Al momento del ritiro, i preparati erano stati distribuiti a 889 centri di vaccinazione ed erano già state utilizzate 55 dosi. Inoltre, le prefetture di Gunma e Okinawa hanno comunicato di aver scoperto particelle di colore nero che sembravano frammenti di tappi di fiale.

Non usa mezzi termini Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up che lancia l’allarme sull’elevato numero di infermieri positivi anche tra i vaccinati:

I dati dell’Istituto Superiore della Sanità sono inconfutabili e non possono passare, pericolosamente, sotto traccia. 1848 operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni: numeri preoccupanti, se si pensa che sono trascorsi ben 17 mesi dall’inizio della Pandemia, e il 70% degli italiani, ovviamente compresi infermieri e medici, sono stati sottoposti alle due dosi di farmaco-anti covid. 

Cosa succede? Certo non ci troviamo solo di fronte alla problematica, fin troppo sottovalutata, della non totale refficacia dei vaccini. Lo sapevamo, noi infermieri, quando abbiamo deciso di sottoporci, coscientemente, in massa, alle somministrazioni. Ne erano e ne sono a conoscenza i cittadini. Ma non ci vengano a dire, di fronte all’esplodere delle varianti, che è tutto sotto controllo e che dovevamo aspettarcelo.

La rabbia di un sindacato delle professioni sanitarie come il nostro, che da sempre lotta al fianco degli infermieri, non sta tanto nell’apprendere dei nuovi contagi, perché siamo abituati alla lotta, alla sofferenza. Abbiamo pagato in termini di infezioni e vite umane come nessuno, e certo continueremo a farlo. Ma ci indigna non sapere cosa sta accadendo realmente. L’INAIL parla chiaro: l’82% degli operatori sanitari che si ammalano, nel comparto sanità, sono ancora infermieri. La categoria, che oggi, in assoluto, è al primo posto come numero di decessi, tra tutti i lavoratori italiani, è la nostra.

Qui non si tratta di sterili polemiche, siamo quelli abituati a combattere e a farlo nel silenzio delle stanze e delle corsie degli ospedali. Ma se ad oggi, 50 infermieri al giorno, quasi tutti vaccinati, si ammalano ancora di Covid, abbiamo diritto a una spiegazione. Vogliamo che sia fatta luce su quanto sta accadendo. A luglio erano 250 i professionisti infettati, ad agosto siamo arrivati a 1951“.

E ancora il presidente chiede di far luce su questi dati in crescita:

Vogliamo comprendere fino a che punto gli infermieri già vaccinati si stanno ammalando di nuovo, vogliamo sapere se questa impennata di casi è stata presa in considerazione dagli organismi di vigilanza al fine di valutare la reale efficacia del vaccino. Insomma, se in un contesto tanto ristretto, cioè quello degli ospedali italiani, dove il rischio di imbattersi nel virus è superiore, in un solo mese il numero dei nuovi operatori sanitari infettatati è schizzato a quota 2000 nonostante tutte le norme di prevenzione oggi applicate, dalle mascherina alle tute ed ogni quant’altro, cosa accadrebbe ai normali cittadini vaccinati, se ci fosse una recrudescenza di pervasività del Sars-Cov 2, e quindi se il virus tornasse a circolare, anche per poco tempo, nelle scuole, negli uffici o nei locali pubblici italiani dove non c’è lo stesso livello di utilizzo degli strumenti di prevenzione come invece accade nei nosocomi?”

Se il numero di cittadini re-infettati in rapporto al loro numero complessivo fosse percentualmente analogo a quello degli infermieri che oggi si infettano negli ospedali, potremmo davvero essere certi dell’attuale, dichiarato, livello di protezione attribuito ai vaccini? I dati dell’ISS vanno presi sul serio: nessuno ha il diritto di nascondere la verità, quando in ballo c’è la salute degli infermieri e dei cittadini.

_

di Mariano Amici

Ve lo ripeto da tempo: la vaccinazione non è garanzia di non contrarre il Covid-19 e neanche di non propagarlo. Non è neanche garanzia di sviluppare sintomi più lievi ed evitare i decessi causati da complicazioni. Adesso c’è uno studio che lo attesta.

Il 6 luglio scorso è stata pubblicata la ricerca clinica effettuata su 152 di un totale di 300 pazienti completamente vaccinati con due dosi, che in 17 ospedali in Israele hanno contratto il Covid-19, sviluppando una sintomatologia tale da richiedere ospedalizzazione.

La conclusione della ricerca dice: “Casi gravi di infezione da Covid-19, associati con un alto tasso di mortalità, possono svilupparsi in una minoranza di soggetti con vaccinazione completa e con multiple co-morbità”. E ancora: “Il tasso di mortalità è simile a quello dei pazienti non vaccinati e ospedalizzati per Covid-19.”

L’indagine ha rilevato che:
– il 25% ha sviluppato condizioni molto gravi (38 persone).
– il 22% è deceduto (34 persone).

4 pazienti non avevano alcuna patologia pregressa e nessuno di loro è tra i deceduti, mentre 148 pazienti avevano una o più di queste patologie pregresse:
– 108 soffrivano di ipertensione
– 73 erano diabetici
– 41 avevano problemi cardiaci
– 37 avevano patologie renali e polmonari
– 29 erano affetti da demenza
– 36 erano affetti da cancro
– 60 avevano scarse difese immunitarie dovute a trattamento cortisonici, chemioterapia o immuno-soppressori. In altre parole, le persone più deboli, quelle che hanno un sistema immunitario compromesso o impegnato a combattere patologie importanti, sono esposte a contrarre il Covid-19 in modo più grave e potenzialmente letale. Sia che siano vaccinate, sia che non lo siano.
In più, e non viene affrontato in questa ricerca, c’è il problema che la vaccinazione stessa mette sotto sforzo l’organismo e lo indebolisce, motivo per cui le persone a cui viene inoculato il siero dovrebbero osservare un periodo di almeno due settimane di completo isolamento e riposo. Indicazione scarsamente evidenziata e difficilmente attuata.

Pubblicazione della ricerca sui pazienti su 152 pazienti con vaccinazione completa, ospedalizzati per Covid-19 in Israele👇

https://www.clinicalmicrobiologyandinfection.com/article/S1198-743X%2821%2900367-0/fulltext

Non è mai stato un “no vax”, come oggi al governo piace etichettare chiunque esprima dubbi sull’efficacia dei vaccini. Anzi. Lui, Gabriele, libero professionista lombardo di 41 anni, ha accettato ben volentieri di sottoporsi alla somministrazione, così da ottenere il Green pass e poter tornare a vivere una vita normale, senza restrizioni. Poco dopo l’inoculazione, però, è iniziato un incubo senza fine, un’odissea medica durante la quale si è trovato a fare i conti con le difficoltà della medicina di fronte a eventi avversi imprevedibili e con la follia di un governo che, oggi, non gli concede una vita normale.

Gabriele ha raccontato: “Mi sono prenotato perché aspettavo da tanto tempo di essere vaccinato contro il Covid, mi sono sempre vaccinato in passato. Anzi l’anno scorso mi ero molto arrabbiato perché non avevo avuto quello antinfluenzale”. Dal giorno dopo, il 12 giugno scorso, ecco però che la sua vita è cambiata: “Una specie di inferno medico. Ho cominciato ad avere cefalea che a distanza di tre mesi non è passata e di cui non ho mai sofferto prima, pressione elevata, stato confusionale. Tutta una serie di sintomi importanti”.

Le visite specialistiche hanno ovviamente sconsigliato una seconda dose. E così Gabriele si è trovato a fare i conti con un Paese, l’Italia, che nonostante il parere di medici esperti non gli rilascia il Green pass, intrappolandolo così in una sorta di limbo in cui non può tornare a una vita normale se non mettendo a rischi la propria salute per effettuare una nuova vaccinazione. Da tre mesi, non riesce più a svolgere il proprio lavoro e sta valutando di chiedere un risarcimento.

“Ho fatto fatto diverse visite – ha concluso Gabriele – accertamenti ed esami. Mi hanno detto tutti che sarebbe passato e tutti mi hanno sconsigliato per il momento di fare la seconda dose. Adesso ho una nuova visita a ottobre, sto facendo una cura e farò altri esami. I problemi però sono a livello lavorativo e sociale perché io con una sola dose, e nell’impossibilità di fare la seconda, non ho il Green pass e non ho trovato il modo di averlo nonostante possa dimostrare che il vaccino ha avuto un effetto importante con reazioni probabilmente croniche”.

Mentre la data della conversione in legge del Decreto che ha ufficializzato il green pass si avvicina, mentre le piazze si riempiono di manifestanti e abbondano i ricorsi, si prepara una proposta di referendum abrogativo, lanciata dall’avv. Olga Milanese, promotrice del Manifesto “Green Pass: Le Ragioni del No”, sostenuta da Francesco Benozzo e Luca Marini, dal Presidente Paolo Sceusa, dal dott. Carlo Freccero e dal Prof. Ugo Mattei, autori nelle scorse settimane di un appello alle più alte cariche dello Stato, e che ha già incontrato numerose adesioni da parte del mondo accademico, della cultura e dei media.

“Nell’ambito di un confronto politico civile e democratico sul Green Pass e sull’obbligo vaccinale”, continua l’Avv. Milanese, riteniamo sia giunto il momento di inviare un messaggio inequivocabile al Governo e al Parlamento. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare la proposta di referendum abrogativo delle disposizioni legislative adottate dal Governo in materia di Green Pass, che saranno portate all’attenzione del Parlamento per essere convertite in legge, con ogni probabilità, dietro richiesta della fiducia. Il nostro vuole essere anche un messaggio di fiducia e di speranza rivolto a tutti gli
italiani che non si riconoscono in disposizioni che, come ormai è sotto gli occhi di molti, costituiscono solo il primo passo verso l’erosione progressiva dei diritti e delle libertà fondamentali“.

“A giorni presenteremo la proposta di referendum abrogativo e, non appena ricevute le autorizzazioni necessarie, inizieremo la raccolta delle firme. In questa prospettiva avrà un peso determinante l’adesione delle migliaia di persone, studenti in prima linea, che hanno sostenuto gli appelli che in queste settimane sono stati rivolti al Governo, al Parlamento e al Presidente della Repubblica contro il Green Pass. L’iniziativa referendaria, peraltro, intende affiancarsi alle numerose iniziative giudiziarie rivolte contro le recenti disposizioni adottate dal Governo, nonché ad altre iniziative di natura politica cui abbiamo già dato la nostra adesione“.

Alla vigilia del voto in Senato sul green pass la senatrice Roberta Ferrero ha promosso un convegno, proprio a Palazzo Madama, tutto votato a spiegare che «il Covid è una malattia curabilissima» con un «approccio terapeutico che se utilizzato secondo ben precise regole porta alla guarigione di ogni soggetto che si ammali». O almeno è quanto afferma l’associazione Ippocrateorg, organizzatrice dell’appuntamento, il cui «approccio» ha alla base farmaci estremamente controversi come l’Idrossiclorochina e l’Ivermectina.

Chiaramente virologi star e media di regime si sono lanciati nello sport attualmente più amato nella «penisola degli ipocriti»: osannare il sacro siero e disprezzare ogni tipo di cura per il Covid-19. Eppure sono stati curati di Covid Donald Trump, Alberto II di Monaco, Principe Carlo d’Inghilterra, Boris Johnson, Silvio Berlusconi, Iva Zanicchi, Nicola Zingaretti, Alberto Cirio, Guido Bertolaso, Raffaele Donini, Alessandro Mattinzoli, Barbara Lori, Gianluca Galimberti, Claudio Pedrazzini, Edmondo Cirielli, Pierpaolo Sileri, per citare solo alcuni vip. E guarda caso, non è schiattato nessuno, tutti guariti e attualmente in buona salute.

Interviene la federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) che sottolinea come il medico non debba adottare pratiche «delle quali non sia resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunità professionale e dall’autorità competente. Né deve adottare o diffondere terapie segrete», scrive il Corsera, come se il “vaccino” dispensato non fosse un farmaco sperimentale.

Poi, interviene anche Roberto Burioni: «Da Stamina non abbiamo imparato niente. E a rimetterci sono i più deboli e i più sfortunati». La frittata è fatta. La capogruppo pd Simona Malpezzi accusa: «La Lega, lungi dal voler contribuire a promuovere la campagna vaccinale, continua a sostenere infondate e ambigue teorie sul Covid. E questo atteggiamento resta un problema serio per il governo e per il Paese». Mentre Daniela Sbrollini (Iv) ritiene che «i senatori che hanno dato sostegno al convegno sulle terapie domiciliari Covid, tra fake No vax e Ivermectina, dovrebbero avere bene in mente il senso delle istituzioni che rappresentano» sottolinea il Corriere.

Ebbene, le alternative sono due: o il virus fa morire solo la “povera gente” o, meglio, la brava gente, come afferma Burioni. Oppure ci stanno prendendo per i fondelli, negando la possibilità di curare l’infezione da Covid per inoculare il farmaco genico sperimentale tanto caro a Big Pharma. Perché anche il più cretino non può credere che il Cavaliere, ad esempio, durante la degenza al San Raffaele di Milano per il Covid, abbia ricevuto soltanto Tachipirina con la vigile attesa del prof. Zangrillo che nel frattempo pregava gli dei come terapia, per attenersi al protocollo del ministero della salute.

Suvvia, non chiediamo onestà da parte di alcuni esserini, si chiede soltanto di non offendere l’intelligenza di chi la possiede. E non si tratta d’essere No Vax, bensì No Stupid.

FONTE: Danni Collaterali

Cosa è successo a Stefano Paternò, il sottufficiale della Marina militare italiana morto lo scorso 9 marzo nella sua casa di Misterbianco, in Sicilia? L’uomo, 43 anni, era deceduto quindici ore dopo la somministrazione della prima dose di vaccino AstraZeneca, una tragedia che aveva scatenato tante polemiche e sospetti intorno ai farmaci anti-Covid. Oggi, ecco arrivare la risposta ufficiale da parte della Procura di Siracusa, che ha parlato di “esagerata risposta infiammatoria” come causa del decesso.

Condotte dalla magistratura siciliana, sotto la direzione dal Sostituto Procuratore Gaetano Bono e coordinate dal Procuratore della Repubblica Sabrina Gambino, le indagini “hanno fatto luce sulle cause del morte” ed evidenziato, come si legge nella relazione dei consulenti tecnici del pubblico ministero, “la sussistenza di una relazione causa-effetto con la somministrazione del vaccino Astrazeneca”.

Secondo la Procura la morte di Paternò è dunque legata alla risposta individuale dell’organismo del militare al vaccino in concomitanza “con la pregressa infezione da SARS-Cov2”. L’uomo, aveva già contratto il Covid in maniera asintomatica al momento di ricevere il vaccino, e questo ha comportato “una risposta anticorpale che si è aggiunta alla risposta immunitaria del vaccino, comportando una risposta infiammatoria esagerata”. Fatale, dunque, una SINDROME post-vaccino denominata ADE (Antibody-dependent enhancement), un’eccessiva risposta immunitaria che ha portato a un danno al tessuto polmonare con “evoluzione verso un quadro di sindrome da distress respiratorio acuto”.

Alla luce della decisione della Procura di Paternò sarebbe opportuno eseguire, si legge su quotidianosanita.it, “un test sierologico eseguito prima della vaccinazione” che in casi come questo avrebbe potuto evitare la tragedia. Ma sul portale del Ministero della Salute dedicato alle “Fake news” si specifica che “allo stato attuale non risulta necessario fare test sierologici (test sul sangue) per rilevare la presenza di anticorpi contro Sars-CoV-2 prima di sottoporsi alla vaccinazione. I vaccini sono, infatti, indicati anche per le persone che hanno già contratto il Covid-19 e che, dunque, hanno sviluppato anticorpi”.

Concetto ribadito anche nella circolare del Ministero della Salute del 3 aprile 2021, che puntualizza: “Come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”.