10 Aprile 2023 – Redazione
Ovidio Marras celebrato su Facebook. In questi giorni che si festeggia il suo 92° compleanno, hanno ripreso a circolare post che ricordano la storia di questo pastore più forte della speculazione edilizia.
Con una grande determinazione nel voler salvaguardare la sua terra. Ovidio Marras non si è fatto intimorire da chi voleva costruire sulla sua terra.
E LA BATTAGLIA L’HA VINTA LUI!
Bisogna tornare indietro sino agli anni Duemila per ricordare la storia. Ovidio, come ogni giorno, porta il suo gregge al pascolo a Capo Malfatano, costa sud-ovest della Sardegna. I terreni sono della famiglia Marras. A un certo punto il pastore si accorge che in quell’area c’è un giro di tecnici che va prendere le misure. Poco tempo dopo viene sistemata una recinzione. Marras sporge denuncia. È solo contro tutti. Nemmeno l’allora sindaco di Teulada, Comune in cui ricade Capo Malfatano, lo appoggia. C’è un business pronto. Una mega colata di cemento da 150mila metri cubi. Con albergo, ville e casette. La società che aveva presentato il progetto era la Sitas, Società iniziative agricole sarde. Un nome che evoca appartenenze isolane.
In realtà dietro c’erano solo l’imprenditoria nazionale, come le famiglie Benetton e Caltagirone e Marcegaglia.
Parte il primo ricorso al Tar. Ci sono voluti sedici anni perché la vicenda giudiziaria si concludesse in Cassazione con la vittoria di questo pastore che ha evitato il mostro edilizio in riva al mare, non distante nemmeno dalla spiaggia di Tuerredda, una delle perle della costa.
Il Resort di lusso doveva sorgere a pochi chilometri a ovest di Capo Spartivento, nel sud della Sardegna. Tre gradi di giudizio prima di arrivare alla Cassazione e vincere definitivamente, lasciando gli avvocati assunti dai vari colossi edilizi con un pugno di mosche in mano.
Come riportato dalla testata Solovela, soddisfatto dell’esito di una battaglia legale che non lasciava presagire nulla di buono, Marras ha dichiarato: “Volevano circondarmi di case, volevano intrappolarmi nel cemento, forse speravano che me ne andassi. Adesso però saranno costretti a buttar giù tutto. Non era accettabile che noi dovessimo andar via da qui, da casa nostra, per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti e io lo dovevo difendere.”
Non solo la spiaggia di Tuerredda è rimasta inviolata, ma anche quello che era stato costruito in precedenza e in prossimità della spiaggia, è stato abbattuto per diretta disposizione della Cassazione.
Ovidio Marras ha salvato Capo Malfatano con la sua determinazione, motivato dall’amore e dall’attaccamento alla sua terra di origine. Ci vorrebbero molti uomini come lui per fermare la costruzione indiscriminata di edifici e strutture in grado solo di alterare gli equilibri del paesaggio e degli ecosistemi naturali.
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