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Sono ormai settimane che, sull’onda dell’approvazione da parte della FDA e dell’EMA del vaccino Pfizer per i bambini dai 5 agli 11 anni – a cui è seguita l’approvazione, fin troppo scontata, dell’AIFA – che ci sentiamo dire dalle istituzioni italiane (AIFA e ISS in primis) che «c’è un chiaro aumento del numero di contagi» in quella fascia d’età e che, anche nei bambini piccolissimi, il Covid «può avere conseguenze gravi, che possono richiedere il ricovero in terapia intensiva». Da qui la LORO necessità di procedere il prima possibile alla vaccinazione di massa dei bambini dai 5 anni in su, per poi estendere la vaccinazione anche ai piccoli sotto ai 5 anni.

A sentire certe parole, qualunque genitore, comincerà a credere veramente che il virus abbia iniziato a prendere sotto scacco anche i bambini.

Ma di che numeri parliamo esattamente?
La risposta la troviamo nell’ultimo bollettino dell’ISS del 24 novembre, da cui apprendiamo (p. 12) che nelle ultime settimane si è evidenziata «un’impennata» – testuali parole – del tasso di ospedalizzazione nei bambini sotto ai tre anni, che è passato da 1 (un) ricovero per 100.000 abitanti a… «poco sopra i 2 [due] ricoveri per 100.000 abitanti». Nelle altre fasce d’età – 3-6 e 6-11 anni -, apprendiamo sempre dall’ISS, il tasso di ospedalizzazione è invece rimasto stabile a circa… 1 (un) ricovero per 100.000 abitanti (vedi la figura 1).

Sempre dall’ISS apprendiamo, tra l’altro, che nella fascia d’età 0-19 anni, tra i pazienti attualmente positivi, solo lo 0,20 per cento circa presenta uno stato clinico «severo», mentre nessuno dei pazienti presenta uno stato clinico «critico» (figura 2). 

In definitiva, il numero di bambini ospedalizzati sotto gli 11 anni è talmente basso che nel conteggio generale delle ospedalizzazioni dell’ISS quella fascia d’età non viene neanche calcolata: come si può vedere nella figura 3, la prima fascia d’età che viene presa in considerazione è quella che va da 12 ai 39 anni, che comunque negli ultimi 30 giorni ha registrato un totale di 23 ricoveri in terapia intensiva e 8 decessi.

E PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE PREGRESSA? È sempre l’ISS (figura 4) a farci sapere che dall’inizio della pandemia ad oggi si è registrato, nella fascia d’età dai 6 agli 11 anni, un totale di 14 decessi (quasi tutti con patologie pregresse molto gravi), pari a un tasso di letalità – ovverosia ad una probabilità di morire in caso di contagio – pari all’incirca allo 0,004 per cento.

Possiamo presumere che oggi il rischio sia ancora più basso considerando che molti bambini avranno già contratto il Covid in maniera asintomatica e avranno dunque sviluppato un’immunità naturale al virus.

PERCHÉ PUNTARE, QUINDI, SULLA VACCINAZIONE DEI BAMBINI?
I dati presentati, secondo voi, sono sufficienti a giustificare la campagna invasiva, ossessiva sui rischi che il Covid comporterebbe per i bambini?

Purtroppo il sistema politico-mediatico ha capito che il martellamento quotidiano, basato sulla comunicazione del terrore, è la chiave di volta per convincere i cittadini ad accettare un’enclave di governanti satanassi, che ha fatto della manipolazione e della bugia il fulcro della loro politica. Non finiremo mai di invitare le persone ad allontanarsi dalla comunicazione di regime. Rifiutiamo tutto ciò che è imposto, e torniamo ad avere una sana opinione informata, tesa ad un dibattito sereno e trasparente.

APRITE GLI OCCHI!!!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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23 novembre 2021 – di Redazione Co.Te.L.I.

Dopo sette mesi può finalmente riaprire la Torteria di Chivasso. Sono stati tolti ieri mattina i sigilli al locale di Rosanna Spatari nel pieno centro della cittadina. L’attività era chiusa al maggio scorso su richiesta della procura di Ivrea.

Rosanna Spatari

La Torteria di via Orti era diventata simbolo delle proteste contro le restrizioni imposte dal governo per contenere l’epidemia Covid nella primavera scorsa. Ai primi di maggio, dopo una serie di manifestazioni disobbedienti, iniziative e svariate violazioni delle normative, era scattato il sequestro dell’immobile.

Il dissequestro è arrivato questa mattina dopo la sentenza della Corte di Cassazione alla quale si era rivolta la titolare per ottenere la riapertura del locale.

La mia è sempre stata una battaglia di legalità. Se le leggi sono sbagliate, la disobbedienza civile non è solo legittima: è un dovere morale» dichiara soddisfatta Rosanna Spatari, la proprietaria della Torteria. Ed in merito al dissequestro del suo locale aggiunge: «Non c’erano i presupposti per obbligarmi a chiudere, la Costituzione è chiara. Io non ho voluto piegarmi alla dittatura e la legge è dalla mia parte. Non so ancora quando riprenderò a lavorare: ma certo non farò discriminazioni tra i clienti. Non chiederò loro il green pass. Chiunque voglia venire nel mio locale, è il benvenuto: il mio lavoro è accogliere le persone».

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23 Novembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Nella seduta del 4 agosto scorso, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato vari provvedimenti, tra cui quello relativo al vergognoso aumento delle tariffe dei rimborsi agli ospedali pubblici per i pazienti Covid. Grazie al cosiddetto decreto DRG e Funzione Covid, adesso per ogni paziente Covid gli ospedali pubblici riceveranno un massimo di 3.713 euro al giorno a paziente per ricovero ordinario e 9.697 euro al giorno per ogni paziente che occupa il posto in terapia intensiva. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e ha fatto subito sgranare gli occhi a molti osservatori.

Qualcuno ha evidenziato che, se alle aziende conviene così tanto ricoverare per Covid, sarà assai probabile un aumento dei ricoveri nelle prossime settimane, perché il decreto è molto vantaggioso, e i rimborsi arriveranno “indipendentemente dal codice DRG della dimissione finale”.

QUESTO IL CONTENUTO DEL DECRETO
costituito dai seguenti articoli:

articolo 1 – “Finalità, ambito di applicazione e durata”;

articolo 2 – “Determinazione dell’incremento tariffario massimo di riferimento per le prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti a pazienti affetti da COVID-19”;

articolo 3 – “Definizione delle funzioni assistenziali correlate all’emergenza Covid-19”;

articolo 4 – “Criteri generali per la determinazione della remunerazione massima della funzione relativa ai costi di attesa dei posti letto di ricovero ospedaliero per acuti per pazienti affetti da COVID-19”;

articolo 5 – “Criteri generali per la determinazione della remunerazione massima della funzione relativa ai costi di attesa dei reparti di pronto soccorso dedicati alla gestione dei casi accertati COVID-19 e dei casi sospetti COVID-19”;

articolo 6 – “Attività di controllo”;

articolo 7 – “Disposizioni transitorie e finali”. 

Già questa mattina la notizia era stata annunciata dal tweet di DAVIDE BARILLARI, consigliere regionale del Lazio, che qui riportiamo ⤵️⤵️⤵️

Lo capiamo che in questo Paese serve unità di azione oltre che di intenti? Le piazze stanno esaurendo il loro compito.

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23 novembre 2021 – (Fonte: Roma.it, di Lorenzo Villanetti)

Da quando è stato istituito, il Green Pass è stato sempre al centro di numerose discussioni, tra chi è favorevole, e chi invece scende addirittura in piazza per combatterlo. In merito alla Certificazione Verde si è così ampiamente conversato, ragionato, anche animatamente, soprattutto sulla sua effettiva efficacia a contenere la diffusione del Covid.

Sentenza Passerini

In Italia, questa mattina (22 novembre 2021, ndr) è uscita la prima sentenza di riassunzione di un sanitario sprovvisto di Green pass. Adele Passerini, dell’Asl Roma H 6, è stata infatti, su ordine del Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri, dott. Giulio Cruciani, immediatamente ricollocata preso la Centrale Sats di Marino. Le motivazioni vertono sulla dignità personale professionale della dipendente, con la sospensione dal lavoro vista esclusivamente come un evento eccezionale.

“Provvedimento storico”

L’avvocato che ha seguito Adele Passerini, David Torriero, ne ha parlato in esclusiva al nostro giornale (ndr: Roma.it) rilasciando le seguenti dichiarazioni: “È un provvedimento storico perché è la prima riassunzione di un sanitario sprovvisto di Green Pass. Certamente – afferma – pone la giurisprudenza davanti a una riflessione. Per quanto riguarda gli altri sanitari nelle stesse condizioni della Passerini, è necessario valutare caso per caso”.

“La sospensione al lavoro dovrebbe essere un’extrema ratio”

In merito alla sospensione del lavoro vista come extrema ratio, Torriero dichiara: “L’Italia è una Repubblica che si fonda sul lavoro e pertanto la sospensione dal lavoro dovrebbe essere un evento eccezionale, soprattutto se il diritto alla salute è garantito attraverso l’utilizzo dei cosiddetti tamponi da fare ogni 48 ore, così come prevedono le normative vigenti”.

“Green Pass misura divisoria ma necessaria”

“Credo che il Green Pass – prosegue l’avvocato – sia una misura divisoria però necessaria fino a quando la politica non faccia il suo corso, cioè non proponga delle misure di tipo alternativo. Per quanto riguarda la politica del Governo, ritengo che sia abbastanza confusionaria. Merita una visione programmata e diversa“.

“Obbligo vaccinale? Ecco cosa dico…”

“Ritengo l’obbligo vaccinale unipotesi astratta e allo stesso tempo una soluzione ottimale. Dal punto di vista pratico è inapplicabile perché non è possibile vaccinare in maniera coattiva le persone. È una soluzione ottimale dal punto di vista puramente teorico. Poi nel concretizzare questa proposta credo che ci siano dei problemi di tipo attuativo. Questo perché il nostro ordinamento impedisce l’utilizzo coatto dei vaccini. È un problema di tipo applicativo” conclude il legale.

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HA INIZIATO LA SUA CARRIERA TELEVISIVA COME COMICO PARTECIPANDO AD UNA EDIZIONE DI “PRONTO RAFFAELLA” NEL 1982, SENZA NEPPUR FAR TROPPO RIDERE, IN QUANTO LA VIS COMICA NON È MAI STATA SUA COMPLICE. POI HA CONTINUATO CAMBIANDO TOTALMENTE STRADA, FINO AD ARRIVARE ALLA CONDUZIONE IMPEGNATA, SCHIERANDOSI MARCATAMENTE A SINISTRA SENZA OBIETTIVITÀ. PARLO DI FABIO FAZIO CHE, DURANTE LE SUE TRASMISSIONI DOMENICALI, RIESCE A DARE IL MEGLIO DI SEMPRE, IN QUALITÀ DI MEGAFONO DELL’AUTORITÀ GOVERNATIVA. UN MAGNIFICO IPOTETICO OUTSIDER POLITICO, SEMPRE ACCONDISCENDENTE, A PRESCINDERE, CON TUTTO CIÒ CHE RAPPRESENTA L’ISTITUZIONE, SENZA MAI UN CONTRADDITTORIO CHE POSSA SCALFIRE LA SUA IMMAGINE E DAL TONO COSTANTEMENTE SOMMESSO, COME SI CONVIENE AD UN BRAVO E MANSUETO SCOLARETTO.

ENTRANDO NEL DETTAGLIO ⤵️
Fazio ha fatto parlare il ministro Speranza in un estenuante soliloquio, soporifero e monocorde, come solo la sua voce sa trasmettere. Mai interrotto, mai contraddetto, mai una domanda fuori posto, probabilmente tutto concordato, senza far MAI emergere argomenti pungenti e scottanti, per non ledere la suscettibilità del borghese Speranza, ex allievo della prestigiosa e glaciale Università LUISS di Roma, che li programma tutti come robot radiocomandati.

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L’elenco delle assurde domande ha previsto:
un parere sulla scelta di Singapore di far pagare le cure mediche ai non vaccinati.

con successiva affermazione, come riportato da Francesco Borgonovo sulle pagine de La Verità: “Chi non si vaccina occupa gli ospedali portando via posti agli altri malati che non possono essere curati, sottrae i medici agli screening oncologici e altre cure indispensabili”.

Un indottrinamento bello e buono quello di Fazio, convinto, nonostante la scienza ci dica il contrario, che soltanto i non vaccinati possano ormai rimanere contagiati dal Covid e trasmetterlo ad altri.

E non è finita qui…ha avuto da ridire anche sui bambini. Testuali le sue parole “Non sappiamo se a scuola i nostri figli siedono accanto a ragazzi non vaccinati, andando così incontro a rischi per la salute”. Una caccia agli untori di memoria manzoniana, presentando i bambini come pericolosi appestatori sociali da escludere e confinare. In poche parole…UN ERODE DEI NOSTRI TEMPI

Così, in una puntata di questa “imperdibile trasmissione” CHE TEMPO CHE FA” Il Duo Barzelletta ( sempre Fazio e Speranza di cui sopra), si sono anche rallegrati della strada intrapresa dall’Italia, confermando la durezza delle nostre restrizioni, senza eguali in Europa. Come mai, viene da chiedersi, in tutto il Vecchio Continente soltanto noi abbiamo scelto di adottare un Green pass così restrittivo, che impedisce addirittura di lavorare ai non vaccinati?

CREDO CHE A BREVE SODDISFEREMO LA NOSTRA VOGLIA DI RISPOSTE. SAPPIANO CHE OGNI REGIME CHE SI RISPETTI, HA AVUTO I PROPRI SEGUACI E DIVULGATORI, RICOPERTI DI PRIVILEGI E ATTENZIONI PER AVER SPOSATO LA CAUSA MA, ARRIVATO AL CAPOLINEA, LA NUOVA BREZZA LI HA SEMPRE CACCIATI. GODETE ADESSO SERVI E SERVETTE FINCHÉ VI È PERMESSO, PERCHÉ POI…ACTA EST FABULA ( LO SPETTACOLO È FINITO).

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15 novembre 2021 – di Maurizio Bolognetti – Foto di Monica Tomasello

“Salviamo il Natale”, è questo il nuovo mantra dei sedicenti esperti che stanno governando questa emergenza sanitaria. 

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15 Novembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Salgono a 5,6 milioni gli italiani in condizioni di povertà assoluta che non possono permettersi pasti adeguati a causa del peggioramento delle condizioni economiche aggravato dalla pandemia Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione della V Giornata Mondiale dei poveri. Fra i nuovi poveri – sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti – ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Per arginare questa situazione quasi 1 italiano su 3 (30%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – ha partecipato a iniziative di solidarietà, facendo beneficienza e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza sanitaria. Un impegno di solidarietà che ha visto protagonisti insieme a molte organizzazioni, anche i singoli, famiglie, aziende pubbliche e private, enti ed associazioni come la Coldiretti.

Raccolta di solidarietà

Contro la povertà – ricorsa la Coldiretti – è dunque cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire proprio dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti oltre 5,5 milioni di chili la frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi durante la crisi generata dalla pandemia Covid. Si tratta – conclude la Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento.

Il rapporto della Caritas

“Quasi due milioni le persone che nei dodici mesi scorsi si sono rivolte ai 6.780 servizi della Caritas Italiana, dislocati nelle 193 diocesi: il 44 per cento prima del Covid non aveva mai bussato e chiesto aiuto, non aveva problemi a pagare le bollette, metteva in tavola tre pasti al giorno. I nuovi poveri sono soprattutto italiani (46,6%), in quattro casi su dieci disoccupati ma c’è anche una quota consistente di lavoratori (25,8%) e di pensionati (18,5%). La maggior parte vive in affitto (41%) e solo uno su dieci ha una casa di proprietà. L’81% si è rivolto alla Caritas perché con la pandemia si è riscoperto in “fragilità economica”. Il 51% dei nuovi poveri è donna. Tra loro il 75% ha almeno un figlio e oltre un terzo è disoccupata.
Proprio la genitorialità, che riguarda 91 mila persone delle oltre 211 mila del campione, è uno dei fattori che contribuisce all’impoverimento se non si ha una rete familiare di sostegno. Tra i giovani dai 18 ai 34 anni, il valore medio dei nuovi poveri raggiunge il 57,7%. Sono soprattutto i ragazzi e ragazze in cerca della prima occupazione (48,3%) a bussare- non senza difficoltà – alla Caritas. Tra loro c’è chi aveva un lavoro (23,3%) ma era precario ed è andato in fumo proprio a causa della pandemia. Nei primi otto mesi del 2021 ci sono stati segnali incoraggianti di ripresa, ma c’è ancora un 37 per cento di nuovi poveri. Oltre ai “nuovi poveri”, sale anche la quota dei “cronici”, cioè coloro che da tempo usufruiscono dei servizi Caritas e che non riescono ancora ad essere autonomi e a lasciarsi la crisi alle spalle”.

Crisi alle spalle? Semmai sulle spalle!

(Fonte: Max Del Papa, Optimagazine.com)

La crisi  non è affatto alle spalle, semmai sulle spalle, e continuerà a starci. Caritas è solo una fra le organizzazioni assistenziali, ma anche le altre, più o meno laiche, non offrono dati diversi, non presentano prospettive confortanti. Poveri nuovi, vecchi, cronici. Una famiglia su 4, secondo l’Istat, versa in serie difficoltà e anche chi il lavoro è riuscito bene o male a conservarlo, ha visto fortemente ridimensionate le sue possibilità. Quello che l’Istat non può dire è che gli ammortizzatori sociali hanno funzionato poco e male; che i favoleggiati soldi del Recovery europeo, soldi italiani, resi a debito e al prezzo politico di una totale rinuncia alla democrazia istituzionale, arrivano col contagocce e condizionati a una serie di vincoli che investono la forma di governo, le forze destinate a farne parte, le riforme da adottare. La transizione verde richiederà somme che nessuno è in grado di quantificare ma certo molto più ingenti dei trenta o quaranta miliardi destinati a sostenerla. E penalizzerà i poveri nuovi, vecchi, cronici, che messi insieme fanno sei milioni di quasi indigenti, uno su dieci. Se uno va in giro, in qualsiasi metropoli o villaggio, se ne accorge subito: negozi, locali, attività più chiuse che no, nel 2020 oltre trecentomila sono fallite o saltate, i centri storici languono, un luogo di incontro e di commercio come la galleria Alberto Sordi di Roma presenta una via crucis di saracinesche abbassate. Nel periodo febbraio 2020 – marzo 2021 sono evaporate 345mila partite Iva e molte fra quelle ancora attive lo sono solo di facciata, restano congelate; altre presentano fatturati irrisori. Interi comparti sono ridimensionati se non distrutti, e le complicazioni legate al greenpass stanno dando il colpo di grazia. I ristori, promessi, attesi, si sono rivelati del tutto inadeguati, sporadici, una mancia di poche centinaia di euro che è stato come dire: arrangiatevi. Situazione che i due governi a cavallo dell’emergenza si sono allegramente palleggiati. Dietro i numeri, le tragedie di chi si ammala, esce di senno, si uccide perché una vita inattiva è una vita da piante, una vita che non si può vivere. Milioni di drammi polverizzati, che non fanno notizia, che conviene ignorare.
A fronte di tutto questo, il governo nella legge di bilancio in discussione riserva 7 miliardi al contenimento fiscale. Una cifra irrilevante, ridicola. Il +6% tanto sbandierato va letto, se si vuole essere onesti, come un -12% nel medio periodo, una mezza riduzione di una situazione tragica. Altro che migliore economia del pianeta. Se si pensa che la Cina, nostra signora e padrona, è preoccupata perché la sua crescita segna quest’anno “solo” un +4,3% e gli Stati Uniti provenivano da 4 anni di performance positive in tutti gli indicatori prima della pandemia, che comunque hanno saputo tamponare. Una nota della Cgia risalente alla fine di aprile diceva già tutto: “Tra febbraio 2020 e il marzo di quest’anno abbiamo perso poco meno di 900 mila occupati. Un dato drammatico se consideriamo che con i 248 miliardi di euro di investimenti previsti con il Next Generation Eu al termine della spesa, ovvero nel 2026, in Italia sono previsti “solo” 750 mila nuovi posti di lavoro”. Un conto sono le sigle, i next generation, le resilience, i plan, un altro la vita vera che non continua più come prima, che arranca o si arrende anche se non bisogna dirlo, anche se il Presidente è felice perché guida il Paese più ricco e più bello del mondo.

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La Redazione – 02 Novembre 2021

La terza dose di vaccino anti covid per ora viene somministrata alle categorie fragili e agli over 60, ma i contagi tornano a salire e l’ipotesi di un nuovo richiamo per tutti diventa sempre più probabile. Ma quanto dura davvero la protezione dei vaccini anti-Covid, e cosa sappiamo sull’utilità e la sicurezza del cosiddetto booster? Nella puntata del 1 novembre, in onda ieri alle 21.20 su Rai3, una troupe di “Report” e’ andata negli Stati Uniti, dove, con interviste esclusive ai commissari dell’Fda, l’agenzia regolatoria americana, ha raccontato gli interessi economici e le pressioni politiche che ci sono dietro una decisione che dovrebbe essere solo scientifica! QUESTO E MOLTO ALTRO SUGLI INTERESSI CHE RUOTANO INTORNO AI “VACCINI”.

A SEGUIRE LA PARTE DI PUNTATA DEDICATA ALL’ARGOMENTO. CLICCATE SUL LINK PER VEDERE E ASCOLTARE ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.raiplay.it/video/2021/11/Non-ce-due-senza-tre—Report-1112021–304e43cd-1b14-4b20-ae48-783f51cdc522.html?wt_mc=2.www.wzp.raiplay_dati

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Rinnovata la cassa integrazione Covid per terziario, artigianato, tessile, abbigliamento e pelletteria.

Blocco dei licenziamenti, la ‘protezione’ scade il 31 ottobre. Anzi no, resta fino al 31 dicembre. La questione riguarda i lavoratori di terziario, artigianato, piccole imprese e tre comparti industriali: tessile, abbigliamento e pelletteria. Per loro, infatti, il blocco dei licenziamenti sarebbe dovuto scadere il 31 ottobre, così come lo scorso 30 giugno era scaduto per i circa 4 miloni di lavoratori dipendenti dei comparti edilizia e industria.

Nel Decreto Fiscale dello scorso 21 ottobre, però, il Governo ha prorogato la cassa integrazione Covid e, di fatto, anche il blocco dei licenziamenti. Fino al 31 dicembre, infatti, i datori di lavoro potranno utilizzare ancora la cassa Covid (senza contributi addizionali): per un massimo di 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio e artigiani, per un massimo di 9 settimane nei comparti tessile-abbigliamento-pelletteria. Ovviamente, se utilizzeranno l’ammortizzatore sociale non potranno licenziare (a meno di accordi collettivi con i sindacati, o casi limite come cessazione dell’attività e fallimento).

La decisione del Governo va letta come una sorte di ‘moratoria’ per affrontare questo periodo ancora caratterizzato dall’onda lugna della crisi Covid, utilizzando lo schema e gli strumenti che dal febbraio 2020 ad oggi hanno tutto sommato permesso di reggerne l’impatto economico-sociale. Rimandando alla fine dell’anno, con la legge di Bilanco 2022 e la riforma complessiva degli amortizzatori sociali, l’uscita dalla fase emergenziale.

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SEGNALAZIONI EVENTI AVVERSI COLLEGATIALL’INOCULAZIONE DEI NON VACCINI ANTI-COVID.

(a cura di Maurizio Bolognetti)

DATI UFFICIALI USA, VAERS, AGGIORNATI AL 15 OTTOBRE 2021

GUARDA IL VIDEO: 👇

https://youtu.be/SHM2FEMwDVU

DATI UFFICISLI EUROPEI, EMA, AGGIORNATI AL 19 OTTOBRE 2021.

VACCINO PFIZER

GUARDA IL VIDEO 👇

https://youtu.be/qtET06v_Dzo

ED E’ SOLO LA PUNTA DI UN ICERBERG

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