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19 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li- Fonte: CORCOM

Fra i firmatari nomi noti nel settore della data protection e grandi studi legali. “Saltate tutte le regole, collasso strutturale: intollerabile che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto”

Il Green Pass viola il Gdpr e scardina qualsiasi regola a livello nazionale e internazionale configurando una situazione al limite del collasso strutturale: questa, in sintesi, la posizione messa nero su bianco da un pool di 25 avvocati in un esposto presentato al Garante Privacy inviato il 14 febbraio.

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https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2022/02/18121156/ESPOSTO.pdf

firmare la segnalazione anche giuristi noti nel campo della data protection, operativi in grand studi legali, nonché docenti ed esperti della materia. Ed è già partita una sorta di “call-to-action” sui social in cui si invitano altri colleghi ad aderire all’iniziativa. “Non crediamo possa essere tollerato oltre dal sistema giuridico – senza cioè un collasso strutturale – che un trattamento di dati personali sia spinto fino a questo punto di violazione normativa e di lucido perseguimento di obiettivi di castigo, oppressione economica e mentale, umiliazione”,scrive in un post su Linkedin l’avvocato Enrico Pelino, fra i firmatari dell’esposto.

E sempre su Linkedin l’avvocato Andrea Lisi, altro firmatario dell’esposto, evidenzia che “il Green Pass dovrebbe essere uno strumento (europeo) utilizzabile per favorire la libera circolazione negli e tra gli Stati membri, ma viene imposto nel nostro Paese come una presunta misura di garanzia che si baserebbe nei suoi presupposti sulla difesa della salute pubblica, ma così come è strutturato finisce per violare palesemente l’art. 32 della Costituzione (oltre che i principi basilari del Gdpr), operando peraltro goffamente un bilanciamento tra diritti fondamentali previsti dalla Costituzione (e la limitazione di un diritto fondamentale quale il diritto al lavoro è incredibile per uno Stato come il nostro fondato su di esso)”.

Durissima la posizione espressa nel documento: “Abbiamo cioè la percezione che si stia agendo in completa illegalità”, si legge. Ed è lunga la lista delle contestazioni: “L’art. 35 del Gdpr impone che la Dpia sia effettuata “prima di procedere al trattamento”, che abbia requisiti netti, pesati fino alla frazione di grammo, che approdi, com’è ovvio nella situazione attuale, alla consultazione preventiva (art. 36 Gdpr), che sia ripetuta o aggiornata a ogni cambiamento, specie se più afflittivo. Siamo in attesa di esaminare la Dpia che avrebbe dovuto essere alla base, per esempio, del DL 172/2021 o del DL 229/2021 o del DL 1/2022 o del DL 5/2022. La verità è che sono saltate tutte le regole. Quelle degli artt. 5, 6, 9, 25, 35, 36 GDPR, degli artt. 8 e 52 Cdfue, del divieto di discriminazione contenuto al cons. 36 Reg. (Ue) 2021/953 e ribadito più volte nel parere congiunto Edps-Gepd n. 4/2021. Basterebbe la contrarietà con una sola di queste norme a dichiarare immediatamente illecito il trattamento”.

I 25 giuristi si appellano al Garante Privacyaffinché “ripristini lo stato di legalità conformemente al proprio mandato istituzionale, dichiarando illecito, nella sua declinazione italiana, il trattamento di dati personali “certificazione verde” introdotto con DL 52/2021 e successivi atti normativi, e per l’effetto ne disponga la limitazione definitiva e il divieto in applicazione dell’art. 58, par. 2, lett. f) Gdpr, ponendo in tal modo fine al più vessatorio, distopico e distorsivo esperimento sui dati personali finora attuato dall’istituzione della Repubblica”.

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Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (redefefefefer ed€5 tt t t art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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9 Dicembre 2021 – Marzia MC Chiocchi – Redazione Co.Te.Li

NELLA REPUBBLICA DELLE BANANE INVECE DI RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE, CHIEDENDO FERMAMENTE PIÙ SICUREZZA E TUTELA CON AZIONI MIRATE E CONCRETE, E NON CON MANIFESTAZIONI CHE SI PERDONO NEL NULLA, SI LANCIANO PETIZIONI ASTRUSE E SENZA SENSO, CHE TENDONO SOLO A GHETTIZZARE.

È IL CASO DELLA PROPOSTA FATTA DA UNA SIGNORA DI MALNATE, IN PROVINCIA DI VARESE, CHE HA LANCIATO UNA PETIZIONE, PERCHÉ SUI TRENI CI SIANO CARROZZE DEDICATE ALLE SOLE DONNE. LA RICHIESTA È STATA PRESENTATA DOPO CHE DUE GIOVANI MAROCCHINI, UNO DI 21 E L’ALTRO DI 27, SONO STATI ARRESTATI CON L’ACCUSA DI AVER AGGREDITO E VIOLENTATO UNA GIOVANE 22ENNE SU UN TRENO DELLA LINEA MILANO – VARESE IL 3 DICEMBRE SCORSO. GLI STESSI, AVEVANO ABUSATO DI UN’ ALTRA RAGAZZA ALL’INTERNO DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI VEDANO OLONA, SEMPRE IN PROVINCIA DI VARESE).

CONSIDERANDO CHE I FATTI SI SONO SVOLTI NON SOLO ALL’INTERNO DI UN CONVOGLIO MA ANCHE DENTRO I LOCALI DI UNA STAZIONE FERROVIARIA, LA RICHIESTA CI SEMBRA ALQUANTO ASTRUSA, OLTRE CHE EMARGINANTE! MA DEL RESTO, VISTO CHE LE FIRME DOVREBBERO ARRIVARE SULLA PIATTAFORMA CHARGE.ORG, IL QUADRO È BEN PIÙ CHIARO!!!

NON DIMENTICATE CHE CHARGE.ORG È UNA TRAPPOLA DI CUI PARLEREMO IN UN ARTICOLO DEDICATO, DA CUI CAPIRETE QUALI SONO I SUOI REALI INTENTI!

Nello specifico, con questa petizione, si chiederebbe a Trenord, di dedicare su tutte le sue linee la carrozza di testa alle donne. In questo modo, a qualsiasi ora, si potrebbe viaggiare sicure”. POI SE, SCENDENDO DAL TRENO SARAI AGGREDITA NELL’ATRIO DELLA STAZIONE O CHISSÀ DOVE…COME RISOLVERAI LA QUESTIONE? PIÙ SICUREZZA E ZERO DISCRIMINAZIONE! LOTTIAMO CONCRETAMENTE, INVECE, AFFINCHÉ LE LEGGI E LE TRADIZIONI DEL NOSTRO PAESE VENGANO RISPETTATE DA CHI ENTRA IN ITALIA!

LA SPERANZA È CHE CI SIANO DONNE PIÙ EVOLUTE DI PENSIERO, CHE NON AVVALLINO PROPOSTE GHETTIZZANTI E MOLTO PILOTATE, PER SVIARCI DA CIÒ PER CUI DOVREMMO REALMENTE BATTERCI!!!

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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