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Avevamo per un attimo “sognato”… che un sussulto democratico, in rispetto  ed in onore della nostra Costituzione, avesse finalmente  “scosso” la coscienza di almeno una parte della magistratura… ultimo baluardo di legalità…  Invece… Ecco l’amara comunicazione:

RICHIESTA DI RETTIFICA AI SENSI DELL’ART. 8 LEGGE N. 47/1948. Al Direttore Responsabile a nome e per conto di MAGISTRATURA DEMOCRATICA, citata nell’articolo dal titolo “Magistratura dice no al Green Pass” che fa riferimento a un articolo dell’Osservatorio Permanente per la legalità costituzionale”, pubblicato sulla nostra rivista “Questione Giustizia” (https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-dovere-costituzionale-e-comunitario-di-disapplicazione-del-cd-decreto-green-pass), nell’ambito della rubrica “Tribuna aperta” (spazio dedicato, con ogni evidenza, alle opinioni anche difformi dalla nostra, come nel caso concreto). Le chiediamo di rettificare quanto scritto precisando che: “Magistratura democratica, sia pure nel rispetto della dialettica democratica che si sviluppa attorno a temi così importanti per la salute dei cittadini, considera la vaccinazione anticovid un onere, il cui mancato adempimento può giustificare una serie di calcolate restrizioni e limitazioni, adottate nell’interesse collettivo in vari ambiti della vita sociale (mobilità, accesso a luoghi pubblici, sedi di lavoro). All’onere di vaccinarsi si accompagna il dovere introdotto, dal 6 agosto u.s., anche nel nostro Paese, di attestarne l’adempimento con una certificazione pubblica, un pass o altro chiaro segno di riconoscimento per reintrodurre nella esperienza sociale le condizioni di almeno relativa sicurezza e di tranquillità compromesse dalla prosecuzione dei contagi. Magistratura democratica non condivide l’opinione di chi vuole tutelare, in modo irrazionale ed al di fuori del metodo scientifico, una idea di libertà individuale disgiunta dalla responsabilità collettiva e dalla realizzazione del bene comune, sentendo tra i suoi scopi primari la difesa dei più deboli per ragioni di salute, di giustizia sociale o di mezzi.” Le si chiede, pertanto, la pubblicazione della presente rettifica, ai sensi dell’art. 8 Legge citata.
Per conto dell’esecutivo di Magistratura democratica, il responsabile della comunicazione, Simone Marrucci

Questo ERA l’articolo: 

Anche Magistratura Democratica, una delle correnti più importanti della magistratura italiana, scende in campo contro il Green Pass istituito dal governo Draghi denunciandone la natura incostituzionale. Sulla sua rivista giuridica Questione Giustizia è stato pubblicato un documento intitolato:https://www.questionegiustizia.it/data/doc/2968/green-pass-e-costituzione-1.pdf che denuncia l’incostituzionalità del decreto governativo sia rispetto alla Carta italiana sia rispetto alla normativa europea.

I giuristi scrivono: “l’impressione è che con l’ultimo suddetto Decreto-legge, l’ordinamento giuridico italiano non recepirebbe le scelte del diritto europeo in materia di Green pass, ovvero la facilitazione della libertà di circolazione in sicurezza tesa a sopprimere la quarantena obbligatoria. Al contrario il d.l. n. 105/2021 sembrerebbe conferire al Green pass natura di norma cogente ad effetti plurimi di discriminazione e trattamento differenziato”.

Da ieri attraverso il decreto green pass si sono imposte limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini, a tal proposito i redattori del rapporto affermano: “saremo in presenza di trattamenti differenziati per andare al ristorante, al teatro, ai centri culturali, e già si parla di introdurli progressivamente anche per l’esercizio di diritti e doveri fondamentali, come andare a scuola o al lavoro”. Inoltre si fa presente quanto sia delicata la questione dei controlli da parte degli esercenti, altro nodo che riguarda anche la normativa sulla privacy: “appare di debole sostenibilità giuridica l’art. 3 comma 3 del decreto legge de quo che attribuisce ai titolari o gestori di servizi il potere di verificare l’accesso ai predetti servizi e attività e che ciò avvenga nel rispetto delle prescrizioni adottate”.

La rivista di Magistratura Democratica quindi prospetta che si stia realizzando un potere di polizia diffuso esercitato da persone che non hanno i titoli per farlo ed “esercitabile su libertà fondamentali”. Vengono così messe a repentaglio le “libertà costituzionali fondamentali (libertà personale e libertà di circolazione prime fra tutte) e violati principi costituzionali fondamentali come il principio di eguaglianza, il principio di legalità ed il principio della certezza del diritto”.

Sempre secondo Questione Giustizia: “il tema di fondo è come tutelare la salute nel rispetto della Costituzione, riuscendo a distinguere provvedimenti costituzionalmente orientati da provvedimenti che si muovono al di fuori del perimetro costituzionale”. Oltre a violare il dettato costituzionale il green pass quindi non è conforme alle direttive europee in quanto tali norme prevedono che il Green Pass non possa essere fonte di discriminazione nei confronti dei cittadini non vaccinati. 
FONTE:

https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-dovere-costituzionale-e-comunitario-di-disapplicazione-del-cd-decreto-green-pass

Vedi anche:

https://www.lapressa.it/articoli/societa/tegola-sul-green-pass-i-magistrati-ne-demoliscono-le-basi

https://www.ilsussidiario.net/news/decreto-green-pass-e-incostituzionale-magistratura-democratica-contro-norme-ue/2205357/amp/

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/magistratura-democratica-sembrava-dire-no-al-green-pass/

Fonte: Huffpost

Introdotto il green pass parte la corsa a smontarlo. Una strana coalizione formata da sindacati, Lega e parte del Movimento 5 stelle annuncia battaglia. Il mirino è fissato su settembre, quando il decreto arriverà in Parlamento per essere convertito in legge, e le pressioni per modificarlo già si affastellano sulla scrivania di Palazzo Chigi. È partito Maurizio Landini: “Non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora”, tuona il segretario generale della Cgil, che oggi insieme alle altre parti sociali ha incontrato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’obiettivo immediato sono le sanzioni per chi accede alle mense aziendali – equiparate agli altri punti di somministrazione di cibo – senza il certificato verde, il pensiero sul medio periodo è al pacchetto lavoro che il governo vuole varare scavallato il Ferragosto. 

Parlamento italiano

Il lavoro dell’esecutivo ha subito un rallentamento, complici le ferie estive, ma si ragiona sull’opportunità di fissare dei paletti anche per le aziende, soprattutto quelle che impiegano centinaia o migliaia di lavoratori, e per chi è costretto a stare a stretto contatto con il pubblico. Il quadro non è ancora chiaro, e una fonte del governo spiega che “se la campagna vaccinale mantiene il suo ritmo di marcia e sarà ragionevole prevedere entro fine settembre l’80% della popolazione vaccinata potrebbero non essere necessari interventi”. La materia è delicata e complessa, ma Landini mette le mani avanti: “Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il green pass, ma se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo! Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora”.

Deputati in seduta parlamentare

Schermaglie di una battaglia che vede Confindustria schierarsi sul fronte opposto, favorevole a un’applicazione estensiva del lasciapassare. Orlando ha incontrato venerdì scorso il collega Roberto Speranza, con il quale hanno iniziato a fare il punto della situazione in vista di settembre. Da Palazzo Chigi si monitora con attenzione la situazione, e raccontano che Draghi si stia muovendo con i piedi di piombo: il premier non vuole procedere attraverso forzature, vuole far maturare un punto di caduta affinché la soluzione che si troverà non risulti un’imposizione.

Ma il capo del Governo deve guardarsi anche sul fronte scuola. Lega e Movimento 5 stelle annunciano un fuoco di sbarramento soprattutto sulle sanzioni al momento previste per docenti e personale che rifiuteranno l’utilizzo del green pass, fissate nel decreto in sospensione dallo stipendio dopo cinque giorni di assenza. 

A muoversi tra le fila dei vecchi alleati non carneadi, ma i sottosegretari mandati a marcare Patrizio Bianchi. Apre le danze Rossano Sasso, esponente del Carroccio: “Occorre una riflessione politica sul carattere impositivo della norma. Siamo sicuri che sospendere i docenti sprovvisti di green pass e lasciarli senza stipendio sia la mossa giusta? Siamo proprio certi che i dirigenti scolastici abbiano mezzi e uomini per trasformarsi anche in vigilanti, pena essere sanzionati anche loro?”. Il sottosegretario spiega che la Lega è “al lavoro per migliorare il testo”, un modo educato per dire che via Bellerio pretende di cambiarlo. E dopotutto dalle camicie verdi arrivano anche segnali di vicinanza alla battaglia di Landini sulle mense aziendali, segno che il percorso parlamentare del testo sarà tutt’altro che tranquillo.

Tanto più che a queste posizioni si saldano quelle di una robusta parte del Movimento 5 stelle: “Ritengo che le sanzioni pecuniarie contro i dirigenti scolastici e il personale scolastico siano un accanimento”, rilancia la sottosegretaria a viale Trastevere Barbara Floridia. Che aggiunge: “Sono favorevole al green pass e anche al fatto che si debbano prendere provvedimenti per omesso controllo o per assenza del green pass. Ma non con le sanzioni amministrative. Ci sono tanti metodi. È davvero troppo sospendere i docenti e il personale Ata e togliere lo stipendio a chi dopo cinque giorni”. Floridia propone un semplice cambio di mansione, che Sacco però non condivide. Entrambi tuttavia puntano a ridimensionare la portata del provvedimento varato appena la settimana scorsa. A settembre sarà battaglia.

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https://cataniacreattiva.it/depotenziare-il-green-pass-a-settembre-scontro-tra-le-forze-politiche/

Anche Magistratura Democratica, una delle correnti più importanti della magistratura italiana, scende in campo contro il Green Pass istituito dal governo Draghi denunciandone la natura incostituzionale. Sulla sua rivista giuridica Questione Giustizia è stato pubblicato un documento intitolato: “Sul dovere costituzionale e comunitario di disapplicazione del cd. decreto green pass” che denuncia l’incostituzionalità del decreto governativo sia rispetto alla Carta italiana sia rispetto alla normativa europea.

I giuristi scrivono: “l’impressione è che con l’ultimo suddetto Decreto-legge, l’ordinamento giuridico italiano non recepirebbe le scelte del diritto europeo in materia di Green pass, ovvero la facilitazione della libertà di circolazione in sicurezza tesa a sopprimere la quarantena obbligatoria. Al contrario il d.l. n. 105/2021 sembrerebbe conferire al Green pass natura di norma cogente ad effetti plurimi di discriminazione e trattamento differenziato”.

Da ieri attraverso il decreto green pass si sono imposte limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini, a tal proposito i redattori del rapporto affermano: “saremo in presenza di trattamenti differenziati per andare al ristorante, al teatro, ai centri culturali, e già si parla di introdurli progressivamente anche per l’esercizio di diritti e doveri fondamentali, come andare a scuola o al lavoro”. Inoltre si fa presente quanto sia delicata la questione dei controlli da parte degli esercenti, altro nodo che riguarda anche la normativa sulla privacy: “appare di debole sostenibilità giuridica l’art. 3 comma 3 del decreto legge de quo che attribuisce ai titolari o gestori di servizi il potere di verificare l’accesso ai predetti servizi e attività e che ciò avvenga nel rispetto delle prescrizioni adottate”

La rivista di Magistratura Democratica quindi prospetta che si stia realizzando un potere di polizia diffuso esercitato da persone che non hanno i titoli per farlo ed “esercitabile su libertà fondamentali”. Vengono così messe a repentaglio le “libertà costituzionali fondamentali (libertà personale e libertà di circolazione prime fra tutte) e violati principi costituzionali fondamentali come il principio di eguaglianza, il principio di legalità ed il principio della certezza del diritto”.

Sempre secondo Questione Giustizia: “il tema di fondo è come tutelare la salute nel rispetto della Costituzione, riuscendo a distinguere provvedimenti costituzionalmente orientati da provvedimenti che si muovono al di fuori del perimetro costituzionale”. Oltre a violare il dettato costituzionale il green pass quindi non è conforme alle direttive europee in quanto tali norme prevedono che il Green Pass non possa essere fonte di discriminazione nei confronti dei cittadini non vaccinati.

https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-dovere-costituzionale-e-comunitario-di-disapplicazione-del-cd-decreto-green-pass

Vedi anche

https://www.lapressa.it/articoli/societa/tegola-sul-green-pass-i-magistrati-ne-demoliscono-le-basi

https://www.ilsussidiario.net/news/decreto-green-pass-e-incostituzionale-magistratura-democratica-contro-norme-ue/2205357/amp/

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

https://cataniacreattiva.it/avanti-cosi-boicottiamo-il-greenpass/

FONTE: linkiesta/nuovavenezia/la nazione/raffaelepalermonews/corrieredelveneto/newsrimini/ilsecoloxix/

Continuano i crolli degli incassi per le attività soggette ad obbligo di greenpass. Mentre il governo sbandiera numeri entusiasmanti per il numero dei download dei qr code, continuano ad arrivare lamentele dei gestori a dimostrazione che abbiamo in mano la forza per rompere questo sistema! Molti settori che avevano già subito perdite economiche nell’anno appena trascorso, si sono ritrovati in un cul de sac con questa nuova e deleteria idea del green pass! Ad essere più colpiti i settori dell’agroalimentare, del turismo e della cultura, con un fatturato tutto in rosso, che ha messo a rischio circa 140 miliardi di euro. Senza contare che, all’appello, nel nostro Paese mancano 4 milioni di turisti stranieri, numero che potrebbe lievitare, dopo il 12 agosto, con l’entrata in vigore del green pass europeo. Ma analizziamo nel dettaglio…..

RINUNCIAMO A QUALCOSA OGGI PER FERMARE QUESTA DERIVA FOLLE!

AQUAFAN RICCIONE

ingresso Acquafan Riccione

Crollo nella vendita dei biglietti: il 60% in meno rispetto ai giorni precedenti. «Un dato eclatante nel periodo migliore, solo ad agosto facciamo la metà dei ricavi di tutto l’anno, ci saranno ripercussioni pesanti», annuncia a Linkiesta Patrizia Leardini, amministratore delegato di Aquafan 

LEOLANDIA 

ingresso di Leolandia

«È un danno enorme», spiega Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e patron di Leolandia. «il 60% di chi non si e’ vaccinato sono nostri potenziali clienti. Ci secca essere considerati un’attività a rischio, operiamo all’aria aperta e non c’è stato nessun contagio, nemmeno tra i dipendenti»

FORSE E’ MEGLIO CHIUDERE

Luciano Pareschi del  parco Caribe Bay di Jesolo parlando del Green pass non lascia spazio ad interpretazioni. “Tutti i parchi d’Italia lamentano un calo di entrate dal 40 al 60 per cento. A queste condizioni forse è meglio chiudere”

RISTORANTI VERSILIA

la sala di un ristorante

“Purtroppo c’è stata qualche cancellazione perché tanti sono vaccinati ma altri no, e quindi devono rinunciare. ma devo essere io il controllore? Che ci stanno a fare gli organi pubblici? Come facciamo a chiedere anche i documenti di identità dopo aver scansionato il Qr con l’App del cellulare?”

SPETTACOLI ANNULLATI

la platea di un teatro

“Alto il numero delle disdette alle prenotazioni già effettuate e il numero le rinunce. Purtroppo non ci permette di garantire un pubblico (già ridotto del 50 per cento della capienza a causa del distanziamento) adeguato a uno spettacolo di livello internazionale come quello della compagnia Balletto del Sud diretto da Fredy Franzutti – prosegue la direttrice artistica”

DISDETTE IN CINEMA E RISTORANTI

una sala cinematografica

Cominciano ad arrivare le disdette anche nei locali e nei cinema. Dalla scorsa settimana le prenotazioni si sono dimezzate.

Una partenza  in salita per le attività, come bar e ristoranti, chiamate a controllare il Green Pass ai clienti che vogliono sedersi all’interno dei locali. Prime disdette e clienti che si rifiutano di fornire i dati. Lo spiega ai microfoni di Icaro Gianni Indino, presidente di Confcommercio. “Se il buon giorno si vede dal mattino, dice, siamo messi molto“.

Nel frattempo sono arrivati anche messaggi whatsapp, a spiegare la situazione in alcune aree specifiche, da chi si trova in quei luoghi (in questo caso dalla Liguria) per trascorrere un periodo di vacanza. 👇👇👇👇👇

da whatsapp

da whatsapp

da whatsapp

Chiudiamo con un detto latino

SCIENTIA NON HABET INIMICUM NISI IGNORANTEM ( UNICO NEMICO DELLA SAPIENZA E’ L’IGNORANTE)

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Secondo il Tar del Lazio le misure urgenti del Governo Draghi “per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19” non comportano un pregiudizio irreparabile per i cittadini

Il ricorso non evidenzia circostanze che consentano di stabilire se e quale pregiudizio irreparabile potrebbe subire parte ricorrente dal provvedimento impugnato”. Con questa motivazione la prima sezione del Tar del Lazio ha respinto la domanda cautelare per l’annullamento del decreto green pass varato dal Governo Draghi presentata dagli avvocati cagliaritani Francesco Scifo e Linda Corrias, insieme ai colleghi Laura Mana, Francesco Cinquemani, Roberto Zappia ed Eleonora Leoncini

Nei giorni scorsi i due legali avevano sollevato una questione di legittimità costituzionale per una presunta violazione degli articoli 2, 3 e 13 della Carta Costituzionale, ritenendo  “discriminatoria e contraria alla dignità umana” la normativa varata dal Governo “per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19”.

I giudici amministrativi non sono stati evidentemente di quell’avviso e questa mattina hanno bocciato l’istanza, ritenendo che, almeno allo stato, non sussistano i requisiti per la concessione della tutela cautelare.

Nel procedimento avviato dagli avvocati si erano costituiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri della Salute, dell’Interno e dell’Economia e Finanze. A sostegno dei ricorrenti erano intervenuti anche il Codacons, l’Associazione Italiana per i Diritti del Malato e del Cittadino e numerosi cittadini.

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Puoi leggere questo articolo anche su👇

https://cataniacreattiva.it/respinto-il-ricorso-al-tar-per-abolire-il-green-pass-ma-non-finisce-qua/

di Marzia MC Chiocchi (https://www.mercurius5.it/

Ricordo ancora il giorno di 21 anni fa, in cui suono’ la gran cassa per la nascita dell’UE e, con lei, una delle monete più insidiose e nefaste che si potessero avere: l’Euro. Ma era già tutto calcolato e il nostro Circo Barnum ebbe immediatamente inizio, dando il “meglio” di se’, con decisioni scellerate e fuori controllo e tutte proiettate alla logica del massimo profitto finanziario per pochi eletti. Il crollo dei confini sino a quel momento conosciuti (Shengen) avremmo capito più avanti che non sarebbe stato altro che uno specchietto per le allodole. Povera ingenuità! Tutto costruito a tavolino per rabbonirci, per farci credere all’Europa come a un secondo Eden! E noi, ubriachi di un’idea più che coscienti di ciò che sarebbe accaduto, siamo andati avanti come bambini alle giostre!

Le riunioni dei grandi massoni, tenutesi a Davos in Svizzera, per dibattere sulla nuova Europa, avrebbero dovuto farci riflettere! E così, oltre all’aspetto finanziario, in quelle lunghe conviviali stavano mettendo le mani sulla nostra salute. Inutile aggiungere altro! La storia la stiamo vivendo a caro prezzo.
Il loro potere sadico e’ arrivato al punto di lobotomizzare le menti della massa che, non mangerebbe mai un grappolo d’uva senza averlo prima disinfettato con amuchina, ma si fa inoculare una fiala di cui non conosce il contenuto! (Per il nostro bene…dicono! Ma chi ci crede…dico io!). Da qui il desiderio luciferino di applicare il green pass, lasciapassare di nazista memoria, che tanti dissensi sta creando (per fortuna) anche tra i sierati pentiti che non possono più tornare indietro!

A tal proposito, con la collega Monica Tomasello di CataniaCreAttiva, abbiamo pensato di raccogliere qualche testimonianza tra gli esercenti, ristoratori e baristi, nelle nostre terre di origine: Sardegna per me e Sicilia per Monica, due regioni, in questi ultimi giorni, al centro della cronaca per gli incendi che hanno distrutto ampie zone di territorio, e ucciso tanto bestiame!

In Sardegna la notizia del green pass e’ stata accolta (tolti coloro che sono nati pecore e yesmen) come un affronto alla libertà umana e alla situazione economica già provata da un anno e mezzo di continue chiusure, e alle decisioni di un presidente di regione ( Solinas) incapace e politicamente inutile, coadiuvato da un assessore alla sanità (Nieddu) altrettanto inopportuno e privo di raziocinio! Parlando con molti esercenti della Gallura, in loro e’ emersa molta chiarezza. Loro, non si assumeranno l’onere di controllare il certificato verde, primo perché hanno ben compreso la sua incostituzionalità, e secondo perché devono pensare a lavorare per vivere! Le tasse incombono inesorabili e non vogliono prestare il fianco al governo, pronto a fare l’avvoltoio sulle loro attività. La Sardegna esce dalla stagione estiva 2020 azzoppata, da un inverno scarsamente lavorativo, e da una stagione 2021 iniziata ancor peggio, per colpa di un governatore ( sempre il Solinas di cui sopra) che, non ricordando che l’isola e’ una regione italiana, e non fa parte delle Bahamas, fino alla metà di giugno ha massacrato il turismo con la storia di un green pass tutto suo, per entrare in Sardegna, deviando verso altri lidi le prenotazioni di chi avrebbe voluto trascorrere le ferie qui. Perché ha cambiato idea? Per l’ira funesta di chi nell’isola fa impresa e da lavoro, e non come Lui, che occupa ignobilmente una poltrona istituzionale!

La stagione per questo e’ partita tardi e molti esercenti faranno entrare nei loro locali tutti! Per evitare l’incombenza dei possibili traditori, non hanno voluto che scrivessi il nome dei loro locali, in modo da non attirare troppa attenzione! Alcuni dei loro clienti, più cari, fedeli, che spendono molto e hanno scelto di non sierarsi, hanno fatto sapere che, se all’ingresso chiederanno l’illegale green pass, non metteranno più piede nei loro locali. Ciò che ci auguriamo, e’ che il certificato verde faccia la fine della App Immuni. Intanto da un giornale come La Verità arriva questa rincuorante notizia 👇

Quotidiano diretto da Daniele Capezzone

A seguire la situazione in Sicilia👇👇👇👇👇

di Monica Tomasello – (CataniaCreAttiva.it)

Ho fatto un piccolo sondaggio qui in Sicilia, in particolare a Catania e provincia, ed ho chiesto un po’ in giro per i locali, molti dei quali gestiti da mie dirette conoscenze, cosa avessero intenzione di fare a partire dal 6 agosto. Avrebbero fatto entrare soltanto persone munite di Green Pass? O si sarebbero rifiutati di fare i “controllori” nonché i “delatori” dei loro stessi clienti? Avrebbero corso il rischio di prendersi una bella denuncia per violazione del diritto sulla privacy da parte di qualche avventore un po’ più informato e con un po’ più di “pelo sullo stomaco”, oltre che di “sale in zucca”? Oppure si sarebbero ancora una volta piegati ai voleri di quei quattro dittatorelli (non saprei come altro definirli) che sono i nostri politici attualmente al governo? La risposta è stata pressoché unanime: la gran parte di loro non chiederà il Green Pass; alcuni lo hanno già scritto in un cartello affisso sulla porta di ingresso al locale, altri, molto più semplicemente, non chiederanno nulla, e qualora fosse il cliente stesso a chiedere loro ragguagli in merito alle modalità di accesso al locale, risponderanno che il loro esercizio è aperto a tutti senza distinzioni o discriminazioni di sorta.

Messaggio (soltanto uno dei tanti…) giuntomi su whatsapp da parte di una pizzeria dita in provincia di Catania

Cartello affisso fuori da una pizzeria in provincia di Catania

Bene! Ma visto che, magari, l’aver ricevuto per la maggior parte risposte contrarie al Green Pass, poteva essere dovuto solo al caso… ho voluto fare di più.

Per avere notizie ancora più certe, ho deciso di contattare la dott.ssa Barbara Cannata, presidente dell’associazione Partite IVA della Sicilia, per farmi dare da Lei l’effettivo quadro della situazione in merito all’intenzione o meno, da parte di esercenti e liberi imprenditori, di attuare tale direttiva, o raccomandazione, o regolamento (chiamiamolo come volete, ma non Legge, perché Legge non è!) sul Green Pass.

La risposta (di cui sotto alleghiamo l’audio integrale) è stata chiara, concisa ed ineccepibile: “Siamo per la totale libertà di scelta” – ha detto la dott.ssa Barbara Cannata – “ed in virtù di questo siamo quindi contro il Green Pass che, invece, di fatto, la esclude.” E prosegue: “Non tutti affiggeranno un cartello “free zone” fuori dal loro esercizio, magari per paura di eventuali controlli…, ma la maggior parte non chiederà alcun Green Pass”.

L’associazione Partite IVA fa comunque sapere che si muoverà a sostegno di tutti gli esercenti, soprattutto in termini di supporto giuridico. Infatti, sia che essi chiedano il Green Pass e sia che non lo chiedano, gli esercenti devono sapere che sono comunque passibili, sia, nel primo caso, di sanzioni da parte dei pubblici ufficiali, sia, nel secondo caso, addirittura di denunce da parte dei clienti, per violazione della privacy

Per ascoltare l’AUDIO della dott.ssa B. Cannata, CLICCA QUI ⤵️

https://www.spreaker.com/episode/45983092

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https://cataniacreattiva.it/no-green-pass-il-rifiuto-di-molti-esercenti-a-controllare-i-clienti/

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

di AGATA IACONO, Sociologa, antropologa, giornalista certificata Wrep Blockchain)

Il famigerato Green Pass, che di fatto ha reso obbligatoria la vaccinazione di massa in Italia senza che le autorità italiane abbiano il coraggio di dichiararlo apertamente per paura di doverne poi rispondere penalmente, non ha nessun valore di controllo dell’epidemia. Il test più  mportante, infatti, è stato realizzato in Olanda ed è fallito miseramente (1000 infettati)

È uno strumento di controllo e discriminazione, nonché il modo per far fallire definitivamente le piccole e medie imprese che vivono di turismo, di ristorazione, di spettacolo, di sport, di cultura e “intrattenimento”.

Ma non solo.

È uno strumento potenzialmente pericoloso perché attribuisce una falsa sicurezza in contesti dove il contagio si diffonde velocemente anche tra vaccinati, come fiere, eventi pubblici con alta affluenza, trasporti.

Genera, inoltre, conflitto di interessi tra chi è costretto a scegliere se vietare accesso alle proprie attività e la necessità di sopravvivere, trasformando di fatto gli esercenti in controllori di Stato sotto ricatto.

Il famigerato Green Pass è anche uno strumento discriminatorio: viola palesemente la Costituzione ma poiché di fatto lo Stato ha privatizzato il suo uso, senza assumersi la responsabilità di rendere obbligatorio un siero sperimentale per sfuggire ai ricorsi, la guerra sarà tra poveri.

Il conflitto sociale ed economico così si sposta sulle categorie “vaccinato e non vaccinato”, laddove il primo percepirà se stesso come un privilegiato e potrà scaricare la sua frustrazione, il suo disagio socioeconomico sul non vaccinato,  discriminandolo e isolandolo, in una sorta di stratificazione funzionale al sistema.

Nessuno, infatti, può essere di fatto esonerato dalla somministrazione della terapia sperimentale per ottenere il passaporto sanitario.

Le sole persone che ufficialmente possono essere esonerate dal vaccino sono per l’Aifa e il Ministero della Salute:

“Chi non tollera il principio attivo del vaccino o i suoi eccipienti”.

Nessuno potrà sottrarsi.

Punto.

Ciò significa che nessuno può sapere se non tollera il vaccino prima di farlo.

Non esistono analisi predittive, anche se, in camera caritatis, immunologi e virologi anche di strutture pubbliche consigliano ad esempio agli utenti in carico che assumono farmaci antivirali di non rischiare che la terapia salvavita venga annullata da altra tecnologia mRNA.

Inoltre, la campagna vaccinale di massa in Italia sta andando a gonfie vele. Adesioni tra le più elevate al mondo.

Il problema, quindi, è l’esitazione vaccinale?

Certamente no.

Più del 50% di vaccinati con entrambe le dosi sono ricoverati per covid in Israele, uno dei fondamentali paesi cavia che ha avuto il tempo di elaborare le conseguenze a più lungo termine.

Le varianti sono colpa dei non vaccinati?

Sembra che proprio la vaccinazione di massa, senza alcuna selezione, stia sviluppando le maggiori mutazioni, d’altronde il virus vuole sopravvivere, si adatta e si vuole riprodurre, com’è sua natura.

Dunque, perché questa insistenza?

Avrete notato che #greenpass è un nome generico e non è stato scelto un nome specifico come vaccination Passport o pass sanitaire? Perchè?

il fine è molto più ampio e si chiama European Digital Identity Framework.

L’obiettivo è creare un’identità europea digitale comune che possa avere attributi omologanti, (oltre alla vaccinazione con i sieri autorizzati da Ema non osiamo prefigurare ulteriori caratteristiche obbligatorie per ottenere il diritto di esistere…).

Con il green pass vaccinale si “educa” la popolazione all’accettazione del principio secondo cui la fruizione di servizi pubblici anche essenziali è subordinata ad una condotta (oggi vaccino).

La condotta resta formalmente una scelta individuale, non più un diritto sociale e costituzionale garantito, che comporta una reazione stigmatizzante ed inabilitante.

Quindi non è più libera scelta.

Questo stigma oggi è rappresentato dal vaccino, ma domani potrebbe essere costituito da qualsiasi caratteristica: non più la razza e il genere sessuale, però, che sembrano diventati schizofrenicamente invece i soli limiti-paravento da sbandierare e per cui è lecito e giusto rivendicare il diritto a respirare.

Risultato: i cittadini, come rane bollite, assumono il paradigma secondo cui la vita sociale è subordinata all’accettazione di regole imposte.

Il sistema costituzionale è stato di fatto svuotato dall’interno introducendo il concetto di “social credit”.

Il Governo Draghi ha reso obbligatorio il green pass per i ristoranti e i bar al chiuso, per gli spettacoli e le palestre, per i congressi, le fiere, i convegni politici e culturali (ma i parlamentari non sono sottoposti a green pass, come sottolinea il presidente della Camera Fico), persino per i parchi tematici o di divertimento per i bambini, negando anche la possibilità di espletare un concorso dopo una vita di studio.

Ma, alla conferenza stampa di Mario Draghi per l’introduzione del green pass, non è stato possibile accedere col green pass.

I colleghi giornalisti, infatti, anche se vaccinati con le due dosi, sono stati costretti a effettuare il tampone e presentarne l’esito negativo.

La dimostrazione plateale dell’assoluta inutilità del Green pass è rappresentata magistralmente dall’iperbolico paradosso del divieto a chi è fornito di green pass di accedere in sala stampa senza tampone negativo.

Che problema dovrebbero avere i politici e i giornalisti ipervaccinati rispetto al contatto con chi ancora non lo è? “Il green pass non è un arbitrio”, tuona Draghi, cercando di mettere le mani avanti, “serve per tenere aperte le attività economiche”.

E chiama praticamente “assassini” i non vaccinati, affermando che sono portatori di morte. Tutto quello che si sta per scatenare in Italia, la guerra tra poveri permanenti mentre generali e banchieri brinderanno per i prossimi decenni è sintetizzata alla perfezione dal grande filosofo e linguista nord-americano Noam Chomsky con questa nota frase:

Il modo più intelligente per mantenere le persone passive e obbedienti è limitare rigorosamente lo spettro di opinioni accettabili, ma consentire un dibattito molto vivace all’interno di tale spettro – incoraggiando persino le opinioni più critiche e dissidenti. Ciò dà alle persone la sensazione che ci sia il libero pensiero in corso, mentre per tutto il tempo i presupposti del sistema vengono rinforzati dai limiti posti nel campo del dibattito.”

(di Agata Iacono)

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale.

Nonostante il Presidente dell’Ordine dei Medici abbia confermato che il GREEN PASS non ha alcuna logicità sanitaria e nonostante i dati di altri Paesi (ad esempio Inghilterra e Israele) dimostrino come essere vaccinati non significa morire di meno (anzi), continua la morsa mediatica e si impedisce ogni contraddittorio.

La “sospensione dal lavoro e da ogni retribuzione” per chi, Operatore Sanitario, per libera scelta e ritenuto eroe quando tutti scappavano, non intende sottoporsi ad una pratica che non protegge se stessi nè l’utenza, è una disposizione inutile e dannosa, prima ancora che illegittima ed incostituzionale. Infatti è riportato negli stessi bugiardini dei ”vaccini” che coloro ai quali vengono somministrati non si immunizzano, possono ugualmente infettarsi e trasmettere l’infezione.

La sospensione da ogni diritto costituzionale (e diritto al lavoro ed ad una equa retribuzione lo sono!) la si utilizza quando si realizza un colpo di Stato e si è in presenza di una dittatura. In questo momento non è dunque peregrino affermare che è proprio di fronte a questo che ci troviamo…

La FISI, Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, scrive ai Presidenti delle Regioni: sospendere gli operatori sanitari free vax è inutile – ai fini del contenimento della Pandemia –  e dannoso per il sistema sanitario e per i cittadini .

L’adozione di idonei protocolli e linee guida comportamentali e di igiene bastano da sole ad evitare le infezioni, così come dimostrato in oltre un anno di pandemia negli Ospedali e nelle strutture sanitarie.  La FISI, ancora una volta, cerca dunque di La FISI , ancora una volta, cerca dunque di sensibilizzare la parte politica con un documento in cui si chiede ai Presidenti delle Regioni di congelare le sospensione in attesa, anche, dei numerosi contenziosi esistenti.

Il documento inviato ai Presidenti delle Regioni ➡️Link clicca qui

dati della pandemia disegnano un panorama diverso da quello che viene rappresentato dal Mainstream: i morti da COVID 19 e degenti in Terapia Intensiva (unici dati su cui poter far affidamento) sono addirittura superiori, a quelli dello scorso anno ed evidenziano come la pratica vaccinale si stia dimostrando non soltanto inefficace ma in alcuni casi addirittura dannosa (solo a titolo di esempio in Italia sono state segnalate 2.262 sospette reazioni avverse gravi al vaccino Pfizer-BioNTech a fronte di 6.994.739 dosi somministrate, tasso di segnalazione di 33 per 100.000 dosi. Fonte Società italiana di farmacologia.) .

Per ulteriori INFO visita il sito: FISI NAZIONALE

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Comunicato di Luca Marco Comellini, Segretario Generale del Sindacato dei Militari

Il premier Draghi e ministro Guerinidovrebbero spiegarci come potranno fruire del pasto di servizio i militari che hanno scelto di non vaccinarsi? Lo domando perché stando a quanto stabilito dall’ultimo decreto legge del Governo, a partire dal prossimo 6 agosto, questi militari senza il Green Pass non potranno più accedere nei locali chiusi dove viene effettuata la ristorazione, quindi anche nelle mense di servizio. Cosa faranno, metteranno dei tavoli all’aperto, fuori della porta delle mense, con tanto di ombrelloni colorati e una bella recinzione con su scritto “area riservata ai non vaccinati”?

Senza entrare nel merito della dubbia legittimità della scelta del Governo, credo che il provvedimento sia irrazionale e non troverà facile applicazione nelle caserme e negli aeroporti militari perché si correrebbe il rischio di incidere negativamente sulle attività operative della Difesa.

Infatti, la consumazione del pasto è ancora troppo spesso, seppure impropriamente, considerata un obbligo di servizio ed è rigorosamente disciplinata da norme e regolamenti interni la cui violazione può dar luogo a delle contestazioni disciplinari.

Quando si fanno delle scelte che incidono sulla vita dei cittadini, e a maggior ragione nei confronti di quelli, come i militari, i cui diritti sono ancora pressoché inesistenti, gli “esperti” e i “migliori” che ancora ostinatamente pretendono di governare il paese dovrebbero considerarne tutti gli aspetti e valutarne tutte le conseguenze possibili, anche quelle ritenute irrilevanti ma che poi potrebbero rivelarsi estremamentee pericolose.

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale.

FONTE: Avv. Alberto Rizzo

Presso il Tribunale capitolino, grazie al ricorso promosso dagli Avvocati Linda Corrias e Francesco Scifo, si discuterà – il prossimo 3 agosto – la richiesta di abolizione del green pass.
Con gli Avvocati Roberto Zappia, Francesco Cinquemani, Laura Mana ed Eleonora Leoncini (https://youtu.be/vaOP5JCBGLU), è stato predisposto l’intervento ad adiuvandum, per supportare l’azione legale che ha come obiettivo l’abolizione del green pass. Chiunque può aderire al ricorso.

È sufficiente scrivere a: inforicorsoadiuvandum

Verranno, in risposta alla mail, fornite tutte le istruzioni per aderire alla causa.
L’azione punta a raccogliere quante più Persone possibili, accumunate dalla volontà di difendere le nostre libertà costituzionali ed i diritti fondamentali. Il termine per l’adesione scadrà questa sera 31 Luglio 2021. C’è ancora qualche ora per poter aderire

ESISTE ANCORA LO STATO DI DIRITTO?

È una domanda che molti si pongono a causa delle continue proroghe dello stato di emergenza, della marginalizzazione del Parlamento, esautorato da una alluvione di atti amministrativi, quali i DPCM, solo formalmente coperti da generici decreti legge  e dalla compressione dei diritti e delle libertà dei Cittadini, sottoposti a penetranti controlli e pesanti sanzioni. Ed è una domanda che tanti Cittadini si pongono dopo l’adozione del Decreto Legge che consente l’ingresso ad eventi sportivi, congressi, musei, teatri, cinema, concerti, bar, ristoranti, piscine, palestre, solo a chi ha effettuato la terapia genica anticovid, o ha un tampone negativo, o è in possesso del cosiddetto green pass.

LA DISCRIMINAZIONE INTRODOTTA E ADOTTATA PER DECRETO LEGGE

La cosa che sconcerta di più è l’introduzione di un criterio di discriminazione tra Cittadini, introdotta dal Decreto e basato sull’adesione o no a determinati trattamenti sanitari, dei quali chiunque verrebbe a conoscenza per il semplice fatto della presenza fisica in determinati luoghi. Ciò violerebbe sia il diritto alla privacy (diritto inviolabile della Persona, ex art. 2 della Costituzione), sia il principio di eguaglianza sostanziale (art. 3 della Costituzione), ravvisabile nel principio di ragionevolezza, in forza del quale la legge deve regolare in maniera uguale situazioni uguali ed in maniera diversa situazioni diverse.

Il principio di uguaglianza verrebbe violato con una irragionevole discriminazione tra cittadini non vaccinati e cittadini vaccinati, per i quali non sussiste alcuna certezza circa l’immunizzazione, considerato che il Decreto Legge stesso prevede la sottoposizione a quarantena, nel caso di contatti con soggetti positivi.

LA TERAPIA GENICA E’ IN FIERI

Al riguardo, è opportuno osservare che le innovative tecniche di stimolazione genetica con sperimentazione ancora in corso, dovrebbero suggerire particolari cautele sugli eventuali effetti avversi e sulla reale efficacia, atteso che gli stessi produttori e le autorità di vigilanza affermano che non vi è ancora la certezza che il preparato produca l’immunità sterilizzante e interrompa la trasmissione del contagio. Quindi, se non vi è evidenza scientifica sull’immunizzazione, cade il presupposto stesso del green pass, che rivela la sua vera natura d’inaccettabile forma di pressione, pienamente incompatibile con i principi dello Stato di Diritto.

LA SCONCERTANTE POSIZIONE DI DRAGHI SUL GREEN PASS

Il premier Draghi, nella conferenza stampa di presentazione del green pass, ha affermato che non vaccinarsi significa scegliere di morire. Per questo vorrebbe l’obbligatorietà! MA C’E’ TUTTAVIA UNA GRANDE DIFFERENZA A LIVELLO GIURIDICO TRA L’OBBLIGATORIETA’ E LA FACOLTATIVITÀ: COLUI CHE SUBISCE UN DANNO DA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA HA DIRITTO AUTOMATICAMENTE AD UN INDENNIZZO DA PARTE DELLO STATO ( LEGGE 210/93). E visto il consenso (formalmente anche a uccidere) che viene fatto sottoscrivere ai Cittadini all’atto della punturina, non è poca cosa sapere di rimanere invalidi – seppure in ipotesi statistiche minimali – con due soldi in tasca.

Il green pass è inapplicabile di fatto, perché costringerà i baristi a fare i poliziotti, e mostruoso di diritto, perché costringerà i giudici a cestinarlo. Adesso la parola passa al TAR Lazio e ciascuno dei lettori di questo articolo potrà aderire a questa fondamentale battaglia di Vita e di Civiltà Giuridica.

RICORDIAMO CHE BASTERÀ INOLTRARE UNA MAIL A QUESTO INDIRIZZO ENTRO STASERA 31 LUGLIO 2021
inforicorsoadiuvandum@gmail

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