09 Gennaio 2022
Un fantasma si aggira per i corridoi del ministero degli Esteri e ha la faccia del labirinto delle regole sulla quarantena che il governo ha imposto con rigore a tutti gli italiani. Eh sì, perché proprio questo conteggio solleva degli interrogativi sui calcoli relativi alle date della positività da covid e dell’ultima missione del ministro Di Maio. Ma andiamo per ordine. In un’agenzia Ansa del giorno 8 gennaio si comunicava che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva avuto il Covid ma era già guarito: “Dopo aver contratto il virus nel periodo natalizio il titolare della Farnesina nelle ultime 24 ore ha effettuato il test anti covid che ha dato esito negativo.” Ma in un precedente lancio dell’Ansa si apprende una notizia molto interessante.
Il 28 dicembre il ministro degli Esteri si era recato in Tunisia – come attesta lo stesso sito della Farnesina – per un incontro con il presidente della Repubblica tunisina al fine di “consolidare un dialogo mai interrotto con un Paese che per l’Italia è strategico, oltre che tradizionalmente amico” E qui inizia il vero e proprio giallo.
Le domande sorgono spontanee e, lungi dall’essere pretestuose, richiederebbero una risposta ben precisa con tanto di esibizione del tampone che ha attestato la positività di Di Maio: “Quando si è ammalato il ministro degli Esteri? Quanti giorni è rimasto in quarantena?”. A voler dar retta ad alcune testate giornalistiche la malattia risalirebbe al periodo natalizio con l’indicazioni di date che potrebbero turbare i sonni già agitati del ministro e del suo governo. Ma ora vediamo cosa dicono le regole, certo contorte ma da loro volute, relative alla quarantena e che sono cambiate proprio dopo l’ultimo decreto legge promulgato dal Governo Draghi, il 30 dicembre 2021 ed entrato in vigore il giorno successivo.
La circolare del Ministero della Salute sulle nuove misure anti-Covidcosì così recita: “Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.” I rischi che comporta la violazione di tali disposizioni non sono da poco come si legge su il Sole 24 ore “Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro, come previsto dall’articolo 7 del decreto legge 19/2020. La violazione dell’isolamento fiduciario, in caso di attesa del tampone o di contatto ritenuto a rischio rientrerebbe invece nelle sanzioni amministrative e non penali.”
Fonte: Il Paragone.it