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‘Discriminazioni’

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15 Gennaio 2022 – Redazione

La scelta del governo italiano di introdurre il cosiddetto Super Green pass, certificazione virtuale imposta alla popolazione come strumento necessario per avere accesso a una vita normale, è una forma di discriminazione. Secondo Amnesty International, di dubbi in merito ne restano, e parecchi. L’organizzazione non governativa ha infatti puntato il dito contro le scelte dell’esecutivo Draghi, chiedendo di riconsiderare la proroga dello stato di emergenza e concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino, senza ricorrere a imposizioni dall’alto.

Come riportato da “IL TEMPOAmnesty ha sollecitato il governo italiano a riconsiderare attentamente la misura dello stato di emergenza, in vigore ormai da quasi due anni. “in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità”. Poi, l’invito alle autorità a promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive “per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva e seguire le linee guida di salute pubblica”.

Sulla vaccinazione obbligatoria, introdotta in Italia per tutta la popolazione over 50, ha ribadito di non supportare obblighi di questo tipo.

Nel mirino di Amnesty anche il Green pass, “che deve essere un dispositivo limitato nel tempo”. Il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali. Chiediamo che vengano prese misure alternative per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”.

(Da un post su Facebook di Diana Garbagnati)

11 agosto 2021 – “Oggi 6^ giorno di green pass: un certificato per dividere la popolazione in cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Mentre discutevo con una carissima amica ad un certo punto mi ha detto: “ma figurati se tutti lo accettano”.

Ho pensato alle biblioteche: avete presente quelle in cui si accedeva in gruppi numerosi, schiamazzando e sputacchiando droplets a tutto andare? Ecco proprio quelle: hanno preparato la loro bella locandina da apporre fuori per vietare l’accesso a chi sprovvisto di green pass. E allora ho capito come funziona, come è possibile che da mesi cose senza senso vengano portate avanti.

Ti arriva una comunicazione. Tu la applichi. Senza nemmeno porti il problema di capire se abbia un senso… se forse non valga la pena di fermarsi un attimo e magari dire basta QUESTA NON È UNA MISURA SANITARIA.

Ecco cara amica, funziona così: è una macchia d’olio che si espande sempre di più perché non trova abbastanza persone disposte a mettersi in gioco e a fermarla.

E allora ti domandi se il punto è un altro: se ci credono in quello che fanno o se preferiscono non farsi domande. Come le forze dell’ordine che viaggiavano l’uno accanto all’altro ma avevano il compito di multare chi trasportava sul lato passeggero un non convivente. Come le commesse che il sabato mattina transennavano con un nastro bianco e rosso interi reparti contenenti la merce non vendibile durante il weekend. Come chi indossando una pettorina gialla sbraitava contro il passante che era a 500 mt da casa con il proprio cane. Come i ristoratori che non potevano aprire ma potevano continuare la loro attività se si spacciavano per mense aziendali.

Forse il rispetto per i morti che ci sono stati passa anche da questo: dall’iniziare a capire che c’è qualcosa che non va nell’informazione. Che non è mai andata. Che non esistono contradditori in tv e sui giornali, ma esiste soltanto un’unica voce. Perché quella dei medici disallineati da chi governa il mondo non viene mandata in onda: LA DOVETE CERCARE.

Che non esistono più una destra e una sinistra ma un’unico pensiero.

E non vi accorgete nemmeno del pericolo di certe parole: di un commissario per l’emergenza che non a caso si mostra sempre in divisa militare e si permette di dire: “vi staneremo”. Di un presidente del consiglio che sbraita: “gli appelli a non vaccinarsi sono appelli a morire o a far morire”. E non vi accorgete di certi articoli di giornale in cui si inizia a portare avanti il pensiero che il minore possa decidere di appellarsi ad un giudice se i genitori non sono d’accordo sul vaccinarlo: fino a ieri ci voleva quasi la firma di entrambi per partecipare ad una gita e oggi si introduce il concetto che il minore possa decidere da sé su un farmaco sperimentale. Vi rendete conto della gravità?

E sono mesi che la democrazia e la costituzione vengono calpestate con divieti assurdi contro i quali si dovrebbe lottare tutti uniti. Ma come è già avvenuto in passato, le persone sono state divise: un tempo c’era il bianco e il nero, poi l’ariano e l’ebreo ora tocca al vaccinato e al non vaccinato.

Dovrebbe essere il buon senso a fare la differenza. 

Dovrebbe…

Diana Garbagnati

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/discriminazioni-tu-fai-la-differenza/