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07 Giugno 2023 – Redazione

La Commissione europea ha seguito gli Stati Uniti nell’approvare il primo vaccno al mondo per il virus respiratorio sinciziale, che deve essere utilizzato da adulti di età pari o superiore a 60 anni, ha affermato mercoledì il suo produttore GlaxoSmithKline.

Gli Stati Uniti hanno approvato il farmaco, chiamato Arexvy, il mese scorso, mentre il vaccno è il culmine di una caccia decennale per proteggere le persone vulnerabili dalla malattia comune.

Gli analisti prevedono che il mercato potrebbe valere più di 10 miliardi di dollari nel prossimo decennio, con prodotti simili di altri produttori tra cui Pfzer e Moderna che dovrebbero seguire presto.

Questa autorizzazione per Arexvy significa che gli adulti idonei, possono essere vaccnati contro la malattia da RSV per la prima volta”, ha dichiarato Tony Wood, direttore scientifico di GSK, in una nota.

Le azioni della società sono state scambiate invariate nelle prime operazioni londinesi dopo l’atteso annuncio di approvazione. In aprile, l’organo di controllo dei farmaci dell’Unione Europea ha raccomandato l’approvazione di Arexvy a seguito di una sperimentazione su 25.000 partecipanti in 17 Paesi.

Secondo l’Agenzia europea per i medicinali, i risultati hanno dimostrato che il vaccno è efficace all’83% nel proteggere dalle malattie legate all’RSV nelle persone di età pari o superiore a 60 anni, con effetti collaterali generalmente lievi(…).

Il vaccino utilizza una proteina ingegnerizzata e una sostanza adiuvante per promuovere anticorpi e cellule T che aiutano a combattere l’infezione da RSV.

Moderna spera che il suo vaccno contro l’RSV venga approvato e reso disponibile entro la fine dell’anno.

Nel 2022 l’UE ha approvato un trattamento preventivo contro l’RSV, sviluppato dall’azienda farmaceutica britannica AstraZeneca e dalla francese Sanofi, che funziona in modo simile al vaccino.

FONTE: Eventi Avversi

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21 Aprile 2023 – Redazione

Ormai il quadro è chiaro! Almeno così sembrerebbe, anche se ci sono sempre troppe persone che credono agli asini che volano, sopratutto quando si parla di malattie, medici e medicine.
Così ho ritenuto interessante riportare il paragrafo di un libro molto esaustivo in materia di bugie farmaceutiche e farmacologiche, per non demordere nel tentativo di mandare luce a quei cervelli rimasti ancora bui, su tematiche  così sensibili, come la salute. in fondo all’articolo posterò il titolo del testo.

”Un tempo le aziende farmaceutiche promuovevano i farmaci per curare le malattie” ha osservato Marcia Angell, medico specializzato in medicina interna e patologia, è stata direttrice “The New England Journal of Medicine”.”Adesso accade spesso il contrario: promuovono malattie che si adattano ai loro farmaci”. Negli ultimi 30 anni, infatti, abbiamo assistito alla nascita di nuove patologie create ad hoc da medici ed istituzioni compiacenti solo per aumentare i profitti del settore farmaceutico. Per espandere i mercati di nuovi prodotti sono emerse alleanze informali che hanno ampliato i confini delle malattie trattabili. La strategia di punta ha come obiettivo le notizie veicolate dai media. Queste vengono alimentare con storie create ad hoc per generare paura su una condizione o malattia per attrarre l’attenzione sull’ultimo farmaco o ritrovato.                                    Le industrie farmaceutiche sponsorizzano malattie e le promuovono sia presso chi prescrive i farmaci sia presso i consumatori”.

Per esempio, il mercato dei farmaci per l’ipertensione ha conosciuto una rapida espansione da quando un gruppo di esperti ufficialmente imparziale, ha modificato i parametri per stabilire quando la pressione sanguigna deve essere considerata pericolosamente alta. Originariamente la soglia era stata fissata sopra i valori 140/90 mmHg, ma nel 2003 è stata introdotta la nuova categoria di “preipertensione”, che va da 120/80 mmH a 139/90 mmHg valori prima normali.                          Questo giochetto è ancora più scoperto nel caso del colesterolo dai livelli di 280mg/DL in precedenza considerati non a rischio si è passati prima a 240 mg/DL e ora l’ordine medico e’ in fermento per abbassarlo ulteriormente fino a 200. Chi ha tratto vantaggio da queste revisioni? È facile intuirli: i nuovi parametri hanno portato un’immediata espansione del mercato di Big Pharma. Nel loro insieme, oggi i farmaci anti colesterolo generano introiti di oltre 25 miliardi di dollari all’anno per i produttori, che includono i maggiori nomi dell’industria mondiale. Quali la Bayer, la Astrazeneca e la Pfizer. In paesi meno ricchi, compresi alcuni Stati dell’Europa dell’Est, i costi crescenti di questi medicinali rischiano da soli di mandare in fallimento il sistema sanitario.

Nonostante vengano sempre raccomandare una dieta sana e l’attività fisica, è prevedibile che la stragrande maggioranza dei pazienti preferirà, per pigrizia, per maggior sicurezza o per forme indotte di ipocondria, ricorrere ai farmaci. I conflitti di interesse degli esperti consultati nel 2004 erano ancora più marcati che delle precede commissioni: ben 8 dei 9 membri lavoravano anche come relatori, consulenti o ricercatori per le maggiori case farmaceutiche come Pfizer, Merck, Bristol-Myers Squibb, Novartis, Abbott Laboratories, Astrazeneca e GlacoSmithKline. Pur di vendere farmaci anche alla popolazione sana, Big Pharma finanzia ricerche e articoli scientifici che hanno lo scopo di interpretare i normali segni della vecchiaia come delle vere e proprie malattie. Centinaia di milioni di donne hanno così finito per assumere medicinali per contrastare  i sintomi post menopausali.

La collaborazione dei medici con le multinazionali si manifesta in un’ alleanza nefasta per la corretta informazione scientifica, poiché promuove un quadro che fa apparire diffusa e grave una malattia, ed esalta le cure farmacologiche a discapito dei metodi alternativi. E cosi, se un tempo era sufficiente un infuso di camomilla per alleviare i si tomi occasionali dell’acidità di stomaco, oggi questa e’ ritenuta una vera patologia, ovvero una “malattia” da reflusso acido o malattia da reflusso gastroesofageo che deve essere trattata con

fino a qualche decennio fa la timidezza era considerata una semplice caratteristica della personalità, ma con l’introduzione di nuove psicopatologie come “il disordine da ansia sociale”, il confine tra l’una e l’altra si è fatto molto labile. Il modo per vendere farmaci, ha dichiarato il bioetico Cari Elliot, è vendere malattie psichiatriche. I risultati si sono visti dopo l’11 settembre, quando il PAXIL (che era brevettato anche per il “disordine d’ansia generalizzato”) venne massicciamente reclamizzato come rimedio per i devastanti effetti psicologici indotti dall’attentato terroristico. La GlaxoSmithKline non si fece scrupoli ad utilizzare le terribili immagini delle Torri gemelle in fiamme per la campagna pubblicitaria!

Infine, una regola ancor più valida per i produttori di farmaci e’ che per loro non esistono persone ma solo potenziali clienti, e se lo studio di una patologia non promette buoni profitti, significa automaticamente che non vale la pena cercare una cura!

FONTE: Tratto dal libro “Scoperte Mediche non autorizzate” di Marco Pizzuti

 

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04 Febbraio 2022 – Redazione

Continua a tenere banco nella comunità scientifica il tema “vaccini”. Sono ancora molti i team di ricercatori che si stanno adoperando nell’analisi dei sieri prodotti dalle maggiori case farmaceutiche. Ecco quindi che arrivano altri dati a supporto della comunità, dati destinati a far discutere.

La nuova ricerca pubblicata sul NEJM

Nella giornata di ieri è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine un nuovo studio scientifico sull’efficacia dei vaccini. I sieri presi in analisi sono stati Pfizer, Moderna e AstraZeneca. «Un rapido aumento dei casi di malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) dovuto alla variante omicron (B.1.1.529) della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 in popolazioni altamente vaccinate ha suscitato preoccupazioni sull’efficacia degli attuali vaccini.» recita in apertura lo studio. I ricercatori spiegano poi il metodo usato: «Abbiamo utilizzato un disegno caso-controllo negativo al test per stimare l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica causata dalle varianti “omicron” e “delta” in Inghilterra. L’efficacia del vaccino è stata calcolata dopo l’immunizzazione primaria con due dosi di vaccino BNT162b2 (Pfizer–BioNTech), ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca) o mRNA-1273 (Moderna).

La “omicron” buca i sieri

Tra il 27 novembre 2021 e il 12 gennaio 2022, sono state identificate un totale di 886.774 persone idonee infettate dalla variante omicron, 204.154 persone idonee infette dalla variante delta e 1.572.621 controlli negativi al test idonei. In tutti i momenti studiati e per tutte le combinazioni di vaccini primari e di richiamo, l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica è stata maggiore per la variante delta rispetto alla variante omicron. L’efficacia del vaccino è stata inferiore per la variante omicron rispetto alla variante delta a tutti gli intervalli dopo la vaccinazione e per tutte le combinazioni di cicli primari e dosi di richiamo studiate. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca), quasi nessun effetto protettivo della vaccinazione contro la malattia sintomatica causata dalla variante omicron è stato notato da 20 a 24 settimane dopo la seconda dose. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di BNT162b2 (Pfizer), l’efficacia del vaccino è stata del 65,5% da 2 a 4 settimane dopo la seconda dose, scendendo al 15,4% dopo 15-19 settimane e scendendo ulteriormente all’8,8% dopo 25 o più settimane. L’efficacia del vaccino di due dosi di vaccino mRNA-1273 (Moderna) ha avuto una riduzione simile nel tempo dal 75,1% dopo 2-4 settimane, al 14,9%.

Il Governo prenda atto dei dati scientifici

L’articolata ricerca scientifica, appena pubblicata, pone l’accento sulla scarsissima durata dell’efficacia dei vaccini prodotti dalle tre famose case farmaceutiche in merito alla prevenzione della malattia sintomatica della variante “omicron”. Assunto come sia impensabile sottoporre a molteplici “booster” ravvicinati l’intera popolazione mondiale, considerato il rapporto rischi/benefici ed essendo consapevoli che più richiami ravvicinati possono provocare addirittura una paralisi immunitaria, ecco che forse il Governo – e tutti coloro che “si fidano della scienza – cit.” dovrebbero prendere atto dei reali dati che arrivano, appunto, dalla comunità scientifica, togliendosi i paraocchi sulle strategie vaccinali obsolete e potenzialmente dannose, annullando le ormai desuete restrizioni anti-covid e procedendo, di conseguenza, al ripristino del Stato di Diritto ordinario. 

26 Febbraio 2022 – di Lorenzo Bertolazzi (Atlantico Quotidiano)

Bisognerebbe avere grande onestà intellettuale quando si commenta una vicenda politica per non correre il rischio di parlare o scrivere visibilmente influenzati dalle proprie convinzioni o posizioni ideologiche. Con questa stessa onestà intellettuale, quindi, bisogna dare atto al ministro Speranza di avere un grande coraggio. Sì, perché con la sua gestione della emergenza sanitaria, ci vuole veramente un grande coraggio per occupare ancora la poltrona di ministro della salute, come se gli ultimi due anni fossero trascorsi tutto sommato serenamente. Lo stesso coraggio che Speranza dimostra ogni volta che si presenta in conferenza stampa con la stessa faccia (per decenza, parzialmente nascosta da una mascherina) ad illustrare i suoi provvedimenti, oppure ogni volta che rilascia un’intervista ai giornali dove non vi è mai neanche l’ombra di scuse per i disastri combinati.

Di motivi che rendono inopportuna e, come anticipato, allo stesso tempo coraggiosa la permanenza di Speranza al governo se ne potrebbero trovare a centinaia ma in almeno cinque occasioni le dimissioni sarebbero state una scelta dignitosa oltre che una forma di rispetto nei confronti dei cittadini italiani, troppo a lungo presi in giro. 

1. La prima circostanza che certificò anzitempo la miopia di chi avrebbe dovuto governare l’epidemia si è verificata nelle prime fasi dell’emergenza, quando si è tentato di negarla a tutti i costi. Nel febbraio 2020 la parola d’ordine era “sdrammatizzare”, la maggioranza del governo Conte parlava di emergenza razzista anti-cinese, il presidente della Repubblica organizzò un concerto di scuse al Quirinale con l’ambasciatore di Pechino e nell’opinione pubblica di diffuse il concetto di un’emergenza sanitaria che non corrispondeva al vero, di un allarme ingiustificato. D’altra parte, a rafforzare queste convinzioni, intervenne a gamba tesa il Ministero guidato da Speranza, che finanziò uno spot televisivo girato in un ristorante cinese in cui il testimonial, con tanto di bacchette in mano, pronunciava l’agghiacciante frase “non è affatto facile il contagio”. Non credo servano altre parole. Di lì a pochi giorni, all’evidenza del disastro, dal ministero non arrivò ovviamente alcuna scusa.

2. Il secondo motivo che avrebbe dovuto spingere Speranza a dimettersi o almeno a fare autocritica è l’annuncio dell’acquisto di 400 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca a giugno 2020, durante gli Stati generali organizzati dal governo Conte (un’iniziativa che non ha portato assolutamente a nulla ed è stata ricordata solo per il catering). Sulla sua pagina Facebook, il ministro annuncia trionfante un accordo per 400 milioni di dosi, prevedendone la distribuzione entro la fine dell’anno e aggiungendo che “con la firma di oggi arriva un primo passo avanti per l’Italia e l’Europa”. Di quei vaccini nemmeno l’ombra, l’Italia partirà in ritardo (come tutta l’Ue) nella campagna vaccinale e le prime dosi verranno consegnate e inoculate solo negli ultimi giorni di dicembre 2020.

3. Il terzo motivo è forse quello che rende più incredibile l’attuale presenza di Speranza al governo ed è il caso del libro da lui scritto, pubblicato e poi frettolosamente ritirato dagli scaffali, per ovvi motivi. Fine estate 2020, nella sua opera Speranza usa parole veramente surreali. Nonostante l’Italia fosse il Paese con record negativo di morti e di crollo del Pil, il ministro si autoincensa per la sua gestione della pandemia, rassicura i lettori sul futuro e afferma sostanzialmente che ormai è tutto a posto, tutto finito. Non contento, rincara la dose: la pandemia è un’occasione per “una nuova egemonia culturale della sinistra”, “è il momento di un nuovo grande sforzo collettivo”. 

Il libro avrà fortuna sul mercato nero e nei siti di acquisti online, non certo nei negozi fisici dal momento che, allo scoppio della seconda ondati di contagi, fu fatto sparire d’urgenza e con molto imbarazzo dalle librerie. Con una tale vicenda, che dimostra la totale impreparazione della macchina governativa e di Speranza stesso che ha occupato l’estate a scrivere, chiunque avrebbe mollato il suo incarico per andarsi a nascondere. Invece, incredibilmente, le parole di Speranza furono profetiche, lui rimase al suo posto e la pandemia si rivelò davvero un’occasione per affermare una nuova egemonia culturale della sinistra: uno Stato onnipotente e onnipresente, un QR code al quale sono subordinati i diritti civili del cittadino, un perenne stato di allerta sanitaria per presunte nuove varianti in arrivo. Così si è affermato e consolidato il comunismo pandemico.

4. Nelle prime settimane dell’estate 2021, sopravvissuto al ricambio di tutta la vecchia gestione (Conte, Arcuri, Borrelli), Speranza stava per riuscire a combinarne un’altra, arrivando quasi a sabotare la campagna vaccinale che con l’arrivo del generale Figliuolo aveva preso un ottimo slancio. Dopo lo stop al vaccino AstraZeneca per gli under 60, il ministro decise unilateralmente e perentoriamente di procedere ad un mix: chi avesse fatto la prima dose con il vaccino anglo-svedese avrebbe ricevuto la seconda di una marca completamente diversa. Ai cittadini fu impedito di proseguire in modo omogeneo la propria terapia vaccinale e fu imposta loro un’altra strada testata su numeri molto piccoli. Dopo pochi giorni, in conferenza stampa, Draghi, con al suo fianco Speranza (o un suo cartonato), smentì tutta la linea di quest’ultimo, continuando ad offrire la possibilità di un richiamo AstraZeneca.

5. Ultimo motivo, ma solo in ordine cronologico, è il caos creato tra dicembre 2021 e gennaio 2022 sui tamponi e sulle quarantene. Con l’arrivo della variante Omicron, fortunatamente innocua, anche grazie alla vaccinazione, ma decisamente più contagiosa, le regole sulle quarantene paralizzarono di fatto il Paese. Un cittadino sano ma positivo ad un tampone poteva arrivare a rimanere chiuso in casa sino a 21 giorni! Il Ministero arrivò troppo tardi all’alleggerimento delle norme e ancora non ha previsto una fase nella quale il Covid-19non sia trattato come malattia speciale: chi sta bene e non ha alcun sintomo non venga inseguito con i tamponi e con i confinamenti forzati, sia lasciato libero di lavorare, di rispettare le scadenze e di svolgere le attività che preferisce. Capisco che sarebbe decisamente un passo troppo lungo per Speranza, un ritorno così accelerato alla normalità renderebbe incompatibile la sua presenza al Ministero.

È veramente incredibile che un rappresentante dei cittadini con queste enormi responsabilità politiche sia ancora indisturbato al suo posto di ministro della salute. Ma forse in questa folle Italia è ormai inutile stupirsi di simili contraddizioni.

10 Febbraio 2022 – Redazione

Da un lato l’Italia, un Paese dove governato da politici che continuano ad attribuirsi il soprannome “i migliori” e dove è proibito parlare degli effetti avversi dei vaccini, pena il vedersi appicicata l’etichetta di pericolosi “no vax”. Dall’altro l’Europa, formata da tanti Stati che invece certe domande se le fanno eccome, circa la sicurezza dei farmaci anti-Covid. Con dati che confluiscono in un particolare database, suddivisi per tipologia di vaccino e tipo di patologia provocata dopo l’inoculazione. A guardare bene i numeri forniti da EudraVigilance, qualche preoccupazione sorge spontanea.

Il database è operativo da dicembre 2001 e raccoglie segnalazioni di sospette reazioni indesiderate ai farmaci fornite direttamente dai singoli cittadini. Numeri che quindi vanno sì presi con le molle, ma contribuiscono a fornire un quadro non proprio rassicurante. All’interno del portale, le reazioni avverse vengono classificate come “gravi” se corrispondono “a un evento medico che provoca la morte, è pericoloso per la vita, richiede il ricovero ospedaliero, provoca un’altra condizione importante dal punto di vista medico o il prolungamento del ricovero esistente, provoca disabilità o incapacità persistenti o significative o è un’anomalia congenita / difetto alla nascita”.

Stando ai dati riepilogativi aggioranti al 29 gennaio 2022, EudraVigilance riporta 38.983 segnalazioni di decessi e 3.530.362 di effetti collaterali a seguito di somministrazioni dei quattro vaccini COVID-19 (Moderna, Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Janssen). La metà delle reazioni avverse segnalate ((1.672.872) sarebbe “grave”. Scorrendo i dati, spiccano per esempio 48.240 casi denunciati dai pazienti di disturbi del sangue e del sistema linfatico a seguito dell’inoculazione di Pfizer, farmaco indicato come probabile responsabile anche di 57.541 disturbi cardiaci e 133.365 problemi gastrointestinali.

Il vaccino Moderna è stato invece associato a 18.287 casi di disturbi cardiaci, 6.310 episodi di danni all’orecchio e al labirinto, 12.365 problemi del sangue e del sistema linfatico, 66.358 disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo. Segnalazioni che spaventano (le complicazioni cardiache associate dai pazienti ad AstraZeneca sono per esempio oltre 20 mila) e che contribuiscono ad accendere il dibattito sull’opportunitò della somministrazione dei farmaci anti-Covid soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Un dibattito che, in Italia, è stato invece stroncato sul nascere.

FONTE: ⤵️ http://eudragmdp.ema.europa.eu/inspections/displayWelcome.do;jsessionid=8KnbP_cgueBexOFO306ZRAPU8xmLKu67qE6q2m0R1qxOdooGxKbU!364027966

29 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li – Fonte: GospaNews – foto: Augusta Turiaco, Piero Taurino, Camilla Canepa

I casi del carabiniere Piero Taurino a Mantova e dell’insegnante Augusta Turiaco a Messina sono i primi balzati all’attenzione della cronaca per il riferimento allo scudo penale adottato dal governo per proteggere i medici dalle purtroppo numerosissime reazioni avverse al siero sperimentale

https://www.gospanews.net/2021/12/17/ue-oltre-3milioni-di-reazioni-avverse-da-vaccini-covid-32mila-morti-in-aumento-i-giovani-danneggiati/

Piero Taurino, scomparso a 50 anni, e Augusta Turiaco a 55 hanno infatti in comune, non soltanto il decesso avvenuto in correlazione alla somministrazione del vaccino AstraZeneca (individuato come responsabile anche della morte di Camilla Canepa), ma la richiesta di archiviazione da parte della magistratura, per l’applicazione della legge che garantisce ai sanitari l’impunità. Tutto ciò, nonostante i ripetuti allarmi sui vaccini emersi fin dai trials clinici, e confermati dai molteplici decessi nelle prime settimane di somministrazione. A tal proposito è emerso anche da un dossier riservato Pfizer, su 1223 morti occultate.

https://www.gospanews.net/2021/10/21/omicidio-di-stato-camilla-uccisa-a-18-anni-dal-vaccino-la-perizia-giudiziaria-conferma-gli-atroci-sospetti/

https://www.gospanews.net/2021/12/17/ue-oltre-3milioni-di-reazioni-avverse-da-vaccini-covid-32mila-morti-in-aumento-i-giovani-danneggiati/

https://www.gospanews.net/2021/12/13/covid-1-223-morti-celate-da-pfizer-nei-primi-3-mesi-di-vaccini-dossier-esplosivo-ottenuto-da-medici-e-giornalisti-americani-dalla-fda/

IL DDL 44/2021Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”, è entrato in vigore lo scorso 1 aprile 2021. Dopo il passaggio alle Camere, il documento ha subito alcune modifiche ed è stato convertito nella L 76/2021, in vigore dal 1 giugno scorso. Cerchiamo di approfondire il Capo I della legge. Questo contiene due importanti misure connesse al contenimento dell’epidemia: l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e il cosiddetto scudo penale per medici e professionisti sanitari, durante l’emergenza Covid (Artt.3-3bis)

In forza di questa disposizione di legge due differenti procure della Repubblica hanno chiesto l’archiviazione nonostante l’accertato nesso di causalità tra l’inoculazione del vaccino e la morte.

IL CASO DEL CARABINIERE MANTOVANO

«Sarebbe stata la somministrazione del vaccino Astrazeneca a causare la morte lo scorso marzo del maresciallo maggiore cinquantenne dei carabinieri di Mantova Pietro Taurino. A sostenerlo nella loro lunga relazione sono i consulenti nominati dalla Procura di Mantova, che hanno dichiarato come vi sia stata una correlazione tra la formazione dei trombi a livello cerebrale e l’assunzione del vaccino».
I magistrati titolari dell’inchiesta, condotta dal procuratore capo Manuela Fasolato e dal sostituto Giulio Tamburini, avevano affidato un incarico peritale a tre esperti specializzati proprio nel campo delle trombosi cerebrali, oltre che in ambito medico legale. Insieme ai risultati dell’autopsia, che avevano evidenziato come il carabiniere fosse deceduto per trombosi venosa cerebrale, molto importanti, ai fini dell’inchiesta, sono stati i prelievi ematici che la Procura ha fatto eseguire prima e dopo la morte del sottoufficiale. Questi avrebbero evidenziato la presenza di “porpora trombocitopenica”, praticamente la formazione di piccolissimi coaguli di sangue che bloccherebbero l’apporto stesso di sangue agli organi vitali come cervello, cuore e reni

https://www.gospanews.net/2021/11/25/incubi-da-vaccini-covid-aumentano-rischi-di-tumori-sindromi-coronariche-trombi-venosi-cerebrali-e-disturbi-alla-tiroide-4-studi-shock/

La procura ha escluso la responsabilità del produttore del vaccino ritenendo che “il vaccino è stato somministrato a seguito delle autorizzazioni delle competenti autorità (EMA e AIFA).

Agli atti – prosegue la nota del legale Agnello – non sussistono accertamenti che sostengono le motivazioni degli organi inquirenti. I trials sulla sperimentazione sono stati condotti in maniera corretta? Come mai non hanno tenuto conto di pubblicazione studi scientifici del 2007 che mettevano in risalto che i vaccini a vettore adenovirale potevano dare problemi di trombocitopenia? Perché le comunicazioni e le informazioni sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca sono state divulgate solo il 24 marzo laddove vi era già conoscenza di eventi avversi? Perché in Inghilterra nel mese di marzo avevano già i protocolli clinici di cura delle trombosi provocate dal vaccino? E ancora, perché la modifica del consenso informato e del foglietto illustrativo e la pubblicazione della nuova scheda da parte di Ema, le contraddizioni, la sospensione e in ultimo il ritiro del vaccino così come i tanti, e tanti altri interrogativi sono rimasti senza inchiesta e senza risposta?”.

https://www.gospanews.net/2021/03/30/vaccino-sospeso-anche-in-canada-astrazeneca-ammette-le-trombosi-letali-ma-cambia-nome/

La famiglia non si ferma e si rivolgerà al Giudice delle indagini preliminari per avere chiarezza e verità, risposte e chiarimenti, su un vaccino che ha determinato la morte dell’ insegnante.

Riteniamo – continuano i parenti e il legale – che sia stata violato anche il diritto a un’adeguata e corretta informazione del paziente che si sottopone al trattamento di vaccinazione”. L’esposto ha sempre costituito non un attacco alla campagna vaccinale, ma un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di chiarimenti e di approfondimenti e di verità nel rispetto del diritto alla salute quale bene inviolabile della collettività. Allo stato attuale, permangono le diverse ombre e gli inquietanti dubbi nell’autorizzazione e nella somministrazione collettiva del vaccino AstraZeneca e, la Famiglia Turiaco, proseguirà la sua ricerca di chiarezza in nome di Augusta e delle tante vittime del vaccino Astrazeneca.

https://www.messinatoday.it/cronaca/vaccino-astrazeneca-morte-professoressa-turiaco-perizia-consulenti-procura-indagine.html

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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12 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.li

Pubblichiamo la traduzione a cura del team traduttori C.Li.Va. Toscana di un interessante studio pubblicato su science direct sulle possibili integrazioni nel genoma umano dei vaccini covid19 (sia a vettore virale come Astrazeneca che a mRNA come Pfizer e Moderna).

Trovate la traduzione in italiano a questo link ⤵️⤵️⤵️

http://www.clivatoscana.com/wp-content/uploads/2021/12/adenovirus_genoma.pdf

Nello studio si afferma che la sicurezza dei vaccini si basa “sull’affermazione NON DIMOSTRATA che questi vettori sono sicuri perché il DNA di adenovirus “non si integrerebbe” nei genomi delle cellule riceventi”

Lo studio è molto tecnico e sicuramente interessante ma quello che preoccupa sono soprattutto le conclusioni che non danno certezze sulla non pericolosità di DNA vettore o RNA Sars-Cov-2:

“Questa breve recensione è stata presentata qui per facilitare una discussione indipendente e più equilibrata sui potenziali rischi dovuti alla presenza di DNA vettore adenovirus (AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sputnik V e altri) o RNA SARS-CoV-2 (BioNTech/Pfizer, Moderna) nei vaccini che dovrebbero proteggere dal Covid-19.”

I ricercatori pur ricordando che “le iniezioni di vaccini basati su vettori nel muscolo deltoide umano sono una questione diversa dai rari eventi casuali che portano a eventi di ricombinazione tra DNA estraneo e umano nei sistemi sperimentali” lasciano aperta ogni possibilità in quanto “al momento non è possibile valutare realisticamente né il tipo né la frequenza delle conseguenze di eventi di integrazione di vettori rari.”

Come sempre ribadito, infatti, il consenso informato alla vaccinazione dovrebbe valutare tutti i possibili rischi, specialmente quelli che non possono essere misurati dato il carattere sperimentale di questo tipo di vaccini: 

“Le informazioni presentate in questa recensione aiuteranno i futuri vaccinati a valutare una valutazione del rischio rispetto al beneficio, vale a dire gli eventi di integrazione del vettore adenovirus o del DNA della trascrizione inversa dell’RNA SARS-CoV-2 a bassa frequenza rispetto, si spera, all’elevata efficacia e protezione del vaccino.”

Sottolineiamo ancora una volta come a fronte di una certezza assoluta del pensiero unico dato da politici, giornalisti e influencer il mondo scientifico non abbia certezze ma in numerosi studi come questo si lascia aperte possibilità ad oggi non valutabili. 

Questi elementi dovrebbero essere a nostro giudizio un elemento cardine nella valutazione rischio – beneficio della vaccinazione, assistiamo invece a una vaccinazione di massa, snaturando il consenso informato e il principio di precauzione che dovrebbero fondare la buona pratica della medicina moderna.

CLICCANDO SUL LINK ORIGINALE POTRETE LEGGERE INTEGRALMENTE LO STUDIO SCIRNTIFICO ⤵️⤵️⤵️

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0168170221001738

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.) che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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https://cataniacreattiva.it/vaccini-a-vettore-adenovirale-e-mrna-covid19-possibile-integrazione-nel-genoma-umano/

24 Novembre 2021 -Redazione Co.Te.Li

Report, nella puntata di lunedì 22 novembre, ha nuovamente affrontato il caso AstraZeneca e gli effetti avversi” coma la Vitt (trombosi con trombocitopenia indotta dal vaccino). Claudia Di Pasquale, con la collaborazione di Giulia Sabella e Cecilia Andrea Bacci, è tornata quindi sulla questione del siero anglo-svedese con i suoi rari e inusuali effetti collaterali ed è ripartita da chi per primo ha cercato e individuato i pericolosi anticorpi anti-PF4.

A SEGUIRE I 30 MINUTI DI PUNTATA DEDICATI ALL’INCHIESTA ⤵️

https://m.youtube.com/watch?v=erevQtPABmA

Si tratta di Andreas Greinacher, l’immunologo tedesco di fama mondiale che già il 20 marzo scorso aveva tenuto una conferenza stampa internazionale per condividere le sue scoperte su come riconoscere i sintomi e come trattare i pazienti colpiti da questa sindrome. “Ma cosa è successo in Italia?”, si chiede Report. “Chi si è trovato davanti un paziente colpito da Vitt ha saputo sempre riconoscere i sintomi?”.

E poi, se si sapeva del rischio e si sapeva come trattarlo, perché nessuno è intervenuto subito? “Dal 20 marzo si sapeva che le reazioni avverse dopo la prima dose di AstraZeneca colpivano le donne sotto i 55 anni e il professor Andreas Greinacher aveva anche scoperto come diagnosticarle e trattarle. Ha individuato i pericolosi anticorpi anti-PF4 e che gli eventi avversi potevano essere trattati con immunoglobulina“, ha detto il conduttore Sigfrido Ranucci. Perché queste informazioni allora sono state diramate da Aifa dopo due mesi? Il problema è che nel frattempo ci sono stati gli Open Day – le giornate vaccinali aperte a tutti – compreso quello a cui partecipò Camilla Canepa, la ragazza morta poi proprio a causa della vaccinazione, vicenda per la quale fu sospesa e poi rivista la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

IL SISTEMA PIANO PIANO STA CROLLANDO…

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere e vedere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/report-attacca-laifa-conosceva-gli-effetti-avversi-di-astrazeneca-ecco-che-cosa-ha-ha-taciuto-per-due-mesi-video-di-puntata/

Lunedi 25 Ottobre la puntata di Report su Rai 3 e’ stata dedicata ai danni e le morti da vaccino anti covid 19 . Sotto accusa AstraZeneca, i decessi correlati, le responsabilità della politica, di AIFA e EMA.

QUESTO IL LINK DELLA PUNTATA 👇👇👇👇👇

https://rumble.com/vo8wvn-puntata-report-25-10-21-astrazeneca.html

Questi alcuni dei passaggi più importanti con il relativo minuto del video:

19’45”:

Il racconto della moglie di Stefano Paternó, 43 anni, il militare morto 16 ore dopo il vaccino. Conclusione dei consulenti della procura : nesso causale fra vaccino e decesso.

27’:

Studio su una delle possibili reazioni  avverse da parte di un centro di ricerca tedesco. Il medico afferma che le reazioni che hanno portato all’abbassamento delle piastrine sono sicuramente dovute a una proteina contenuta nei vaccini a vettore virale.

32

EMA ha autorizzato la vaccinazione per gli over 18 pur sapendo che il rischio di episodi trombotici era più alto sotto i 40 anni. Inquietante le dichiarazioni del medico tedesco che afferma “non potevamo sprecare nessuna dose”.

37

In Italia prima AstraZeneca e’ stato raccomandato agli under 55, poi agli under 65, poi sospeso 3 giorni, poi per “uso preferenziale per over 60” e siccome le dosi comprate erano tante, il Generale Figliuolo chiede di allargare l’uso agli over 50. Il CTS risponde il 12 maggio dando il via libera agli open day per tutti i maggiorenni. La Liguria organizza gli open day per gli over 18 perché gli over 60 non si vaccinavano più con astrazeneca. Si prenotano 20.000 persone fino a quando Camilla Canepa muore per emorragia cerebrale dopo la prima dose del vaccino. Nesso causale da vaccino.

Inizia lo scarica barile : il Presidente Toti cita un verbale CTS del 12 maggio che  autorizza gli open day per gli over 18. Il CTS a supporto mette uno studio inglese EMA in cui si parla di 8 morti evitate contro il rischio di 1.1 da vaccino. Peccato che questo dato citato dal CTS vale per la fascia 50-59 anni e non nei giovani. Negli under 30 NON CI SONO DECESSI PER COVID mentre nella vaccinazione sono previsti 2 casi di coaguli ogni 100.000 dosi.

43’:

Anche la regione Sicilia autorizza gli open day ma la politica prende le distanze dicendo che sono state seguite “le indicazioni di AIFA”. Guido Rasi conferma che dallo studio EMA fino ai 40 anni non sarebbe stato auspicabile fare vaccinazioni open day nei giovani con astrazeneca. E allora? Perché?

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