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08 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: Andrea Caldart di QuotidianoWeb

La tagliola che mette a rischio l’intero comparto delle imprese del settore forniture ospedaliere, preparata da Renzi nel 2015 e avvallata da Draghi con il decreto “Aiuti Bis” del luglio scorso, oggi, con il governo Meloni, è servita. Il problema principale è che migliaia di aziende e di lavoratori del comparto potrebbero rischiare di finire per strada dal 30 aprile prossimo.

Purtroppo, l’attuale esecutivo sembra non essersi preoccupato di questa scadenza perché ha pensato di utilizzare il meccanismo di conversione del Milleproroghe, inserendou il comma 8 all’art. 4, con il quale non ha fatto altro che confermare la data del “30 aprile 2023” di cui all’art. 9-ter, comma 9-bis del D.L.n. 75/2015 (come conv. L.n. 125/2015).

Di fatto, non essendo scaduto il decreto, con questa mossa l’ha mantenuto, permettendo alle Regioni, dopo il 30 aprile, di attivare il meccanismo di compensazione dei crediti maturati da payback. In sostanza, da quella data in poi, le Regioni, potranno chiedere alle aziende fornitrici dei dispositivi sanitari, di rendere per il solo periodo 2015-2018, 2 miliardi di euro di “eccedenze”, che il decreto “Aiuti Bis”, ha chiamato extra profitti. Una divisione targata Renzi, Draghi, che considerano extra profitto quanto in più hanno pagato le Regioni sulle forniture ospedaliere, ma non perché qualcuno ci abbia marciato sopra, bensì perché le Regioni non erano state in grado di redigere correttamente i Forecast budget, cioè le previsioni d’acquisto dei materiali sanitari.

Errori creati dai burocrati delle aziende sanitarie, spesso nominati proprio dai politici, che oggi si vogliono far pagare alle aziende fornitrici. Abbiamo parlato con la Dottoressa Cristina Cattini Amministratore Delegato di Novamedisan Italia Srl di Bologna, la quale per prima, a gennaio 2023, nella trasmissione di Nicola Porro “Quarta Repubblica”, ha lanciato l’allarme.

Dottoressa Cattini cosa sta succedendo?

“A quanto ne so, ma è quello che mi riferisce la mia associazione FIFO, Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri, esiste da parte dell’attuale Governo, sia una condivisione sull’iniquità della legge, sia una consapevolezza sui rischi della sua applicazione per la tenuta del SSN pubblico, accompagnate da una volontà (almeno esplicitata a parole) di voler abrogare il payback sui dispositivi medici”. Il problema fondamentale e di difficile soluzione, riguarda come compensare i “buchi” o meglio le “voragini” che si verrebbero a creare nei bilanci sanitari delle Regioni”. Il Governo “dovrebbe” trovare qualche centinaio di milioni di euro, parte dei quali verrebbe “rimandata” alle Regioni – secondo quanto ancora dichiarato dalla dott.ssa Cattini – e un’altra parte che dovrebbe essere coperta dalle aziende più grandi, ovvero quelle da un fatturato dai 20 miliardi in su, ma non dalle PMI”.

Confindustria DM, in quanto federazione che tutela questo tipo di grandi aziende, ha espresso il proprio disaccordo. A tal proposito l’onorevole Lucaselli di FDIdemandata ad occuparsi del problema, al convegno di Confindustria DM del 21 febbraio, ha ventilato di far pagare sull’utile e non sul fatturato, ottenendo in risposta, un’alzata di scudi da parte di tutti, e in particolare da parte di FIFO, e PMI Sanità. Insomma, la situazione è ancora parecchio ingarbugliata e il 30 aprile è alle porte.


Il 13 giugno vedremmo come si pronuncerà in merito il TAR che probabilmente rimanderà tutto alla Corte costituzionale (che difficilmente prenderà la decisione di illegittimità normativa).

Quindi un’ulteriore proroga potrebbe dare un poco di respiro alle PMI coinvolte in questa follia?

Assolutamente no.

Purtroppo, se la sospensiva concessa venisse riferita ai soli “incassi” da parte delle Regioni, le Aziende sarebbero comunque costrette in Giugno a iscrivere a bilancio le cifre pazzesche richieste dalle Regioni. Di fatto molte PMI si troverebbero con bilanci in forte perdita. Non potrebbero più partecipare alle gare pubbliche e avrebbero sicuramente problemi con gli istituti di credito. Di fatto sarebbero costrette a chiudere e a licenziare i propri collaboratori.

Al contrario, se la proroga fosse concessa nell’ottica di guadagnare tempo per poter giungere a una soluzione equa, il Governo dovrebbe prorogare le richieste di pagamento da parte delle Regioni. Solo in questo modo, nel caso di un ulteriore rinvio, si rispetterebbero le PMI. FIFO Sanità auspica che la soluzione venga trovata prima della prossima scadenza del 30 aprile, per scongiurare il rischio concreto che la paralisi dell’apparato pubblico sanitario costringa i cittadini bisognosi a rivolgersi al sistema privato per curarsi.

Il SSN sarebbe, quindia rischio crack. Le Regioni a Schillaci e Giorgetti hanno fatto sapere che non ci sono soldi, e senza interventi di dovrebbero tagliare i servizi”.
DAL GOVERNO IN QUESTE ORE ARRIVA IL BENESTARE PER AVVIARE UN TAVOLO DI CONFRONTO, MA ANCHE UNA DOCCIA GELATA, IN QUANTO CI SAREBBERO POCHI MARGINI PER ATTINGERE A NUOVE RISORSE.
Tra le richieste quello di non far andare in Piano di rientro o commissariare le Regioni che dovessero presentare conti in rosso. E poi: ripianare in 10 anni i disavanzi causati dal mancato ristoro dei fondi per il Covid, rivedere tetto di spesa per il personale e su privato accreditato, incremento retribuzioni e regole più stringenti per i medici a ‘gettone’. E poi sul payback dei dispositivi medici: “Se Governo vorrà revisionare norma dovrà garantire le coperture”.

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07 Marzo 2023 – Redazione

I nostri ricordi sono spesso labili, al punto da non farci ricordare eventi e fatti di cronaca importanti, che dovrebbero segnare le coscienze. Quello di cui parleremo oggi è il presunto suicidio di un dirigente della Banca Monte dei paschi di Siena, dalla cui misteriosa morte sono passati dieci anni. Mi riferisco a Davide Rossi, incaricato della comunicazione dell’Istituto Bancario, che il 6 marzo 2013 è caduto dalla finestra del suo ufficio, a Siena. Una vicenda controversa, al centro di varie indagini, che vede la famiglia, convinta che non si sia trattato di un suicidio, e ancora in prima linea nella ricerca della verità e della giustizia.

Per me il 6 marzo è tutti i giorni. Lo vivo ogni giorno come se fosse ieri. Ma il fatto che siano passati 10 anni ci fa riflettere”, ha detto all’Adnkronos la vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi.

Ieri sera la famiglia si è ritrovata alle 19 in piazza Salimbeni a Siena, in una commemorazione pubblica per “i dieci anni senza David, senza verità, senza giustizia”. L’iniziativa, spiegano i familiari di Rossi, è stata organizzata “perché non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo tenere alta l’attenzione, anche in costituzione di una nuova Commissione d’inchiesta, che ci auguriamo arrivi a sondare tutto ciò che è ancora da verificare e scoprire”.

Dopo la Commissione parlamentare d’inchiesta istituita nella scorsa legislatura e presieduta da Pierantonio Zanettini, il 20 marzo inizierà alla Camera la discussione per istituire una nuova commissione d’inchiesta sul caso, che potrebbe ricevere il via libera intorno al 24  Confido nella buona volontà dei nuovi iscritti che dovranno ricominciare, e spero che siano persone motivate a fare chiarezza a vantaggio di tutti. Mi auguro che, seguendo le orme della precedente Commissione, emergano nuovi elementi”, sottolinea Antonella Tognazzi.

Il nostro obiettivo è sempre stato quello di chiedere la riapertura delle indagini con un fascicolo che mostri la giusta motivazione, cioè per omicidio”, ha detto ancora la vedova di Davide Rossi.

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TUTTO QUELLO CHE ANCORA NON SAPEVAMO NEL LIBRO DI  DAVIDE VECCHI – (A SEGUIRE IL COMMENTO DI PETER GOMEZ)

Dalle indagini “farsa” dei pm ai festini hard con politici e magistrati alle rivelazioni della commissione parlamentare d’inchiesta.
 
Un giallo incalzante che comincia nei giorni precedenti la morte di David Rossi e arriva fino a oggi, con documenti, perizie e testimonianze inedite.
 La nuova inchiesta del giornalista che ha seguito il caso fin dall’inizio, rivelando le mail inviate dal manager all’amministratore delegato di Monte dei Paschi poco prima di morire.
 
Sesso, sangue, politica e pm: sembra un romanzo ma è tutto vero. Davide Vecchi va ringraziato per averci riconciliato
con il grande giornalismo d’inchiesta.

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ECCO, IN SINTESI, IL CONTENUTO DEL LIBRO 

È stato suicidio. Una verità sottoscritta prima ancora di essere accertata. Da qui una sequela inverosimile di omissioni, leggerezze, errori madornali nel corso delle prime indagini, quelle che avrebbero dovuto congelare la scena, rilevare tracce e presenze sospette una sera piovosa del 6 marzo 2013 a Siena. Invece gli inquirenti, secondo quanto sta emergendo dai lavori della commissione parlamentare d’inchiesta insediatasi nel luglio del 2021, avrebbero manomesso ogni indizio apparente e silenziato ogni possibile prova. Perché? Cosa c’era da nascondere?
Che cosa li spaventava di quell’evento tragico sopraggiunto al culmine di una bufera finanziaria e politica che aveva travolto la banca più antica del mondo e con essa la ricca e sonnolenta città che da secoli con lei prosperava?
C’è voluta tutta l’ostinazione dei famigliari del manager e dei loro avvocati, e la tenacia dei giornalisti che fin dal principio hanno scavato nella montagna di sabbia gettata sopra questo caso, per pervenire a un barlume di verità. Ha fatto più la commissione in pochi mesi che due procure e tre diverse inchieste in quasi nove anni. Davide Vecchi è stato uno dei primi giornalisti a investigare su quella morte sospetta,
per il suo lavoro ha subito un processo, insieme alla moglie di Rossi, Antonella Tognazzi.
In questo libro racconta tutto quello che ancora non sapevamo sulla vicenda e che è trapelato solo negli ultimi mesi grazie a nuove testimonianze, perizie e documenti inediti. Ciò che emerge dalla sua ricostruzione puntuale, e in molti passaggi sconcertante, è che solo riaprendo il caso con l’ipotesi di omicidio si potrà evitare che quello sulla morte di David Rossi diventi l’ennesimo mistero italiano irrisolto.

FONTE: https://www.chiarelettere.it/libro/la-verita-sul-caso-david-rossi-davide-vecchi-9788832965612.html

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06 Marzo 2023 – Redazione


RIPORTIAMO L’ARTICOLO SCRITTO DA DONALD J TRUMP senza aggiungere altro. Il testo, tradotto in italiano, parla da solo. 

“Il mondo si è finalmente svegliato alla verità sul virus di Wuhan. Ora è il momento di chiedere alla Cina di rendere conto del suo operato. Tre anni fa ho dichiarato che il COVID-19 proveniva quasi certamente dal laboratorio cinese di Wuhan. Ora il mondo sta finalmente ammettendo la verità. L’insabbiamento delle origini del COVID-19 è uno dei più grandi scandali della storia del mondo. Milioni di persone in tutto il pianeta sono morte a causa del virus della Cina.  Il costo dell’epidemia e della menzogna sulle sue origini è incalcolabile, secondo alcuni supera i 50.000 miliardi di dollari. È giunto il momento di chiedere alla Cina – e alle forze corrotte che hanno favorito questa colossale soppressione dei fatti – di rispondere dei danni che hanno inflitto all’intera umanità.

Secondo recenti rapporti, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha concluso che una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan è la probabile causa della pandemia. L’FBI è giunta alla stessa conclusione. I fatti sono ora sotto gli occhi di tutti. Quando all’inizio del 2020 ho suggerito per la prima volta che il virus potesse provenire da un laboratorio, sono stato definito “razzista”, una “teoria della cospirazione” e un’affermazione per la quale “non ci sono prove”. L’intero establishment globalista – dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ai media, ad Anthony Fauci e alle autorità sanitarie pubbliche, ai giganti tecnologici corrotti della Silicon Valley, a Joe Biden – ha lavorato senza sosta per mettere a tacere, censurare e spegnere qualsiasi suggerimento che la cosiddetta “teoria della fuga di notizie dal laboratorio” potesse essere vera.

Gli scienziati che hanno chiesto trasparenza e indagini sono stati attaccati. Facebook e Twitter hanno etichettato i post relativi alla teoria come “disinformazione”. I media hanno ridicolizzato senza pietà l’idea. Quando Joe Biden è entrato in carica, ha chiuso l’indagine che la mia amministrazione aveva avviato sulle vere origini del virus della Cina. Conosciamo tutti il vero motivo di queste campagne di censura. La “fuga di notizie dal laboratorio” non serviva ai loro programmi politici. Così hanno fatto il lavoro sporco del Partito Comunista Cinese, imponendo di fatto la propaganda cinese al mondo occidentale.

Ora bisogna fare i conti. I sinistri regimi di censura negli Stati Uniti e in tutto l’Occidente devono essere smantellati e distrutti. Questo scandalo è il miglior promemoria possibile del perché dobbiamo avere la libertà di parola. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità deve essere chiamata a rispondere. L’OMS, che di fatto ha fatto gli interessi della Cina, ha appoggiato pienamente la teoria dell'”origine naturale”, non ha condotto un’indagine approfondita sulla possibilità che il virus provenisse da un laboratorio e ha coperto la Cina in ogni occasione.

L’OMS ha raccomandato vivamente di non imporre il mio divieto di viaggiare in Cina, che si è rivelato corretto al 100%. Grazie ad esso, abbiamo salvato centinaia di migliaia di vite negli Stati Uniti. Per questo motivo, in qualità di Presidente, dopo che le mie dettagliate richieste di riforme specifiche sono state ignorate, ho interrotto le relazioni dell’America con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quando mi sono candidato, gli Stati Uniti pagavano all’OMS 450 milioni di dollari all’anno per 300 milioni di persone.

La Cina pagava 40 milioni di dollari per 1,4 miliardi di persone. Volevano fortemente che rientrassi. Mi hanno offerto di tornare per quello che paga la Cina. Ho risposto: “Un giorno potrei accettare, ma devi essere ammonito”. Joe Biden non solo è rientrato nell’OMS senza ottenere alcuna riforma significativa, ma lo ha fatto a prezzo pieno, ripristinando le centinaia di milioni di dollari che i contribuenti americani inviano ogni anno a un’organizzazione che ha fuorviato il mondo al servizio della Cina comunista”.

È TUTTO……………..

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06 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: La Mente è Meravigliosa

Mostrarsi grati è più di una forma di educazione, è un modo per superare le barriere e raggiungere una dimensione più emotiva, personale e anche spirituale. Perché non ringraziare la vita per il fatto di averla? Perché non riconoscere agli altri i loro pregi e le caratteristiche che amiamo?

E ancora, perché non ringraziare noi stessi per la nostra integrità, il nostro coraggio e la nostra forza?

Lo sappiamo tutti, a volte non è proprio facile addentrarsi nelle “conoscenze del cuore”, quelle a cui si riferisce Lao Tse con l’aforisma di apertura. Ogni giorno il nostro cervello ci guida verso la strada più obiettiva e razionale, lì dove risiedono alcuni rancori, alcune frustrazioni.

Il semplice fatto di mostrare gratitudine implica una liberazione personale. Essere grati significa riconoscere, agire con umiltà e senza artifici, imparare a valorizzare quello che davvero è importante nella vita. Oggi parleremo soprattutto di questo, del valore e del potere della gratitudine.

I 4 pilastri della gratitudine

1. Apertura emotiva

Perché tante persone fanno fatica a dire “grazie”? Quando facciamo qualsiasi cosa per qualcuno a cui teniamo, non ci aspettiamo “obbligatoriamente” quel “grazie”, segno di cortesia e di buona educazione. Quello che cerchiamo davvero è la riconoscenza, che si capisca che ci siamo preoccupati, che abbiamo dedicato non solo il nostro tempo agli altri, ma anche parte delle nostre emozioni.

Le persone che non mostrano gratitudine di solito presentano le seguenti caratteristiche:

  • Negazione emotiva: evitano di aprirsi agli altri e spesso agiscono con diffidenza o in maniera autosufficiente. In realtà, mancano di una solida autostima e dentro sono piuttosto fragili.
  • Agiscono con egoismo: si dimostrano ingrati e, a volte, anche superbi.
  • Non mostrare riconoscenza verso gli altri significa non riconoscere se stessi, di conseguenza sono persone che mancano di abilità emotive.

2. La gratitudine e la riconoscenza sono i regali migliori dell’essere umano

Pochi valori sono così potenti come riconoscere i nostri simili mediante la gratitudine. È un modo universale di conoscere e di unire, di creare legami. “Io ti sono grato per quello che sei, per le tue virtù, per il tuo modo di essere, ti ringrazio per fare parte della mia vita arricchendola con la tua presenza”.

3. Mostrarsi grati non significa essere in debito

C’è chi pensa che il semplice fatto di ricevere qualcosa e di dover ringraziare significhi subito essere in debito con quella persona che ha detto o fatto qualcosa.

Se dentro di voi risiede questa sensazione, quella di sentirsi in obbligo verso qualcuno che vi ha fatto un favore, di certo non state mettendo in pratica una gratitudine libera, sincera e spontanea. La gratitudine è un atteggiamento che non esige obblighi, è un modo di essere che va oltre le nostre azioni.

Se fate qualcosa per vostro fratello o per una vostra amica, non segnatelo sull’agenda nella speranza che vi restituiscano il favore prima o dopo. Lo fate perché volete o perché “riconoscete” quella persona come parte di voi, lo avete fatto liberamente e senza aspettarvi nulla in cambio.

A questo punto, non si tratta di farsi restituire il favore, quanto che gli altri mostrino riconoscenza. Stabiliamo un legame con l’altro in modo da formare un’unità. Proprio come suggerisce la parola “Namasté” (io ti saluto, io ti ringrazio, ti riconosco come la divinità che, a sua volta, fa parte di me).

4.  L’importanza della gratitudine personale

Passiamo la vita a ringraziare per gli altri, per la dedizione della famiglia, per l’altruismo dei nostri amici, per l’affetto del partner o per quelle persone che entrano ed escono dalla nostra vita arricchendola con i loro piccoli gesti.

Ora, vi siete mai concessi l’occasione di ringraziare voi stessi? Pensate che sia un atteggiamento egoista e un po’ fuori luogo? Assolutamente no. Non importa che siate religiosi, scettici o spirituali, l’auto-gratitudine non infrange nessuna regola, anzi, è un pilastro fondamentale con cui rafforzare la propria autostima.

Che ne dite se a partire da questo momento iniziaste a comportarvi in modo più umile e a valorizzare le cose più semplici della vita? Ringraziate anche per la brezza fresca che vi dà sollievo d’estate, per la buona decisione che avete preso da poco, siate grati per la vostra famiglia, per l’animaletto che avete a casa e che vi dona tanto affetto.

Siate grati per il semplice fatto di esistere, per il fatto di stare bene, di capire che non siete più quelle stelle fugaci che vanno e vengono, ma che cercano di vivere la vita al massimo.

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05 Marzo 2023 – Redazione – FONTE: Renovatio 21

LASCIO A VOI, I COMMENTI SU UN IRREFRENABILE FARNETICATORE!

Dopo Bill Gates, un altro controverso miliardario intende utilizzare la geoingegneria per «risolvere» il supposto problema del Cambiamento Climatico. Senza girarci troppo intorno, l’oscuro finanziere che distrusse la lira e la sterlina, è salito sul palco della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di pochi giorni fa per parlare del rischio esistenziale che il cambiamento climatico rappresenta per la civiltà umana. Soros, questo il suo nome, ha qui definito il suo metodo preferito per affrontare il problema del clima: creare nuvole sopra l’Artico per riflettere l’energia del sole mandandole lontano dalle calotte glaciali che si sciolgono.

L’idea è quella nota della «geoingegneria solare»: spruzzare sostanze aerosolizzate nella stratosfera per riflettere la luce solare dall’atmosfera terrestre. Più o meno quelle che da anni, vengono chiamate «scie chimiche».«Siamo pericolosamente vicini a superare il limite di 1,5 gradi fissato dall’accordo di Parigi nel 2015», ha detto Soros durante il suo discorso durato una quarantina di minuti. «Siamo già a 1,2 gradi, e se manteniamo il nostro corso attuale, il riscaldamento globale raggiungerà più di 2,5 gradi intorno al 2070».

Soros ha poi presentato un video di sei minuti intitolato «Refreeze the Arctic to Save Civilization», ovvero «ri-congela l’Artico per salvare la Civiltà». Il video promuove l’idea di «ricongelare» l’Artico utilizzando un processo chiamato schiarimento delle nuvole marine, una delle tecniche considerate dalla geoingegneria sociale.

Il finanziere ha citato il modello di geoingegneria solare proposta da David King, ex capo consulente scientifico del Regno Unito, volta a creare nuvole bianche per duplicare la capacità riflettente del ghiaccio nel cielo. Sebbene l’iniezione di materia aerosolizzate nell’atmosfera possa ridurre il riscaldamento climatico, potrebbe anche danneggiare lo strato di ozono e abbassare drasticamente le temperature, determinando condizioni meteorologiche imprevedibili, secondo uno studio del 2021.

“Le particelle di aerosol non rimarrebbero nell’atmosfera per più di un anno. Tutto ciò  richiederebbe che venissero continuamente mantenute, e potrebbe portare a temperature ancora più calde se il processo dovesse interrompersi” – Questo ha detto alla CNN Raymond Pierrehumbert, professore di fisica all’Università di Oxford.

«Con adeguate salvaguardie scientifiche e in consultazione con le comunità indigene locali», ha continuato il Soros, «questo progetto potrebbe aiutare a ristabilire il sistema climatico artico che governa l’intero sistema climatico globale». Il riferimento è probabilmente agli esperimenti di oscuramento del Sole finanziati da Gates in Svezia, bloccati infine anche per l’opposizione dei Saami, una delle popolazioni indigene lapponi.

Nel suo discorso, Soros, ha inoltre invitato la Banca Mondiale, il cui ex presidente David Malpass è stato accusato di essere un «negazionista» del Cambiamento Climatico, ad aumentare i finanziamenti internazionali per combattere l’aumento del riscaldamento globale. Malpass si è dimesso dalla Banca Mondiale appena il giorno prima del discorso climatico di Soros alla Conferenza di Monaco.

«Il messaggio è chiaro: l’interferenza umana ha distrutto un sistema precedentemente stabile», ha continuato il nonagenario megaspeculatore, «e l’ingegnosità umana, sia locale che internazionale, sarà necessaria per ripristinarlo».

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04 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: Renovatio 21

Avevate qualche dubbio in proposito? Vaccinazioni finte per gli attori di Hollywood, la Mecca del cinema, che essendo in California è stata sottoposta alla politica di esclusione vaccinale più feroce degli USA.
Nella capitale mondiale della propaganda woke, del goscismo moralista più trito, la gente pagava per risultare parte della sperimentazione globale col siero mRNA senza però aver offerto il deltoide alla siringa genica.                                   Un articolo della testata americana Epoch Times ha pubblicato la testimonianza di «una persona che lavora nel settore dello spettacolo» che «ha iniziato a vendere le carte (cioè i certificati di avvenuta vaccinazione) all’inizio di aprile 2021. Tra allora e ottobre di quello stesso anno, apparentemente ogni giorno sarebbero arrivate chiamate per carte le di contrabbando».

Lo spacciatore di certificati ritiene di averne venduti almeno 250. Da notare che, «le celebrità per le quali questa persona ha realizzato le false certificazioni, erano quasi uniformemente liberali o progressisti, almeno pubblicamente. In altre parole, se li intervistavi, sostenevano gli obblighi, le mascherine e altre restrizioni a volte in modo irremovibile. Dietro le quinte era tutta un’altra cosa».

Il giornalista, pur essendo a conoscenza dei peccati di Hollywood – «le persone più ipocrite del pianeta, che vivono fuori schema, mentre elargiscono lezioni ai comuni mortali su clima e resto» – si rivela sorpreso da quanto ha appreso dalla sua fonte.                                                    «Molti dei clienti “mi è stato detto, erano ben consapevoli dei dettagli delle crescenti preoccupazioni sui potenziali effetti collaterali dei vaccini, in particolare nell’area riproduttiva. Non sorprende quindi che la persona abbia stimato che il 90% dei clienti fosse di sesso femminile».

Uno dei clienti dell’informatore di Epoch Times, un noto personaggio dello spettacolo, era sconvolto dal fatto che una squadra sportiva locale preferita, chiedesse la prova della vaccinazione per l’ingresso, anche all’ingresso VIP. In pratica, in cuore suo era no-vax. All’esterno, tutt’altro.

 

Il sistema non era infallibile, e si basava sull’idea che il sistema informatico californiano aveva dei buchi (circa il 30% delle vaccinazioni non erano registrate), quindi , in taluni casi, la celebrità avrebbe dovuto, in caso di proteste del controllore, semplicemente insistere che tutto era OK. Si tratta di un rischio enorme per la carriera di un attore hollywoodiano. Uno zoo di iene e sciacalli pronti a saltare al primo passo falso – un meccanismo del sacrificio ben conosciuto, una sorta di perverso rito dell’abbondanza del mondo moderno, dove si gode a vedere una persona bella brava e ricca che viene trascinata nella vergogna.                               Il livello di follia del mondo sotto restrizioni pandemiche, insomma, non avrebbe risparmiato nemmeno Hollywood.

Anche in Italia, come noto, almeno un caso del genere è emerso. Nel dicembre 2022 sono state indagate una famosa tennista e una giovane cantante in una storia di green pass che, secondo le accuse, sarebbero stati ottenuti senza realmente sottoporsi al siero genico sperimentale.                                                         Come riportato da Renovatio 21, è curioso l’atteggiamento dei rocker ribellistici nazionali e internazionali, che hanno spinto per i lockdown e la vaccinazione, talvolta insultando chi, si opponeva rischiando il proprio posto di lavoro.

Vi sono state, per fortuna, voci di cantanti che invece hanno detto il vero: Van Morrison, Dave Mustaine, Richard Ashcroft, Eric Clapton soprattutto che, una volta danneggiato dal vaccino, non ha perso occasione per picchiare duro contro la propaganda vaccinista. Poi ci sono stati anche casi come quello del cantante britannico Zion, tutto tatuaggi e simboli rockettari, morto due settimane dopo essersi sottoposto al siero.

Questo è lo stato delle cose nel rock, nei tempi in cui al Festival di Glastonbury dal palcco hanno parlato Zelens’kyj e Greta Thunberg.

Per concludere potremmo ringraziare il COVID, perché  stiamo assistendo, in diretta e in modo accelerato, alla fine della cultura della……celebrità.

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03 Marzo 2023 – Redazione

L’importante premio che viene consegnato ogni anno nella famosa città termale di Berkeley Springs, nel West Virginia, ha assegnato anche quest’anno la medaglia d’oro all’acqua Smeraldina, di Tempio Pausania (Sardegna), eleggendola ancora una volta miglior acqua minerale naturale al mondo, CHE SI TROVA SOLO IN SARDEGNA PERCHÉ, PER SCELTA, NON COMMERCIALIZZATA A PIÙ AMPIO SPETTRO. 

La competizione – considerata la più grande e importante degustazione e competizione d’acqua a livello mondiale – esamina centinaia di acque provenienti dagli Stati Uniti e da tutto il mondo.

“Questa seconda medaglia d’oro” – hanno  commentato i titolari della prestigiosa azienda sarda – “ha decretato nel modo più autorevole l’eccellenza della nostra acqua e del territorio incontaminato nel quale nasce”.              Smeraldina è da anni stabilmente sul podio delle migliori acque minerali del mondo, essendo stata premiata in precedenza anche con medaglie di bronzo e argento. Le giurie di anno in anno sempre diverse, avvalorano le scelte e dimostrano il calibro straordinariamente alto delle acque premiate”.

I fratelli Solinas, che gestiscono l’azienda, hanno dedicato il premio ai loro genitori, fondatori dell’azienda stessa, che hanno costantemente guidato il lavoro di chi partecipa alla realizzazione di questo grande sogno chiamato Smeraldina, la migliore acqua minerale del mondo. Il premio rappresenta quindi un tributo alla passione e all’impegno che hanno permesso all’azienda di diventare una delle eccellenze italiane del settore.

CONOSCIAMO L’ACQUA SMERALDINA

L’ acqua oligominerale naturale Smeraldina nasce in Sardegna, un’isola nota nel mondo per le sue bellezze naturali, per le sue antiche tradizioni e per l’alto numero di ultracentenari. La sorgente si trova a Tempio Pausania, in Gallura, lontano da grandi città, da industrie e altre fonti di inquinamento, dove l’aria è resa tersa e fresca da venti costanti, così forti da piegare le querce e modellare le rocce. Smeraldina sgorga qui, a trecento metri di profondità, nel cuore incontaminato di una montagna che era considerata sacra dagli antichi: il Monti di Deu, la Montagna di Dio. Il granito più puro e compatto del pianeta la filtra e la arricchisce con un lunghissimo processo naturale, conferendole proprietà eccezionali.

I BENEFICI

  • È batteriologicamente pura, garantita da 100 controlli giornalieri
  • Contiene calcio, che aiuta a rafforzare la struttura ossea
  • Ha un equilibrato contenuto di ferro per la vitalità e la crescita armoniosa dell‘intero organismo
  • Remineralizzante favorisce la rigenerazione dei tessuti
  • Ha un equilibrato contenuto di sali minerali che ricarica l’organismo di energia
  • Contiene potassio che stimola il benessere dei muscoli
  • Contiene iodio che aiuta a regolare il consumo di ossigeno e il metabolismo energetico
  • È idratante e rinfrescante e favorisce l‘eliminazione delle tossine
  • È fonte di magnesio che favorisce il benessere di mente e corpo
  • Contiene zinco che potenzia la risposta immunitaria
  • È depurativa facilitando la diuresi
  • Contiene fosforo che migliora la memoria e favorisce una vita più serena

LE CARATTERISTICHE 

Smeraldina è incredibilmente pura, fresca, ottima al gusto. Il perfetto equilibrio di sodio, di cloruri, di bicarbonati, di calcio e di magnesio, e l’ideale percentuale di potassio, la rendono benefica per l’organismo, a qualunque età.

Non a caso è stata eletta miglior acqua minerale del mondo al Berkeley Springs International Water Tasting Competition, la più importante e autorevole competizione per acque minerali a livello mondiale, aggiudicandosi la medaglia d’argento e la medaglia d’oro assolute, per due anni consecutivi.
Inoltre, la prestigiosa rivista americana Gayot, che da cinquant’anni è un punto di riferimento autorevole e indiscusso per tutti gli amanti del buon vivere, ha inserito Smeraldina nella classifica delle migliori dieci acque minerali del mondo.

Analisi chimica e chimico-fisica

Residuo Fisso a 180° mg/l 157
Temperatura alla sorgente °C 19,2
Acidità pH 6,5
Conducibilità elettrica µS/cm 20°C 287
Anidride carbonica libera mg/l 54,8
Bicarbonati mg/l 72,6
Solfati mg/l 8,8
Sodio mg/l 29,0
Potassio mg/l 1,4
Calcio mg/l 14,3
Magnesio mg/l 8,0
Fluoruri mg/l 0,2
Silice mg/l 17,3

 

 

 

 

 

2 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: La Stampa

Il Covid ha finito la sua corsa vera o presunta, gli italiani hanno deciso di non vaccinarsi più e i magazzini sono pieni di dosi di elisir di lunga malattia destinate al macero. A fine 2023 potrebbero essere 173 milioni le dosi inutilizzate, visto che ora dai contratti secretati spunta a sorpresa una clausola capestro che obbliga l’Europa ad acquistare quest’anno da Pfizer altri 450 milioni di dosi, 61,1 destinate all’Italia, alla quale spetta il 13,6% del totale. Uno spreco che alla fine rischia di costarci oltre tre miliardi di euro, che sarebbe stato utile investire nella nostra sanità pubblica in grande difficoltà. Sarebbe ora di porre fine a questa farsa da 4 soldi a cui fin troppo hanno creduto. Nessuno e’ obbligato ad acquistare dosi inutili! Che l’Italia facesse sentire la sua voce e si rifiutasse! E che nessuno dica che l’accordo e’ determinato da un Pnnr altrettanto inconcludente, incantatore di serpenti senza costrutto, perché è vero come un ologramma!

Delle fiale arrivate a fine estate, quelle aggiornate sulle viarianti Omicron 4 e 5, resterebbero da inoculare 15 milioni di dosi acquistate nel 2022, più altri 61,2 milioni che dovrebbero arrivare dalla Pfizer nel corso del 2023. Mah! Per farle a chi? A coloro che hanno deciso di anestetizzare la ghiandola pineale, per non pensare e credere agli sono che volano. Purtroppo dal 6 al 12 febbraio, la media delle somministrazioni è stata di 3.421 al giorno per le quarte dosi, anche se, per fortuna, il numero dei vaccinati e’ sempre più in discesa.

Ieri è trapelata la notizia che il New York Times avrebbe deciso di portare la Commissione Ue in tribunale per non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra la presidente von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, riguardo al negoziato che ha portato all’acquisto dei vaccini anti-Covid. Certo è che resta difficile comprendere come mai in questi 76 e passa milioni di dosi siano compresi i 19 milioni aggiornati su Omicron 1. Acquistati dall’Ue e autorizzati dall’europea Ema appena una manciata di giorni prima che venisse accesa la luce verde a quelli aggiornati sulle nuove sottovarianti di Omicron 4 e 5. Come se non si fosse saputo che a quel punto quasi tutti avrebbero preteso i «nuovi modelli», nonostante gli esperti dell’ex Cts si affannassero a dire che erano più o meno simili a quelli tarati sulla versione originaria di Omicron, ormai scomparsa in Italia.

La conta non è comunque finita qui, perché al fardello vanno aggiunte 9 milioni di dosi della francese Sanofi, acquistate nel lontano 2020 ma in consegna solo ora. Così si arriva a un totale di 80 milioni. Fin qui per restare all’era Omicron. Perché alla conta degli antidoti inutilizzati vanno poi aggiunti i 28 milioni andati in scadenza a fine 2022, secondo quanto affermato a suo tempo dallo stesso generale Tommaso Petroni, a capo della task force per il completamento della campagna vaccinale. A questi vanno infine sommati i 60 milioni di dosi donate all’Africa. Rimaste in larga parte inutilizzate, soprattutto per problemi logistici, visto che spesso sono arrivate dove non c’erano nemmeno i frigoriferi per conservarle.

Fatta la somma si arriva a 173,1 milioni di dosi inutilizzate. I contratti con le case farmaceutiche sono secretati ma il vaccino Pfizer nella prima versione è costato 16 euro a dose, quello aggiornato su Omicron 19 euro. In tutto fanno oltre tre miliardi di euro buttati alle ortiche.  Vero è che i sieri sono sempre stati acquistati direttamente dall’UE, che poi ha pensato a smistarli in tutti gli Stati membri, ma in ogni caso, l’Italia, ha dovuto firmare, seppur indirettamente, un contratto pesante con Big Pharma. Per questo, sulla carta, l’Italia sarà comunque chiamata a pagare il conto, di fatto…chissà!

L’Europa ha puntato a garantire la massima copertura vaccinale possibile, hanno sempre ricordato in passato Aifa e Css. Ma resta da capire perché si sia deciso a settembre di partire subito con milioni di vaccini che sarebbero stati superati a breve da prodotti più aggiornati, pur avendo in deposito ancora milioni di dosi inutilizzate di antidoti tarati sul ceppo originario di Wuhan. Ma soprattutto non si comprende per quale motivo la Commissione europea abbia dovuto accettare da Pfizer clausole capestro che la vincolano all’acquisto di centinaia di milioni di dosi, 450 nel 2022 e altrettante quest’anno, indipendentemente dall’andamento epidemico o dallo spuntare di nuove varianti. I più istituzionali diranno che queste spiegazioni sono valide a pandemia finita, ma i più preparati (inascoltati per due anni) consapevoli e che conoscono realmente la Storia, avevano già compreso quale fregatura fosse dietro l’angolo.  il potere contrattuale delle aziende si sarebbe dovuto in qualche misura attenuare, considerando che Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, Novavax e Astra Zeneca hanno ricevuto complessivamente quasi 10 miliardi di finanziamenti pubblici per sostenere la ricerca da Usa, Gran Bretagna e Ue. E che anche senza clausole vessatorie alle industrie non sarebbe comunque andata male lo dicono i ricavi 2021: circa 45 miliardi Pfizer, 16 miliardi per Moderna, che nel 2019 non andava oltre i 55 milioni.

Che non tutto abbia funzionato per il meglio deve averlo pensato del resto anche la Corte dei Conti europea, che a settembre ha bacchettato von der Leyen in un report che menziona come «un caso di cattiva amministrazione» il «rifiuto della Commissione europea di concedere l’accesso del pubblico ai messaggi di testo scambiati tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer durante i negoziati preliminari». Manchevolezze pagate a caro prezzo anche dall’Italia.

Vedremo……

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28 Febbraio 2023 – di Marzia MC Chiocchi

Prima di raccontare il REIKI  attraverso la mia esperienza personale, vorrei fare una piccola premessa su come, all’inizio del mio percorso, ho imparato a considerare la mente REI ed il corpo KI, non come due entita’ contrapposte, ma come binomio di perfetta sintonia dell’essere umano, strumenti indispensabili e inseparabili per la conoscenza ed il raggiungimento dell’Amore Universale. Quando ho sentito il bisogno di avvicinarmi al Reiki, il primo ricordo affiorato alla mente e’ stato l’iscrizione che sul tempio di Delfi recita cosi “ Conosci te stesso e conoscerai l’Universo”.

Chi sceglie di praticare Reiki, dovra’ avvalersi anche di questo principio camminando sulla strada che porta alla guarigione spirituale, e che va oltre la scienza e la medicina tradizionali, con la quale, in molto casi, crea un’inaspettata quanto inattesa  simbiosi. Chi pratica Reiki vive momenti di purificazione, paragonabili a quelli che gli antichi Greci chiamavano CATARSI, processo che seppero ben rappresentare nella forma più alta del Teatro classico.
REIKI e CATARSI, quindi,
si sviluppano in ambiti diversi ma paralleli, dove il processo della conoscenza, ha come comuni denominatori,  scarica emozionale, sfogo, liberazione, capacita’ di rigenerare lo spirito, riportandolo allo stato di purezza originaria. Cosi, Reiki e Catarsi, donano gli strumenti per comprendere gli aspetti piu’ profondi della propria realta’ psicologica ed esistenziale, con una differenza: il Reiki aiuta a recuperare quei preziosi flussi energetici che spesso lasciamo in letargo.

Entrando nello specifico, REI-KI, significa mente e corpo e rappresentano ciò  di cui siamo composti. La sintonia con cui agiscono al momento della nascita si perde negli anni, contaminata da tutto cio’ che e’ materia, di piu’ facile reperibilita’ per l’uomo, sempre piu’ proiettato ad appagare bisogni e desideri di consumo a dispetto della cura dell’anima, richiedendo, questa, sacrificio e dedizione.

Vorrei rappresentare l’uomo come una pianta che, per crescere, ha bisogno di solide radici che affondino nella terra e che, se benigna, dara’ il giusto nutrimento al tronco rendendolo forte e resistente a tutte le intemperie a cui la natura lo esporra’. I rami e le foglie saranno tanto rigogliosi, quanto piu’ la pianta sara’ esposta al sole a ai flussi energetici vitali e positivi, esprimendo, cosi, cio’ che di sano o di malato, ha sviluppato nel corso della sua crescita. Anche l’Uomo, secondo me, e’ questo. E se gli errori o le cattive esperienze lo hanno travolto piegandolo fino a non riuscire piu’ a vedere la luce, niente sara’ perduto. Grazie al Reiki, finche’ avremo respiro, potremo cogliere tutte le occasioni di risalita. Ma dovremmo renderci conto che la strada sara’ una ripuda salita, fatta di sassi e ciottoli, su cui spesso inciamperemo.

Percorrendola, inizialmente, ci fara’ sentire tutto il peso della fatica e della sofferenza, ma, giorno dopo giorno, ci rendera’ più leggeri, e, guardandoci alle spalle, proveremo soddisfazione nel vedere quante piccole zavorre avremo lasciato dietro di noi. Più saranno i pesi accumulati, più grande la pena nell’iniziare il percorso di scarico, ma superando una ad una le difficoltà che incontreremo, ci avvicineremo al traguardo, seguendo una strada piu asfaltata e pulita. Solo cosi potremo sentirci liberi da tutto cio’ che e’ inutile, e a cui abbiamomdato importanza. Conquistando consapevolezza e coscienza di se’ e del mondo, non significa che i problemi spariranno dalla nuova vita. Chi piu’ chi  meno, a seconda del proprio destino, ne avra’ sempre qualcuno, grande o piccolo da affrontare. Ma grazie al Reiki cambierà il modo di gestirli e di dominarli. Saremo NOI a decidere del loro futuro e non loro del nostro.

BISOGNO DI CAMBIAMENTO

Quando sentiamo la necessita’ di migliorarci? Quando ci rendiamo conto che la nostra vita ha bisogno di una svolta? Sono tanti i campanellini di allarme che ci fanno avvicinare al Reiki. Il piu’ evidente e’ il disagio emotivo che, nella maggioranza dei casi, si esprime attraverso il corpo, l’ansia, le sofferenze, le emozioni dolorose, che trovano frequentemente sfogo, nei piu comuni disturbi psicosomatici, resi manifesti da veri e propri disturbi fisici. Scambiati superficialmente come sintomi comunicurati, troppo spesso, con l’intervento esclusivo della medicina tradizionale, senza porre particolare attenzione, alla psiche che, spesso trasforma il tutto in una patologia reale. Il dolore e’ una preziosa informazioni e, usando  indizio utile, una via per comprendere con precisione, quali sono i termini della problematica che, inizialmente, tendiamo ad ignorare. Se facciamo intervenire il Reiki, permettiamo, invece, ad un flusso positivo di energia, di scorrere nel nostro corpo, attraverso una delicata e rispettosa imposizione delle mani. Questa, progressivamente  sciogliera’ il blocco energetico, facendo emergere, in modo chiaro, i problemi. Fara’ affiorare alla nostra mente, tutte le scelte possibili per arrivare alla loro soluzione. Purche’ consapevoli che, nostra fidata amica, non sara’ piu’ la fretta, catti a compagnia di vita e di pensiero, ma riflessione e meditazione.

NESSUN TIMORE VERSO IL REIKI

Il flusso energetico che attraversa il nostro corpo, porta cambiamento e presa di coscienza sulle problematiche e sui disagi, obbligandoci ad affrontare, con sacrificio e volonta’, tutte le variabili a sorpresa che incontriamo nel nostro cammino, e con cui dobbiamo necessariamente confrontarci per superare i blocchi emotivi. Con l’energia Reiki, emergono sequenze, aspetti, immagini del passato che sembravano superate, ma che, in realta’, avevamo piu” semplicemente rimosso per paura di vederle riflesse nello specchio della nostra quotidianita’. Parliamo di situazioni che ci hanno fatto e ci fanno soffrire, si cui, spesso, portamo fisicamente i segni. Reiki non e’ un farmaco che agisce sull’effetto del sintomo, ma, volendoci vedere chiaro, ricerca la causa del malessere e delle sue radici da potare. Se vogliamo guarire nell’anima prima, e nel corpo poi, dobbiamo prendere coscienza che la realta’ dinanzi a noi, non e’ sempre quella che crediamo di vedere, e che, troppo spesso, guardiamo solo con i 5 sensi, piuttosto che con il cuore. Reiki, con la sua energia, porta guarigione  intesa come il compimento della nostra personalita’, ma prima di raggiungere la consapevolezza di cosa sia il benessere, occorre assaltare e scardinare il fortino delle abitudini dentro il quale ci sentiamo protetti, ma che in realta’ ci rende prigionieri di falsi equilibri. Per concludere con la mitologia greca cosi come ho iniziato, in troppi siamo affezionati al nostro Vaso di Pandora, custode di malesseri e disagi, che temiamo di aprire, per non fare emergere il caos della nostra vita, per non scoprire problemi rimasti a lungo nascosti, e che, una volta manifesti, non possiamo piu’ tornare a celare. Dovremmo imparare ad avere coraggio, per capire che, spezzare l’ipocrita tranquillita’, significa liberarsi di tutto il marcio. Da qui, non potremo fare altro che risalire.

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26 Febbraio 2023 – di Marzia Mc Chiocchi

il tema e’ piuttosto impegnativo, di quelli per i quali occorre studiare tutto ciò che non ci hanno mai fatto leggere sui libri di scuola (a malapena SOLO alcuni articoli della Costituzione Italiana!)

A seguire parleremo di APOLIDIA, una strada che in molti hanno cominciato a percorrere, dallo scoppio del delirio pandemico e dall’applicazione di tutti i DPCM illegali, anticostituzionali e contrari alle leggi internazionali sui Diritti Umani.
A divulgare il concetto di APOLIDIA è stata Valentina Fusco, imprenditrice toscana, di origini napoletane che, attraverso il suo canale Telegram, le numerose interviste rilasciate su you tube, e gli incontri su tutto il territorio italiano, si sta impegnandosi alacremente per aprire gli occhi della gente sui diritti negati e sugli obblighi sedimentati da leggi che, all’indomani dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, hanno imposto vincoli legali e tasse, che hanno disatteso la Carta stessa!

Si comincia a parlare di APOLIDIA in particolare con l’entrata in vigore del green pass e con le discriminazioni dei governi Conte e Draghi, che rendono pubblici, in cronaca, alcuni tentativi di ribellione (ben riusciti direi) in alcune aree, e sottolineo alcune, del Veneto.
A Vicenza nell’agosto del 2021, sulla porta di ingresso di un locale, compare la scritta
 “Venetkens for freedom front” e sotto si trova un’altra frase che per rimarcare il concetto è scritta in stampatello: “Si informa che questo territorio è di nazionalità veneta, non è soggetto a fisco e istituzioni italiane (legge 212/2010 e legge 881/77), risponde fiscalmente e giuridicamente solo al Venetkens for freedom front”. Questo ha permesso a numerosi avventori di entrare senza restrizioni e ai gestori di non vedersi recapitare alcuna multa, nonostante gli ostinati controlli delle Forze dell’Ordine.
E notizia importantissima, è che tutte le Regioni autonome, oltre al Veneto, avrebbero dovuto produrre un’azione del genere.


Da qui, l’evolversi di una situazione che ha svegliato molti italiani.
Valentina Fusco ne e’ stata ed e è tutt’ora la paladina, mentre noi cercheremo di spiegare i tratti essenziali di ciò che è l’Apolidia e come arrivare a vivere questo status.

APOLIDIA è un’espressione dell’essere umano regolarizzato e riconosciuto dall’Italia e a livello internazionale. L’apolide va ad applicare la legge che lo rende cittadino del mondo, che è colui che è padrone della Terra, e non deve essere rappresentato da niente e da nessuno! Gli apolidi, in epoca di Covid, non sono mai stati perseguitati facendo leva sulle leggi. Come scritto all’inizio di questo articolo, tutto è partito dal fortissimo Movimento Veneto VENETKENS FOR FREEDOM FRONT che si basa sulla storia della Regione, che riconosce solo le proprie leggi.

Qualcuno ha detto che siamo apolidi solo se nasciamo tali e NON È VERO! Alla nascita siamo tutti apolidi e la Cittadinanza ci viene donata senza il nostro consenso dall’ufficiale dell’anagrafe. In quanto il nascituro non da’ il suo consenso,  la legge gli permette di riappropriarsi della propria apolidia, in quanto cittadino del mondo. Esempio: i ROM e gli Zingari sono apolidi per nascita e cultura e non hanno bisogno di dichiararsi.

I passaggi per comunicare l’Apolidia, secondo quanto dichiarato da Valentina Fusco in molti dei suoi video, sono semplici. Nel momento in cui lo comunicheremo lo saremo in automatico, perché non stiamo facendo una richiesta, ma lo rendiamo noto in autodichiarazione. In virtù di questo non dobbiamo aspettarci una risposta.
Es: il vaccinato è colui che, avendo venduto la sua identità allo Stato Italiano, non potrebbe riprendersi la sua identità natale di apolide. Ma, dal momento che in molti hanno denunciato coloro che hanno estorto trattamenti sanitari con l’inganno, e hanno subito eventi avversi, associando questa denuncia all’auto dichiarazione di apolide anche loro potrebbero portare avanti lo status di apolidia.

I VANTAGGI

– Primo fra tutto vengono applicati i diritti naturali, umani, internazionali, che sono stati nascosti dalla cittadinanza italiana.

– Per quanto riguarda il pagamento delle tasse o altro, non si potrà essere apolidi fini in fondo, in quanto l’apolidia è uno status che non può’ basarsi su cosa non paghi, anche se in alcune situazioni certi oboli non si potranno più versare.

– L’unica legge dello Stato alla quale l’apolide deve sottostare è quella sulla pubblica sicurezza, in base al REGIO DECRETO DEL 1931, che impone  l’identificazione dei soggetti sul territorio. Ecco perché ciascuno deve dichiarare la propria identità nel luogo in cui si trova. Per questo è necessario trasmettere che esiste un soggetto con nome e cognome, che era cittadino italiano, e che da quel momento si riappropria della sua apolidia.

– Le leggi da seguire sono, quindi:
i Diritti Umani, le Leggi Internazionali e lo Statuto dell’Apolide.

PENSIONE

Si tratta di una somma che dovrebbe essere versata in un’unica soluzione. Da cittadini italiani dobbiamo sottostare alla diluizione di un versamento in mensilità, a smettere di lavorare ad un’età che lo Stato ha deciso per noi, e che negli ultimi anni ha allungato. Pensando alla somma totale che un pensionato dovrebbe ricevere in base ai contributi versati, è chiaro che, per una serie di circostanze, al termine della propria età lavorativa, non la percepirà nella sua interezza. Per questo, da apolide, può trovarsi nella condizione di pretendere il versato totale. Occorre, quindi, inviare comunicazione per avere lo spettante, che da cittadino italiano non ti daranno mai. Allegando la comunicazione di tutti i versamenti  contributivi effettuati, da apolide, dovrebbero essere obbligati a bonificarti tutta la cifra. Legalmente la dovranno versare,  tecnicamente creeranno problemi!

L’apolide non ha bisogno di creare TRUST (rapporti giuridici) perché essendo lui stesso uno Stato non fa altro che convivere sulla Terra, nel nostro caso, insieme allo Stato Italia.

PROCEDURA PER RICONOSCERSI APOLIDE 

– Occorre prendere coscienza che siamo esseri liberi e abbiamo dei diritti intoccabili. La Costituzione vige e non dobbiamo fare altro che applicarla. Inoltre è necessario essere consapevoli che esiste la Carta dei Diritti Umani, che sono addirittura superiori alla Costituzione della nazione specifica.

– A questo punto ( RIPETIAMO) facciamo un’autodichiarazione all’unica autorità che va riconosciuta (pubblica sicurezza/Polizia). NO A COMUNE, AGENZIA DELLE ENTRATE, MINISTERO DEGLI INTERNI E DELLA SALUTE, in quanto Enti riconosciuti solo dallo Stato Italia che li ha creati ad hoc. Altra autorità da riconoscere è il presidente della Repubblica che, nel nostro caso, è il capo del territorio Italia.

Il giorno successivo all’invio dei documenti la persona è già apolide, anche se per legge e’ previsto un tempo di 60 giorni per i quali l’Autorita’ che ho riconosciuto può’ chiedere ulteriori informazioni. Purtroppo la Procura, in quanto Stato Italiano, non sa gestire lo status di apolide se non collegato all’immigrazione, che invece è una condizione. Ma è costretto ad inviare un documento a Prefettura e Procura del luogo di nascita dell’Apolide, confermando che la nascita ha un valore. Inoltre l’apolide, rigetta anche documenti come: Patente, Carta d’Identita’, Passaporto e Tessera Sanitaria. Per quanto riguarda la PATENTE è da rilevare che si tratta di un certificato non valido perché acquistato e rilasciato sotto pagamento. Infatti la Costituzione Italiana mette al corrente dell’obbligatorietà di un’auto certificazione per l’abilitazione alla guida di un mezzo. Cosi, è nell’apolidia la responsabilità di ciascuno di noi. Firmare per avere la patente significa rientrare in un recinto che ti permette di guidare solo nel Paese in cui vivi. L’apolide può farlo in tutto il mondo senza ulteriore certificazione a pagamento L’autocertificazione da’ non solo l’abilità alla guida del mezzo in tutto il mondo, ma anche la presa visione delle regole dello stesso (es:guida a destra in Inghilterra). L’Apolidia è quindi nella legge, mentre chi ha acquistato la patente di Stato non può guidare ovunque e per farlo, in alcune nazioni, ha bisogno di un permesso internazionale aggiuntivo.

LAVORO

Un lavoratore apolide che si infortuna come viene tutelato? Deve firmare una scrittura privata avvalendosi della Carta dei Diritti dei Lavoratori, nazionale e internazionale, della Carta dei Diritti Umani, che non hanno a che vedere con gli accordi sociali. 

DANNI A TERZI

Se l’apolide crea un danno grave ad un’altra persona, può chiedere al danneggiato, o alla sua famiglia, in che modo voglia essere risarcito. Tra le formule sono previste la carcerazione arbitraria o il rendere servizi importanti a quel nucleo familiare. Spesso risulta più efficace del semplice pagamento di un’assicurazione che, come unico risarcimento, prevede, spesso, somme non congrue.

L’apolide può essere proprietario di beni e, per dimostrarlo, non avrebbe bisogno di registrazioni di atti notarili che lo dichiarino, così come no ha necessità di riconoscimenti per esercitare  la propria attività perché è la stessa Costituzione che lo dichiara. Pensiamo a quando non esistevano gli albi professionali. Si poteva vivere ed esercitare la propria professione senza alcun problema. La certificazione delle proprie capacità è opera del XX ^secolo.

L’apolide paga comunque le tasse, perché anche quando va ad acquistare beni di prima necessità non può chiedere lo scorporo dell’IVA o se fa rifornimento ad un distributore di benzina, farsi togliere le accise. Ovviamente non paga ciò che non e’ implicitamente obbligatorio, perché la Costituzione, in molti casi, parla di contributi e non di tasse.

In sintesi, gli apolidi rispettano le leggi del territorio in cui vivono, ma in particolare quelle primarie dei Diritti Umani e la Costituzione, che NON AMMETTONO COERCIZIONI, come quelle subite dai più negli ultimi tre anni.

Come avete potuto leggere, l’Apolidia dovrebbe essere riconosciuta con facilità, ma la farraginosità di tutta la coltre di leggi e leggine, che sono state approvate dai singoli Stati, impone un lavoro impegnativo MA NON IMPOSSIBILE!

PER APPROFONDIRE LA TEMATICA INVITO A SEGUIRE IL CANALE TELEGRAM DI VALENTINA FUSCO E LA VIDEO INTERVISTA A SEGUIRE ⤵️

https://m.youtube.com/watch?v=reEGiWIBIDE