15 novembre 2021 – di Maurizio Bolognetti – Foto di Monica Tomasello
“Salviamo il Natale”, è questo il nuovo mantra dei sedicenti esperti che stanno governando questa emergenza sanitaria.
______________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
14 novembre 2021 – Comunicato di Maurizio Bolognetti
No ai Ricatti di Stato! Sì al rispetto dell’art.17 della Costituzione! Immediata moratoria vaccinazioni anti-Covid ai minori.
Presidente Mattarella, lei sta tradendo il suo ruolo di garante del dettato costituzionale!
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani (in sciopero della fame da venerdì 8 novembre):
“Non intendo accettare divieti eversivi, che hanno quale unica finalità l’inaccettabile, preventiva e pretestuosa limitazione dei diritti sanciti dall’art. 17 della Costituzione. Non intendo avallare, tacendo, l’operato di uno Stato che ricatta i suoi cittadini attraverso l’assunzione di provvedimenti discriminatori e antiscientifici, quali il “Green Pass”.Intendo, una volta di più, rivolgermi al Presidente della Repubblica per chiedergli ragione del ruolo di garante all’incontrario che ha assunto nel corso di questa emergenza sanitaria che, come previsto, ha aggravato la pregressa emergenza democratica. Gioverà ricordare una volta di più che i presunti vaccini anti-covid sono stati autorizzati a condizioni, ai sensi del regolamento della Commissione Europea 507/2006.
Secondo l’Aifa “i vaccini simulano il primo contatto con l’agente infettivo evocando una risposta immunologica simile a quella causata dall’infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue complicanze”. Quelli che alcuni continuano a definire vaccini e altri definiscono non vaccini o vaccini non sterilizzanti, vaccini imperfetti, come è del tutto evidente non solo non impediscono la trasmissione del virus, ma non prevengono nemmeno l’infezione. Per accertarsi della veridicità di quanto affermo basterebbe analizzare i report diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità. I sieri autorizzati quindi non sono vaccini, ma strumenti terapeutici; una cura preventiva non priva di incognite e dall’efficacia che tende a calare rapidamente con il trascorrere delle settimane. Basterebbe pensare che, in base a uno studio finanziato dalla Pfizer, il vaccino originariamente denominato Comirnaty dopo 5 mesi ha una efficacia nel prevenire la malattia del 47%. Le cose andrebbero anche peggio se considerassimo uno studio israeliano, nel quale si afferma che nello stesso lasso di tempo l’efficacia del vaccino Pfizer scende al 39%.
Questo per non dire dei dubbi espressi a più riprese, dalle pagine del British Medical Journal, dal dr. Peter Doshi e delle posizioni di scienziati, medici e premi Nobel per niente convinti della sensatezza dell’attuale campagna di vaccinazione di massa. In Italia, in 22 mesi, i decessi attribuiti al Sarscov2 nella classe d’età 0-49 anni sono stati 1.645; un dato – lo dico con il dovuto rispetto per coloro che ci hanno lasciato e per i loro famigliari – statisticamente vicino allo zero. Su un totale di 2.769.299 casi censiti di Sarscov2, abbiamo registrato in 22 mesi 1.645 decessi, il che significa lo 0,06% in rapporto ai casi.
Detto che non ho mai sostenuto che il virus non esiste, affermo che queste cifre dovrebbero far riflettere. Si badi bene, la sopra citata percentuale ci accompagna dall’inizio della pandemia. Tra l’altro, nella maggior parte dei decessi registrati nella classe d’età 0-39 anni erano presenti gravi patologie pregresse. Entrando ancor più nel dettaglio, gioverà sottolineare che nella classe d’età 0-19 anni abbiamo registrato 36 decessi su un totale di 793.993 casi censiti. Questo significa, tradotto in percentuale, che i decessi in rapporto ai casi sono stati lo 0,005%. Sulla base degli elementi disponibili, delle conoscenze scientifiche disponibili verrebbe da chiedersi che senso abbia il tentativo di imporre o il solo proporre l’inoculazione di questi vaccini non sterilizzanti anche agli under 12 e più in generale ai minori. I rischi di tutta evidenza sarebbero di gran lunga superiori ai presunti benefici. Nei giorni scorsi il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, ha testualmente dichiarato: “Se un bambino è sano non vedo la necessità di vaccinarlo.
La solidarietà sociale da chi ha meno di dodici anni rasenta l’ideologia e il fanatismo”. Di certo non concordano con Vaia la Sip (Società Italiana di Pediatria), i cui congressi hanno goduto in questi anni della “sponsorizzazione non condizionante” delle industrie farmaceutiche, e pediatri come Franco Locatelli, che nel 2020 dichiarava di aver offerto consulenze alla Pfizer, alla Novartis e ad altre aziende farmaceutiche. Anche il prof. Alberto Mantovani, che ha ricevuto onorari per conferenze da Pfizer, Astrazeneca e Jansenn, è sulla stessa linea di Locatelli. Ma il pensiero dei pediatri e della totalità del mondo scientifico italiano è sulla stessa linea della Sip? Direi proprio di no. La Rete Sostenibilità e Salute, per dirne una, nel maggio scorso ha lanciato un appello nel quale a chiare lettere si chiede una moratoria delle vaccinazioni Covid-19 ai bambini e nel quale è dato leggere quanto segue: “La vaccinazione dei bambini non comporta sostanziali benefici diretti ai riceventi, data la bassa incidenza e le manifestazioni cliniche moderate della malattia nelle fasce pediatriche, né benefici di rilievo per la collettività, poiché i bambini non hanno un ruolo rilevante nella trasmissione del SARS-CoV-2”.
L’appello, di fatto clandestino, ad oggi è stato sottoscritto da oltre 1300 sanitari e tra questi tanti pediatri, tra i quali il prof. Sergio Bernasconi, professore ordinario di Pediatria.
Per quanto mi riguarda, affermo che proporre l’inoculazione di questi sieri ai minori è un atto scellerato.Buona parte delle certezze che ci hanno venduto in questi mesi si sono letteralmente liquefatte, ad iniziare dall’immunità di gregge. Oggi si limitano a dire che questi vaccini imperfetti servono a mantenere sotto controllo l’epidemia in atto.
A una scienza, che si è fatta scienza di regime e dogmatica, voglio ricordare le parole pronunciate il 23 ottobre di quest’anno dal virologo Geert Vanden Bossche: “Poiché l’uso sperimentale degli attuali vaccini Covid-19 solleva serie preoccupazioni riguardo alla loro efficacia e al loro potenziale di causare gravi danni sia agli individui che al pubblico in generale, si può solo concludere che i mandati di vaccinazione sono completamente immorali”.
Sulla base di ciò che è dato conoscere affermo che nessun obbligo può essere introdotto e che il tentativo di introdurlo surrettiziamente, attraverso ignobili ricatti di Stato avallati dalla Presidenza della Repubblica, è inaccettabile. La vaccinazione non può che avvenire su base volontaria: non c’erano e non ci sono margini che giustifichino obblighi per chiunque.
Mentre prosegue ininterrotto l’attentato contro i diritti politici del cittadino, voglio ricordare a me stesso le parole pronunciate dal dr. Guido Rasi nel maggio scorso, parole immediatamente inghiottite dal silenzio: “In Italia, dove le strutture sanitarie ci sono, i medici ci sono e ci sono degli ottimi clinici, mi si deve spiegare perché la mortalità per Covid-19 è così alta. Qualcosa non deve aver funzionato in termini di standardizzazione delle cure perché non è possibile che si muoia così tanto”. E già, qualcosa non ha funzionato, dr. Rasi. Di certo non ha funzionato l’approccio vigile attesa-paracetamolo da lei stesso definito “minimalista” e che io, invece, definisco criminale.
Divertito ho seguito nelle scorse ore il siparietto che ha avuto per protagonisti Ursula Von der Leyen e il Ceo della Pfizer Albert Bourla. Ursula e Alberto; Ursula che premia un Albert, che ricorda vagamente Alberto Sordi, in occasione dei “Distinguished Leadership Awards”, con tanto di video che celebra il potente Ceo ritratto con alle spalle il Presidente Biden o nell’atto di abbracciare bambini. NOTHING IS IMPOSSIBLE, per dirla con la Presidente della Commissione Europea. Già, nulla è impossibile come dimostra l’assenza di una vaccino-vigilanza attiva e l’occultamento di quella che definisco una pandemia di eventi avversi.
Per raccontarla tutta questa brutta storia avrei bisogno non di qualche migliaio di battute, ma di centinaia di pagine. Parlare mi è costato caro, molto caro. Mi è costato il non tacere, il provare a capire, il tentativo di inoculare dubbi, il maledetto vizio di fare domande, il tentativo di far emergere ciò che viene occultato, secretato, reso clandestino.
No, non posso tacere e non intendo farlo. Non posso non evidenziare gli innumerevoli conflitti d’interesse che coinvolgono larga parte degli scienziati, medici e ricercatori che si sono occupati della vicenda Covid-19.”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
In Italia giornali e giornalisti schieraticon un partito o con un gruppo di politici rappresentano un fenomeno pressoché normale da sempre, e la propaganda fascista fu soltanto l’esempio più eclatante di informazione a servizio del potere.
Il servilismo della stampa, e più in generale dei media, ha però oggi oltrepassato ogni limite di decenza. E non ci sono nemmeno più “ideali”, per quanto discutibili, a giustificare un tale scempio! Non ci si preoccupa di salvare più nemmeno le apparenze… Non ci si prende nemmeno più la briga di provare a “confezionare” bene una palese menzogna o manipolazione della notizia. Il giornalismo, se così ancora lo si può chiamare…, si è fatto sfacciatamente di parte. Si nega l’evidenza, si censura, si tappano le bocche di quanti gridano “verità”.
Di questo “caso” se ne è occupata anche ByoBlu; Qui il video dell’intervista👇👇👇
Che fine ha fatto il giornalismo d’inchiesta?Quasi del tutto scomparso, tranne, come evidenziato sopra, qualche rara eccezione… Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non possiamo più parlare di vero giornalismo, nel suo significato più intrinseco, ovvero di attività volta ad una quanto più corretta e “libera” informazione, ma di becera propaganda di regime!
I FONDAMENTI DEL GIORNALISMO
Qualche anno fa lessi un libro estremamente interessante, che ogni tanto riapro… Si intitola “I fondamenti delgiornalismo”, Ed. 2007. È stato scritto da due giornalisti, Bill Kovach (New York Times) e Tom Rosenstiel (già Los Angeles Times e poi direttore del Project for Excellence in Journalism). È il risultato di un lavoro di indagine che ha coinvolto 300 giornalisti e 3000 cittadini, con 21 assemblee pubbliche. L’idea è nata da un incontro tra 25 dei più noti giornalisti e direttori americani riunitisi nel 1997 all’Harvard Faculty Club. In questo libro, alla domanda “A cosa serve il giornalismo?” così troviamo scritto:“Lo scopo primario del giornalismo è fornire ai cittadini le informazioni di cui necessitano per essere liberi e autogovernarsi.” E già, a questa definizione, se pensiamo al giornalismo che siamo costretti tutti i giorni a subire, o ci scappa da ridere o ci viene da piangere… Senza mezze misure. Ma andiamo avanti. – Il libro così continua: “Per adempiere a questo compito:
Il primo obbligo del giornalista è nei confronti della verità.
La sua prima lealtà è verso i cittadini.
La sua essenza è la regola della verifica.
Chi lo pratica deve mantenere l’indipendenza dai soggetti trattati.
Deve fungere da osservatore indipendente del potere.
Deve fornire un forum per le critiche del pubblico e l’intermediazione.
Deve aspirare a rendere interessante e rilevante ciò che è significativo.
Deve fornire informazioni complete e proporzionate.
Chi lo pratica deve poterlo fare secondo la propria coscienza.
Scommetto che vi è bastato leggere queste poche righe per comprendere come in Italia, soprattutto in questo particolare momento storico, di tutto si possa parlare fuorché di giornalismo.
Dov’è la ricerca della VERITÀ? Dove la LEALTÀ verso i cittadini? Che fine ha fatto la regola della VERIFICA? Dov’è l’INDIPENDENZA dai soggetti trattati e, soprattutto, dal potere? Dov’è l’INTERMEDIAZIONE tra gli opposti? Dove il SIGNIFICATIVO? Dove la COMPLETEZZA DELLE INFORMAZIONI? Ma soprattutto… che fine ha fatto la COSCIENZA?
MANCA QUALSIASI CONTRADDITTORIO
Manca ogni tipo di confronto o contraddittorio! E quando lo si permette è soltanto uno “specchietto per le allodole”…, spesso una vera e propria “trappola” organizzata ad arte per far passare da imbecille chiunque, anche fosse un premio Nobel, osi sostenere idee diverse da quelle del main stream, che, guarda caso, combaciano sempre con quelle dei poteri forti…
Ci sarebbe ancora molto da dire riguardo a quest’argomento…, ma, proprio per la sua vastità, preferisco trattarlo in “pillole”. Ripromettendomi dunque di tornarci su, per il momento concludo, e voglio farlo con una citazione dell’amico nonché vecchio collega d’università a Scienze Politiche, dott. Andrea Giuffrida:
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Io che pratico la strada della nonviolenza e che condanno la violenza esercitata nei confronti del giornalista di Repubblica, la distruzione del gazebo m5s, le telefonate anonime, ecc.ecc., non posso fare a meno di interrogarmi sul cos’è violenza, sul significato della parola violenza.
C’è violenza nel reiterato attentato ai diritti politici del cittadino? C’è violenza in una informazione che da mesi inocula odio? C’è violenza in titoli che parlano di disertori e renitenti? C’è violenza quando 70 interviste non vengono mandate in onda e vengono censurate? C’è violenza quando la violenza la cerchiamo e la evochiamo mezzo stampa? C’è violenza nella censura, nella manipolazione, in cacce alle streghe e agli untori? C’è violenza nella violazione dell’art.294 c.p.? Non fa riflettere il fatto che 40 giorni di sciopero della fame vengano rimossi e poi ci si fiondi su una aggressione? Cos’è violenza?
Maurizio Bolognetti
Bolognetti: continuano le purghe da stato etico e l’azione squadristica di certa stampa di regime. Continua l’attentato ai diritti politici del cittadino.
Questo ricatto infame, reiterato ed eversivo invece non è violenza, vero?E non un fiato da parte di un ceto politico straccione. E non un fiato da chi da mesi alimenta odio a nove colonne.Ripeto, esprimo una ferma condanna nei confronti di chi minaccia, aggredisce e distrugge, ma dobbiamo interrogarci su quel che larga parte della stampa ha fatto e sta facendo.
Quelli che oggi si strappano le vesti per il gesto violento di sparute minoranze, sono gli stessi che hanno killerato azioni nonviolente e di disobbedienza civile. Fatevela una cazzo di domanda.
Bolognetti: a proposito di violenza e violazione dell’art. 294 del codice penale
Condannando ogni forma di violenza fisica che non ci troverà mai a fianco di chi la pratica e la condivide, quello che però ci vede assolutamente in linea è quanto pubblicato oggi da Maurizio Bolognetti – segretario di Radicali Lucani -, su Radio Radicale e che siamo onorati di diffondere anche attraverso la nostra sezione degli editoriali.
Nulla abbiamo da aggiungere, ma Vi invitiamo ad ascoltare con attenzione i 6 minuti e mezzo di AUDIO, ringraziando l’autore.
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“Sui vaccini non si deve discutere ed è inaccettabile che un politico si metta contro di loro: è un atto gravissimo contro lo Stato”, ha detto Matteo Bassetti.
Egregio virologo a gettone e da parata, parole come queste fotografano al meglio la cultura di chi le esprime e di cui lei è impregnato.
Discutere è “contro lo Stato”, dice il fasciokomeinista Bassetti.
A questo punto direi che è evidente l’idea di Stato che questo signore ha in mente.
E no, caro Bassetti, io rivendico libertà di parola, di pensiero, di critica, e la rivendico anche e a maggior ragione in un regime di “democrazia reale” qual è il nostro.
Scienza è metodicità del dubbio e non dogma di fede.
Lei, egregio teleinfettivologo, non è Dio e nessuno può chiedermi di credere alle sue parole come se si trattasse delle tavole dei comandamenti consegnate a Mosè.
A me non risulta che il dr. Bassetti sia in grado di camminare sulle acque o di far aprire le acque del Mar Rosso. L’unico miracolo che di certo ha compiuto consiste nella moltiplicazione delle sue comparsate televisive.
Il numero non fa la ragione. Se anche un milione di persone dovesse affermare che il sole ruota attorno alla terra e uno solo dicesse che è la terra che ruota attorno al sole, la ragione starebbe dalla parte di quel singolo che si oppone alla massa e a credenze consolidate.
Io non vivo di pregiudizi, ma di certo detesto i dogmatismi.
Su questi “vaccini imperfetti” e non sterilizzanti, autorizzati a condizioni e in emergenza, molto c’è da dire e nulla potrà impedirmi di continuare a parlare, a porre domande, a sollevare dubbi. Nulla, nemmeno lo Stato etico e totalitario evocato da un tele-infettivologo, che sta screditando se stesso e che in questi mesi si è più volte contraddetto.
Se Bassetti vuol ritagliarsi il ruolo di gerarca di regime e di caporale di giornata è libero di farlo. Per quanto mi riguarda, continuerò nelle mie eresie e continuerò a difendere tesi eterodosse.
Questo clima infame non mi piace e non intendo certo rassegnarmi.
Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Prntt.
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Quasi quasi lo preferivo quando prendeva soldi per fare la pubblicità all’Eni e alla Total.
Rocco Papaleo è l’emblema dell’italico conformismo, della peggior forma di conformismo: il conformismo degli anticonformisti. A questo punto, potrebbero fargli presentare anche il prossimo Sanremo.
Lui che ha iniziato con una serie tv ambientata in caserma, è davvero il perfetto emblema di questo clima da caserma di regime. Una “caserma” popolata da caporali, generali eversivi, virologi veline.
Il signor Papaleo dovrebbe però spiegarci in base a quali evidenze affema che i nonvaccini, autorizzati in emergenza e a condizioni, siano l’unica strada da battere, a maggior ragione se parliamo di adolescenti/minori (30 morti in due anni nella classe d’età 0-19 anni). No, caro Papaleo, per ciò che concerne i minori i rischi sono certissimamente superiori ai benefici.
Da 18 mesi sto provando a condividere conoscenza e ad onorare il diritto alla conoscenza. Prendo atto che prosegue ininterrotto l’attentato contro i diritti politici del cittadino. Io che non sto certo facendo una battaglia contro chi si vaccina e non nutro pregiudizi, dovrò valutare se riprendere l’azione nonviolenta sospesa il 14 luglio.
Non mollo, non intendo mollare. Avverto l’urgenza di difendere democrazia, libertà, diritti umani (il diritto alla conoscenza lo è), Costituzione.
Il clima è davvero torrido e soffocante e non parlo di “Lucifero”.
L’antefatto
(di Redazione)
Lo scorso 8 agosto il lucano Rocco Papaleo è stato insignito del Premio Heraclea ed in quell’occasione ha voluto lanciare, tramite video, un messaggio in merito ai vaccini.
“Non sono uno scienziato”- dice Papaleo – “e non ho l’autorevolezza per dire quello che sto per dire” (è meno male che almeno di questo ne è consapevole…) – “però io mi sono vaccinato e mi sento di invitare tutti a farlo, specialmente i giovani. Capisco che a volte l’informazione sia stata incompleta e abbia potuto generare dubbi sulla questione, ma la comunità è allineata sulla questione del vaccino e sull’importanza di farlo, perché per il momento è l’unica vera barriera che possiamo ergere di fronte a questo enorme problema”.
Ne se proprio così sicuro Rocco? …
Monica Tomasello
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