17 Aprile 2023 – Redazione – di Marzia MC Chiocchi
Alcuni degli “INVISIBILI” ha come sono stati definiti nel Docfilm i colpiti da eventi avversi da vaccino Covid-19, rimasti al momento INASCOLTATI e NON AIUTATI dallo Stato, dalle specifiche istituzioni e da quella parte di classe medica corrotta, hanno accettato l’invito a partecipare al convegno di Roma, per dare testimonianza ancor più diretta che davanti ad una telecamera.
Oggi raccontiamo la storia di Doina Marchetti, una donna ma sopratutto una mamma che ha perso il figlio Runa Cody, poco più che ventenne, vaccinatosi nel novembre del 2021 a Londra, dove viveva con il padre, e dove aveva scelto di proseguire i suoi studi. Il ragazzo, tornato in Italia per le vacanze natalizie è morto improvvisamente quasi un mese e mezzo dopo la vaccinazione, nella casa materna in provincia di Roma.
Doina ha trasmesso il suo strazio con dignità, senza rancore o rabbia, ma con la voglia di lottare per dare giustizia al figlio e a famiglie come la sua, che portano i segni sulla pelle della pericolosità di questo siero genico sperimentale, chiamatodalla Scienzah erroneamente ma volutamente vaccino!
Eppure Doina aveva pregato ripetutamente il figlio di non vaccinarsi, di resistere, così come aveva pregato suo marito di evitare che il Runa facesse la scelta di inocularsi! Ma non c’è stato niente da fare, e dal momento che sulle scelte non si discute, la mamma di Runa, ha dovuto prendere atto e pregare affinché non avvenisse il peggio.
Purtroppol’ultima notte dell’anno, il 31 dicembre 2021, Il giovane si è accasciato al suolo morendo davanti agli occhi della madre e degli operatori sanitari dell’ambulanza intervenuti nel tentativo di rianimarlo in ogni modo.
Il dubbio che la morte fosse stata causata dal siero e’ diventato sempre più certezza, fino al punto che la mamma di Runa ha deciso di affrontare il calvario dell’autopsia per capire cosa fosse successo, dando anche l’autorizzazione all’asportazione del cuore di suo figlio, per eseguire le perizie.
Nel 2021, infatti, sia la vaccinovigilanza di AIFA che di EMA già avvertivano del rischio di pericardite e di miocardite correlati al vaccino (qui la dichirazione Aifa dell’11 giugno 2021, qui quella di Ema del 3 dicembre 2021).
Dopo 9 lunghi mesi di attesa la perizia di Runa ha emesso la sentenza:
“A causare il decesso di Runa era stata una pericardite acuta, con inizio di miocardite” Proprio i rischi di cui avvertivano Ema e Aifa. Ma nonostante al momento della morte del ragazzo le correlazioni tra vaccino e miocardite fossero già note e pubbliche, il giudice di Civitavecchia, che aveva studiato il fascicolo, ha deciso di archiviare il processo, senza neanche permettere che il caso fosse discusso in tribunale.
Allo strazio della sentenza, per Doina, si è aggiunto quello di aver deciso di consegnare il cuore del figlio ai medici, prima che fosse disposta cremazione del corpo. Il cuore – ha detto Doina – potra’ essere studiato per individuare e capire tutte le possibili correlazioni.
Dobbiamo, tra l’altro, sottolineare che, a fare da leva sulle decisioni e a prestare il fianco ai giudici corrotti, c’è la poca disponibilità a confrontarsi con letteratura scientifica VERA che potrebbe aiutare ad evitare decisioni palesemente di parte istituzionale.
Adesso Doina è pronta a lottare con il Comitato Verità e Giustizia per far emergere la verità è mettere sul banco degli imputati, i responsabili colpevoli che ancora oggi stanno ai loro posti di comando, rivestendo ruoli chiave e sensibili.
18 Aprile 2023 – Redazione – di Marzia MC Chiocchi
Continuiamo a pubblicare le testimonianze rilasciate da coloro che, colpiti da eventi avversi da vaccino, hanno partecipato al convegno “Verità e Giustizia” di Roma. Tra queste, la drammatica storia di Andrea Sillo, 44 anni, brillante sportivo, calciatore di una squadra amatoriale, che il 14 settembre del 2021 ha deciso di vaccinarsi col il siero Moderna lotto 214014, risultato, poi, più deleterio di altri per le conseguenze procurate anche su un discreto numero di persone.
Andrea è di Vicenza, da circa due anni si stava sottoponendo semestralmente a tutte le analisi necessarie per seguire, insieme alla moglie, il percorso per l’inseminazione artificiale, dal momento che, non riuscendo naturalmente, la coppia desiderava comunque avere un bambino. Il suo corpo e il suo organismo erano perfetti, fino a quel giorno infausto, quando Andrea si è recato in una farmacia per farsi inoculare, un po’ perché credeva nel “vaccino” e un po’ per non perdere il posto di lavoro. “Del resto – aveva pensato – in passato ho fatto altri vaccini per recarmi all’estero, e questo non sarà diverso dagli altri”. Ma la riflessione si è dimostrata sbagliata, dal momento che, forse, non era ancora consapevole che questo siero fosse genico e sperimentale.
La sera, a qualche ora di distanza dalla vaccinazione, comincia adavere un po’ di febbre che, il giorno successivo, diventa sempre più alta fino a raggiungere la temperatura di 39 e mezzo. A questa seguono le prime parestesie (difficoltà a muovere gli arti) e mal di testa fortissimi. Più i giorni passavano e più Andrea non riusciva ad alzarsi dal letto, senza contare una settimana trascorsa con grandi vuoti di memoria e tanta voglia di dormire!
Nel frattempo il medico di base gli aveva consigliato di stare a casa tranquillo e di curarsi con la tachipirina, aspettando che il peggio passasse. Non riuscendo a sentirsi meglio aveva deciso di recarsi al pronto soccorso dove, dopo vari controlli, gli avevano diagnosticato una brutta bronchite atipica, senza dare alcuna spiegazione sulle parestesie sempre più palesi. Rientrato a casa le cose sono peggiorate ancor di più con la pressione che intanto era salita a 180. Tornato dal medico di base arriva il colpo di grazia con la conferma ufficiale che il suo stato di salute evidenziava reali e concreti effetti avversi da vaccino. Non solo! A questo punto il dottore, tra l’altro vaccinatore, gli mostra il bugiardino del siero Moderna in cui, alla voce controindicazioni, sono scritti proprio i sintomi di cui sta soffrendo. E’ li che Andreacomincia a capire e a prendere coscienza di ciò che le sta accadendo.
A questo punto al danno si aggiunge la beffa con il medico che, alla domanda del paziente – perché non sono stato informato – risponde “Dovevi leggere da solo. Ma non lo hai fatto perché sei ignorante e sfigato”!
Sono passati 15 mesi dalla vaccinazione e Andrea in tutto questo tempo si è sottoposto a numerose visite, percorrendo l’Italia in lungo e largo per avere delle risposte risolutive spendendo di tasca sua circa 10 mila euro! Alla fine, dopo essersi sottoposto a 4 visite cardiologiche, ecco la diagnosi “PERIMIOCARDITE con scollamento di 7 mm, semi paralisi della parte sinistra del corpo e neuropatia delle piccole fibre confermata dalla biopsia. Da quel momento è stato abbandonato a se stesso.
Adesso Andrea riesce ad attenuare i dolori con i cerotti di morfina che cambia ogni due giorni, ha problemi allo stomaco e si muove su una sedia a rotelle.
La sua vita e’ praticamente stravolta! Andrea faceva il saldatore, ma il datore di lavoro, vista la situazione, lo ha licenziato, per incompatibilità con la mansione da svolgere! Dal momento che i suoi disturbi sono comparsi poche ore dopo la vaccinazione, lo Stato gli ha riconosciuto l’invalidità al 100% erogandole una pensione di 290 euro mensili (una presa per i fondelli)! Inoltre per qualche mese ancora percepirà lo stato di disoccupazione, poi anche quello finirà, e nasceranno altri problemi di sopravvivenza! Andrea ha ottenuto l’invalidita’ perché i medici le hanno prodotto documenti che attestano e certificano il danno da vaccino. E nonostante tutto, quando si presenta nelle strutture sanitarie pubbliche, medici e infermieri continuano a creargli problemi, tentando di negare il suo stato come conseguenza del siero.
Il vero numero di casi di effetti avversi dei vaccini potrebbe essere alto, altissimo. Molto più di quanto i dati ufficiali non dicano. A sostenerlo è Andreas Schöfbcek, ceo della compagnia di assicurazioni tedesca Bkk Pro-Vita, che in queste ore ha rilasciato dichiarazioni che stanno facendo discutere parecchio: “In sette mesi e mezzo, 216.695 assicurati su un campione di un milione hanno avuto bisogno di cure mediche dopo la vaccinazione”. Un dato decisamente preoccupante.
Come spiegato da Patrizia Flodder Ritter sulle pagine della Verità, basta infatti proiettare la cifra sulla popolazione totale per ottenere un numero impressionante: 3 milioni di casi di reazioni avverse da vaccino. Un totale dodici volte più alto rispetto a quello fornito dal ministero della Salute. Secondo la compagna Bkk, tra le possibili cause di questa clamorosa sottostima ci sarebbe il tempo richiesto per le segnalazioni: una procedura che porta via al medico di turno oltre mezz’ora e che quindi in molti preferirebbero risparmiarsi.
Una notizia che ha scosso non poco la Germania e alla quale ha dato spazio anche il quotidiano Die Welt, spiegando: “Per la prima volta sono disponibili i dati di una grande associazione assicurativa sanitaria tedesca sugli effetti dei vaccini anti-Covid”. Nell’elenco dei casi avversi sono stati conteggiati infezioni, sepsi, rash cutanei e un lungo elenco di complicanze: “L’analisi della Bkk mostra che abbiamo a che fare con una chiara sottostima del fenomeno”.
Una notizia che ha scosso non poco la Germania e alla quale ha dato spazio anche il quotidiano Die Welt, spiegando: “Per la prima volta sono disponibili i dati di una grande associazione assicurativa sanitaria tedesca sugli effetti dei vaccini anti-Covid”. Nell’elenco dei casi avversi sono stati conteggiati infezioni, sepsi, rash cutanei e un lungo elenco di complicanze: “L’analisi della Bkk mostra che abbiamo a che fare con una chiara sottostima del fenomeno”.
Dall’inizio della pandemia, il nuovo coronavirus (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2, SARS-CoV-2) ha causato a livello globale più di 240 milioni di infezioni (confermate da test di laboratorio) e quasi 5 milioni di morti (https://covid19.who.int/).
Sebbene siano stati testati diversi approcci terapeutici per contrastare la diffusione e la letalità di questa infezione, solamente la vaccinazione, unitamente al distanziamento sociale ed all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ha dimostrato di essere l’arma più efficace per bloccare la transizione dall’infezione allo sviluppo delle forme severe di malattia (coronavirus disease 2019, COVID-19)1. Ad oggi sono stati prodotti (o sono in fase di studio) diverse tipologie di vaccini che sfruttano piattaforme specifiche (vaccini ad RNA messaggero [mRNA], a DNA con vettori virali non replicanti, o a base proteica)1-7e a livello mondiale sono state somministrate quasi 7 miliardi di dosi (https://covid19.who.int/).
In Europa è stato approvato l’utilizzo di 4 vaccini (Comirnaty, Spikevax [ex Moderna], Vaxzevria [ex AstraZeneca] e Janssen) che sfruttano due diverse piattaforme (mRNA e DNA con vettore virale non replicante)1. Questi vaccini, la cui efficacia e sicurezza sono state testate da trial clinici appositamente disegnati, contengono istruzioni (pilotate da mRNA o DNA) per la produzione della proteina Spike del SARS-CoV-2.
Nonostante i risultati positivi dei trial in termini di efficacia e sicurezza2,3,5-8, lo sviluppo di complicanze gravi come le mio(peri)carditi9-11 e serie (soprattutto tromboemboliche)12-15 registrate dopo la somministrazione dei vaccini, ha imposto una stretta monitorizzazione di eventuali effetti collaterali ed eventi avversi. Da quanto viene riportato nell’ultimo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sono state finora registrate 120 segnalazioni ogni 100 000 dosi somministrate, indipendentemente dal vaccino16.
Le segnalazioni riguardano soprattutto Comirnaty, che è stato il più utilizzato, e solo in minor misura Vaxzevria e Spikevax. La maggior parte degli eventi avversi segnalati sono classificati come non gravi (85.4% circa) e solo in minor misura come gravi (14.4%), con esito in risoluzione completa o miglioramento nella maggior parte dei casi16.
Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Nelle ultime settimane sono comparse in letteratura anche segnalazioni sulla comparsa di inappropriati incrementi dei valori di pressione arteriosa dopo vaccinazione. Tali segnalazioni rivestono particolare interesse soprattutto alla luce delle recenti evidenze fisiopatologiche inerenti le verosimili interazioni tra vaccini e sistema renina-angiotensina-aldosterone.
VACCINI APPROVATI IN EUROPA
Le caratteristiche principali dei vaccini approvati per l’utilizzo in Europa sono riportate nella Tabella 1.
Le piattaforme utilizzate sono di nuova generazione (mai utilizzate finora nell’uomo) ed includono l’utilizzo di mRNA con sistemi di rilascio composti da nanoparticelle lipidiche e plasmidi di DNA con vettori di adenovirus non replicanti6,17-19. Il principale target antigenico di questi vaccini è la proteina Spike di superficie del SARS-CoV-2. Questa proteina viene utilizzata dal virus per legarsi ai recettori per l’enzima 2 che converte l’angiotensina II (ACE2) presenti sulla superficie cellulare dell’ospite (pressocché ubiquitari nell’uomo) e per indurre la fusione di membrana tra virus e le cellule umane con conseguente avvio della replica virale20-22.
Per i vaccini a DNA, il vettore virale trasporta un gene codificante la proteina virale Spike. Una volta che il materiale genetico ha raggiunto la cellula “infettata”, il plasmide di DNA raggiunge il nucleo (ancora non è stata esclusa una potenziale integrazione col genoma umano19) per poi essere trascritto in multiple copie di mRNA; l’mRNA migra dal nucleo al citoplasma dove attiva la produzione di proteine Spike che raggiungono (unitamente ai frammenti di proteine degradate nel citoplasma), poi, la superficie cellulare13,14. Le proteine (ed i loro frammenti) sono riconosciute dal sistema immunitario dell’ospite con conseguente specifica risposta immunitaria23,24.
I vaccini ad RNA, invece, non raggiungono il nucleo della cellula ospite e l’mRNA veicolato viene utilizzato direttamente nel citoplasma plasmatico per l’espressione di proteine Spike13,14. Numerose copie di proteina Spike vengono generate da ogni template di mRNA veicolato17,18. Come per i vaccini a DNA, le proteine Spike ed i loro frammenti raggiungono la superficie cellulare e sono rapidamente riconosciute dal sistema immunitario con conseguente produzione di anticorpi25-28.
VACCINI E SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA-ALDOSTERONE
La vigorosa risposta immunitaria sollecitata dalla vaccinazione produce l’attivazione delle cellule killer del nostro organismo. Questo provocherà la distruzione della cellula target ed il rilascio di proteine Spike (e dei loro frammenti) accumulate nel citoplasma (“free-floating”).
Poiché le proteine Spike prodotte dal vaccino sembrano essere identiche a quelle del SARS-CoV-2 sia in termini morfologici che funzionali29, è plausibile che esse possano interagire con i recettori ACE2 utilizzati dal virus per invadere le cellule umane29.
L’interazione tra le proteine Spike “free-floating” ed i recettori ACE2 può quindi innescare il meccanismo di “down-regulation” e la paralisi delle funzioni catalitiche dei recettori stessi, tra cui la degradazione dell’angiotensina II in angiotensina1,730-32.
Questo fenomeno è stato ben dimostrato in modelli sperimentali a livello delle piastrine, dove il SARS-CoV-2 induce una riduzione significativa dei recettori ACE2, con conseguente rilascio di ATP ed incremento dell’aggregazione (responsabile degli eventi tromboembolici comunemente descritti nel COVID-19)33-37.
La perdita delle attività catalitiche dei recettori ACE2 a livello della membrana cellulare, mediata dall’interazione tra proteine Spike e recettori, produrrà un incremento dei valori di angiotensina II25,26 a causa della ridotta trasformazione in angiotensina1,7 ed una disregolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Inoltre, lo sbilanciamento provocato da un’iperattività dell’angiotensina II e dalla riduzione dei livelli di angiotensina1,7 può favorire fenomeni caratterizzati da un’iperattivazione della cascata coagulativa, dell’infiammazione ed altre reazioni avverse tra cui aumento del volume circolante e vasocostrizione con incremento dei valori di pressione arteriosa20-22,38-40 (Figura 1).
EVIDENZE CLINICHE
Il primo report che ha evidenziato un nesso (almeno temporale) tra vaccinazione ed incremento dei valori di pressione arteriosa è quello di Meylan et al.41. Questi autori hanno descritto una serie di 9 pazienti (di cui 7 donne e di cui 8 con storia di ipertensione ben controllata dalla terapia in atto) con comparsa di elevati valori pressori (compatibili con stadio III; pressione arteriosa sistolica da 168 a 220 mmHg, pressione arteriosa diastolica da 88 a 115 mmHg) dopo vaccinazione con Comirnaty (n=8) e Spikevax (n=1)41.
Una survey condotta su 287 soggetti sottoposti a vaccinazione anti-COVID-19 ha, successivamente, valutato le modificazioni nei livelli di pressione arteriosa sistolica, diastolica, media e differenziale in un intervallo compreso tra 15 min prima e 15 min dopo la somministrazione del vaccino42. Dopo la prima dose, 82 soggetti (28.6%) hanno sperimentato un incremento della pressione differenziale superiore a 40 mmHg e nel 5.2% della coorte si è registrato un incremento dei valori pressori sistolici di almeno 20 mmHg42.
Purtroppo, il disegno di entrambi questi studi42 (breve latenza tra vaccinazione e rilevazione della pressione arteriosa) non aveva la possibilità di escludere l’effetto di fattori emotivi sul rialzo acuto dei livelli pressori. Una survey di operatori sanitari sottoposti a vaccinazione con Comirnaty ha invece e successivamente esteso i dati su tale fenomeno analizzando le variazioni della pressione arteriosa automisurata a domicilio (eseguita secondo le attuali linee guida43) prima e dopo vaccinazione44. Nello specifico, un incremento significativo dei valori di pressione arteriosa è stato definito da un aumento medio di almeno 10 mmHg tra i 5 giorni prima della vaccinazione ed i 5 giorni seguenti la prima somministrazione del vaccino44.
Complessivamente sono stati analizzati 113 soggetti (73% donne, età media 43 ± 11 anni) con una prevalenza di storia di ipertensione arteriosa pari al 18%44. Un incremento dei valori pressori è stato osservato in 6 soggetti (5.3%); in 4 casi è stato anche necessario modificare la terapia antipertensiva in atto e 2 hanno sperimentato un incremento analogo dei valori di pressione arteriosa anche dopo la seconda dose di vaccino44.
Da sottolineare che i soggetti con pregressa esposizione al SARS-CoV-2 hanno sperimentato una più alta incidenza di elevati valori pressori (23% vs 3%, p=0.002)44.
Anche l’analisi degli eventi avversi registrati e resi disponibili dall’EudraVigilance della European Medicines Agency ha evidenziato che nello spettro delle sospette reazioni avverse al vaccino, l’incremento acuto dei valori pressori è uno dei fenomeni dominanti (in totale 6130 segnalazioni ossia il 2.9% di tutti i casi segnalati), incluse “crisi ipertensive” seguite da tachicardia (n = 5788 con 0.7% di eventi fatali) e aritmie (n = 1809 con il 4.1% di eventi fatali)45.
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE
I vaccini anti-COVID-19 hanno chiaramente dimostrato di essere la strategia migliore per arginare la pandemia e ridurre il rischio di eventi fatali del COVID-1946. Seppur le piattaforme utilizzate per questi vaccini sono nuove e mai sperimentate nell’uomo prima d’ora, i risultati dei trial clinici hanno evidenziato un ottimo profilo di efficacia e sicurezza3,5-7.
Nonostante questo, le segnalazioni di effetti collaterali ed eventi avversi seri non sufficientemente caratterizzati nei trial di efficacia hanno generato nella letteratura scientifica qualche dubbio sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 e richiesto un’attenta monitorizzazione di questi eventi47. Tali preoccupazioni sono state anche generate dai dati inerenti un’abnorme carica infiammatoria registrata a livello di fegato e polmoni legata all’utilizzo di precedenti vaccini (sempre basati su proteine Spike virali) contro MERS e SARS-CoV-148-51.
Tra le varie segnalazioni di eventi avversi, il verosimile effetto della vaccinazione sui livelli di pressione arteriosa è stato descritto da alcuni report e survey. Ad oggi, un incremento acuto dei valori di pressione arteriosa è stato dimostrato sia con misurazione clinica che con automisurazione domiciliare (è ancora in fase di reclutamento uno studio che utilizza il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa nelle 24 h; ClinicalTrials.gov NCT05013931).
L’effetto dei vaccini sui livelli di pressione arteriosa si fonda su meccanismi fisiopatologici caratterizzati dall’interazione tra le proteine Spike prodotte dai vaccini (che una volta in circolo vengono definite “free-floating”) ed i recettori ACE2. Questa interazione, infatti, favorirebbe la “down-regulation” di tali recettori ed una sorta di paralisi funzionale degli stessi con conseguente accumulo di angiotensina II (e quindi incremento dei valori pressori) e ridotta formazione di angiotensina1,752 (Figura 1).
I dati riportati in letteratura che collegano vaccinazione ed eventi avversi (incluso il rialzo acuto della pressione arteriosa), oltre a stimolare lo studio dei meccanismi fisiopatologici sottesi, hanno anche generato una linea di ricerca sugli effetti dei vaccini nei pazienti precedentemente esposti al SARS-CoV-2. L’ipotesi, infatti, è che la vaccinazione di soggetti precedentemente esposti al SARS-CoV-2 possa produrre una intensa, seppur rara, risposta infiammatoria e trombotica.
Ad esempio, uno studio clinico condotto su 67 soggetti sieronegativi e 43 soggetti sieropositivi (e quindi esposti in precedenza al SARS-CoV-2) ha evidenziato che dopo la prima dose di vaccino ad mRNA il titolo anticorpale era fino a 45 volte superiore nei soggetti sieropositivi rispetto ai sieronegativi53. Oltre a questo dato, gli stessi autori hanno registrato un tasso di reazioni avverse di tipo sistemico più alto tra i sieropositivi53. Risultati non dissimili in termini quantitativi si sono documentati anche per il rialzo acuto dei valori pressori registrati nella survey di operatori sanitari dopo vaccinazione con Comirnaty44.
La sfida della ricerca sul COVID-19 è quella di caratterizzare al meglio i meccanismi alla base delle complicanze dell’infezione e soprattutto dei fenomeni responsabili dell’ingresso del virus nelle cellule umane. Una maggiore conoscenza di questi meccanismi avrebbe anche ripercussioni formidabili sulla produzione di nuovi vaccini che, magari, possano far codificare proteine Spike mutate con specifici cambiamenti conformazionali tali da permettere sempre un’adeguata risposta immunitaria ma un minor legame con i recettori ACE221,22,54,55.
RIASSUNTO
Il nuovo coronavirus (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2, SARS-CoV-2) si è rapidamente diffuso a livello globale, causando la morte di oltre 4 milioni di individui e 240 milioni di nuove infezioni confermate da test di laboratorio. Tra tutte le diverse strategie terapeutiche mirate a contrastare l’infezione, i vaccini anti-SARS-CoV-2 sono ad oggi l’approccio più promettente per rallentare la pandemia. I vaccini finora approvati per l’utilizzo nell’uomo hanno dimostrato di produrre una risposta immunitaria adeguata ed offrono una consistente protezione contro le forme severe della malattia. Nonostante queste evidenze, alcuni dubbi sono stati sollevati riguardo la sicurezza dei vaccini e basati sulla documentazione di rari ma gravi eventi sistemici insorti dopo la vaccinazione. Tra le reazioni avverse, alcune evidenze si sono accumulate sul potenziale effetto della vaccinazione sui valori di pressione arteriosa (rialzo acuto e significativo). I vaccini approvati in Europa producono la sintesi endogena della proteina Spike del SARS-CoV-2. Una volta sintetizzate dalle cellule vaccinate, le proteine Spike migrano sulla superficie cellulare da dove protrudono con una conformazione identica a quella delle proteine Spike del virus e generano una risposta anticorpale da parte del sistema immunitario. Quando le cellule target del vaccino muoiono o vengono distrutte dalla risposta immunitaria, le proteine Spike prodotte circolano sotto forma di proteine “free-floating”. Queste proteine Spike “free-floating” possono, quindi, legarsi ai recettori ACE2 (angiotensin-converting enzyme 2) provocando l’internalizzazione, degradazione e perdita delle attività catalitiche dei recettori stessi. Questo fenomeno provoca una rapida riduzione di angiotensina1,7 per la ridotta inattivazione dell’angiotensina II da parte dei recettori ACE2. Lo sbilanciamento tra angiotensina II (iperattivazione) e angiotensina1,7 (riduzione) può giocare un ruolo diretto nella genesi dell’acuto rialzo dei valori di pressione arteriosa sistemica.
Parole chiave. ACE2; COVID-19; Eventi avversi; Malattia cronica; SARS-CoV-2, Sistema renina-angiotensina-aldosterone; Vaccinazione.
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_______________________ Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (redefefefefer ed€5 tt t t art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
Di seguito riportiamo il testo della testimonianza di una giovane ragazza a cui è stata imposta la vaccinazione e che si è ritrovata abbandonata dalle istituzioni. Questa denuncia ci arriva dalla dottoressa Maria Grazia Spalluto, Presidente dall’associazione Danni Collaterali.
Mi presento, Mi chiamo Elena Repetto, ho 24 anni, Convivo con il mio ragazzo e lavoro come barista. Due mesi fa mi sono trovata, come tutti, davanti alla fatidica ‘scelta’: tampone o vaccino?? Ho voluto mettere la parola “scelta” tra virgolette perché personalmente una scelta non mi si poneva… Purtroppo il mio compagno ha perso il lavoro quest’estate e con un solo stipendio avendo affitto e bollette da pagare aggiungere anche la spesa dei tamponi per poter continuare a lavorare era fuori questione.
Ho pensato di fare la scelta più logica…quella più consigliata. Quando il 23 settembre a lavoro mi é stato comunicato che era giunto il momento del famoso green pass non ci ho pensato due volte e sono corsa al centro vaccinale più vicino. Oltre ai classici sintomi post vaccino sembrava andasse tutto bene, per cui ho continuato la mia vita regolarmente. I primi problemi sono usciti fuori con la seconda dose il 21 ottobre. Questa volta i normali sintomi li avevo davvero più forti…ho avuto febbre alta, dolori muscolari e tosse fino al vomito. Dopo 3 giorni la febbre é passata allora ho pensato di tornare a lavorare anche se continuavo ad avere la tosse e sentirmi sempre debole e stanca. Il 5 novembre mentre stavo seguendo un corso per il lavoro improvvisamente ho incominciato a tossire talmente tanto da non riuscire a respirare e sentivo un dolore e un peso al petto che non posso spiegare…mi hanno portata in ambulanza in pronto soccorso continuando a ripetermi che era solo un attacco di panico e che dovevo cercare di respirare…io cercavo di spiegare che non era così ma non riuscivo a respirare…
Arrivata in ospedale però quando ho detto di aver fatto la seconda dose di vaccino due settimane prima, la situazione é cambiata, nel giro di un’ ora mi avevano già fatto un elettrocardiogramma e un ecografia al cuore…da li il referto pericardite. Sono passate tre settimane da quel giorno, due settimane le ho passate a letto senza avere le forze di riuscire a muovermi…poi ho deciso di reagire e piano piano sono riuscita a muovermi dentro casa.
Ieri per la prima volta sono uscita di casa per poter fare un’ ecografia di controllo e per la prima volta dopo settimane ho potuto fare una passeggiata sul lungo mare ma quello che facevo prima con leggerezza, come una passeggiata, ora mi stanca e mi fa sentire questo peso al petto…spero solo di poter tornare al mio lavoro e alla mia quotidianità il prima possibile. Mai avrei pensato di sentirmi così a 24 anni… Elena Repetto”.
A prescindere da ogni considerazione sull’efficacia o meno dei vaccini, Elena ha fatto il vaccino che le era stato di fatto imposto attraverso una obbligatorietà subdola e surrettizia e secondo la narrativa ufficiale del potere aveva comunque contribuito alla battaglia contro il virus. Abbandonarla oggi in condizioni per cui non può lavorare, senza riconoscere alcun indennizzo, ribalta la versione ufficiale dei fanatici del vaccino. Se per lorsignori chi non si vaccina è un disertore, chi si vaccina e viene abbandonato dai chi le ha dato l’ordine di andare in guerra che cos’è se non un vigliacco traditore e un disertore al cubo?
La Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid da lei prodotto nonché le conseguenze sugli affari della fine della pandemia. È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.
Fin dalla prima pagina del documento sono presentati i dati attinenti ai ricavi dell’azienda rapportati a quelli conseguiti nel 2020: la Pfizer ha registrato un fatturato complessivo di 81,3 miliardi di dollari, con una crescita del 92% rispetto all’anno precedente e ciò, quasi esclusivamente, grazie alla vendita dei vaccini anti-Covid. Ad offuscare questo eccezionale scenario economico, vi sono appunto le preoccupazioni relative ai dati clinici e preclinici, all’efficacia e agli effetti avversi dei sieri anti-Covid19, analizzate meticolosamente nel report in questione. Questi rischi riguardano innanzitutto la diffusione di ulteriori dati clinici e preclinici, soprattutto dopo che un giudice federale del Texas ha imposto alla FDA di pubblicare 55000 pagine al mese della documentazione dei test clinici del vaccino Pfizer-BionTech. Si legge, dunque, che i problemi per l’attività della multinazionale potrebbero derivare, tra gli altri, dal “rischio associato ai dati preclinici e clinici (compresi i dati della fase 1/2/3 o della fase 4 per Comirnaty), inclusa la possibilità di ulteriori informazioni riguardanti la qualità dei dati preclinici, clinici e di sicurezza che possono emergere in seguito a audit e ispezioni”.
Nonostante questi timori riguardanti i dati della sperimentazione e l’evoluzione della situazione pandemica, il presidente e amministratore delegato, Albert Bourla, ha messo in luce gli enormi successi della compagnia conseguiti negli ultimi due anni i quali, a suo dire, «hanno fondamentalmente cambiato la Pfizer e la sua cultura per sempre». Lo stesso Bourla, guardando al futuro prossimo, ha dichiarato: «Ovunque nella compagnia vedo colleghi ispirati da ciò che abbiamo raggiunto e determinati a fare parte della prossima svolta che può cambiare il mondo per i pazienti in difficoltà. Siccome entriamo nel nuovo anno, non vedo l’ora di vedere tutto quello che realizzeremo insieme». Infine, Bourla ha recentemente asserito che non esclude la necessità di una quarta dose e l’ipotesi di richiami per diversi anni, in quanto «il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. […] Per questo si è fatta strada l’ipotesi di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale».
Le case produttrici di farmaci sono, prima di ogni altra cosa, aziende che in quanto tali puntano a generare profitto. Non deve quindi sorprendere né scandalizzare che il documento Pfizer parli della pandemia come di un affare, né che speri nella quarta dose o nei richiami annuali. Quello che però colpisce, è l’assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica (innanzitutto Ema e Oms) all’evidente timore rispetto a quanto si potrebbe scoprire nel prossimo futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse. Siamo di fronte a una azienda che, in buona sostanza, palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto, e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone, sia stato testato con procedure imperfette, sia meno efficacie di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso. Non a caso poche settimane fa il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha evidenziato in un editoriale dai toni molto duri la necessità che i ricercatori abbiano immediatamente l’accesso ai dati grezzi raccolti nelle sperimentazioni dei vaccini anti-Covid. Per ora nessuno li ha ascoltati.
IN QUESTO ULTIMO ANNO, CON L’AVVENTO DEI ”VACCINI” O SIERI MAGICI COME PREFERISCO DEFINIRLI, ABBIAMO SPIEGATO, SENZA UN ATTIMO DI SOSTA, L’ INCERTEZZA SUI LORO BENEFICI, IN UNA FASE TUTTA SPERIMENTALE, AVVALORATA DAI NUMERI RACCAPRICCIANTI SUGLI EVENTI AVVERSI E SULLE MORTI POST INOCULAZIONE. SENZA ALTRI GIRI DI PAROLE, VI LASCIO ALLA VISIONE E ALL’ASCOLTO DI QUESTO VIDEO ESAUSTIVO, ATTRAVERSO IL QUALE, DARE CONFERMA A CIO’ CHE LA VERA SCIENZA HA SEMPRE SPIEGATO, IN TUTTO QUESTO TEMPO, E FAR CAPIRE, A CHI SI E’ SCOPERTO TRI DOSATO PENTITO, CHE OCCORRE DARE UNO STOP A QUESTA CARNEFICINA, OPPONENDOSI A POSSIBILI NUOVE PROPOSTE DI INOCULAZIONE! AVETE CAPITO DI ESSERE CAVIE?
07 Febbraio 2022 – di Irene Giurovich – Il Giornale di Udine
Sta male dopo la terza dose. Nessuno però la degna di una visita. Telefonate e telefonate alla guardia medica di Udine, senza risposta. Dal Pronto soccorso dell’ospedale di Udine la rimandano alla guardia medica perché – stando alla testimonianza della trentenne udinese – il pronto soccorso non tratta queste situazioni.
Protagonista della disavventura è una dipendente statale che, come categoria obbligata al siero (è collaboratrice scolastica), ha dovuto presentarsi la mattina del 4 febbraio, alle 10, al centro vaccinale a Martignacco. Nel pomeriggio compaiono alcuni fastidi. Il peggio arriva la mattina seguente: stordimenti, vertigini, disequilibrio, forte malessere, febbre. Sabato 5 febbraio è un giorno lavorativo per S. (tuteliamo la privacy come ci è stato chiesto dalla interessata, ndr), quindi iniziano i numerosi tentativi per contattare la Guardia medica dopo che il suo medico di base le aveva consigliato di farsi visitare, poiché si trattava di effetti collaterali del siero. «Non potevo di certo predisporre un certificato di malattia: avrei commesso un falso in atto pubblico, dal momento che la mia assistita non ha una malattia, bensì presenta gli effetti avversi causati dal booster. In questi casi è fondamentale che ci sia una certificazione precisa e collegata ai sintomi post-vaccinali».
Nessuno si fa carico del suo malessere
La giovane decide allora di chiamare l’ospedale di Udine: l’operatore del centralino le dice che non vengono trattati questi casi; poi, dopo essersi messa in contatto con il Pronto soccorso del nosocomio cittadino, si sente rispondere che non si occupano di questi casi e che ci si deve rivolgere alla guardia medica. «Sono stata inutilmente rimbalzata da una parte all’altra: certo è che se dici di star male perché il giorno prima hai fatto il vaccino, tutti mettono le mani avanti come per paura, alla fine ti senti da solo e abbandonato. Nessuno si fa carico di questi problemi».
Decide allora di andare di persona dalla guardia medica: suona più volte, nessuna risposta. Nel corridoio, che si vede dall’esterno, non ci sono pazienti. Finalmente risponde un medico al citofono. «Gli spiego che sto male – il giorno precedente mi ero dovuta sottoporre al terzo richiamo – e non sono in grado di recarmi al lavoro». Sperava in una visita, almeno. Invece «mi viene dato un certificato su cui è barrata la casella di ‘visita’, sebbene io non sia stato affatto visitata dal medico! Inoltre, la diagnosi riportata è influenza, quando in realtà io non ho l’influenza!».
Le autorità latitano
A questo punto le autorità, tutte dedite a controllare i lasciapassare e i farmacisti impegnati nel servizio tamponi, dovrebbero piuttosto indagare su altri fronti: persone che stanno male dopo i sieri e non sono ritenute degne di una visita; pronto soccorso che non le riceve, guardia medica che non le visita e rilascia certificati di una visita non effettuata e con una diagnosi falsata.
Il medico di base della malcapitata chiede che si faccia chiarezza anche perché i responsabili potrebbero rischiare la formulazione dell’ipotesi di reato di falso in atto pubblico e omissione di soccorso. In cauda venenum: si censurano i medici che curano i propri pazienti affetti da covid con terapie efficaci, certamente non Tachipirina e vigile attesa, mentre chi si macchia di questi comportamenti viene lasciato agire impunemente!
Un presidio è stato organizzato davanti alla sede del Coni di via Piranesi di Milano. Queste le motivazioni “Ormai non possiamo più nasconderlo: la vaccinazione nell’ambito delle attività sportive amatoriali e professionistiche sta causando un numero enorme di conseguenze avverse.”
A SEGUIRE IL VIDEO ⤵️
_______________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
In un documento di ricerca non peer-reviewed pubblicato proprio questa settimana, Stephanie Seneff, Ph.D., descrive un meccanismo dei vaccini COVID che si traduce nella soppressione del sistema immunitario innato. Lo fa inibendo la via dell’interferone di tipo 1
[In a non-peer-reviewed research paper just this week published, Stephanie Seneff, Ph.D., describes a mechanism of the COVID shots that results in the suppression of your innate immune system. It does this by inhibiting the type-1 interferon pathway]
Il vaccino COVID può indurre i neuroni nel cervello a produrre proteine spike tossiche o ad assorbire proteine spike circolanti, e i neuroni cercano di eliminare la proteina spike trasmettendole attraverso gli esosomi. Gli esosomi vengono raccolti dalle microglia, cellule immunitarie nel cervello, che attivano una risposta infiammatoria, che può contribuire a disturbi degenerativi del cervello
Due microRNA, miR-148a e miR-590, sono fondamentali in questo processo. Questi microRNA – escreti negli esosomi insieme alla proteina spike – interrompono significativamente la risposta dell’interferone di tipo 1 in qualsiasi cellula, comprese le cellule immunitarie.
In media, ci sono il doppio delle segnalazioni di cancro a seguito dei vaccini COVID rispetto a tutti gli altri vaccini combinati negli ultimi 31 anni
Il fatto che il segnale sia così forte è ancora più notevole se si considera che la maggior parte delle persone non pensa che il vaccino COVID possa aver contribuito all’emergere del cancro, quindi non lo segnalano mai
In questa intervista, Stephanie Seneff, Ph.D., ricercatrice senior al MIT che è stata al MIT per oltre cinque decenni, discute il suo ultimo articolo, “Innate Immune Suppression by SARS-CoV-2 mRNA Vaccinations. The Role of G-quadruplexes, Exosomes and MicroRNAs”, scritto in collaborazione con il Dr. Peter McCullough, insieme ad altri due autori, dr. Greg Nigh e Dr. Anthony Kyriakopoulos.
In precedenza, Nigh e Seneff hanno co-scritto un intero articolo che descrive in dettaglio le differenze tra la proteina spike e la proteina spike del vaccino COVID. In un documento di ricerca non peer-reviewed pubblicato proprio questa settimana sul servizio di prestampa Authorea, loro e i loro altri co-autori approfondiscono i meccanismi dei vaccini COVID, mostrando come assolutamente, in nessun modo o forma, siano sicuri o efficaci.
I vaccini in realtà sopprimono il sistema immunitario innato.
“Penso che McCullough sia fantastico e sono così felice di averlo con me”,esordisce Seneff . “Spero davvero che saremo in grado di trovare una rivista che sia disposta a pubblicarlo. Potremmo dover cercare una sorta di media alternativi per farlo pubblicare.
È davvero incredibile la quantità di censura in questo momento. Sono sempre in uno stato di shock. Continuo a pensare che non peggiorerà, e andrà meglio, invece sembra solo continuare a peggiorare sempre di più.
Non so dove sia la fine. È molto scoraggiante … Pharma ha così tanto denaro e hanno tutto pronto per assicurarsi che nulla li superi …
Speriamo di metterlo come prestampa, ma … sorprendentemente, possono rifiutarlo anche a livello di prestampa. Stiamo lavorando su questo punto, ma non è facile. Quando scrivi qualcosa di così radicale, combattono davvero duramente per tenerlo fuori dal web”.
Come notato da Seneff, quando si guardano i vari database per gli eventi avversi, è possibile vedere un segnale di sicurezza eccezionalmente forte – e gli sviluppatori di vaccini COVID lo sanno. “I numeri sono fuori controllo”, dice Seneff, e questo vale per tutti i livelli di effetti collaterali, da lievi a catastrofici.
Seneff ha esaminato i dati sul cancro, ad esempio, e in media, ci sono il doppio delle segnalazioni di cancro dopo i vaccini COVID rispetto a tutti gli altri vaccini combinati negli ultimi 31 anni.
“È assurdo, perché è complessivamente due volte [più alto]. Il cancro al seno, ad esempio, è tre volte superiore per questi vaccini in un anno, che per tutti gli altri vaccini in 31 anni. È un segnale estremamente forte”,dice Seneff.
“Il linfoma si sta manifestando molto più frequentemente con questi [vaccini COVID]. C’è un segnale incredibile lì in VAERS [il sistema di segnalazione degli eventi avversi dei vaccini degli Stati Uniti]”.
Il fatto che il segnale sia così forte è ancora più notevole se si considera che la maggior parte delle persone non pensa che il vaccino COVID possa essere correlato al proprio cancro, quindi non lo segnalano mai. “Mi lascia perplessa che siano disposti a fare un tale danno alla salute di tutta la popolazione del mondo. Non capisco quel grado di malvagità”, afferma Seneff.
Interruzione dell’interferone di tipo 1
I vaccini sopprimono il sistema immunitario innato inibendo l’interferone di tipo 1. Uno dei primi studi a suggerire Seneff e McCullough a questo è stato uno studio indiano, in cui le cellule umane cresciute in una coltura sono state esposte alle nanoparticelle di DNA che le istruiscono a produrre la proteina spike SARS-CoV-2, proprio come fanno i vaccini COVID.1
Il ceppo cellulare è chiamato HEK-293. Queste sono cellule che sono state prelevate dai reni di un feto abortito nel 1980 e sono frequentemente utilizzate nella ricerca. Mentre prese dai reni, queste cellule hanno proprietà neuronali. Quando sono programmate per produrre proteine spike, queste cellule rilasciano quella proteina spike all’interno degli esosomi – nanoparticelle lipidiche all’interno delle quali è confezionata la proteina spike.
Gli esosomi agiscono come una rete di comunicazione per le cellule. Quando una cellula è sotto stress, rilascia esosomi contenenti alcune delle molecole che la stanno stressando. Quindi, nel caso dei vaccini COVID, gli esosomi contengono proteina spike e microRNA. I microRNA sono molecole di segnalazione che sono in grado di influenzare la funzione cellulare. Fanno sì che la cellula cambi il suo comportamento o metabolismo. In genere, lo fanno sopprimendo alcuni enzimi.
Lo studio indiano ha trovato due microRNA specifici all’interno degli esosomi rilasciati da queste cellule simili a neuroni: miR-148a e miR-590. I ricercatori hanno quindi esposto le microglia (cellule immunitarie nel cervello) a questi esosomi. Quindi, come spiegato da Seneff, ci sono neuroni nel cervello che producono proteina spike, o assorbono la proteina spike che è in circolazione e reagiscono ad essa rilasciando esosomi.
Gli esosomi vengono quindi raccolti dalla microglia, le cellule immunitarie nel cervello. Quando le cellule immunitarie ricevono quegli esosomi, attivano una risposta infiammatoria. Questa è principalmente una risposta a quei microRNA, il miR-148a e il miR-590. Naturalmente, c’è anche la proteina spike tossica lì.
Combinati, causano infiammazione nel cervello, che danneggia i neuroni. Questa infiammazione, a sua volta, può contribuire a una serie di disturbi degenerativi del cervello. Le particelle lipidiche nel vaccino COVID, che contengono l’mRNA, sono simili agli esosomi, ma non identiche. Sono anche molto simili alle particelle lipidiche a bassa densità (LDL).
“Penso che gli esosomi siano probabilmente un po’ più piccoli. Le particelle del vaccino sono più grandi. Sono più simili a una particella LDL. Le particelle del vaccino hanno colesterolo nella loro membrana e hanno lipoproteine. Quindi, sono fatti per assomigliare a una particella LDL.
Ma poi gettano questo lipide cationico, che è davvero, davvero tossico – un lipide cationico sintetico che lo rende caricato positivamente. Sperimentalmente, hanno scoperto che questo lipide, quando la particella viene assorbita dalla cellula, viene rilasciato nel citoplasma, [dove] quell’mRNA produce quindi la proteina spike.
[I vaccini COVID] sono progettati in modo molto intelligente, sia in termini di protezione dell’RNA dalla scomposizione, sia in termini di rendere l’RNA molto efficiente nel produrre la proteina spike. È molto diverso dall’mRNA prodotto dal virus, anche se codifica per la stessa proteina”.
Seneff ha scritto un intero articolo2 dettagliando le differenze tra la proteina spike virale e la proteina spike del vaccino COVID, insieme a Greg Nigh, che è stata pubblicata sull’International Journal of Vaccine Theory, Practice and Research nel maggio 2021. Fondamentalmente serve come primer per capire di cosa discutiamo qui.
Due microRNA, miR-148a e miR-590 – escreti negli esosomi insieme alla proteina spike – interrompono significativamente la risposta dell’interferone di tipo 1 in qualsiasi cellula, comprese le cellule immunitarie.
Tornando al documento indiano sopra citato, hanno scoperto che la microglia ha finito per produrre infiammazione nel cervello e i due microRNA sono centrali in questo processo. Il miR-148a e il miR-590 sono stati inseriti in quegli esosomi con la proteina spike e questi due microRNA sono in grado di interrompere significativamente la risposta all’interferone di tipo 1 in qualsiasi cellula, comprese le cellule immunitarie.
L’interferone di tipo 1 trattiene anche i virus latenti come i virus dell’herpes e della varicella (che causa l’herpes zoster), quindi se la via dell’interferone viene soppressa, questi virus latenti possono anche iniziare ad emergere. Il database VAERS rivela che molti che sono stati danneggiati, segnalano questo tipo di infezioni.L’interferone soppresso aumenta anche il rischio di cancro e malattie cardiovascolari.
La risposta all’interferone di tipo 1 è cruciale nelle infezioni virali
Come spiegato da Seneff, la risposta all’interferone di tipo 1 è assolutamente cruciale come risposta di primo stadio a un’infezione virale. Quando una cellula viene invasa da un virus, rilascia interferone alfa di tipo 1 e interferone beta di tipo 1. Agiscono come molecole di segnalazione che dicono alla cellula che è stata infettata.
Questo, a sua volta, lancia la risposta immunitaria e la fa intervenire contro l’infezione virale. È stato dimostrato che le persone che finiscono con una grave infezione da SARS-CoV-2 hanno una risposta compromessa all’interferone di tipo 1. Come notato da Seneff:
“È ironico che i vaccini vengano somministrati per proteggerti dal COVID, eppure producano una situazione in cui le tue cellule immunitarie sono mal equipaggiate per combattere SARS-CoV-2 se dovesse entrare nella cellula. Il trucco è che il vaccino produce un’enorme risposta anticorpale, e questo è tipico della malattia grave.
Quindi, il [vaccino COVID] inganna il tuo sistema immunitario nel fargli credere che tu abbia avuto un grave caso di COVID. È davvero interessante in questo modo, perché ha superato la barriera mucosa dei polmoni, ha superato la barriera vascolare del sangue, nel muscolo. Inoltre, è stato mascherato.
L’RNA non sembra un RNA virale, sembra una molecola di RNA umana. Parte delle modifiche [apportate all’mRNA nel vaccino] è stata quella di renderlo molto robusto, quindi non può essere scomposto. È anche molto efficiente a rendere veloce la proteina [spike], che ha anche un problema perché porta a molti errori, che è un altro problema …
Le cellule immunitarie assorbono le nanoparticelle e le trasportano attraverso il sistema linfatico nella milza. Diversi studi hanno dimostrato che finisce nella milza … le ovaie, il fegato, il midollo osseo … La milza, ovviamente, è molto importante per la produzione di anticorpi”.
È importante sottolineare che la risposta anticorpale che si ottiene dal vaccino COVID è esponenzialmente superiore a quella che si ottiene dall’infezione naturale e la ricerca ha dimostrato che il livello di risposta anticorpale aumenta con la gravità della malattia. Quindi, il vaccino imita fondamentalmente un’infezione grave. Nell’infezione lieve, potresti non produrre alcun anticorpo, perché le cellule immunitarie innate sono abbastanza forti da combattere l’infezione senza di loro.
È quando il tuo sistema immunitario innato è debole cheiniziano i problemi, e parte di quella debolezza è una risposta all’interferone di tipo 1 soppressa. Se la risposta all’interferone di tipo 1 è carente, le cellule immunitarie non sono in grado di fermare la diffusione del virus nel corpo.
Secondo Seneff, il motivo per cui l’integrazione di interferone di tipo 1 non è stata raccomandata finora è perché devi cronometrarla perfettamente affinché la cascata immunitaria funzioni correttamente. L’interferone di tipo 1 svolge un ruolo definitivo solo nella primissima fase dell’infezione. Una volta che sei entrato in una fase di infezione moderata o grave, è troppo tardi per usarlo.
I vaccini COVID confondono il tuo sistema immunitario
Come notato da Seneff, i vaccini COVID sono così innaturali che il tuo sistema immunitario non sa più cosa fare.
“La mia impressione è che le cellule immunitarie non sappiano cosa diavolo stia succedendo. C’è questa proteina tossica prodotta in quantità massicce dalle cellule immunitarie. Questo è estremamente insolito. Non c’è alcun segno di alcun tipo di infezione virale perché questi RNA sembrano RNA umani.
È come se le cellule immunitarie umane decidessero improvvisamente di produrre una proteina davvero tossica e crearne molta – che è esattamente quello che stanno facendo – e il sistema immunitario è completamente sconcertato da questo. Le cellule immunitarie non hanno idea di cosa farne.
Naturalmente, queste cellule immunitarie che sono sovraccariche di tutta questa proteina spike, è come se dicessero, “Devo sbarazzarmi di questa roba”, quindi la spediscono come questi esosomi. I microRNA [negli esosomi] pensano che le cellule riceventi avranno bisogno di quelle particolari molecole di segnalazione per aiutarle a fare tutto ciò che occorre per far fronte a questo carico tossico.
Quindi, diffondi la proteina spike nel resto del corpo, solo per dissipare la tossicità che stai affrontando nella milza, credo. Questi esosomi sono anche molto efficaci per allenare gli anticorpi. C’era un bel documento che mostrava gli esosomi che venivano rilasciati [hanno] proteina spike nella loro membrana, l’esterno dell’esosoma.
È abbastanza interessante che la proteina spike venga visualizzata lì, perché questo consente alle cellule immunitarie – le cellule B e le cellule T che hanno bisogno di avvicinarsi ad essa – di capire come modellare i loro anticorpi. Gli anticorpi vengono modellati per corrispondere alla proteina tossica esposta sulla superficie degli esosomi.
Dopo circa 14 giorni dalla seconda dose, gli esosomi hanno indotto una risposta anticorpale. [I ricercatori] hanno ritenuto che gli esosomi giocassero un ruolo critico in questa risposta anticorpale estrema prodotta dalle cellule B e dalle cellule T, il sistema immunitario adattativo.
Ma penso che il modo in cui funziona il vaccino sia che non c’è altra scelta se non quello di produrre anticorpi. È l’unico modo per combatterlo. È una proteina tossica che viene prodotta e rilasciata da queste cellule immunitarie e l’unica cosa che puoi fare per fermarla è produrre anticorpi.
Cercano di produrre un sacco di anticorpi che si incollano su quelle proteine spike tossiche e impediscono loro di entrare attraverso il recettore ACE2. Questo è il lavoro degli anticorpi. Fanno un buon lavoro, inizialmente … È vero che ti proteggono dalle malattie. Sfortunatamente, i livelli di anticorpi diminuiscono abbastanza drasticamente, abbastanza rapidamente”.
Ci sono anche anticorpi che peggiorano la malattia piuttosto che combatterla, e il livello di questi anticorpi diminuisce a un ritmo più lento rispetto agli anticorpi protettivi. Quindi, dopo un certo numero di mesi si finisce con una risposta immunitaria NEGATIVA. In altre parole, ora sei più incline alle infezioni che mai. Come spiegato da Seneff:
“C’è un punto di crossover in cui gli anticorpi potenzianti possono essere più forti degli anticorpi protettivi, ed è allora che è possibile ottenere questopotenziamento dipendente dagli anticorpi (ADE) che le persone hanno visto in passato con [altri] vaccini contro il coronavirus. Stiamo ancora cercando di vedere se questo è il caso dei vaccini COVID. Ci sono alcune prove qua e là, ma non sono [ancora conclusive]”.
L’importanza delle cellule T citotossiche
Dopo che lo studio indiano ha informato Seneff e McCullough del problema dell’interferone, si sono imbattuti in uno studio cinese3 che ha monitorato l’effetto del vaccino COVID sul sistema immunitario nel tempo. Qui, hanno scoperto che l’infezione ha causato un aumento delle cellule T CD8 +, importanti cellule T citotossiche che in realtà rimuovono le cellule infette.
Come notato da Seneff, le cellule CD8+ sono una parte importante della difesa contro SARS-CoV-2. È importante sottolineare che le cellule T CD8 + sono state migliorate in risposta all’infezione naturale, ma non in risposta al vaccino COVID. Anche loro hanno trovato la soppressione dell’interferone di tipo 1 post-vaccino. Quindi, all’indomani del vaccino, non solo la tua risposta di prima linea è depressa – la risposta all’interferone di tipo 1 – ma ti manca anche la parte della risposta immunitaria che pulisce le cellule infette.
Il microRNA che influenza il rischio di miocardite
Un terzo microRNA (mRNA) creato dall’infezione naturale da SARS-CoV-2 è miR-155 e svolge un ruolo importante nella salute del cuore. All’inizio della pandemia, ci sono state segnalazioni di COVID-19 che causava problemi cardiaci.
Seneff sospetta che gli esosomi contenenti miR-155 possano essere presenti dopo il vaccino e possano svolgere un ruolo nel danno cardiaco che viene segnalato. In particolare, miR-155 è associato a miocardite. Come accennato in precedenza, il microRNA sopprime alcune proteine che poi causano una complicata risposta a cascata. Quando una particolare proteina che è un giocatore critico viene soppressa da un microRNA, allora si verifica una cascata completamente diversa.
Perché i problemi autoimmuni possono sorgere post-vaccino
Gli anticorpi prodotti dal vaccino hanno diverse brevi sequenze peptidiche in essi che sono state precedentemente trovate in diverse cellule umane che sono correlate alla malattia autoimmune. Seneff spiega:
“Kanduc ha scritto molto su questo. È un’esperta di questi anticorpi … La proteina spike [SARS-CoV-2] è molto sovrapposta alla proteina umana. Ciò significa che quando si costruisce una risposta anticorpale molto forte alla proteina spike, quegli anticorpi possono confondersi e possono attaccare una proteina umana che ha una sequenza simile.
Questa è una forma classica di malattia autoimmune. Si chiamamimetismo molecolare. C’erano molte proteine diverse che corrispondevano. È stato abbastanza sorprendente … Sembra essere molto ben progettato per indurre malattie autoimmuni, se si producono anticorpi contro quelle sequenze nella proteina spike”.
Problemi neurologici nelle donne
I vaccini sono inoltre strettamente associati a problemi neurologici come tremori incontrollabili. Curiosamente, questo effetto collaterale colpisce in modo sproporzionato le donne. Il meccanismo qui coinvolge di nuovo gli esosomi. Seneff spiega:
“Sento che c’è un segnale molto forte per l’idea, che sto spingendo, ci sono quelle cellule immunitarie nella milza che producono proteine spike e le rilasciano negli esosomi. È stato dimostrato in studi sul morbo di Parkinson che quegli esosomi viaggiano lungo le fibre nervose.
Andranno lungo il nervo splancnico, si collegheranno con il nervo vago, saliranno al cervello e entreranno in tutti questi diversi nervi nel cervello. Quando guardi il database VAERS, vedi segnali tremendi per tutti i tipi di eventi che suggeriscono che diversi nervi vengono infiammati.
Ad esempio, ci sono 12.000 casi di acufene associati al vaccino COVID-19, e questo è solo ciò che viene riportato. L’acufene è un segnale forte. L’acufene sarà un’infiammazione del nervo uditivo. Ciò significa che devi andare fino in fondo dalla milza, fino al nervo vago, e poi connetterti al nervo uditivo per causare l’acufene.
Poi hai la paralisi di Bell, che è l’infiammazione del nervo facciale. Hai l’emicrania. Ci sono oltre 8.000 casi di emicrania, che è legata a un’infiammazione del nervo trigemino.
Probabilmente va anche, sospetto, lungo le fibre nervose della colonna vertebrale, che potrebbe causare alcuni di questi casi di paralisi. Le persone hanno molti problemi di mobilità legati a questi vaccini.
Vedo la possibilità di causare molti disturbi alla guaina mielinica, e ne parliamo nel documento. Si tratta, ancora una volta, di una segnalazione complessa. È possibile arrivare al problema della guaina mielinica attraverso l’interruzione dell’interferone di tipo 1.
Questo, ancora una volta, coinvolge qualcosa chiamato fattore di risposta all’interferone 9 IRF9. Questa proteina innesca la produzione di sulfatide nel fegato e questa proteina viene soppressa da questi microRNA che ho menzionato prima. “
Il solfatide, un importante vettore lipidico, è l’unico lipide solfonato nel corpo umano. Il fegato produce la maggior parte del solfatide, che viene poi trasportato dalle piastrine (cellule del sangue) in altre aree del corpo. La guaina mielinica contiene elevate quantità di sulfatide. Fa parte di ciò che protegge la guaina mielinica. Nelle malattie demielinizzanti, quel solfatide si erode, permettendo infine alla mielina di essere attaccata.4
Seneff ritiene che il vaccino COVID provochi un danno significativo alla mielina, a causa di questi esosomi infiammatori. Questo danno non si presenta necessariamente subito, anche se alcuni destinatari di vaccino sperimentano effetti estremamente devastanti. Potrebbero essere necessari 10 anni o più prima che si manifesti una malattia demielinizzante.
“Penso che vedremo persone contrarre queste malattie neurodegenerative a breve”, Seneff dice: “E penso che chiunque abbia già una di queste malattie, avrà una progressione accelerata”.
Potremmo presto vedere un’esplosione di casi di Parkinson
Inquietantemente, la perdita dell’olfatto e la disfagia, l’incapacità di deglutire, sono entrambi segni del morbo di Parkinson, ed entrambe queste condizioni vengono segnalate dopo il vaccino da migliaia di persone. Quindi, negli anni a venire, potremmo assistere a un’esplosione del Parkinson.
“Gli studi sul Parkinson hanno dimostrato che è possibile ottenere agenti patogeni nell’intestino che producono una proteina simile al prione, che è ciò che è la proteina spike. Le cellule immunitarie quindi lo prendono e lo portano alla milza. Questo, ovviamente, causa stress.
Una cellula immunitaria stressata nella milza si sovraregola e produce più alfa-sinucleina. L’alfa-sinucleina è una molecola che combatte le infezioni, e questa è la molecola che si piega male in associazione con il morbo di Parkinson.
Sono affascinata da tutte queste molecole che sono simili ai prioni. C’è la proteina prionica stessa, che è associata alla CJD, alla malattia di Creutzfeldt-Jakob, ma poi c’è l’alfa-sinucleina e l’amiloide-beta, c’è il TDP-43, che è associato alla SLA.
Tutte queste malattie sono sovrarappresentate nel database VAERS per i vaccini COVID, rispetto a tutti gli altri vaccini combinati in 31 anni. È completamente fuori linea.
Ci sono 58 casi di Alzheimer in associazione con i vaccini COVID e 13 in associazione con tutti gli altri vaccini in 31 anni. Questo è molte volte di più – 58 contro 13.
CJD è anche molto più comune. È quasi sette volte più comune nei casi di vaccino COVID. La CJD è una malattia terribile. Diventi paralizzato e muori dopo pochi anni. Questa è la classica proteina prionica [malattia]. È estremamente raro. Solo 1 su 1 milione ottiene CJD.
C’è stata una persona che mi ha contattato dalla Francia la cui moglie ha sviluppato la CJD solo poche settimane dopo il secondo vaccino. Era assolutamente convinto che il vaccino lo avesse causato. Ci sono in realtà 27 casi [di CJD] riportati in VAERS per i vaccini COVID-19, contro solo quattro casi nell’intera storia di tutti gli altri vaccini combinati. “
Problemi di salute che possiamo aspettarci di vedere di più
Col tempo, Seneff prevede che vedremo un drammatico aumento di infezioni e tumori di tutti i tipi, malattie autoimmuni, malattie neurodegenerative e problemi riproduttivi. Come accennato, la ricerca ha dimostrato che la proteina spike si accumula nella milza e nelle ovaie delle donne.
Senza dubbio, l’infiammazione nelle ovaie non è una buona cosa. Gli uomini riportano anche testicoli gonfi, e questo potrebbe essere indicativo di infiammazione. I dati preliminari mostrano che le donne che ricevono il vaccino entro le prime 20 settimane di gravidanza hanno un tasso di aborto spontaneo dall’82% al 91%.5 Ci sono anche rapporti VAERS che descrivono danni fetali. Naturalmente, potrebbe anche compromettere la fertilità futura.
Come descritto in precedenza, alcuni anticorpi prodotti dal vaccino possono reagire alle proteine umane. Una proteina simile alla proteina spike che gli anticorpi attaccano è la sincitina, che è essenziale per la fecondazione dell’ovulo. La preoccupazione è che gli anticorpi possano attaccare e distruggere la sincitina, interrompendo e impedendo così l’impianto nella placenta.
Omicron – Una benedizione sotto mentite spoglie?
I vaccini perpetuano anche il COVID, con varianti sempre nuove del virus.
“Nel primo articolo che Greg e io abbiamo scritto, abbiamo previsto che i vaccini avrebbero causato un aumento dell’emergere di varianti della proteina spike, versioni alterate del virus, sotto la pressione del vaccino”. Seneff dice.
“In effetti, mi sembra che sia quello che sta succedendo. Ma sono davvero fiduciosa con Omicron, perché Omicron sembra essere un virus più mite, ma incredibilmente infettivo. Imperverserà attraverso la popolazione e darà a tutti, essenzialmente, un vaccino. È un po’ come un vaccino naturale, credo.
[La ricerca] ha dimostrato che … avendo avuto Omicron, sei protetto, in una certa misura, da Delta. Delta sta scomparendo comunque, perché Omicron la sta cacciando. È davvero fantastico. Penso che Omicron sia il dono di Dio dal cielo”.
Tuttavia, tale benedizione potrebbe essere annullata in coloro che hanno ricevuto più vaccini COVID. Ogni dose erode la risposta immunitaria, in modo tale che diventa sempre più compromessa con ogni dose. Ancora una volta, questo ha a che fare con la soppressione dell’interferone di tipo 1, discussa in precedenza.
Cosa catalizza i danni negli atleti?
Più di 400 casi di gravi problemi cardiaci e morte sono stati segnalati anche tra gli atleti professionisti,6 che sono alcune delle persone più sane del pianeta. Quale meccanismo può spiegare questo fenomeno? Com’è possibile che i vaccini COVID possano causare danni sufficienti per eliminare i giovani con una biologia ottimizzata?
Seneff sospetta che essere in forma potrebbe causare più recettori ACE2 nel cuore e la porzione S1 della proteina spike SARS-CoV-2 si lega al recettore ACE2. Crede che la proteina spike venga consegnata al cuore attraverso gli esosomi, attraverso il nervo vago, e, ancora una volta, l’esosoma miR-155 è associato a problemi cardiaci.7
Inoltre, quando la proteina spike S1 si lega al recettore ACE2,8 disabilita il recettore. Quando si disabilita ACE2, si ottiene un aumento di ACE, che provoca ipertensione ed eleva l’angiotensina 2. Quando l’angiotensina 2 è sovraespressa, è possibile ottenere un’infiammazione intensa nel cuore. Sesei impegnato in uno sforzo intenso e il tuo cuore è infiammato, puoi innescare un arresto cardiaco, che è ciò che vediamo in molti di questi casi di atleti. Stanno crollando sul campo.
G-Quadruplex
Un altro punto focale dell’articolo di Seneff e McCullough è qualcosa chiamato G4 o G-quadruplexes.
“I G-quadruplex sono davvero affascinanti e non ho molta padronanza di essi”, Seneff dice. “È una biologia difficile, ancora più difficile di molte altre cose che ho letto …
I G4 sono fondamentalmente una disposizione di [guanine]. Le guanine sono uno dei quattro nucleotidi che compongono il DNA o l’RNA. Guanine è la G nel G4. Quello che succede è che una sequenza di nucleotidi su un DNA o una stringa di RNA può ripiegarsi su se stessa e formare G-quadruplex. Sono quattro guanine, in punti diversi della proteina, che si riavvolgono e si attaccano insieme.
C’è un metallo nel mezzo – spesso potassio o calcio – che aiuta a stabilizzare questi G4. La cosa interessante è che rendono l’acqua intorno a loro strutturata. Fanno acqua gelificata [aka acqua della zona di esclusione (EZ)] …
Quei G4 possono formarsi nel DNA, e questo in realtà impedisce che diventi attivo. [Il DNA] non viene convertito in RNA, e non produce proteine se ha quei G4. Probabilmente, l’acqua EZ non permette a nulla di avvicinarsi. Pensalo come se fosse bloccato in un gel.
Ci sono molti G4 nelle regioni promotrici di queste sequenze di DNA e ci sono molte proteine che hanno questi G4 nella loro regione promotrice. È interessante notare che ci sono alcune proteine che possono svelarle. Ci sono proteine che possono legarsi a loro e causare l’annullamento del G4, e che attiva o consente alla proteina di essere espressa.
È un elemento regolatore che controlla quali proteine vengono espresse dal DNA. Molte delle proteine che hanno questi G4 nel loro promotore sono oncogeni del cancro. Finché rimangono gelificati, sono inattivi, ma se si sbloccano, diventano attivi.
Si scopre che le proteine prioniche … [sono] fatte di RNA, e l’RNA ha questi G4. La proteina può legarsi ai G4 nell’RNA ed entrambi reagiscono. La teoria è che la proteina diventi simile al prione. Queste proteine prioniche hanno due modi di essere, uno è sicuro e uno non è sicuro, e i G4 aumentano il rischio di misfolding della proteina prionica.
La presenza di quei G4, e l’incontro con quei G4, aumenta il rischio di misfolding nella configurazione simile a prioni.9 La cosa interessante è che la proteina spike è una proteina simile ai prioni. L’RNA che hanno costruito per il [vaccino COVID], hanno fatto qualcosa chiamato ottimizzazione del codone, che ha comportato l’inserimento di molte più guanine nell’RNA rispetto al virus originale. Hanno migliorato la guanina.
Migliorare la guanina significa aumentare il numero di G4, il che significa aumentare il rischio che la proteina spike si pieghi in una proteina simile al prione. Penso che i G4 aumentino il rischio, il pericolo che la proteina spike [agisca] come una proteina simile ai prioni.
Ma non sappiamo davvero quale sarà la conseguenza di avere tutti questi RNA G4 nel citoplasma. Abbiamo un numero enorme di questi RNA fermi lì con i loro G4. Cosa farà questo al resto del processo normativo G4? Non lo sappiamo. Nessuno lo sa. Nessuno ne ha idea”.
Sommario
Per riassumere il punto centrale dell’ultimo articolo di Seneff diremo che:
Il vaccino COVID causa la soppressione dell’interferone alfa, che indebolisce il sistema immunitario. In effetti, le autorità di regolamentazione dell’Unione europea stanno ora avvertendo che i ripetuti richiami di vaccino COVID possono indebolire l’immunità generale.10
Il meccanismo principale è la compromissione della risposta dell’interferone alfa, che è essenziale per la corretta attivazione del sistema immunitario innato, dell’immunità cellulare, principalmente delle cellule T e delle cellule killer. Quando funziona correttamente, la cellula lancia la risposta all’interferone di tipo 1 non appena viene infettata da un virus.
Innesca l’ingresso delle cellule immunitarie, uccide il virus e rimuove i detriti. Questo attiva la componente umorale del sistema immunitario, la produzione di anticorpi, che richiede più tempo. (Ecco perché dicono che non sei protetto fino a 14 giorni dopo l’iniezione.)
In che modo l’interferone di tipo 1 viene soppresso dal vaccino? È soppresso perché l’interferone di tipo 1 risponde all’RNA virale e l’RNA virale non è presente nel vaccino COVID. L’RNA viene modificato per assomigliare alla molecola di RNA umana, quindi la via dell’interferone non viene attivata. Peggio ancora, la via dell’interferone è attivamente soppressa dal gran numero di proteine spike prodotte dall’mRNA nel vaccino e dai microRNA negli esosomi rilasciati dalle cellule immunitarie stressate.
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]