Nel video realizzato dall’avvocato Alessandro Fusillo [il link in fondo all’articolo] dove vi è una prima parte dell’analisi del nuovo DL 1 che la cabina di regime ha varato il giorno della Befana, c’è una dichiarazione importante che condividiamo.
«C’è una gradualità del male, una gradualità della malvagità di persone che vogliono rovinare la vita a un numero sempre crescente di cittadini. – afferma Fusillo – L’avevamo detto fin dal principio, purtroppo i fatti ci stanno dando ragione. Questo è il momento di resistere è il momento di resistere in massa».
«Il mio appello a tutti i cittadini ultracinquantenni, che non siano convinti per ragioni loro di farsi il trattamento magico, è quello di rifiutarsi, di ribellarsi, di accettare anche le conseguenze negative che ci saranno per tutti, perché è importante dire di ‘no’».
«Noi l’abbiamo sottolineato tantissime volte: questo è il momento di una ribellione corale degli italiani– afferma con fermezza l’avvocato – Non solo: io esorterei anche quelli che hanno voluto fare la puntura di allearsi con i loro concittadini che stanno combattendo per la libertà. Perché qui non è il tema puntura non puntura, quello è un tema del tutto secondario rispetto a ciò che sta succedendo».
«Qui è in atto un attacco alla libertà di tuttie non ci si può trincerare dietro al fatto ‘ma vabbè io ho fatto la puntura quindi sono a posto‘. A parte che, come si è visto, l’aver fatto la puntura non significa assolutamente niente, perché l’intenzione qui è di punturarvi ogni 3-4 mesi, perché ci sono i padroni delle case farmaceutiche che devono fare fatturato».
«Ma anche se uno fosse convinto di fare la puntura ogni tre mesi non è questo il tema. Non può essere un buon motivo per opprimere tutti gli altri, per opprimere quelli che invece non la vogliono fare».
«Anche in Germania, negli anni ’30, chi era ariano poteva dire ‘vabbè ma io sono ariano, tutto sommato che cosa me ne importa‘. No, perché abbiamo tutti il dovere di combattere, per la libertà di tutti quanti e il fatto di trovarci per ragioni casuali in una situazione favorevole al diktat della dittatura non significa che questo ci salvi in futuro, e non significa che non ci sia un dovere di solidarietà con tutte le altre persone, perché ne va della nostra libertà».
Pessime notizie in arrivo per Enrico Mentana: conduttore del TG su La7, il giornalista, che nel 2018 aveva creato la testata online Open, sta vedendo i suoi piani di lavoro colare a picco.
Un progetto editoriale nuovo, con l’ambizione di andare oltre il giornalismo tradizionale, così Mentana aveva definito il nuovo giornale “Open”. Nelle ultime ore, però, alcuni preoccupanti indiscrezioni avrebbero fatto vacillare il giornalista.
Nelle ultime ore, sono tornate a circolare con insistenza alcune indiscrezioni già riferite la scorsa estate: si parla di dettagli preoccupanti circa le sorti della testata fondata da Enrico Mentana. “Conti in rosso e tre giornalisti in meno”, si legge su Twitter. L’analisi giornalistica, fatta già a luglio 2021 da ADGinforma ha aperto a spiragli preoccupanti sul futuro di Open (vedi: ⤵️
Alcuni utenti hanno persino ipotizzato una possibile chiusura dello stesso giornale: ”All’epoca era ancora uno che ogni tanto faceva qualche critica, adesso è super allineato, peggio di tutti gli altri”, così commenta un utente la notizia.
Come se non bastasse, Enrico Mentana ha ricevuto un’ennesima batosta nelle ultime ore: lo share del TG7, infatti, ha subito una notevole riduzione di ascolti. ”Gli ascolti del Tg7 delle 20:00 si sono ridotti di 70mila unità“, scrive Fabio Dragoni, de La verità e spesso ospite su La7.
Il mondo del web ha commentato la notizia spendendo parole molto dure nei confronti del TG: “Ed è ancora poco! Devono chiudere e cambiare lavoro, hanno messo in croce milioni di italiani e hanno parlato sempre e solo della stessa cosa a tutte le ore!!”, scrive un utente.
Situazione disastrosa, dunque, quella che pare vivere il “povero” Mentana… Staremo a vedere come si evolverà la situazione…
(Fonti: ANSA, MaurizioBlondet.it)
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
11 gennaio 2022 – di Redazione Co.Te.L.I. – (a cura di Monica Tomasello)
Nell’ambito della mobilitazione nazionale delle isole contro il super green pass richiesto per salire su traghetti e aliscafi, diverse sono state le manifestazioni che si stanno avendo in questi giorni. Oltre alla Sicilia, anche la Sardegna ed Ischia protestano contro il confinamento.
Questa la protesta di due giorni fa tenutasi in Sardegna:⤵️
Di seguito l’intervento di Pino Cabras, presidente del Movimento “Alternativa”, che così ha parlato davanti al Consiglio Regionale della Sardegna: CLICCA PER VEDERE IL VIDEO ⤵️
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È morto nella notte David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Aveva 65 anni. Era ricoverato dal 26 dicembre in seguito a una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. “Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli – ha annunciato il suo portavoce Roberto Cuillo – si è spento alle ore 1.15 dell’11 Gennaio presso il CRO di Aviano (PN) dove era ricoverato. Nelle prossime ore verrà comunicata data e luogo delle esequie”.
A settembre il ricovero per una polmonite
Sassoli aveva già dovuto annullare tutti gli impegni istituzionali da settembre a inizio novembre scorsi, a causa di una polmonite. Il presidente del Parlamento europeo era stato ricoverato per diversi giorni in un ospedale di Strasburgo, fino a quando i medici non gli avevano consentito il rientro in Italia per continuare a curare la polmonite. A novembre poi c’era stata una ricaduta. Il mese scorso Sassoli aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alla guida dell’Europarlamento.
Una vita tra giornalismo e politica
Sassoli era nato a Firenze il 30 maggio 1956. Da volto familiare del Tg1 a presidente del Parlamento europeo, la sua è stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra il capoluogo toscano, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento. Sposato e padre di due figli, era diventato un volto noto alle famiglie italiane soprattutto per la sua conduzione del Tg1, di cui è stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta. Una carriera che si chiuse nel 2009, quando Sassoli decise di dedicarsi alla politica.
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AL VIA LA MAXI CAUSA CONTRO IL SUPER GREEN PASS E PER IL RISARCIMENTO DANNI CONTRO LE MISURE DOLOSE DI DIFFUSIONE DEL VIRUS, ATTUATE DAL GOVERNO CON I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI. II giorno venerdì 14 gennaio verrà notificata a Draghi, Speranza ed al governo la maxi causa civile per il risarcimento dei danni ex art. 2043 c.c. conseguenti ai provvedimenti discriminatori varati con il DL n. 172 e con quello n. 1/2022. Con tale impostazione si evita la problematica di declaratoria di competenza del giudice amministrativo che è stata brutalmente subita da altri colleghi nelle cause collettive per i sanitari ed il green pass. E’ essenziale comprendere che tutti coloro che non sono vaccinati, anche non ultra-cinquantenni, trovano in questa causa il vettore per il rovesciamento totale del fronte. La causa non è soggetta alla preliminare pronuncia sull’ incostituzionalità per cui procederà spedita, in un senso o nell’altro, fondandosi su eccezioni di natura strettamente medico-scientifica. Si può aderire,anche dopo venerdì fino a quando comparirà l’ informativa. Per le modalità concrete: ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
Mentre il governo italiano accentua una gravità inesistente della pandemia, in funzione manipolatoria strumentale per obbligare ad una vaccinazione inutile, prima la Corte di Appello Belgadichiara l’ illeggittimità del green pass, poiil governo francese rinuncia all’obbligarorietà vaccinale, in Germania voci autorevoli criticano ogni possibile obbligo vaccinale ed ora, notizia veramente tombale,il governo spagnolo degrada la Sars cov 2 a mera influenza e chiede a tutti i governi di prendere atto della realtà epidemiologica. Si avvicina la fine del governicchio dei vergognosi mediocri italioti. E’ ora di contrattaccare senza paura.
Un fantasma si aggira per i corridoi del ministero degli Esteri e ha la faccia del labirinto delle regole sulla quarantena che il governo ha imposto con rigore a tutti gli italiani. Eh sì, perché proprio questo conteggio solleva degli interrogativi sui calcoli relativi alle date della positività da covid e dell’ultima missione del ministro Di Maio. Ma andiamo per ordine. In un’agenzia Ansa del giorno 8 gennaio si comunicava che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva avuto il Covid ma era già guarito: “Dopo aver contratto il virus nel periodo natalizio il titolare della Farnesina nelle ultime 24 ore ha effettuato il test anti covid che ha dato esito negativo.” Ma in un precedente lancio dell’Ansa si apprende una notizia molto interessante.
Il 28 dicembre il ministro degli Esteri si era recato in Tunisia – come attesta lo stesso sito della Farnesina – per un incontro con il presidente della Repubblica tunisina al fine di “consolidare un dialogo mai interrotto con un Paese che per l’Italia è strategico, oltre che tradizionalmente amico” E qui inizia il vero e proprio giallo.
Le domande sorgono spontanee e, lungi dall’essere pretestuose, richiederebbero una risposta ben precisa con tanto di esibizione del tampone che ha attestato la positività di Di Maio: “Quando si è ammalato il ministro degli Esteri? Quanti giorni è rimasto in quarantena?”. A voler dar retta ad alcune testate giornalistiche la malattia risalirebbe al periodo natalizio con l’indicazioni di date che potrebbero turbare i sonni già agitati del ministro e del suo governo. Ma ora vediamo cosa dicono le regole, certo contorte ma da loro volute, relative alla quarantena e che sono cambiate proprio dopo l’ultimo decreto legge promulgato dal Governo Draghi, il 30 dicembre 2021 ed entrato in vigore il giorno successivo.
La circolare del Ministero della Salute sulle nuove misure anti-Covidcosì così recita: “Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.” I rischi che comporta la violazione di tali disposizioni non sono da poco come si legge su il Sole 24 ore “Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro, come previsto dall’articolo 7 del decreto legge 19/2020. La violazione dell’isolamento fiduciario, in caso di attesa del tampone o di contatto ritenuto a rischio rientrerebbe invece nelle sanzioni amministrative e non penali.”
Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino appena pubblicato, la percentuale degli italiani contagiati pur essendo vaccinati è sostanzialmente la stessa del totale della popolazione italiana vaccinata. In sostanza il vaccino non ha alcuna incidenza sulla diffusione delle attuali varianti del Covid-19 e non ne limita in alcun modo né la diffusione né la carica virale.
Ciò significa che il fondamento sostanziale delle limitazioni alle libertà individuali introdotte con il Green pass (super o semplice) e ora con l’obbligo vaccinale (un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio) viene meno. Questi provvedimenti diventano illegittimi e incostituzionali anche volendo accettare che in situazioni di emergenza l’esecutivo possa restringere con le modalità attuali le libertà dei cittadini. E infatti tali provvedimenti, alla luce della nuova variante Omicron, non sortiscono alcun effetto ai fini della limitazione della diffusione della pandemia.
I dati che andiamo ad esporvi, ovviamente, non li troverete su giornali e Tv ma sono assolutamente ufficiali e ormai ben noti al Cts, al ministero della Salute e al presidente Draghi che dovranno presto o tardi rispondere dell’illegalità delle iniziative prese in questi mesi.
Prima di procedere con il report dell’ISS vogliamo ancora una volta citare le parole del Prof. Ainis, uno dei più illustri costituzionalisti italiani: “Ove risultasse che i contagiati sono in larga parte vaccinati, già questo indebolirebbe dal punto di vista di legittimità costituzionale la decisione di un lockdown mirato”. Ma veniamo ai numeri. Negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 1.108.367 nuovi contagi di cui 251.412 non vaccinati (il 22,7%) e 856.955 vaccinati (il 77,3%) e questo trend è destinato ad accentuarsi ulteriormente come dimostrano i dati provenienti da Germania e Gran Bretagna. Per il resto, rimangono pressoché invariate le tendenze delle scorse settimane che vedono una prevalenza di vaccinati fra gli ospedalizzati dove su 16.751 pazienti totali 8.473 (il 50,6%) sono vaccinati e 8.278 (il 49,4%) sono non vaccinati. Stessa storia, ma più accentuata, per i decessi dove su 2.748 esiti fatali, 1.578 (pari al 57,3%) sono vaccinati e 1.170 (pari al 42,7%) non sono vaccinati.
A giustificare l’obbligo vaccinale e il super Green pass non sono sufficienti nemmeno i dati (anomali dal momento che solo in Italia si rileva una così alta incidenza fra i non vaccinati) che comunque confermano l’efficacia del vaccino nel prevenire le terapie intensive: su 1847 pazienti, 645 (il 34,5%) è vaccinato mentre 1.202 (il 65,5,8%). Infatti come indicato sul portale COVID DELL’AGENZIA NAZIONALE PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
le terapie intensive (guarda immagine di corredo ⬆️⬆️⬆️⬆️⬆️) sono tutt’altro che in affanno e sono perfettamente in grado di offrire un posto letto a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno senza pregiudizio per la salute di nessuno. In questo quadro l’obbligo vaccinale e la sua variante vigliacca, il super green pass, finiscono per configurarsi come un trattamento sanitario obbligatorio collettivo non coperto dall’articolo 32 della Costituzione. Ci sentiamo di concludere con le parole del prof. Crisanti che ricorda come con l’obbligo vaccinale ci sia un problema di carattere giuridico dal momento che questo non mira a limitare la trasmissione. Quindi siamo dinanzi ad “un obbligo terapeutico, che è una novità assoluta nella sanità pubblica.”
Il Covid ha rigettato il calcio italiano e la Serie A nel caos. Dopo gli interventi delle Asl che hanno portato alla mancata disputa di quattro incontri sui dieci in programma all’Epifania per la 20a giornata di campionato, la Lega di A si è riunita ieri pomeriggio in Assemblea per affrontare il tema del protocollo e delle richieste a governo e regioni, in vista del tavolo di confronto del 12 gennaio, ed è stata costretta a integrare l’ordine del giorno con le nuove ipotesi delle ultime ore: fermare il campionato per due settimane e ragionare sull’ipotesi di una riduzione della capienza.
CONTATTO GRAVINA-DRAGHI – Il presidente federale Gabriele Gravina ha ricevuto una telefonata da Mario Draghi, nella quale il premier si è informato sullo stato dell’arte si è detto ‘preoccupato‘ per alcune situazioni che riguardano il campionato italiano. Tra queste, in particolari, non convince il fatto che, in questo momento storico e nelle condizioni in cui versa il Paese, negli stadi ci siano tanti tifosi che non indossano correttamente o non indossano proprio le mascherine FFP2 prevista dalle nuove norme. E che club e istituzioni calcistiche chiudano un occhio su questo aspetto. Nessuna minaccia diretta, ma anche un segnale: così non si può andare avanti.
LA NOTA DELLA SERIE A – Intanto, al termine dell’Assemblea, la Lega Serie A ha diramato una nota ufficiale: “La Lega Serie A, al termine dell’Assemblea, ribadisce con fermezza la fiducia di poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni (Serie A TIM, Coppa Italia Frecciarossa, Supercoppa Frecciarossa) come da programma, grazie all’applicazione del regolamento organizzativo approvato ieri dal Consiglio di Lega. Come da nota diffusa ieri, la Lega Serie A auspica inoltre che nella riunione governativa di mercoledì prossimo si possano individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle ASL territoriali per assicurare una gestione uniforme delle situazioni da covid-19 nelle squadre. Le Società si ritroveranno settimana prossima per approfondire la situazione dei diritti audiovisivi nell’area Medio Oriente e Nord Africa, punto previsto dall’ordine del giorno della riunione”.
“Facciamo un po’ di chiarezza. Aumentano le armi a nostra disposizione. Il covid 19 assume sempre di più le caratteristiche di una malattia stagionale. C’è necessità di semplificazione di accessi e procedure. Dobbiamo investire sempre più nelle cure domiciliari“, si legge all’inizio del post.
“La ridotta aggressività di Omicron” – prosegue il post a firma del Comitato tecnico scientifico Covid19 Spallanzani – “è anche una ulteriore prova di come la campagna vaccinale, rafforzata dai progressi nella somministrazione della terza dose, contribuisca a rendere Covid una malattia meno pericolosa”. “Da una sorveglianza effettuata presso tutti i nuovi pazienti ricoverati nei reparti o assistiti presso l’ambulatorio ospedaliero Monoclonali dello Spallanzani negli ultimi 10 giorni, la prevalenza di Omicron è risultata pari al 14% nei ricoverati e al 60% in quelli non ospedalizzati dell’Ambulatorio monoclonali – si sottolinea – Questo dato appare un’ulteriore conferma del fatto che Omicron, come già visto in Sud Africa e Gran Bretagna, sembra associato a manifestazioni di malattia più lievi“.
Lo riporta il Guardian analizzando sei recenti studi internazionali. La variante «sembra più in grado di infettare la gola dove si moltiplicherebbe più facilmente che nelle cellule profonde nel polmone. Si tratta di risultati preliminari, ma gli studi puntano nella stessa direzione».
L’ipotesi che Omicron si moltiplichi di più in gola la renderebbe più trasmissibile, spiegando la rapida diffusione rispetto al virus – scrive il sito britannico riportando gli studi – che attacca i polmoni, più pericoloso ma meno trasmissibile. Secondo uno studio del Molecular Virology Research Group dell’Università di Liverpool Omicron porta a «malattie meno gravi» nei topi, con carica virale inferiore e polmoniti meno gravi.
“Il modello animale suggerisce che la malattia è meno grave della Delta e del virus Wuhan originale. Sembra essere eliminato più velocemente e gli animali si sono ripresi più rapidamente”.
La sfilza di ricerche di Natale si basa su uno studio dell’Università di Hong Kong del mese scorso che mostra una minore infezione da Omicron nei polmoni e sulla ricerca guidata dal professor Ravi Gupta dell’Università di Cambridge, secondo cui la variante è meno in grado di entrare nelle cellule polmonari. L’ultima conferma arriva dall’University College di Londra secondo cui molti tamponi effettuati solo nel naso davano esito negativo, mentre se ripetuti anche con un prelievo in gola risultavano positivi.
La sintomatologia della variante Omicron assomiglia più a quella di un raffreddore o un malanno di stagione.
Omicron, sintomi e differenze con Delta
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rischio derivato dalla diffusione di Omicron è da considerarsi molto elevato, per via della diffusione di questa nuova variante di Covid a livello globale, che ha la potenzialità di diventare nei prossimi mesi quella dominante. Tuttavia, fa notare fin da subito l’OMS, non sono ancora emerse evidenze che l’infezione dovuta a Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti Covid.
Anche i dati preliminari provenienti dal Sudafrica,, mostrano in prevalenza una sintomatologia lieve, parzialmente riconducibile tuttavia alla diffusione nella fascia di popolazione più giovane, che tende in generale a essere meno a rischio anche quando contrae la malattia.
Stando ai dati preliminari provenienti dal Sudafrica, Paese in cui si è originata la variante, alle rilevazioni fatte dai virologi e ai primi dati provenienti per lo più dalla Gran Bretagna, la sintomatologia della variante Omicron assomiglia più a quella di un raffreddore.
I sintomi più comuni di Omicron, infatti, sono:
mal di testa
stanchezza
gola irritata
tosse secca
raffreddore
sudorazione notturna
A differenza della variante Delta invece non si rileva in modo diffuso l’alterazione del gusto e dell’olfatto.
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Il governo del Draghistan ha emanato il suo ultimo editto che dispone la punizione dei dissenzienti attraverso attraverso torture perversamente fantasiose e ora anche attraverso gabelle fiscali. E così a partire dal 15 febbraio e fino al 15 giugno chi non ottempererà all’obbligo vaccinale dovrà rimpinguare con 100 euro i forzieri del regno di Draghi. Sì, avete capito proprio bene, 100 euro di multa per non essersi vaccinati se si rientra nella categoria degli ultra cinquantenni disoccupati (sic!). Ma non è tutto, perché le sanzioni possono in alcuni casi arrivare anche a cifre a tre zeri.
E infatti multe ben più pesanti sono previste per chi prova ad accedere al luogo di lavoro senza certificazione. Le ammende andranno da 600 a 1.500 euro, mentre a chi non si recherà a lavoro dopo aver comunicato di non essere in possesso della certificazione vaccinale, verrà sospesosenza retribuzione ma senza conseguenze disciplinari e con il mantenimento del posto di lavoro sia lodata la munificenza del nostro signore Draghi (ovviamente stiamo scherzando, perché se non proviamo almeno a sorridere…). La verifica dei requisiti verranno verificate dai delegati dei datori di lavoro, sia nel pubblico che nel privato, mentre nei palazzi di giustizia il controllo toccherà ai responsabili della sicurezza e nelle università e negli istituti di alta formazione artistica e musicale e negli istituti tecnici ai dirigenti. Nelle imprese invece il ricatto e la multa si estende anche all’imprenditore che non controlla la “normalizzazione dei suoi dipendenti.
Il datore di lavoro potrà sospendere gli assenti e sostituirli stipulando contratti di 10 giorni rinnovabili fino al 31 marzo, ma sarà tenuto a controllare i dipendenti e in difetta di tale controllo rischierà una multa da 400 a 1.000 euro. Stessa sanzione anche per i clienti di esercizi commerciali, bar e ristoranti, ma anche di luoghi dello spettacolo, sorpresi senza green pass. Per i locali pubblici che non controllano la certificazione rafforzata dopo tre sanzioni può scattare anche la chiusura fino a dieci giorni.