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Ecco cosa cambia in merito all’utilizzo del Green Pass da venerdì 1 aprile 2022, le nuove regole per negozi, lavoro e trasporti. Il Governo  sembra aver capito che l’epidemia è ormai diventata endemica, quindi qualcosa con cui dovremmo convivere (senza continuare a esasperare i cittadini).

Dal 1 aprile, per prima cosa, decade l’obbligo del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Questo obbligo resta però in vigore per il personale sanitario. Medici e infermieri non vaccinati rischiano dunque ancora la sospensione senza stipendio. Capitolo scuola. Per docenti e insegnanti l’obbligo vaccinale resta però fino al 15 giugno. Però, dal primo aprile potranno, almeno recarsi al lavoro, anche se saranno destinati ad incarichi non a contatto con gli studenti.

Inoltre, con l’inizio del nuovo mese, per entrare nei ristoranti, anche al chiuso, servirà solo il green pass base. Questo, lo ricordiamo, è ottenibile anche tramite tampone (rapido o molecolare) negativo. In un primo momento, nella bozza del decreto, era stata prevista questa possibilità solo per i ristoranti all’aperto. Ma alla fine il Governo è tornato sui propri passi, cambiando idea. Il comma 2 dell’articolo 6 del Dl, prevede infatti che l’accesso con il green pass base sia concesso ai “servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso, da qualsiasi esercizio, ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati”.

Vediamo ora in dettaglio tutte le nuove regole in vigore da venerdì 1 aprile 2022, quando, finalmente (è il caso di dirlo) andranno al macero molte di quelle regole, alcune complicate, altre assurde, che ci hanno accompagnato in questi mesi.

Green pass 1 aprile: scuola
Iniziamo dal capitolo più importante, quello della Scuola. Sì, perché in questi mesi l’Istruzione non è mai stata un diritto, al contrario della Salute (che invece si è innalzato a Diritto Principe dopo anni di tagli). Con l’inizio del nuovo mese, restano le mascherine ma basta la chirurgica. Non si renderà più necessaria la quarantena per gli alunni asintomatici e tornano le gite. La dad rimarrà solo per gli studenti positivi. Nelle Università è necessario il green pass base almeno per tutto aprile.

Green pass 1 aprile: trasporti
Dal 1 aprile si potranno usare i trasporti pubblici (autobus, metropolitano, aerei e treni) con il Green pass base. Tuttavia rimane necessario ancora per tutto il mese indossare la mascherina Ffp2.

Green pass 1 aprile: negozi e centri estetici
Il Green pass non verrà più richiesto per accedere a negozi e servizi alla persone, come per esempio estetisti e parrucchieri. Anche qui però resterà l’obbligo di indossare una mascherina.

Quarantena dal primo aprile
Cambia anche la Quarantena, che ci saluta quasi del tutto. Chi ha avuto un contatto con un positivo, infatti, non sarà più costretto a restare chiuso in casa. Avrà solo l’indicazione di tenere una mascherina Ffp2 indossata per 10 giorni.

Il Giornale d’Italia

24 Febbraio 2022 – Redazione

Grottesca decisione del ministro della Salute: da marzo gli stranieri extra Ue potranno arrivare e muoversi con il tampone. A noi invece è richiesto il lasciapassare rafforzato, cioè l’obbligo vaccinale mascherato. Come se il virus avesse il passaporto. Mario Draghi sconfessa Roberto Speranza: ad aprile stop emergenza. Allora cancelli divieti e green pass.

Se c’era un modo per dimostrare che il green pass non ha alcuna validità scientifica, ma al contrario ha una ragione esclusivamente politica, quel noto scienziato che risponde al nome di Roberto Speranza lo ha trovato. Pressato dalle riaperture decise da tutti i Paesi del mondo, e soprattutto dalla necessità di consentire l’arrivo dei turisti stranieri in vista della primavera e dell’estate, il ministro della Salute ha firmato una circolare che permette l’accesso in Italia anche a chi ha un green pass che da noi è considerato scaduto: basta che si faccia il tampone. Sì, si può non essere immunizzati come da regola ma varcare il confine dopo essersi sottoposti a un semplice test rapido che certifichi la negatività al Covid.

In pratica, dal primo di marzo ai turisti sarà consentito ciò che agli italiani è negato. Già, perché se il provvedimento di Speranza abilita la libera circolazione di uno straniero con il green pass base, quello che si ottiene a seguito della vaccinazione, della guarigione oppure con un antigenico, non si capisce perché a un cittadino del nostro Paese sia impedito di prendere un mezzo pubblico o di entrare in alberghi e ristoranti senza esibire il certificato vaccinale. Ancor più incomprensibile diventa l’obbligo del green pass rafforzato nelle tante circostanze in cui è richiesto. Ma se a un turista è concesso di andare a spasso per la Penisola, prendere il treno o il traghetto, mangiare al ristorante o fare colazione al bar con un semplice tampone, perché un povero cristo di operaio over 50 deve essere sospeso dal lavoro e di conseguenza dallo stipendio se non si è vaccinato?

La domanda è legittima e anche un bambino capisce che non si tratta di difendere la salute delle persone, di evitare la circolazione del virus, l’aumento dei contagi e tutto ciò che ci è stato raccontato finora. Il green pass, così come è stato congegnato dai burocrati del ministero di cui si è circondato Speranza, risponde solo a un’esigenza: costringere gli italiani a vaccinarsi a qualsiasi costo, anche a quello di privare dei cittadini di alcuni diritti fondamentali, come il lavoro (sul quale, sia detto per inciso, è fondata la Repubblica) e la libertà di circolazione. Sì, il passaporto verde non è quella «garanzia di non contagiarsi e non contagiare» che era stata promessa dal presidente del Consiglio e da ministri e sottosegretari. Semplicemente, è uno strumento per rendere complicata la vita delle persone e in tal modo indurle a offrire il braccio alla patria. Il lasciapassare da esibire per accedere ai mezzi pubblici e al chiuso era ed è un modo per aggirare l’obbligo vaccinale e dunque esentare lo Stato da qualsiasi responsabilità in caso di effetti collaterali dovuti alla vaccinazione. Fino al 15 febbraio non esisteva una disposizione che costringesse gli italiani a vaccinarsi e solo una settimana fa è scattata la disposizione che introduce la regola del siero per gli ultracinquantenni. Tutti, prima di ricevere l’iniezione anti Covid, sono costretti a firmare un consenso informato che di fatto sgrava da ogni responsabilità il vaccinatore, e di conseguenza la struttura che esegue, per conto dello Stato, la puntura. Ma per evitare che gli italiani rifiutino di sottoporsi al trattamento si è inventato il green pass, ossia un sistema per convincere anche i più recalcitranti a vaccinarsi. Naturalmente si può essere d’accordo o meno su questo modo di procedere e noi, come abbiamo spiegato più volte, non lo siamo, perché riteniamo che in altri Paesi, vedi la Gran Bretagna, si siano raggiunti risultati di contenimento del virus migliori dei nostri senza ricorrere a questi metodi e senza calpestare i diritti costituzionali. Tuttavia, se si è imboccata questa strada, a nostro parere illegittima, diventa incomprensibile il via libera per i turisti. A contagiare e contagiarsi sono forse solo gli italiani, mentre gli stranieri sono immuni per definizione? Come si può spiegare, e soprattutto accettare, che per chi visita il nostro Paese basti il tampone per accedere al ristorante e a un italiano sia richiesto il green pass e l’attestazione di essere vaccinato? Il virus forse distingue a seconda della nazionalità? Il turista non lo contagia mentre l’italiano sì? L’illogicità è evidente, ma soprattutto è lampante l’arbitrarietà dei criteri introdotti da Speranza. Del quale è sempre più ingiustificabile la presenza nell’attuale governo ed è manifesto il contrasto che lo contrappone al presidente del Consiglio. Mentre il ministro della Salute continua a predicare sciagure e a difendere misure che non hanno senso, Mario Draghi parla di fine dello stato d’emergenza entro il 31 marzo. Ma se il premier promette di rimuovere «le restrizioni residue alla vita dei cittadini e delle imprese», perché «la situazione epidemiologica è in forte miglioramento», che senso ha insistere con una misura come il green pass, che non solo non è uno strumento sanitario, ma ha validità solo per i cittadini italiani e non per chi arriva da fuori? Possibile che il cittadino di una Repubblica che si dice democratica abbia meno diritti di chi non lo è? Nel giornale di oggi, Federico Novella si occupa del nuovo presidente della Consulta, ossia di Giuliano Amato, il quale ha di recente parlato di molte cose, esprimendo la sua opinione su leggi e referendum. L’ex presidente del Consiglio ora a capo della Consulta, un tempo era noto con il soprannome di door Soile, ma qui non c’è nulla di soile, ma molto di grossolano. Anzi, di insopportabilmente rozzo.

22 Febbraio 2022 – Redazione

“È destituita di ogni fondamento l’affermazione che il Garante per la protezione dei dati personali abbia rallentato o bloccato l’attuazione della norma che individua le sanzioni per i cittadini e i lavoratori ultra 50enni sottoposti all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19”.

Inizia così la nota del Garante della Privacy a proposito dell’obbligo vaccinale e delle sanzioni previste per gli over 50.

Difatti, la relativa norma (d.l. n. 52/2021) – che dà attuazione alle disposizioni in tema di certificazioni verdi Covid-19 e di obblighi vaccinali per cittadini ultracinquantenni – spiega il Garante -, nonché per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori – è entrata in vigore il 1° febbraio 2022, ma il Ministero della salute ha inviato al Garante la richiesta di parere sullo schema di decreto che dà attuazione a tale quadro normativo solo in data 15 febbraio 2022.

Il Garante – continua la nota – si è occupato della questione con la massima urgenza, rilasciando il parere positivo sullo schema di decreto oggi stesso, dopo due soli giorni dalla ricezione della documentazione.

Il testo del decreto, che già recepisce le indicazioni fornite dal Garante nel corso dell’istruttoria e le considerazioni espresse durante la specifica audizione in Parlamento, prevede che i trattamenti di dati personali connessi all’attuazione dell’obbligo vaccinale e alle nuove modalità di verifica del green pass in diversi contesti (scuola, lavoro) avvengano nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, adottando misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche.

22 Febbrsio 2022 – Redazione

L’esecutivo tentenna ancora in Aula sulla conversione dei decreti Covid. Panico in maggioranza: il Carroccio vota con Fdi ed ex M5s. Fallito il blitz leghista sullo stop al green pass: Fi astenuta. Ma la credibilità di virologi e talebani è nulla: Mario Draghi deve tenerne conto.

Il flagello dei virologi, a quanto pare, è destinato ad accompagnarci anche nel caso in cui il Covid dovesse sparire. Non contenti di averci devastato mattina e sera, comparendo a reti unificate negli ultimi due anni, i cosiddetti esperti di epidemie pur di non ritornare nell’anonimato da cui provengono, si dichiarano pronti a entrare in politica.

Walter Ricciardi, il prezzemolino di Roberto Speranza, il quale dice che il ministro della Salute è troppo di sinistra per i suoi gusti (figuratevi per i nostri), si è già accasato con Carlo Calenda, entrando a far parte del direttivo del microscopico partito dei Parioli fondato dall’europarlamentare ed ex candidato sindaco di Roma. Matteo Bassetti, altra virostar che non si perde un talk show, ma neppure un’ospitata nei programmi di infotainment e un’intervista ai settimanali di gossip, in attesa di partecipare al Grande fratello Vip si dice disponibile a far parte di un governo, precisando però solo in qualità di tecnico. Fabrizio Pregliasco, già noto per essersi candidato al festival di Sanremo insieme con il suddetto Bassetti e con il collega Crisanti cantando una versione anti coronavirus di Jingle bells, assicura di essere democristiano fin nel midollo e dunque si capisce che aspira a un futuro ruolo nella formazione di centro che i vari TotiBrugnaroCesaLupi e compagnia bella vorrebbero fondare insieme con Matteo Renzi.

Insomma, se anche il 31 marzo il governo dovesse decidere di abolire lo stato di emergenza, purtroppo l’emergenza virologi pare destinata a proseguire. Del resto, sono in tanti a non rassegnarsi all’idea di voltare pagina e rinunciare alla stagione degli allarmi e delle previsioni nefaste. Se Ricciardi a dicembre dello scorso anno paventava 40.000 morti nel solo mese di febbraio, vincendo il premio di Cassandra dell’anno, ma soprattutto dimostrando di non avere nessuna fiducia nel vaccino di cui per altro è diventato uno straordinario propagandista, molti altri per non perdere visibilità sognano una pandemia permanente. Infatti, mentre quasi tutti i Paesi del mondo si danno da fare per ritornare alla normalità e ripristinare la libera circolazione (l’ultimo in ordine di tempo è Israele, che ha annunciato per il primo di marzo la fine delle restrizioni per i turisti non vaccinati), da noi i burocrati della Sanità si aggrappano con le unghie e con i denti al green pass e ai divieti. Invece di riconoscere che il certificato verde è stato un fallimento e un’inutile complicazione per la vita degli italiani, Speranza e compagni si danno da fare per estendere il passaporto vaccinale oltre ogni ragionevole data, allungando all’inverosimile gli obblighi e paventando una vaccinazione di massa con la quarta dose.

Gli irriducibili della siringa non paiono rendersi conto della realtà, e cioè che la maggioranza degli italiani ormai da tempo non si fida più di loro. Lo dimostra il dato delle terze dosi, fermo da tempo a 36 milioni nonostante le seconde dosi sfiorino i 50 milioni. A conti fatti significa che, nonostante gli appelli e sebbene il governo abbia introdotto il green pass rafforzato per il lavoro e per gli ingressi al chiuso, ci sono quasi 14 milioni di italiani che, pur non essendo contrari al vaccino, non si fidano più. Le troppe balle sparate in tv e sui giornali (passerà alla storia quella di Sergio Abrignani, il quale al Corriere della Sera garantì che con il booster gli italiani non avrebbero avuto problemi di Covid per 5 o 10 anni), invece di indurre i connazionali ad affrettarsi a porgere il braccio, li hanno spinti a prendersi una pausa, in attesa di poter valutare meglio. Senza contare che ci sono ancora 5 milioni di italiani che, nonostante siano stati oggetto di ogni tipo di vessazione, hanno comunque deciso di non vaccinarsi. Per poi non parlare della campagna per i minori, che malgrado le pressioni sui genitori, tuttora langue.

Sì, aver garantito che con due dosi di vaccino il Covid sarebbe stato debellato e con tre pure annientato, alla fine ha prodotto una reazione uguale e contraria, ovvero di diffidenza. Non tanto contro la puntura, quanto contro chi la raccomanda, che si tratti di un virologo, di un politico o di un giornalista, i quali sembrano talmente imbevuti di un’ideologia «vaccinara» da non capire più ciò che è accaduto e sta accadendo.

Ma se abbiamo perso la speranza che ministri e cronisti capiscano, vista la faziosità che li guida, ci permettiamo di appellarci al presidente del Consiglio, il quale anche ieri sul green pass e lo stato di emergenza ha visto vacillare la sua maggioranza. Non serve alzare la voce a Palazzo Chigi, bisogna alzarla con chi non comprende che non si può proseguire in uno stato di calamità perenne, soprattutto se l’emergenza non ha prodotto risultati. La Johns Hopkins University ha calcolato che, nonostante le misure adottate, l’Italia ha avuto 252 morti ogni 100.000 abitanti e la Gran Bretagna, che ha fatto il contrario di ciò che abbiamo fatto noi, non introducendo né green pass né obbligo vaccinale, ne ha avuti 240. Che altro aggiungere? Il problema non è la tenuta del governo Draghi, ma per quanto tempo Draghi si terrà Speranza come ministro della Salute.

Fonte: Maurizio Belpietro – La Verita’

22 Febbraio 2022 -Redazione

Nel 2021 la Gran Bretagna ha registrato una crescita economica superiore a quella di tutti gli altri Paesi del G7. Il prodotto interno lordo (PIL) britannico registra una crescita record, pari al 6,5% nel 2021, a fronte dell’iniziale stima del 4,0%. Ma da cosa è dipeso questo boom?

Il boom britannico

Non solo sviluppo economico, l’isola britannica, infatti, può sorridere anche guardando ai dati sulla disoccupazione: la cancelleria dello Scacchiere presenta una riduzione secca delle previsioni sulla disoccupazione, che scende al 4,1% contro il 12% temuto durante la fase dei lockdown; scendono i disoccupati richiedenti un sussidio (claimant count), che a gennaio sono risultati in diminuzione di 31.900 unità, dopo aver riportato un calo di 51.600 unità a dicembre. Il dato è pubblicato dall’Office for National Statistics.

Addirittura si impenna anche il tasso di crescita dei salari medi.

Effetto Brexit

Un simile sviluppo non si vedeva dal dopoguerra. Già nel maggio scorso infatti, come ci racconta la BBC, le previsioni della Banca d’Inghilterra definivano un quadro ben preciso: l’economia del Regno Unito godrà della sua crescita più rapida in oltre 70 anni nel 2021 con l’abolizione delle restrizioni Covid-19. I dati odierni consolidano quello che può essere definito un vero e proprio successo da parte della politica d’oltremanica, figlio delle strategie di riapertura precoce durante la gestione pandemica, dell’assenza di misure altamente dannose come il Green Pass e, soprattutto, della dissociazione dalla gabbia europea sancita tramite la Brexit.

Alla luce di questi dati appare solare come una ragionata gestione politica di un Paese faccia tutta la differenza di questo mondo sulla salute del Paese stesso. In Gran Bretagna, infatti, spesso è stata seguita la “linea morbida” sulle restrizioni, limitando il meno possibile i diritti fondamentali dei cittadini, non creando mai discriminazioni di alcun genere tra vaccinati e non vaccinati e, soprattutto, non introducendo mai misure limitative sulla possibilità di esercitare il proprio mestiere. Tutto questo, unitamente al non essere sottoposti ai dettami di una Unione Europea che fino a oggi si è dimostrata tutt’altro che trasparente sulle scelte sanitarie ed economiche, ha fatto sì che il popolo britannico tornasse alla tanto agognata normalità ben prima degli omologhi europei, provocando quell’effetto elastico sull’economia che oggi siamo qui ad esporvi.

Fonte: IlParagone

18 Febbraio 2022 – Redazione

Lo spauracchio delle multe ai non vaccinati over 50 si sta rivelando un triste bluff. Finora, infatti, non è stata emessa – grazie al cielo – neanche una sanzione. Il meccanismo delle multe per gli over 50 che non si sono piegati all’antidemocratico obbligo vaccinale è ufficialmente partito il primo febbraio ma di fatto solo sulla carta. Come racconta Alessandra Ziniti su Repubblica (pensate, è Repubblica stessa a parlare di “bluff”), “le prime multe ‘una tantum’ da 100 euro arriveranno quando l’obbligo sarà già finito, oltre il 15 giugno. Anche perché si è messo di mezzo anche il garante della privacy che deve ancora valutare se è legittimo che gli elenchi di non vaccinati possano essere resi noti ad altri soggetti. Il classico paradosso all’italiana: prima si fa la legge e poi si valuta la sua applicabilità”. 

Sono circa 1,4 milioni gli italiani che – all’ultimo report governativo – risultano ancora totalmente scoperti dalla vaccinazione e che dunque si aspettano di ricevere in automatico l’annunciata sanzione una tantum di 100 euro. “I sanzionabili però, a ruota, potrebbero essere di più visto che l’obbligo per gli over 50 scatta anche per la seconda e terza dose che vanno fatte entro i tempi previsti, quelli cioè certificati dalla scadenza del Green Pass. Ma dall’Agenzia delle entrate per la riscossione, deputata a far partire le sanzioni, nulla si è mosso. Semplicemente perché nessuno ha comunicato loro chi sono i cittadini da multare”.

L’Agenzia è infatti solo l’ultimo anello di una lunga e tortuosa catena burocratica. “Le multe per chi non si vaccina – ben lontano da fare ulteriore pungolo – restano solo sulla carta”. E perché? Per capirlo è necessario spiegare come dovrebbe funzionare il meccanismo: “Tutto parte dal Sistema tessera sanitaria dove vengono registrate le vaccinazioni dei cittadini. Tocca alla Sogei, società informatica a cui il ministero dell’Economia ha affidato la gestione, incrociare i dati con i codici fiscali dei cittadini e inviare al ministero della Salute l’elenco degli over 50 che non risultano in regola con le vaccinazioni. Dal ministero della Salute l’elenco dovrebbe essere girato all’Agenzia delle entrate”. Ma Sogei e garante della privacy stanno ancora seduti attorno a un tavolo a capire se sia possibile far circolare questo tipo di informazioni.

Dunque l’elenco degli over 50 non vaccinati per il momento non esiste. “Se e quando sarà trovata la quadra sul punto, neanche la trasmissione dei nominativi all’Agenzia delle entrate basterà a far scattare la sanzione. Si comincia infatti con l’avvertimento. Chi riceve l’avvertimento ha tempo 10 giorni per documentare alla Asl di riferimento eventuali giustificazioni. Altri 10 giorni passano perché dalla Asl la verifica sullo stato del cittadino non vaccinato torni al ministero della Salute. Da dove, come un gioco dell’oca, ripartiranno verso l’Agenzia delle entrate gli elenchi delle persone effettivamente sanzionabili. A questo punto la multa segue lo stesso iter e gli stessi tempi di una contravvenzione stradale. dunque notifica entro 180 giorni. A cui possono aggiungersi i tempi di un eventuale ricorso. Dunque, bene che vada siamo all’autunno se non addirittura all’inverno quando – si presume – l’obbligo vaccinale per gli over 50 sarà già alle spalle da un pezzo”.

Fonte: IlParagone

18 Febbraio 2022 – Redazione

Il primo ministro israeliano ha annunciato la fine del green pass vaccinale, lasciando praticamente solo l’Italia a finire il suo ruolo di cavia mondiale di Big Pharma Usa.  Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha annunciato giovedì 17 febbraio che l’obbligo di mostrare il lasciapassare quale prova dell’avvenuta vaccinazione per accedere in vari siti sarà presto revocato, mentre l’ondata di contagi diminuisce sensibilmente.

Israele era stato uno dei primi pionieri, (laboratorio cavia mondiale) di una massiccia campagna vaccinale e tra i primi paesi a richiedere un certificato di vaccinazione, che ha chiamato il pass verde, (il super green pass italiano) per entrare in una serie di strutture. Bennett ha detto che con un chiaro calo sia del numero di casi gravi di Covid che del numero di infezioni confermate, rappresenta un “buon momento” per eliminare l’obbligo di passaporto vaccinale. Il green pass ha permeato la vita israeliana per gran parte dell’anno scorso, obbligatorio per entrare in bar, ristoranti, alberghi, palestre e luoghi di culto, tra gli altri siti. Nonostante la falsa narrazione comparativa dei media italiani tra Italia e Israele, non è mai stato impedito ai non vaccinati di lavorare o prendere mezzi di trasporto pubblici, né li si è lasciato senza mezzi di sostentamento. Migliaia di israeliani si sono riversati a Gerusalemme da tutto il paese lunedì 14 febbraio in un “convoglio per la libertà” contro le restrizioni del coronavirus, che rispecchiava simili proteste di blocco del traffico in Canada, in Francia e in tutto il mondo. I manifestanti hanno suonato i clacson delle loro auto e sventolato bandiere canadesi e israeliane mentre si dirigevano verso la sede del governo israeliano. Da quando è entrato in carica nel giugno dello scorso anno, Bennett ha promesso di mettere la salute dell’economia israeliana in prima linea nella sua risposta alla pandemia, insistendo sul fatto che lo avrebbe fatto, che non avrebbe soffocato gli affari con restrizioni draconiane. ( Forse intendeva dire dragoniane….). Il suo governo aveva già iniziato all’inizio di questo mese a rivedere  i requisiti del certificato sanitario, limitando i siti in cui era obbligatorio. Quando fu per la prima volta rilevata la variante Omicron, Bennett ha però ordinato la chiusura del Paese ai viaggi per e da Israele, dicendo che il paese doveva prepararsi per l’ondata in arrivo. “Siamo stati i primi ad agire e chiudere i cieli con l’inizio dell’ondata. Ora stiamo gradualmente allentando le restrizioni”, ha dichiarato il premier in una dichiarazione. Il mese scorso, in alcuni giorni, Israele ha visto più di 80.000 nuovi casi di Covid, dimostrando come nel caso dell’Italia di Speranza l’inutilità assoluta del Green Pass. 

Fonte: Agata Iacono (L’Antidiplomatico)

24 Gennaio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Molti cittadini di Biella del gruppo «Articolo 3» in riferimento alla Costituzione Italiana, nei giorni scorsi, si sono dati appuntamento all’ingresso della caserma dei carabinieri mettendosi in coda, per poi presentare una denuncia ciascuno nei confronti del presidente del consiglio Mario Draghi. A preparare per tutti la querela già prestampata un avvocato di Genova. Draghi sarebbe stato denunciato, sulla base dell’articolo 610 del codice penale che recita, «chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni».

Il tutto riferito ai vari decreti liberticidi che non servono a evitare la diffusione del coronavirus. Un’azione organizzata dal gruppo biellese, in contemporanea con altre decine di gruppi con le stesse finalità, formatisi in tutta Italia.

Ma molte altre denunce stanno fioccando anche contro il generale Figliuolo, con l’accusa di “crimini contro l’umanità, omicidio colposo, abuso di autorità, violenza privata, procurato allarme e diffusione di notizie false, sequestro di persona è discriminazione”

L’appello, quindi, è quello di invitare gli italiani a mobilitarsi su questo fronte, inondando a più non posso di denunce questure e caserme.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/cittadini-in-coda-per-denunciare-draghi-sta-violando-larticolo-610-del-codice-penale/

22 Gennaio 2022 – Redazione Co.Te.Li

IO NON CE L’HO CON SANREMO E LA RAI, REALTÀ CHE CONOSCO FIN TROPPO BENE! IO CE L’HO CON VOI, ESSERI UMANI IDIOTI, CHE NON AVETE ANCORA CAPITO UN TUBO DEI MESSAGGI RAZZISTI, NAZISTI E FASCISTI CHE LO STATO VI STA INVIANDO! E QUESTA VOLTA, SE LA CAPIENZA DELL’ARISTON SARÀ SODDISFATTA NELLA SUA TOTALITÀ, A CHI DARETE LA COLPA? AI NON VACCINATI? CARI LOBOTOMIZZATI, DORMIENTI, DEFICIENTI SERIALI SENZA SPERANZA, MAGARI PROPRIETARI DI RISTORANTI, CINEMA E DISCOTECHE, QUESTA VOLTA, LEGGENDO LA NOTIZIA, CON CHI VE LA RIFARETE? AVETE ROTTO IN TUTTI I SENSI E IN TUTTI I MODI. SIAMO VICINI AL BARATRO COME TUTTA QUESTA NARRATIVA, E VORRÒ PROPRIO VEDERE LE VOSTRE FACCE DA EBETINI, LAMENTARVI PER ESSERE STATI FREGATI! QUANDO VI SVEGLIERETE, PRETENDERETE, ANCHE, DI ESSERE ASCOLTATI CON LE VOSTRE LAMENTELE! SIETE VOI I LADRI DI FELICITÀ E I PORTATORI DI DISCORDIA. E VANTATE ANCHE TITOLI DI STUDIO?! CERTO! AVENDO IMPARANDO A PAPPAGALLO, SENZA CERVELLO, QUATTRO NOZIONCINE DI REGIME PER INTASCARVI UN TRENTA E LODE! POVERA ITALIA! MA CHI HA ANNACQUATO IL NOSTRO SANGUE CHE HA DATO I NATALI ALL’ECCELLENZA ITALIANA?! RIMBAMBITI ANZITEMPO DI OGNI ETÀ, IN REALTÀ CHI SIETE E DA DOVE VENITE?!!!!!! AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA!

Marzia Mc Chiocchi

LA NOTIZIA ⤵️

Perché Sanremo è Sanremo”. Udite, udite, al teatro Ariston non varranno le regole anti-Covid valide per tutti gli altri. Non ci sarà infatti il limite della capienza, non ci sarà alcun distanziamento del pubblico in sala, e quelle duemila poltrone rosse saranno tutte felicemente occupate al chiuso. Ci sarà da esibire il Super green pass all’entrata, certo. Sull’obbligo di uso della mascherina, invece, ancora non è dato sapere. Ah!!!!!! Altro dato importante: nessun tampone per gli spettatori in sala. E le regole che invece incombono sulle altre strutture, edifici, cinema, teatri, palazzetti e stadi? No. Sanremo è Sanremo.

La Rai ha inoltre previsto il noleggio di una nave Costa sulla quale, è stato precisato, verrà allestito uno studio tecnico-regia mentre non è prevista la ristorazione. E come mangia la truppa televisiva? C’è puzza di un’altra bugia. Quel che è certo è che Sanremo, con l’Ariston senza limitazioni, è decisamente in controtendenza con gli stadi ci calcio, ad esempio, aperti soltanto a 5.000 spettatori e tutti distanziati nonostante quello almeno sia un luogo all’aperto e non al chiuso. Ma alle contraddizioni totali ormai siamo tristemente abituati. Chiedere ai ristoratori, la categoria più colpita dalle follie di Conte prima e Draghi poi, per farsi un’idea. 
L’annuncio trionfale di ieri, sull’Ariston aperto al cento per cento, ha fatto però storcere il naso a tanti. A molti è sembrato come se di colpo nulla sia accaduto e nulla possa ancora accadere. Ma solo per alcuni. Per tutti gli altri, invece, la triste realtà con le sue restrizioni e le sue azioni liberticide è ancora pienamente in corso. Anche su questo sarebbe bene che Speranza, Draghi e tutto il coro (non quello dell’Ariston) dessero qualche spiegazione. I cittadini ne hanno le scatole piene di queste ripetute prese in giro.

Fonte: ANSA e Il Paragone ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/01/20/sanremo-capienza-al-100-e-per-il-pubblico-super-green-pass_3b6bc111-8d16-4384-ab17-5d9c8c25dbdc.html

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/perche-sanremo-e-sanremo-capienza-totale-e-nessun-distanziamento-e-le-regole-anti-covid/

20 Gennaio 2022 – Fonte: IlParagone

Fabrizio Pregliasco, virologo-divo del piccolo schermo italiano in epoca Covid e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, è stato sentito in procura dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in merito allo scandalo sollevato dalla trasmissione Fuori dal Coro, che aveva raccolto le testimonianze di pazienti non vaccinati che si erano visti spostare degli interventi chirurgici proprio perché sprovvisti del Super Green pass.

L’audizione, come riportato dalla testata Il Giorno, è stata richiesta dalla responsabile del dipartimento “Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro”. In queste ore, il virologo si era difeso dalle accuse spiegando all’Agi di aver dato “indicazione ai curanti di fare una valutazione rispetto al rischio di fragilità dei pazienti per riorganizzare e ottimizzare le sale operatorie per gli interventi più urgenti”. Secondo Pregliasco “l’eventuale scopertura vaccinale espone il paziente a un maggior rischio e avendo spazi limitati e cento posti letto in meno, per garantire tutta l’attività per i Covid si è resa necessaria una riorganizzazione degli interventi”.

Pregliasco aveva sottolineato come, comunque, tutti gli interventi urgenti in programma al Galeazzi di Milano siano stati effettuati per tempo e che gli slittamenti avrebbero interessato soltanto operazioni considerate “di minore importanza”. Intervistato dal giornalista Francesco Borgonovo per La Verità, Pregliasco era però finito nuovamente nella bufera per aver tentato di giustificare così la sua scelta: “Se arrivasse un paziente obeso lo rimanderemmo indietro? Se ha dei problemi sì, c’è una classificazione anestesiologica”.

Una frase, quella del medico, che ha fatto sbottare ulteriormente gli utenti sui social, arrivati a parlare di una vera e propria “apartheid medica” attuata da Pregliasco all’interno della struttura milanese. Il diretto interessato aveva sottolineato come la sua struttura, al pari di tutte quelle italiane, “fosse in grave difficoltà” in questi mesi di pandemia, rendendo necessarie scelte sui pazienti cui dare la priorità. Una selezione che, a quanto pare, tende però a escludere sistematicamente i non vaccinati.