E PENSARE CHE UNA VOLTA ALLE DONNE INCINTA ERA SCONSIGLIATA PURE L’ASPIRINA…
E’ stata licenziata per aver sconsigliato a una donna incinta di vaccinarsi contro il Covid. Protagonista, come riporta il Resto del Carlino, è una telefonista di Cattolica di 51 anni, dipendente di una cooperativa che gestisce per conto dell’Ausl Romagna il servizio di prenotazione telefonica Cuptel a Cesena. Una giovane di Faenza in gravidanza, due mesi fa, durante una telefonata avrebbe espresso i suoi timori per il vaccino alla centralista e, come risposta, è arrivato il consiglio di evitare l’ inoculazione. “Ricordo di questa donna in gravidanza molto combattuta – ha spiegato l’operatrice telefonica – che esprimeva il suo sfogo e le sue indecisioni sul vaccino, ed io, forse peccando di ingenuità, mi sono lasciata sfuggire le parole ‘io se fossi in lei non lo farei’. Ma alla fine le ho prenotato comunque la prima dose’.
Il marito della giovane incinta ha però sollevato il caso, sottolineando come la Società italiana di ginecologia e ostetricia si sia espressa a favore dell’inoculazione in gravidanza, e che l’operatrice rischiava, così, di recare danni a sua moglie. A seguito delle proteste del marito, l’Ausl Romagna, ha segnalato il caso alla cooperativa presso cui la riminese era dipendente, chiedendo che venissero fatte le opportune verifiche. Di qui il licenziamento della telefonista, che la Ausl Romagna ha archiviato come “ giusta causa”, cui ha fatto seguito l’esclusione di socio dalla cooperativa. “La situazione è stata gestita dai nostri legali – afferma Cristina Gallinucci, presidente della Cooperativa Asso – che hanno preso questo provvedimento–. La Gallinucci si è inoltre giustificata dicendo “Facciamo un lavoro molto delicato e, nel gestire le prenotazioni sanitarie, nessuno può permettersi di dare consigli senza avere le competenze necessarie”. _______________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
L’ex collaboratore di Enrico Mattei, ad Ascoli per un convegno a 50 anni dalla morte dal creatore dell’Eni, usa parole durissime:
“Hanno svenduto il nostro Paese. Draghi diede mille miliardi di patrimonio pubblico a Goldman Sach’s, in cambio di una sola lira”.
“Si sono chiuse attività che portavano profitti allo Stato come la Nuovo Pignone, la Lebole, la chimica di base. Si distrusse l’Eni. Il patrimonio immobiliare dell’Eni, che valeva mille miliardi di lire, è stato venduto a Goldman Sach’s per una lira..
Quindi vi fu un attacco allo Stato imprenditore organizzato dalle grandi banche d’affari, che convinsero Ciampi e Amato a liberalizzare il settore pubblico. Mario Draghi, allora direttore generale del Ministero del Tesoro, spinse verso la privatizzazione. Venne distrutto lo Stato imprenditore, l’Eni da 130 mila dipendenti si ridusse a 30 mila, scaricando ai cittadini il costo di questa operazione”.
L’ex collaboratore di Enrico Mattei, ad Ascoli per un convegno a 50 anni dalla morte dal creatore dell’Eni, uso’ parole durissime: “Hanno svenduto il nostro Paese. Draghi diede mille miliardi di patrimonio pubblico a Goldman Sach’s, in cambio di una sola lira”. “Si sono chiuse attività che portavano profitti allo Stato come la Nuovo Pignone, la Lebole, la chimica di base. Si distrusse l’Eni. Il patrimonio immobiliare dell’Eni, che valeva mille miliardi di lire, è stato venduto a Goldman Sach’s per una lira..
Quindi vi fu un attacco allo Stato imprenditore organizzato dalle grandi banche d’affari, che convinsero Ciampi e Amato a liberalizzare il settore pubblico. Mario Draghi, allora direttore generale del Ministero del Tesoro, spinse verso la privatizzazione. Venne distrutto lo Stato imprenditore, l’Eni da 130 mila dipendenti si ridusse a 30 mila, scaricando ai cittadini il costo di questa operazione”.
QUESTO IL VIDEO DI 10 ANNI FA IN CUI LIVI RACCONTO’ TUTTO QUESTO👇👇👇
Benito Livigni su Enrico Mattei, contrario alle privatizzazioni. Chi era e perché fu ucciso👇
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CREDO CHE OGNI TERMINE CALZANTE SIA STATO UTILIZZATO PER DESCRIVERE I NOSTRI “ILLUSTRISSIMI” GOVERNANTI, MA SCAVANDO NEI CASSETTI DELLA MEMORIA, UNA NUOVA SIMILITUDINE SI PUÒ TROVARE, PARAGONANDOLI AL CLAN DEI MARSIGLIESI. IL LORO UNICO OBIETTIVO È RAGGIUNGERE I PROPRI SCOPI AD OGNI COSTO, E COSÌ, IN UN MOMENTO PARTICOLARMENTE CAOTICO A LIVELLO SOCIALE E ECONOMICO, CON PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHE RISCHIANO LA CHIUSURA O HANNO GIÀ ABBASSATO LA SARACINESCA, ANZICHÉ AIUTARLE A RIMANERE IN VITA, I FILOCINESI DEL NOSTRO “ENCLAVE” POLITICO, STANNO A GUARDARE COME INSAZIABILI FAINE CHE GODONO NELL’UCCIDERE E DISOSSARE LA PREDA. LORO DECIDONO VITA E MORTE ECONOMICA (E NON SOLO) DEL POPOLO, A MENO CHE NON NE ABBIANO ANCORA BISOGNO, PER SVILUPPARE I DISEGNI MACHIAVELLICI, A LORO AFFIDATI DAI DEMONI DELLA TERRA, E NON ANCORA TERMINATI. IN QUESTA PROSPETTIVA, MENTRE LE PENSIONI MEDIE E BASSE RIMANGONO AL PALO SENZA RICEVERE DA TEMPO GLI ADEGUATI AUMENTI, MENTRE MOLTI IMPRENDITORI ATTENDONO CONTRIBUTI DI AIUTO, E PARTI DI TERRITORIO ITALIANO SI TROVANO IN STATO DI EMERGENZA, PER LA MANIPOLAZIONE METEO CLIMATICA (PERCHÉ DI QUESTO SI TRATTA) A ROMA COSA DECIDONO?!……….DI AUMENTARE LO STIPENDIO AI SINDACI!!!
QUESTO SIGNIFICA FARE BINGO PER I LORO LOSCHI AFFARI! PECUNIA NON OLET...E VISTO CHE CON I SOLDI, MOLTO SPESSO, SI OTTIENE TUTTO, ECCO SERVITO L’INCIUCIO. I SINDACI SONO COLORO CHE POSSO AGIRE A MANI PIENE (SEMPRE SECONDO i “MARSIGLIESI” DI CUI SOPRA) CIASCUNO NEI PROPRI TERRITORI. E QUALE MIGLIORE DECISIONE, SE NON COMPRARE LE PERSONE CON IL DANARO?! A VOI LE CONCLUSIONI, INVITANDOVI ANCHE A RIVEDERE UN FILM CHE SU QUESTO TEMA HA CENTRATO IL MESSAGGIO PIÙ DI OGNI ALTRO…”L’AVVOCATO DEL DIAVOLO”… BUONA RIFLESSIONE….
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Pubblichiamo questo articolo con le parole pronunciate da un medico/sindaco guerriero, appena appresa la decisione del governo…
“Ecco come comprano il consenso i bastardi al governo: “Nella finanziaria, Draghi ha aumentato le indennità dei sindaci…..da sindaco, quale sono, una vergogna in questo momento storico”.
(Riccardo Szumski)
In totale, per finanziare la misura, sono disponibili 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023, 220 milioni a decorrere dal 2024. Gli aumenti saranno del 100 per cento per i sindaci metropolitani, con percentuali a calare per gli altri comuni in base al numero dei residenti
Dicono che a ogni tornata elettorale per le amministrative sia sempre più difficile trovare persone disposte a candidarsi come sindaco in una città media o grande. Il motivo? Gli stipendi, giudicati troppo bassi. Sarà per questo motivo che il governo di Mario Draghi ha deciso di aumentare le paghe dei primi cittadini. Nella manovra appena approvata dal Consiglio dei ministri si aumenta l’indennità di funzione spettante ai sindaci. In totale, per finanziare la misura, sono disponibili 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023, 220 milioni a decorrere dal 2024.
Nella bozza della legge di bilancio si legge che l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario “può essere incrementata, in misura graduale per ciascuno degli anni 2022, 2023 e in misura permanente a decorrere dall’anno 2024, sulla base del trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni“. Gli aumenti saranno del 100 per cento per i sindaci metropolitani, con percentuali a calare per gli altri comuni in base al numero dei residenti. Lo stipendio crescerà dell’80 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti; del 70 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti; del 45 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti; del 35 per cento per i sindaci comuni con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti; del 30 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 10.001 a 30.000 abitanti; del 29 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti; del 22 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 3.001 a 5.000 abitanti e del 16 per cento per i sindaci comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti. (ANSA). La bozza, raddoppio per primi cittadini delle metropoli.
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QUESTO PERIODO STORICO E’ GIUNTO AD UN BIVIO IN CUI CIASCUNO DI NOI DOVRÀ SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE! E NON SARÀ SOLO NECESSARIO MA INDISPENSABILE! CONSAPEVOLI CHE NON POTRÀ MAI ESISTERE UN MONDO PERFETTO E NEPPURE L’OMOLOGAZIONE DI PENSIERO (ANCHE SE STANNO PROVANDO IN TUTTI I MODI AD APPIATTIRE LA MENTE CRITICA), CONTINUIAMO A FAR LEVA SU CIÒ CHE E’ IMPORTANTE SAPERE E CHE ANCORA PUÒ SFUGGIRE A CHI, IMPAURITO E IMPANICATO, SI STA LASCIANDOTRAVOLGERE DAGLI EVENTI RISPONDENDO SEMPRE SIGNORSÌ
NON MOLLIAMO E MANTENIAMO SEMPRE LA MENTE APERTA! IN QUANTI SANNO QUALE MINISTERO EMETTE IL GREEN PASS? POCHISSIMI! EBBENE…I DATI DEL GREEN PASS SONO GESTITI DALLA SOGEI SI TRATTA DELLA SOCIETÀ GENERALE D’INFORMATICA CONTROLLATA AL 100% DAL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE. MA DORMITE SONNI TRANQUILLI, PERCHÉ I NOSTRI POLITICI VORREBBERO FARCI CREDERE CHE LA QUESTIONE E’ SOLO SANITARIA!!!
Carlo Freccero, esperto di media e linguaggi televisivi, ospite ieri a Piazza Pulita (La 7) con Formigli e Myrta Merlino continua la sua battaglia contro governo e mainsteam «So che per voi è tutto assurdo ma purtroppo c’è qualcosa che si agita, molto importante. Attraverso il green pass, che altro non è che una tessera digitale, si sta affermando un sistema autoritario senza precedenti in un nessun altro sistema»
«È così semplice. Le élite e il potere hanno capito che il sistema cinese è quello che sta riuscendo meglio a far crescere l’economia. Anche noi stiamo sviluppando un sistema cinese…» dice Freccero, ma Formigli sbotta: quindi Draghi vuole trasformare l’Italia nella Cina?
«Se volete banalizzate fatelo, ma lo sapete che IL GREEN PASS APPARTIENE AL MINISTERO DELLE FINANZE? SE NON LO SAPETE STUDIATE PRIMA DI FARE I MORALISTI. È ovvio che serve a controllare, se ne parla già».
Il cancro del nostro Paese, come è noto, di sviluppa in metastasi quali: la corruzione, l’evasione e l’organizzazione criminale.
La digitalizzazione è la soluzione per affrontare le questioni indicate attraverso l’immagazzinamento di miliardi di dati in calcolatori enormi, capaci di elaborarli in secondi. Per questo, allo stato attuale, il vero controllo e’ attuato principalmente sulle singole persone, sul popolo bue, che non si pone domande. Ed e’ chiarissimo ogni giorno di più, che il green pass non ha alcuna validità sanitaria, ma di controllo anche fiscale. Attenzione a ciò che spendete, come spendete, dove andate e quando. E mi rivolgo in particolare a voi baristi e ristoratori, che alcune volte non rilasciate ricevuta, per non rimanere schiacciati dalla continua ed elevata pressione fiscale! Fate attenzione a consegnare sempre gli scontrini a chi si presenta con il green pass, sopratutto con l’arrivo della stagione invernale, che vedrà molti clienti, costretti ad usufruire del servizio ai tavoli, all’interno dei locali. Con i registratori di cassa di ultimissima generazione, collegati direttamente all’agenzia delle entrate, e con le mille trappole che il governo s’inventa per complicare la vita, pensate se decidesse di controllare l’esatta corrispondenza del numero di clienti greenpassati con le fatture e le ricevute emesse! MA IL MIO RIFERIMENTO È PER QUEI LOCALI IN CUI, NON SOLO TI RECITANO IL MENU’ A MEMORIA SENZA DARTI IL CARTACEO CON I PREZZI DI OGNI PIETANZA, MA TI FANNO PAGARE SENZA RILASCIARTI RICEVUTA FISCALE, MA SOLO CONTABILE! E IL MOTIVO PER CUI NE PARLO NON È PERCHÉ LA COSA MI DIA FASTIDIO, MA SEMPLICEMENTE PERCHE’, SE GLI UOMINI DELLA GUARDIA DI FINANZA, DECIDESSERO DI CONTROLLARE GLI SCONTRINI EMESSI IN BASE AI GREEN PASS, I DUOLI SAREBBERO ASPRI! PERCIÒ VI INVITIAMO A NON PRESTATE IL FIANCO ALLOSTATO CHE VA A CACCIA SOLO DEI PESCI PICCOLI! RICORDATE CHE, NEL NOSTRO PAESE, L’ EVASIONE FISCALE, QUELLA DELLA GRANDE INDUSTRIA, DELLE MULTINAZIONALI ETC, NON VIENE VOLUTAMENTE COMBATTUTA! AD ESSERE SEMPRE CONTROLLATI SONO, INFATTI, I SOLITI NOTI, VESSATIANCHE PER UN AMMANCO DI POCHI EURO!
MEDITATE…..E CONTINUATE A LOTTARE…
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Dall’inizio della diffusione del Covid si è via via diffuso un sospetto che ha assunto nel tempo i tratti della certezza: lo strapotere raggiunto dalle multinazionali del farmaco, spesso a discapito della sovranità degli Stati nonché della salute pubblica.
Il bullismo su Argentina e Brasile Vi avevamo dato conto qualche mese fa della denuncia fatta dal Bureau of Investigative Journalism, un’organizzazione senza scopo di lucro per il giornalismo investigativo. In quella denuncia venivano riportate le testimonianze di esponenti dei Governi di Argentina e Brasile che avevano confessato l’esistenza di un atteggiamento di bullismo da parte della Pfizer nei confronti degli Stati.
Secondo le fonti governative dei due Paesi Pfizer avrebbe infatti preteso che alcuni asset pubblici argentini e brasiliani fossero messi come garanzia per il rispetto dei contratti. Una rivelazione decisamente imbarazzante che non era stata né smentita né confermata dall’azienda del farmaco. Silenzio assenso che ora può aver trovato ora un’ulteriore conferma.
La denuncia di Public Citizen Questa volta la denuncia è arrivata da un’importante associazione internazionale di consumatori, la Public Citizen, un’organizzazione no profit è che ha l’obiettivo di difendere l’interesse pubblico nelle stanze del potere. Bene, questa organizzazione ha pubblicato recentemente un report dal titolo “il potere della Pfizer”, a firma di Zain Rizvi, esperto farmaceutico con pubblicazioni su riviste importante come The Lancet.
Parole dure che però sembrano trovare conferma nei documenti che Public Citizen sembra essere riuscita ad ottenere. In alcuni dei contratti, sia in bozza che in forma definitiva, Pfizer sembra aver avuto il potere di impedire ai paesi di donare i loro vaccini COVID-19ad altri paesi, modificare unilateralmente i programmi di consegna in caso di carenza e richiedere che i beni pubblici fossero utilizzati come garanzia.
Lo strapotere di Big Pharma sancito dai contratti
Public Citizen riporta diversi Paesi ed istituzioni coinvolte in queste pratiche del tutto scorretteportate avanti dalla Pfizer, tra cui: Stati Uniti, Gran Bretagna, Albania, Brasile, Colombia, Cile, Repubblica Domenicana, Perù e anche l’Unione europea. E oltre a confermare l’esistenza di beni pubblici usati come garanzia da parte degli Stati, la denuncia di Public Citizen sembra confermare tutto quello che è successo nel corso degli scorsi mesi.
In pratica Pfizer si ritroverebbe a giocare in casa con la possibilità di vincere cause legali milionarie con estrema facilità. Le rivelazioni di Public Citizen ci mettono così di fronte ad uno scenario estremamente grave, di cui ora qualcuno dovrebbe rendere conto. Multinazionali del farmaco senza scrupoli che hanno avuto la piena libertà di mettere il cappio al collo agli Stati, imporre le loro condizioni unilaterali, scaricando completamente il rischio di impresa. Per Big Pharma nessun rischio quindi, mentre questi vengono completamente scaricati sui cittadini.
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Ecco a voi un altro PICCOLO DITTATORE DECEREBRATO: EUGENIO GIANI Presidente della regione Toscana. Rientrata l’ordinanza di Musumeci, collega di Giani nel ruolo e nell’idiozia (per essere educati e rimanere nei canoni delle decenza, perché si meriterebbe ben altre parole!), ecco il piano del governatore toscano, a far da grancassa per chiudere i No vax in casa! STANTIO E POLVEROSO ESEMPLARE COMUNISTA DELLA PRIMA ORA, GIANI, STA PIETOSAMENTE PRENDENDO IL TESTIMONE DI MUSUMECI! Quando finirà di sfogare tutta la sua supponenza, speriamo che il proprio cervello riprenda a funzionare!
FONTE: C.Li.Va Toscana
Abusando del potere (che spesso dà alla testa) il Presidente Giani cerca di spaventare per convincere qualche indeciso a vaccinarsi, così da non buttare le fiale che gli sono state consegnate dal Governo.
Intanto da oggi, complice la scarsa adesione, in Toscana ci si può vaccinare senza prenotazione. I grandi hub territoriali, sono deserti (“chiuso per mancanza di prenotazioni” si leggeva ieri a Follonica) e, oltre ai ricatti dell’inutile greenpass, si provano tutte le armi per spaventare la popolazione tra cui la sensazionalistica esternazione “Pronta l’ordinanza dal 30 settembre”.
Ricordiamo al Presidente della regione Toscana che qualche suo collega ha già provato a fare passi in avanti cercando di utilizzare il greenpass in modo più restrittivo, ma è stato subito obbligato a ritirare l’ordinanza:
RIPERCORRIAMO LE TAPPE DI CHI HA MESSO IN CAMPO INIZIATIVE PERSONALI…
Sicilia: 13 agosto emessa ordinanza n.84 per obbligo di greenpass per accedere agli uffici pubblici (3) .
16 Agosto ordinanza sospesa su richiesta del garante per la privacy (4)
Campania: 26 Maggio: no a iniziative locali che violano la normativa privacy. Il Garante invia un avvertimento formale alla Regione Campania (5)
Nel provvedimento formale del garante viene ricordato a tutti gli “sceriffi” che disposizioni di questa natura, che condizionano diritti e libertà personali sono inammissibili!
Non fatevi spaventare dalle parole del Presidente Giani. Le sue farneticazioni sono solo la conferma della delusione della campagna vaccinale. Migliaia di medici e operatori sanitari stanno per essere sospesi da lavoro, migliaia di lavoratori della scuola potrebbero subire lo stesso destino fra pochi giorni, e a loro va il GRAZIE dei molti per fare R-ESISTENZA e lanciare un segnale a tutti i cittadini: “ Con i ricatti non si ottiene niente!”
Nonostante obblighi e titoli ad effetto gli hub vaccinali sono vuoti per la giusta paura delle persone a seguito delle continue reazioni avverse che accadono ogni giorno. In questo modo non si farà altro che aumentare la tensione sociale e la diffidenza: perché usare parole di odio e discriminazione su un tema delicato come quella della vaccinazione?
Risposte che non avremo mai dal Presidente, impegnato più a fare campagna elettorale con proclami, che cadranno nel vuoto, piuttosto che a tutelare la salute dei suoi concittadini.
C.Li.Va. valuterà eventuali azioni legali a tutela della salute e della libertà di tutti noi: i nostri diritti non sono in vendita!
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Continua la narrazione di chi, seppur vaccinato, si positivizza al COVID ma nega a se stesso e agli altri che e’ colpa del siero. Ormai gli immunizzati all’anestesia delle proprie capacità cognitive, sanno solo giustificare ogni scelta scellerata con un cliché verbale imparato da chi, ha saputo ben lavorare sulla comunicazione di massa per indottrinare e convogliare la riflessione in un unico sterile pensiero. Inutile nascondersi dietro un dito…IVACCINATI SONO CONTAGIOSI!!!!! E di storie che convalidano questa affermazione, adesso, ne potrei raccontare tante! Altre, saranno ben trasmesse dai diretti interessati, pronti a diffondere la propria testimonianza.
E in queste ore non sono mancate le dichiarazioni di personaggi del mondo dello spettacolo, di politici e di coloro che, appartenendo a altri mondi “ruffiani”, si muovono come canne al vento, veleggiando senza coerenza laddove la politica chiama.
Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, è risultato positivo al Covid-19. Lo ha annunciato attraverso uno comunicato stampa diffuso nel primo pomeriggio di ieri. Queste le sue parole…”Sono risultato positivo ma sto bene, sicuramente anche grazie al fatto di aver effettuato il vaccino mesi fa” e ha proseguito “Sperodi poter tornare quanto prima alle normali attività”. Mi chiedo…ma un primo cittadino, per di più medico com’è Lui, può rilasciare dichiarazioni così sconcertanti, tese a negare l’evidenza di una positività da cui ben si comprende che il “vaccino” non immunizza perché ha ben altre finalità?Anche alcuni virologi asserviti al potere hanno dovuto ammettere tutto ciò’! Ma Nizzi, come altre maschere mosse a dovere dal “burattinaio”, regista di questo assurdo teatrino, non poteva esimersi dal seguire il protocollo comunicativo del Regime!!!
A conferma di quanto scritto sopra, i titolari del Beer Grills di Senorbi (Sud Sardegna)) hanno avvisato i loro clienti che domenica scorsa alcune persone, MUNITE DI GREENPASS, hanno riportato sintomi riconducibili al COVID, risultando poi positive al tampone. ERANO TUTTE VACCINATE!!! Per questo tutto il personale e’ stato sottoposto al test rapido. Il fatto ha comportato la chiusura del locale per qualche giorno.
Quanto accaduto si va a sommare ai numerosi casi di persone risultate positive dopo la doppia vaccinazione.
«Abbiamo dovuto chiudere, e, a nostre spese” – hanno affermato i titolari del locale “- “ci siamo sottoposti al controllo perché l’Ats non ci ha ancora contattato”- I clienti, arrivati domenica scorsa, erano suddivisi in due tavoli da sei, distanziati secondo i protocolli anti Covid», hanno spiegato, – «Nonostante avessero tutti il green pass tra loro c’era qualche positivo e ci siamo dovuti fermare, per una questione di coscienza e di buon cuore. Anche noi siamo tutti vaccinati”-.
Da rilevare che, nel corso gli ultimi mesi, stiamo assistendo a un’insolita epidemia di “malori improvvisi” in soggetti sani che si sono sottoposti al vaccino anti-Covid. Se avessimo una vaccino-vigilanza funzionante, si potrebbe analizzare davvero se, a seguito di episodi post vaccino simili (ad esempio febbre alta, dolori, ecc.), si susseguissero una serie di episodi gravi con una frequenza più alta rispetto a quella attesa.
Ripercorrendo le tappe di questa dittatura sanitaria nascente, nell’aprile 2021, il generale Figliuolo dichiarava – “Obiettivo 500.000 dosi al giorno. Abbiamo riadeguato il Piano, il target non cambia, quindi noi dobbiamo arrivare a 500mila dosi a fine di ogni mese”. Ma e’ notizia di ieri, che ne sono state fatte solo 123.000 con appena 56.000 prime dosi.
RESISTIAMO! la campagna vaccinale non sta andando come loro vorrebbero, nonostante obblighi e ricatti sui nostri diritti
Mi scuso con i lettori se all’apertura di questa pagina vedranno, a corredo dell’articolo, una foto raffigurante un rotolo di carta igienica dal verde sgargiante, da cui alcuni potrebbero sentirsi offesi. Ma e’ questo il valore che io, come milioni di altre persone in Italia e in Europa, do’ all’anticostituzionale Green Pass! Un lasciapassare di regime introdotto non per tutelare la salute, ma per controllare movimenti e spostamenti delle persone! Una prova tecnica del Segno del Comando della congrega massonica più ambiziosa e pericolosa di tutti i tempi. Un test sociale e psicologico per valutare fino a dove, i criminali politici e sanitari, potranno spingersi per imporre il proprio sadismo. Sotto scacco Francia e Italia, quest’ultima conquista appetibile per i Porci dell’ élite mondiale, su cui vorrebbero comandare, per bellezza, cultura, geopolitica e molto altro…..E la magistratura che fa? Per buona parte collusa e venduta, non sa altro che pubblicare per poi rettificare, e ripubblicare notizie su anticostituzionalita’ si e anticostituzionaluta’ no…..a seconda di come gira il vento, o dalle telefonate di ravvedimento, che riceve dagli arci noti “Piani molto Alti” (non sia mai che una volta ogni tanto si scriva la Verità). Nell’articolo, per fortuna, vengono fatti nomi e cognomi, di costituzionalisti che hanno deciso di seguire onesta’ e libertà di pensiero, esprimendo contrarietà al Green Pass…..
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Fonte dell’articolo “Il Giornale d’Italia.
La Spagnaha bocciato il Green pass, che in pratica esiste solo in Francia e in Italia. Germania e Grecia avevano già detto no, la Gran Bretagna non si è nemmeno posta il problema e ha riaperto tutto fregandosene di contagi, morti (dati che comunquei sono sotto controllo) e soprattuttoo rifiutandosi di separare i vaccinati dai non vaccinati. SOLO IN ITALIA SI CONTINUA A FAR FINTA DI NULLA.
Oggi, giovedì 12 agosto, l’ultimo tribunale locale spagnolo, quello della Galizia, dopo gli altri giudici delle varie comunità autonome, ha dichiarato non valido il requisito di possesso del green pass covid per poter accedere a bar, ristoranti e locali notturni. La Galizia era l’ultima regione della Spagna in cui la misura era vigente, anche se poco, anzi pochissimo praticata.
La notizia è stata resa nota dello stesso tribunale regionale galiziano, la sede giudiziaria responsabile della decisione. Con questa sentenza, l’obbligo del green pass rimane escluso in tutte le regioni della Spagna, dopo le precedenti decisioni negative dei tribunali di altri territori come l’Andalusia e la Cantabria.
In un comunicato, il tribunale regionale ha spiegato che ha adottato la sopracitata risoluzione in seguito a irregolarità di procedura da parte del governo della Galizia. Il Governo, secondo i giudici, non ha sottoposto correttamente alla valutazione dell’autorità giudiziaria l’ordinanza del 22 luglio scorso in cui introduceva il green pass obbligatorio in zone ad alto rischio di contagio. L’ok del tribunale era requisito indispensabile in quanto si tratta di una misura limitativa di diritti individuali.
Green Pass incostituzionale? Magistrati parlano chiaro: “Contro norme Ue”
Il gruppo di magistrati che vuole vederci chiaro nella pubblicazione critica in particolare l’uso scelto dal Governo per l’adozione del Green Pass. L’osservatorio vede il contributo di costituzionalisti come il Direttore, Prof. Alberto Lucarelli, Marina Calamo Specchia, Fiammetta Salmoni e Michele della Morte, civilisti come Ugo Mattei, Piergiuseppe Monateri e Luca Nivarra, l’internazionalista Pasquale de Sena e l’amministrativista Sergio Foa.
Il report potrebbe contribuire a infiammare le discussioni in Parlamento: la pubblicazione dell’Osservatorio giunge infatti in giorni molto caldi per le discussioni in maggioranza sull’estensione ulteriore del Green Pass anche per i settori come la scuola, i trasporti e le aziende. “L’istituto del Green pass merita particolare attenzione, in quanto si articola tra garanzia delle libertà fondamentali e doveri di solidarietà economica e sociale, con immediate ricadute sul principio di eguaglianza“. Il decreto in questione è quello approvato il 14 giugno 2021 dal Parlamento e dal Consiglio il Regolamento (UE) 2021/953 , lo stesso che ha previsto un certificato verde digitale per agevolare la libera circolazione sicura dei cittadini nell’UE durante la pandemia da COVID-19.
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La moda nacque principalmente per la necessità di coprirsi, e anche con precise funzioni di distinguere le varie classi sociali. Nei secoli, è stata prerogativa delle famiglie ricche, sopratutto per l’alto valore dei tessuti e dei coloranti usati, che venivano estratti dal mondo minerale, animale e vegetale.
L’abito ha da sempre rappresentato qualcosa di straordinario ed unico, capace di trasmettere emozioni e sensazioni in chi lo guarda e lo indossa. Ma, buona parte della moda, negli ultimi anni, non sembra rappresentare tutto questo al meglio.
La Fast Fashion
La globalizzazione è entrata prepotentemente anche in questo settore, come rilevato da studi economici e medici. Domanda e profitto, per stare al passo, hanno creato la cosiddetta Fast Fashion (moda veloce) che produce e vende capi economici, proponendone sempre di nuovi a ciclo continuo e a basso costo.
Sebbene appetibile sul mercato, intorno alla Fast Fashion c’è inconsapevolezza, sugli eventuali rischi per la loro salute. Dai rapporti sull’ambiente, l’industria della moda veloce sarebbe la seconda più inquinante al mondo per lo scarico di coloranti e sostanze chimiche utilizzate per la produzione.
Problemi alla pelle
Gli studi forniti dai dermatologi italiani, parlano di problemi alla pelle in aumento, ed in particolare di dermatiti. Da una classifica in percentuale, l’8% delle malattie dermatologiche italiane, dipenderebbe dal contatto con l’abbigliamento, di cui il 69,1% a causa degli accessori e il 14% delle calzature. Senza considerare i casi sospetti, non ancora accertati, che riguardano il 30%delle persone affette da malattie della pelle.
In questi anni sono cambiati coloranti e tipi di tessuto, e la nostra pelle, sottoposta a sostante tossiche, si sta ribellando, procurando dermatiti e forme allergiche che, entrando nel sangue, rimarranno per sempre nell’organismo, rendendolo così sensibile da svilupparne anche altre nel corso della vita.
Le sostanze più pericolose
Tra le sostanze più pericolose presenti nei capi d’abbigliamento, per i dermatologi, vi sono:
– La Colofonia, residuo solido ottenuto dalla distillazione della resina di varie conifere, da cui si ricava la trementina usata per produrre coloranti. La possiamo rilevare nei cerotti, nastri adesivi, colle, cosmetici, makeup up, matite, stick per labbra.
– Ammine aromatiche derivate dall’ammoniaca.
– Formaldeide. Negli abiti viene usata come antimuffa, e per evitare le pieghe sul tessuto. È sostanza facilmente identificabile quando, toccando la stoffa percepiamo una patina tra le dita. Risulta quindi fondamentale lavare i vestiti appena acquistati, preferibilmente senza ammorbidente in quanto, spesso, la formaldeide è presente anche in questo prodotto.
– Organostamici. Utilizzati per la produzione di poliestere.
– Ftalati. Composti chimici per la produzione, il modellamento e la flessibilità delle materie plastiche. Usati per le stampe in rilievo di maglie e felpe. Sono interferenti endocrini, che potrebbero alterare lo sviluppo ormonale.
I rischi per i bambini
Tanto più dannosi, se entrano in contatto con la pelle dei bambini, maggiormente a rischio perché tendono a sudare di più, favorendo la penetrazione degli allergeni a livello cutaneo. Per questo, dovrebbero indossare capi meno colorati, o, in ogni caso, meno frequentemente.
Alla luce di tutto ciò, dovremmo fare attenzione non solo a quello che mangiamo, ma anche a quello che indossiamo. I pericoli, infatti, arrivano anche dall’esterno, perché la nostra pelle non è una muta da sub, che funge da isolante, ma una spugna.
In ogni caso occorre rassicurare i consumatori, senza creare allarmismi. Le sostanze chimiche sono presenti in molti capi di vestiario ma non in tutti, e comunque è importante che le quantità siano a norma e non superino le percentuali di legge.
Scarsa informazione sulle etichette
Le tutele per il settore tessile, In Italia e in Europa, esistono, però sono frammentarie. Oltre alle normative, una forma di controllo, dovrebbe essere rappresentata dalle etichette, ma non sempre è così, perché queste nascondono spesso insidie e raccontano troppo poco del vestiario. Più in generale, indicano solo il tipo di tessuto, la provenienza, e nient’altro.
In base ai dati forniti dall’ Import, il 15%dei capi che entrano nel nostro Paese, non avrebbe etichetta, e il 44% l’avrebbe sbagliata.
Sfruttamento in Asia
Molte delle catene italiane ed europee producono nel continente asiatico, in Paesi con scarse normative sul settore. Buona parte dell’abbigliamento proveniente da quei luoghi – come capi supercolorati, blu o neri, molti elastici della biancheria intima, calze e gli oggetti metallici – presenterebbe dei rischi per la salute. Inoltre, il cotone, nonostante sia una fibra naturale, provenendo dall’Asia, potrebbe presentare sostanze allergiche, perché coltivato con pesticidi e insetticidi in quantitativi per noi fuori legge.
La Fast Fashion, così, si basa su cicli di produzione continui sempre più ravvicinati, per esportare più collezioni annuali a prezzi di concorrenza. Di fronte ad una tale situazione è quindi impensabile credere di confezionare l’abbigliamento seguendo percorsi sostenibili, che invece hanno un alto valore di mercato. Possiamo affermare, per questo, che il cinismo di determinati settori della moda è ancora più colpevole perché consapevole.
Shopping in aumento con la Fast Fashion
Con l’avanzare della moda veloce, in termini di numeri, ogni anno, acquistiamo il 40% di abbigliamento in più rispetto a venti anni fa.
Il 97% viene prodotto nei Paesi in via di sviluppo, dove lavorano molti bambini dai dodici anni di età in su. Nel mondo, circa quarantamilioni di persone lavora solo nel settore tessile.
Quattromilioni solo in Bangladeshdistribuiti in circa cinquemila fabbriche per vari marchi occidentali. Gli operai sono costituiti per la maggior parte da donne, con salari minimi di tre dollari al giorno, che lavorano in luoghi fatiscenti anche a rischio crollo, mettendo in pericolo la propria vita.
Avido business anche quello della moda, che concentra la ricchezza in poche mani, ottenendo enormi ricavi, senza predisporre tutele per i più deboli e bisognosi. Ignora il valore della vita, e riduce migliaia di persone in una sorta di schiavitù moderna. Un business, anche questo, che è l’esempio lampante della globalizzazione fuori controllo.
Il buon esempio italiano
Ma nella nostra Italia, c’è anche del buono. I distretti del Nord-Ovest, Biella e dintorni, nonostante abbiano visto la chiusura di numerose piccole/medie aziende del tessile, stanno ancora resistendo grazie alle famiglie storiche che, da generazioni, producono filati.
Esse stanno percorrendo una strada in controtendenza, puntando solo all’altissima qualità, tutelando il filato, la tessitura e il prodotto, insieme ai lavoratori. Grazie alle loro possibilità economiche, le grandi famiglie, i cui nomi riecheggiano in tutto il mondo, con il vero Made in Italy, hanno investito in ricerca e tecnologia, per esportare il cashmere e la vigogna migliori, riservate solo agli acquirenti certamente più facoltosi, ma tutelando la filiera e i posti di lavoro di intere famiglie.
In conclusione, spendere poco per vestirsi bene, cambiando spesso abito, è diventata la norma per gran parte delle persone, e questo, problematiche e rischi sopraelencati a parte, è adesso il motivo del successo della Fast Fashion. La vera qualità quindi esiste, ma è riservata a chi se la può davvero permettere.
Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
Ricordo ancora il giorno di 21 anni fa, in cui suono’ la gran cassa per la nascita dell’UE e, con lei, una delle monete più insidiose e nefaste che si potessero avere: l’Euro. Ma era già tutto calcolato e il nostro Circo Barnum ebbe immediatamente inizio, dando il “meglio” di se’, con decisioni scellerate e fuori controllo e tutte proiettate alla logica del massimo profitto finanziario per pochi eletti. Il crollo dei confini sino a quel momento conosciuti (Shengen) avremmo capito più avanti che non sarebbe stato altro che uno specchietto per le allodole. Povera ingenuità! Tutto costruito a tavolino per rabbonirci, per farci credere all’Europa come a un secondo Eden! E noi, ubriachi di un’idea più che coscienti di ciò che sarebbe accaduto, siamo andati avanti come bambini alle giostre!
Le riunioni dei grandi massoni, tenutesi a Davos in Svizzera, per dibattere sulla nuova Europa, avrebbero dovuto farci riflettere! E così, oltre all’aspetto finanziario, in quelle lunghe conviviali stavano mettendo le mani sulla nostra salute. Inutile aggiungere altro! La storia la stiamo vivendo a caro prezzo. Il loro potere sadico e’ arrivato al punto di lobotomizzare le menti della massa che, non mangerebbe mai un grappolo d’uva senza averlo prima disinfettato con amuchina, ma si fa inoculare una fiala di cui non conosce il contenuto! (Per il nostro bene…dicono! Ma chi ci crede…dico io!). Da qui il desiderio luciferino di applicare il green pass, lasciapassare di nazista memoria, che tanti dissensi sta creando (per fortuna) anche tra i sierati pentiti che non possono più tornare indietro!
A tal proposito, con la collega Monica Tomasello di CataniaCreAttiva, abbiamo pensato di raccogliere qualche testimonianza tra gli esercenti, ristoratori e baristi, nelle nostre terre di origine: Sardegna per me e Sicilia per Monica, due regioni, in questi ultimi giorni, al centro della cronaca per gli incendi che hanno distrutto ampie zone di territorio, e ucciso tanto bestiame!
In Sardegna la notizia del green pass e’ stata accolta (tolti coloro che sono nati pecore e yesmen) come un affronto alla libertà umana e alla situazione economica già provata da un anno e mezzo di continue chiusure, e alle decisioni di un presidente di regione ( Solinas) incapace e politicamente inutile, coadiuvato da un assessore alla sanità (Nieddu) altrettanto inopportuno e privo di raziocinio! Parlando con molti esercenti della Gallura, in loro e’ emersa molta chiarezza. Loro, non si assumeranno l’onere di controllare il certificato verde, primo perché hanno ben compreso la sua incostituzionalità, e secondo perché devono pensare a lavorare per vivere! Le tasse incombono inesorabili e non vogliono prestare il fianco al governo, pronto a fare l’avvoltoio sulle loro attività. La Sardegna esce dalla stagione estiva 2020 azzoppata, da un inverno scarsamente lavorativo, e da una stagione 2021 iniziata ancor peggio, per colpa di un governatore ( sempre il Solinas di cui sopra) che, non ricordando che l’isola e’ una regione italiana, e non fa parte delle Bahamas, fino alla metà di giugno ha massacrato il turismo con la storia di un green pass tutto suo, per entrare in Sardegna, deviando verso altri lidi le prenotazioni di chi avrebbe voluto trascorrere le ferie qui. Perché ha cambiato idea? Per l’ira funesta di chi nell’isola fa impresa e da lavoro, e non come Lui, che occupa ignobilmente una poltrona istituzionale!
La stagione per questo e’ partita tardi e molti esercenti faranno entrare nei loro locali tutti! Per evitare l’incombenza dei possibili traditori, non hanno voluto che scrivessi il nome dei loro locali, in modo da non attirare troppa attenzione! Alcuni dei loro clienti, più cari, fedeli, che spendono molto e hanno scelto di non sierarsi, hanno fatto sapere che, se all’ingresso chiederanno l’illegale green pass, non metteranno più piede nei loro locali. Ciò che ci auguriamo, e’ che il certificato verde faccia la fine della App Immuni. Intanto da un giornale come La Verità arriva questa rincuorante notizia 👇
Ho fatto un piccolo sondaggio qui in Sicilia, in particolare a Catania e provincia, ed ho chiesto un po’ in giro per i locali, molti dei quali gestiti da mie dirette conoscenze, cosa avessero intenzione di fare a partire dal 6 agosto. Avrebbero fatto entrare soltanto persone munite di Green Pass? O si sarebbero rifiutati di fare i “controllori” nonché i “delatori” dei loro stessi clienti? Avrebbero corso il rischio di prendersi una bella denuncia per violazione del diritto sulla privacy da parte di qualche avventore un po’ più informato e con un po’ più di “pelo sullo stomaco”, oltre che di “sale in zucca”? Oppure si sarebbero ancora una volta piegati ai voleri di quei quattro dittatorelli (non saprei come altro definirli) che sono i nostri politici attualmente al governo? La risposta è stata pressoché unanime: la gran parte di loro non chiederà il Green Pass; alcuni lo hanno già scritto in un cartello affisso sulla porta di ingresso al locale, altri, molto più semplicemente, non chiederanno nulla, e qualora fosse il cliente stesso a chiedere loro ragguagli in merito alle modalità di accesso al locale, risponderanno che il loro esercizio è aperto a tutti senza distinzioni o discriminazioni di sorta.
Messaggio (soltanto uno dei tanti…) giuntomi su whatsapp da parte di una pizzeria dita in provincia di Catania
Bene! Ma visto che, magari, l’aver ricevuto per la maggior parte risposte contrarie al Green Pass, poteva essere dovuto solo al caso… ho voluto fare di più.
Per avere notizie ancora più certe, ho deciso di contattare la dott.ssa Barbara Cannata, presidente dell’associazione Partite IVA della Sicilia, per farmi dare da Lei l’effettivo quadro della situazione in merito all’intenzione o meno, da parte di esercenti e liberi imprenditori, di attuare tale direttiva, o raccomandazione, o regolamento (chiamiamolo come volete, ma non Legge, perché Legge non è!) sul Green Pass.
La risposta (di cui sotto alleghiamo l’audio integrale) è stata chiara, concisa ed ineccepibile: “Siamo per la totale libertà di scelta” – ha detto la dott.ssa Barbara Cannata – “ed in virtù di questo siamo quindi contro il Green Pass che, invece, di fatto, la esclude.” E prosegue: “Non tutti affiggeranno un cartello “free zone” fuori dal loro esercizio, magari per paura di eventuali controlli…, ma la maggior parte non chiederà alcun Green Pass”.
L’associazione Partite IVA fa comunque sapere che si muoverà a sostegno di tutti gli esercenti, soprattutto in termini di supporto giuridico. Infatti, sia che essi chiedano il Green Pass e sia che non lo chiedano, gli esercenti devono sapere che sono comunque passibili, sia, nel primo caso, di sanzioni da parte dei pubblici ufficiali, sia, nel secondo caso, addirittura di denunce da parte dei clienti, per violazione della privacy
Per ascoltare l’AUDIO della dott.ssa B. Cannata, CLICCA QUI ⤵️
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]