Nacque a Benevento, ma ben presto fu “adottato” dalla città di Napoli. Non smise di prestare la sua instancabile opera a servizio degli infermi, senza mai chiedere la parcella ai poveri. E mentre sanava i corpi, allo stesso tempo curava amorevolmente le anime.
Prima di iniziare l’autopsia, si fa il segno della Croce davanti al cadavere che gli hanno portato. Poi dovrà tagliare, aprire, esaminare, nell’interesse della scienza. Ma innanzitutto rende onore a quel corpo che Dio ha amato e fatto vivere. Un gesto consueto per Giuseppe Moscati, il medico italiano nostro contemporaneo, il laico proclamato santo da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.
Nato nel 1880, settimo dei nove figli di un magistrato, Giuseppe segue i trasferimenti del padre da Benevento ad Ancona e poi a Napoli, dove nel 1903 consegue la laurea a pieni voti in medicina. Lavora dapprima agli Ospedali Riuniti, poi a quello di Santa Maria del Popolo, detto degli “Incurabili”, nel quale diventerà primario per esami nel 1911. Vive tra scienziati illustri, maestri di medicina quasi tutti positivisti e materialisti; rigidamente avversi alle cose di fede, questi luminari riconoscono però in Moscati l’uomo votato alla scienza.
Si succedono per lui gli incarichi di responsabilità: cura degli infermi, direzione della ricerca, insegnamento. Un ricco curriculum medico, accanto al quale non ce n’è un altro speciale e distinto: un curriculum da santo. Lui è medico e santo insieme, ogni giorno. Per lui vivere è lavorare, è pregare, è studiare. A un giovane medico scrive: «Non lascerete di coltivare e rivedere ogni giorno le vostre conoscenze. Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendiamo». E lui non “lascia di coltivare” anche la propria formazione culturale cristiana, di pari passo con quella scientifica.
Ricerca quotidiana e comunione quotidiana per lui sono due momenti dello stesso impegno. Per deriderne la fede, qualcuno lo attira in un equivoco tranello, e lui si “vendica” entrando a pregare in una chiesa, per tornare poi tranquillo al microscopio, alla corsia, agli studenti. Sarà considerato un precursore della moderna biochimica. E intanto, già sui trent’anni, le sue diagnosi fulminee ed esatte lo rendono famosissimo, molto stimato anche dal sommo clinico Antonio Cardarelli. Insomma, ha tutto per diventare uno dei massimi “baroni”.
Ma Giuseppe si sente soltanto veicolo di conoscenze provenienti da Dio e destinate a chi soffre. Per le visite in casa, l’onorario è regolato da un cestino con una scritta: Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda. Quando il malato è lontano e povero, è lui stesso che gli porta anche denaro. Come porta l’aiuto spirituale durante le cure e dopo, come si preoccupa di raddrizzare esistenze, di orientare i confusi. Sempre medico e sempre apostolo, a ritmo intensissimo. Un’esistenza consumata presto, a soli 47 anni. Il 12 aprile 1927, giorno della sua morte, è stato ancora giorno di visita. Tre anni dopo, le sue spoglie sono state tumulate nella chiesa del Gesù Nuovo in Napoli.
Riolo Terme è in lutto per la morte del dottor Giovanni Coan, scomparso nei giorni scorsi a soli 59 anni a causa di alcune complicanze legate al Covid. Il dottore, già affetto da una patologia, prestava attività come medico di base alla Casa della Salute di Riolo Terme e a Castel Bolognese. Lascia la moglie Stefania e il fratello Paolo. Il funerale si svolgerà lunedì 4 aprile alle 15.30 partendo dall’obitorio di Castel Bolognese per la chiesa arcipretale di San Petronio. Dopo le esequie la salma sarà accompagnata all’area crematoria di Faenza.
Andate via, siete russi, non venite più nel mio studio“. Si sarebbe rivolta così a una ragazza di origini russe, invalida al cento per cento, il medico di base che l’ha in cura da anni. A raccontarlo è la stessa giovane, Lidia Malica Davidenco, 19 anni, residente a Casalecchio di Reno e studentessa dell’Alma Mater, che ha deciso di denunciare la professionista per diffamazione aggravata e di presentare un esposto all’ordine dei medici.
È il 21 marzo quando la studentessa, affetta da sordità al 99%, si reca nello studio della sua dottoressa, sempre a Casalecchio, per chiederle di compilare un modulo che attesti la sua disabilità. Le serve per acquistare un computer da usare all’Università a Iva scontata come prevede la legge per chi ha la sua patologia. “Sono nata in Italia e sono cittadina italiana“, spiega Lidia. “Sono paziente della dottoressa da anni e, fino allo scoppio della guerra in Ucraina era sempre stata disponibile, corretta e professionale. Tra l’altro, sono dovuta tornare nel suo studio il giorno dopo perché il modulo non era stato compilato in modo esaustivo. Non riesco a capire cosa le sia successo: che colpa abbiamo, io e i miei familiari, per quello che sta succedendo?“. Così il Resto del Carlino.
Condividiamo un documento del dott Massimo Coppolino sull’inapplicabilità del Green Pass per la sospensione dal lavoro.
N.b.: il funzionario che firmerebbe il provvedimento di sospensione può essere querelato per danni morali…
Chiarimenti circa la Direttiva Ministeriale sulla Sospensione dal lavoro per i “Non Vaccinati” Voi non lo sapete, ma oltre che biologo, sono anche RSU ed un “vecchio sindacalista”; inoltre ho superato, senza prendere posto, due concorsi a dirigente ministeriale e sono un ex funzionario ministeriale. Per questo qui dico, sottoscrivo e confermo, assumendomi tutte le responsabilità di quanto scrivo: nessun lavoratore può essere sospeso, o spostato di ruolo, o può avere ridotto o tolto lo stipendio, se non per cause previste nel CCNl.
L’unica possibilità per il SOLO CAMBIO DI MANSIONE, è il riconoscimento, da parte di una apposita commissione, dopo una opportuna istruttoria (e non da parte del “medico competente”, figura che NON ESISTE NEL NOSTRO ORDINAMENTO), della “non idoneità al lavoro”. Nessun altro, neanche il Giudice del Lavoro, può intervenire in tal senso, figuriamoci il datore di lavoro o il Dirigente Scolastico!
La vaccinazione non rientra tra gli obblighi contrattuali, né può essere assimilata alla voce “responsabilità e sicurezza sul luogo di lavoro” prevista nella L.81/08, poichè questa fa riferimento a dispositivi, messa in sicurezza dell’edificio, controlli sui macchinari, etc., ma MAI SULLA SALUTE PERSONALE DEI DIPENDENTI!
Nessuno, ad esclusione di un magistrato nel pieno svolgimento delle sue funzioni giuridiche, può chiedervi di esporre un “green pass” o qualsiasi documento che attesti che siete vaccinati, poichè NESSUNO è autorizzato a chiedervi se siete vaccinati!
Il green pass è illegale come atto di verifica della idoneità all’impiego ed è paragonabile al “libretto di vaccinazione” che da sempre usiamo. Si è mai visto che uno venga licenziato perché non ha fatto uno dei vaccini obbligatori? E, allora, come può esserlo per non aver fatto un vaccino non obbligatorio?
Ogni minaccia in tal senso da parte del datore di lavoro, del direttore, del dirigente scolastico, rientra nel reato previsto dall’art.692 del c.p., ovvero “estorsione”, reato punibile con la reclusione da 5 a 15 anni, perché solo la modifica del contratto di lavoro, dopo consultazione con tutti i sindacati di base, potrebbe avere valore se la vaccinazione fosse inserita come “conditio sine qua non” per lavorare, ed, in ogni caso, questa non potrebbe
avere valore retroattivo, poiché il vostro contratto di lavoro è stato stipulato quando valevano le condizioni previste dall’allora vigente CCNl, e nessun requisito può essere modificato con effetto retroattivo.
Se, quindi, vi minacciano in tal senso, voi fatevelo mettere per iscritto, andate ad una caserma dei CC o in Procura e DENUNCIATELI!
NESSUNO PUÒ OPPORSI E NON PRENDERE LA VOSTRA DENUNCIA! NEANCHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA! COSI’ COME, NESSUN MAGISTRATO PUO’ OPPORSI DI PROCEDERE CONTRO UN DATORE DI LAVORO CHE HA, PALESEMENTE, COMMESSO UN REATO DEL GENERE!
Il vostro datore di lavoro finirà diritto in galera, voi riotterrete il posto di lavoro e, inoltre, il datore di lavoro vi dovrà dare un congruo risarcimento danni. Voi, a tale proposito, aggiungete il “carico”: chiedete i danni morali e psicologici derivanti dal sopruso che vi è stato perpetrato, così caricherete anche di pesantezza la pena inflitta.
Dott. Massimo Coppolino
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
È lunghissimo, lo so, ma vale la pena leggerlo tutto. Se non riuscite, salvate il testo e fatelo con calma.
Mi chiamo S. R., ho 61 anni, sono laureato in Medicina e Chirurgia presso La Sapienza di Roma nel 1985, specialista in Medicina Interna e Allergologia e Immunologia Clinica. Gran parte della mia carriera si è svolta in ambito ospedaliero a Milano (Niguarda, San Raffaele, Sacco) e a Lugano.
Da circa 10 anni ho scelto l’attività libero-professionale e ho collaborato con diversi Centri Medici del nord Italia. Ho lavorato anche in Francia, Germania e negli USA. Fino all’estate scorsa, circa 1 volta al mese visitavo anche ad Olbia. Da giugno, vista la conversione in legge del DL44 sull’obbligo vaccinale per il personale sanitario, avendone la possibilità, lavoro stabilmente a Lugano.
Domanda: “Perché rifiuta la vaccinazione?”
Anzitutto tengo a precisare che io, come d’altra parte qualsiasi medico, sono assolutamente favorevole alla vaccinazione, pratica clinica che ha avuto origine oltre 1000 anni fa in estremo oriente e che si è poi evoluta, fino a costituire probabilmente lo step più importante della Storia della Medicina. Se lei mi chiede invece perché rifiuto “questa” vaccinazione, le motivazioni sono di diverso tipo. Sotto un profilo clinico, è scritto su tutti i libri di testo universitari di Microbiologia (compreso il Fauci!) e di Malattie Infettive che non si vaccina mai nel corso di un’epidemia, per il rischio molto alto di creare mutazioni del virus (le famose varianti) che, pur essendo sempre casuali, sono in realtà iper-adattative e consentono al virus stesso di sopravvivere e replicarsi nonostante il vaccino. Questo fenomeno si chiama vaccino-resistenza, anch’esso ampiamente descritto nei trattati. Inoltre, non ha senso vaccinare contro un virus estremamente mutevole come un Coronavirus, a meno che non si abbia a disposizione un vaccino che venga via via aggiornato in modo da essere sempre competitivo nei confronti dell’evoluzione dell’agente infettivo: e invece noi abbiamo vaccini che sono quasi due anni più “vecchi” rispetto al virus attuale, e questo spiega la recrudescenza dell’infezione in Paesi con un’alta percentuale di vaccinazione, come Regno Unito, Islanda, Israele. In un primo momento si è cercato di giustificare questo fenomeno con l’inefficacia del vaccino, e mi riferisco specificatamente a quanto è accaduto in Cile col cinese Sinovac, e quindi il Cile si è dotato del Pfizer e Astra Zeneca. Risultato: terapie intensive quasi sature e numero di morti superiore al periodo pre-vaccinazione. A San Francisco hanno chiuso due ospedali perché il personale si era ammalato nonostante la piena vaccinazione con Pfizer, in alcuni ospedali del Massachusetts idem, con Moderna. Un altro aspetto riguarda le fasi di sperimentazione.
In generale, un farmaco (ma anche un vaccino) deve essere sottoposto a varie fasi di studio: 1) la fase pre-clinica sugli animali, che serve sostanzialmente a stabilire l’eventuale tossicità della molecola su un organismo vivente complesso e poi alcuni parametri farmacocinetici: via di somministrazione preferenziale, assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione; 2) la fase 1, cioè quella sui volontari sani, che serve per accertare che i risultati ottenuti sull’animale siano confermati nell’uomo; 3) la fase 2, quella sui volontari “malati”, che serve per verificare l’efficacia terapeutica del farmaco, o preventiva del vaccino in soggetti esposti al contagio; 4) la fase 3, quella più importante. Qui gli studi sono multicentrici, cioè effettuati in diversi ospedali, e devono essere condotti in doppio cieco e controllati con placebo. In questa fase è obbligatorio acquisire il consenso informato, perché il paziente deve sapere che è sottoposto ad una sperimentazione clinica, e quindi potrebbe ricevere il farmaco attivo oppure il placebo, e né lui né il medico lo sa (ecco il significato di doppio cieco). La fase 3 deve durare 3-5 anni (e guarda caso i vaccini anti SARSCoV-2 sono in fase sperimentale fino al dicembre del 2023!); 5) la fase 4, o farmacovigilanza, quella cui vengono sottoposti i farmaci una volta immessi in commercio.
La farmacovigilanza (o sorveglianza) può essere attiva o passiva: è attiva quando il medico visita periodicamente il paziente che ha ricevuto il farmaco e riporta eventuali effetti avversi, è passiva quando il paziente segnala al medico un evento avverso, il quale dovrebbe segnalarlo alle autorità sanitarie che dovrebbero prenderne atto. Si calcola che gli eventi avversi segnalati con sorveglianza attiva siano 100 volte maggiori di quelli segnalati con sorveglianza passiva. Questi vaccini sono sottoposti solo ed esclusivamente a sorveglianza passiva e, per esperienza diretta, quasi nessuno degli eventi avversi segnalati dai pazienti viene riportato! Infine, gli effetti a lungo termine: qui sta la criticità più importante. Noi (e Pfizer, Moderna, Astra Zeneca) non sappiamo assolutamente niente di quello che il vaccino potrebbe provocare tra 1, 2, 5 o 10 anni. Infatti, perché uno studio clinico sia attendibile, due sono i criteri fondamentali da rispettare: la numerosità del campione e la durata del tempo di osservazione. Uno studio che coinvolga 50 milioni di persone per 1 mese ci può dire solo che quel farmaco è sicuro in acuto, mentre uno studio su 1 persona seguita per 20 anni, non ci dà alcuna informazione poiché tutto può essere ricondotto a variabili individuali. Nel caso di questi vaccini la numerosità non supera i 70 mila soggetti (di fronte a 2.5 miliardi di vaccinazioni effettuate!), e il periodo di osservazione ad oggi non supera 1 anno. Ricordo che farmaci usati per oltre 40 anni come antiulcera (ranitidina, cimetidina), sono stati sospesi dal commercio in quanto nel 2018 si sono accorti che avevano un componente potenzialmente cancerogeno! Vorrei aggiungere un po’ della mia esperienza clinica: da sempre ho vaccinato le donne con la metà del dosaggio consigliato per l’uomo, e questo perché le donne hanno un sistema immunitario molto più efficiente, che purtroppo a volte tende ad esagerare provocando le malattie autoimmuni. E somministrando mezza dose di vaccino ottenevo un titolo anticorpale sovrapponibile a quello dei maschi. Con questi vaccini anti-Covid (più che anti-SARSCoV2) stessa dose per tutti, non si fa alcuna distinzione di età, peso corporeo, sesso, eppure basta aver studiato un po’ di immunologia!
Sotto un profilo extra-clinico, oltre al ridicolo furgoncino Algida che trasportava il vaccino da Bruxelles a Roma, ciò che più mi indispone sono gli obblighi alla vaccinazione per alcune categorie di lavoratori, Italia unico Paese in Europa (e forse da settembre la Francia), in aperta violazione di una decina di trattati internazionali, da Norimberga in poi, che vietano drasticamente la sperimentazione medica coatta sull’essere umano, e di alcune risoluzioni del Consiglio d’Europa, in particolare la 2361/2021. E l’obbligo indiretto, col famoso green pass, di sottoporre a vaccinazione i ragazzi, popolazione praticamente immune dal Covid è terrificante e va contro ogni logica, buonsenso e deontologia medica, dove si deve sempre valutare il rapporto rischio-beneficio. Infine, troppe liberatorie per le case farmaceutiche, scudi penali per i vaccinatori e, soprattutto, una vera e propria estorsione, o meglio doppia estorsione, da parte dello Stato nei confronti di alcuni cittadini, quali ad esempio i sanitari: se non ti vaccini perdi il lavoro (1° estorsione), ma per vaccinarti sei obbligato a firmare un consenso informato (2° estorsione) che è per definizione e per diritto internazionale è libero. Poi non sono nemmeno riusciti a scriverla bene, la legge: “misure di prevenzione del contagio da SARSCoV2”, è riportato in Gazzetta Ufficiale, quando nessuno dei vaccini disponibili ha questa indicazione. In pratica, se uno prendesse alla lettera sia la legge che la scheda tecnica dei vaccini, non è possibile ottemperare alla legge stessa. ABERRANTE!
“Il recente decreto governativo prevede la sospensione dal lavoro e il taglio dello stipendio per chi rifiuterà la profilassi. Cosa ha intenzione di fare? Ritornerà nei ranghi? Farà causa?”
Subito dopo la conversione in legge del DL44 sull’obbligo vaccinale ai sanitari sono tornato a Lugano e ho fatto presente alla direzione che a causa del mio rifiuto alla vaccinazione probabilmente mi avrebbero sospeso dal mio ordine dei medici. Hanno letto la legge, mi hanno quasi riso in faccia, pacca sulle spalle, mi hanno rilasciato una licenza lavorativa di due anni (rinnovabile), e posso esercitare senza problemi in tutto il territorio svizzero. E se mai il mio ordine dei medici dovesse sanzionarmi o sospendermi per questo motivo (che non implica nessuna violazione del codice deontologico), gli svizzeri sono pronti a portare non solo il mio ordine dei medici ma tutta la FNOMCEO (Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri) italiana, il vero braccio armato di questa deriva sanitaria, di fronte ai tribunali internazionali. E loro fanno in fretta e non scherzano, si sa, e non sono certo lenti come la magistratura italiana.
Quando questo incubo sarà finito se ho voglia tornerò in Italia. Da un punto di vista legale, insieme a molti altri medici, siamo rappresentati da un pool di avvocati che ha inoltrato esposti e denunce presso diverse sedi a livello nazionale ed internazionale. “In quanti la pensano come lei?” Siamo in molti, più di quanto si pensi, anche se mi duole notare che troppi sanitari hanno ceduto. Le dirò che sono molto più determinati gli infermieri e gli OSS!
“Prevede pericoli per chi si è vaccinato? Ci saranno, come sostiene qualche no-vax, dellemodifiche nel codice genetico?”
Sugli eventuali pericoli a lungo termine per i soggetti vaccinati non posso esprimermi, perché come ho già detto il tempo non è sufficiente per fare valutazioni obiettive. Certo è che se, faccio un’ipotesi, fra 5 anni, dovessimo osservare un significativo incremento di malattie autoimmuni o di sterilità nei soggetti vaccinati rispetto ai non vaccinati, allora il discorso cambierebbe… Non penso che l’mRNA contenuto in Pfizer e Moderna sia in grado di modificare il nostro DNA che ha dei dispositivi di protezione molto efficienti. E’ vero anche che in Medicina molte cose che in passato erano considerate impossibili sono diventate improbabili poi probabili poi possibili ed infine certe…
“Ritiene che i dati sulla pandemia per come ci sono stati raccontati contengano delle inesattezze? Se non addirittura delle falsificazioni? Ad esempio: non tutti i morti per Covid sono realmente deceduti peril virus?”
La faccio breve, qui non si tratta di inesattezze ma di vere e proprie falsificazioni, falsificazioni pianificate e coordinate su più livelli, non ultimo quello mediatico. Falsificazioni che partono dai tamponi PCR (con cicli di moltiplicazione che in Italia sono arrivati a 51 mentre il massimo accettabile era 24, da cui il 60% di falsi positivi) per arrivare al famoso quanto ridicolo indice Rt alle ospedalizzazioni ed alle morti: in pratica, tutta la filiera del Covid. Molte morti avvenute negli hospice, dove vengono ricoverati malati terminali, sono state attribuite al Covid, abbiamo circa 5 mila decessi in meno rispetto al 2019 per cancro polmonare in quanto sono stati attribuiti al Covid e tantissimi altri esempi. Infine due esperienze personali: una mia conoscente ha soccorso una signora anziana che mentre portava a spasso il cagnolino ha avuto un arresto cardiaco, è stata portata in ospedale dove poi è morta. Morta per Covid! Un collega marchigiano, insieme ad un amico, durante una battuta di pesca subacquea ha avuto un malore ed è annegato. Lo hanno ritrovato dopo due giorni, tampone positivo, morto per Covid, ovviamente. Se non fosse drammatico sarebbe ridicolo. “Lei nega il virus o, perlomeno, la sua pericolosità? E crede alla “dittatura sanitaria”? E se sì ritiene che ci si debba ribellare?” No, non nego affatto il virus, che è un semplice Coronavirus che nell’80% dei casi ci causa il raffreddore, ma a volte si arrabbia e causa malattie gravi come la SARS e la MERS, e non nego che il Covid (pur essendo in termini assoluti molto meno letale di SARS e MERS) abbia fatto tante vittime. Se però andiamo sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (non proprio antigovernativo!), vediamo che l’età media dei decessi per Covid è di 80 anni, e il 67% di questi aveva 3 o più patologie croniche preesistenti. Ricordo che l’aspettativa di vita media in Italia è di 81 anni… Non so se il termine “dittatura sanitaria” sia appropriato, è certo che per colpa del Covid o grazie al Covid è stata fortemente limitata la libertà delle persone, sotto tutti i profili. Certamente il Covid è servito per far apparire normali cose grottesche come i banchi a rotelle, le mascherine cinesi o le primule per le vaccinazioni, oppure un generale pieno di medaglie che dice alla milanese “ghe pensi mi” perche gli altri non sanno far niente, quando nella Sanità pubblica ci sono dei manager estremamente più competenti ma completamente emarginati. Non penso che in Italia vi sia possibilità di ribellarsi, perché tutto l’apparato politico-burocratico lo impedisce. E chi dovrebbe difendere i diritti costituzionali del cittadino, dai tribunali, alle Forze dell’Ordine (che, ricordo, hanno giurato fedeltà alla nazione e non a un governo, e hanno l’obbligo di disattendere qualsiasi ordine vada contro gli interessi del popolo italiano) fino al massimo garante della Costituzione non fanno assolutamente niente. Pertanto spero in un intervento sovranazionale, europeo, che già si è espresso ma che il Parlamento italiano vigliaccamente ignora. Per quello che mi riguarda, l’ufficio legale dell’ospedale di Lugano è pronto a portare in tribunale il mio ordine dei medici, senza perdere tempo. E il mio ordine dei medici, nella persona di chi eventualmente firmerà qualsiasi provvedimento disciplinare nei miei confronti, sa benissimo che verrà fatto a pezzi. E l’efficienza e la determinazione svizzera mi rassicura più di qualsiasi iniziativa italiana.
“Lei ha studiato e lavorato anche all’estero. Pensa che ci siano differenze nella gestione dell’epidemia tra gli altri Paesi e il nostro?”
Senza dubbio ci sono grosse differenze. Anzitutto per quanto riguarda il conteggio delle vittime: in Germania è molto inferiore al nostro perchè il Covid per essere considerata causa di morte deve essere assolutamente determinante: cioè un soggetto sano che si ammala di Covid e muore, è morto per Covid, e anche un diabetico ben compensato che si ammala di Covid e muore, è morto per Covid. In Italia hanno conteggiato tutti, indiscriminatamente, anche i malati terminali per altre cause, ai quali sarebbe bastata una semplice indigestione per morire. Mi ricordo di aver letto il caso di un giovane agente della Guardia di Finanza, morto per Covid a 25 anni. Incuriosito, leggo a fondo l’articolo, e scopro che il ragazzo era in coma irreversibile, attaccato ad un respiratore da 3 anni, in quanto fu accidentalmente colpito da un proiettile mentre puliva la sua arma! E comunque, questa esagerazione italiana sui morti per Covid l’ha ammessa involontariamente il presidente dell’ISTAT, con tanto di filmato youtube.
“Cosa direbbe a chi vuole vaccinarsi ed è assolutamente certo dell’importanza di questo gesto?”
Il compito del medico non è quello di convincere il paziente a fare o non fare una determinata scelta, questo rientra nei suoi diritti. Diverso è se qualcuno vuole essere informato, e allora io devo agire secondo scienza e coscienza, senza condizionamenti di alcun tipo. Se una persona mi chiedesse informazioni sui vaccini disponibili gli direi quello che ho sopra riportato: il vaccino non previene la trasmissione (il fatto che si dica che i vaccinati hanno una carica virale più bassa è una menzogna), quindi farlo per preservare gli altri non ha senso; il vaccino previene forme gravi di malattia, e quindi ha senso farlo se si è un soggetto a rischio, ma chiaramente a rischio, e in questo caso il vaccino va considerato come la mascherina, cioè un Dispositivo di Protezione Individuale (DPI). Purtroppo, come ci insegna Israele, finiscono in terapia intensiva anche i vaccinati, e questo punto inizia a vacillare sempre più; se potrebbe avere conseguenze a lungo termine, e io questo proprio non lo so. Ma 35 anni di immunologia clinica mi insegnano che è meglio non scherzare col sistema immunitario, in specie quando questo è sollecitato artificialmente attraverso un mRNA e non un normale agente infettivo. Inoltre informerei bene sulla possibilità delle terapie domiciliari precoci, cosa che i medici hanno sempre fatto, con risultati eccellenti. A questo proposito, ma questa è solo la mia esperienza, il Covid in pazienti non vaccinati risponde meglio alla polifarmacoterapia indicata dei pazienti col Covid Vaccinati.
Continua la narrazione di chi, seppur vaccinato, si positivizza al COVID ma nega a se stesso e agli altri che e’ colpa del siero. Ormai gli immunizzati all’anestesia delle proprie capacità cognitive, sanno solo giustificare ogni scelta scellerata con un cliché verbale imparato da chi, ha saputo ben lavorare sulla comunicazione di massa per indottrinare e convogliare la riflessione in un unico sterile pensiero. Inutile nascondersi dietro un dito…IVACCINATI SONO CONTAGIOSI!!!!! E di storie che convalidano questa affermazione, adesso, ne potrei raccontare tante! Altre, saranno ben trasmesse dai diretti interessati, pronti a diffondere la propria testimonianza.
E in queste ore non sono mancate le dichiarazioni di personaggi del mondo dello spettacolo, di politici e di coloro che, appartenendo a altri mondi “ruffiani”, si muovono come canne al vento, veleggiando senza coerenza laddove la politica chiama.
Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, è risultato positivo al Covid-19. Lo ha annunciato attraverso uno comunicato stampa diffuso nel primo pomeriggio di ieri. Queste le sue parole…”Sono risultato positivo ma sto bene, sicuramente anche grazie al fatto di aver effettuato il vaccino mesi fa” e ha proseguito “Sperodi poter tornare quanto prima alle normali attività”. Mi chiedo…ma un primo cittadino, per di più medico com’è Lui, può rilasciare dichiarazioni così sconcertanti, tese a negare l’evidenza di una positività da cui ben si comprende che il “vaccino” non immunizza perché ha ben altre finalità?Anche alcuni virologi asserviti al potere hanno dovuto ammettere tutto ciò’! Ma Nizzi, come altre maschere mosse a dovere dal “burattinaio”, regista di questo assurdo teatrino, non poteva esimersi dal seguire il protocollo comunicativo del Regime!!!
A conferma di quanto scritto sopra, i titolari del Beer Grills di Senorbi (Sud Sardegna)) hanno avvisato i loro clienti che domenica scorsa alcune persone, MUNITE DI GREENPASS, hanno riportato sintomi riconducibili al COVID, risultando poi positive al tampone. ERANO TUTTE VACCINATE!!! Per questo tutto il personale e’ stato sottoposto al test rapido. Il fatto ha comportato la chiusura del locale per qualche giorno.
Quanto accaduto si va a sommare ai numerosi casi di persone risultate positive dopo la doppia vaccinazione.
«Abbiamo dovuto chiudere, e, a nostre spese” – hanno affermato i titolari del locale “- “ci siamo sottoposti al controllo perché l’Ats non ci ha ancora contattato”- I clienti, arrivati domenica scorsa, erano suddivisi in due tavoli da sei, distanziati secondo i protocolli anti Covid», hanno spiegato, – «Nonostante avessero tutti il green pass tra loro c’era qualche positivo e ci siamo dovuti fermare, per una questione di coscienza e di buon cuore. Anche noi siamo tutti vaccinati”-.
Da rilevare che, nel corso gli ultimi mesi, stiamo assistendo a un’insolita epidemia di “malori improvvisi” in soggetti sani che si sono sottoposti al vaccino anti-Covid. Se avessimo una vaccino-vigilanza funzionante, si potrebbe analizzare davvero se, a seguito di episodi post vaccino simili (ad esempio febbre alta, dolori, ecc.), si susseguissero una serie di episodi gravi con una frequenza più alta rispetto a quella attesa.
Ripercorrendo le tappe di questa dittatura sanitaria nascente, nell’aprile 2021, il generale Figliuolo dichiarava – “Obiettivo 500.000 dosi al giorno. Abbiamo riadeguato il Piano, il target non cambia, quindi noi dobbiamo arrivare a 500mila dosi a fine di ogni mese”. Ma e’ notizia di ieri, che ne sono state fatte solo 123.000 con appena 56.000 prime dosi.
RESISTIAMO! la campagna vaccinale non sta andando come loro vorrebbero, nonostante obblighi e ricatti sui nostri diritti
Molte ASL, su indicazione del Ministero della Salute hanno istituto commissioni di valutazione dei contenuti degli attestati di differimento e/o esonero. Il pretesto è dato dall’espressione letterale della norma di riferimento, vale a dire l’art. 4 comma 2 della legge 76/2021 laddove essa afferma che il medico di medicina generale attesta l’esonero o il differimentoprevia verifica di documentazione.
I meri attestati, sprovvisti di documentazione d’appoggio,vengono ritenuti insufficienti dalla ASL e conseguentemente viene fissata la data della vaccinazione o inviata la comunicazione di sospensione. Si tratta di un’interpretazione del tutto errata. La norma citata prevede che la verifica documentale delle patologie che determinano l’esonero o il differimento deve essere effettuata esclusivamente e preventivamente, dal medico di medicina generale. Egli è l’unico soggetto titolare della prerogativa di conoscere lo stato di salute del paziente e,quindi, autorizzato a prendere cognizione dei documenti. Non è consentita da un lato alcuna visione di documenti sanitari da parte delle ASL, dall’altro è vietata qualsiasi interferenza nella valutazione discrezionale effettuatadal MMG. Non deve,conseguentemente, essere allegata alcuna documentazione all’ASL oltre all’attestato del MMG. L’attesto del MMG fa stato fino a querela di falso: atto che le ASL si badano bene dal proporre.
Occorre opporre immediatamente all’ASL,e con diffida di contestazione di responsabilità diretta del titolare procedimento, l’abuso di potere che compie attuando un simile comportamento. La celerità è essenziale.
Qualora qualcuno si trovasse nella situazione di dover far fronte ad un attacco di questo tipo è bene che si rivolga ad un legale. In linea di principio sarebbe possibile dettare una lettera standard da inviare all’Asl, ma poiché ogni attestazione di esonero o di differimento presenta delle specifiche peculiarità appare opportuna un’assistenza personalizzata. Io collaboro con l’avv. Mauro Sandri che è contattabile all’indirizzo: avv.maurosandri@gmail.com
C’è il 32,5% di non vaccinati , una delle percentuali più alte in Veneto: Il sindaco: «Non è il paese che conosco». Il medico di base: «Dei miei colleghi si sono rifiutati di vaccinare». Nausea da Covid. Assuefazione da cure con qualche episodio di rigetto. E qui poi, nel paese che più ha patito, quello che per primo ha avuto l’infezione e che per primo ne è uscito (per ora, passibili di rientro lo siamo tutti). Qui il sindaco Giuliano Martini, farmacista, non ci si raccapezza proprio: «Non è il paese che conosco, non quello del senso civico che so». Sessantadue persone su cento, una percentuale di vaccinati tra le è più basse in Veneto che mette il paese dei colli Euganei in cima alla classifica dei renitenti alla dose, gli altri viaggiano tra il 70 e il 75%. Per l’esattezza 32,5% di non vaccinati (968 persone) su un totale di 2.975 abitanti compresi i neonati e gli imberbi, solo per questo le cifre del sindaco sono leggermente migliori. Una situazione opposta rispetto ad esempio a Medicina (Bologna), tra i paesi più colpiti e a lungo zona rossa, dove i cittadini hanno risposto in massa alla campagna vaccinale.
Il sindaco farmacista: «Non è il paese che conosco»
Ogni settimana, nella sua farmacia, il primo cittadino tampona una cinquantina di persone, una decina le immunizza. È uno che, insomma, conosce i suoi «polli». Eppure stenta a crederci. Vo’, paese monosillabico, avaro di parole fin dal nome, in questo caso ellittico ed allusivo anche nelle vaccinazioni. Quindi inquietante. Giri per la piazza e hanno tutti con la mascherina, di Crisanti parlano come un amico di famiglia, qui il presidente della Repubblica se lo ricordano come il papà che l’anno scorso è venuto a inaugurare l’anno scolastico. Telecamere, primi piani tivù, il primo morto, le attenzioni di un esercito di infettivologi, biologi, statistici, e psicologi anche a studiare i possibili effetti di un isolamento sociale militarizzato. Sotto i fari della ribalta un anno intero, sotto quello del microscopio ancora adesso.
L’edicolante: «I numeri non tornano»
Il giornalaio, uomo avezzo alle notizie, legge e tira su il naso. Lui, ai tempi della blindatura, era quello andava a prendere i quotidiani sul confine, al posto di blocco dei carabinieri, lì trovava i volontari che glieli dava gratis. «Sfido che andavano via tutti. Le notizie si vendono, specie quando non costano niente, ma questa che noi siamo i somari del Covid mi pare esagerata. C’è qualcosa che non va in questi numeri». Cosa e dove non dice, ma il modo in cui lo tace parla da solo: è come se dopo 18 mesi in cui ha visto non solo i fatti ma anche la loro costruzione, le troupe televisive in azione, le dirette e gli inviati lavorare, avesse fatto uno stage completo sull’industria dell’informazione. Insomma ragiona come uno che è stato nel retrobottega di un ristorante cinese e ha dei dubbi.
Tra scetticismo e realtà
Al bar – quello in piazza che tenne aperto in violazione delle prime chiusure, quello del primo morto, Adriano Trevisan, che ci giocava a carte – un avventore di mezza età si presenta: «Sono uno degli 88 asintomatici. Ai tempi del coprifuoco giravo e per quanto girassi e conducessi una vita normale, mia suocera di 80 anni col tumore non l’ho infettata, né ho infettato mia figlia, né nessun altro». Chiude il giornale e cala l’asso: «Lo sa che qui, nel 2019, abbiamo avuto più morti che nel 2020 in pieno Covid? E allora, cosa dobbiamo pensare? Questa dei contagi non la accetto. Ho un ristorante io, che faccio? Prima del menù chiedo ai clienti di mostrarmi il telefonino con il green pass? Ho anche parenti in Brasile, li ho sentiti ieri, non è l’inferno che raccontano qui, là il Covid è una malattia come un’altra che fa il suo corso».
Il medico di base: «Un mio collega non li ha voluti fare»
Scettico, un po’ Bolsonaro, ma due dosi se le è fatte anche lui. Non è un renitente, è solo uno stufo. Tra l’altro uno che deve essere andato a farsele dal dottor Carlo Peruzzi, medico di base da qualche giorno che si gode la meritata pensione, e anche uno dei tre in esercizio a Vo’ fino a ieri. «Ne ho fatte di iniezioni. C’erano quelli che le volevano e quelli che no, come c’erano medici che le facevano e medici che non le volevano fare. Un mio collega si è rifiutato di farle. È una libera scelta. Ha abbattuto lui il tasso di vaccinati qui a Vo’? Non credo: i vaccini non sono stati fatti anche altrove, a Baone, a Lozzo. Ora sembra che Vo’ sia l’unica che deve vergognarsi, ma non è così. Forse si è stufata un pochino, forse si sono dimenticati troppo presto delle conseguenze».
«Non è un paese di antivaccinisti»
Dimenticanza, rimozione, stanchezza, la Usl di competenza ha promesso un’indagine approfondita e c’è da giurare che qualche spiegazione dovrà darla anche il medico no vax che tuttora esercita a Vo’ e non risulta abbia cambiato idea. «Questo non è un paese di pazzerelli – garantisce il sindaco – qui non mi risultano terrapiattisti o gente che crede nelle strisce chimiche, sebbene qualcuno che mi ha accusato di essere un agente segreto delle big-pharma ci sia. Io ci ho fatto una risata. Lei non ha idea della fatica che si fa a convincere la gente a vaccinarsi, bisogna conquistarsi la fiducia, entrare in confidenza, mostrare che tu te lo sei fatto. Poi ci sono i no no no con cui non puoi ragionare, quelli che ti dicono no io non sono una cavia, quelli che temono per le future generazioni».
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.In.), di cui fa parte anche Catania CreAttiva, e che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui Mercurius5 ed “Il Re è Nudo” , supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
All’ombra della minaccia della nuova variante Delta matura l’ipotesi dell’obbligo del nuovo green passispirato al restrittivo modello francese. Alla luce di un processo di colpevolizzazione dei non vaccinati, dubbi rimangono sulla capacità del vaccino di impedire la diffusione dell’infezione. Efficace la vaccinazione per la prevenzione della malattia delle fasce più a rischio, rimane il pericolo per i vaccinati di essere infettati e d’infettare. A confermare l’inconsistenza delle basi del green pass il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi intervistato in esclusiva da Fabio Duranti.
Lontano da logiche ideologiche e da visioni faziose, Antonio Magi conferma l’insussistenza di una divisione manichea tra vaccinati e non vaccinati. Il vaccino assume carattere di protezione individuale per limitare, in particolare per pazienti a rischio, possibili conseguenze patologiche gravi ma non per evitare il pericolo contagio dell’infezione. Ne emerge un quadro lontano dalla narrazione mainstream in cui torna centrale il rapporto “umanistico” tra paziente e medico, con un ruolo significativo dell’anamnesi medica basata sulla fiducia e non sulla coercizione. Una nuova “alleanza” lontana da imposizioni di protocollo e automatismi tecnologici
Antonio Magi: “Essendo vaccinato posso essere positivo“
Assolutamente, il vaccino non protegge dal poter essere un “contagiante”. Sia il vaccinato che il non vaccinato lo sono. Qual è il problema? Trovandosi alcuni soggetti a rischio, il vaccinato che non è protetto – perché non sa se in quel momento è portatore – può essere parte infettate. Essendo vaccinato posso essere positivo. Far passare il messaggio che il non vaccinato è un pericolo pubblico per gli altri no! È un pericolo per se stesso, può prendere la malattia in tutte le sue fasi e può anche finire in terapia intensiva”.
Il problema è la corretta comunicazione medico-paziente. Se scopro che uno dei due bara l’alleanza si rompe e c’è la diffidenza. Per vaccinarsi non ci vuole la diffidenza. Non ci vuole un messaggio di scontro ma un messaggio di convincimento. Questo si ha con una informazione trasparente. Purtroppo però è stato un momento particolare. È difficile trovare un buon medico comunicatore, molto spesso non sa comunicare, l’empatia è fondamentale. Meglio dire ‘non so nulla’ piuttosto che dare un proprio parere facendola passare per una evidenza scientifica. L’evidenza scientifica si ha nel tempo.
Sono dell’idea che la tipologia del vaccino non può essere scelta della politica. Purtroppo molti eventi avversi compaiono anche 15 giorni dopo. Il medico conosce il propri pazienti e si riducono i fattori di rischio. Bisogna sapere se un paziente ha un rischio trombosi e bisogna seguirlo anche dopo il vaccino. Diamo al medico, visitando il paziente, di decidere quale vaccino. Questa alleanza porta alla fiducia reciproca e ad arrivare alla copertura vaccinale“.
Vogliamo sfatare il fatto che la persona non vaccinata è un pericolo per la persona vaccinata e per gli altri, soprattutto per le categorie a rischio. Purtroppo alcuni divulgatori fanno credere che la persona non vaccinata possa essere un pericolo, inducendo una sorta di guerra interna fra chi si vaccina e chi non si vaccina. Vogliamo precisare cioè che la persona non vaccinata dal punto di vista di un’eventuale trasmissione è uguale a quella vaccinata, cioè semplicemente quella vaccinata non contrae la malattia.
Alcuni organi d’informazione e alcuni giornalisti vogliono alimentare uno scontro che noi stigmatizziamo in tutti modi. Chiediamo alle istituzioni di fermare questo messaggio errato. Se cessasse questo scontro, le persone più a rischio e anche i cittadini italiani di fronte ad un’informazione corretta potrebbero essere più tesi a vaccinarsi perché sanno cosa sta accadendo. Creare fazioni significa dividere e creare ideologie, questo noi lo vogliamo evitare con questa informazione e con le trasmissioni che facciamo“.
Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.In.), di cui fa parte anche Catania CreAttiva, e che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui Mercurius5 ed “Il Re è Nudo” , supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale].
Arrivano notizie sull’accaduto che riguardano il Signor Agostino. Si tratta di un signore di 67 anni titolare di una ditta privata, il quale si ammala di polmonite che sembra non essere da SarsCov2 e che successivamente viene appurata tale. Gli amici del signor Agostino allertano il loro avvocato, il quale dialoga con il primario dell’Utir dell’ospedale Cervello di Palermo, chiedendo se si possa far entrare un medico di parte. Il Primario acconsente, il medico dialoga con il primario, il quale è anche contento del fatto che qualcuno esterno possa vedere quale sia la situazione del paziente. Inizialmente si mettono d’accordo affinché il medico di parte possa entrare bardato con i dispositivi di sicurezza, ma successivamente ciò non basta e viene chiesto se fosse stato vaccinato e se in possesso di green pass. Il risultato di tutto ciò è che il medico esterno, il giorno 12 luglio, non è stato fatto entrare in reparto poiché non in possesso del lasciapassare di mussoliniana memoria e tutti, amici, avvocato e medico sono stati tenuti al di fuori del reparto, negando anche l’uscita temporanea del signor Agostino. La cosa che preoccupava non poco gli astanti era il fatto che, Agostino, il giorno 10 luglio esprimesse chiaramente la volontà di uscire dall’ospedale e rifiutasse la terapia. Alle proteste legittime degli amici veniva risposto, “non può uscire perché ha una saturazione a 60”, ma contemporaneamente il paziente era stato tenuto per 24 ore senza terapia, rispettando la stessa sua volontà. Sembra assurdo ed in forte contrasto che una persona, che ha una saturazione a 60, venga tenuta senza terapia ed in attesa di uscita, che ovviamente non è avvenuta, probabilmente e forse, a causa di una aggravamento delle condizioni dello stesso signor Agostino. Da quel momento si susseguono una serie di dichiarazioni scritte del paziente che in un primo momento accetta le cure, ma rifiuta l’intubazione, fino ad arrivare all’epiloogo che termina con la probabile firma da parte della figlia per il permesso all’intubazione. Viene per questo motivo trasferito in terapia intensiva e da quel momento la nostra fonte non sa nulla della sua sorte.
Da una ricerca dettagliata nella rete web risulta che il Primario del reparto, attore dei fatti raccontati, debba essere il dott. Giuseppe Arcoleo. Medico, allora di reparto, che nel 2014 viene trovato in fragranza di reato per frode e peculato e condannato con rito abbreviato, chiesto dallo stesso per ammissione di colpa e quindi condannato alla pena detentiva di 2 anni e 4 mesi. https://www.palermotoday.it/cronaca/condanne-truffa-peculato-ospedale-cervello.html.Ma quel che è più strabiliante è che l’onorevole dell’A.R.S. del M5S Angela Raffa, a marzo del 2020 si accorge che il medico condannato per frode e peculato non solo non è stato sospeso o licenziato dal servizio, ma addirittura è stato premiato con la nomina di Primario di reparto. https://vivicentro.it/ultime-notizie/direttore-al-reparto-covid-19-seppure-condannato/.
Fonte: Canale TELEGRAM “Il Re e’ Nudo”
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