di Marzia MC Chiocchi
E’ una delle tante storie di medici di scienza e coscienza, di cui abbiamo letto e sentito parlare in questi ultimi mesi. Il protagonista della vicenda che andremo a raccontare e’ il dott. Ennio Caggiano, medico di base della provincia di Venezia. Della sua lunga esperienza professionale ha molto da rivelare, non solo per le mille storie di vita quotidiana vissute seguendo i suoi pazienti, ma anche per i numerosi attacchi subiti da alcuni colleghi, non proprio in linea con il suo operato, sempre teso a proteggere i propri assistiti. Tralasciando, però, il passato, arriviamo al 2020 anno nefasto e infausto per i motivi che ben conosciamo. Caggiano, uomo dallo spiccato senso dell’umorismo e dell’ironia, nelle pagine dei social, così come nel suo ambulatorio, non ha mai nascosto la voglia di prendere in giro alcune scelte del sistema sanitario, pubblicando e appendendo vignette e frasi ironiche come forma di denuncia. Così, sopratutto in quest’ ultimo anno, sono state varie le visite di ispezione dei cosidetti “verificatori “, alias ambasciatori del potere costituito pronti ad attaccare il malcapitato medico, reo, questa l’accusa, di aver utilizzato metodi poco professionali all’interno di una struttura pubblica ( ambulatorio ), per esprimere il proprio dissenso.
Così, è arrivato il 5° richiamo della sua carriera. Dagli altri ne è uscito sempre abbastanza bene, non perché i “controllori” ritenessero che avesse ragione, ma più che altro perché, considerandolo una persona scomoda, punirlo, avrebbe peggiorato la situazione sollevando un polverone che a loro, in quel momento, non avrebbe portato beneficio. Poche settimane fa, invece, l’ultimo procedimento a suo carico, ha visto applicare, per tre mesi, la riduzione dello stipendio del 10%, come avviso di ciò che potrebbe accadere nell’immediato futuro: sospensione dello stipendio e risoluzione del contratto.
Perche’ proprio adesso una punizione cosi estrema?
Perché probabilmente gli ispettori amano “ vincere facile”, come recita un famoso spot pubblicitario, e solo adesso hanno trovato terreno fertile per attaccare duramente, sostenuti da una politica che trova nutrimento nel terrore, che il governo sta seminando a piene mani. I pazienti del dott. Caggiano, per questo, oltre ad avere espresso tutta la loro solidarietà, si sono detti preoccupati, perché se il loro medico non potrà più esercitare, se ne vedranno assegnare uno, che qualcun altro avrà scelto per loro.
Il dott. Caggiano, al momento in cui il lettore scorrera’ questo articolo, si troverà davanti al Collegio Arbitrale dove illustri giustizieri, decideranno la sua possibile radiazione dall’Albo dell’Ordine dei Medici per eccesso di libera espressione, comunicazione e per aver abusato del diritto di parola e satira. Nel frattempo, poi, si è permesso di affrontare, con i suoi pazienti, l’argomento “vaccini“, tema divenuto ormai dogma, su cui non si puo’ e non si deve assolutamente discutere. Ma occorre puntualizzare che, le idee del dott. Caggiano sono sempre state critiche, spesso ironiche, a volte polemiche, discutibili, ma mai in assoluto contrarie. Un esempio per tutti: in una vignetta ha scritto. ..il vaccino rende liberi…attirandosi l’accusa di farsi gioco dell’olocausto ( in riferimento alla frase che campeggiava sul cancello d’ingresso di Auschwitz…il lavoro rende liberi…). Ma il senso di ciò che ha scritto, indubbiamente e cinicamente crudo, era quello di prendere in giro quella forma di comunicazione, inizialmente velata, per cui farsi il vaccino ti rende libero, permettendoti di circolare senza impedimenti (vedi pass). Caggiano, infatti, ha spiegato che i vaccini non si dovrebbero fare per amore di qualcuno (il prossimo), ma per consapevolezza, nella piena libertà di scelta. E queste parole lo hanno isolato dai colleghi, lasciandolo solo, in compagnia dei propri pazienti e di qualche giornale e TV che ancora gli danno spazio (non il mainstream).Il Collegio Arbitrale ( il plotone d’esecuzione dell’età contemporanea, come lo definisco io), non fa paura al dott. Caggiano, che ritiene di doversi difendere dal niente, cosciente che esprimere il proprio pensiero non sia un reato (Art. 21 della Costituzione Italiana, testo che i nostri politicanti hanno deciso di riporre in qualche scaffale di un fornito rigattiere).
Caggiano spiega come il caos della classe medica, derivi da una strategica decisione presa molti anni fa dallo Stato italiano con il blocco dei contratti, con la nascita del PATTO AZIENDALE, che ha posto il medico di base o di famiglia in una condizione di ambiguità, non essendo piu’ un libero professionista né un dipendente. Lavora su un accordo manageriale nel quale sono elencati i suoi compiti che, se rispettati, non gli arrecheranno alcun fastidio. Nel testo sono previsti una serie di accordi, grazie ai quali, il medico, può guadagnare di più. Es: (prescrivendo una visita specialistica ad un paziente, deve indicare la motivazione, per la quale ricevera’ un compenso extra, dal momento che lo dirigerà verso uno specialista). Ma secondo Caggiano, la motivazione, dovrebbe far parte della coscienza deontologica, per la quale, come accadeva molti anni fa, non si percepiva ( in quel caso) una lira in più. La sua scelta libera e personale non è stata presa bene dai suoi colleghi, che lo hanno criticato e attaccato per non volersi allineare al “ Sistema “. Cosi, anziché pensare alle proprie decisioni in merito, i medici del Sistema lo hanno messo in difficoltà, segnalandolo alla dirigenza sanitaria territoriale.
Con l’introduzione del patto aziendale sono entrati in gioco anche nuovi percorsi come: la medicina in rete, che dà la possibilita’ di controllare dal web la scheda anamnestica del paziente, laddove il proprio medico di famiglia non sia presente e occorra usufruire della professionalità di un sostituto. Le medicine integrate e di gruppo, con ambulatori collocati, di frequente, a fianco o nello stesso palazzo in cui trovano sede le farmacie, dove lavorano più medici, e nascono maggiori collaborazioni. Fungendo da poliambulatorio, la struttura, spesso, si avvale di una segretaria che, svolgendo il ruolo di filtro, ha notevolmente allentato il rapporto diretto e fiduciario tra paziente e medico, privando sempre di più la famiglia di una risposta veloce, in caso di emergenza.
E’ certo che la storia del dott. Ennio Caggiano non è isolata, e come lui, altri validissimi medici, si trovano nelle sue stesse condizioni e stanno vivendo momenti di estrema difficoltà, perche’ si pongono domande su cosa sia giusto e sbagliato, non accettando che, ad esempio, un siero sperimentale, definito in maniera volutamente erronea, “ vaccino”, sia inoculato facendo firmare fogli di consenso a chi si sottopone alla sperimentazione, senza che ne sia fino in fondo consapevole. Così le persone, per paura o per ritorsioni sul posto di lavoro, abbandonano la difesa dei propri diritti e si lasciano convincere della bontà ed efficacia della “ fiala magica” , subendo i conseguenti effetti collaterali, a volte leggeri, a volte gravi. Sono tante, purtroppo, le persone che, dopo l’inoculazione stanno male, in qualche caso ricoverate sotto flebo, senza trovare il coraggio di raccontare l’accaduto, per timore o anche perché ignare dell’esistenza di associazioni che, da anni, affrontano la difesa di persone che portano su se stesse, i segni degli eventi avversi anche della malasanita’.
Come il dott. Caggiano stesso ha affermato “Se avessi aderito al Patto Aziendale, tradendo il Giuramento di Ippocrate, i miei pazienti, e lavorando in un poliambulatorio, oggi il mio compenso mensile sarebbe di €.3000,00 in più. Capite perche’ tutti i medici stanno zitti?”
Tra le associazioni che sono da tempo in prima linea per la difesa dei diritti umani in tema sanitario, voglio ricordare, in particolare, la CORVELVA ( che da oltre 25 anni opera per la liberta’ di scelta delle vaccinazioni) con sede a Vicenza, e la COMILVA (associazione dalle stesse finalità, con sede in varie regioni italiane). Chi avesse bisogno di consigli può rivolgersi direttamente a loro.
La situazione, come dichiara il dott. Caggiano, è peggiorata lo scorso anno con il Covid, a causa del quale, sono stati sospesi gli screening per le diagnosi precoci di malattie che, se affrontate con tempestività, avrebbero potuto arrecare minori costi per i pazienti, in termini di denaro e spesso di vite perdute. Con il Covid e’ stata fermata la prevenzione, non si e’ mai parlato di adeguata alimentazione, di rafforzamento delle difese immunitarie, di adottare uno stile di vita sano, che comporti una dieta ricca di frutta e verdura, senza fumo ed eccessi di sostanze alcoliche. E ancor peggio, e’ stato precluso l’esercizio fisico. Tutto ciò che poteva rappresentare beneficio per il corpo e la mente ( e qui e’ la giornalista che scrive) e’ stato eliminato, a partire dalla chiusura ( siamo arrivati al traguardo dei 7 mesi ) delle palestre e ancor peggio delle piscine, che con il quantitativo di cloro presente, a detta degli esperti, non avrebbe creato problematiche di alcun genere. Ma il “Piano” doveva inglobare ogni malefatta pur di creare tensione e disagio. Si contano e si conteranno ancor di più nel prossimo futuro coloro che, nella difficoltà cognitiva sempre più incalzante, per antidepressivi, ansiolitici e porcherie simili assunte, per tamponare attacchi di ansia, depressioni e sbalzi umorali, cammineranno, si sposteranno e viaggeranno come automi.
Per concludere, non resta che aspettare l’esito del colloquio che il dott. Caggiano ha affrontato davanti al Collegio Arbitrale della sua ASL, pronti a seguire gli sviluppi di questa antidemocratica vicenda, assurda, paradossale e priva di logica.