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18 Febbraio 2022 – Redazione

Lo spauracchio delle multe ai non vaccinati over 50 si sta rivelando un triste bluff. Finora, infatti, non è stata emessa – grazie al cielo – neanche una sanzione. Il meccanismo delle multe per gli over 50 che non si sono piegati all’antidemocratico obbligo vaccinale è ufficialmente partito il primo febbraio ma di fatto solo sulla carta. Come racconta Alessandra Ziniti su Repubblica (pensate, è Repubblica stessa a parlare di “bluff”), “le prime multe ‘una tantum’ da 100 euro arriveranno quando l’obbligo sarà già finito, oltre il 15 giugno. Anche perché si è messo di mezzo anche il garante della privacy che deve ancora valutare se è legittimo che gli elenchi di non vaccinati possano essere resi noti ad altri soggetti. Il classico paradosso all’italiana: prima si fa la legge e poi si valuta la sua applicabilità”. 

Sono circa 1,4 milioni gli italiani che – all’ultimo report governativo – risultano ancora totalmente scoperti dalla vaccinazione e che dunque si aspettano di ricevere in automatico l’annunciata sanzione una tantum di 100 euro. “I sanzionabili però, a ruota, potrebbero essere di più visto che l’obbligo per gli over 50 scatta anche per la seconda e terza dose che vanno fatte entro i tempi previsti, quelli cioè certificati dalla scadenza del Green Pass. Ma dall’Agenzia delle entrate per la riscossione, deputata a far partire le sanzioni, nulla si è mosso. Semplicemente perché nessuno ha comunicato loro chi sono i cittadini da multare”.

L’Agenzia è infatti solo l’ultimo anello di una lunga e tortuosa catena burocratica. “Le multe per chi non si vaccina – ben lontano da fare ulteriore pungolo – restano solo sulla carta”. E perché? Per capirlo è necessario spiegare come dovrebbe funzionare il meccanismo: “Tutto parte dal Sistema tessera sanitaria dove vengono registrate le vaccinazioni dei cittadini. Tocca alla Sogei, società informatica a cui il ministero dell’Economia ha affidato la gestione, incrociare i dati con i codici fiscali dei cittadini e inviare al ministero della Salute l’elenco degli over 50 che non risultano in regola con le vaccinazioni. Dal ministero della Salute l’elenco dovrebbe essere girato all’Agenzia delle entrate”. Ma Sogei e garante della privacy stanno ancora seduti attorno a un tavolo a capire se sia possibile far circolare questo tipo di informazioni.

Dunque l’elenco degli over 50 non vaccinati per il momento non esiste. “Se e quando sarà trovata la quadra sul punto, neanche la trasmissione dei nominativi all’Agenzia delle entrate basterà a far scattare la sanzione. Si comincia infatti con l’avvertimento. Chi riceve l’avvertimento ha tempo 10 giorni per documentare alla Asl di riferimento eventuali giustificazioni. Altri 10 giorni passano perché dalla Asl la verifica sullo stato del cittadino non vaccinato torni al ministero della Salute. Da dove, come un gioco dell’oca, ripartiranno verso l’Agenzia delle entrate gli elenchi delle persone effettivamente sanzionabili. A questo punto la multa segue lo stesso iter e gli stessi tempi di una contravvenzione stradale. dunque notifica entro 180 giorni. A cui possono aggiungersi i tempi di un eventuale ricorso. Dunque, bene che vada siamo all’autunno se non addirittura all’inverno quando – si presume – l’obbligo vaccinale per gli over 50 sarà già alle spalle da un pezzo”.

Fonte: IlParagone

12 Febbraio 2022 – Redazione

da LaPressa – Buonasera, sono una mamma avvilita. Ho letto i vostri articoli di testimonianze di persone con reazioni avverse da vaccino Covid. Vi racconto la mia. Mio figlio ha 13 anni. Ha fatto la seconda dose Pfizer verso fine agosto, nelle 12 ore successive ha sviluppato linfonodi reattivi del collo, irrigiditi e gonfi, afte nel cavo orale e diarrea. A settembre ho contattato la pediatra che mi ha prescritto esami del sangue e delle feci: mio figlio perde improvvisamente 7 chili.Naturalmente la pediatra subito smentisce correlazione con la seconda dose

Ritiro gli esami dopo una settimana e riportano Sideremia molto bassa, a 16, Pcr alterato e sangue occulto nelle feci. Segue ricovero in ospedale, endoscopia e gastroscopia: a mio figlio viene diagnosticato il morbo di Crohn. Vengono prescritti due mesi di sola nutrizione biologica, senza l’aiuto iniziale della dispensa Asl. Ormai avviliti emotivamente ed economicamente, fortunatamente, riesce a rimettere peso, 900 grammi a settimana. Intanto arriviamo a gennaio: integriamo gli alimenti gradualmente, senza mai staccare l’apporto del biologico, mesalazina, punture di reumaflex, vitamine, probiotici, ma il Crohn si riacutizza. Eseguiamo un’eco addominale: le aftosi intestinali e le lesioni sono ancora lì. 

Ci viene chiesto di fare una risonanza che abbiamo prenotato ma purtroppo il ragazzo da lunedì ha il Covid.Conclusione il vaccino è servito a renderlo un invalido. Non abbiamo nessuna familiarità alla malattia: il vaccino lo ha ‘slatentizzato’, questo quello che qualche medico ha avuto il coraggio di dirmi, ma non di dichiararlo. Ho fatto segnalazione alla farmacovigilanza, ma per ora tutto tace. Potevamo tenere fuori da questa sperimentazione bambini e ragazzi? Ho tre dosi per poter lavorare, ma scusatemi ora non ci credo più. Ho paura per mio figlio, chissà se ritornerà mai a fare una vita normale.

07 Febbraio 2022 – Redazione – Fonte:(Silvana De Mari)

Nasce un nuovo soggetto, Il dottor Luca Speciani è uno dei fondatori sella SIM. Gli ho chiesto di rispondere a qualche domanda

Perché avete fondato questa associazione?

Non passa giorno, ormai, senza che questo governo, o il suo ministero della salute, non inventino qualche nuova restrizione ai nostri diritti costituzionali e alla nostra libertà di espressione, di lavoro, di socialità. Nei confronti di noi medici e sanitari, in particolare, il governo (attraverso la complicità dei suoi “bracci armati” del CTS, del ministero, dell’ordine e delle ASL) ha usato mano particolarmente dura. È stato infatti fissato l’obbligo vaccinale per tutti i sanitari, prima che per chiunque altro, ignorando bellamente il diritto-dovere del medico di valutare per ogni trattamento sanitario il rapporto rischi-benefici, e il diritto del cittadino (sancito dalla Convenzione di Oviedo e dal pronunciamento 953/21 dell’Unione europea) di scegliere liberamente a quali trattamenti sottoporsi, senza per questo poter essere in alcun modo discriminato.

Incuranti degli appelli provenienti da più fonti (ultima Amnesty International) e da eserciti di legali che denunciano la totale incostituzionalità del provvedimento, tutti questi organi – come macchine schiacciasassi ubbidienti ad un solo comandante – hanno portato avanti con ottusa determinazione l’obbligatorietà legale della vaccinazione, imponendo sanzioni gravissime verso tutti i medici che, anche con valide motivazioni (come ad esempio il fatto di essere guariti e di disporre di alto titolo anticorpale) ritenevano di non doversi sottoporre ad un trattamento che in quelle condizioni poteva essere non solo inutile ma anche dannoso. Chi non ha rispettato le dure intimazioni degli ordini o delle ASL si è visto tempestivamente sospendere (o radiare nei casi più gravi), nonostante a più riprese sia stato dimostrato che la vaccinazione, anche con tripla dose, non impediva in alcun modo il contagio e la trasmissione della malattia.

Lei che parte ha?

Fin dal 2011 sono presidente di Ampas, l’associazione dei medici di segnale, che conta ad oggi più di 1200 medici iscritti che non concordano con la narrazione pandemica in corso e ritengono che il medico non debba essere schiavo di conflitti di interesse o al servizio retribuito dell’industria del farmaco. La situazione però è a tal punto degenerata (impedendo di fatto a medici e sanitari di esercitare in Scienza e coscienza la loro nobile professione, se non in accordo con i desideri dei produttori) da richiedere un passo di coraggio in più. È così che alla fine dello scorso anno un gruppo di medici e di sanitari delusi dalle istituzioni e impossibilitati a svolgere il proprio lavoro in libertà e autonomia hanno deciso, spinti anche dalla pressante richiesta di molti pazienti, di costituire una rete di associazioni sanitarie che avesse come obiettivo la liberazione degli operatori dal giogo del conflitto di interesse, e consentisse loro – come da giuramento di Ippocrate – una piena libertà di scelta terapeutica, nel rispetto di una altrettanto piena libertà di scelta di cura da parte del paziente.

Il 21/1/22 finalmente, dopo lungo e travagliato parto, ben dieci associazioni sanitarie (comprendenti medici e odontoiatri, psicologi, farmacisti, biologi, infermieri, fisioterapisti, veterinari ecc.) e un sindacato hanno costituito la SIM, Società Italiana di Medicina, Unione di associazioni sanitarie, i cui aderenti, il cui manifesto e la cui mission sono visibili sul sito www.societaitalianamedicina.it dal quale è già oggi possibile a qualunque associazione sanitaria regolarmente costituita (o che abbia una sezione sanitaria) richiedere direttamente l’iscrizione, in attesa dell’approvazione del consiglio direttivo.

Già all’atto della costituzione la rete SIM conta qualcosa come 3000 medici e altrettante figure sanitarie a vario titolo. Ma l’obiettivo nel giro di poche settimane è quello di raggiungere i 10.000 medici iscritti e possibilmente altrettante figure esercenti le altre professioni sanitarie. Ricordando che 10.000 medici significa suppergiù dieci milioni di pazienti, in grado di far sentire con forza la propria voce.

Quali vantaggi ha un medico che si iscriva?

Uno degli scopi più importanti della SIM è quello di consentire ad ogni operatore – sia esso sospeso o radiato per motivi d’opinione (una vergogna che contraddice l’essenza stessa dell’essere medico) – di riprendere a lavorare senza dover sottostare a obblighi di obbedienza a regole fissate dalla politica o peggio ancora da interessi commerciali. Ogni medico deve garantire al proprio paziente la migliore cura possibile su basi scientifiche, certo, ma anche sulla base della specifica situazione individuale del singolo e del rapporto rischi-benefici nella sua particolare situazione. Come può un medico oggi essere costretto a suggerire la vaccinazione a un bimbo di 6 anni, quando metà dei paesi europei la sta vietando e quando tutti i dati epidemiologici indurrebbero alla prudenza? E come si può non esentare pazienti dal vaccino (se non per gravi reazioni pregresse o allergie documentate a componenti del vaccino stesso) quando vediamo ogni giorno situazioni cardiovascolari o oncologiche gravi che richiederebbero grande cautela? Oggi un medico o un sanitario che esprima dei più che leciti dubbi sulla disinvolta gestione della campagna vaccinale o sull’efficacia di qualche assurdo provvedimento legislativo viene immediatamente sospeso o radiato, con il risultato (forse cercato da qualcuno) di creare una casta di medici e sanitari proni ai desideri del potere politico, e in un certo senso acritici esecutori dello stesso.

Vi definiscono no vax?

A noi che abbiamo creato SIM questa etichetta non andava più bene, con i nostri pazienti che ci chiedevano, da sospesi “Ma dottore… adesso che vi hanno sospesi, dove lo troviamo un medico che ci possa assistere in Scienza e coscienza, invece che secondo i comandi delle aziende farmaceutiche?”. Forse l’ordine non si rende conto del danno di immagine che ha creato con il suo comportamento ricattatorio e sanzionatorio verso medici che hanno solo cercato di difendere e tutelare i diritti dei propri pazienti. Che erano disperatamente alla ricerca di un medico che non si limitasse ad applicare il protocollo criminale della “Tachipirina e vigile attesa” che tanto ha contribuito al dramma pandemico e all’incremento dei decessi.

Chi aderisce alla SIM ha smesso da tempo di riconoscersi in questi comportamenti e ha cercato da tempo una via “interna” per emendarsi dalle nefaste ingerenze di big pharma nell’attività del medico.

Speriamo che una nuova rete associativa, divisa in gruppo legale, gruppo scientifico, e gruppo comunicazione, possa rappresentare un buon punto di partenza per far riflettere le istituzioni sul tipo di medicina che vogliamo offrire a questo paese. Una medicina gestita da medici liberi e indipendenti, che lavorano – anche sbagliando – in scienza e coscienza, oppure una medicina asservita a interessi commerciali, che per definizione non può essere né libera né corretta.

Proviamo a fare sì che SIM sia un primo importante passo in questa direzione, per il bene di tutti.

di Marzia MC Chiocchi

E’ una delle tante storie di medici di scienza e coscienza, di cui abbiamo letto e sentito parlare in questi ultimi mesi. Il protagonista della vicenda che andremo a raccontare e’ il dott. Ennio Caggiano, medico di base della provincia di Venezia. Della sua lunga esperienza professionale ha molto da rivelare, non solo per le mille storie di vita quotidiana vissute seguendo i suoi pazienti, ma anche per i numerosi attacchi subiti da alcuni colleghi, non proprio in linea con il suo operato, sempre teso a proteggere i propri assistiti. Tralasciando, però,  il passato, arriviamo al 2020 anno nefasto e infausto per i motivi che ben conosciamo. Caggiano, uomo dallo spiccato senso dell’umorismo e dell’ironia, nelle pagine dei social, così come nel suo ambulatorio, non ha mai nascosto la voglia di prendere in giro alcune scelte del sistema sanitario, pubblicando e appendendo vignette e frasi ironiche come forma di denuncia. Così, sopratutto in quest’ ultimo anno, sono state varie le visite di ispezione dei cosidetti “verificatori “, alias ambasciatori del potere costituito pronti ad attaccare il malcapitato medico, reo, questa l’accusa, di aver utilizzato metodi poco professionali all’interno di una struttura pubblica ( ambulatorio ), per esprimere il proprio dissenso.

Così, è arrivato il 5° richiamo della sua carriera. Dagli altri ne è uscito sempre abbastanza bene, non perché i “controllori” ritenessero che avesse ragione, ma più che altro perché, considerandolo una persona scomoda, punirlo, avrebbe peggiorato la situazione sollevando un polverone che a loro, in quel momento, non avrebbe portato beneficio.  Poche settimane fa, invece, l’ultimo procedimento a suo carico, ha visto applicare, per tre mesi, la riduzione dello stipendio del 10%, come avviso di ciò che potrebbe accadere nell’immediato futuro: sospensione dello stipendio e risoluzione del contratto.

Perche’ proprio adesso una punizione cosi estrema?

Perché probabilmente gli ispettori amano “ vincere facile”, come recita un famoso spot pubblicitario, e solo adesso hanno trovato terreno fertile per attaccare duramente, sostenuti da una politica che trova nutrimento nel terrore, che il governo sta seminando a piene mani. I pazienti del dott. Caggiano, per questo, oltre ad avere espresso tutta la loro solidarietà, si sono detti preoccupati, perché se il loro medico non potrà più esercitare, se ne vedranno assegnare uno, che qualcun altro avrà scelto per loro.

Il dott. Caggiano, al momento in cui il lettore scorrera’ questo articolo, si troverà davanti al Collegio Arbitrale dove illustri giustizieri, decideranno la sua possibile radiazione dall’Albo dell’Ordine dei Medici per eccesso di libera espressione, comunicazione e per aver abusato del diritto di parola e satira. Nel frattempo, poi, si è  permesso di affrontare,  con i suoi pazienti, l’argomento “vaccini“, tema divenuto ormai dogma, su cui non si puo’ e non si deve assolutamente discutere. Ma occorre puntualizzare che, le idee del dott. Caggiano sono sempre state critiche, spesso ironiche, a volte polemiche, discutibili, ma mai in assoluto contrarie. Un esempio per tutti: in una vignetta ha scritto. ..il vaccino rende liberi…attirandosi l’accusa di farsi gioco dell’olocausto ( in riferimento alla frase che campeggiava sul cancello d’ingresso di Auschwitz…il lavoro rende liberi…). Ma il senso di ciò che ha scritto, indubbiamente e cinicamente crudo, era quello di prendere in giro quella forma di comunicazione, inizialmente velata, per cui farsi il vaccino ti rende libero,  permettendoti di circolare senza impedimenti (vedi pass). Caggiano, infatti, ha spiegato che i vaccini non si dovrebbero fare per amore di qualcuno (il prossimo), ma per  consapevolezza, nella piena libertà di scelta. E queste parole lo hanno isolato dai colleghi, lasciandolo solo, in compagnia dei propri pazienti e di qualche giornale e TV che ancora gli danno spazio (non il mainstream).Il Collegio Arbitrale ( il plotone d’esecuzione dell’età contemporanea, come lo definisco io), non fa paura al dott. Caggiano, che ritiene di doversi difendere dal niente, cosciente  che esprimere il proprio pensiero non sia un reato (Art. 21 della Costituzione Italiana, testo che i nostri politicanti hanno deciso di riporre in qualche scaffale di un fornito rigattiere).

Caggiano spiega come il caos della classe medica, derivi da una strategica decisione presa molti anni fa dallo Stato italiano con il blocco dei contratti, con la nascita del PATTO AZIENDALE, che ha posto il medico di base o di famiglia in una condizione di ambiguità, non essendo piu’ un libero professionista né un dipendente. Lavora su un accordo manageriale nel quale sono elencati i suoi compiti che, se rispettati, non gli arrecheranno alcun fastidio.  Nel testo sono previsti una serie di accordi, grazie ai quali, il medico, può  guadagnare di più. Es: (prescrivendo una visita specialistica ad un paziente, deve indicare la motivazione, per la quale ricevera’ un compenso  extra, dal momento che lo dirigerà verso uno specialista). Ma secondo Caggiano, la motivazione, dovrebbe far parte della coscienza deontologica,  per la quale, come accadeva molti anni fa, non si percepiva ( in quel caso) una lira in più. La sua scelta libera e personale non è stata presa bene dai suoi colleghi, che lo hanno criticato e attaccato per non volersi allineare al “ Sistema “. Cosi, anziché pensare alle proprie decisioni in merito, i medici del Sistema lo hanno messo  in difficoltà, segnalandolo alla dirigenza sanitaria territoriale.

Con l’introduzione del patto aziendale sono entrati in gioco anche nuovi percorsi come: la medicina in rete, che dà la  possibilita’ di controllare dal web la scheda anamnestica del paziente, laddove il proprio medico di famiglia non sia presente e occorra usufruire della professionalità di un sostituto. Le medicine integrate e di gruppo, con ambulatori collocati, di frequente, a fianco o nello stesso palazzo in cui trovano sede le farmacie, dove lavorano più medici, e nascono maggiori collaborazioni. Fungendo da poliambulatorio, la struttura, spesso, si avvale di una segretaria che, svolgendo il ruolo di filtro, ha notevolmente allentato il rapporto diretto e fiduciario tra paziente e medico, privando sempre di più  la famiglia di una risposta veloce, in caso di emergenza.

E’ certo che la storia del dott. Ennio Caggiano non è isolata, e come lui, altri validissimi medici, si trovano nelle sue stesse condizioni e stanno vivendo momenti di estrema difficoltà, perche’ si pongono domande su cosa sia giusto e sbagliato,  non accettando che, ad esempio, un siero sperimentale, definito in maniera volutamente erronea, “ vaccino”, sia inoculato facendo firmare fogli di consenso a chi si sottopone alla sperimentazione, senza che ne sia fino in fondo consapevole. Così le persone, per paura o per ritorsioni sul posto di lavoro, abbandonano la difesa dei propri diritti e si lasciano convincere della bontà ed efficacia della “ fiala magica” , subendo i conseguenti effetti collaterali, a volte leggeri, a volte gravi. Sono tante, purtroppo, le persone che, dopo l’inoculazione stanno male, in qualche caso ricoverate sotto flebo, senza trovare il coraggio di raccontare l’accaduto, per timore o anche perché ignare dell’esistenza di associazioni che, da anni, affrontano la difesa di persone che portano su se stesse, i segni degli eventi avversi anche della malasanita’.

Come il dott. Caggiano stesso ha affermato “Se avessi aderito al Patto Aziendale, tradendo il Giuramento di Ippocrate, i miei pazienti, e lavorando in un poliambulatorio, oggi il mio compenso mensile sarebbe di €.3000,00 in più. Capite perche’ tutti i medici stanno zitti?”

Tra le associazioni che sono da tempo in prima linea per la difesa dei diritti umani in tema sanitario, voglio ricordare,  in particolare, la CORVELVA ( che da oltre 25 anni opera per la liberta’ di scelta delle vaccinazioni) con sede a Vicenza, e la COMILVA (associazione dalle stesse finalità, con sede in varie regioni italiane). Chi avesse bisogno di consigli può rivolgersi direttamente a loro.

La situazione, come dichiara il dott. Caggiano, è peggiorata lo scorso anno con il Covid, a causa del quale, sono stati sospesi gli screening per le diagnosi precoci di malattie che, se affrontate con tempestività, avrebbero potuto arrecare minori costi per i pazienti, in  termini di denaro e spesso di vite perdute. Con il Covid e’ stata fermata la prevenzione, non si e’ mai parlato di adeguata alimentazione, di rafforzamento delle difese immunitarie, di adottare uno stile di vita sano, che comporti una dieta ricca di frutta e verdura, senza fumo ed eccessi di sostanze alcoliche. E ancor peggio, e’ stato precluso l’esercizio fisico. Tutto ciò che poteva rappresentare beneficio per il corpo e la mente ( e qui e’ la giornalista che scrive) e’ stato eliminato, a partire dalla chiusura ( siamo arrivati al traguardo dei 7 mesi ) delle palestre e ancor peggio delle piscine, che con il quantitativo di cloro presente, a detta degli esperti, non avrebbe creato problematiche di alcun genere. Ma il “Piano” doveva inglobare ogni malefatta pur di creare tensione e disagio. Si contano e si conteranno ancor di più  nel prossimo futuro coloro che, nella difficoltà cognitiva sempre più incalzante, per antidepressivi, ansiolitici e porcherie simili assunte, per tamponare attacchi di ansia, depressioni e sbalzi umorali,  cammineranno, si sposteranno e viaggeranno come automi.

Per concludere, non resta che aspettare l’esito del colloquio che il dott. Caggiano ha affrontato davanti al Collegio Arbitrale della sua ASL, pronti a seguire gli sviluppi di questa antidemocratica vicenda, assurda, paradossale e priva di logica.